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ASSORBIMENTO – METODO A STADI

L e G sono le portate molari di liquido e di gas (mol/s), rispettivamente, e i pedici


G1 L0 indicano lo stadio da cui proviene la corrente: l’apparecchio ha N stadi teorici.
La relazione di equilibrio (valida per ogni componente solubile) è:
y=mx con m = f (P, T, c)
P e T sono temperatura e pressione, c è la concentrazione.
Nelle operazioni di assorbimento sono dati:
GN+1, portata del gas da trattare; yN+1, composizione del gas da trattare; x0
composizione del liquido entrante.
GN+1 LN La specifica di separazione è indicata generalmente in termini di composizione del
gas uscente, y1, oppure, più raramente, di composizione del liquido uscente xN.

Sistemi binari
Data la curva di equilibrio y = m x, e noti i valori di x0, y1 e yN+1 si trova, per via grafica o analitica, la
pendenza della retta di lavoro limite, (L/G)min che corrisponde ad un numero di stadi infinito.
La retta di lavoro limite passa per i punti con coordinate x0, y1 e xNmax, yN+1,: la concentrazione
massima del componente nel liquido, xNmax, è data dall’intercetta tra la curva di equilibrio e la retta
orizzontale per il punto yN+1 (vedi figura). Si fissa un valore di (L/G)operativo nell’intervallo 1.2-1.6
(L/G)min e si calcola il numero di stadi teorici occorrenti per via grafica.
Va sottolineato che nelle operazioni di assorbimento le
y portate di gas e di liquido non sono costanti: per effetto
del trasferimento di materia la prima diminuisce e la
seconda aumenta. Di conseguenza, il valore del
yN+1 rapporto L/G trovato è corretto solo se le portate
(L/G)operativo
(molari) restano all’incirca costanti, ossia nei casi in
cui l’assorbimento sia modesto: spesso si considera
(L/G)min
valida l’ipotesi di portate “costanti” se la loro
y1 y=mx variazione è inferiore al 10%.
xo xNmax x Quando non è valida l’ipotesi di portate costanti, ci si
può riferire alle portate di inerte: infatti, almeno in
linea teorica, c’è un componente del gas non si trasferisce al liquido e un componente del liquido che
non si trasferisce nel gas: tali componenti sono individuati come componenti inerti, e le loro portate
restano costanti durante l’operazione.
Le frazioni su base inerte sono definite come:
xj
XJ = moli di j in fase liquida/moli di liquido inerte: XJ = x
inerte

YJ = moli di j in fase gassosa/moli di gas inerte: YJ = 


x 
Per i sistemi binari: X = 1-x
eY= 
dove x e y sono le frazioni molari del componente che si
trasferisce e X e Y le corrispondenti frazioni su base inerte.
La somma delle frazioni su base inerte non è pari ad 1, e può essere più alta o più bassa dell’unità,
dipendentemente dal fatto che la portata aumenti o diminuisca.
Utilizzando le frazioni su base inerte, l’equazione di bilancio di materia diventa:

Linerte (X j, N − X j,0 ) = G inerte (Yj, N +1 − Yj,1 )

1
La pendenza della retta di lavoro è quindi data dal rapporto (Linerte/Ginerte) che è costante.

Metodo di Kremser
Il metodo di Kremser è valido se la costante di equilibrio m non dipende dalla concentrazione, ossia se
è m = f (P, T), e se la pressione P e la temperatura T sono costanti (ossia quando si ha una retta di
equilibrio).
Una volta trovata la pendenza della retta di lavoro L/G, e nota la costante di equilibrio m, si definisce il
fattore di assorbimento A, rapporto tra le pendenze della retta di lavoro e della retta di equilibrio:
L
A=
m ⋅G
Note la composizione del gas entrante yN+1, quella del liquido entrante, x0, e la costante di equilibrio,
m, la relazione di Kremser consente di calcolare la composizione del gas uscente, y1, se è noto il
numero di stadi teorici N:
y N +1 − y1 A N +1 − A
= N +1
y N +1 − m ⋅ x 0 A −1

oppure consente di determinare il numero di stadi teorici N, se è nota la composizione del gas uscente
y1:

 y − m ⋅ x0  1 1
ln  n +1 1 −  + 
y − m ⋅ x0  A  A 
N=  1
ln A

La relazione di Kremser si può anche esprimere in termini di grado di assorbimento, φ:

y N +1 − y1  L x  A N +1 − A
φ= = 1 − ⋅ 0  ⋅ N +1
y N +1  G ⋅ A y N +1  A −1

Assorbimento non isotermo


L’assorbimento si può considerare isotermo solo in prima approssimazione e nel caso di assorbimento
di piccoli quantitativi di gas, dato che il trasferimento di materia è sempre accompagnato da uno
sviluppo di calore. Per tenere conto degli effetti termici occorre scrivere il bilancio entalpico:

L0∙HL0 + GN+1∙HGN+1 = LN∙HLN + G1∙HG1 + QT


HL è l’entalpia specifica calcolata alla composizione media del liquido (J/mol)
HG è l’entalpia specifica calcolata alla composizione media del gas (J/mol)
QT è l’eventuale calore rimosso dall’apparecchio (J).
Se il calore che si sviluppa è relativamente poco, non si effettua alcun raffreddamento e la colonna
funziona in modo adiabatico. In questo caso, sono generalmente note le temperature di ingresso del
liquido (TL0) e del gas (TGN+1): dal bilancio è possibile calcolare una sola tra le due temperature di
uscita del gas (TG1) e di uscita del liquido (TLN). Per effetto del calore sviluppato la temperatura del
liquido aumenta molto di più rispetto a quella del gas, per cui, inizialmente, si fissa un valore di TG1
leggermente superiore (0.5-1.5°C) rispetto a quello di TL0 e si calcola TLN dal bilancio entalpico.
Se l’operazione è adiabatica, considerando un tratto infinitesimo di colonna in cui, per effetto

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dell’assorbimento la composizione del componente di interesse nel liquido vari di dx, le temperature di
gas e liquido varieranno, rispettivamente di dTG e dTL:
G∙cpG∙dTG + L∙cpL∙dTL = L∙(-∆Hs) ∙dx
In questa relazione i calori specifici del gas e del liquido (cpG e cpL) sono espressi in unità molari
(J/mol°C) e ∆Hs (negativo, in base alla convenzione sui segni da attribuire al calore sviluppato) è il
calore di solubilità del componente assorbito (J/mol).
Poiché cpG < cpL e, di solito, G < L, si può approssimare la relazione precedente come:
dTL ∆Hs
=-
dx cpL
Questa relazione consente di stimare l’andamento della temperatura lungo la colonna.
Con il metodo a stadi si può calcolare l’andamento della temperatura effettuando il bilancio entalpico
per ogni stadio, a partire da quello di testa, calcolando l’entalpia specifica del liquido come:

HL = cpL (TL – Trif) +∆Hs∙∆x

Dove Trif è la temperatura di riferimento utilizzata per il calcolo dell’entalpia e ∆x è la variazione di


composizione del componente assorbito nel liquido.

Sistemi multicomponente
La specifica sulla composizione y1 può riguardare solo un componente di particolare interesse
(componente “chiave”) oppure la somma delle composizioni y1 di un certo numero di componenti: in
quest’ultimo caso si sceglie arbitrariamente un componente chiave tra quelli di interesse.

Componente Componente
più solubile meno solubile
yA

yB

yC

XA XB Xc

La procedura da seguire è la seguente:


- si determina il rapporto (L/G)min in base alla retta di lavoro limite per il componente di interesse
(componente chiave);
- fissato il valore operativo del rapporto L/G si determina il numero di stadi teorici occorrenti, nota la
concentrazione finale nel gas uscente (specifica di separazione) del componente chiave;
- fissato il numero degli stadi teorici, si calcola la concentrazione finale nel gas uscente degli altri
componenti;
- se la specifica non riguarda un singolo componente, ma la loro somma nella corrente uscente, si
verifica se il valore è quello desiderato; se non è così si cambia la specifica per il componente
chiave e si itera il calcolo. Anziché variare la specifica del componente chiave, in questo caso si
può anche modificare il numero di stadi N, oppure il rapporto L/G, aumentandoli se si è al di sopra
della specifica richiesta o diminuendoli se si è al di sotto.
Il calcolo del numero degli stadi e delle composizioni di uscita degli altri componenti può essere
effettuato per via grafica; quando le relazioni di equilibrio sono delle rette (m non dipende dalla
3
concentrazione e pressione e temperatura sono costanti) anche per questi sistemi multicomponente si
può utilizzare il metodo di Kremser:

Relazione di Horton e Franklin


La relazione di Horton e Franklin consente di effettuare un calcolo accurato, stadio per stadio,
dell’assorbimento multicomponente, basandosi sui bilanci di materia e sull’equilibrio per ogni
componente. Se si effettuano anche i bilanci entalpici, e si utilizzano per ogni stadio i valori delle
costanti di equilibrio calcolate alla temperatura dello stadio, questo è il metodo a stadi più accurato per
le operazioni di assorbimento. Tuttavia, il metodo presenta la limitazione che il numero di stadi teorici
non può essere frazionario: ciò può portare a sovrastimare il numero di stadi necessario a raggiungere
la specifica, soprattutto nel caso in cui questi siano pochi.
Per tenere conto delle variazioni di portata nel corso dell’assorbimento, il metodo riferisce le
composizioni a quelle delle correnti liquide e gassose entranti, L0 e GN+1.
Per lo stadio generico n e per il generico componente j, queste frazioni, X’j,n e Y’j,n sono definite come:
xj,n ∙Ln yn,j ∙Gn
Xj,n
'
= L0
Yj,n
'
= GN+1
n-1
Il bilancio di materia per lo stadio n è dato da:
xn yn
L0 ∙ 'Xj,n
'
-Xj,n-1
'
( =GN+1 ∙)Yn+1
'
-Yn' * (8.54) n
La relazione di equilibrio per ogni componente nello stadio n è: xn yn

yj,n =mj,n ∙xj,n (8.55) n+1


Utilizzando le concentrazioni riferite alle portate entranti si ha:
GN+1 L
Yj,n
'
∙ =mj,n ∙Xn' ∙ L0 (8.56)
Gn n

Allo stesso modo, per lo stadio n-1 si ha:


GN+1 L
Yj,n-1
'
∙ Gn-1
=mj,n-1 ∙Xn-1
'
∙L 0 (8.57)
n-1

Ricavando le X’ in funzione delle Y’ dalle equazioni precedenti e inserendole nell’equazione di


bilancio dello stadio, si ottiene:
' '
Yj,n+1 +Aj,n-1 ∙Yj,n-1
Yj,n =
'
(8.58)
1+Aj,n
Lj,n
I fattori di assorbimento sono definiti come in precedenza: Aj,n = m
j,n ∙Gj,n

I valori, tuttavia, variano da stadio a stadio, per effetto delle variazioni di portata e, se tenuti in conto,
per quelli della variazione di temperatura sulla costante di equilibrio m.
Se l’operazione di assorbimento richiedesse un solo stadio, dall’equazione (8.58) si otterrebbe:
' '
Yj,2 +Aj,0 ∙Yj,0
Yj,1
'
= 1+Aj,1
(8.59)

In base all’equazione (8.57):


'
L G0 mj,0 ∙X j,0 ∙G0
Yj,0
'
=mj,0 ∙Xj,0
'
∙ L0 ∙ G = (8.60)
0 N+1 GN+1
'
L0 mj,0 ∙X j,0 ∙G0 Lo ∙X 'j,0
e Aj,0 ∙Yj,0
'
=m ∙ = (8.61)
j,0 ∙G0 GN+1 GN+1

4
L0 ∙X 'j,0
'
Yj,2 +
Yj,1
'
=
GN+1
che, inserito nell’equazione (8.59) dà: (8.62)
1+Aj,1

Procedendo in modo analogo, se l’operazione di assorbimento richiede 2 stadi, si ha:


' '
Yj,3 +Aj,1 ∙Yj,1
Yj,2
'
= (8.63)
1+Aj,2

Inserendo il valore di Y’j1 ricavato dall’equazione (8.62) e riarrangiando, si ottiene:


L0 ∙X 'j,0
'
)Aj,1 +1*Yj,3 +Aj,1∙
Yj,2
'
=
GN+1
Aj,1 ∙Aj,2 +Aj,2 +1
(8.64)

Se gli stadi sono 3, procedendo nello stesso modo, si ha:


L0 ∙X 'j,0
'
)Aj,1 ∙Aj,2 +Aj,2 +1*Yj,4 +Aj,1∙ Aj,2 ∙
Yj,3
'
=
GN+1
(8.65)
Aj,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 +Aj,2 ∙Aj,3 +Aj,3 +1

Infine, per N stadi si ha:


L0 ∙X 'j,0
'
'Aj,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +…+Aj,N-1 +1(∙Yj,N+1 +Aj,1∙ Aj,2 ∙∙∙∙Aj,N-1 ∙
Yj,N
'
=
GN+1
Aj,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +∙∙∙+Aj,N +1
(8.66)

Per eliminare Y’j,N, che è una composizione all’interno dell’apparecchio, si scrive il bilancio totale di
materia:
L0 ∙)Xj,N
'
-Xj,0
'
*=GN+1 ∙)Yj,N
'
-Yj,1
'
* (8.67)
Inoltre, per n = N, l’equazione (8.56) diventa:
'
L GN L0 ∙X N
Yj,N
'
=mj,N ∙Xn' ∙ L 0 ∙ G =A (8.68)
N N+1 j,N ∙GN+1

Risolvendo insieme le equazioni (8.67) e (8.68) per eliminare X’j,N, utilizzando il risultato al posto di
Y’j,N nell’equazione (8.68), e riarrangiando, si ottiene l’equazione:
Yj,' N+1 -Yj,1
'
Aj,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +…+Aj,N L0 ∙X 'j,0 Aj,2 ∙Aj,3 ∙Aj,4 ∙∙∙Aj,N +Aj,3 ∙Aj,4 ∙∙∙Aj,N +…+Aj,N-1 +1
I= ' =A - 6 ∙ (8.69)
Yj,N+1 j,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +∙∙∙+Aj,N +1 G N+1 ∙2345 Aj,1 ∙Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +Aj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Aj,N +∙∙∙+Aj,N +1

Per applicare l’equazione di Horton e Franklin riportata qui sopra occorre conoscere i valori delle
portate L e G di ogni stadio e, se varia lungo la colonna per variazioni di temperatura, pressione o
composizione, anche quelli delle costanti di equilibro m.
In prima approssimazione, le portate molari di gas G di uno stadio generico si possono stimare, una
volta note quelle in ingresso e in uscita, dalla relazione:
1 N+1-n
Gn G1 G1
= 'G ( Gn =GN+1 ∙ 'G (
N N
che si può anche scrivere come
Gn+1 N+1 N+1

La portata del liquido si ricava dal bilancio di materia, una volta nota quella del gas.
Per interpolare la temperatura, se necessario, si può utilizzare questa relazione, valida se si trascura il
calore di soluzione:
GN+1 -Gn+1 T -T
= TN -Tn
GN+1 -G1 N 0

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Relazione di Edmister
Per semplificare i calcoli necessari all’applicazione rigorosa del metodo di Horton e Franklin, Edmister
ha modificato l’espressione, considerando l’apparecchio come composto da 2 stadi e introducendo un
fattore di assorbimento “effettivo”, AE. In tal modo, l’equazione (8.69) diventa:
N+1
Yj,' N+1 -Yj,1
' '
L0 ∙X j,0 )Aj,E * -Aj,E
I= ' = 71- ' 8∙ N+1 (8.76)
Yj,N+1 A'j ∙GN+1 ∙Yj,N+1 )Aj,E * -1

dove
Aj,N ∙)Aj,1 +1*
A'j = Aj,E =:Aj,N ∙)Aj,1 +1*+0.25 - 0.5
Aj,N +1

L’equazione (8.76) consente di calcolare il numero di stadi teorici occorrenti, N, noto il grado di
assorbimento per il componente chiave; una volta trovato N, l’equazione (8.76) si può utilizzare per
calcolare il grado di assorbimento degli altri componenti.
Va notato che il calcolo di Aj,1 e Aj,N richiede di conoscere le portate GN e L1, che non sono note dal
bilancio globale di materia. Inizialmente, si può considerare GN ≅ GN+1 e L1 ≅ L0, iterando poi una volta
stimato il numero di stadi con l’equazione (8.76). Una volta note le composizioni si può calcolare il
bilancio di materia in modo più preciso, e stimare la distribuzione delle portate tra gli stadi, come visto
per il metodo di Horton e Franklin.
Il rapporto (L/G)min si può stimare graficamente, come visto in precedenza, oppure ricordando che è
L/G = (L/G)min quando N → ∞, cosa che accade, con riferimento al componente chiave, quando
Aj,E= φ.
Nel caso di assorbimento multicomponente spesso si preferisce iniziare il calcolo con il metodo di
Edminster e fare la verifica finale con Horton-Franklin.

Calcolo dell’altezza della zona di contatto tra le fasi


Con i metodi a stadi si determina il numero di stadi teorico.
- Se si intende realizzare l’assorbimento in una colonna a piatti occorre valutare il rendimento dei
piatti per passare da stadi teorici a piatti effettivi: si possono utilizzare metodi rapidi (grafico di
O’Connell, poco preciso per sistemi acquosi) o più precisi (rendimento di Murphree)
- Se si intende realizzare l’assorbimento in una colonna a riempimento va calcolata l’altezza di
riempimento equivalente ad uno stadio teorico (detta HETS o HETP).
Limiti dei metodi a stadi
- Il numero degli stadi è un numero intero
- Incertezza sul rendimento degli stadi, che è generalmente piuttosto basso. Questa considerazione,
abbinata alla precedente può portare ad una sovrastima del numero degli stadi effettivi.
- Gran parte delle apparecchiature in cui viene realizzato l’assorbimento sono del tipo a riempimento,
e le relazioni che consentono di passare dallo stadio teorico all’equivalente altezza di riempimento
non sono molto precise.

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ASSORBIMENTO (METODO A CONTATTO CONTINUO)

Trasferimento di un solo componente


Nel caso di assorbimento di un solo componente, questo si trasferisce dalla fase gassosa a quella
liquida attraverso l’interfaccia per effetto della forza spingente data dalla differenza di concentrazione.
Attraverso l’interfaccia passa quindi un flusso NA (moli/m2s) del componente A che si trasferisce dal
gas al liquido. La relazione è quella di trasferimento in mezzo stagnante:
LIQUIDO
1-yi 1-x
NA = FG ∙ln = FL ∙ln (1) y
1-y 1-xi

yi NA
FG = coefficiente di trasferimento di materia in fase gassosa (mol/m2s);
xi
FL = coefficiente di trasferimento di materia in fase liquida (mol/m2s); x GAS
x = frazione molare del componente A nella massa del liquido;
xi = frazione molare del componente A all’interfaccia lato liquido;
y = frazione molare del componente A nella massa del gas;
yi = frazione molare del componente A all’interfaccia lato gas.
Si consideri un volumetto infinitesimo, di altezza dZ, di una colonna di sezione trasversale pari ad A.
Nel volumetto A∙dZ si realizza un trasferimento di materia attraverso una superficie dS. Definendo a
come superficie specifica attraverso cui avviene il trasferimento di materia (ossia i m2 di superficie
disponibile per il trasferimento di materia per m3 di volume dell’apparecchio) si può scrivere:

dS = a∙A∙dZ (2)

Per effetto del flusso di A attraverso la superficie dS, nel volumetto A∙dZ variano le portate di gas e di
liquido:

NA∙dS = d(G∙y) = d(L∙x) (3)

G = portata del gas (moli/s);


L = portata del liquido (moli/s).
Dividendo per la sezione della colonna A, l’equazione (3) diventa:

NA∙a∙dZ = d(G*∙y) = d(L*∙x) (4)

G* = portata specifica del gas nella sezione della colonna, G* = G/A (moli/m2s);
L* = portata specifica del liquido nella sezione della colonna, L* = L/A (moli/m2s);

Caso generale (rigoroso)


Nel caso più generale, le portate di gas e liquido non sono costanti: varia la portata del componente che
si trasferisce, ma la portata Ginerte del gas che non si trasferisce nel liquido e quella Linerte del liquido che
non si trasferisce nel gas restano costanti.
Per un sistema binario:
Ginerte = G∙(1 - y) Linerte = L∙(1 - x)
G*inerte *
= G ∙(1 - y) L*inerte = L*∙(1 - x)
L’equazione (4) si può quindi scrivere come segue.
7
Per la fase gassosa
*
Ginerte y dy
NA ∙a∙dZ = d)G* ∙y* = d 7 ∙y8 = Ginerte
*
∙d ' ( = Ginerte
*
∙ (5a)
1-y 1-y (1-y)2

e, analogamente, per la fase liquida si ottiene:


L*inerte x dx
NA ∙a∙dZ = d)L* ∙x* = d 7 ∙x8 = L*inerte ∙d ' ( =L*inerte ∙ (5b)
1-x 1-x (1-x)2
Combinando le equazioni (5a) e (5b) con la (1), si ottiene:
dy 1-yi
NA ∙a∙dZ = Ginerte
*
∙ 2 =FG ∙ln ∙a∙dZ (6a)
)1-y* 1-y
dx 1-x
NA ∙a∙dZ = L*inerte ∙ 2 = FL ∙ln 1-x ∙a∙dZ (6b)
)1-x* i

L’altezza necessaria al trasferimento di materia, Z, si determina integrando l’equazione (6a) o


l’equazione (6b): gli estremi di integrazione sono le concentrazioni al fondo e in testa alla colonna:
*
Z y Ginerte ∙dy y G ∗ ∙dy
Z = D0 dZ = Dy 1 2 = Dy 1 F (7a)
2 FG ∙a∙)1-y* ∙Eln)1-yi *-ln)1-y*F 2 G ∙a∙(1-y)∙Eln)1-yi *-ln)1-y*F

Z x L*inerte ∙dx x I∗ ∙dx


Z = D0 dZ = Dx 2 2 = Dx 2 (7b)
1 FL ∙a∙)1-x* ∙Eln)1-x*-ln)1-xi *F 1 FL ∙a∙(1-x)∙Eln)1-x*-ln)1-xi *F

Il pedice 1 indica la concentrazione al fondo della colonna;


Il pedice 2 indica la concentrazione in testa alla colonna.
Le equazione (7a) e (7b) vengono generalmente integrate per via numerica, fissando alcuni valori di y
(o di x) compresi tra quelli alle due estremità della colonna.
Per utilizzare le equazioni (7a) o (7b) occorre conoscere le concentrazioni all’interfaccia, che si
possono ricavare dalla equazione (1):
FL
1-yi 1-x FG
' 1-y ( = '1-x ( (8)
i

Di fatto, per applicare l’equazione (7a) o (7b), occorre conoscere le concentrazioni x, y, xi e yi.
Poiché y o x sono le variabili di integrazione, per determinare le altre concentrazioni occorrono 3
equazioni. Oltre all’equazione (8), relativa alle condizioni all’interfaccia, si possono scrivere le
equazioni di equilibrio:
yi = m∙xi (9)
e quella di bilancio di materia (ossia l’equazione della retta di lavoro):
x x y y
Linerte ∙ '1-x - 1-x0 ( = Ginerte ∙ '1-y - 1-y1 ( (10)
0 1

Per utilizzare le equazioni (7a) o (7b) occorre, inoltre, calcolare per ogni intervallo di integrazione
scelto, i valori di FG, FL e a. Le espressioni da utilizzare sono piuttosto complesse.
Coefficiente di trasferimento di materia in fase gassosa
Il coefficiente di trasferimento in fase gassosa, FG, per anelli Rashig e selle Berl, si calcola come:
−0.36
FG ⋅ ScG2 / 3  dS ⋅ G ' 
= 1.195 ⋅  
G  µG (1 − ε Lo ) 
G’ è la portata in massa di gas riferita alla sezione di passaggio G’ = wG/A
µG
ScG è il numero di Schmidt del gas: ScG =
ρG ⋅ D G
8
ds è il diametro della sfera equivalente al riempimento, che si può ricavare dalla tabella seguente.
Dimensioni del riempimento (mm)
Tipo di riempimento
13 25 38 50
Anelli Rashig in ceramica 0.017774 0.0356 0.0530 0.0725
Anelli Rashig in acciaio al carbonio 0.01301 0.0543 0.0716
Selle Berl in ceramica 0.3162 0.0320 0.0472
εL0, è il grado di vuoto operativo con il liquido utilizzato: εLo = ε − φLt
ε è il grado di vuoto offerto dal riempimento scelto e φLt è il valore dell’hold-up totale relativo al
liquido utilizzato, somma dell’hold-up statico, φLs e dell’hold-up operativo φLo.
φLt = φLs + φLo
L’hold-up statico si può calcolare con espressioni che dipendono dal tipo di riempimento:

Anelli Rashig in ceramica Anelli Rashig in acciaio al carbonio Selle Berl in ceramica
0.0486 ∙ NIO.OP ∙ Q O.RR 0.0237 ∙ NIO.OP ∙ Q O.PU 0.00423 ∙ NIO.OX ∙ Q O.YY
JIK = JIK = JIK =
SK.P ∙ TIO.UV SK.P ∙ TIO.UV SK.YZ ∙ TIO.UV

L’hold-up operativo, φLo, si può calcolare a partire da quello dell’acqua, φLoW, corretto tramite un
coefficiente H:
φLo = φLoW ⋅ H
Il coefficiente H dipende dal riempimento e dalla viscosità del liquido, mentre l’hold-up operativo per
l’acqua, φLoW, si può calcolare, noti l’hold-up totale (φLtW) e quello statico (φLsW) dell’acqua.
φLoW = φLtW − φLsW

Le espressioni per il calcolo di H, φLtW e φLsW sono riportate in tabella; L’ è la portata in massa di
liquido riferita alla sezione della colonna L’ = wL/A.
Anelli Rashig in ceramica
µL < 0.012 Pa∙s µL > 0.012 Pa∙s
0.1737− 0.262⋅log L ' 0.1737− 0.262⋅log L '
975.7 ⋅ L'0.57 µ0L.13  σ  2168 ⋅ L'0.57 µ0L.31  σ 
H = 0.84   H = 0.84  
(
ρL 2.024 ⋅ L'0.43 −1  0.073  ) (
ρL 2.024 ⋅ L'0.43 −1  0.073  )
−6 −4
2.09 ⋅ 10 2.47 ⋅ 10
φLtW = (737.5 ⋅ L')β β = 1.508ds0.376 φLsW =
ds2 d1s.21
Anelli Rashig in acciaio al carbonio
µL < 0.012 Pa∙s µL > 0.012 Pa∙s
0.57 0.1737− 0.262⋅log L ' 0.1737− 0.262⋅log L '
407.9 ⋅ L' µ0L.13  σ  901⋅ L'0.57 µ0L.31  σ 
H = 0.84   H = 0.84  
(
ρL 1.393 ⋅ L' 0.43
)
−1  0.073  (
ρL 1.393 ⋅ L'0.315 −1  0.073  )
7.34 ⋅ 10−6 5.94 ⋅ 10−4
φLtW = (737.5 ⋅ L')β β = 1.104d s0.376 φLsW =
ds 2
d1s.21
Selle Berl in ceramica
µL < 0.012 Pa∙s µL < 0.012 Pa∙s
0.2817− 0.262⋅log L ' 0.2817− 0.262⋅log L '
1404 ⋅ L'0.57 µ0L.13  σ  2830 ⋅ L'0.57 µ0L.31  σ 
H = 0.84   H = 0.84  
(
ρL 3.24 ⋅ L'0.413 −1  0.073  ) (
ρL 3.24 ⋅ L'0.413 −1  0.073  )
−6 −5
2.32 ⋅ 10 5.014 ⋅ 10
φLtW = (737.5 ⋅ L')β β = 1.508ds0.376 φLsW =
ds2 d1s.56

9
Superficie specifica per il trasferimento di materia
La superficie specifica per il trasferimento di materia all’interfaccia gas-liquido si valuta dalla:
φ0
a = aW = aW ⋅ H
φ0 W

dove la superficie specifica per il trasferimento di materia all’interfaccia gas-liquido dell’acqua, aW,
si calcola con la relazione:
n
808∙G'
aW = m∙ \ 0.5 ^ ∙L'p
ρG
Il valore di a cambia quindi, anch’esso, lungo la colonna. I valori dei parametri m, n e p sono riportati
nella tabella seguente.

Riempimento Dimensioni (mm) Campo di L’ (kg/m2s) m n p


0.68-2 28.01 0.2323∙L’-0.30 -1.04
13
2-6.1 14.69 0.01114∙L’-0.148 -0.111
0.68-2 34.42 0 0.552
25
2-6.1 68.2 0.0389∙L’-0.0793 -0.47
Anelli Rashig
0.68-2 36.5 0.0498∙L’-0.1013 0.274
38
2-6.1 40.11 0.01091∙L’-0.022 0.140
0.68-2 31.52 0 0.481
50
2-6.1 34.03 0 0.362
0.68-2 16.28 0.0529 0.761
13
2-6.1 25.61 0.0529 0.170
0.68-2 52.14 0.0506∙L’-0.1029 0
Selle Berl 25
2-6.1 73.0 0.0310∙L’-0.0630 -0.359
0.68-2 40.6 -0.0508 0.455
38
2-6.1 62.4 0.0240∙L’-0.0996 -0.1355

Coefficiente di trasferimento di materia in fase liquida


Il coefficiente di trasferimento di materia in fase liquida si può calcolare con la relazione:
FL =k L ∙c
dove c è la densità molare del solvente liquido, e il coefficiente in fase liquida, kL, si ricava dalla:
k L ∙ds ds ∙L' 0.45 0.5
= 25.1∙ 7 8 ∙ScL
DL μL
µL
ScL è il numero di Schmidt del liquido: Sc G =
ρL ⋅ D L
Portate gassosa e liquida costanti
Questa ipotesi si ritiene generalmente valida in presenza di variazioni delle portate molari di gas e
liquido inferiori al 10%. Una modesta variazione delle portate è conseguenza di un modesto
trasferimento di materia tra le fasi, ossia di piccole variazioni di concentrazione tra le correnti entranti e
uscenti.
10
Nell’ipotesi di portate gassosa e liquida costanti, l’eq. (4) di bilancio diventa:
NA∙a∙dZ = G∙dy = L∙dx (11)
L’eq. (1) di trasferimento viene, invece, posta nella forma:
NA = kG ∙P∙(y-yi) = kL ∙cm ∙(xi -x) (12)
P = pressione operativa (atm)
cm = concentrazione molare totale in fase liquida (kmol/l)
FG y − yi
kG = y BM =
P ⋅ y BM 1 − yi
ln
1− y

FL xi − x
kL = x BM =
c m ⋅ x BM 1− x
ln
1 − xi

Quando il grado di assorbimento è piccolo (come in questo caso, visto la modesta variazione delle
portate) si può porre yBM ≅ 1 e xBM ≅ 1 e si possono considerare costanti kG e kL.
Combinando le eq. (11) e (12) si ottiene:
N1a ⋅ dZ = G* ⋅ dy = k G ⋅ P ⋅ ( y − yi ) ⋅ a ⋅ dZ (13a)
N1a ⋅ dh = L* ⋅ dx = k L ⋅ cm ⋅ ( x − x i ) ⋅ a ⋅ dZ (13b)
Integrando si ottiene:
y1
G* dy
Z= 
k G ⋅ a ⋅ P y y − yi
= HG ⋅ NG (14a)
2

x2
L* dx
Z=
k L ⋅ a ⋅ cm x
x1 i −x
= HL ⋅ NL (14b)

HG e HL prendono rispettivamente il nome di altezza dell’unità di trasferimento in fase gassosa e in fase


liquida, mentre NG e NL sono le corrispondenti unità di trasferimento.
Come in precedenza, il pedice 1 indica la concentrazione al fondo della colonna, il pedice 2 indica la
concentrazione in testa alla colonna e le eq. (14a) e (14b) vanno integrate per via numerica, fissando
alcuni valori di y (o di x) compresi tra quelli alle due estremità della colonna.
Per integrare le eq. (14a) e (14b) occorrono le condizioni all’interfaccia, che si ricavano dall’eq. (11):
y - yi k L ∙a∙cm e I∗
 -  d ef ∙ G ∗ (15)
x - xi k G ∙a∙P g

Come visto per il metodo rigoroso, oltre all’equazione (15), relativa alle condizioni all’interfaccia, si
possono scrivere le eq. (9) di equilibrio e (10) di bilancio di materia.
Altezza delle unità di trasferimento
I valori delle altezze delle unità di trasferimento si possono calcolare con relazioni valide per specifiche
tipologie di apparecchi. Per riempimenti del tipo anelli Rashig e selle Berl si ha:

11
dove G’ e L’ sono i valori delle portate specifiche di gas e liquido, riferite alla sezione trasversale della
colonna (kg/m2s), σ è la tensione superficiale del liquido (J/m2 o N/m) mentre β è un parametro
caratteristico del riempimento, che vale β = 30 per gli anelli Rashig e β = 21 per le selle Berl.
I limiti di validità di queste relazioni sono riassunti nella tabella seguente.

Portate gassosa e liquida costanti e retta di equilibrio


In questo caso, oltre all’ipotesi di portate costanti, si fa anche quella che la costante di equilibrio m non
dipenda dalla concentrazione e che i valori di pressione e temperatura si mantengano costanti, ossia che
la relazione di equilibrio sia data da una retta. Con questa ipotesi, le equazioni (13a) e (13b) diventano:
G* ⋅ dy = k G ⋅ P ⋅ ( y − yi ) ⋅ a ⋅ dZ = k OG ⋅ P ⋅ (y − y*) ⋅ a ⋅ dZ (16a)
L* ⋅ dx = k L ⋅ cm ⋅ ( x i − x ) ⋅ a ⋅ dZ = k OL ⋅ cm ⋅ (x * −x) ⋅ a ⋅ dZ (16b)
y 1 1 m 1 1 1
y* = m∙x x *   &  &
m k OG ∙P k G ∙P k L ∙cm k OL ∙cm k OLG ∙cm m∙k L ∙cm

Poiché si può assumere m = costante le (16a) e (16b) si integrano come:


y1
G* dy
Z= 
k OG ⋅ a ⋅ P y y − y*
= H OG ⋅ N OG (17a)
2

x2
L* dx
Z=
k OL ⋅ a ⋅ c m x
x1
*
−x
= H OL ⋅ N OL (17b)

Come in precedenza, il pedice 1 indica la concentrazione al fondo della colonna, il pedice 2 indica la
concentrazione in testa alla colonna.
NOG e NOL sono, rispettivamente, il numero globale di unità di trasferimento in fase gas e in fase
liquida, che si calcolano dalle relazioni:
y - m ∙ x2 1 1
lni 1 ∙'1 - (& j
NOG 
y2 - m ∙ x2 A A
1 (18a)
1 -
A
l
x2 - 5
lnk m
l ∙ )1 - A*&An
x1 - m5
NOL  (18b)
1 - A
L 1
A è il fattore di assorbimento: A  G ∙ m
HOG e HOL sono le altezze delle unità di trasferimento, che si possono calcolare combinando le eq.
(14a), (14b), (17a),(18a):
1
H OG = H G + HL (19a)
A
H OL = H L + A ⋅ H G (19b)
Se il valore di A è molto grande HOG è circa uguale a HG.
12
ALTEZZA EQUIVALENTE ALLO STADIO TEORICO HETS

Se si è effettuato il calcolo dell’altezza della zona di contatto gas-liquido con il metodo a stadi, ma si
vuole realizzare l’operazione in una colonna a riempimento, per determinare l’altezza di riempimento
necessaria, occorre conoscere il valore l’HETS, altezza equivalente allo stadio teorico.
Le condizioni per stimare correttamente l’HETS sussistono quando si possano considerare costanti le
portate molari di gas e di liquido, e quando la costante di equilibrio m non varia nel corso
dell’operazione (sostanzialmente, fattore di assorbimento a costante): in questo caso, infatti, si può
scrivere la seguente relazione tra l’altezza del riempimento Z, il numero di stadi N e l’equazione (17a):

Z = HOG ∙NOG = N∙HETS (20)

Calcolando il numero di stadi N con l’equazione di Kremser e NOG con l’equazione (18a) si ricava:
A ⋅ ln A
HETS = H OG ⋅ (21)
A −1
La relazione è valida, come detto, purché il fattore di assorbimento A sia circa costante; in caso di
assorbimento multicomponente, ci si riferisce ad A del componente chiave.
Il valore di HETS aumenta sensibilmente nel caso di gas molto solubili, ossia quando gli stadi sono
pochi (al limite uno solo) e il valore di A è elevato.
A 0.25 0.5 1 2 10 100
HETS/HOG 0.462 0.693 1 1.386 2.558 4.652

13
ASSORBIMENTO CON FORTE EFFETTO TERMICO

Nel caso di assorbimento con forte effetto termico, generalmente si utilizzano generalmente metodi
semplificati. Il bilancio termico globale si scrive:
L0∙HL0 + GN+1∙HGN+1 = LN∙HLN + G1∙HG1 + QT
HL è l’entalpia specifica calcolata alla composizione media del liquido (J/mol)
HG è l’entalpia specifica calcolata alla composizione media del gas (J/mol)
QT è l’eventuale calore rimosso dall’apparecchio.
Le temperature di ingresso del liquido (TL0) e del
gas (TGN+1) sono note e; per effetto del calore
sviluppato nell’assorbimento la temperatura del
liquido aumenta molto di più di quella del gas: si
fissa quindi un valore della temperatura di uscita del
gas TG1 leggermente superiore (0.5-1.5°C) rispetto a
quello di TL0 e si calcola la temperatura di uscita del
liquido TLN dal bilancio entalpico. Stimata TLN,
l’ipotesi più conservativa è quella di assumere che
tutta l’operazione si svolga ad una temperatura pari
a quella finale del liquido: ciò, però, può però
portare ad una notevole sovrastima del rapporto
L/G, come mostra la figura. La retta tratteggiata
mostra la retta di lavoro con riferimento alla curva
di equilibrio alla temperatura TL0, quella a tratto
continuo la retta di lavoro riferita alla curva di
equilibrio a TLN.
Utilizzando il metodo a stadi si può stimare la temperatura di ogni stadio, noto il numero di stadi, i
valori delle temperature in testa e in fondo e quelli delle portate gassose, sempre in ingresso e in uscita,
come visto in precedenza applicando i metodi di Edmister o di Horton e Franklin:
GN+1 -Gn+1 TN -Tn
=
GN+1 -G1 TN -T0
La relazione è però valida per colonne adiabatiche, se il calore di soluzione è trascurabile. Negli altri
casi di colonne adiabatiche, si può calcolare l’andamento della temperatura effettuando il bilancio
entalpico per ogni stadio, a partire da quello di testa, calcolando l’entalpia specifica del liquido come:
HL = cpL (TL – Trif) +∆Hs∙∆x
Dove Trif è la temperatura di riferimento utilizzata per il calcolo dell’entalpia e ∆x è la variazione di
composizione del componente assorbito nel liquido.
Anche nel caso di metodo a contatto continuo si può tenere conto dell’effetto della temperatura in
modo abbastanza preciso. Se si trasferisce un solo componente, con calore di soluzione ∆HS (J/mole di
gas disciolto), il bilancio termico si può scrivere:
G*∙cpG ∙dTG + L*∙cpL∙dTL = L*∙(- ∆HS) ∙dx
dove cpG e cpL sono i calori specifici del gas e del liquido (J/mol°C): dato che è cpG < cpL e, inoltre,
generalmente, L* > G*, si ottiene dTG<<dTL e la relazione precedente si può semplificare come segue:
dT ∆HS
≅− dove si assume TG ≅ TL = T.
dx c pL
Ricordando le relazioni (6a) e (6b):
14
dy 1-y dx 1-x
NA ∙a∙dZ  Ginerte
*
∙ 2  FG ∙ln 1-yi (6a) NA ∙a∙dZ  L*inerte ∙ 2  FL ∙ln (6b)
)1-y* )1-x* 1-xi

op ∆er ∙BsCt ∙u∙vg s


Si ottiene: d ∙ yz ' (
oq I∗
 ∙wxg s

Questa equazione può essere integrata, per via numerica, insieme alla (6a), per determinare l’altezza
della colonna tenendo conto del valore puntuale della costante di equilibrio, funzione della temperatura.
In alternativa, si può ricavare l’andamento della
temperatura T in funzione della composizione del liquido
x dall’equazione:
dT ∆HS
≅−
dx c pL

calcolando l’incremento di temperatura per ogni valore di


x di interesse e prendendo il corrispondente valore di y
sulla curva di equilibrio a quella temperatura. In tal modo
si costruisce, per punti, una pseudo-curva di equilibrio,
mostrata in figura con la linea tratteggiata, che interseca le
curve di equilibrio a temperatura crescente man mano che
il valore di x aumenta.
Quando l’assorbimento è fortemente esotermico, ossia quando il quantitativo di componenti trasferiti
dalla fase gassosa a quella liquida è alto e/o il calore di solubilizzazione è elevato, occorre raffreddare
l’apparecchio per evitare condizioni sfavorevoli all’assorbimento, che porterebbero ad incrementare
eccessivamente la portate di liquido. Se si desidera effettuare lo scambio termico nell’apparecchio, le
colonne a riempimento mal si prestano allo scopo e anche quelle a piatti non sono molto efficienti,
anche se è possibile raffreddare il liquido sui piatti mediante serpentini; in questi casi si preferisce
ricorrere a colonne a parete bagnata, meno efficaci per quanto riguarda lo scambio di materia, ma in
grado di offrire migliori coefficienti d scambio termico. Le colonne a parete bagnata si dimensionano
con criteri analoghi a quelli visti per quelle a riempimento, ma utilizzando relazioni specifiche per le
condizioni di flooding (e quindi il diametro della colonna), per l’altezza delle unità di trasferimento e
per i coefficienti di trasferimento di materia in fase gassosa e in fase liquida.
Un’alternativa è quella di effettuare lo scambio termico in uno scambiatore di calore esterno,
ricircolando il liquido raffreddato nella colonna: poiché la portata di liquido in colonna aumenta si
riduce corrispondentemente l’incremento di temperatura. Ad esempio, se con la portata L l’incremento
di temperatura fosse 40°C, utilizzando una portata 4∙L, l’incremento di temperatura si riduce a 10°C.
Questo metodo viene utilizzato soprattutto per le colonne a riempimento, però, la portata di liquido
aumenta considerevolmente e ciò costringe ad aumentare anche il diametro della colonna (e, quindi, la
quantità di riempimento necessaria); inoltre, va prevista una pompa.
G1
L0 Spesso, tenuto conto che la gran parte del trasferimento di materia
avviene nella parte inferiore della colonna (in cui il gas presenta
concentrazioni più alte dei componenti da trasferire) si utilizza una
colonna che presenta un diametro più piccolo nella parte alta, in cui
non si effettua il ricircolo del liquido, dato che l’entità del
trasferimento di materia (e quindi dell’incremento di temperatura) è
Lricircolo
modesta, e un diametro maggiore in quella bassa, in cui invece viene
ricircolato il liquido per ridurre l’aumento di temperatura. Le due
sezioni della colonna presentano rapporti L/G diversi e vanno
GN+ dimensionate separatamente; il ricircolo del liquido comporta un
LN aumento della sua concentrazione all’ingresso in colonna e quindi
diminuisce l’efficienza dell’operazione.
15
STRIPPING

L’operazione di stripping è, in pratica, l’inverso di quella di assorbimento: ciò significa che il soluto si
trasferisce dalla fase liquida a quella gassosa e che, affinché il processo abbia luogo, la retta di lavoro si
deve posizionare al di sotto della curva di equilibrio.
Si fa riferimento a sistemi binari, adottando lo schema usuale per la colonna. G1 L0
Data la curva di equilibrio y = m x, sono generalmente noti i valori di x0, xN e yN+1
e si trova, per via grafica o analitica, la pendenza della retta di lavoro limite,
(L/G)max che corrisponde ad un numero di stadi infinito.
La retta di lavoro limite passa per i
punti con coordinate xN, yN+1 e x0,
y1max: la concentrazione massima del
componente nel gas uscente y1max, è
data dall’intercetta tra la curva di GN+1 LN
y1max
equilibrio e la retta verticale per il punto
x0 (vedi figura). Si fissa un valore di
(L/G)operativo dividendo il valore di (L/G)max per un fattore
y=mx intorno a 1.5 (nell’intervallo 1.2-2): in questo caso è noto il
valore di L e va determinato quello di G. Si calcola quindi il
(L/G)max
numero di stadi teorici occorrenti per via grafica.
(L/G)operativo Anche nelle operazioni di stripping le portate di gas e di
yN+1 liquido non sono costanti: per effetto del trasferimento di
xN x0 materia la prima aumenta e la seconda diminuisce. Quindi,
come già visto per l’assorbimento, il valore del rapporto L/G
trovato è corretto solo se si può assumere che le portate
(molari) restino all’incirca costanti, ossia nei casi in cui lo
stripping è modesto (variazione delle portate inferiore al 10%) In analogia con quanto visto per
l’assorbimento, quando non risulti valida l’ipotesi di portate costanti, ci si può riferire alle portate di
inerte, utilizzando le frazioni su base inerte.
Per le operazioni di stripping si utilizzano colonne a riempimento, se la portata liquida è sufficiente, o
colonne a piatti, negli altri casi. Per calcolare l’altezza della zona di contatto gas-liquido, come per
l’assorbimento, si possono utilizzare i metodi a stadi o quello a contatto continuo.

Metodi a stadi
1 m∙G
Si definisce il fattore di stripping, S, come reciproco del fattore di assorbimento: S = =
A L

Metodo di Kremser
L’equazione di Kremser, nelle sue due forme diventa:
 y N+1   y N+1 
 x0 − m  1  1   x0 − m 
ln 
y
1 −  +  ln 
y
(1 − A) + A
 x N − N+1  S  S   x N − N+1 
x0 − xN SN +1 − S  m   m 
= N +1 N= =
y ln S 1
x 0 − N +1 S − 1 ln
m A

16
x0 − x N
La relazione di Kremser si può anche esprimere in termini di grado di stripping, φ: φ =
x0
x0 − x N  G y N +1  SN +1 − S
φ= = 1 − ⋅  ⋅ N +1

x0  L ⋅ S x0  S − 1

Metodo di Horton e Franklin


La relazione finale del metodo di Horton e Franklin, nel caso di operazioni di stripping, diventa:

X j,' 0 -X 'j,N Sj,1 ∙Sj,2 ∙Sj,3 ∙∙∙Sj,N +Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙Sj,N-1 +…+Sj,1 '
GN+1 ∙Yj,N+1 Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙∙Sj,N-1 +Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙Sj,N-2 +…+Sj,1 +1
I= ' = - ∙
X j,N+1 Sj,1 ∙Sj,2 ∙Aj,3 ∙∙∙Sj,N +Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙Sj,N-1 +∙∙∙+Sj,1 +1 L0 ∙{|6 Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙∙Sj,N +Sj,1 ∙Sj,2 ∙∙∙Sj,N-1 +∙∙∙+Sj,1 +1

Metodo di Edmister
La relazione finale del metodo di Edmister, nel caso di operazioni di stripping, diventa:
N+1
X j,' 0 -X 'j,N '
GN+1 ∙Yj,N+1 )Sj,E * - Sj,E
I= ' = 71- ' 8∙ N+1
X j,0 Sj' ∙L0 ∙X j,0 )Sj,E * -1

dove
Sj,1 ∙)Sj,N +1*
Sj' = Sj,1 +1
Sj,E =:Sj,1 ∙)Sj,N +1*+0.25 - 0.5

Altezza equivalente allo stadio teorico


Se si è effettuato il calcolo dell’altezza della zona di contatto gas-liquido con il metodo a stadi, ma si
vuole realizzare l’operazione in una colonna a riempimento, si può stimare il valore l’HETS, altezza
equivalente allo stadio teorico, con lo stesso approccio utilizzato per l’assorbimento. Le condizioni per
stimare correttamente l’HETS sono: portate molari di gas e di liquido costanti e retta di equilibrio: in
questo caso, infatti, si può scrivere la seguente relazione tra l’altezza del riempimento Z, il numero di
stadi N e l’equazione (17b):

Z = HOL ∙NOL = N∙HETS (22)

Calcolando il numero di stadi N con l’equazione di Kremser e NOL con l’equazione (18b) si ricava:
1
ln
HETS = H OL ⋅ A (23)
1− A
La relazione è valida, come detto, purché il fattore di assorbimento A sia circa costante

Metodo a contatto continuo

Le relazioni ottenute con il metodo a contatto continuo per l’assorbimento restano valide anche per lo
stripping: di fatto, nelle equazioni (7a/7b), (14a/14b) e (18a/18b) risultano negativi sia i salti motori
posti a numeratore che quelli a denominatore: l’effetto complessivo è, quindi, di ottenere valori positivi
dell’altezza di contatto tra le fasi, Z.

Gas di stripping

La corrente gassosa da utilizzare per l’operazione di stripping va scelta con una certa attenzione,
tenendo presente la sua destinazione finale e se occorra (o meno) separare il soluto dal gas. Anzitutto, è
17
necessario che il gas utilizzato sia scarsamente solubile nel liquido, per evitare che si trasferisca nel
liquido uscente; ad esempio, si potrebbe utilizzare aria, o azoto, ma, in questo caso, risulterebbe
difficoltosa la separazione del composto strippato dal gas. Questa separazione viene effettuata molto
spesso per condensazione ma per riuscire a condensare buona parte del soluto, in presenza di una
grossa portata di gas incondensabile, andrebbero adottate temperature basse e pressioni elevate. Infatti,
la condensazione in presenza di incondensabili è parziale, poiché si stabilisce un equilibrio liquido-
vapore per il composto solubile, che è l’unico che condensa:
r€‚€ ∙ps (T)
P∙ysoluto = γsoluto ∙ps (T)∙xsoluto da cui, dato che xsoluto = 1, si ottiene: ysoluto =
P
P = pressione a cui si effettua la condensazione (Pa);
ps(T) = tensione di vapore del soluto alla temperatura di condensazione T (Pa);
xsoluto = frazione molare del soluto nel liquido condensato;
ysoluto = frazione molare del soluto nella fase gassosa in equilibrio con il liquido;
γsoluto = coefficiente di attività del soluto in fase liquida.
Per semplificare la separazione, quando il soluto, allo stato liquido, sia scarsamente solubile in acqua,
si può utilizzare come gas di stripping vapore d’acqua surriscaldato: nella successiva condensazione
della fase gassosa uscente dalla colonna di stripping, si formeranno due fasi liquide immiscibili, una
acquosa e una organica rendendo agevole il recupero del soluto per smescolamento. In questo caso,
comunque, piccoli quantitativi di acqua rimarranno solubilizzati nel soluto e, analogamente, piccoli
quantitativi di soluto resteranno solubilizzati nell’acqua, che non potrà quindi essere riutilizzata per la
produzione di vapore nell’impianto (ma potrà essere nuovamente vaporizzata per essere riutilizzata
nello stripper).
Perché l’operazione sia effettivamente uno “stripping” occorre che il vapore non condensi all’interno
della colonna, ossia che sia surriscaldato, sia nelle condizioni di ingresso in colonna che all’uscita; di
fatto, lo stripping con vapore d’acqua è, in realtà, una operazione di distillazione in corrente di vapore.
La distillazione in corrente di vapore propriamente detta si effettua per ridurre la pressione parziale (e
quindi la temperatura di ebollizione) di componenti con temperatura di ebollizione elevata presenti in
bassa concentrazione in una miscela liquida; in questa operazione, il vapore d’acqua può anche
condensare all’interno della colonna.
Una ulteriore opzione è quella di utilizzare come fase gassosa una corrente di vapori dello stesso
liquido da purificare: in questo caso, al fondo della colonna di stripping è posto un ribollitore. Va
sottolineato che una colonna di stripping così realizzata coincida con la sezione di “esaurimento”
(ossia quella posta al di sotto dell’alimentazione) di una colonna di distillazione.

18
OPERAZIONE DI ASSORBIMENTO E STRIPPING
Le operazioni di assorbimento e stripping sono spesso abbinate tra loro, in modo da consentire il
riutilizzo del liquido solvente. Le condizioni operative delle due operazioni, tuttavia, possono essere
piuttosto diverse tra loro. Dal punto di vista termodinamico, l’operazione di assorbimento è favorita da
pressioni elevate e temperature basse: nell’ipotesi di sistemi ideali, per cui si possa considerare valida
la legge di Henry, l’equilibrio gas-liquido si può scrivere:
H H
y∙P = x∙H y = m∙x = ∙x dove la costante di equilibrio, m, è: m =
P P

con H costante di Henry (Pa).


La tabella riporta i valori della costante di Henry in funzione della temperatura per la solubilità di
alcuni composti in acqua.
Prodotto Costante di Henry (atm) per la solubilità in acqua
T = 0°C T = 10°C T = 20°C T = 30°C T = 40°C T = 50°C
Acido solfidrico 267 380 500 615 740 870
Ammoniaca 2.0 2.4 2.8 3.1 3.4 -
Anidride carbonica 715 1090 1470 1850 2270 2640
Anidride solforosa 16.1 22.0 30.0 41.6 58.8 80.9
Cloro 222 415 555 667 769 870
La solubilità aumenta al diminuire della costante di equilibrio m (a parità di frazione molare nel
liquido, la frazione molare residua nel gas è più bassa) e ciò accade per temperature basse e pressioni
elevate. Questa considerazione non cambia se il soluto forma una soluzione ideale con il liquido: in
questo caso l’equilibrio si può scrivere:
ƒr (T) ƒr (p)
y∙P = x∙ps(T) y = m∙x = ∙x dove la costante di equilibrio, m, è: m =
P P

con ps(T) tensione di vapore del soluto, calcolata alla temperatura T (Pa).
Tuttavia, le condizioni operative vengono scelte anche in funzione della collocazione dell’operazione
di assorbimento nell’impianto, della pressione e temperatura a cui si trova la corrente gassosa da
trattare, della sua destinazione finale, e della disponibilità di fluidi termici. Molto spesso si opera a
temperatura appena al di sopra di quella ambiente, ossia alla temperatura di 40-50°C, che si riesce ad
ottenere agevolmente utilizzando acqua industriale per refrigerare il solvente liquido proveniente dallo
stripping. Inoltre, se il gas non si trova già in pressione, va valutato attentamente se sia più conveniente
utilizzare un compressore per effettuare l’assorbimento a pressione più alta, oppure utilizzare un
ventilatore ed effettuare l’assorbimento a pressione circa atmosferica.
Per lo stripping valgono considerazioni opposte: l’operazione è favorita da bassa pressione e da alta
temperatura: generalmente, si opera a pressione atmosferica, per evitare di dovere prevedere un sistema
da vuoto. Nello stripping propriamente detto, la temperatura deve essere tale che il gas/vapore
utilizzato non condensi in colonna e, inoltre, che la tensione di vapore del liquido si mantenga
trascurabile, per evitare il suo trasferimento nella fase gassosa. Questa condizione viene a cadere
quando lo stripping viene effettuato con modalità di “distillazione”, in corrente di vapore o come
sezione di esaurimento di una colonna.
Uno schema tipico di un’operazione di assorbimento con recupero del solvente per stripping con vapor
d’acqua è riportato in figura. Un gas naturale, che si trova a pressione elevata, viene sottoposto ad
assorbimento utilizzando un olio minerale per eliminare i piccoli quantitativi di idrocarburi con 3 o più
atomi di carbonio che, in fase di trasporto del gas naturale a lunghe distanze ed elevate pressioni,
potrebbero condensare creando problemi al funzionamento del compressore. Gli idrocarburi assorbiti
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sono separati dall’olio in una colonna di stripping in cui è inviato vapor d’acqua surriscaldato: la
corrente gassosa uscente dall’alto viene raffreddata e parzialmente condensata. A valle delle
condensazione si ottiene una fase liquida, costituita da acqua contenente tracce del liquido e degli
idrocarburi, e una fase gassosa contenente gli idrocarburi accompagnati da un po’ di vapor d’acqua. Il
liquido rigenerato, uscente dal fondo viene ricircolato alla colonna di assorbimento mediante una
pompa. La colonna di stripping opera a pressione atmosferica, per cui non occorre una pompa per
alimentare il liquido proveniente dalla colonna di assorbimento ma, anzi, è presente una valvola per
ridurne la pressione prima dell’ingresso nella colonna di stripping. La temperatura della colonna di
stripping è superiore a 100°C, dato che il vapor d’acqua non deve condensare al suo interno: viene
quindi effettuato un recupero termico tra la corrente liquida fredda uscente dalla colonna di
assorbimento e la corrente liquida calda uscente dalla colonna di stripping. Tale recupero termico,
tuttavia, non è sufficiente a riportare la temperatura del liquido avviato alla colonna di assorbimento al
valore previsto, dato che, per lo scambio termico, occorre che vi sia un salto di temperatura tra le due
correnti. Va quindi previsto un refrigerante ad acqua che riporti la temperatura del liquido utilizzato per
l’assorbimento al valore desiderato: questo sarà, quindi, intorno ai 40°C, dato che l’acqua industriale è
solitamente disponibile alla temperatura di 25-30°C.

Se la differenza di pressione tra la colonna di assorbimento e quella di stripping non è sufficiente a


vincere le differenze tra quota di prelievo e quota di destinazione e le perdite di carico sulla linea,
comprese quelle dello scambiatore e della valvola, occorre prevedere una pompa per inviare il liquido
dall’assorbimento allo stripping.
Nei casi più semplici, si possono separare i componenti assorbiti dal liquido effettuando semplicemente
un “flash”, ossia riducendo la pressione: in tal modo varia la loro solubilità e un quantitativo (più o
meno consistente) di prodotto assorbito ritorna direttamente in fase gassosa. Ponendo un recipiente a
valle dell’espansione si separa la fase gassosa dal liquido: quest’ultimo viene ricircolato
all’assorbimento.
Questo è il caso, ad esempio dello schema mostrato nella figura seguente: del gas naturale viene
depurato da componenti “acidi” (CO2, H2S) presenti in piccola quantità mediante assorbimento con
acqua alla pressione di circa 20 atm. La soluzione acquosa uscente dalla colonna di assorbimento viene
inviata in un recipiente che si trova alla pressione di 5 atm: nell’espansione (“flash”) si forma una fase
gassosa ricca dei componenti acidi. La fase liquida residua viene inviata ad una colonna di stripping
con aria per essere privata dei gas acidi residui.

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Per ottenere condizioni di equilibrio più favorevoli al desorbimento dei componenti solubilizzati nel
liquido, può essere vantaggioso aumentare la temperatura: in questo caso entrambe le funzioni di
riscaldamento e separazione delle fasi possono essere realizzate in un evaporatore.

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