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Vita
Nasce a Recanati nel 1798, l'ambiente familiare è severo e bigotto, povero di affetto;altrettanto
chiuso e provinciale era anche la città di Recanati lontana e isolata rispetto ai fermenti politici e
culturali del tempo.
Gli anni tra il 1809-1815 sono definiti dal Leopardi stesso:"anni di studio matto e disperatissimo";in
questo periodo sudia da autodidatta e impara il greco e il latino, l'ebraico e le lingue moderne; legge
gli autori francesi del '700 e inizia a comporre.Questi 7 anni logorano il suo già debole fisico
pregiudicandone la salute e al contempo lo rinchiusero nell'isolamento e nella solitudine.
1816 coversione letteraria dall'erudizione si passa alla Poesia. Legge i poeti greci, i classici italiani
e i moderni: Alfieri, Parini , Foscolo ma anche Goethe. Compone poesie e partecipa al dibattito tra
classicisti e romantici.
1819-1822 Ribellione e crisi Nel 1819 Leopardi tenta la fuga da Reacanati che però fallisce,
trascinandolo in un ulteriore isolamento e portandolo a chiudersi nuovamente nello studio' matto '
che lo affaticherà fino al punto di procurargli una seria malattia agli occhi.
1822-1823 Roma la grande delusione Leopardi riesce a recarsi, ospite dagli zii, a Roma ma le
aspettative vengono disattese e la grande città appare all'autore chiusa e provinciale quanto
Recanati. Tornato a casa e si rimette al lavoro spostando nuovamente i suoi interessi dalla poesia
alla riflessione morale.
2. 1825-1830 graduale distacco da Recanati. Pur malfermo Leopardi cerca di farsi una vita
indipendente e accetta alcune peroposte editoriali, così da staccarsi dalla famiglia a da
Recanati:andrà a Milano'25; a Bologna '27; a Firenze '27; a Pisa '27 e infine tornerà a
Recanati nel '28 dove resterà per due anni perpoi ripartira per Firenze dove morirà nel 1837.
Formazione e pensiero
I setta anni di studio matto e disperatisimo diedero a Leopardi una formazione da erudito, di
carattere retorico e accademinco, che lo indirizzòalla produzione filologica; nei primi anni la sua
visione culturale e politica rimase ancorata alle idee paterne(reazionario). Leopardi concentrò i suoi
studi su:
1. Cultura classica, da cui derivò:
• il culto della gloria e delle grandi imprese
• la dimensione di una morale incrollabile che si erge contro il mondo e il destino
2. Razionalismo francese del '700: Montequien e Rousseau
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Pessimismo: Tra il 1816 e 1819 avviene un radicale cambiamento nel sistema di pensiero in
connessione con la dolorosa scoperta dell'infelicità dalla propria condizione esistenziale;
causata da a)infermità fisica
b)problemi familiari e ambientali
Questo periodo viene chiemato da Leopardi: conversione, non solo letteraria ma che coinvolse
anche le idee politiche e la sua concezione del mondo.
Quindi dall'ERUDIZIONE si passa al Bello: la scperta della dimensione estetica nella poesia antica
e della generosa e felice illusione delle loro favole poetiche codussero Leopardi a riflettere sulla
triste condizione dei moderni e sulla propria aspirazione alla felicità a alla gloria
CONTRADDETTA dalla sua condizione di dolore.
Nei primi componimenti emergono: a)rimpianto per la propria giovinezza
b)desiderio di gloria, di compiere grandi imprese
La conversione è anche POLITICA: segna un distacco dall'ambiente familiare e la scoperta di un
amore per la patria, oppressa e umiliata dallo straniero, che gli dettò le Canzoni Civili e i sentimenti
patriottici e repubblicani.
Conversione FILOSOFICA: dopo il fallimentare tentetivo di fuga e le successiva malattia agli occhi
Leopardi scopre L'ARIDO VERO nel definitivo crollo di tutte le illusioni.
La crisi si concretizzò in una riflessione teorica che codificò emozioni e pensieri in una serie di
antitesi (natura-ragione; antichi -modreni; felicità-infelicità)cercando di dare una sistemazione
filosofica, nella convinzione che il suo personale dolore era una manifestazione della generale
condizione umana
Pessimismo storico (Canzoni Civili, Canzoni filosofiche e quello del suicido e i Piccoli Idilli)
Prima fase 1818-1823
'La Ragione è nemica della Natura'(G.Leopardi)
• La Natura è grande, una madre benigna, che nutriva gli antichi di generose illusioni,
testimoniate dalla grandezza e semplicità delle loro favole poetuche.
• La Ragione è piccola, ha prodotto la civiltà modrna, mediocre e meschina; guidata solo dal
calcolo e dall'interesse.Allontanando gli uomni dalla Natura e facendo crollare sogni e
illusioni.
• L'infelicità odierna è quindi STORICA, connaturata alla civiltà moderna e risultato del
prevalere della Ragione sulla Natura che porta al vuoto del presente, noia.
Pessimismo cosmico (Operette morali, Grandi Idilli)
Seconda fase 1823-1830
Leopardi approfondisce la sua teoria rovesciando il Pessimismo storico in Pessimismo cosminco-
La sua riflessione sulla felicità lo porta a ritenere che il dolore sia connaturato con la condizione
umanae non frutto dell' evoluzione storica .
Infatti:
• L'uomo per natura ricerca il piacere senza poterlo raggiungere pienamente poichè il suo
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desiderio è infinito e quindi inappagabile.
• Così come per natura l'uomo cerca di evitare il dolore senze comunque fuggirlo, poichè la
malattia, l'invecchiamento e la morte sono inevitabili.
Così la Natura diventa nemica dell'uomo, madre matrigna, che obbedisce allla legge
materialistica della creazione- distruzione- riproduzione indifferente alla sorte degli esseri viventi.
Il dolore assume una dimensione cosmica, solo la fine della terra cncluderà la tragedia
dell'esistenza.
OPERE
Fase pessimismo storico
CANTI Raccolta di 41 liriche composte tra il 1818.1836;sono l'espressione lirica del percorso
intellettuale del poeta che nel canto della poesia volle trasferire il sentimento della propria infelicità
esistenziale e il suo anelito alla vita .Qui si afferma la ricchezza del suo mondo interiore che rifiuta
di piegarsi all'arido vero. Sceglie uno stile personale, elegante attraveso:
1. Metrica nuova:riutilizza la tradizione classica, inventandosi l'Idillio e la Canzone libera
2. Lingua melodiosa che usa termini di per sè poetici perchè veghi, antichi;singolare impasto
di una lingua letteraria e quotidiana semplice ma evocativa
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ad esprimere la rinnovata sensibilità per la Natura.
I Piccoli Idilli vengono composti tra il 1818-1821 e prendono spunto da motivi paesistici o
autobiografici per poi ripiegarsi in meditazioni, ricordi e sensazioni..Leopardi sposta la sua
attenzione dalla mitologia e dalla storia al proprio mondo interiore: approdando alla peosia
sentimentale.
TEMI:
• le avventure dell'animo e dell'amore,rimembranze, sogni che pongono l'io del poeta al centro
dell'idillio
• il mondo esterno, rappresentato attraverso elementi quali:la notte, l'oscurità e la luce
lunare,che gli conferiscono un alone di indeterminatezza.
Nei Piccoli Idilli troviamo: L'infinito; alla luna; la sera del dì di festa;il sogno e la vita solitaria.
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Moralità:sta nell'atteggiamento di fondo: che è dignitoso, eroico di chi guarda in faccia il destino e
non si nasconde la verità, una sfida non rassegnata, anche se consapevolmente perdente, alla Natura.
GRANDI IDILLI
1828-1830
Leopardi si richiama per l'ispirazione ai Piccoli Idilli ORA però è evidente una maggiore ampiezza
di contenuti e soprattutto sceglie la Canzone libera, come metro stilistico, che crea una nuova
musicalità.
Piano tematico:canta le care illusioni dell'età giovanile: l'amore, la speranza, il desiderio del piacere,
l'attesa della festa, che ritornano nel ricordo con:
• nuova e luminosa vita che le sottrae per un momento al dolore del presente
• un tono di pacato lamento per la consapevolezza della loro vanità.
La protesta contro la Natura Martigna e contro il Destino abbandona il grido drammatico delle
Canzoni giovanili e assume un tono di doloroso lamento.
Le immagini sono tratte dalla realtà concreta e quotidiana (il borgo, il pastore, la donzelletta) e
consentono all'autore di esprimere il destino della condizione umana nalla sua condizione più
elementare e quindi nella sua universalità cosmica.
Nei Grandi Idilli troviamo: A Silvia, Passero solitario, Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il
sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia.
Fase eroica
1831-1836
Leopardi è a Firenze e qui prova l'esperianza di una vera passione amorosa non ricambiata per
Fanny Targioni Tozzetti, che gli ispirerà il gruppo di liriche che vanno sotto il nome di:
CILCLO DI ASPASIA
Temi:
• :passione amorosa
• amore-morte ,danno un senso ad una vita altrimenti desolata
• disprezzo della vita e della natura, un' invito al proprio cuore a non cedere mai più
all'inganno del'amore.
La forza della passione e la durezza del disinganno vengono vissute con una nuova DIMENSIONE
EROICA , molto lucida:
• Coscienza si sè, del valore della proprie idee, non disposta più a piegarsi di fronte alla
sconfitta decretata dalla natura
• Aperto alla vita, desideroso d'intrvenire sul presente, lontano dai sogni che riportavano al
passato.
Stile: è energico, duro, frammentato; i toni sono crudi, spezzettati,eroici; forte tensione dramatica.
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CANTI DELLA POLEMICA MATERIALISTA
Ultimi anni Leopardi accentua la sua volontà di intervanto, basta dimensione idilliaca, diventa un
massaggio del poeta-filosofo che riconosce nella Ragione l'unico strumento che permette agli
uomini di liberarsi dalle illusioni e di approdare al vero.
Nasce la grande poesia delle ultime Canzoni di Leopardi che si erge come figura erioca (nobile e
solitario come la Ginestra)ad affermare il suo estremo messaggio esistenziale e morale che lo
conduce a sostenere:
• polemica contro l'ottimismo
• il valore della sua filosofia materialistica che ha il coraggio di denunciare l'illusorietà della
fiducia nelle magnifiche sorti e progressività dell'umanità.
Nei Canti della polemica materialistica troviamo: Il tramonto della luna, La ginestra che è anche un
invito alla solidarietà, un appello a lottare contro la Natura e il male di vivere.