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Romanticismo Ed Hegel 1
Romanticismo Ed Hegel 1
Il circolo di Jena. Il romanticismo tedesco ebbe il suo cuore nella città di Jena.
I suoi principali esponenti qua furono i fratelli Schlegel, Michaelis, Novalis ecc.
nel 1797, a causa di dissapori con Schiller il fratello minore degli Schlegel si
trasferì a Berlino e fondò la rivista “Atheneum”, primo strumento di divulgazione
delle nuove idee. Nel mentre entra nel circolo anche Holderlin e gli Schlegel
stringono rapporti con Fichte e Schelling. Nel 1801, alla morte di Novalis, il
gruppo si scioglie. Gli atteggiamenti caratteristici del Romanticismo tedesco. Vi
sono vari atteggiamenti tipici del romanticismo, e cioè che si ripresentano spesso
negli autori attribuiti a questa corrente. In ogni caso essi non appaiono sempre e
contemporaneamente in tutti gli autori. Hegel ne è un esempio lampante. Egli
infatti porta avanti pesanti polemiche contro molti degli aspetti più canonici del
romanticismo, eppure egli è considerato comunque un autore assolutamente partecipe
a quella che viene definita “scuola romantica”. Infatti egli condivide uno dei temi
più importanti di tutti: l'Infinito. Questo però può essere raggiunto secondo il
filosofo, non per mezzo del sentimento e della fede, ma tramite la ragione. Il
rifiuto della ragione illuministica e la ricerca di altre vie d'accesso alla realtà
e all'Assoluto. Si dice che i romantici ripudino la ragione. In realtà è più
corretto dire che rifiutano la ragione illuministica. Il romanticismo infatti
ritiene che questa sia incapace di comprendere la realtà profonda dell'uomo,
dell'universo e di Dio. Così i Romantici, ribellandosi ai limiti imposti dalla
precedente corrente ideologica, si dedicano alla ricerca di altre vie d'accesso
alla realtà e all'infinito.
L'esaltazione del sentimento e dell'arte.
Per il movimento romantico dello Sturm Und Drang, e specialmente per poeti e
artisti, l'organo più adatto per rapportarsi alla vita e capire l'essenza
dell'universo è il Sentimento. Questa convinzione è frutto della fine di un
processo iniziato durante l'Illuminismo, quando si era cominciato a riconoscere la
sua forza. Il sentimento di cui parlano i romantici è qualcosa di più profondo del
sentimento come noi lo intendiamo. E' infatti potenziato dalla riflessione e dalla
filosofia e viene definito come un'ebrezza indefinita di emozioni. Perciò esso è
ritenuto in grado di aprire le porte a nuove dimensioni della nostra psiche e
addirittura come l'infinito sotto forma di indefinito. Questa esaltazione del
sentimento porta al Culto dell'arte; perché si ritiene essa preceda e allo stesso
tempo completi il discorso logico, permettendogli di giungere dove normalmente non
può arrivare. Ma che forma assume questa concezione? • Innanzitutto il poeta assume
capacità quasi soprannaturali, superiori all'uomo comune, come di “esploratore
dell'invisibile”. • In molti autori la predilezione dell'arte porta all'affermarsi
di un Modello Estetico per la concezione del mondo. Questo perché si arriva a
considerarla come la principale chiave di lettura della realtà (Modello ermeneutico
della realtà). Es: Schelling arriverà a dire che l'universo non è altro che l'opera
d'arte di un poeta cosmico, conferendole così gli stessi attributi di Dio: Infinità
e creatività. • L'estetica romantica si configura come un'estetica della creazione,
in quanto, rispetto all'uomo guidato dalla ragione, il poeta può superare ogni
limite, grazie alla sua libertà sconfinata e alla spontaneità assoluta dategli
dall'arte. • Si afferma il primato del linguaggio poetico e musicale. Specialmente
la musica viene considerata l'arte romantica per eccellenza perché porta
l'ascoltatore a sprofondare in un flusso di emozioni, facendogli provare
l'esperienza dell'infinito. • Infine l'arte diviene il nostro mezzo per superare la
caoticità e il dolore del mondo. Alla fine però, questa concezione entusiastica
svelò i suoi limiti e il Romanticismo tedesco entrò in crisi.
La celebrazione della fede religiosa e della “ragione dialettica”.
Hegel. Le tesi di fondo del sistema.
Risoluzione del finito nell'infinito. Hegel afferma innanzitutto che la realtà è un
organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte e manifestazione. Non avendo
niente all'infuori di sé, questo organismo coincide quindi con l'Assoluto e
l'Infinito; i vari enti che lo compongono invece equivalgono al Finito. Da qui si
intuisce quindi che ciò che noi definiamo “finito” altro non è che un'espressione
parziale dell'Infinito. Dunque il finito esiste unicamente all'interno
dell'infinito: “Il finito, in quanto è reale, non è tale, ma è lo stesso infinito”.
L'hegelismo è quindi caratterizzato da: • Monismo panteistico: una teoria che vede
il mondo (finito) come manifestazione o realizzazione di Dio (infinito). La realtà
viene quindi definita da Hegel: • Soggetto spirituale in divenire di cui tutto ciò
che esiste è “momento” o “tappa” di realizzazione. Viene identificato come Soggetto
e non come sostanza perché Hegel intende sottolineare che la realtà non è qualcosa
di immutabile, ma un processo di costante auto-produzione (i vari momenti) che con
l'uomo e le sue attività più alte (spirito) giunge a rivelarsi per quello che è.
Identità tra Ragione e realtà. Il soggetto spirituale che sta alla base della
realtà viene chiamato da Hegel “idea” o “Ragione”; intendendo un'identità di
pensiero ed essere. Da qua deriva la nota definizione: “Ciò che è razionale è
reale; e ciò che è reale è razionale”. 1. Nella prima parte Hegel intende che la
razionalità non è pura astrazione, ma è la forma attraverso la quale si sviluppa
ciò che esiste, poiché è la ragione che governa e costituisce il mondo. 2. Nella
seconda parte sottolinea come la realtà non è caotica, ma si forma seguendo una
struttura razionale che si manifesta in maniera inconsapevole nella natura e
consapevole nell'uomo (perché esso è cosciente della sua razionalità). Questa
identità determina anche quella tra essere e dover essere, in quanto ciò che esiste
equivale a ciò che razionalmente deve essere. Questo perché la realtà è razionalità
che si manifesta in momenti successivi e necessari che sono il risultato dei
precedenti e il presupposto dei seguenti (che dunque non possono essere diversi da
come sono). Dunque essa è una totalità processuale necessaria formata da una serie
di “momenti” che la rendono sempre migliore. Per questo il filosofo fa continua
ironia su coloro che affermano che il mondo dovrebbe essere come non è. La funzione
giustificatrice della filosofia. Per Hegel il compito della filosofia è prendere
atto di questa realtà e delle strutture razionali che la costituiscono.
“Comprendere ciò che è è compito della filosofia, perché ciò che è è la ragione”.
La filosofia non può dire come dev'essere il mondo perché può arrivarvi solo ed
unicamente quando la realtà ha già compiuto il suo processo di formazione. Quindi
la filosofia non deve prendersi il compito di “guidare” la realtà, ma deve solo
elaborarne i concetti e studiarne la razionalità. Pertanto per Hegel il compito
della filosofia può essere definito come Giustificazione razionale della realtà. Il
dibattito critico intorno al giustificazionismo hegeliano. La filosofia di Hegel
determina quindi un giustificazionismo nei confronti della realtà (si giustifica
qualunque cosa sia reale, quindi anche monarchie del tempo ecc.). Hegel però per
evitare che la sua filosofia venga scambiata per una banale accettazione della
realtà afferma l'esistenza dell' “accidentale”. Secondo alcuni studiosi in questa
maniera Hegel ha escluso il giustificazionismo dalla sua filosofia. In realtà il
filosofo non sconfessa la sostanziale razionalità del reale, ma esclude dalla
concezione razionale di unicamente gli aspetti superficiali, quindi “accidentali”.
Per via di questo i testi hegeliani affermano in maniera chiara il
giustificazionismo nei confronti della realtà.
Idea, natura e spirito: le partizioni della filosofia.
Secondo Hegel il crearsi dell'Assoluto passa attraverso tre momenti ai quali
corrispondono anche le tre sezioni del sapere filosofico: • Idea “in sé per sé”:
detta anche idea “pura” o Tesi. E' l'idea considerata in sé stessa, a prescindere
dalla sua realizzazione nel mondo, e nel suo graduale esplicarsi (per sé). E'
l'ossatura logico-razionale della realtà. La studia la logica. • Idea “fuori di
sé”: detta anche idea “nel suo essere altro” o Antitesi. E' la natura, cioè la
trasformazione (estrinsecazione o alienazione) delle idee in spazio e nel tempo. E'
studiata dalla Filosofia della natura. • Idea che “ritorna in sé”: detta anche
Sintesi. E' lo spirito, cioè l'idea che dopo essersi fatta natura torna “presso di
sé” (nella razionalità) nell'uomo. E' studiata dalla Filosofia dello spirito.
La dialettica.
Per Hegel l'Assoluto è rappresentato fondamentalmente dal “divenire”, e la legge
che lo regola è la Dialettica. Questa è al tempo stesso
suddivisa in: • Legge ontologica: secondo cui si sviluppa la realtà. • Legge
logica: secondo cui si comprende la realtà.
I tre momenti del pensiero. Hegel distingue tre momenti (o aspetti) del pensiero: •
Momento astratto, o intellettuale: consiste nel considerare tutto ciò che esiste
come una molteplicità di oggetti statici e separati gli uni dagli altri,
esaminandone solo le differenze reciproche, questo secondo il principio di non
contraddizione e di identità (A è A e A non è non A). Questo primo momento
corrisponde ad una Tesi. • Momento dialettico, o negativo-razionale: consiste nel
“mettere in movimento” gli oggetti presi in considerazione nel primo momento,
ovvero di relazionare gli oggetti con i loro opposti (poiché ogni affermazione
sottintende una negazione). Questo secondo momento invece corrisponde ad
un'Antitesi (In quanto nega quello precedente). • Momento speculativo, o positivo-
razionale: invece coglie l'unità degli oggetti opposti, ad esempio ora la realtà è
vista come un'unità che vive solo attraverso la molteplicità. Tale momento
corrisponde infine ad una Sintesi. La sintesi si configura allora come una ri-
affermazione (che Hegel indica con il termine Aufhebung – per approfondire meglio
vedi glossario- ) supportata dall'affermazione iniziale, la tesi, e ottenuta
tramite la negazione, l'antitesi.
Puntualizzazioni circa la dialettica.
• • • • • •
La critica alle filosofie precedenti.
Hegel e gli illuministi. La filosofia hegeliana rifiuta il modo in cui gli
illuministi si rapportano al mondo; infatti per loro l'intelletto è giudice della
storia e così facendo ritengono che la realtà non è razionale. La ragione degli
illuministi rappresenta i bisogni degli individui, diventa così solo un “intelletto
astratto” che pretende di dare lezione alla realtà e alla storia. Invece la vera
ragione per Hegel è lo spirito che abita tutti i momenti della storia. Hegel e
Kant. Hegel si oppone anche a Kant, il quale aveva costruito una filosofia del
finito, quindi riteneva che la conoscenza non potesse mai raggiungere e superare un
certo limite. Inoltre per Kant l'essere non si adegua mai al dover essere, per
quanto riguarda la moralità infatti la volontà non coincide mai con la ragione. Per
Hegel invece tale coincidenza è in ogni caso necessaria. Inoltre a Kant è
rimproverato di voler indagare la facoltà del conoscere prima ancora di conoscere.
Hegel e i romantici. Hegel critica severamente anche i romantici, principalmente su
due punti: • La supremazia della fede, dell'arte e del sentimento. Una filosofia
dell'Assoluto deve basarsi su un sapere razionale. • Gli atteggiamenti
individualistici dei romantici. Per Hegel infatti l'intellettuale non deve
concentrarsi solo su se stesso ma avere un occhio attento verso il mondo. In una
cosa Hegel concorda con i romantici, ovvero con il tema dell'infinito. Di fatto
Hegel non costituisce un superamento del romanticismo, ma una “diversa via” di
questo movimento.