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Il gioco libero
Una scusante comunque c'è. Fino a 25 o 30 anni fa le società sportive iniziavano a
insegnare i vari sport a 10-12 anni e prima erano gli oratori, le strade e i cortili a "formare"
il bagaglio motorio dei giovani. La scuola iniziava l'educazione fisica alle Medie ed era
quella l'età in cui prendeva il via l'attività agonistica, seppur in forma blanda. In pratica,
l'organizzazione della vita di ogni giorno lasciava bambini e ragazzi molto più liberi. Per
strada c'erano meno macchine e soprattutto meno pericoli e questo permetteva di lasciar
crescere i ragazzi in libertà, affrontando tutte le esperienze motorie possibili, tutti gli sport
accessibili. L'impegno era alto, ma con una partecipazione fattiva che dipendeva
dall'approccio di ognuno, sempre libero e mai imposto.
Quante ore di attività fisica si facevano?
Tante. Dal primo pomeriggio, dopo la scuola, a quando c'era luce. In estate, anche di
mattina e pomeriggio. Quanta attività fisica, quanti sport…e senza l'assillo di campionati e
specializzazioni. Si giocava a calcio, a basket con canestri inventati, a tutti i giochi possibili
con la palla, si scalavano alberi, si giocava lungo i fiumi, dove si andava di nascosto, e si
affrontavano situazioni di equilibrio che adesso noi definiremmo "pericoli impossibili". Tutto
era normale e nessuno pensava nemmeno lontanamente che quelle attività potessero far
male. I videogiochi non esistevano e anche in televisione i programmi, che caso mai si
seguivano in inverno, non iniziavano prima delle 17,30. Attenzione…lungi da noi pensare
che prima era meglio. Erano tempi diversi e ora qualche cosa di quel modo di vivere e
rimasto solamente nei paesi.. . più piccoli. Non possiamo quindi pensare che il mondo
faccia retromarcia, ma possiamo invece darci da fare affinché tutte le conoscenze in più di
cui disponiamo possano contribuire a organizzare, per i nostri figli e i nostri nipoti, un
avviamento allo sport che, se non nella forma, almeno nei contenuti mantenga la vitalità
che aveva ai tempi degli oratori. Naturalmente, nessuno di noi si nasconde l'idea che
quello che dobbiamo proporre in questi programmi non rappresenta che una
virtualizzazione di quanto facevamo liberamente un tempo. Dobbiamo però convincerci
che questo rappresenta una delle strade, forse l'unica, per far si che i nostri ragazzi si
avvicinino allo sport, e quindi anche al calcio, in modo corretto, con richieste motorie
adeguate al loro livello di sviluppo.
È tutto un gioco
Abbiamo già detto che non si deve ricorrere a insegnamenti troppo specializzati del calcio
(e di qualsiasi altro sport), rispettando quelle "fasi sensibili" nelle quali le capacità
coordinative devono essere sollecitate al massimo in senso multilaterale.
Sicuramente giocando a calcio a 6-7 anni ciò si verifica, ma non globalmente.
Esercitando la tecnica calcistica a 8-9 anni, il senso del ritmo e il controllo del corpo in
movimento trarranno benefici, ma si può fare molto di più. I bambini frequentano le Scuole
Calcio per giocare a pallone, ma se in modo gioioso si propongono capovolte in tuffo,
ostacoli, controlli del pallone in circuito e altro, la loro partecipazione sarà intensa e il
patrimonio motorio progredirà notevolmente. Ogni età è una "fase sensibile" per qualche
famiglia di movimenti. Guai a non ricordarlo. Se le capacità non si sono sviluppate prima,
pensate quanto sia difficile imparare movimenti semplici a 20-25 anni. E diciamo 20-25,
non 50-60!
Esercizi con la corda e con i cerchi
All'inizio di questa relazione ho fatto riferimento a un tempo passato al quale, lo sottolineo,
non ci riferiamo con eccessiva nostalgia. Ogni momento ha le sue problematiche, ma
quanto avviene oggi ha pure risvolti positivi. Dal passato, però, prendiamo spunto per
proporre esercitazioni facili e assolutamente alla portata di tutti. Senza dimenticare che,
rispetto a ieri, sono migliorate le attrezzature a disposizione delle società.
Ostacoli in gomma che si possono usare senza problemi a tutte le età, porte mobili, molto
comode per effettuare esercitazioni di ogni tipo, coni e cinesini facilissimi da usare che
semplificano la vita degli allenatori e altri oggetti anni fa sconosciuti. Però si sono
dimenticati attrezzi che prima utilizzavamo tutti. Mi riferisco soprattutto alla corda: di costo
irrisorio, proposta con diverse modalità, e utile a tutte le età. Quando ho iniziato a lavorare
nel calcio (era la fine degli anni Settanta), le corde erano l'unico attrezzo (o quasi), che gli
allenatori si portavano sul campo oltre a casacche e palloni.
Servivano, soprattutto nelle prime squadre, per effettuare esercizi di rimbalzo dei piedi, di
rapidità, per essere appoggiate a terra e creare linee sulle quali si facevano slalom a piedi
pari quasi uniti. Non c'e nessun ex-calciatore, che abbia poco più di 50 anni, che non
sappia saltare la corda con buona tecnica e buon ritmo esecutivo. Nei periodi pre-
campionato si facevano anche 3' a tutta birra sul posto saltando in velocità la corda a un
piede, a due, incrociando le mani e cosi via. Sicuramente, questi esercizi avevano grande
importanza per la reattività dei piedi e per la resistenza a stimoli intensi. Probabilmente,
con la corda, una volta si svolgeva tutto il programma dei lavori di forza. Ora siamo
migliorati, con i calciatori che dal punto di vista fisico affrontano preparazioni più articolate
e complesse.
Ma la corda è ancora attuale? Certamente si. E può essere di grande aiuto nelle fasi
sensibili dell'acquisizione delle capacita ritmico-coordinative, imponendo ai bambini la
coordinazione contemporanea di gambe e braccia come pochi fondamentali del calcio ci
offrono. A 7-8 anni si può proporre la semplice corsa con la corda, utile ad aumentare
l'ampiezza dei passi, dapprima poco più che in souplesse con un movimento delle braccia
non molto impegnativo. Aumentando la velocità della corsa, infatti, deve crescere la
velocità del movimento contemporaneo delle due braccia che devono far girare la corda.
Quindi, più s'incrementa la velocità, più aumentano le difficoltà. Pian piano possiamo
portare i bambini a correre quasi alla massima velocità e in queste fasi dell'esercizio i
passi di corsa diventano veri e propri balzi. Misceleremo cosi un esercizio di grande
importanza coordinativa con un'azione che contemporaneamente sviluppa forza.
Chiaramente, non ci fermeremo alla corsa con le cordicelle, ma se crediamo
nell'esercitazione potremo proporne delle altre. Un esercizio importante per l'azione del
tratto piede-caviglia e sicuramente la serie di saltelli con la corda a piedi pari, quasi uniti
con le ginocchia che ammortizzano pochissimo. A questo esercizio possiamo far seguire
quello analogo, effettuato con un solo piede per volta e possiamo complicarlo con ritmiche
diverse di svolgimento (un destro e un sinistro, due destri e due sinistri).
L'esercizio più spettacolare, ma di elevata difficoltà soprattutto per i ragazzi, prevede che
le braccia si incrocino davanti al petto incrociando la corda prima di farla passare sotto i
piedi. Questo e un esercizio insidioso, ma ragazzi di 10-11 anni che hanno iniziato a usare
le cordicelle a 7-8, sapranno destreggiarsi benissimo.
E, nel loro bagaglio di conoscenze motorie, avranno qualche freccia in più nella faretra.
Un altro esercizio stile anni sessanta e settanta, quelli del mitico telefilm "Happy Days", è
l'hula-hop, da effettuare con il cerchio. Non sto scherzando, ma penso ai giocatori
professionisti che hanno una scarsissima capacità di movimento del bacino.
Un bacino con poca capacità di movimento in antero e retroversione, può favorire la
comparsa di valori pubalgici. La risposta sarà: posture di stretching ed esercizi per la
mobilizzazione della zona della cintura pelvica. La cintura pelvica e la base del tronco ed è
l'anello di congiunzione con la parte inferiore del corpo. Già abbiamo detto che gli
ortopedici riscontrano, in ragazzi giovanissimi, patologie di tipo pubalgico, quasi sempre
associate a deficit di movimento articolare a volte causato da iperspecializzazione
precoce. Potrà sembrare una boutade ma non lo è! all'hula-hop al movimento ritmico,
ripetuto e coordinato del bacino si potrà partire per dar vita a una serie di proposte, in
tema di prevenzione, che possono essere effettuate con strumenti semplici, economici e
divertenti. La corda e l'hula-hop vintage preventivo! Parliamo di attività giovanile ed è
importante farlo con.. .divertimento utile, intelligente e mirato.
COME INSEGNARE LA CORSA
“Si deve partire dalle scuole calcio per impostare questo schema motorio, con gli
opportuni adattamenti per il calcio. Se l’apprendimento di base è corretto sarà infatti
più semplice introdurre il pallone e sviluppare ulteriori capacità su un movimento
funzionale ed ergonomico. Al contrario, partire da una corsa scoordinata con la
palla per ristabilire un gesto e una dinamica idonei, risulterà molto più complesso.”
Si parla di calcio e tante volte si sottolinea quanto siano importanti…i fondamentali tecnici,
ossia i movimenti da effettuare con il pallone che rappresentano “le aste” di questo sport e
comprendono le fasi di controllo individuale dell’attrezzo che normalmente si insegnano fin
dai primissimi tempi delle scuole calcio. Conduzione, palleggio, controllo con le varie parti
del piede, stop e arresti vari e poi via con passaggi, tiri in porta…una volta questi
“fondamentali” erano visti come tappe indispensabili senza le quali non si sarebbe mai
potuto giocare. Trenta anni fà non si definiva il calcio uno sport “di situazione” e questi
gesti, sicuramente di destrezza, ma diversa da quella espressa nei diversi momenti della
partita, erano considerati importanti anche se effettuati in forma statica e non legati alle
“situazioni” del gioco. Da allora, però, molte cose sono cambiate. La tecnica è sempre alla
base di questo sport, ma si lascia più spazio alle libere interpretazioni di questi gesti e ogni
fascia di età ha delle esercitazioni adattate che perseguono l’obiettivo di stimolare la scelta
del ragazzo verso una lettura razionale delle diverse situazioni e un utilizzo appropriato dei
vari gesti tecnici. Oltre ai fondamentali con il pallone, che tante volte sono stati argomenti
di trattazione, ne esiste un altro che va considerato con pari attenzione e costituisce un
momento basilare nella crescita del giovane calciatore: la corsa.
Una corsa che non è quella canonica dell’atletica leggera, ma che ha delle caratteristiche
ben precise che fin dai primi anni delle scuole calcio (ci riferiamo ai 6-8 anni) vanno
affrontate sul piano della didattica, affinché i giocatori inizino sin da piccoli a imparare e
quindi riescano a consolidare delle sinergie di movimento indispensabili per agevolare
anche il loro rapporto con il pallone. Nel calcio non ci sono la partenza da fermo e quella in
linea retta, ma tante tipologie di corsa che vanno dalla souplesse, a quella in allungo, allo
sprint con e senza palla, a quella all’indietro, alle traslocazioni laterali…e poi oltre a
correre o meglio accelerare al massimo occorre saper frenare, cambiare repentinamente
direzione.
Tutta una serie di cambi di rapporti fra frequenza, ampiezza del passo ed equilibri
particolari che richiedono continui adattamenti muscolari e capacità di interpretazione delle
varie coordinazioni da impostare momento dopo momento.
Come impostare questi insegnamenti, attraverso quali esercizi e a quali età?
Credo che occorra iniziare dai punti fondamentali della corsa: l’uso dei piedi e la
coordinazione delle braccia. Naturalmente, nei primi anni delle scuole calcio sarà
sufficiente partire da un’analisi complessiva, stimolando l’attenzione del lavoro elastico del
piede e cercando anche di effettuare corse su percorsi vari, complicati da attrezzi. Si
opterà, quindi, per un insegnamento globale ma senza dimenticare di mostrare
analiticamente gesti come il movimento delle braccia. Se facciamo eseguire un esercizio
di corsa a secco e da fermi, riusciamo ad osservare ed analizzare bene il movimento, in
sincronia, degli arti superiori, senza far andare assolutamente in torsione il busto. Tale
attenzione è ancora più importante quando si parla di corsa con il pallone, guai se le
braccia si muovono poco e il busto va in torsione. Sicuramente anche i gesti con l’attrezzo
ne risentirebbero negativamente. Nel calcio, rispetto all’atletica leggera, le braccia devono
stare un po’ più staccate dal tronco, in una posizione allargata che permetta di sostenere i
contrasti e difendere il pallone. Soprattutto in questo caso, il movimento sincrono, senza
creare torsioni del busto, è fondamentale. Naturalmente un buon controllo delle braccia si
può stimolare con andature non massimali e tempi d’esecuzione dei vari movimenti
abbastanza lunghi.
Impariamo a sentire i nostri piedi
Parlando dell’elasticità dei piedi si può iniziare a stimolare questa sensazione con dei
rimbalzi non massimali a ginocchia quasi bloccate e con le mani appoggiate ai fianchi.
Questo esercizio andrà proposto a 6-8 anni senza richiesta di prestazione, ma solo a
scopo didattico; mentre a 9-11 anni potrà servire, se ben eseguito, per l'irrobustimento
degli arti inferiori. Dopo aver accennato analiticamente a questi due aspetti (braccia e
piedi) ecco un altro bell'esercizio per abbinarli, il famoso "passo spinta" eseguito con una
bella coordinazione tra braccia e gambe. Anche questo esercizio, inizialmente, va
introdotto a fini didattici, ma in seguito si potranno stimolare notevolmente gli arti inferiori
con il ginocchio che sale alto e la gamba di appoggio che và in estensione, chiamando il
piede alla forte spinta finale; le braccia serviranno per aiutare la coordinazione.
Sempre fondamentali sono due andature come lo skip a ginocchia alte e parallele al piano
di terra e la corsa calciata dietro. Nel primo, all'inizio si deve curare bene la combinazione
tra il lavoro degli arti inferiori e quello delle braccia che devono favorire l'equilibrio totale
dell'esercizio. Si deve poi porre attenzione al fatto che l'azione dello skip non sia seduta,
curando l'estensione della gamba in appoggio a terra con la successiva spinta del piede,
ben elastica e potente. In questo esercizio, e importante curare anche l'inclinazione del
busto, leggermente appoggiato in avanti, come richiedono i canoni della corsa. Proprio
l'inclinazione del busto in avanti, infatti, deve essere più o meno accentuata in funzione
della velocità della corsa stessa. Se il calciatore si appresta ad accelerare al massimo il
busto deve essere più sbilanciato in avanti per aiutare lo sprint, mentre in una corsa in
souplesse le spalle devono essere più avanti del bacino solo di pochi centimetri.
Nella corsa in allungo sulla fascia, infine, l'inclinazione del busto deve essere intermedia
tra le due azioni descritte precedentemente. o skip possiamo e dobbiamo proporlo anche
in forma più rapida con le ginocchia che compiono un'escursione di pochi centimetri, ma
con i piedi che lavorano sempre in modo elastico e corretto.
Questo skip "basso e rapido" è difficile da eseguire correttamente per i ragazzi e possiamo
introdurlo solo quando sono in grado di controllare il movimento descritto in precedenza.
Gli skip sono contemporaneamente esercizi di tecnica di corsa, di coordinazione, di
rapidità e anche di irrobustimento, quando li si propone con serie di 20-30 tocchi totali
eseguiti con intensità.
La corsa calciata dietro
Si deve poi insegnare con attenzione anche la corsa calciata dietro in leggero
avanzamento.
Il tallone deve arrivare a sfiorare i glutei con una potente azione dei flessori della gamba, il
busto deve essere leggermente appoggiato in avanti e il ginocchio non deve avanzare per
precisare l'azione dei flessori. In questo esercizio, il movimento delle braccia diventa
facilmente corto e frenetico.Soprattutto all'inizio della fase didattica, invece, si deve
ottenere una buona fase di stacco (quasi un balzello) per delineare correttamente sia
l'azione del piede sia la flessione della gamba sulla coscia
Si deve poi controllare che il ginocchio della gamba che esegue la flessione non avanzi,
trasformando l'esercizio quasi in una corsa sul posto. Anche in questo caso, verso i 9-10-
11 anni, la corsa calciata può esser proposta in maniera intensa. Si può addirittura usarla,
quando l'esecuzione e molto buona, come test di rapidità, cronometrando 10 o 20 colpi
per verificare le differenti qualità di rapidità nel gruppo dei ragazzi.
Lavoriamo in sequenza
Saltelli per i piedi a gambe quasi tese, movimenti delle braccia prima da fermo e poi in
movimento, skip vari e corsa calciata dietro.. . ecco una sequenza di esercizi per stimolare
la tecnica di corsa e dare ai ragazzini delle sensazioni diverse, grazie a sinergie sempre
più complesse. Ma non accontentiamoci e proponiamo altre difficoltà come la corsa in
curva da affrontare in buona velocità e con grande inclinazione del busto, prima in una
direzione e poi nell'altra. I piedi sono chiamati a lavorare sia sull'esterno sia sulla parte
interna, svolgendo anche un ottimo lavoro propriocettivo.
Un altro esercizio importante, ma complesso, e la corsa incrociata molto "bailada" che, in
voga anni fa, ora e finita nel dimenticatoio al pari di altri esercizi. Correndo lateralmente,
verso sinistra, si deve portare la gamba destra prima davanti e poi il più possibile dietro
all'arto sinistro con ampi movimenti delle braccia da coordinare con gli arti inferiori. Non è
semplice, all'inizio, ma questo ci consente di lavorare sulla lateralità con difficoltà che poi
si ripropongono continuamente in uno sport complesso come il calcio.
Perché?
La corsa non e fatta di spinte più o meno intense secondo la velocità? Certo, tutto questo
e vero ma riduttivo. Sempre nella prima parte del capitolo dedicato alla corsa, ho parlato
del movimento delle braccia che nel calciatore deve essere un po' più, largo, rispetto a
quello adottato nell'atletica, per proteggere il pallone. La posizione del busto è un altro
aspetto da sottolineare con i ragazzi perché nel calcio deve cambiare continuamente:
1. se il giovane calciatore è in una fase di sprint il busto deve essere ben avanti per aiutare
l'accelerazione;
2. in fase di possesso di palla la posizione deve essere eretta per guardare i compagni;
3. durante gli allunghi sulla fascia, pronti per dettare un passaggio, si assume una
posizione intermedia con il busto un po' in avanti, ma pronto ad affrontare e quindi
condurre il pallone. Un solo movimento, quello del busto, e tante variabili.
Infondiamo coraggio
Venendo a mancare tutto questo, nel giro di qualche decina di anni si è passati a
un'esistenza più protetta, stretti fra le mura di casa, virtualizzando poco a poco tutte le
vecchie esperienze fino a diventare molto meno "attrezzati" dal punto di vista fisico e
psicologico nei confronti di movimenti che implicano coordinazione e un po' di coraggio.
Ci riferiamo, in particolar modo, alle nozioni più elementari di pre-acrobatica o, meglio
ancora, ai movimenti più essenziali per arrivare a controllare il corpo in posizioni innaturali
e in fase di volo. Certamente una capovolta 30 anni fa non sarebbe stato un argomento di
studio….ma cambiano i tempi e forse nemmeno noi solo 20 anni fa avremmo pensato alla
società attuale in cui tutto diventa virtuale. Prima di spiegare o descrivere una capovolta,
iniziamo a proporre (parliamo di bimbi di 5-6 anni) rotolamenti a terra nel corso dei quali i
bambini devono assomigliare, nella loro forma, a cilindri o a tronchi d'albero.
È molto importante che inizino a sentire le posizioni. Per questo quando si propone
l'esercizio possiamo farli rotolare (una, due o tre volte) anche su leggere discese o piani
inclinati costruiti in palestra con materassini.A tal proposito: vi ricordate qual’era il primo
esercizio che ci veniva in mente quando si arrivava nei pressi dell'argine di un fiume? I
rotolamenti... e nessuno li insegnava.
Proviamo la capovolta
Passiamo alla capovolta che và insegnata e appresa bene perché può costituire il
primo di tutta una serie di esercizi per comporre circuiti di coordinazione e controllo
del corpo in movimento. Ma andiamo per gradi. Il bambino si mette di fronte al
materassino (o su una superficie morbida) in accosciata e in appoggio sulle mani
poste a circa 30 centimetri davanti al corpo. La fronte va sulle ginocchia, le mani
sono in appoggio a pollici paralleli e, progressivamente, il bacino si alza creando
uno sbilanciamento che porta il corpo a cadere in avanti, dopo che il capo ha
effettuato un appoggio occipitale morbido. Siamo gia un po' più avanti se il
bambino, cadendo, raccoglie le ginocchia al petto pronto a tornare in piedi e, caso
mai, a riprendere anche la corsa o lo sprint (questo e già un piccolo circuito).
Le prime volte e facile che il piccolo arrivi a terra a gambe tese e quindi, in un
secondo tempo, si dovrà migliorare quest'aspetto. Noi possiamo, soprattutto agli
inizi, aiutarlo a vincere le paure, facendo assistenza specialmente nella fase di
contatto del capo a terra con una mano che aiuta sia questo delicato appoggio sia
lo sbilanciamento in avanti. Dopo la capovolta in avanti e il momento di effettuare
quella all'indietro. Schiena rivolta al materassino. Da posizione eretta, mani aperte
sopra le spalle, si va in accosciata e quando il sedere arriva quasi a terra s'imprime
una forte spinta delle gambe all'indietro. Le prime volte ci accontenteremo di
arrivare sulle ginocchia, ma dopo poche ripetizioni cercheremo di far arrivare i
nostri bambini in piedi.. . pronti a riprendere la corsa.
Spazio ai circuiti
Fatte le capovolte in avanti e all'indietro, eccoci pronti a organizzare circuiti con o senza
palla per rendere tutto più complicato e per continuare a offrire stimoli utili per
incrementare la conoscenza del nostro corpo in posizioni disagevoli.
La capovolta in avanti possiamo proporla subito dopo con lo scavalcamento in tuffo di un
ostacolo di poche decine di centimetri, sempre cercando di richiamare alla ripresa della
corsa i nostri bambini nel più breve tempo possibile. Proviamo a complicare ulteriormente,
ed eccoci a proporre il salto in un cerchio, da noi tenuto a un’altezza maggiore rispetto
all’ostacolo precedente. Siamo già a buon livello, anche per bambini di 9 o 10 anni.
Ritornando alla capovolta all’indietro, facciamo eseguire una breve rincorsa con un
superamento frontale di un ostacolo, con il corpo che ruota in volo di 180° gradi ,
compiendo un mezzo giro per poi arrivare schiena al materassino e passare alla capovolta
all’indietro. Sicuramente con capovolte, ostacoli bassi e cerchi possiamo organizzare tanti
circuiti per arricchire notevolmente le capacità motorie dei nostri ragazzi. Si può partire
saltando un ostacolo per poi girarsi in volo di 90° effettuando un quarto di giro, pronti a
tuffarsi in avanti con una bella capovolta e, infine, scattare per controllare un pallone o
completare un gioco a staffette.
Rotoliamo un po’
Imparare a rotolare con il corpo, in avanti e all'indietro, con belle capovolte, saltando poi
un ostacolo basso e passando alla capovolta prima quasi da fermi e poi con una leggera
rincorsa in tuffo. Introduciamo, in tal modo, piccole acrobazie per imparare a cadere.
Quindi, capovolta all'indietro, da fermi e con leggera rincorsa. In seguito: rincorsa, salto
dell'ostacolo in volo con mezzo giro e capovolta all'indietro per poi sprintare in avanti e.. .
siamo quasi pronti per il circo. Se poi vogliamo "esagerare", per costruire ragazzi ancora
più abili nel controllare il proprio corpo in volo, ecco delle successioni di capovolte in avanti
e all'indietro, magari con controlli facili del pallone nel momento in cui si torna in piedi,
pronti a riprendere la corsa.
E ora saltiamo
Altre esercitazioni da ricordare, sempre per ricreare l'atmosfera del cortile e della vita di
una volta che tanto manca ai ragazzi di oggi, sono tutti i salti verso il basso. Ci si può
arrivare partendo da stacchi verso l'alto, curando bene non tanto la massima elevazione
quanto l'ammortizzamento delle gambe nel momento dell'atterraggio. Imparare ad
assorbire l'impatto e fondamentale perché i bambini diventino meno fragili nelle cadute.
Oltre a essere un grande esercizio di coordinazione, saltare verso il basso assorbendo al
momento dell'impatto e anche un grande lavoro di forza eccentrica e costituisce gia un
movimento sofisticato di preparazione atletica specifica, tanto naturale quanto utile.
Utilizzando, naturalmente, i tappetini o superfici morbide si può poi incrementare l'altezza
di caduta, fino ad arrivare anche a un metro per ragazzi di 9 o 10 anni, puntando sempre
al massimo assorbimento nel ritorno a terra, attraverso un bel movimento di squat
negativo o eccentrico. Con grande attenzione e con altezze più basse si possono
effettuare esercizi di questo genere (salti verso un plinto o un gradone, sosta sullo stesso
e ricaduta in basso ben ammortizzata), anche in successione, esaltando
contemporaneamente qualità come la forza, concentrica ed eccentrica, la coordinazione e
il coraggio che oggi deve essere allenato ancor più delle altre qualità. Scuola calcio,
quindi, come trampolino verso una pratica calcistica più evoluta, ma anche momento di
crescita importante per tante qualità fisiche e psicologiche propedeutiche per tutti gli sport.
Tanti stimoli motori, dunque, per questi delicati momenti di crescita, tenendo presente che
i nostri bambini hanno sicuramente tanto bisogno di giocare e divertirsi, ma allo stesso
tempo devono essere messi in condizione di crescere un po' più forti, sembrando meno
dei polli da allevamento in batteria.
TEMPI E RITMI
Sono due elementi fondamentali per l’apprendimento del gioco del calcio. Un
apprendimento che deve essere arricchito col maggiore numero di situazioni
possibili, “rubate” anche agli altri sport, evitando quelle ripetitive, soprattutto
quando non sono più utili, e inserendo difficoltà che arricchiranno il bagaglio
motorio dei nostri ragazzi, rendendoli così più duttili e pronti nel recepire i gesti
tecnici e la loro corretta interpretazione.
Il calcio e spesso definito come sport di situazione ed e quindi legato a tempi e ritmi. A
ogni movimento, infatti, corrisponde un ritmo che ognuno di noi interpreta a suo modo. C'è
chi e più rapido e frenetico e chi e più "morbido" e marcato cosi come ci sono atleti più
veloci e altri più resistenti. Parlando in termini calcistici, ci saranno difensori e attaccanti
più portati ad accelerare e centrocampisti dalla corsa più regolare, cosi come i loro ritmi di
gioco. Certo, qualcuno dirà che non c'è niente di nuovo perché anche la vecchia
ginnastica militare aveva ritmi e tempi; pero i ritmi e i tempi erano chiusi e obbligati e i
fatidici 1, 2, 3 e 4 erano ben scanditi per tutti e non lasciavano certo spazio
all'interpretazione personale. Nella nostra idea di apprendimento delle situazioni sportive,
e in questo caso parliamo di calcio, l'acquisizione dei tempi e dei ritmi di esecuzione dovrà
essere libera e legata ai diversi livelli di capacità individuale.
Corse diverse
La corsa in linea retta dell'atletica ha tempi regolari e ritmi legati alle varie velocità. Quella
del calcio, caratterizzata da molti cambi di velocità e di direzione, ha gli stessi più articolati
e si presta maggiormente, come abbiamo visto nei precedenti articoli, a essere insegnata
come situazione che cambia a seconda dei momenti e và...interpretata. Interpretata
soprattutto per trovare un buon equilibrio tra il lavoro delle gambe e la posizione del
tronco, tra l'inclinazione del busto e le differenti velocità di traslocazione e, infine, fra
l'equilibrio del corpo e la posizione della palla. Certo, non c'è una sola esecuzione corretta,
ma parecchie, soprattutto in presenza del talento. E chi ha talento, normalmente, ha anche
tempi e ritmi di esecuzione di lusso e sa adattare con facilità le varie tecniche di
esecuzione alle proprie caratteristiche fisiche.
Adattare il gesto
Se il pallone lanciato dal compagno è un po’ in anticipo e il ragazzo che deve colpire,
adatterà di conseguenza, il proprio gesto tecnico. Queste sono le situazioni aperte, da
interpretare, in cui i giovani sono stimolati da richieste motorie che cambiano
continuamente.
Situazione in cui la palla non arriva regolarmente (in modo sempre uguale) come quando
e attaccata a una forca, e quindi si crea quella che nel gergo didattico e definita situazione
chiusa. Non arriviamo, comunque, a essere integralisti e a dire che solamente le situazioni
aperte dovranno essere utilizzate nell'insegnamento, come si legge da tante parti.
Ci sono situazioni chiuse, e anche in questo caso l'esempio della forca è calzante, che
vanno benissimo per mettere a punto il gesto tecnico che poi….dovrà essere allenato per
riuscire ad affrontare condizioni più complesse e difficili da interpretare.
Allo stesso modo, è sconsigliabile continuare a proporre esercizi schematici, a situazione
chiusa, per tempi lunghi e in età dove le capacità motorie sono maggiormente sviluppate.
Utili considerazioni
Per concludere questo paragrafo sui tempi e ritmi di esecuzione dei movimenti, restano
una serie di considerazioni da fare. Molto spesso ho parlato della negatività della
specializzazione precoce e altrettanto spesso ho proposto di utilizzare anche altri sport e
le loro tecniche per stimolare, in modo importante, l’acquisizione di nuove conoscenze
motorie. Nel periodo invernale, infatti, siccome i campi sono brutti i più fortunati, che hanno
la possibilità di andare qualche volta in palestra, giocando a pallavolo, a basket o a
pallamano soddisfano buona parte delle raccomandazioni che ho proposto in questa
relazione. devono, infatti interpretare: i tempi di elevazione, il rapporto con il pallone in
volo, il contatto con l'avversario…insieme alla gioia che può dare il gioco. Un gioco che
però deve essere preparato e ben conosciuto dai ragazzi per rivelarsi realmente utile.
Non solo si può, ma fino a 13-14 anni si dovrebbe, quasi obbligatoriamente, soprattutto nei
periodi in cui i campi sono talmente brutti da impedire qualsiasi esecuzione dignitosa.
Vedere bambini di 11-12 anni calpestare il fango e cercare di colpire un pallone in grande
difficoltà e certo una di quelle situazioni in cui di tempi e ritmi si può parlare ben poco.
Imparare altri sport ed esercitarsi con essi in momenti particolari dell'anno e invece
salutare, utile e importantissimo. Apprendere tanti movimenti, abbiamo detto più volte, è
un po' come conoscere tante parole con cui potremo elaborare discorsi più complessi.
Saper mettere insieme tutte queste parole, attraverso le tecniche di altri sport, e un po'
come migliorare la grammatica; alla fine i discorsi saranno non solo più complessi, ma
anche più profondi e ricchi di contenuti. Si deve essere quindi aperti alle situazioni da
proporre e i nostri ragazzi, anche grazie a tanta varietà, conosceranno il divertimento che
deriva dall'apprendere e solamente i grandi maestri sanno infondere ciò.