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IL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL GIOCO DI SQUADRA ATTRAVERSO

LA METODOLOGIA OPERATIVA: INTERAZIONE CONTINUA E DINAMICA


DEL SINGOLO ED IL MODULO NELLE FASI DI GIOCO.

Con questa metodologia si supera la vecchia contrapposizione tra tecnica e tattica:


l’attività tattica
( decidere cosa fare ) e l’attività tecnica ( concretizzare la decisione ) vengono
considerate in modo interattivo perché la polarizzazione didattica orientata verso uno
solo di questi fattori, comporta conseguenze dannose per l’apprendimento.
Non si possono risolvere problemi di natura tattica se non si possiedono le soluzioni
motorie adatte.
La mancata acquisizione delle abilità per concretizzare le intenzioni tattiche può
costituire un serio ostacolo per l’apprendimento.
Il rilievo che assume l’aspetto tattico non deve porre in secondo piano la dimensione
esecutiva legata al controllo ed alla regolazione dei movimenti.
La costruzione del pensiero tattico passa obbligatoriamente attraverso lo sviluppo
delle potenzialità motorie individuali.
Nella metodologia operativa le abilità tecniche sono parte integrante e ben definita
del progetto di gioco, rappresentano il potenziale motorio a garanzia della
realizzazione dei principi tattici.
La metodologia operativa nasce per risolvere il conflitto esistente fra le esigenze di
comprendere adeguatamente la situazione di gioco e la richiesta della correttezza
esecutiva della risposta cinetica, che avevano determinato l’elaborazione di due ben
distinte scuole di pensiero:
- la pedagogia degli schemi tattici;
- la pedagogia delle risposte agli stimoli.
Vediamo brevemente le caratteristiche dei due modelli:
Pedagogia degli schemi tattici
Percezione dello stimolo------- analisi della situazione ed elaborazione mentale----
------ risposta
Questo modello presenta alcuni limiti.
- La percezione degli stimoli non è una semplice copia della realtà ma è un
processo di riconoscimento complesso;
- Il modello deve essere arricchito da una serie di feedback che servono a
confrontare le informazioni percepite con quelle registrate nella memoria
motoria per consentire il continuo adattamento delle soluzioni programmate;
- In questo modello, l’elaborazione mentale non tiene conto delle tappe
fondamentali del processo elaborativi ( anticipazione, processi decisionali,
confronto tra memoria operativa e memoria a lungo termine, orientamento
dell’attenzione, scelta del programma, modulazione dei parametri esecutivi ).
Risulta perciò fondamentale che l’atleta riesca a riconoscere, il più rapidamente
possibile, i segnali realmente significativi eliminando le informazioni inutili ed i
messaggi distorti.

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Queste riflessioni diedero origine al modello teorico di allenamento tattico basato
sull’associazione tra stimoli e risposte.
Pedagogia delle risposte agli stimoli
Secondo questo modello, l’allenamento consiste nel migliorare l’associazione tra
stimoli e risposte attraverso esercitazioni che abituano l’atleta a scegliere il più
rapidamente possibile la risposta più adeguata allo stimolo percepito.
Percezione/Analisi della situazione-------- Memoria---------- Soluzione mentale del
problema/ Soluzione motoria del problema---------- Risultato dell’azione.
Il limite di questo modello teorico è quello di apparire “ passivo “ perché prevede
che l’atleta reagisca semplicemente adattandosi agli eventi sulla base delle
informazioni ricevute senza operare alcuna azione per condizionare
preventivamente le intenzioni dell’avversario. In altre parole: l’atlete reagisce agli
stimoli senza provocarli, mentre nel calcio risulta estremamente importante
elaborare anche autonome iniziative rispetto le informazioni recepite.
Il modello invece della metodologia operativa basato sul ragionamento e sulla
presa di decisione risolve il problema.
La metodologia operativa si basa sul presupposto che l’atleta è in grado di
elaborare delle decisioni autonome circa le informazioni percepite durante la
situazione.
Nel gioco del calcio, caratterizzato da un elevato grado di incertezza, i limiti
temporali imposte dalle azioni consentono di percepire solo ciò che viene ricercato
attivamente quindi, assume particolare importanza le capacità dell’atleta di
realizzare ipotesi previsionali.
Per educare ad apprendere queste modalità la metodologia operativa adotta i
seguenti interventi:
- aumento graduale degli stimoli,
- variazione delle possibili soluzioni;
- modifica del concatenamento degli stimoli;
- riduzione progressiva del grado di compatibilità fra stimoli e risposte.

L’ambiente variabile e difficilmente prevedibile nelle attività sportive aperte


condiziona il gesto tecnico che deve essere costantemente modificato ed adattato per
conformarsi alle richieste della situazione.
Le fonti di maggiore variabilità derivano dall’avversario, che con le sue iniziative, ad
esempio manifestando false intenzioni, può condizionare l’andamento dell’azione.
Nel calcio continuamente si deve associare all’elaborazione automatica anche
un’elaborazione di tipo controllato.
Quest’ultima può realizzarsi soltanto attraverso un controllo cosciente che è
necessariamente più lento e dispendioso ma che offre la possibilità di porre delle
modifiche
All’azione e durante il suo stesso svolgimento in relazione alle variabili delle
situazione ed in base alle ipotesi previsionali dei soggetti coinvolte nell’azione stessa.
Quindi le azioni tattiche rappresentano un agire interattivo e comportamentale dei
contendenti mirato ad influenzarsi reciprocamente, con lo scopo di creare delle
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difficoltà all’avversario concedendogli un tempo d’azione il più possibile ridotto e
restringendo il suo spazio di manovra.
Quanto più un giocatore riesce ad acquisire dei vantaggi temporali e spaziali
all’avversario tanto più riesce a gestire efficacemente la situazione di gioco e ad avere
l’iniziativa sull’avversario.
Questi concetti sono validi anche per i difensori che non vanno considerati come
soggetti passivi in grado di adattarsi semplicemente alle situazioni determinate dagli
attaccanti, ma come elementi attivi
Che provocano le azioni piuttosto che subirle.
L’atteggiamento tattico è chiaramente comune ad entrambi i contendenti; durante una
competizione tutti i giocatori adottano comportamenti tattici, sia che si trovino in
situazione di attacco che di difesa.

Il calciatore: UNITA’ SIGNIFICATIVA

Unità significativa
Unità:
tutt’uno
Significativa :
diversità

Tecnica di base Tattica individuale Fisico Personalità:


Rapporto con la palla Presenza del- a) morfologico senso di
Principi: punti di L’avversario b) motorio: appartenenza
Osservazione per Fase possesso - condizionale curiosità
capire l’errore di ese- Fase non possesso - coordinativo attenzione
cuzione motivazione
aiuto e disponibilità

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Tecnica
Di
base

calciare Ricevere conduzio Colpo contrasto Rimessa Tecnica


ne di laterale del
testa portiere

Tattica
Individuale
Fase
possesso

smarcamento Controllo e dribbling passaggio tiro


Difesa della
palla

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Tattica
Individuale
Fase non
possesso

Presa di marcatura Intercettamen contrasto Difesa della


posizione to porta
e/o anticipo

PRESSIONE
E’ un’azione di tattica individuale avente lo scopo di limitare tempo e
spazio all’avversario e viene effettuata quando non si è in inferiorità
numerica.
L’azione si sviluppa nel seguente modo: mi avvicino nel tempo di
trasmissione e di ricezione del passaggio; dopodiché se non posso
rubare la palla perché l’avversario la tiene sotto il suo controllo arretro
in divaricata antero - posteriore e non mi faccio superare cercando di
indirizzarlo nella zona di campo da noi voluta.
LA TATTICA
Nel gioco del calcio sinonimo di organizzazione è la tattica di giuoco:
MOVIMENTO ORGANIZZATO O COORDINATO DA DUE O PIÙ
UOMINI,DI UN REPARTO, O PIÙ REPARTI, DELL’INTERA
SQUADRA INTESO AD OTTENERE UNO SCOPO GIÀ
PREDETERMINATO
Se analizziamo bene la definizione data, troviamo presenti alcuni elementi
dell’organizzazione in senso lato, come l’unione di persone, il fine comune da
raggiungere (le due fasi di gioco riferite a possesso palla e non possesso palla che
sono lo scopo), e il coordinamento (i movimenti da effettuare in campo) che sono gli
aspetti fondamentali della tattica di gioco. Il coordinamento e la divisione del lavoro
(disposizione della squadra in campo e assegnazione dei ruoli), sarà compito
dell’allenatore, il quale trasmetterà delle idee e delle conoscenze attraverso degli
schemi in modo che i propri calciatori parlino la stessa lingua (linguaggio comune)
nelle due fasi di gioco.
La squadra che possiede una organizzazione di gioco persegue un suo modo di
pensare e agire in campo.
Avrà un suo filo conduttore logico nel gioco e senz’altro potrà avere più successo di
una squadra che basa il suo gioco sull’inventiva del singolo.

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La tattica è possibile applicarla mettendo in atto i principi tattici collettivi in fase di
possesso palla e in fase di non possesso palla.

DEFINIZIONE DEI PRINCIPI NELLA FASE DI POSSESSO PALLA

1) SCAGLIONAMENTO
I punti fondamentali sono:
- non posizionarsi in linea rispetto al possessore di palla;
- formare un triangolo (di qualsiasi forma); infatti, si offrono più soluzioni al
possessore ed è possibile venire in aiuto da angolazioni diverse e distanze diseguali.
Questa figura geometrica facilita il mantenimento del possesso.
Quando due giocatori provengono dallo stesso settore angolare devono indirizzarsi in
profondità contrarie.

2) PENETRAZIONE (profondità o verticalizzazione)


I punti fondamentali sono:
- cercare di arrivare prima possibile verso la porta avversaria.
Ciò non significa giocare con lunghi lanci, bensì utilizzare in ogni circostanza un
passaggio preciso in avanti, che conquisti lo spazio, piuttosto che passare la palla in
disimpegno orizzontale o all’indietro;
- inculcare nei giocatori l’idea che la palla va passata oltre un avversario, poiché nella
scala delle priorità la prima cosa da fare è quella di conquistare spazio in avanti.

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3) AMPIEZZA
Il punto fondamentale è:
- cercare di sfruttare tutto il fronte (ampiezza) del campo; riuscire a sfruttarla
convenientemente consente di allargare le maglie della difesa avversaria.
Questo però, non significa schierare più attaccanti, ma usare il movimento per creare
spazi liberi e utilizzare anche la zona opposta a quella dove si trova la palla. Per far
ciò sono importanti i cambi di gioco, le sovrapposizioni e il gioco della parte cieca
(uno-due terzo uomo).

4) MOBILITÀ
Il calcio è movimento e il trasferimento da un punto all’altro del campo deve
avvenire nei tempi, nei modi e negli spazi giusti; in pratica un movimento motivato e
determinato.
È chiaro che senza di questo, non esiste il gioco di squadra.
L’organizzazione deve presupporre lo spostamento di più giocatori e, in questo
contesto, risultano importanti:
- il tempo di gioco;
- la finta di partenza (il contromovimento);
- le corse di deviazione;
- le corse in diagonale;
- le sovrapposizioni;
- le profondità contrarie.

5) IMPREVEDIBILITÀ
Ogni tattica, pur preparata e preordinata, deve risultare inattesa e sfruttare il fattore
sorpresa. Il calcio propositivo ed efficace è quello che riesce ad ingannare
l’avversario, non ripetendo continuamente e in modo monotono lo stesso schema.

SVILUPPI DEI PRINCIPI FASE DI POSSESSO PALLA OVVERO I MEZZI


ATTRAVERSO CUI SI REALIZZANO I PRINCIPI
1. Sostegno al portatore di palla;
2. Superiorità numerica;
3. Mantenimento del possesso palla;
4. Corsa in diagonale;
5. Corse di deviazione;
6. Gioco dalla parte cieca;
7. Movimenti ad incrocio;
8. Movimenti in sovrapposizione;
9. Sviluppo passaggio all’indietro;
10. 1 - 2 e/o passaggio a muro;
11. Blocco;
12. Velo ed Esca;
13. Variazione ritmo di gioco;
14. Gioco in quarta o quinta battuta.
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LE FASI DI GIOCO

FASE POSSESSO: fondamentali i FASE NON


tempi di gioco nello smarcarsi, utilizzo POSSESSO:comportamenti
della tattica e dell’azione individuale razionali,mai istintivi,ogni scelta deve
essere consapevole.
La mia squadra è in possesso palla La palla ce l’hanno gli avversari
indipendentemente dalla zona di campo: indipendentemente dalla zona di campo:
superare gli avversari che si frappongono trovarsi sotto la linea della palla,
alla porta per segnare una rete occupando lo spazio tra avversario e
porta, restringendo lo spazio via via che
ci si avvicina alla porta, creando densità
e superiorità numerica

SCAGLIONAMENTO IN DIFESA
Restringimento degli spazi tra uomini e reparti;
Azione di copertura reciproca,
Man mano che ci si avvicina alla propria porta e specialmente nell’area di
rigore si stringe la marcatura.
Secondo questo principio non ci si deve mai trovare su una linea piatta.
Nella funzione di copertura i giocatori modificano continuamente la loro
posizione adeguandola a quella dell’avversario in appoggio.
EQUILIBRIO

Mantenere la copertura in ogni circostanza e la superiorità numerica in fase di


non possesso.
Mantenere e coprire tutti gli spazi, non farsi allargare o allontanare mantenendo
la possibilità della reciproca copertura in ogni circostanza.
Sfruttare la visione periferica in funzione della palla e dei compagni coprendo le
zone pericolose.
CONCENTRAZIONE

Ridurre lo spazio della zona pericolosa per il tiro in porta.


Si retrocede disponendosi ad imbuto per ottenere superiorità numerica ed
effettuare azioni di coperture reciproche.
Mano a mano che ci si avvicina alla propria porta occorre ridurre lo spazio tra
coloro che si trovano dietro alla linea della palla sia verticalmente che
trasversalmente.
Imbuto: zona di campo più pericolosa perché l’attaccante dispone di una
maggiore ampiezza per il tiro ed il portiere ha maggiore spazio da coprire, è lo
spazio di campo delimitato proiettando in maniera immaginaria due segmenti,
ciascuno partendo dal palo fino all’angolo composto dalla linea laterale e
la linea di centrocampo passante per il vertice dell’area di rigore
corrispondente.
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AZIONE RITARDATRICE

Significa adoperarsi per alterare i tempi di gioco della squadra avversaria


impedendole una verticalizzazione sicura.
Tale azione si può realizzare attraverso due distinti comportamenti:
Temporeggiamento: arretrare e fare densità verso la porta secondo le seguenti
priorità:
- la porta;
- lo spazio tra i difensori e quello dell’ultimo uomo;
- riduzione dello spazio tra difensori ed attaccanti;
- imbuto difensivo.
Pressing e fuorigioco: scalate in avanti per impedire al possessore di palla di
avere tempo e spazio per la giocata facile.

CONTROLLO E CAUTELA

Prestare attenzione a tutto ciò che succede vigilando con la visione periferica
senza farsi attrarre dalla palla.
Leggere le regole di squadra ed interagire positivamente coi compagni,
decodificare in anticipo le intenzioni degli avversari assumendo la decisione
giusta secondo lo sviluppo del gioco avversario.

Rappresentano i mezzi con cui si


SVILUPPI PRINCIPI realizzano i principi di tattica.
TATTICA DIFENSIVA
- copertura,
- scambio di marcatura,
- raddoppio della marcatura,
- diagonale difensiva,
- pressing e
- tattica del fuorigioco,
- tipo di difesa: a zona, a uomo,mista.

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