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La riforma del diritto societario attuata con il D.Lgs. n.6/03 ha voluto implementare e
rafforzare gli obblighi di informativa sulla condizione economica e finanziaria delle
società di capitali. In particolare, il Legislatore della riforma ha inteso sottolineare la
necessità di creare flussi informativi corretti sia all’interno della società, verso i soci e
l’organo di controllo, sia all’esterno, verso il mercato e i terzi in generale.
La trasparenza dell’attività gestionale è stata perseguita attraverso due importanti
modifiche normative:
 da una parte il Legislatore ha aumentato la richiesta di dati e informazioni da riportare
in bilancio, soprattutto per quanto riguarda la nota integrativa (art.2427 c.c.);
 dall’altra ha richiesto, solo per le Spa e le Sapa, particolari comunicazioni infrannuali
sull’andamento della gestione da parte dei soggetti che maggiormente si occupano
della stessa, ossia gli amministratori delegati (art.2381 c.c.).
Il quinto comma dell’art.2381 c.c. infatti dispone: “gli organi delegati ... riferiscono al
Consiglio di Amministrazione e al Collegio sindacale, con la periodicità fissata dallo
statuto e in ogni caso almeno ogni sei mesi, sul generale andamento della gestione e
sulla sua prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo, per le loro
dimensioni o caratteristiche, effettuate dalla società e dalle sue controllate”.
Il Legislatore, attraverso il nuovo art.2381 c.c., ha inteso disciplinare un aspetto
importante della comunicazione societaria nella consapevolezza che non possono
esservi flussi informativi corretti né all’interno né all’esterno della società se
l’informazione non circola regolarmente all’interno del Consiglio di Amministrazione,
organo investito della gestione societaria31.
Il nuovo adempimento introdotto dalla riforma, tuttavia, porta con sé alcune
problematiche interpretative relative in particolare alla forma che tali comunicazioni
devono assumere, agli organi obbligati a predisporle ed a riceverle, alla periodicità
con la quale devono essere predisposte ed al loro contenuto.
La forma
Per quel che riguarda la forma delle comunicazioni, la norma utilizza l’espressione
generica “gli organi delegati riferiscono”, quasi a voler rendere sufficiente la semplice
comunicazione orale fornita dagli amministratori delegati.
Una tale impostazione sembra essere confermata anche dal fatto che quando il
Legislatore ha voluto prescrivere un documento formale in forma scritta lo ha fatto
specificamente richiedendo una “relazione” e non limitandosi a generiche formule di
riferimento32.
*
Avvocati
31
G. M.Zamperetti, “Il dovere di informazione endoconsiliare degli amministratori di Spa”, in Le società, n.12/05.
32
Si veda ad esempio l’art.2428, co.3, c.c. che impone agli amministratori di trasmettere al Collegio sindacale una relazione
sull’andamento della gestione.
I soggetti
I soggetti obbligati a predisporre le comunicazioni infrannuali sono gli organi delegati,
quindi comitato esecutivo o amministratori delegati.
Un’opinione autorevole ritiene che, in ottemperanza alla ratio della norma, questa
articolata e periodica informazione non possa venire meno per il solo fatto che
all’interno della società non vi siano organi delegati. Tale assunto si fonda sulla
necessità di assicurare un’adeguata tutela del diritto d’informazione dei Sindaci,
ragion per cui in assenza di delegati l’obbligo d’informativa periodica, secondo la
citata dottrina, ricade sull’intero Consiglio o sull’amministratore unico33.
A nostro parere, tale tesi non sembra essere del tutto condivisibile atteso che il tenore
letterale della norma sembra escludere un onere specifico a carico dell’organo
amministrativo in generale; inoltre, il diritto dei Sindaci ad essere informati sembra
essere già soddisfatto dall’art.2403 bis, co.2 c.c. senza che quindi sia necessaria
un’interpretazione estensiva dell’art. 2381 c.c.
La frequenza
L’articolo 2381 c.c. dispone che gli organi delegati riferiscono con la periodicità fissata
dallo statuto e, in ogni caso, almeno ogni sei mesi.
33
S. Guidantoni, “La riforma societaria e i nuovi obblighi di informativa: le comunicazioni infrannuali”, in Le Società, n.11/04; A. Crespi,
“Note minime sulla posizione di garanzia dell’amministratore delegante nella riforma introdotta dal D.Lgs. n.6/03”, in Riv. Soc. 2009,
06, pag.1419.
Per quel che riguarda il punto sub 2. la prevedibile evoluzione della gestione implica
una valutazione ipotetica della situazione, fondata su eventuali piani di sviluppo e
budget anche se non necessariamente vincolata a elementi numerici attuali
(eventualmente potrà essere ancorata ad ipotesi ed aspettative per gli eventi futuri).
34
A. Crespi, “Note minime sulla posizione di garanzia dell’amministratore delegante nella riforma introdotta dal D.Lgs. n. 6/2003”, in
Riv. Soc. 2009, 06, pag.1419.
35
Si veda sul punto: G. Alpa e V. Mariconda, Codice civile commentato, Milano, 2005, 1218 e, per un’analisi completa del contenuto,
S. Guidantoni, op.cit.
Tali informazioni devono essere fornite anche per le operazioni compiute dalle società
controllate: l’obiettivo è quello di tenere sotto controllo l’intero gruppo societario per
avere un quadro completo della gestione societaria intesa in senso lato e non limitata
alla singola società del gruppo.
Tale previsione di responsabilità opera, a nostro avviso, non solo dal lato c.d. “attivo”
(amministratori delegati) ma anche dal lato c.d. “passivo” e, quindi, con riferimento
all’onere di vigilanza gravante anche sugli altri amministratori. Il dovere di agire
secondo diligenza impone quindi ad ogni amministratore, anche a quelli privi di
delega, di chiedere agli organi delegati di informarli circa le operazioni sociali.
La riforma societaria del 2003 ha, infatti, introdotto una responsabilità solidale degli
amministratori, anche privi di delega, che, venuti a conoscenza di fatti pregiudizievoli,
non hanno fatto quanto potevano per impedirne il compimento o eliminarne o
attenuarne le conseguenze dannose.
36
Raccomandazioni Consob in materia di controlli societari n. DAC/RM/97001574 consultabile on line su www.consob.it.
37
V. Buonocore, “Adeguatezza, precauzione, gestione e responsabilità:chiose sull’art. 2381, commi terzo e quinto, del codice civile”,
in Giur. Comm. 2006, 01.
la legge non regola l’istituto delle deleghe nelle Srl e neanche lo vieta:
come indicato da autorevole dottrina, l’atto costitutivo può quindi in ogni
caso consentire al Consiglio di Amministrazione di delegare le proprie
funzioni ad uno o più componenti.
Ciò comunque sembrerebbe non in linea con le indicazioni del Legislatore della
riforma che ha inteso riservare il modello della Srl a imprese di modeste dimensioni e
piccole compagini sociali, per le quali “la delega delle funzioni del Consiglio di
Amministrazione appare del tutto incongrua”39.
38
Sul punto si veda: A. Ghini, “Deleghe del consiglio di amministrazione ai singoli componenti”, in Le Società n.6/05, pag.709.
39
Così: V. Salafia, “Gli organi delegati nell’amministrazione della Spa”, in Le società n.11/04, pag.1325.