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Lo strumento era costruito in legno di acero o di bosso, e veniva piegato a vapore dopo essere
stato forato. La sua forma ricurva non pare avesse influenza sulla timbrica, quindi se la
curvatura non deriva da necessità acustiche esiste in ricordo di una sua origine dai corni
animali (horn=corno). Pur avendo la cameratura cilindrica, spesso il cromorno è dotato di una
campana, ma non sempre. Questa ha probabilmente la stessa funzione dei fori di sfogo, cioè di
aggiustamento dell'intonazione ed aumento della potenza delle note gravi.
La prima testimonianza riportata dai testi moderni riguardo il cromorno è indiretta: a Dresda
un registro dell'organo (1489) si chiama cromorno, quindi l'invenzione dello strumento deve
essere anteriore a questo anno; ma il riferimento principale è il dipinto il trionfo della morte
di Lorenzo Costa (1490 circa) a Bologna, ove è raffigurato un giovinetto che impugna un
cromorno.
All'inizio del XVI sec il cromorno era già molto popolare: due studiosi ne mostrano le tre taglie
tipiche degli strumenti a fiato, con le stesse note di base dei flauti.