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Struttura e funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

Il suo nome (anticamente: traversiere) deriva da traverso proprio perch si suona di


traverso. Nella sua forma moderna, il flauto traverso (anche noto come flauto traverso
da concerto occidentale) costruito normalmente in metallo. Ha forma cilindrica nel
corpo centrale e nel trombino, leggermente conica nella testata. Lo strumentista,
detto flautista, suona soffiando nel foro d'imboccatura e azionando un numero
variabile di chiavi (aperte o chiuse), che aprono e chiudono dei fori praticati nel corpo
dello strumento, modificando cos la lunghezza della colonna d'aria in vibrazione
contenuta nello strumento stesso e quindi variando l'altezza del suono prodotto.

L'emissione del suono dovuta all'oscillazione della colonna d'aria che, indirizzata dal
suonatore sull'orlo del foro d'imboccatura, forma vortici che ne provocano l'oscillazione
dentro e fuori dal foro mettendo in vibrazione l'aria all'interno dello strumento.

La forma moderna del flauto (cilindrico, a dodici o pi chiavi) dovuta alle modifiche
applicate ai flauti barocchi (a loro volta derivanti da pi antichi flauti a sei fori) dal
tedesco Theobald Boehm (1794-1881) e ai successivi perfezionamenti ideati dai
fabbricanti di scuola francese.

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Un moderno flauto traverso

Flauto smontato (Yamaha)

Dettaglio di testata di un flauto (Yamaha), parte detta propriamente boccola o


boccoletta

Flautista
I flauti traversi moderni sono strumenti in legno o pi comunemente in metallo
(alpacca placcata argento, argento, oro, platino) composti da 3 parti:

testata
corpo centrale
trombino (o, imitando l'inglese, piede)

I 3 pezzi vengono montati assieme tramite innesti a baionetta: lo strumento montato


lungo circa 65 centimetri con un diametro interno di circa due centimetri (lo spessore
del materiale, nei flauti di metallo, inferiore al millimetro, mentre di alcuni
millimetri per i flauti in legno). La testata inserita nel corpo tramite un innesto lungo
alcuni centimetri, che viene usato come dispositivo di accordatura: variando
l'inserimento della testata nel corpo si regola la lunghezza complessiva dello
strumento e, di conseguenza, l'intonazione. In passato questa tecnica veniva usata
anche per variare la tonalit dello strumento, modificandone la nota fondamentale di
diversi toni: questo per produce stonature nella tessitura dello strumento e la pratica
fu abbandonata con l'avvento di strumenti completamente cromatici.

La testata chiusa a un'estremit da un tappo dotato di un foro filetato che ne


permette l'aggiustamento mediante la rotazione di una ghiera ("tappo a vite") e la cui
funzione permettere il bilanciamento delle ottave, operazione che viene fatta
raramente.

Testata di un flauto Comet


Il corpo contiene tutte le altre chiavi, con una disposizione che ammette alcune
varianti. Le pi popolari riguardano le chiavi del Sol che possono essere allineate (Sol
in linea) o leggermente spostate verso l'esterno per una posizione pi comoda delle
dita (Sol fuori) e il cosiddetto "Mi snodato" o "Mi meccanico", un dispositivo che facilita
l'emissione del Mi5. Le opinioni dei flautisti su quest'ultimo dispositivo sono discordi:
alcuni ne sono decisi assertori, altri ritengono che l'appesantimento della meccanica
non sia compensato dalla facilitazione da esso introdotta.

Corpo di flauto traverso (Comet)


Esistono due versioni di trombino: in Do (la pi comune) porta tre chiavi comandate da
un gruppo di leve, azionate con il mignolo della mano destra, che permettono di
produrre le note Do3 Do3 (ottava grave) e Re3 (ottava grave e intermedia). Pi rari
sono i trombini discendenti al Si (Si2) essi sono pi lunghi e hanno una chiave
addizionale che viene comandata da una leva dedicata, inserita nel gruppo che
comanda le altre chiavi. Oltre alla produzione del Si2, questa chiave, se presente,
facilita notevolmente anche l'emissione del Do6 (la nota pi alta dell'estensione
standard del flauto).

Trombino di flauto traverso (Comet)

Estensione[modifica | modifica wikitesto]


Il pi usato dei flauti (flauto traverso in Do) possiede un'estensione che va dal Do
centrale (Do3) fino al Do6 e comprende quindi 3 ottave.

I flauti moderni possono raggiungere un'estensione di tre ottave e mezza, e alcuni


flautisti sono in grado di emettere il Do7, portando l'estensione dello strumento a
quattro ottave piene. La quarta ottava, di difficile emissione (quasi impossibile su
strumenti d'epoca) per questo poco usata nel repertorio flautistico, anche se negli
anni recenti alcuni compositori hanno spesso usato il Re.

Timbro[modifica | modifica wikitesto]

Onda sonora prodotta da un flauto


Il flauto ha un suono limpido anche se un po' freddo, ma la brillantezza del suo timbro
lo ha reso adatto, per esempio, per imitare il canto degli uccelli, caratteristica usata in
molti brani di diversa provenienza: esempi nella musica classica sono il concerto Il
cardellino di Antonio Vivaldi, il concerto nella Sinfonia pastorale di Ludwig van
Beethoven e la parte dell'uccellino Sasha in Pierino e il lupo di Sergej Prokof'ev; nella
musica jazz il brano Conference of the birds di Dave Holland e il brano serenade to a
cuckoo di Roland Kirk ; nella musica popolare irlandese la giga Lark in the morning
(normalmente affidata al flauto traverso irlandese a sei fori).

Inoltre, la sua discendenza popolare (non bisogna dimenticare che, essendo uno degli
strumenti di pi facile fabbricazione, il flauto anche uno dei pi antichi e diffusi nella
musica popolare) faceva s che il flauto evocasse ambienti pastorali e bucolici, molto
frequentati in musica e nelle arti in genere dal XVI al XIX secolo: si vedano a questo
proposito la gi citata Sinfonia pastorale e la raccolta Il pastor fido, opere che gi nel
titolo rivelano la loro ispirazione e che contengono importanti parti per flauto (la
seconda una raccolta di sei sonate per flauto e basso continuo attribuite a lungo ad
Antonio Vivaldi, ma nuovi studi le hanno attribuite a Nicolas Chdeville[2]).

Come viene prodotto il suono[modifica | modifica wikitesto]

Chiavi di un flauto (Yamaha)


Il suono viene prodotto dal flusso d'aria che si frange contro lo spigolo del foro di
insufflazione presente sulla testata. In questo modo viene eccitata la colonna d'aria
all'interno del tubo e ha inizio la vibrazione sonora. L'emissione di note di diversa
altezza avviene chiudendo i fori, tramite le "chiavi" (i tasti) e controllando in questo

modo l'altezza della colonna d'aria che viene messa in vibrazione. Le chiavi possono
essere forate, per permettere effetti di glissato (passaggio da una nota all'altra senza
salti tonali) ed una maggiore proiezione di suono.

Altri effetti[modifica | modifica wikitesto]


L'emissione del suono, nel flauto, pu essere variamente modificata. Oltre alle
tecniche standard che consentono il legato e staccato, ottenute occludendo con la
lingua il flusso d'aria, si hanno i cosiddetti doppi e tripli staccati: poich la ripetizione
della consonante /t/ oltre una certa velocit risulta molto difficoltosa, se non
impossibile, la si alterna alla consonante /k/, raggiungendo in questo modo velocit
anche molto elevate. L'uso del doppio e triplo staccato cambiato secondo il gusto
delle epoche: nel rinascimento e nel barocco, ad esempio, le consonanti velari /k/ e /g/
erano considerate aspre, adatte solo a certi tipi di affetti, e in loro vece si preferivano
altre articolazioni come "did'll" e "did'ldi" (Quantz), "te l", "te r", etc.

Un effetto molto suggestivo il frullato (ted. Flatterzunge, fr. frapp o trmolo dental),
tecnica che consiste nel soffiare pronunciando contemporaneamente le consonanti
"tr", "dr" o "vr" per far vibrare la parte anteriore della lingua oppure la consonante "r"
(pronunciata come la "r" francese) per far vibrare la parte posteriore della lingua.

Un'altra tecnica eterodossa in uso nella musica jazz e rock, introdotta dal
polistrumentista afroamericano Roland Kirk e resa famosa dal flautista britannico Ian
Anderson, leader dei Jethro Tull, consiste nel cantare contemporaneamente
all'emissione del suono. La nota cantata pu essere all'unisono con quella emessa
dallo strumento, ma anche a distanza di una terza maggiore, una quarta o una quinta.
Il timbro dello strumento ne risulta assai modificato, diventando pi scuro e pastoso
ma con effetti stridenti soprattutto nel registro medio-acuto. Tra i vari gruppi
progressive che hanno adottato questa tecnica in alcuni dei loro brani vanno ricordati i
Focus, i Delirium e i New Trolls nell'album Concerto Grosso.

Altri effetti particolari ricorrenti in vari generi musicali sono ottenuti utilizzando il
suono ottenuto chiudendo con forza le chiavi, soffiando nel flauto senza porlo in
risonanza, utilizzando solo la testata o solo il trombino.

La famiglia dei flauti traversi[modifica | modifica wikitesto]

Un ottavino, il flauto pi piccolo della famiglia


Esistono svariati tipi di flauti che si differenziano, oltre che per il materiale, per alcuni
aspetti meccanici ed estetici. La famiglia dei flauti traversi ha diversi componenti:

l'ottavino, in Do (mancano per le due chiavi per il Do e Do bassi), che, come indica il
nome stesso, produce suoni pi acuti di un'ottava rispetto al flauto ordinario (ma ne
esiste anche una versione in Re);
il flauto soprano, in Sol (un'ottava pi acuta del flauto contralto), in Fa e in Mi; questi
flauti combinano le caratteristiche dell'ottavino con quelle del flauto ordinario;
il flauto traverso (flauto da concerto), in Do;
il flauto tenore (o flauto d'amore), in Si (notare la strana denominazione che lo
vorrebbe pi basso del flauto contralto; sarebbe pi giusto chiamarlo flauto
mezzosoprano);
il flauto contralto in sol (una quarta pi basso del flauto ordinario); (come tutti gli
strumenti non in Do) uno strumento traspositore perch suonando la nota
corrispondente al Do si produce il Sol alla quarta inferiore;
il flauto basso in Do (un'ottava pi grave del flauto ordinario);
il flauto contrabbasso in Sol (un'ottava pi grave del flauto contralto), chiamato anche
dalla traduzione inglese Contra-alto;
il flauto contrabbasso in Do (due ottave sotto l'ordinario);
il flauto subcontrabbasso in Sol (doppio contra-alto) o in Do (doppio contrabbasso);
il flauto iperbasso in Do.
I flauti di uso comune sono, oltre il flauto ordinario, il flauto contralto, l'ottavino, e
molto pi raramente il flauto basso in Do. Gli altri membri della famiglia, tutti rari o
rarissimi, trovano impiego solo nelle orchestre di flauti anche a causa dell'elevato
costo e dell'intonazione problematica. I tagli pi gravi, a partire dal flauto basso, a
causa delle grandi dimensioni, hanno tutti la testata variamente ripiegata (a U per il
flauto basso, a triangolo per i tagli superiori) per consentire l'esecuzione; i pi gravi
devono essere suonati in piedi con l'aiuto di speciali supporti. Il flauto iperbasso, che
ha una lunghezza superiore agli 8 metri, suonato quasi unicamente dal flautista
italiano Roberto Fabbriciani ed esiste in pochissimi esemplari (forse in esemplare
unico).

Strumenti derivati[modifica | modifica wikitesto]


Il flauto traverso irlandese uno strumento in legno molto usato come solista nella
musica popolare irlandese e, nelle sue diverse versioni, deriva dal flauto traverso in
uso in Europa prima dell'avvento del sistema Boehm. Ne esistono versioni con un
numero di chiavi variabile da nessuna (il pi popolare, detto Simple system) fino ad
otto (che rendono lo strumento completamente cromatico: alcuni musicisti
preferiscono per avere strumenti senza chiavi e con diverse intonazioni come accade
per il tin whistle). La versione senza chiavi ha due ottave d'estensione (corrispondenti
a quelle del flauto dolce, a partire dal Re) ed intonata in Re maggiore; tuttavia non

uno strumento traspositore: esattamente come l'ottavino o il traversiere barocco, in


Re perch non possiede gli ultimi fori o chiavi per raggiungere il Do basso e le note
scritte corrispondono al suono reale. Poich le posizioni per le note alterate senza
l'aiuto di chiavi sono proibitivamente scomode o danno luogo a note molto calanti,
questo strumento praticamente limitato a due sole tonalit (Sol Maggiore e Re
Maggiore). La versione senza chiavi ha sei fori (pi due non azionabili all'estremit del
flauto); le posizioni non differiscono da quelle del flauto standard (la posizione del Fa
emette un Fa), fatta eccezione per il Do, che viene realizzato chiudendo il foro del
medio della mano sinistra: possibile anche con diversa posizione emettere il Do
naturale (che permette di eseguire pezzi in Sol). Pare che molti flauti irlandesi attorno
al XIX secolo derivassero da flauti standard provenienti dalle bande dell'esercito
inglese, a cui venivano bloccate alcune chiavi per ricondurli alla tonalit di Re.

Breve storia dell'evoluzione dello strumento[modifica | modifica wikitesto]


La storia del flauto traverso europeo, in quanto tale, inizia attorno al medioevo (la
storia del flauto in generale, per contro, assai pi antica e geograficamente pi
estesa)

Nel Medioevo[modifica | modifica wikitesto]


Varie fonti iconografiche e letterarie attestano la presenza di flauti traversi in Europa
almeno dal X secolo. Gli strumenti illustrati appaiono costruiti in un unico pezzo (due
per il flauto basso): un tubo cilindrico di legno con sei fori per le dita (non otto come il
flauto dolce) pi il foro di insufflazione. Dalle immagini si pu notare che lo strumento
tenuto spesso alla sinistra dell'esecutore, segno che probabilmente era costruito con
tutti i fori perfettamente allineati, permettendo al flautista di scegliere l'orientamento
desiderato.

Dal X al XIII secolo, tuttavia, lo strumento era piuttosto raro, e pare gli fossero preferiti
strumenti dritti, simili al flauto dolce (ma non ancora propriamente flauti dolci, la cui
data di nascita pare sia attorno al XIV secolo). Giunto in Europa dall'Asia, quasi
certamente dalla Cina, attraverso gli scambi culturali mediati dall'impero romano
d'Oriente, il flauto traverso divenne popolare in Francia e in Germania (ed era perci
chiamato flauto tedesco per differenziarlo dagli strumenti dritti). In questi paesi venne
usato nella musica popolare e nella musica di corte (assieme ad altri strumenti quali la
viella), ma sarebbe passato pi di un secolo prima che si diffondesse nel resto
dell'Europa.

La prima citazione letteraria del flauto traverso del 1285, in una lista di strumenti
suonanti da Adenet le Roi. A questa citazione segue un silenzio di circa settant'anni, al
termine dei quali le fortune del flauto vennero ravvivate (attorno al 1350) da un vento
di attivismo militare. L'esercito svizzero, infatti, adott il flauto come strumento di

segnalazione e questo lo diffuse nel continente. Fu verso il 1500 che il flauto traverso
venne introdotto anche nelle corti come strumento orchestrale e solista.

Nel Rinascimento (1400-1600)[modifica | modifica wikitesto]


Il flauto rinascimentale, chiamato anche, nel XVI secolo, traversa, mantenne
sostanzialmente la struttura del flauto medievale. Si ha testimonianza dell'esistenza di
diverse "taglie" per lo strumento: "discantus", "tenor-altus", "bassus".

Da quell'epoca sono giunti fino a noi circa 50 strumenti e diverse testimonianze


documentali in diversi trattati musicali in cui compaiono descrizioni (e disegni) dello
strumento. Tra i pi importanti:

Sebastian Virdung, "Musica getutscht und ausgezogen", Basilea, 1511


Martin Agricola, "Musica instrumentalis deudsch", Wittenberg, 1529
Simon Gorlier, "Livre de tabulature de flte d'Allemand", Lione, 1556
Il flauto trova posto nei complessi di musica da camera spesso sotto forma di
strumenti intonati in Re.

Nel Barocco (1600 - 1750)[modifica | modifica wikitesto]

Copia moderna realizzata da Boaz Berney di un flauto costruito da Thomas Lot, Parigi,
c. 1740

Stesso flauto, smontato (il trombino per ancora innestato sulla seconda met del
corpo); sopra di esso, un corps de rchange (da 415 Hz a 392 Hz)
Il flauto barocco, chiamato anche flauto a una chiave o (flauto) traversiere, subisce
molte modifiche ad opera di famiglie di costruttori di legni che dedicano particolare
cura nel perfezionarlo, in particolare la famiglia Hotteterre alla fine del Seicento. Lo
strumento viene diviso in tre pezzi (testata, corpo e trombino) e la cameratura non
pi interamente cilindrica come avveniva nel flauto rinascimentale: il corpo e il
trombino sono ora conici, restringendosi verso il fondo ("conicit inversa", secondo
alcuni, se rapportata a quella dell'oboe, che invece si allarga verso il basso). Ai sei fori
del flauto rinascimentale se ne aggiunge un settimo per il mi bemolle, controllato da
una chiave chiusa[3]. L'estensione dello strumento, di due ottave e mezza (Re4-La6,
ma di norma i compositori non si spingono oltre il Mi6), ora completamente
cromatica. Poco pi tardi, intorno agli anni '20 del Settecento, il corpo centrale verr
diviso in due parti, di cui quella superiore intercambiabile con altre di diversa

lunghezza (dette a volte corps de rchange, "corpi di ricambio") per consentire allo
strumento di adattarsi ai vari diapason utilizzati nelle diverse corti europee. Per tutto il
resto del Settecento e l'inizio dell'Ottocento questo tipo di flauto in quattro pezzi e una
chiave rimarr lo standard pi diffuso, anche accanto ai modelli con pi chiavi tipici
della fine del Settecento.

Il fatto che nel corso del XVII secolo si sia iniziato a costruire i flauti (sia traversi, sia
dolci) in tre parti, mentre nel Rinascimento erano costruiti, anche i pi grandi, in un
pezzo unico o al massimo in due pezzi, riflette un significativo cambiamento nella
figura del flautista professionista. Nel Rinascimento gli strumentisti erano al servizio
delle corti, e gli strumenti che suonavano non erano di loro propriet, bens della
cappella di corte. Tutti gli strumenti a fiato costruiti per una stessa cappella erano
accordati su uno stesso La[4], ma questo poteva variare moltissimo fra una cappella e
l'altra, anche di pi di mezzo tono[5]. In seguito, i virtuosi iniziarono a spostarsi da una
citt all'altra per le loro esibizioni, portando con s i propri strumenti; per risolvere i
problemi legati alla diversit del diapason nelle varie cappelle e al trasporto dello
strumento, si cominci a costruire flauti prima in tre pezzi, come i flauti di Hotteterre,
e poi in quattro sezioni: per piccole variazioni di accordatura era sufficiente inserire la
sezione centrale pi o meno profondamente nella testata[6], ma oltre un certo limite
era necessario sostituire del tutto la sezione centrale con una di lunghezza diversa e
con le distanze tra i fori alterate proporzionalmente. I flautisti dell'epoca barocca
possedevano quindi strumenti che avevano una dotazione di due, tre o anche pi
sezioni centrali intercambiabili, diversamente accordate[7].

Fra i flautisti, oltre che teorici, pi importanti del periodo troviamo Jacques Hotteterre,
Johann Joachim Quantz (lavor alla corte di Federico II di Prussia, anch'egli
appassionato flautista) e Pierre-Gabriel Buffardin, che fu inoltre maestro di Quantz, cui
probabilmente Johann Sebastian Bach dedic alcune delle sue composizioni per flauto.

Fra i costruttori pi importanti del periodo troviamo, oltre ai gi citati Hotteterre e


Quantz, Jean-Hyacinth (o Johannes Hyacinthus) Rottenburgh, Godfroi Adrien (o
Godfridus Adrianus) Rottenburgh, Carlo Palanca e Jacob Denner.

Nel Classicismo (1750-1820)[modifica | modifica wikitesto]


Con le sue qualit timbriche e omogenee si adatta in perfetta simbiosi con il pensiero
e l'armonia classica, sia usato come strumento da accompagnamento che solistico in
particolare usato in Francia. In questo periodo molti artigiani iniziano ad aggiungere
chiavi, per semplificare alcune diteggiature scomode e per omogeneizzare il suono.
Queste chiavi possono essere per il fa basso e medio (nota dall'intonazione
particolarmente problematica sul flauto a una chiave), il sol diesis basso/la bemolle
basso (ha suono molto debole e velato sul tipo a una chiave), si bemolle/la diesis
basso (posizione scomoda e dalla resa debole sul tipo a una chiave), do medio (suono

velato sul tipo a una chiave). Gi anche in precedenza alcuni avevano tentato di
portare l'estensione al do basso. Gli artigiani fanno inoltre in modo che il registro
acuto, in cui i compositori cominciano ad avventurarsi con pi frequenza, sia di pi
facile emissione.

Tra i diversi artigiani che in questo periodo apportarono migliorie allo strumento
possiamo ricordare August Grenser, Heinrich Grenser, Joseph Tacet, William Henry
Potter, Johann Georg Tromlitz (scrisse un importante trattato) e Capellier.

Nel Romanticismo (1820-1900)[modifica | modifica wikitesto]


I fondamentali perfezionamenti apportati allo strumento dal tedesco Theobald Boehm
nel 1832 (il brevetto dello strumento definitivo risale al 1847) rendono il flauto uno
strumento moderno a tutti gli effetti, risolvendo i problemi di intonazione e le difficolt
prodotte dalle posizioni dette a forchetta. Il nuovo tipo di flauto non si affermer per
subito e fino alla seconda met dell'Ottocento inoltrata (e anche oltre fino al '900)
molti flautisti continuarono a preferire strumenti simili al tipo classico.

In questo periodo il flauto trova un vasto impiego orchestrale, e viene specialmente


messo in luce nelle opere degli impressionisti Claude Debussy e Maurice Ravel che
sfruttano sfumature dello strumento poco conosciute.

Composizioni principali[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio dell'imboccatura
Alcune composizioni per flauto solo del periodo barocco

Partita per flauto solo BWV 1013 (J. S. Bach)


12 fantasie (Telemann)
Alcune sonate per flauto e clavicembalo (oppure basso continuo) del periodo barocco

Sonata in si minore BWV 1030 per flauto e clavicembalo (J. S. Bach)


Sonata in la maggiore BWV 1032 per flauto e clavicembalo (J. S. Bach)
Sonata in mi minore BWV 1034 per flauto e basso continuo (J. S. Bach)
Sonata in mi maggiore BWV 1035 per flauto e basso continuo (J. S. Bach)

Sonata in sol minore BWV 1020 per flauto e clavicembalo (J. S. Bach, spuria; molto
probabilmente di C. Ph. E. Bach)
Sonata in mi bemolle maggiore BWV 1031 per flauto e clavicembalo (J. S. Bach, spuria;
molto probabilmente di C. Ph. E. Bach)
Sonata in do maggiore BWV 1033 per flauto e basso continuo (J. S. Bach,
probabilmente spuria; il basso potrebbe essere stato aggiunto solo successivamente
forse da C. Ph. E. Bach o da un allievo; alcuni la considerano del tutto spuria)
12 Sonate metodiche per flauto e basso continuo (Telemann)
Sonata in fa minore per flauto e basso continuo (Telemann)
Sonata in sol maggiore n.5 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonata in si minore n.6 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonata in mi minore n.7 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonata in sol maggiore n.8 per flauto e basso continuo (Leclair)
Sonate op. 1 per flauto e basso continuo (Locatelli)
Vari concerti e sonate (Quantz)
Alcune composizioni per flauto solo del primo periodo classico

Sonata in la minore Wq. 132 (C. Ph. E. Bach)


Alcune sonate per flauto e clavicembalo/fortepiano del primo periodo classico

Sonata "amburghese" in sol maggiore Wq. 133 (C. Ph. E. Bach)


Sonata in re maggiore Wq. 83 (C. Ph. E. Bach)
Sonata in mi maggiore Wq. 84 (C. Ph. E. Bach)
Alcuni concerti del periodo classico e tardoclassico

Concerto in re minore H. 426 (C. Ph. E. Bach)


Concerto in sol maggiore H. 44 (C. Ph. E. Bach)
Concerto in la minore H. 431 (C. Ph. E. Bach)
Concerto in la maggiore H. 438 (C. Ph. E. Bach)
Concerto in si bemolle maggiore H. 435 (C. Ph. E. Bach)
Concerto in sol maggiore KV 313 (Mozart)

Concerto in re maggiore KV 314 (Mozart)


Concerto n 2 in sol maggiore (Devienne)
Concerto n 7 in mi minore (Devienne)
Concerto n 8 in sol maggiore (Devienne)
Concerto in sol maggiore op. 29 (Stamitz)
Concerto in re maggiore (Hoffmeister)
Alcune composizioni classiche e tardoclassiche per flauto e fortepiano/pianoforte

Sonata in fa maggiore K. 376 (Mozart)


Sonata in do maggiore K. 296 (Mozart)
Sonata in fa maggiore K. 377 (Mozart)
Sonata in si bemolle maggiore K. 378 (Mozart)
Sonata in sol maggiore K. 379 (Mozart)
Sonata in mi bemolle maggiore K. 380 (Mozart)
Serenata op. 41 per flauto e pianoforte (Beethoven)
Sonata in si bemolle maggiore (Beethoven)
Grande sonata concertante in la minore op. 85 (Kuhlau)
Introduzione, tema e variazioni op. 160 per flauto e pianoforte (Schubert)
Alcune composizioni romantiche per flauto e pianoforte

Sonata in sol maggiore op. 54 (Reicha)


3 Romanze op. 94 (Schumann)
Sonata sentimentale in mi bemolle maggiore op. 169 (Ries)
Sonata Undine op. 167 (Reinecke)
Suite op. 34 per flauto e pianoforte (Widor)
Sonata in sol maggiore (Danzi)
Alcuni concerti romantici per flauto e orchestra

Concerto in mi minore (Mercadante)

concerto in mi minore (Mercadante)


Concerto in re maggiore (Mercadante)
Concerto in re maggiore op. 283 (Reinecke)
Grande Polonaise in re maggiore op. 16 (Boehm)
Concerto op. 17 (Romberg)
Alcune composizioni moderne e contemporanee per flauto solo

Syrinx (Debussy)
Density 21.5 (Varse)
Image (Bozza)
Danse de la chvre (Honegger)
Pice (Ibert)
Trois Pices (Ferroud)
Acht stucke (Hindemith)
Sonata Appassionata in fa diesis minore op.140 (Karg-Elert)
Mei (Fukushima)
Sequenza I (Berio)
Voice (Takemitsu)
Cinq Incantations (Jolivet)
Pwyll (Scelsi)
All'aure in una lontananza (Sciarrino)
Come vengono prodotti gli incantesimi? (Sciarrino)
Canzona di ringraziamento (Sciarrino)
Lettera degli antipodi portata dal vento (Sciarrino)
Etude (Yun)
Fioretten I (Acker)
Going message air (di Bari)
Feundschoff (Stockhausen)
Scrivo in vento (Carter)

Cassandra's Dream Song (Ferneyhough)


Sgothan (Dillon)
Midi (Donatoni)
Trois Etudes (Amy)
I pesci (Dusapin)
(T)air(e) (Holliger)
Doloroso (Kurtg)
Cadenza da Dimensioni III (Maderna)
Voyelles (Lacaze)
Note[modifica | modifica wikitesto]
^ Ardal Powell, 1: 'Shepherds, monks, and soldiers' in The flute, Yale University Press,
2002.
^ Philippe Lescat, "Il Pastor fido", une uvre de Nicolas Chdeville, in Vivaldi vero e
falso. Problemi di attribuzione, "Studi di musica veneta" - "Quaderni vivaldiani VII", a
cura di Antonio Fanna e Michael Talbot, Olschki, Firenze 1992. - ISBN 88-222-3987-3
^ Quantz aggiunger un'ulteriore chiave per il re diesis, per conservare la differenza di
comma tra le due note, ma l'idea non si diffonder.
^ Oggi fissato internazionalmente a 440 Hz.
^ Oggi per le copie moderne di strumenti originali si sono imposti, per motivi pratici,
tre tipi di accordatura: quella pi comune, che oggi anche lo standard per la musica
barocca, La = 415 Hz (mezzo tono sotto rispetto ad oggi); gli strumenti di inizio
Settecento, come quelli di Hotteterre e J. H. Rottenburgh, solitamente si costruiscono a
392 Hz (un tono sotto); per i flauti della fine del Settecento si preferisce un diapason a
430 Hz, cio poco pi basso rispetto ad oggi.
^ In misura pi limitata rispetto a come si fa tuttora, a causa della conformazione
interna dei giunti che, essendo pi grossi in uno strumento di legno, formerebbero un
dislivello notevole fra i due pezzi se questi sono allontanati troppo, compromettendo la
risposta generale dello strumento.
^ Un noto flauto, oggi molto popolare e riprodotto di frequente dai costruttori,
realizzato da G.A. Rottenburgh a met del Settecento e ora parte della collezione del
flautista Barthold Kuijken, ha una dotazione di addirittura sette corpi di ricambio.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto
Basso, Il Lessico, vol. II, Torino, UTET, 1983, pagg. 247-252

The New Grove Dictionary of Musical Instruments, diretto da Stanley Sadie, London,
MacMillan, 1984, vol. 1, pagg. 769-788, ISBN 0-333-37878-4
Giampiero Tintori, Gli strumenti musicali, tomo II, Torino, UTET, 1971, pagg. 740-748
Claudio Paradiso, Il flauto in Italia, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2005 607 p., ill.
Giuseppe Fagnocchi, Lineamenti di storia della letteratura flautistica, Faenza,
Mobydick, 1999 - 360 p., ill.
Gianni Lazzari, Il flauto traverso. Storia, tecnica, acustica, Torino, EDT, 2003 - 544 p.,
ill.
Albert Cooper, Il flauto, trad. it., Cremona, Turris, 2005 - 96 p., ill.
Vinicio Gai, Il flauto, Ancona, Brben, 1975 - 85 p., ill.
Raymond Meylan, The Flute, London, B.T. Basford, 1988 - 143 p., ill.
Christian Meyer, Sebastian Virdung - Musica getutscht. Les instruments et la pratique
musicale en Allemagne au dbut du XVIe sicle, Paris, CNRS, 1980 - 157 p., ill. [il
volume contiene principalmente la trad. franc. di Musica getutscht]
Jacques Hotteterre le Romain, Principes de la flute traversiere, ou flute d'Allemagne de la flute a bec, ou flute douce - et du hautbois, Amsterdam, Estienne Roger, 1728;
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Johann Joachim Quantz, Versuch einer Anweisung, die Flte traversire zu spielen,
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Marcello Castellani, Elio Durante, Del portar della lingua negli instrumenti di fiato - Per
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Stefano Benini, Il flauto e il jazz , Padova, Muzzio, 1992 - 200 p., ill.
Filadelfio Puglisi, I flauti traversi rinascimentali in Italia - The renaissance transverse
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Janice Dockendorff Boland, Method for the one-keyed flute, University of California
Press, 1998
Leonardo De Lorenzo, My Complete Story of the Flute, Lubbock, Texas Tech University
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(EN) FluteHistory.com
(EN) Flute Acoustics Sito dedicato al flauto e alle sue caratteristiche acustiche
(EN) FluteInfo
(EN) FluteTunes.com, sito di partiture gratuite per flauto traverso
(EN) Larry Krantz
(EN) Il flauto Boehm Virtuale, un database di diteggiature
(IT) Orchestra di Flauti "I Flauti di Toscanini": scopri il mondo di un ensemble composto
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