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IL PUNTO DI PAREGGIO

il calcolo del punto di pareggio o break event point

Il calcolo del punto di pareggio o "Break event point" (B.E.P.) Indica il numero


minimo di pezzi venduti sufficiente per coprire tutti i costi (variabile fissi) imputabili al
prodotto e cominciare a guadagnare. In altre parole calcola quando il reddito operativo
diventerà positivo.
La formula per calcolare il punto di pareggio è semplice: basta dividere i costi fissi
totali dell'azienda o dell'unità locale per il margine di contribuzione (lordo) di una
singola unità di prodotto.

PUNTO DI PAREGGIO
(break event point)

Numero minimo di pezzi venduti


sufficienti per pagare tutti i costi e
cominciare a guadagnare

Fondamentale per tenere sotto


controllo
la manovra sui prezzi

Si calcola con la formula:

TOTALE DEI COSTI FISSI


MARGINE DI
CONTRIBUZIONE
(lordo) di un singolo pezzo
Calcolare il punto di pareggio è ovviamente fondamentale prima del lancio di
nuovi prodotti, ma lo strumento è ampiamente utilizzato anche nella normale
gestione commerciale; se il manager dispone di un conto economico a margine di
contribuzione redatto ad un adeguato livello di dettaglio i numeri sono già
disponibili, ed è possibile eseguire rapide simulazioni sul foglio elettronico per
supportare una quantità di decisioni operative.

Ad esempio per prevedere il risultato di una promozione sul prezzo, e calcolare


quanti pezzi occorre vendere in più con un prezzo scontato affinché la manovra
dia una redditività adeguata.

Oppure, nella negoziazione con i grossi clienti e distributori, per calcolare il


numero di pezzi che si devono impegnarsi ad acquistare per godere di un dato
livello di sconto.

Se per i calcoli si applica la formula, per illustrare la dinamica del punto di


pareggio impiega spesso la sua rappresentazione grafica.

Si disegnano due assi cartesiani, come su quello orizzontale riportato il


numero di pezzi, e su quello verticale il denaro (costi o ricavi).
I costi fissi sono rappresentati da una linea orizzontale, infatti non variano
(nell’ambito dei limiti della capacità produttiva) con l’aumentare dei pezzi venduti.

I costi variabili sono rappresentati da una linea obliqua, che aumenta in modo
proporzionale all’aumentare del numero di pezzi prodotti. La linea dei costi
variabili non parte da zero, ma dalla base dei costi fissi (che ci sono comunque) e
rappresenta di fatto i costi totali (fissi + variabili).

Se al grafico si aggiunge la linea dei ricavi, questa partirà da zero (nessun pezzo
venduto, nessun ricavo), e salirà con una pendenza proporzionale al prezzo di
vendita unitario, fermandosi in corrispondenza del numero di pezzi effettivamente
venduti.

Il punto in cui la linea dei ricavi incrocia e supera quella dei costi totali
rappresenta il punto di pareggio in cui i ricavi cominciano a superare i costi.

Se si vendono meno pezzi e la linea dei ricavi non arriva ad incrociare quella dei
costi totali l’operazione è in perdita; se ne vendono di più, il guadagno è
proporzionale a quanto la linea dei ricavi supera quella dei costi totali.

Di fatto sul grafico si possono riportare tutte le strategie aziendali: se si


diminuiscono i costi fissi o i costi variabili si anticipa proporzionalmente il punto
di pareggio, ma soprattutto il punto di pareggio disposta secondo il prezzo
stabilito per il prodotto.

Più alto il prezzo per ogni singolo pezzo venduto, maggiore è la pendenza della
linea dei ricavi, e quindi meno pezzi occorreranno per raggiungere il punto di
pareggio e poi accumulare ricavi (naturalmente, se si riesce a vendere a quel
prezzo).

Al contrario, se si abbassa il prezzo si vende più facilmente il prodotto, ma


occorrerà numero di vendite sensibilmente maggiore per raggiungere il pareggio e
cominciare a generare reddito.

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