Nella Lezione 5 abbiamo introdotto il concetto di break-even point (punto
di pareggio) mettendo in rilievo la sua notevole importanza nel campo dell’economia. In questa lezione useremo le nozioni apprese per ottenere uno spreadsheet utile nel campo del trading. In particolare, questa volta vogliamo raggiungere i seguenti obiettivi:
determinare il numero di azioni da vendere per ottenere un certo guadagno
mantenendo inalterato il capitale iniziale;
ottenere un prospetto chiaro e immediato che sia di aiuto nel prendere
decisioni.
Lo spreadsheet preso ad esempio è relativamente complesso
e quindi non vi chiederemo di digitarlo bensì semplicemente di scaricarlo cliccando qui. Lo spreadsheet è comunque suscettibile di notevoli personalizzazioni e adattamenti.
Per meglio comprendere i termini usati, le definizioni di alcune celle e i
calcoli che verranno elaborati, vi consigliamo di rileggere la succitata Lezione 5.
Parametri, valori e nomi di celle
In precedenza abbiamo più volte sottolineato la comodità offerta dalla
definizione delle celle. Anche in questo caso ricorreremo a tale opportunità, come si può notare dal prospetto che segue (cella/definizione):
B3 (N_az). Si tratta del numero di azioni possedute per un determinato
titolo azionario. Nel prospetto di esempio, l’ipotesi è di 1000 azioni “Grandi Formaggi Italiani”. B4 (V_prec). È il costo unitario dell’azione (1,2 euro) al momento dell’acquisto. Per semplicità, si suppone che tale valore sia al netto di eventuali spese di commissione.
B5 (Costo_acquisto). Non è altro che la semplice moltiplicazione di N_az *
V_prec. Il contenuto di tale cella viene esaminato dallo spreadsheet per impostare la formattazione condizionale (vedi Lezione 6) delle celle comprese tra H8 e H28 (vedi dopo).
B7 (V_att). È il valore unitario dell’azione al momento in cui si decide
di vendere.
B8 (Totale_Valore_attuale). Rappresenta il valore del prodotto del valore
attuale (V_att) per il numero di azioni (N_az).
B9 (C_Oper). È il parametro fondamentale sul quale si basa l’intero
spreadsheet: rappresenta il costo forfettario richiesto dal servizio banking per impartire l’ordine di vendita. Dipende ovviamente dalla banca con la quale abbiamo sottoscritto il contratto di trading online e che nell’esempio si suppone sia di 20 euro.
B11 (N_min_azioni_da_vendere). Rappresenta il BEP (Break Even Point)
calcolato: indica il numero minimo di azioni da vendere per… pagare almeno le spese di commissione! Nell’esempio in figura 1, occorre vendere 40 azioni per ricavare 68 euro, da cui vanno sottratti 20 euro per le commissioni. Ciò che rimane è il guadagno netto (48 euro) che però, nel caso specifico, equivale all’importo speso in passato per acquistare le stesse 40 azioni. Come intuitivo, il valore B11 può risultare approssimato: l’imprecisione è dovuta al fatto che è possibile vendere un numero intero di azioni. Altra osservazione, magari banale: vendendo un numero di azioni inferiore a tale valore si ha una perdita secca; vendendo, al contrario, un numero maggiore, il guadagno sarà tanto più consistente quanto maggiore è il numero di azioni vendute.
B13 (Intervallo). Contiene il numero di “pacchetti” di azioni che si possono
decidere di vendere (vedi in seguito, figura 3). Il numero di 1000 azioni, possedute nell’esempio, in figura 1 è suddiviso in 20 pacchetti. Solo il primo di questi contiene il valore (banale) del BEP (40); tutti gli altri indicano il numero di azioni da vendere per ottenere il guadagno indicato nella corrispondente cella della colonna G, evidenziando nel contempo il valore del pacchetto residuo (colonna H).
Interpretazione e utilizzo della tabella
Esaminiamo alcuni esempi: in passato, abbiamo acquistato 1000 azioni
“Grandi Formaggi Italiani” al prezzo unitario di 1,2 euro per un investimento globale di 1200 euro. Il valore unitario odierno è di 1,7 euro, che innalza il valore dell’investimento a 1700 euro. Decidiamo quindi di vendere per godere, almeno in parte, di un certo guadagno.
Caso A. Decidiamo di vendere il numero minimo di azioni che consenta di
mantenere inalterato il capitale iniziale (1200 euro). La risposta è fornita osservando le celle colorate in verde della colonna H. A seconda del numero di azioni vendute (esempio incorniciato in rosso, 328, colonna E) si ottiene un guadagno netto (detratte, cioè, le spese del servizio) di 537,6 euro (colonna F). Le azioni rimanenti (1000 – 328 = 672) conserveranno un valore globale di 1142 euro, leggermente inferiore all’investimento iniziale. Ricordiamo ancora una volta che la necessità di comprare/vendere un numero intero di azioni costringe a riferirsi a un valore approssimato. La formattazione condizionale delle celle della colonna H, pertanto, considera un intervallo compreso tra il 95% e il 105% dell’investimento iniziale, colorando in verde le celle comprese in tale intervallo per meglio evidenziarle.
Caso B. Mantenendo inalterati tutti gli altri dati, l’utente imposta un
“Intervallo” di minore entità (5, cella B13). In questo caso il calcolo prende inevitabilmente in esame quantità di azioni anche maggiori di quelle realmente possedute. La loro colorazione in rosso, però, avverte l’utente che i valori evidenziati non devono essere persi in considerazione.
Caso C. Mantenendo inalterati tutti gli altri dati, l’utente imposta un
Intervallo (sempre in cella B13) più ampio (40). In questo caso vengono colorate in verde (colonna H) un maggior numero di celle. L’ampliamento dell’intervallo permette di scegliere con maggiore accuratezza il numero di azioni da vendere.