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montagne360°

la rivista del Club Alpino Italiano maggio 2012


maggio 2012. Rivista mensile del Club Alpino Italiano, n. 5/2012 - Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.

Speciale "cammini": a piedi lungo il Belpaese


Everest, 160 anni fa la misurazione
Portfolio: Piemonte, terra di pastori la montagna
unisce
editoriale
orizzonti e orientamenti

Socio e volontario
Scrivo queste righe a pochi giorni dalla ricorrenza dei tre anni del terremoto
de L'Aquila. La ricorrenza di quel drammatico evento mi ha fatto riflettere
sul fatto che tra le nostre attività, vi è, spesso poco illuminata dalla
nostra attenzione, una quantità di lavoro e di impegno di volontariato
dei soci e delle sezioni che va oltre gli specifici scopi associativi, ma che
trae ispirazione e fondamento dai nostri valori di solidarietà e mutualità:
l'impegno di solidarietà civile e l'opera prestata per la ricostruzione e la
qualità della vita delle terre colpite da grandi calamità. Va da sé che la
montagna è uno degli elementi che proponiamo per risollevare l'economia e
rimarginare le ferite e gli squarci lasciati nella popolazione colpita da quelle
tremende esperienze, ma l'impegno guarda alla popolazioni. La notte del 6
aprile 2009 un forte sisma colpì l'Abruzzo, lo scorso ottobre una disastrosa
alluvione ha colpito le Cinque Terre, Genova e altre zone della Liguria.
Immediatamente dopo il sisma del 2009, il CAI Abruzzo ha legato la propria
attività anche alla forte volontà di contribuire alla rinascita della regione
facendo sì che le iniziative già programmate per il 2009, fossero portate
avanti anche quando la terra seguitava a tremare. Il progetto “Festa della
Montagna” si è così tramutato in “Una Montagna di Solidarietà”. Il nostro
Club - mi racconta Eugenio Di Marzio, presidente del GR Abruzzo - “ha
rappresentato un punto di riferimento “aperto” 365 giorni dell’anno e capace
di rispondere sempre alle diversificate richieste provenienti da Istituzioni
e cittadini, soci e non, residenti nel territorio regionale, capace anche di
portare turismo nella nostra regione. Particolare attenzione è stata rivolta
ai giovani – prosegue Di Marzio - coinvolgendoli in iniziative che hanno
accompagnato tutto il periodo dal sisma ad oggi - anche con l’appoggio di
altri Gruppi Regionali - ciò ha permesso a molti giovani di vivere periodi di
“serenità” lontani dalla loro temporanea locazione rappresentata dai “campi
tenda”. In Abruzzo il CAI ha anche costituito un un gruppo di protezione
civile. I soci di diverse sezioni hanno frequentato un corso apposito e sono
anche stati attivi in occasione della recente grande nevicata. Dall'Abruzzo
alla Liguria la nostra tensione civica non muta. Ho deciso di riproporre su
questo numero di Montagne360° (pag. 73), un bell'articolo pubblicato su
Lo Scarpone on line che tratta dell'impegno dei nostri consoci nell'opera
di ripristino dei sentieri del Parco delle Cinque Terre, e in cui traspare tutto
l'impegno del CAI nei giorni dell'alluvione. Il presidente della sezione di
Spezia, Maurizio Cattani, racconta che nel periodo di massima emergenza
grazie ad alcune decine di volontari provenienti da diverse sezioni si è
potuto fornire un aiuto tempestivo ai comuni della Val di Vara sommersi dal
fango. L'opera sta continuando attraverso il ripristino dei sentieri del Parco,
renderli percorribili significa aiutare la ripresa del turismo escursionistico e
non solo. Ovvero aiutare la comunità a riprendersi dai danni dell'alluvione.
Quando c'è bisogno di aiuto la cordata del CAI è sempre presente. Per
questo mi è sembrato doveroso porre alla vostra attenzione, tra le tante
possibili, queste due testimonianze dell'impegno silenzioso dei nostri soci
e delle sezioni, per dedicare senza grandi giri di parole qualche riga a una
parte della nostra attività che ci fa onore e della quale per pudore o altro
parliamo poco. E che invece dovremmo conoscere meglio e probabilmente
far conoscere di più.
Luca Calzolari

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sommario
maggio 2012

8 24 38 52
01 > Editoriale 36  > Storie
Luca Calzolari Una vita spesa a difesa della natura alpina
03  > Sommario Roberto De Martin
05 > Guinnes? 38  > Speleologia
Niente bici sull' Everest Le nuove frontiere della speleologia subacquea
Roberto Mantovani Massimo (Max) Goldoni
06  > News 360 42  > L'articolo del socio
Quando la scalata diventa ossessione turistica
08 > Speciale cammini Mariana Zantedeschi
A piedi lungo i cammini del Belpaese 44  > Escursioni
AA. VV. Il fascino del Monte Cistella
16  > Speciale cammini Marina Morandin e Lisanna Cuccini
Segui ogni giorno Tutti in forma con il Nord Walking 48  > Mountain bike
le notizie sul CAI su Daniele Malgrati (Pre)Alpi Cozie in mountain bike
www.loscarpone.cai.it 18  > Le montagne dallo spazio Marco Lavezzo e Toni Cavallo
Mario Vianelli 52  > Portfolio
› Cantalice. 20  > Esplorazioni Piemonte, terra di pastori
Foto© Mario Vianelli L'invenzione dell'Everest Barbara Stefanelli, Giovanni e Bruna
Roberto Mantovani
montagne360°
la rivista del Club Al- maggio 2012
24  > Alpinismo 62  > Lettere
pino Italiano

Latok: l'alpinismo alla massima potenza 64  > Speleologia


Carlo Caccia 66  > Cronaca extraeuropea
30  > Arrampicare in Croazia 68  > Nuove ascensioni

maggio 2012. Rivista mensile del Club Alpino Italiano, n. 2/2012 - Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.
Anica Kuk, strapiombi da sogno in Croazia 70  > Qui cai
Luca Bridda 74  > Libri di montagna
34  > Premi 78  > Alta salute
Assegnati gli "Oscar" della montagna 79  > News dalle aziende
La scomparsa di Mario Merelli
In grotta come nell'aula scolastica
Portfolio: i portatori del Nepal la montagna
unisce

Carlo Caccia 80  > Piccoli annunci

01> Editorial; 03> Contents; 05> Records. No bike on the Everest; 01> Éditorial; 03> Au sommaire; 05> Records. Pas de vélo sur 01> Editorial; 03> Inhalt; 05> Rekorde. Kein Fahrrad auf dem Everest; 06>
06> 360° News; 08> Special Hiking. Hiking through Italy; 16> l’Everest; 06> News 360°; 08> Spécial randonnées. À pied à travers 360° News; 08> Special Wandern. Wanderungen durch das schöne Italien;
Special Hiking. Get fit with Nordic Walking; 18> Mountains from de magnifiques itinéraires en Italie; 16> Spécial randonnées. Restez 16> Special Wandern. Gut in Form mit Nordic Walking; 18> Die Berge
space; 20> Explorations. The discovery of Mount Everest; 24> en forme avec la marche nordique; 18> Les montagnes vues de vom Weltraum aus; 20> Erforschungen. Die Entdeckung des Everests;
Mountaineering. Latok: the highest level of mountaineering; 30> l'espace; 20> Explorations. La découverte du mont Everest; 24> 24> Bergsteigen. Latok: Bergsteigen auf höchstem Niveau; 30> Klettern
Climbing in Croatia. The wonderful ledges of Anica Kuk in Croatia; Alpinisme. Latok: l’alpinisme a haut niveau; 30> L’escalade en Croatie. in Kroatien. Anica Kuk, traumhafte Vorsprünge in Kroatien; 34> Preise. Die
34> Awards. “Oscar mountain awards”; 36> Stories. A whole life Anica Kuk, de magnifiques falaises en Croatie; 34> Récompenses. Les “Gebirgs-Oscars” wurden verliehen; 36> Geschichte. Ein ganzes Leben
spent defending the alpine nature; 38> Speleology. New progresses “Oscars de la montagne” sont attribués; 36> Histoires. Une vie dédiée für die Verteidigung der alpinen Natur; 38> Höhlenforschung. Die neuen
in Underwater Speleology; 42> The article of a member. When à la protection de la nature alpine; 38> Spéléologie. Les nouvelles Vorstöße in der Unterwasser-Höhlenforschung; 42> Mitgliederartikel.
mountaineering turns into a touristic phenomenon; 44> Excursions. frontières de la spéléologie sous-marine; 42> Article d'un membre. Wenn das Bergsteigen zur Touristenattraktion wird; 44> Exkursion. Der
The charming Monte Cistella; 48> Mountain biking. Crossing the Quand l’escalade devient une obsession touristique; 44> Excursions. Charme des Monte Cistella; 48> Mountain Bike. Die Cottischen Alpen mit
Cottian Pre-Alps by mountain bike; 52> Portfolio. The land of Le charme du mont Cistella; 48> VVT. Les Prè-Alpes Cottiennes en dem Mountain Bike; 52> Portfolio. Piemont, das Land der Hirten; 62>
herdsmen; 62> Letters; 64> Speleology. 66> International news; VVT; 52> Portfolio. Piémont, la terre des bergers; 62> Lettres; 64> Briefe; 64> Höhlenforschung; 66> Außereuropäische News; 68> Neue
68> New ascents; 70> CAI News; 74> Books about mountains; Spéléologie; 66> Actualité internationale; 68> Nouvelles ascensions; Besteigungen; 70> CAI News; 74> Bücher über Berge; 78> Alpin- und
78> High Altitude Medicine; 79> New products; 80> Small Adds 70> CAI News; 74> Livres sur la montagne; 78> La médecine de haute Höhenmedizin; 79> Produktneuheiten; 80> Kleinanzeigen;
altitude; 79> Nouveautés sur les produits ; 80> Petits compléments;

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guinnes?
Himalaya
Speciale cammini p. 8 Niente bici
sull'Everest
Santuario di Greccio. lungo il cammino di San Francesco
nella Valle Reatina. Foto di Mario Vianelli

Vittorio Brumotti fermato da un dispaccio del governo


nepalese. Ma Simone Moro, che lo accompagnava,
prosegue con un progetto (segreto)
di Roberto Mantovani


100% Brumotti”, al secolo Vittorio Affari suoi, qualcuno dirà. Già, ma che ci
Brumotti di Finale Ligure, classe 1980, faceva Moro con “100% Brumotti”? «Vitto-
inviato di Striscia la notizia, è un ex rio è un tipo simpatico, semplice, forse non
campione mondiale di bike trial ed è finito particolarmente colto ma molto sincero e
tre volte nel Guiness dei primati per presta- trasparente. Prima di tutto, comunque, è un
zioni sportive. È un biker spericolato, capa- atleta incredibile, lo dico sul serio: dal pun-
ce di pedalare in equilibrio sulle ringhiere to di vista muscolare, ma anche aerobico, è
dei balconi al decimo piano e fare settan- dotato di brutto».
tun saltelli sulla ruota posteriore della bici Ma com’è che i due hanno deciso di fare co-
anche sulla cima di Punta Cariddi, in Sar- munella? «Vittorio mi ha contattato a inizio
degna, 150 metri a sbalzo sul mare. Voleva anno» racconta Simone. «Ho accettato di
scendere dall’Everest con una bici da trial, accompagnarlo, e insieme abbiamo iniziato
ma non lo farà. Il Governo nepalese gli un lungo percorso di preparazione. Ma gli
ha risposto picche. Un dispaccio ufficiale ho subito spiegato che quello che lui ave-
del 30 marzo, inviato al team leader della va intenzione di fare non era affatto alpini-
spedizione (Brumotti era registrato come smo, e che sulla via normale da sud a Nord
gruppo a se stante), contrariamente agli dell’Everest in primavera non si fa alpinismo
accordi già stipulati gli consentiva in modo da parecchi anni. Da almeno due decenni,
un po’ sibillino di portare la bicicletta “solo” fino ai 7900 su quella via, ognuno cerca il proprio record persona-
Qui sopra Simone
metri del Colle Sud. Che, in altre parole, significa: sulla Moro e Vittorio le, da quello stravagante a quello più impegnativo. C’è
vetta si sale solo a piedi. E lui, ci spiegato Simone Moro Brumotti. Il tentativo stata gente che s’è portata sulla vetta il parapendio, una
via skype da Kathmandu, non se l’è sentita di essere il dell'inviato di “Striscia mazza da golf, un guanto da baseball, un sigaro cubano.
primo ad infrangere la regola, anche se questa è stata la notizia" di scendere Quest’anno Brumotti voleva portarsi la bici».
imposta a sorpresa, dopo che gli era stato assicurato che dalla vetta dell'Everest Stranezza per stranezza: nei giorni scorsi, sulla “Gazzetta
era tutto in regola, e dopo che lui aveva pagato profu- per ora è fallito. Foto© di Modena”, è apparso un altro servizio sulla spedizione
archivio Simone Moro
matamente il permesso». all’Everest. Annunciava la presenza, nel gruppo, di un
Il motivo del diniego? Una polemica, scoppiata pochi tattoist professionista che avrebbe tatuato lo showman
giorni prima: pare che un’azienda americana abbia mes- sull’Island Peak, a quota 6200. Un’infornata di nani e
so in vendita degli orologi che mostravano, incastonati ballerine per sua altezza la cima più alta del mondo?
nel quadrante, frammenti di pietre trafugate sulla cima Simone: «Non ne sapevo nulla. Ho scoperto la cosa solo
dell’Everest. Brumotti voleva salire l’Everest alla corda la mattina in cui siamo partiti da Malpensa. È un ragaz-
di Moro, che gli avrebbe fatto, da guida e usare la bici zo che ha pagato la quota del suo trekking e si è unito
a partire dal campo II fino alla vetta. Meglio: aveva in- al gruppo».
tenzione di portarsi la bici sulla schiena durante tutta Ma Moro all’Everest va a fare solo la guida? Possibile
la salita e poi impiegarla in discesa. In un’intervista al che non gli siano venute idee migliori dopo il Nanga
“Corriere”, di recente il biker ligure aveva dichiarato: «In Parbat?
montagna quasi tutto dipende dalla natura e tra la sua Simone: «Vado all’Everest per tentare qualcosa a cui
forza e la mia non c’è paragone. Io e la mia bici là sopra tengo molto. Ma non posso ancora dire nulla, devo ri-
siamo due pulci. La fatica, il fiato, il freddo, la neve, il solvere una serie di problemi burocratici. Non mi azzar-
vento, il buio, tutto diventa difficile. La natura per me è do a dire niente, prima di aver visto il permesso con i
diventata una divinità da rispettare». miei occhi…». ‹

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news 360°
Vandali in alta quota Un concorso di idee
Per 38 anni il bivacco Mario Rigatti sul Latemar, te e se ne sono perse le tracce. Quest’anno, in cui per ricostruire tre rifugi
a quota 2620, ha resistito alla neve, alla pioggia ricorre il 40° dell’inaugurazione (nella foto, l’in-
e ai fulmini, ma contro i vandali non c’è stato vito dell’epoca), la sezione di Rovereto ha deciso I rifugi Ponte di
niente da fare. di ripristinare la targa Cai. Ghiaccio (Selva dei
Un paio di estati fa, infatti, le targhe comme- La cerimonia si svolgerà il 2 settembre, alla pre- Molini/Lappago),
morative, messe dalla Fondazione Berti, dall’As- senza dei familiari di Mario Rigatti, medaglia Vittorio Veneto al
sociazione. Arma Aeronautica di Arco (TN) e dalla d’oro al valor militare dell’Aeronautica e, a suo Sasso nero (San
sezione .Scoutistica di Rovereto sono state divel- tempo presidente di sezione a Rovereto. Giovanni in Valle
Aurina) e Pio XI (Cu-
ron Venosta), la cui
proprietà è passata
dal Club Alpino Ita-
liano alla Provincia
di Bolzano, dovran-
no essere abbattuti
e ricostruiti.
Lo ha deciso la
Giunta provinciale,
affidando la pro-
gettazione ad un
concorso di idee. “In
tutto l’arco alpino
ci sono esempi in-
novativi in grado di
Addio Spreafico, uno dei fondatori
del “Ragni di Lecco” Nuova segnaletica nei Sibillini coniugare moderni-
tà, tradizione, sostenibilità e rispetto del paesaggio - ha spiegato il
Lutto nel mondo dell’alpinismo: l’8 marzo è scom- Presso la sede di Visso del Parco Nazionale dei Sibillini è presidente Luis Durnwalder - e abbiamo deciso di muoverci anche
parso Franco Spreafico, per tutti “Piccolo”. Spreafi- stata firmata la convenzione tra il Parco stesso e i Gruppi noi in questa direzione”.
co, che aveva 83 anni, era stato uno tra i fondatori Regionali Marche e Umbria del CAI per la realizzazione I costi previsti per la ricostruzione “classica” di ognuno dei tre ri-
del celebre Gruppo Ragni insieme ai fratelli Bar- di un progetto di segnaletica dei percorsi storici dell’area fugi si aggirano attorno ai 2 milioni di euro, somma che non dovrà
tesaghi, Giulio e Nino, Emilio Ratti “Topo”, Gigino protetta. Sono intervenuti per il Parco il Direttore Franco essere sforata neppure dal progetto o dai progetti che risulteranno
Amati e Gigi Vitali, collaborando anche alla proget- Perco, per il GR CAI Marche la Presidente Paola Riccio e vincitore del concorso di idee.
tazione del celebre marchio, il ragno a sette zampe. per il CAI Umbria il Presidente Stefano Notari Attraverso Entro la fine di maggio saranno resi noti i progetti vincitori. Info sul
Progettazione – come capita per le cose più belle la convenzione, di durata triennale, i tre Enti si impegna- sito della provincia di Bolzano: www.provincia.bz.it
– nata in realtà da un semplice episodio. Tita Piaz, meravigliato dallo stile no a cooperare in un progetto che prevede la segnaletica
di arrampicata di Gigi Vitali, se ne uscì con un’esclamazione: “Arrampica orizzontale, la manutenzione e il monitoraggio dei sentieri
come un ragno”! storici del parco, per mantenerne i tracciati e evitarne così
il progressivo deterioramento e la perdita del loro significa-
to storico e culturale. L’atto riveste un’importanza ancora
maggiore, se si considera che esso di fatto riavvia una
Rassegne cinematografiche - “Monti collaborazione importante tra il CAI e l’area protetta, dopo
Sorgenti”, a Lecco la 2^ edizione alcuni anni di difficoltà e di incomprensioni. Di particolare
importanza, anche da questo punto di vista, la costituzione
Dal 21 al 27 mag- di un tavolo permanente tra i soggetti firmatari (due mem-
gio si svolge a bri del Parco e rispettivamente un membro del GR Umbria e
Lecco la secon- un membro del GR Marche) per monitorare costantemente
da edizione di l’andamento dell’iniziativa, per stimolare forme ulteriori
“Monti Sorgenti”, di collaborazione e per la progettazione di altre iniziative
la rassegna cine- comuni. Prima dell’inizio dei lavori saranno organizzati
matografica de- da parte del CAI
dicata alla mon- Marche e Umbria
tagna organizzata dalla sezione Cai di Lecco “Riccardo Cassin 1874”, in quattro corsi per
collaborazione con la Fondazione Riccardo Cassin e il Gruppo Ragni della la formazione di
Grignetta. operatori, indi-
La serata inaugurale si aprirà con i festeggiamenti alla guida alpina Mario viduati sia tra gli
Panzeri e proseguirà con la proiezione in anteprima di un film/documen- operatori dall’Ente
tario di Paola Nessi. Nell’arco della settimana sono prevuste mostre foto- Parco sia tra i soci
grafiche, d’arte, incontri letterari e cinematografici. Attesa particolare per Il momento della firma della convenzione del CAI. Nelle foto dall'alto, il rifugio Vittorio Veneto, il rifugio Ponte di
la “Serata in Maglione Rosso” dedicata ai Ragni di Lecco. Ghiaccio e qui in basso il rifugio Pio XI

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speciale
cammini

A piedi lungo Il Cammino delle Abbazie


Da Subiaco a Montecassino, sulle orme di San Benedetto

i cammini del
Un unico grande sentiero segnato ed at- costeggiare un lungo tratto dell’alto corso
trezzato, lungo circa 150 km e con quasi del Fiume Aniene fino alla località di Co-
completa esclusione di strade asfaltate, che munacque (552 m). Una breve ripida salita
collega Subiaco con Montecassino, rispet- porta alla ridente località turistica degli Al-
tivamente “culla” e “capitale” del mona- tipiani di Arcinazzo (841 m).

Belpaese
chesimo occidentale. É il “Cammino delle
abbazie”, il tragitto che San Benedetto ef- 2ª tappa
fettuò tra gli anni 525-529 per recarsi da Dagli Altipiani di Arcinazzo (841 m) si sale
Subiaco a Montecassino, riscoperto, siste- leggermente sino alla Valle delle Macchie
mato e restituito agli appassionati per ri- che scende al Fontanile di Capo d’Acqua Abbazia di Santa Scolastica
percorrerlo a piedi, in bicicletta o a cavallo (745 m). Superando alcuni campi coltivati
grazie al progetto elaborato dalla sezione si risale all’Arco di Trevi (977 m). Attraver- con il Castello baronale dove nel 1244 fu
del CAI di Alatri (FR) e approvato nel 2008 sata la Srada Statale Sublacense si raggiun- imprigionato dalla famiglia S. Tommaso
dal Gruppo di Ricerca Terre Alte del Co- ge la panoramica valle di Pratalonga e poi, d’Aquino.
mitato Scientifico Centrale: “Noi del Club seguendo il tracciato di un’antica strada, la
Alpino Italiano, che da sempre pratichiamo chiesa della Madonna della Neve e quindi il 6ª tappa
l’escursionismo di montagna per pura at- centro di Guarcino (625 m). Da Monte San Giovanni Campano (438 m)
tività fisica e ricreativa, ci siamo resi con- si scende fino al fondovalle del fiume Liri.
to del grande bisogno della gente di oggi 3ª tappa Una volta attraversata la campagna di Ca-
di riscoprire il piacere di camminare nella Dal centro di Guarcino (625 m) si sale sino stelliri si giunge alla periferia della città di
natura, in un’atmosfera di riflessione e di a Vico nel Lazio (720 m), transitando per la Sora dove sorge l’Abbazia di San Domenico
solidarietà – spiega Luigi Scerrato, oggi chiesetta di Madonna del Campo e per i ru- (270 m), fondata dal Santo nel 1011 e dove
presidente del Cai Lazio - Abbiamo pensa- deri della Torre (855 m). Si attraversa poi la visse il monaco Ildebrando (divenuto poi
to, quindi, ad un “cammino” che congiun- selvaggia Valle del Rio e si raggiunge la so- Papa Gregorio VII). La tappa si conclude ad
gesse l’attività fisica alla contemplazione litaria Certosa di Trisulti (825 m), complesso Arpino (447 m).
ed alla conoscenza naturalistica, artistica di edifici fatti costruire da Papa Innocenzo
e storica”. III nel 1204. Famosa è la Farmacia risalente 7ª tappa
L'itinerario, che si sviluppa in nove tappe, al sec. XVI, affrescata da Filippo Balbi e con Si sale al borgo di Civitavecchia (627 m) e
collega tra loro 7 importanti monumenti una raccolta di suppellettili originari. Dalla poi, con importanti resti storici di età pre-
religiosi: Santa Scolastica e Sacro Speco a Certosa, percorrendo un’antica mulattiera romana e romana come le mura poligonali,
Subiaco, Certosa di Trisulti, Badia di San citata anche da Gregorovius, si giunge alla la Torre di Cicerone e la famosa porta a se-
Sebastiano ad Alatri, Abbazia di Casamari, chiesa della SS. Trinità e quindi al paesino sto acuto, costruita con grossi massi tagliati
Abbazia di San Domenico a Sora, Abbazia di Collepardo (586 m). obliquamente. Raggiunta contrada Colle
di Montecassino. della Volpe, si prosegue nella Val di Comi-
4ª tappa no, superando l’altura de Il Monte (690 m)
Da Collepardo (586 m), dopo essere scesi per scendere poi a Casalvieri (380 m).
nella valle del torrente Cosa in prossimità
delle Grotte Regina Margherita, si raggiun- 8ª tappa
ge l’area dei Monti Maggiori di Alatri e si Da Casalvieri (380 m) si scende per attra-
giunge poi alla storica Badia di San Seba- versare il fiume Melfa per poi salire abba-
stiano (459 m). Qualche chilometro a mez- stanza ripidamente al paesino di Casalattico
za costa tra gli ulivi delle colline ciociare e quindi all’abitato di Montattico. Da qui si
e, attraversando il suggestivo Borgo di San continua per l’inizio del Vallone Erta che si
Lo diceva già Leonardo Da Vinci, mezzo millennio fa o Lungo l'Etruscan “sana” fatica fisica, adattamento del corpo ai ritmi im- Leucio, si giunge a Veroli (594 m). abbandona per continuare la salita sino ai
Trail, da Capraia a Casalattico (FR)
giù di lì: “Raro cade chi ben cammina”. Poco importa posti dal proprio passo, riscoperta della lentezza, dei ter- 1104 m di Monte Occhio, scendendo poi al
che l'aforisma si riferisse ai suoi studi di anatomia o Marzabotto. ritori, del piacere del dialogo con i compagni viandanti. 5ª tappa paesino di Colle San Magno (560 m).
Foto© Gianfranco
alla postura. I 'cammini', in questi anni, si sono letteralmente molti- 1ª tappa Si cammina per stradine di campagna, tra
Bracci
Quel che a noi piace, è il fatto che il messaggio si adatta plicati in Italia. Si parte alle porte della cittadina di Subia- le colline di quello che fu il confine tra Sta- 9ª tappa
benissimo anche all'aspetto – per così dire – ideale: il I più celebri e documentati sono stati affiancati da nuovi co, nel territorio del Parco Regionale dei to Pontificio e Regno delle Due Sicilie. Il Ci si incammina in direzione di Villa Santa
cammino, inteso sia come gesto fisico, sia come meta- percorsi, quasi sempre collinari, spesso tematici e lega- Simbruini, dai ruderi della Villa di Nerone momento centrale del percorso, scendendo Lucia. In costante leggera salita si superano
fora di un percorso interiore, è un ottimo esercizio per ti alle caratteristiche dei luoghi attraversati. Su queste (453 m) per salire fino al Monastero di San- da Veroli (594 m) e superata la frazione di antichi casali rurali e la piccola panoramica
le nostre vite. pagine vengono segnalate alcune tra le moltissime pos- ta Scolastica (l’unico rimasto dei 12 o 13 Colleberardi, è la visita della Abbazia di Ca- cima del Pizzo Corno (945 m). In discesa si
E i 'cammini', che si tratti delle celeberrime Alte Vie sibilità di mettere lo zaino in spalla e partire per alcuni fondati originariamente da San Benedetto samari (290 m). Interessante anche Monte raggiunge il Pozzo di S. Lucia e quindi, su-
Dolomitiche, come dei percorsi dei pellegrini (via Fran- giorni, con l'augurio (citando Leonardo), che per tutti sia nella zona, vi fu costruita nel 1461 la pri- San Giovanni Campano (438 m), una del- perando Colle Sant’Angelo e la Masseria Al-
cigena, ad esempio), garantiscono la sintesi di tutto ciò: un “ben camminare”. ma tipografia italiana. Si scende quindi per le più guarnite antiche fortezze del Lazio, baneta, l’Abbazia di Montecassino (516 m).

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speciale › cammini

In Valsesia, lungo i luoghi della montagna “salvata” della Capanna Vincent del Colle Superiore ogni anno dedicato a emergenze pittoriche rantesimo di attività, è stata programmata
Da quarant'anni i "fabbricieri" della Sezione di Varallo al lavoro sui sentieri dell'arte delle Pisse sul Monte Rosa. E sono ormai o architettoniche lungo i sentieri, assegnan- per l’8 giugno una serata presso il teatro del-
complessivamente una novantina quelli che do il premio al fabbriciere di montagna per la Pro Loco di Borgosesia, che prevede la pre-
di Roberto Serafin sono stati effettuati nelle valli Mastallone, ringraziare ufficialmente quelle persone che sentazione del nuovo DVD dedicato alle mol-
Sermenza, Val Grande, dove la commissione silenziosamente si prendono cura degli ora- teplici attività e la presentazione dei nuovi
scalinata, forno, loggiati in legno, meridiane, Ed è così che da quarant’anni un gruppo fedele ha agito da esempio e da sprone ottenendo tori sperduti o poco frequentati. libretti-guide tascabili in versione francese,
campanili. Successivamente si sono privilegiate e consolidato di soci in alcuni weekend, accan- che anche altre associazioni e gruppi di per- Anche quest’anno è stato stilato un calen- inglese, tedesca. Parallelamente negli stessi
le cappellette, e i piloni votivi per proteggerne tonati gli abiti di lavoro, si trasformano, sotto sone si impegnassero in altrettanti restauri. dario con i vari appuntamenti, il primo dei locali verrà allestita la mostra relativa ai la-
gli affreschi, spesso destinati alla rovina. la guida di esperti muratori, in carpentieri, ma- Negli anni Novanta la commissione ha pun- quali ha visto i volontari della commissio- vori e ai sentieri dell’arte, che rimarrà aperta
Ma non è tutto. La commissione della Sezione novali, semplici collaboratori, in una continua tato non solo a conservare, ma anche a far ne provvedere al restauro della tomba della al pubblico anche sabato e domenica, giorno
di Varallo nata nel 1887 come “succursale” del e generosa lotta per sottrarre al degrado alcu- conoscere le bellezze artistiche e ambien- giovane alpinista Luigina Resegotti, in me- in cui si terrà la Giornata dell’arte sul sen-
CAI, seconda nell’arco alpino (oggi presieduta ne preziose testimonianze della nostra cultura tali, individuando e segnalando, attraverso moria della quale la famiglia ha affidato al tiero Rossa - Alpe Sull’Oro, percorso scelto
da Carlo Raiteri, figlio di Ovidio), svolge sotto la e della nostra tradizione, che non devono esse- la stampa di apposite guide tascabili, una CAI Varallo l’omonima capanna sul Monte perché la meta è il luogo in cui è stato ef-
guida di Silvano Pitto anche un’intensa attività re perdute, inghiottite dal tempo. decina di Sentieri dell’arte, organizzando Rosa. Nel periodo estivo sono previsti altri fettuato il primo intervento nel luglio 1973.
Sentiero dell'arte - Alta via dei Walser di divulgazione con visite guidate, pubblicazio- Nel tempo la Commissione ha indirizzato la sua l’annuale Giornata dell’arte sui monti della interventi di consolidamento murario in due Gli appuntamenti ufficiali si concluderanno
ni, mostre, produzione di documentari. “Nessu- attenzione soprattutto sugli edifici di caratte- Valsesia e le visite estive, allestendo una mo- cappelle (uno nel Comune di Piode e l’altro in autunno con l’assegnazione del Premio al
Fu tra i primi delegati del Soccorso alpino, un no costruisce da solo una cattedrale: se è uscito re religioso, avendo preso atto che in Valsesia, stra itinerante, producendo un poster arte di Rima). In particolare, per celebrare il qua- Fabbriciere 2012.
“padre” in assoluto di questa attività che ono- qualcosa di buono e di grande da questi anni lungo i sentieri montani, sono innumerevoli
ra il Club Alpino Italiano e l’alpinismo nel suo di soccorso alpino e di attività culturale, il me- le chiesette, gli oratori, le cappellette, i piloni
insieme. Ma non è soltanto per questo deter-
minante contributo offerto alla società che
rito riguarda tutti noi valesiani”, osserva Raiteri
trincerandosi dietro la sua innata modestia.
votivi con un’età di costruzione o di ristruttu-
razione compresa tra la fine del Quattrocento
Etruscan trail
il valsesiano Ovidio Raiteri passerà o forse è La vallata è piena di opere d’arte collegate da e l’inizio del Novecento bisognosi di interventi Dall'Arno al Reno un “river to river” sulle tracce della via etrusca
già passato alla storia. Il suo caso riguarda un una fitta rete di sentieri che Raiteri invita a conservativi per salvaguardare tele, affreschi,
curioso fenomeno d’intercambiabilità. Dopo percorrere perché la memoria non vada per- sculture, un patrimonio artisticamente molto allora, esistenti anche adesso, vuole rivitaliz- sua bellissima zona etrusca di Kainua.
avere fato la sua parte come soccorritore de- duta. D’altronde tra queste montagne anche importante che è diventato prioritario nel pro- zare un connubio antico di 2500 anni relati- Lungo questa direttrice passavano merci pre-
streggiandosi tra corde, barelle e carte bolla- il turismo religioso rappresenta una voce im- grammare i lavori. vo all'antica strada, sottolineato anche dalla giate, notizie, tecnologie, che hanno contribu-
te, scaduti i tempi del suo impegno, Raiteri ha portante di un bilancio attivo grazie al Sacro “A questo proposito va osservato”, precisa il pianta della casa principale della città etrusca ito a formare la cultura che è alla base della
scelto di dedicarsi a un diverso genere di salva- Monte di Varallo, il più antico sacro monte pie- presidente Pitto, “che la commissione, compo- di Montereggi definita "del tipo Marzabotto" e civiltà europea.
taggi. Nel 1972 ebbe l’idea di coinvolgere un montese, con oltre 500 anni di vita, oggi patri- sta da volontari, non ha competenze né fondi da molti altri reperti archeologici visibili lungo
gruppo di alpinisti in un’attività di salvaguardia monio dell’umanità, famoso nel mondo come per interventi di restauro pittorico o di con- il percorso. Da Montereggi (Capraia e Limite
del ricchissimo patrimonio storico, artistico e una "nuova Gerusalemme". sull’Arno) ad Artimino, passando per Comea-
religioso presente negli alpeggi e nelle frazioni Sulla scorta di questa filosofia enunciata da na, si scenderà alla città etrusca sul Bisenzio di
alte della Valsesia. Nacque così la commissione Raiteri è stato nel 1973 elaborato il Manifesto Gonfienti (Prato – vedi la magnifica statuetta
“Montagna antica, montagna da salvare” che programmatico con cui la Commissione “Mon- L'abitato di Kainua, ora Marzabotto dell’Offerente presente al British Museum di
nel 2012 festeggia il suo quarantesimo com- tagna antica, montagna da salvare” chiamava Londra) per poi prendere la nota pista ciclo-
pleanno, impegnata sotto l’egida della Sezione a raccolta i primi volontari. “Il Club Alpino ita- pedonale che conduce nella Val di Bisenzio.
di Varallo del Club alpino a valorizzare, attra- liano”, vi si legge, “fedele allo spirito del suo Dalla città etrusca di Montereggi (Capraia e Li- Arrivati nei pressi del Rio Buti si comincerà a
verso la divulgazione, le opere salvaguardate o statuto e sensibile ai richiami di molti suoi soci, mite) un trekking per raggiungere in 6 giorni camminare seguendo i segnavia del CAI Prato
comunque presenti sul territorio e meritevoli affinché vengano conservati quali ideali com- Marzabotto, passando per monti e boschi, alla n° 42, per raggiungere il Monte Maggiore della
di attenzione da parte degli escursionisti. ponenti del paesaggio alpino quelle antiche ricerca della strada etrusca più antica d'Italia. Calvana (916 m) dal quale poi, lungo il sentie- Lungo la Flaminia Minor
Il seme gettato dal vecchio dottor Raiteri, rap- opere dell’uomo quali baite, casere, oratori, Giornata dell'arte a Selveglio Un trekking "river to river", dall'Arno al Reno ro panoramico varcare l’Appennino al passo di
presentante di commercio in pensione inna- e cappellette che rivestono rilevante valore per collegare questi due punti nodali della Montepiano e giungere al Lago di Brasimone. Una possibilità di percorrere questo cammino
morato della sua Valsesia, ha evidentemente artistico e artigianale e che, essendo poste in servazione degli affreschi, ma provvede al re- strada denominata "Via etrusca del ferro", che Poi nella frazione di Stanco (Grizzana Moran- con le guide la offre Appennino Slow, che il 5
dato frutti prelibati. Oggi sono ormai una no- località di montagna sono raggiungibili solo stauro conservativo degli edifici garantendo la nell'antichità serviva per il trasporto del ferro di), a pochi passi da Monteacuto Ragazza (vedi giugno organizza il trekking a partire da
vantina gli interventi di restauro conservativo con alcune ore di marcia, indìce una giornata solidità della struttura muraria, intervenendo dell’isola d’Elba da Pisa a Spina sull’Adriatico. statuetta dell' Offerente presente al Museo Ci- Montereggi, secondo questo calendario:
su opere murarie e sulle zone di rispetto, che di lavoro…”. nella revisione totale o parziale dei tetti in be- Con questo evento di “movimento lento” si vico di Bologna) ed infine Marzabotto con la ›› 5 giugno Montereggi (Capraia e Limite) -
spaziano territorialmente dall’oratorio di San ole, nell’eventuale rinnovo delle travature, nel vuole dimostrare l'ipotesi dello storico greco Artimino - Prato ore 4.30
Quirico a Bettole di Borgosesia (la cosiddetta rifacimento dell’intonaco, nel disboscamento Scilace di Carianda (IV sec. a.C.) il quale con- ›› 6 giugno Prato - Montecuccoli (Calvana)
“porta della Valsesia”) alla Capanna Vincent e nella sistemazione dell’area di rispetto, nella tava i famosi "3 giorni impiegati dai Tirreni per ore 6.30
(3150m) del Colle Superiore delle Pisse sul rimozione di terriccio accumulatosi nel tem- andare da Pisa a Spina" ipotizzando che po- ›› 7 giugno Montecuccoli - Montepiano ore
Monte Rosa. Un’opera di “salvataggio” prezio- po sul retro e ai fianchi, causa frequente di tessero essere contati partendo da un possibile 5.00
sa, oggi ritenuta indispensabile. Perché i manu- umidità e conseguente deperimento delle parti porto sull'Arno (Montereggi) ad un secondo ›› 8 giugno Montepiano - Lago del Brasimone
fatti di cui i volontari del CAI si sono presi cura pittoriche”. scalo che fosse, probabilmente, sul Reno, ap- ore 3.15
sono come esseri viventi, creature bisognose di In tutti questi anni gli interventi di restauro punto a Marzabotto. In questo caso i trekkers ›› 9 giugno Brasimone - Stanco ore 6.00
cure. Raccontano di gente che in montagna conservativo hanno spaziato territorialmente impiegheranno 6 giorni di viaggio a piedi, e ›› 10 giugno Stanco - Grizzana Morandi -
ha vissuto e sofferto. Nei primi anni sono stati dall’oratorio di Santa Maria, al ponte di San non tre, come sicuramente facevano gli etru- Marzabotto (Kainua) ore 6.30
recuperati manufatti di varia tipologia: tetti in Quirico alle porte di Borgosesia, o alle cappel- schi camminando da mattina a sera. info@appenninoslow.it
Sentiero dell'Arte Ronchi di Boccioleto: San Lorenzo Ammirando il cammino estrusco - romano
beole, in coppi, a paglia, mulino, abbeveratoio, le della Via Crucis di Vanzone, fino ai 3150 m Questo gemellaggio fra le città etrusche di www.appenninoslow.it

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speciale › cammini

Il cammino di San Francesco nella valle reatina larmente i luoghi isolati e rocciosi; qui era anche se con dislivelli modesti; le salite più valle del Nera: le sue acque ricche di calcare
80 km tra eremi e monasteri solito ritirarsi in preghiera nel soprastante impegnative sono quelle che portano ai pae- avevano infatti creato una sorta di diga di tra-
Sacro Speco, dove oggi si trova una chiesetta si di Poggio Bustone e Cantalice. vertino in lento ma costante accrescimento
Testo e foto di Mario Vianelli incastonata nella roccia. Da Poggio Bustone Stagione consigliata: da aprile a ottobre; da che ostacolava il deflusso e che nel corso dei
si può visitare, con circa 3 ore di cammino, evitare i periodi più caldi. millenni provocò un graduale innalzamento
vivente e durante una quaresima di ritiro fu nato Ordine di lì a poco approvato da papa il cosiddetto Faggio di San Francesco, gigan- Segnaletica: frequenti tabelle in legno e me- del bacino reatino rispetto alla piana di Terni.
redatta la Regola che avrebbe guidato l’Or- Onorio III. tesca pianta dalle ramificazioni contorte, talliche; l'orientamento è sempre evidente. Il primo tentativo di bonifica idraulica, per re-
dine da lui fondato. Il cammino prosegue ai margini meridiona- mentre gli escursionisti più allenati possono Indirizzi utili: Ufficio centrale del Cammino cuperare i fertili terreni agricoli del fondoval-
Dal 2003 il Cammino di Francesco offre li della conca fino al paese di Contigliano, affrontare la lunghissima salita che porta a di Francesco presso la sede dell'APT di Rie- le e per regimare le acque, fu effettuato dai
l’occasione di conoscere la conca reatina arroccato alla sommità di un colle da cui si Pian de' Valli, ai piedi della cresta sommitale ti - Via Cintia, 87, 02100 Rieti, tel. 0746 Romani nel 271 a. C. con il taglio della Cava
percorrendola a piedi, con la lentezza e l’at- domina tutta la piana di Rieti distesa ai pie- del Terminillo. Dopo Poggio Bustone il per- 201146, fax 0746 270446 Curiana, un canale artificiale che superava lo
tenzione che questi luoghi straordinari meri- di del Terminillo. Dopo i massicci edifici che corso ritorna collinare correndo sul fianco www.camminodifrancesco.it sbarramento consentendo il deflusso. Opera
tano. L’itinerario è lungo circa 80 chilometri furono dell'antica abbazia di San Pastore si orientale della conca fino a Cantalice, splen- notevole per quei tempi, che però risolse il
e congiunge i principali luoghi francescani attraversa il paese di Greccio e poco dopo dido borgo che si risale con una lunghissima problema soltanto temporaneamente. Nel me-
con un ampio anello ed alcune diramazio- si arriva all'omonimo santuario, incastra- scalinata. Da lì si continua su una dorsale dioevo, infatti, per la mancata manutenzione
Presso Greccio ni che consentono di visitare i dintorni. Fra to in una parete di calcare nel luogo dove che domina l'amena campagna fino a scen- del canale e la deposizione di nuovi sedimenti,
Poggio Bustone e Rieti il percorso coincide si trovava un eremo rupestre prediletto da dere nei boschi di una piccola valle che porta tutta la parte occidentale della conca era nuo-
Nonostante i problemi di salute che lo afflis- con quello della cosiddetta Via Francigena Francesco. Qui, in occasione del Natale del al santuario della Foresta, ultima tappa della vamente acquitrinosa, se non allagata come
sero San Francesco fu un infaticabile viag- di San Francesco (o “Via di Roma”), lun- 1223, fu allestita in una grotta la rievoca- geografia francescana reatina. Qui il santo avveniva durante le frequenti piene; lo stesso
giatore che spinse i suoi passi fino in Terra- go “cammino della fede” che va da Assisi zione vivente della nascita di Cristo: fu l'atto soggiornò a lungo nel 1225, un anno prima San Francesco era costretto a raggiungere in
santa e a Santiago de Compostela. Anche se a Roma, e che prosegue a nord fino a La di nascita della tradizione del presepe, una della morte, durante la convalescenza per barca le località che sarebbero divenute im-
a volte usò imbarcazioni e anche un asinello Verna, in parte sovrapponendosi a percorsi delle più radicate della devozione popolare un'operazione agli occhi durante la quale, portanti santuari. Dopo vari tentativi, come lo
per aiutarsi negli ultimi anni, il santo viag- simili che sono proliferati negli ultimi anni. cristiana. secondo una delle tradizioni, dettò ad un Poggio Bustone scavo della Cava Paolina del 1547, l'idrografia
giava prevalentemente a piedi, usando quel L’itinerario a piedi richiede 3-4 giorni e con Scendendo su strada asfaltata si raggiunge suo confratello il Cantico delle creature. La reatina fu sistemata in modo definitivo soltan-
cavallo di San Francesco che era la normale qualche deviazione è possibile affrontarlo il fondo della conca vicino alla stazione di periferia di Rieti è ormai vicina: un’ultima › Il Lacus Velinus to nel 1596 con il taglio della Cava Clementi-
forma di spostamento per le classi meno ab- anche in mountain-bike; i pellegrini possono Greccio, da dove è possibile fare ritorno a Ri- camminata e l’anello si chiude. I laghi Lungo, di Ripasottile e il vicino e più na, che portò le acque del Velino a superare il
bienti. Era un viaggiare umile e lento ma dotarsi - in tutti i santuari e presso l'APT di eti col treno. Chi invece abbia intenzione di Punto di partenza e di arrivo: Rieti, lungo la vasto lago di Piediluco sono ciò che resta del gradino vallivo nella spettacolare cascata delle
assai efficace: un passo dopo l'altro lo portò Rieti - di un “passaporto” che va timbrato effettuare l'intero Cammino deve affrontare linea ferroviaria Terni-L'Aquila. Lacus Velinus, specchio d’acqua che in passa- Marmore, che possiamo ancora oggi ammirare
in ogni angolo dell'Italia centrale per porta- ad ogni tappa. Il cammino unisce il fascino Lunghezza: 80 chilometri. to occupava gran parte della conca reatina. nella sistemazione a balzi successivi che gli die-
re il suo messaggio di fratellanza e di carità dello scenario naturale, dominato dalla mole Altimetria: il cammino si mantiene ai bordi L’origine del bacino derivava dalle difficoltà de l’architetto Andrea Vici nel 1787 per frenare
cristiana, ma anche per cercare la tanto de- calcarea del Terminillo, all’emozionante in- della conca con salite e discese frequenti, del fiume Velino nel confluire nella sottostante l’impeto delle acque.
siderata solitudine di eremi e di monasteri contro con luoghi sacri carichi di memoria
lontani dalle vicende del mondo. Fra i luoghi e di tensioni mistiche; gli antichi paesi ag-
da lui prediletti vi furono Rieti e diverse lo-
calità disseminate ai bordi della piana rea-
grappati alle pendici dei monti, ben lontano
dalla piana un tempo paludosa, e la varietà
In viaggio con i Celti
tina, che in quei tempi era in buona parte del paesaggio agrario concorrono a formare Sull'Appennino bolognese un'emozione che dura da 2400 anni
paludosa e soggetta al capriccio delle acque. un quadro di rara e serena bellezza. Purtrop-
Fonte Colombo, Greccio, Poggio Bustone e po il percorso ha caratteristiche piuttosto co-naturalistica di Monte Bibele l’elemento saranno guidati da esperte guide che cono-
la Foresta sono tappe importanti della geo- discontinue, con mulattiere panoramiche e forte sul quale far ruotare diverse attività di scono bene il territorio e che forniranno ai
ameni sentieri nel bosco alternati a strade Cantalice promozione. partecipanti conoscenze di carattere sto-
asfaltate decisamente monotone. rico, ambientale e culturale per arricchi-
Si può iniziare il Cammino dalla stazione il tratto più monotono e meno “escursioni- Infatti l’insediamento del Bibele, con il suo re il viaggio. Quindi a piedi ed in MTB alla
di Rieti, ma per evitare il monotono tratto stico” del percorso: l’interminabile traversata abitato, le aree sacre e le oltre 150 sepolture riscoperta dei luoghi dove Celti ed Etruschi
urbano conviene raggiungere i margini me- della piana, interamente su asfalto e con una della necropoli, ha arricchito profondamente convivevano pacificamente. Un mix di sto-
ridionali della conca, in località Case San Be- lunga deviazione (che si potrebbe evitare il panorama delle scoperte relative a Celti e ria, enogastronomia, racconti, si intrecciano
nedetto, con l'autobus che parte da piazza con la costruzione di una passerella pedo- Italici in area appenninica. Il materiale rin- per offrire ai partecipanti uno spaccato di un
Cavour, presso il Ponte Romano che scavalca nale) per raggiungere in ponte sul Velino. Fra venuto in occasione della campagna di scavi territorio in grado di emozionare. Sono pre-
la limpida corrente del fiume Velino, bellissi- campi solitari e rari casolari si attraversa la è esposto presso il Museo Fantini di Mon- visti incontri sui luoghi (scavi o monumenti)
mo corso d’acqua alimentato da grandi sor- Riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasot- terenzio, la cui valenza scientifica è sanci- con esperti del Dipartimento di Archeologia
genti carsiche. Il percorso è ben segnalato e tile, purtroppo invisibili se non compiendo ta dal gemellaggio con il centro francese di dell’Università di Bologna e racconti di per-
Santuario della Foresta sale ripidamente fino al santuario di Fonte deviazioni; l'itinerario si dirige invece verso Un elmo celtico Glux-en-Glenne, l’antica capitale degli Edui sonaggi che hanno contribuito alla scoperta
Colombo, anticipato da cappelle sparse nel Poggio Bustone, paese aggrappato alle pen- meglio nota come Bibracte. di Monte Bibele.
grafia francescana, tanto che la conca reati- bosco di grandi lecci; un viottolo selciato dici del Monte Rosato, che si raggiunge con Dal 5 all’8 luglio 2012 si svolgerà sull’Ap- La scelta di realizzare l’evento il secondo
na è conosciuta anche come la Valle Santa. scende al Sacro Speco, fenditura nella roccia una ripida salita. pennino Bolognese l’evento “In viaggio con L’idea di effettuare un evento lento itine- week end di luglio consente di far vivere ai
Qui Francesco venne a ritirarsi in preghiera dove, secondo la tradizione, San Francesco si Poggio Bustone merita sicuramente una so- i Celti”. L’evento ha come fulcro i Celti, del rante sul tema dei Celti d’Italia diventa uno partecipanti la festa “i Fuochi di Taranis” che
e in contemplazione della natura, ma anche ritirò nel 1223 per quaranta giorni di digiu- sta: l'odierno santuario, con la bella chiesa loro insediamento nella valle dell’Idice con strumento di promozione di questo territo- si svolgerà a Monterenzio nei due weekend
a predicare e a curarsi; qui nacque l'idea di no e di preghiera durante i quali elaborò la di San Giacomo, fu la prima residenza nella l’obiettivo di valorizzare tutto un territorio rio, ricco di storia. Due le modalità lente: a del 29-30 giugno e 1 luglio e il 6-7-8 luglio,
rappresentare la Natività nel primo presepe “Regola Bollata”, corpo normativo del neo- Vallesanta di Francesco che amava partico- limitrofo identificando nell’area archeologi- piedi ed in mountain bike. Entrambi i gruppi nell'ambito di un campo celtico allestito

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speciale › cammini

esattamente come 2.400 anni fa. La festa è


giunta alla sua settima edizione e porta sul
Ca’ del Vento - Monte Cuccoli.
Cena in agriturismo e pernottamento.
rita, Villa Cassarini) e conclusione con la vi-
sita guidata al Museo Civico Archeologico.
La Rigantoca, 43 km per
territorio molti appassionati della storia an- Sabato 7 luglio Saluti ai partecipanti. salire il monte dei genovesi
tica che possono quindi vivere “con lentezza” Dopo la colazione partenza proseguendo
un luogo fuori dalle grandi direttrici del tu- sulla Flaminia Minor arrivo a Monterenzio Ulteriori informazioni e scheda di partecipa-
di Giuseppe Ferrari
rismo, ma non inferiore a nessuno quanto a Vecchia e visita agli scavi con esperti arche- zione le trovate sul sito
fascino e bellezza. ologi. Nel pomeriggio arrivo a Monterenzio www.appenninoslow.it La Rigantoca è una
, partecipazione alla festa celtica “I fuochi tel. 051.6527743 - info@appenninoslow.it marcia in montagna,
PROGRAMMA TREKKING di Taranis” e visita guidata al Museo Fantini. non competitiva, che
Giovedì 5 luglio Cena con menù celtico e prodotti biologici ogni anno, dall’ormai
Ritrovo dei partecipanti a Ozzano Emilia e del territorio. Accensione del grande fuoco lontano 2000, il CAI
visita agli scavi della insediamento romano sacro e pernottamento nel campo allestito di Sampierdarena
di Claterna, dai gruppi storici in costume d’epoca. (Ge) organizza la se-
Partenza dei trekker seguendo il sentiero CAI conda domenica di
801. Arrivo al centro visita Villa Torre, cena e Domenica 8 luglio giugno; il percorso di Panorama dalla vetta
pernottamento Colazione e partenza in bus per la visita 43 km con dislivello
guidata a Monte Bibele. Pranzo in loco. Nel di circa 1.950 m. in salita e 1.200 m. in discesa è adatto ad alle-
Venerdì 6 luglio pomeriggio trasferimento in pullman a Bo- nati marciatori. Il nome deriva delle lettere iniziali delle principali
Dopo la colazione, partenza lungo la Flami- logna per il “trekking dei luoghi della Felsina località del percorso: Righi (la partenza, località sulle alture di Ge-
Museo Fantini
nia Minor. Nel pomeriggio arrivo in località etrusca” (Via Paolo Fabbri, Giardini Marghe- nova), Antola (la vetta da raggiungere), Caprile (l’arrivo, ridente
paesino sotto il M. Antola): Rig..Anta. Il logo di questa marcia ne
racchiude il nome in uno strano ghirigoro che altro non è che il
profilo altimetrico del percorso, con una piccola croce sul vertice
superiore ( l’Antola) a ricordare quella che accoglie chi giunge in
vetta; il contorno è tracciato con tre colori: il verde richiama quel-
Da Barbiana a Monte Sole lo dei prati dell’Antola nel mese di giugno, il rosso e il giallo, con
Un trekking sui luoghi di don Milani e don Dossetti il bianco dello sfondo, sono i colori dei narcisi che lì fioriscono.
Queste le notizie tecniche e le curiosità di questa marcia che non
tutti sanno; come non tutti sanno che dietro ad essa c’è una sto-
1 - Vicchio – Barbiana – Tamburino mitero Germanico al Passo della Futa, Il Pas- ria di pura passione per la montagna, impegno, fatica e tenacia
Dislivelli: + 650 seggere di coloro che per primi l’hanno tentata per poi proporla in forma
Tempo: 3/4 ore collettiva, storia che si può gustare per intero nello scritto “Non
Tema della tappa: Nei luoghi di don Lorenzo 6 - Madonna dei Fornelli – Il Poggiolo tutti sanno che..” pubblicato sul sito www.caisampierdarena.it .
Milani Dislivelli: + 750 - 700 Il percorso dal Righi risale la costiera tra le valli Bisagno e Pol-
Tempo: 5/6 ore cevera , si tuffa a
2 - Tamburino - Olmo Tema della tappa: Monte Sole - don Dosset- picco in Valle Scrivia
Dislivelli: + 700 - 700 ti, La Costituzione (Avosso), si inerpica
Tempo: 5/6 ore 7 - Il Poggiolo – Marzabotto lungo i bellissimi,
Tratto della Barbiana Monte Sole Tema della tappa: Il crinale di Monte Giovi, Dislivelli: + 300- 700 variegati, boscosi, a
la Resistenza, La Sieve Tempo: 4 ore tratti ripidi sentie-
Tema della tappa: Monte Caprara, Casaglia, ri appenninici fino
Una settimana di trekking da Barbiana a 3 - Olmo – S.Piero a Sieve S. Martino, i luoghi della memoria all’Antola e, dopo
Monte Sole, ad unire simbolicamente i luo- Dislivelli: + 720 - 1000 quasi 39 km, l’inter-
ghi in cui operarono don Milani e don Dos- Tempo: 6/7 ore Dal 28 maggio al 3 giugno è possibile effet- minabile discesa su
Il lago del Brugneto
setti, emblematica per i temi della guera, Luoghi attraversati - Monte Senario, Buon- tuare il percorso con una guida. Caprile esaurisce le
della Costituzione e della scuola solo per ci- sollazzo, Trebbio residue energie dei
tare quelli più immediati. Un tratto dell'Ap- Per informazioni: info@appenninoslow.it marciatori.
pennino Tosco-Emiliano, insomma, che fu 4 - S.Piero a Sieve – Monte di Fò La marcia nelle passate undici edizioni ha esaltato, intimorito
barriera, ma anche ponte, tra diverse culture. Dislivelli: + 1280 - 720 prima della partenza, fatto sudare e faticare sul percorso tan-
Come in tutti i cammini, anche questo può Tempo: 8 ore ti escursionisti, intimamente orgogliosi poi di essere giunti alla
essere organizzato attraverso un numero di Luoghi attraversati - Schifanoia, Bosco ai meta; si è svolta con ogni tempo, la partecipazione ha avuto
tappe che sia in linea con le proprie condi- Frati, S. Agata, Panna alterne fortune, ma La Rigantoca è sempre lì, con il suo fascino
zioni di allenamento. che coinvolge coloro che la organizzano, Quelli che si allenano
In ogni caso, si tratta di un percorso che non 5 - Monte di Fò – Madonna dei For- per “viverla”, ed anche Quelli a cui i propri sopraggiunti limiti la
presenta difficoltà. Indicativamente, può nelli fanno rimpiangere; tutti costoro, ogni anno attendono la nuova
essere quindi diviso in sette tappe, con le Dislivelli: + 900 - 870 edizione.
seguenti caratteristiche di percorrenza e di Tempo: 8/9 ore La Rigantoca invita domenica 10 giugno 2012 vecchi e nuovi
In vetta a Monte Sole
interesse storico-culturale: Luoghi attraversati - Flaminia Militare, Ci- amici per affrontare la sua dodicesima edizione.

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speciale
cammini › salute

Tutti in forma con il


Nordic Walking
Ecco i vantaggi dei movimenti coordinati di arti superiori,
tronco e arti inferiori
di Daniele Malgrati › Commissione Centrale Medica CAI

N
on si può più ignorare che l’attività fisica sia un del cammino naturale sia nell’ampiezza del passo sia
elemento fondamentale nello stile di vita salu- nella dinamica della fase di spinta. Gli arti superiori
tare delle persone, soprattutto se integrata come completano la spinta posteriore con i bastoncini non
momento indispensabile nelle abitudini quotidiane. più utilizzati solo in appoggio ma come componente
Raccomandazione dell’O.M.S. (Organizzazione Mon- attiva dell’azione di propulsione e anti-gravitaria,
diale della Sanità) è praticare attività fisica come cam- favorendo l’avanzamento e l’alleggerimento del
minare o andare in bicicletta 30 minuti al giorno, non peso del corpo, a tutto vantaggio delle artico-
meno di tre volte alla settimana. lazioni degli arti inferiori e della colonna
Anche il cammino, come ogni forma di esercizio fi- vertebrale e con la diminuzione dello stress
sico, è stato studiato in tutte le sue caratteristiche, per i muscoli della schiena.
cinematiche, biomeccaniche, energetiche ma, per I movimenti coordinati di arti superiori,
quanto ciascuno di noi, sia pure con qualche dif- tronco e arti inferiori favoriscono mecca-
ferenza, sia un buon interprete di questa forma nicamente una decontrazione sia del tratto
di locomozione geneticamente determina- cervicale sia dorso-lombare del rachide.
ta e tipica della nostra specie, esistono Il gesto, opportunamente allenato, diventa
delle ottimizzazioni nell’interpretare più dinamico e meno gravoso e quindi più
il gesto del camminare in grado di redditizio (con la stessa fatica si procede
renderlo meccanicamente più ef- più velocemente). Il risultato è un lavo-
ficace, metabolicamente più al- ro più allenante a livello cardiocircola-
lenante, fisicamente completo, torio e respiratorio ma con minore stress
coinvolgendo nell’atto propulsivo non meccanico.
solo, come è ovvio, gli arti inferiori ma anche gli arti Il Nordic Walking risale Questo esercizio, introdotto con opportuna gradualità,
superiori. agli anni '30. è utilizzato in ambito di terapia riabilitativa anche nel
Da non molti anni in Italia si sente parlare di una “nuo- L'immagine è tratta cardiopatico.
va” disciplina, il Nordic Walking, che se ci ha fatto dal sito della Scuola Se pensiamo a quanta rigidità induce una giornata in
sorridere ci ha anche incuriosito nella sua pretesa di Italiana Nordic Walking montagna che si traduce in indolenzimento a livello
“re”insegnare quell’atto, il camminare che, per una na- di spalle, colonna cervicale e dorso-lombare e se con-
turale maturazione ontogenetica e senza alcuna consa- sideriamo che in una gita di 5 ore con un’andatura di
pevolezza, compiamo dall’età di circa un anno. 4 km/h su terreno ondulato con dislivello complessivo
In realtà l’origine del N.W. risale agli anni ’30 e si svi- (salita e discesa) di circa 2500 m compiamo circa 40000
luppa in Finlandia come tecnica di addestramento a passi, è convincente l’importanza di acquisire un modo
secco per la pratica dello sci di fondo, sport nazionale di camminare che, con l’utilizzo corretto di due ausilii
nei paesi del nord Europa. e con l’ottimizzazione di un gesto naturale, aumenta il
Sinteticamente le differenze fra un cammino normale piacere di andar per montagne e riduce l’insorgenza di
e un cammino in N.W. consistono nell’uso di due ba- fatica e di possibili danni.
stoncini molto simili nell’impugnatura a quelli utilizza- Per richiesta di bibliografia sull’argomento:
ti nello sci di fondo (l’altezza dei bastoncini si calcola danielemalgrati@gmail.com
con una semplice formula: altezza della persona mol- Per approfondire l’argomento, si può consultare il ca-
tiplicata per 0.66 e arrotondata per difetto alla misura pitolo relativo, pubblicato sul Manuale di Medicina di
standard più bassa) e inoltre accentuando il movimento Montagna, edito dal CAI. ‹

16 montagne360° maggio 2012


Le montagne dallo spazio
a cura di Mario Vianelli

Cho Oyu e una trentina di cime di più di settemila metri, fa


parte del bacino del fiume Kosi, uno dei più importanti affluen-
ti del Gange. I corsi d’acqua che scendono a settentrione con-
fluiscono nel fiume Arun, che vediamo a destra della foto e che
trae origine dalle lontane pendici tibetane del Shisa Pangma,
mentre le valli meridionali convergono con un gigantesco arco
nel bacino del Dud Kosi; all'estrema sinistra dell’immagine si
nota la valle del Tamba Kosi, anch’essa a nord della catena
montuosa ma defluente verso sud. Sono evidenti le differenze
morfologiche fra il versante tibetano, dove i minori dislivelli
consentono l’esistenza di ampie vallate, e il ripidissimo versan-
te nepalese, profondamente inciso dall’erosione fluviale.
L’immagine documenta anche se indirettamente la netta distin-
zione climatica indotta dall’Himalaya, che funge da diga per
le correnti meridionali. Le valli nepalesi godono infatti dell’in-
flusso dell’aria umida proveniente dal Golfo del Bengala, che
nella stagione monsonica garantisce una piovosità molto alta,
e appaiono densamente ricoperte dalla vegetazione che risa-
le la valle dell’Arun fino ad affacciarsi all’altopiano tibetano.
Quest’ultimo è invece denudato e desertico; le precipitazioni
sono appena un decimo di quelle nepalesi e le scarse coltiva-
zioni sono limitate alle vallate a quota inferiore e dipendono
dall’irrigazione.

Entrambe le immagini di questa pagina sono state riprese dalla


Stazione Spaziale Internazionale, in orbita ad un’altezza media
di circa 400 chilometri. La prima è stata ripresa nel marzo 2002
dall’astronauta Dan Bursch; la lunghezza focale dell’obiettivo
consente una ripresa molto angolata da est, che pone in rilevo
le montagne inondate dalla luce del primo mattino. La stra-
ordinaria fotografia comprende ben quattro “8000”: in primo
piano il Makalu, con la poderosa appendice del Chomo Lon-
zo; al centro, in piena luce, il versante Kangshung dell’Everest,
con a sinistra il Lhotse, che da qui appare
poco più che una spalla della cima più
alta; sullo sfondo il Cho Oyu e il Gya-
chung Kang, da dove scende il ghiacciaio
occidentale di Rongbuk, confluente nella
lingua glaciale alimentata dal versante
nord dell’Everest.
L’altra immagine è del novembre 2003.
La ripresa, angolata da sud-sud-ovest,
everest. La parola Himalaya deriva dal sanscrito e significa “di- e lo Tsangpo-Brahmaputra nascono dall’altopiano tibetano e poi abbraccia un campo più ampio che com-
mora delle nevi”; ed è proprio così che appare dalla pianura india- defluiscono a sud per sfociare nell’Oceano indiano, e la stessa situa- prende la parte centrale del Mahalangur
na l’irreale sequenza di cime innevate: fondale altissimo, remoto e zione idrografica si riscontra nel Nepal orientale. Himal, con le cime evidenziate dalle om-
sovrumano, sede del divino e inesauribile dispensatore di acqua. Il L’immagine ripresa dal satellite Landsat 7 comprende l’intero blocco bre del tardo pomeriggio; oltre il dedalo
realtà l’Himalaya non è costituita da una catena continua, ma da montuoso del Mahalangur Himal (“le montagne nevose delle grandi di ghiacciai e di montagne innevate si
giganteschi blocchi montuosi, detti himal, separati da valli profon- scimmie”), dove si trovano quattro delle sei montagne più alte del stendono le propaggini denudate dell’al-
de incise da fiumi che nascono nel versante tibetano; la linea di mondo. Al centro, rivelato dal grande triangolo d’ombra della parete topiano tibetano.
spartiacque è perciò quasi ovunque a nord delle montagne. É il più nord, si trova l’Everest, circondato e quasi nascosto da alte monta- ©NASA Earth Observatory / Goddard Space
bell’esempio di idrografia antecedente il sollevamento idrografico: gne che lo rendono chiaramente visibile soltanto da nord, tanto che Flight Center /
semplificando, l’energia erosiva dei fiumi è stata tale da prevalere la sua individuazione come montagna più alta del mondo richiese Earth Sciences and Image Analysis Labo-
sull’innalzamento delle montagne dovuto alla spinta tettonica del decenni di sforzi, raccontati a pag. 20 da Roberto Mantovani. Tutto ratory / Earth Observations Laboratory,
blocco indiano contro l’Asia. Due dei maggiori fiumi asiatici, l’Indo questo settore himalayano, che comprende anche Lhotse, Makalu, Johnson Space Center

18 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 19


esplorazioni
Everest

L'invenzione
dell'Everest
160 anni fa, per effetto delle rilevazioni dei topografi e
i calcoli trigonometrici degli anglo-indiani, nasceva la
leggenda della montagna più alta del mondo
di Roberto Mantovani

cinese Kangxi frugarono in lungo e in largo la regione In questa pagina: il campagna topografica del Survey of India che, fin da
tibetana di frontiera. Erano due lama e un ufficiale in- gruppo dell’Everest inizio 800, scandagliò in dettaglio il subcontinente, da
caricati di topografare la zona. I dati dei rilevamenti ser- fotografato da Capo Comorin all’Himalaya. Un progetto scientifico che
Tyangboche; sulla
virono a costruire il grande Atlante di Kangxi, alla cui aveva un duplice scopo: cartografare il territorio del

D
destra è visibile
ehra Dun, 1852, regione del Garhwal, India A sinistra: l’imponente Intanto, però, dobbiamo mettere i puntini sulle “i”. A redazione, a Pechino, oltre ai geografi cinesi, avevano l’elegante silhouette British Raj, e calcolare la misura del grande arco di me-
del nord. La leggenda della scoperta dell’Eve- mole dell’Everest dal metà ’800 nessuno se ne ricordava più ma, sia in Asia collaborato anche i missionari gesuiti francesi, stanzia- dell’Ama Dablam. ridiano che collega il sud dell’India con le montagne
rest nasce proprio lì, nelle stanze del quartier versante nepalese. sia nel mondo occidentale, la montagna era nota da ti nel Celeste impero già nell’ultimo quarto del ’600. E, Foto© M.A. Sironi asiatiche. Un obiettivo, quest’ultimo, di notevole impor-
Foto© Patrizia Broggi.
generale del Grand Trigonometrical Survey of un pezzo. Dai primi decenni del ’700. No, non è uno proprio da Pechino, per vie misteriose l’atlante cinese tanza per l’epoca, che avrebbe permesso agli scienziati
Nelle due foto piccole:
India, l’istituto trigonometrico e geodetico anglo-india- un ritratto di sir George scherzo. Nel 1733 Jean-Baptiste Bourguignon d’Anville, arrivò a Parigi. di schiarirsi le idee sulla forma del globo terracqueo. In
no. Ma non scaturisce da un lampo di genio. L’“inven- Everest e un francobollo il geografo di corte di Luigi XV, terminò il disegno delle Aver situato una cima nel reticolo delle coordinate di realtà, però, la necessità di mappare l’India non dipen-
zione” della montagna più alta del globo è una faccen- commemorativo indiano tavole del Tibet, destinate al nuovo Atlas de la Chine, de una carta geografica, però, non significava conoscer- deva solo dalla domanda degli scienziati. Considerazioni
da laboriosa. L’ufficialità, d’altra parte, ha bisogno di dedicato alla memoria la Tartarie Chinoise et du Tibet». E su quei fogli, ancora la. Per molto tempo, il Tchoumour rimase un nome tra di ordine politico e strategico imponevano ai britannici
tempi lunghi. E di calcoli interminabili. di Radhanath Sikhdar. freschi di stampa, nella posizione in cui oggi sappiamo i tanti. La sua vera “invenzione” fu invece stanziati in India di chiarirsi le
Si racconta che, centosessant’anni fa, il “computer” Sotto: l’articolo
originale del
che s’innalza l’Everest, comparve un nome curioso. Per un’operazione ottocentesca. Costruita in due A inizio Ottocento le carte idee sui territori di frontiera.
indiano Radhanath Sikhdar (a quel tempi i computer destreggiarsi su quei fogli, oggi occorre usare la len- fasi: l’individuazione della montagna in base Le carte di inizio secolo erano
“Guardian”, che
erano contabili in carne e ossa, e tutti indiani), a capo riprende una te d’ingrandimento ma, ad ogni buon conto, d’Anville al criterio dell’altitudine; e poi la sua succes- geografiche dell’India erano imprecise e piene di chiaz-
del Computing Office, si sia precipitato nell’ufficio di sir “breve” firmata dal usò il toponimo «Tchoumour M». Incredibile. Incredibile, siva “estrazione” dall’affastellamento delle ze bianche, soprattutto per le
Andrew Waugh, il sovrintendente generale del Survey. corrispondente del perché il Monte Tchoumour è esattamente il Chomo- vette himalayane, il suo virtuale isolamento imprecise e piene di spazi bianchi regioni nord occidentali; e da
E trattenendo l’emozione, come doveva saper fare un “Times” a Calcutta. lungma dei tibetani. Preveggenza? Più che altro atten- dall’ambiente circostante, quell’intrico di cre- tempo gli inglesi, gravati dal-
buon suddito della Regina Vittoria, abbia esclamato: Contiene l’annuncio zione e furbizia. ste, pareti, scivoli ghiacciati e cascate di seracchi che fa la sindrome di accerchiamento, temevano una possibile
«Signore, ho scoperto la montagna più alta del mondo!». ufficiale della Da fonti certe sappiamo che, tra il 1715 e il 1717, tre da cappello al subcontinente indiano. invasione russa dall’Asia centrale. Per il momento i pos-
“scoperta” dell’Everest
Bella storia, ma chissà com’è andata per davvero. funzionari inviati ai piedi dell’Himalaya dall’imperatore L’epopea dell’Everest va letta come prodotto della sedimenti dello zar e il mondo anglo-indiano distavano

20 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 21


A fianco: il versante fu rimisurato dal topografo James O. Nicholson, utiliz-
settentrionale zando sei diverse stazioni trigonometriche. Radhanath
dell’Everest dal
Sikhdar, l’esperto matematico del Survey, si mise al la-
versante tibetano.
Qui il gigante voro proprio su quei dati
himalayano da sempre Dopo lunghissimi calcoli trigonometrici, il capo compu-
viene chiamato ter risolse finalmente il rebus della montagna più alta
Chomolangma. del mondo nel 1852. La sua quota fu indicata in 29,002
Foto© Mario Vianelli. piedi (8840 m), cifra che mediava tra una serie di risul-
In basso: mappa tati compresi tra i 28.990 e i 29.026 piedi, diversi a causa
del Survey of India della rifrazione atmosferica e della grande distanza dei
del 1862. Le linee
rappresentano le
rilevamenti.
triangolazioni che Waugh però decise di andarci con i piedi di piombo. Si
hanno portato a fidava ciecamente di Radhanath, ma scelse la prudenza.
determinare l'altezza Fu solo nel 1856, dopo controlli scrupolosi, che decise di
della montagna più annunciare la scoperta al presidente della Royal Geogra-
tra loro alcune migliaia di chilometri, ma per i colonia- alta del mondo phic Society. Ben nove anni dopo il primo avvistamento
listi d’oltremanica era vitale studiare a fondo l’orografia della montagna. E nonostante le preoccupazioni del suo
himalayana ed esplorarne i possibili corridoi d’accesso predecessore, attento alla toponomastica locale, per il
da cui sarebbero potute entrare truppe nemiche. Cosa picco dei record propose il nome di Mount Everest. Nel
tutt’altro che facile, perché gli europei non erano graditi 1857 la Royal Geographic Society conferì a Waugh la
nei piccoli stati himalayani. La vicenda fu presto risuc- Patron’s Medal. E Radhanat Sikhdar, l’infallibile com-
chiata nelle spire del Great Game (per i russi, Torneo puter del Survey of India? George Everest sosteneva che
delle ombre), una guerra mai fosse un genio assoluto della matematica. Ben-
guerreggiata ma combattuta Secondo le prime stime, la galese, classe 1813, Radhanat aveva studiato
a colpi di spie e agenti se- a Calcutta ed era diventato un campione nella
greti, in un clima di sospetti montagna misurava circa trigonometria sferica. Nel dicembre del 1831
reciproci, complice il veloce era già sul libro paga (30 rupie al mese) del
e pericoloso avvicinamento 8878 m d’altezza Survey. Nel 1852, quando maturò la vicenda
delle frontiere coloniali dei dell’Everest, aveva 39 anni. Non fu mai servi-
due imperi. le nei confronti degli inglesi, e non ebbe mai rapporti
Ma anche la quota delle montagne, in quegli anni, spin- cordiali con l’amministrazione coloniale. Non è un caso
geva all’esplorazione. Fin dai primi decenni dell’800 i che la sua lunga prefazione (A set of tables for faci-
geografi avevano capito che le cime più alte della Terra litating the computation of trigonometrical survey and
si annidano nelle pieghe dell’Himalaya. Dopo le prime the projection of maps for India) al manuale del Survey
misurazioni speditive, si pensò che la vetta più alta del del 1851, adorata dai giovani apprendisti topografi, sia
globo fosse il Dhaulagiri, e più tardi il Kangchenjunga. sparita dopo la terza edizione, qualche anno dopo la sua
Terminata l’epopea di George Everest, sovrintendente morte, avvenuta nel 1870. Probabilmente l’olimpo dei
del Survey of India dal 1830 al 1845, il ruolo di Surve- colonialisti era troppo affollato per accogliere un eroe
yor General fu assunto da Andrew Waugh, che aveva bengalese. ‹
iniziato a occuparsi dei rilevamenti fin nel 1832, quan-
do il piano dei lavori prevedeva di spostarsi verso le
grandi montagne. Tecnici e triangulators si muovevano
con teodoliti giganti del peso di 500 chili che, una volta
smontati, dovevano essere trasportati in quota da alme-
no una dozzina di uomini. Il gigantismo degli strumenti
si spiega col fatto che le misure potevano essere eseguite
solo da grandi distanze, perché Nepal, Buthan e Tibet
erano off-limits per gli europei. E oltretutto i lavori era-
no possibili solo nei mesi postmonsonici, quando il cielo
è più terso.
Nel 1847, J. W. Armostrong, ufficiale del Survey, riu-
scì a intravedere in distanza la silhouette dell’Everest.
Nella sua relazione lo indicò come Peak b e scrisse che
si trovava circa 70 miglia a ovest del Kangchenjunga.
Secondo le prime stime, la montagna misurava circa
28.800 piedi (8878 m) d’altezza. Nel novembre di due
anni dopo, il Peak b (che nel frattempo era diventato
Peak h, e in seguito sarebbe stato battezzato Peak XV)

22 montagne360° maggio 2012


alpinismo
Latok

Latok: l'alpinismo alla A


i tempi di Eric Shipton e Bill Tilman, pionieri In grande: verso la alpinismo significa ancora scoperta, avventura crea-
tra quelle montagne nel 1937 e 1939, tutto grande parete di tiva nel segno dell'esplorazione. E ovviamente non
era ancora da fare: cime, creste e pareti era- ghiaccio del Latok bisogna dimenticare l'estremo impegno tecnico e am-
II durante la prima

massima potenza
no completamente inviolate, a formare quel Blank on bientale, che ha fatto dire ad un fuoriclasse come Jim
ripetizione, in stile
the Map che è il titolo perfetto del libro in cui lo alpino, della 'Via degli
Donini – che conosce bene il maggiore dei giganti
stesso Shipton ne parla. Il bello, però, è che dopo tre italiani'. – che i Latok sono «probabilmente le vette più difficili
quarti di secolo i “vuoti” esistono ancora e nel grup- Foto© Mark Richey. da raggiungere del pianeta».
po dei Latok, con i suoi giganti di ghiaccio e roccia, In basso: da sinistra, Li vediamo e ne restiamo folgorati dopo aver rag-
i Latok II, I, III (con la giunto Askole, proseguito per un tratto e poi devia-
poderosa parete ovest, to a sinistra per risalire, in direzione nord-ovest per
delimitata a destra dalla
circa venticinque chilometri, il gigantesco ghiacciaio
cresta sud-ovest) e V
dal ghiacciaio Baintha Biafo. Siamo in Pakistan, nel cuore del Karakorum,

Per Jim Donini sono le montagne più difficili del mondo. Lukpar.
Foto© Mark Richey
e i Latok spiccano poderosi alla nostra destra, verso
est, a chiudere in monumentale parata il ghiacciaio

Ma su quei giganti del Karakorum, quasi cime proibite, Baintha Lukpar, confluente nel Biafo. Il più impres-
sionante della famiglia, da questa parte, è il Latok III

dal 1977 a oggi gli italiani sono stati più volte protagonisti (6949 m): una sfida al cielo al centro della scena, uno
scatto di linee convergenti in vetta a definire lo scuro,
altissimo – 2000 metri – appicco roccioso della parete
di Carlo Caccia ovest. Il Latok I (7145 m) si eleva immediatamente a
sinistra e quindi, oltre un'alta sella, ecco lo slanciato
Latok II (7108 m) che, come il fratello maggiore, da
questa parte presenta il suo lato relativamente più do-
cile. Ma non è finita: a destra, ossia a sud, del Latok
III completano l'assieme i “piccoli” Latok V (6190 m)
e Latok IV (6456 m) di cui, visto lo spazio tiranno, vi
dovremo raccontare un'altra volta.
Difficile immaginare, di fronte a tale spettacolo,
che possa esistere qualcosa di ancora più grandio-
so. Eppure basta passare dall'altra parte, sul ghiac-
ciaio Choktoi, per quasi non credere ai propri occhi
ed esclamare, a tu per tu con la cresta nord del La-
tok I, che gli alpinisti sono dei privilegiati: sognatori
impenitenti con le chiavi del paese delle meraviglie.
Qualche volta, però, le serrature si inceppano e quella
dello “Sperone Walker del Karakorum”, che dopo una
trentina di tentativi è ancora inviolato, sembra im-
possibile da sbloccare.

24 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 25


alpinismo › Latok

Pérez – già autori, nel 2006, della terza ascensione


del Latok III – e costata la vita, in discesa, al giovane
Pérez.

Latok III: la piramide perfetta


e un sogno in stile alpino
«La montagna ideale. Una piramide perfetta di granito,
bellissima»: così il Latok III agli occhi di Enrico Rosso,
alpinista biellese forte e silenzioso, che lo ha sognato
e poi vissuto con due amici, Marco Forcatura e Marco
Marciano, in otto giorni di assoluta avventura dalla
base alla cima, raggiunta il 20 giugno 1988. Prima di
loro, nel 1979, saliti per la stessa durissima cresta sud-
ovest, erano arrivati lassù soltanto i giapponesi Sakae
Mori, Kazushige Takami e Yoji Teranishi: un successo
a suon di campi e corde fisse che Rosso e compagni
non hanno voluto emulare, giocando la propria partita
senza compromessi, all'insegna dello stile alpino.
«Stile alpino – spiega Enrico – significa entrare in
un'altra dimensione: in una realtà verticale dove si
impara a vivere diversamente, con nuovi riti e ritmi.
Significa tagliare i ponti, avere tutto ciò che occorre
nello zaino: nessuna via d'uscita, nessun cordone om-
belicale per ottenere aiuto o per tornare rapidamente
al campo base. Significa risvegliare il proprio istin-
to animale, viaggiare in se stessi verso i propri limiti,
Latok I: la cresta senza fine In alto da sinistra: –. Noi siamo saliti fino a 5400 metri dove, con la mon- Latok I. Piazzato il campo base sul ghiacciaio Baintha fino a vedere la propria anima. Sul Latok III ho cercato
I primi a provarci, nel luglio 1978, furono gli americani Don Arturo tagna in cattive condizioni, abbiamo dovuto mollare. Lukpar, don Bergamaschi e compagni – un gruppo di e trovato tutto questo, tutto ciò che mi aspettavo».
Jim Donini, Michael Kennedy, George Lowe e Jeff Lowe. Bergamaschi, classe Da lì, procedendo a destra, credo sia possibile portar- ben 18 alpinisti – videro da vicino ciò che li attendeva Così la cresta sud-ovest del Latok III è finita nello
Fallirono, fermati dalla tempesta e dalle condizioni di 1928, instancabile
si oltre quella barriera di cornici e torri di ghiaccio a e non esitarono a cambiare ancora una volta obiet- splendido volume Himalaya Alpine-Style di Andy
esploratore sulle
salute di Jeff, ma la loro fu comunque un'impresa: un montagne del mondo.
quota 5800, assolutamente invalicabile, che nel 2009 ha tivo: di fronte alle continue scariche della parete sud Fanshawe e Stephen Venables che, una volta in mano
insuccesso, sì, ma più che luminoso, un titanico testa Foto© archivio Arturo fermato Haley, Josh Wharton e Dylan Johnson. Più in del Latok I, autorizzati dall'ufficiale di collegamento, ai giovani francesi Julien Herry e Roch Malnuit, ha
a testa di oltre tre settimane passate su quella cresta di Bergamaschi. alto, comunque, la faccenda si fa assai complicata... Io puntarono al comunque difficile ma meno pericoloso fatto scattare la molla: dopo i giapponesi, dopo gli
2500 metri che ad un certo punto, quando i quattro ami- La cordata italiana ci riproverei, certo, e se da una parte auguro a Wharton sperone sud-est del Latok II. italiani e dopo, come abbiamo visto, gli spagnoli No-
ci erano ormai a quota 7000, decise di cacciarli indietro. in azione nel 1988 (che tornerà laggiù nei prossimi mesi, ndr) di riuscire, Avanti tutta, quindi, piazzando quattro campi in parete vellón e Pérez, quella cresta sarebbe stata affare loro.
Così l'inviolato Latok I rimase tale e fu soltanto nel sulla proibitiva cresta dall'altra quasi spero il contrario per giocare ancora le nel giro di una decina di giorni per lanciare dall'ultimo, L'anno era il 2007 e la quarta ascensione del Latok
sud-ovest del Latok III
1979, ad opera di una spedizione giapponese guidata mie carte! Perché il Latok I è una montagna eccezionale: a quota 6650, l'attacco decisivo. Lo storico successo ar- III divenne realtà: partenza dal ghiacciaio il 12 set-
(seconda ascensione
da Naoki Takada, che la sua prima ascensione divenne assoluta della la sua parete nord, a sinistra della cresta, è qualcosa di rivò alle 22.45 del 28 agosto di 35 anni fa: tembre e cima raggiunta il
realtà. La squadra, piazzato il campo base sul ghiacciaio montagna). Foto© pazzesco, una sfida per il futuro». Ezio Alimonta, Toni Masè e Renato Valenti- ...dopo 12 ore di scalata, si 15, con un tempo magnifico
Baintha Lukpar, scalò il difficile pilastro sud, a sinistra archivio Enrico Rosso. ni, dopo 12 ore di scalata, si abbracciarono e un panorama sterminato
del couloir tra il Latok I e il Latok III, e il 19 luglio, partiti Bello e impossibile: il Latok II: il capolavoro italiano compie senza fiato sulla vetta del Latok II, firmando abbracciarono senza fiato sulla attorno. «È stata una gran-
dal terzo campo a 6500 metri, Tsuneo Shigehiro, Shin'e Latok I dal ghiacciaio 35 anni una prima ascensione assoluta che, forse non de avventura – raccontano
Matsumi e Yu Watanabe raggiunsero la vetta. Shigehiro Choktoi. A destra della
vetta, contro il cielo,
Don Arturo Bergamaschi: parlare del Latok II significa ricordata abbastanza, resta una delle più bel- vetta del Latok II... Julien e Roch – che ci ha
con Hideo Muto, Jun'ichi Oku e Kota Endo fece il bis il raccontare di lui, di questo sacerdote emiliano, nato nel le imprese dell'alpinismo italiano. Da notare richiesto di mettere a frutto,
la cresta “invincibile”
22 luglio, probabilmente senza immaginare che nessu- (tentata nel 2011 da 1928, instancabile esploratore sulle grandi montagne che, nell'ambito della stessa spedizione, furono violate combinandole, le nostre esperienze precedenti – sca-
no, negli anni e decenni seguenti, avrebbe ripercorso le Ermanno Salvaterra e del mondo. Dall'Afghanistan alla Groenlandia, dalla addirittura altre 16 cime alte dai 5000 ai 5880 metri. late assai tecniche nelle Alpi e meno tecniche sulle
sue tracce. In altre parole: il Latok I, dal 1979 ad oggi, compagni). E a sinistra Bolivia al Nepal, don Bergamaschi si è sempre mosso Le successive ascensioni del Latok II sarebbero arriva- cime himalayane – per risolvere un difficile problema
non è più stato scalato. della cresta, per gli nel segno della fantasia, puntando ad obiettivi come te soltanto nel 1997: la seconda, per una proibitiva via d'alta quota».
La cresta nord, dopo l'epica avventura di Donini e alpinisti del futuro, l'Annapurna Fang (1979), l'Annapurna II (1981), il Di- nuova nel cuore della parete ovest (superando su roccia, Intanto la parete ovest aspettava: obiettivo ambito –
compagni, è finita nel mirino di personaggi del cali- l'incredibile parete steghil Sar (1983), il Changtse (1988) e, naturalmente, da quota 6000 alla vetta, difficoltà di VII e A3), grazie inizialmente anche di Rosso e compagni, poi costretti
nord. Foto© Ermanno
bro di Martin Boysen, Doug Scott, Simon Yates, Ro- il Latok II. ad Alex Huber, Thomas Huber, Toni Gutsch e Conrad e ripiegare sulla cresta –, chi l'avrebbe raggiunto? La
Salvaterra
bert Schauer, Catherine Destivelle, Wojciech Kurtyka, Era il 1977 e il sacerdote capospedizione avrebbe vo- Anker; la terza, violando la parte superiore della cre- risposta è arrivata il 25 giugno 2011 quando, dopo 15
i fratelli Benegas, Maxime Turgeon, Josh Wharton, luto tentare il Baintha Brakk (più noto come Ogre, sta nord-ovest, ad opera di Christian Schlesener e Franz giorni di scalata su quella spaventosa muraglia, i russi
Colin Haley e finalmente, nel 2011, degli italiani Er- 7285 m), a nord-ovest dei Latok. Tuttavia il permesso Fendt. Nel 2006 ecco la quarta ascensione (Doug Cha- dal folto pelo sullo stomaco Alexander Odintsov (che
manno Salvaterra, Andrea Sarchi, Cesare Ravaschiet- per quella montagna se l'erano già aggiudicato i bri- bot, Mark Richey e Steve Swenson in stile alpino per la l'aveva già tentata due volte), Alexey Lonchinsky,
to, Marco Majori e Bruno Mottini. Ma il risultato è tannici – a cui riuscì una memorabile prima ascen- via dei primi salitori) e nel 2009 la quinta (e al momento Ivan Dozhdev ed Evgeny Dmitrienko si sono ritrovati
sempre stato lo stesso: nada de nada. sione, con Chris Bonington e Doug Scott in vetta – e ultima): una tragica impresa per la cresta nord-ovest in- a tu per tu col cielo, esausti artefici della quinta, gran-
«Quella cresta è lunga, lunghissima – spiega Salvaterra alla squadra italiana fu assegnata la seconda scelta: il tegrale riuscita agli spagnoli Álvaro Novellón e Óscar diosa ascensione del Latok III. ‹

26 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 27


arrampicare in Croazia
Anica Kuk

Anica Kuk, tavolo, con le sue rughe, il ca-


sco di capelli bianchi e i ca-

strapiombi
ratteristici baffoni incolti. Con
movenze rapide crea spazio tra
piatti e bicchieri, e adagia i suoi
famosi vassoi di "orade", branzi-
ni e “sc’campi” alla griglia. Con

da sogno in Croazia
gesti sapienti pulisce i pesci e te
li divide in porzioni nel piatto.
Parla poco Dinko, raccoglie le
ordinazioni e ti sorride. Diciamo
che si limita a farti contento con
le sue grigliate ben sapendo che,

Centinaia di vie su pareti verticali di 350 metri dopo una via sulla nord-ovest
dell'Anica Kuk, per te questo è il
momento più atteso e meritato.
di Luca Bridda - foto di L. Del Terra, C. Bertoli e P. Della Putta É già il quarto viaggio che fac-
cio per trovarmi davanti questa
parete. L’Anica Kuk, infatti, con
i suoi oltre 350 metri di roccia
verticale o strapiombante è una
calamita per arrampicatori spor-
tivi e alpinisti, con un calcare
che è impossibile dimenticare.
Questa montagna così prossi-
ma al mare misura solamente
712 metri d’altezza ma più del-
la metà del dislivello è fatto di
vuoto, di strapiombi, di rigole e
lame taglienti, di appigli sempre
diversi, di gocce e forme create
dall’acqua, di placche ruvide bu-
cate ad arte. Come si fa a descri-
vere a parole questo capolavo-
ro? Dobbiamo solo sperare che
non si unga troppo rapidamente,
vista l’incessante processione di
devoti.
L’Anica Kuk si trova all’interno
del Parco Nazionale di Pakleni-
ca, in Dalmazia, un’area protetta
istituita nel 1949 che copre 95
km2 di territorio, 40 km a nord-
est di Zara. Il parco comprende
le due maggiori vette della ca-
tena montuosa del Velebit e -
soprattutto - due profonde gole

B
evo un lungo sorso di Karlovacko dal mio bocca- In questa pagina: guarda attorno come sto facendo io. Anch’essa sembra perpendicolari al mare, scavate dai torrenti Velika Pakle- la vicinanza del centro balneare di Starigrad permette
le da mezzo e mi guardo attorno rilassato. Il ri- tramonto dalla cima rilassata. nica e Mala Paklenica. Il primo canyon è il più famoso di alternare le escursioni in montagna e le arrampicate
storante “Dinko” è affollato quasi esclusivamente dell'Anica Kuk. Qui tutto ricorda l'arrampicata e a tendere bene l'orec- ed è lungo circa 14 km, mentre l’altro è di due chilo- su roccia con le nuotate in mare ed il relax in spiaggia.
Nell'altra pagina: un
da persone vestite con capi tecnici da arrampicata. Sui climber impegnato
chio, nel vociare fitto che mi circonda, non si possono metri più breve e ben più selvaggio, nonché interdetto I gradi dei monotiri sono adatti anche ai principianti e
muri sono appese foto di vie e pareti; tra due travi del su "Albatros", ripreso non captare animati discorsi su tiri di corda, passaggi all’arrampicata. attaccano a pochi minuti dal parcheggio, sebbene una
tetto sono tese tre corde da cui pendono vecchi chiodi, dalla via "Mosoraski" difficili, gradi e vita randagia. Siamo a 2 km dall'entrata parte di essi sia ormai rovinata dall’unto e dall’usura;
caschi da roccia d'altri tempi e scarpette che riportano del Parco Nazionale di Paklenica, la Mecca dell'arram- All’interno di Velika Paklenica si può scalare su centina- inoltre, c’è sempre un lato del canyon in ombra a garan-
alla mente gli anni ottanta. Sopra una di queste ha fatto picata in Croazia ed uno dei luoghi più noti in Europa ia di monotiri e su numerose vie multipitch, di stampo tire un po’ di fresco anche a ferragosto.
il nido una rondine, che ora se ne resta là tranquilla a per la pratica di questo sport. classico, interamente spittate o a chiodatura mista. Pro- In questo contesto in grado di accontentare un po’ tutti,
poco più di un metro dalla testa di alcuni avventori: si Ma ecco Dinko in persona che si avvicina al nostro prio le vie lunghe sono il piatto forte del posto. In estate l’Anica Kuk rappresenta per il climber l’oggetto massimo

30 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 31


Itinerari di arrampicata
Itinerari › Croazia
Info pratiche 3. Albatros:
Dall’Italia si entra in Slovenia attraverso l’ex valico di 340 m; 8 tiri: 6c+; 5a;
Pese, nei pressi di Trieste, si segue la statale sino quasi 5a; 5c; 6b; 5c; 5a; 4b+
a Fiume (Rijeka), in Croazia, e si entra in autostrada. Via molto diretta con
Si prosegue per la A6 in direzione Zagreb e dopo tiri sempre diversi e
un’ottantina di chilometri bisogna fare attenzione a particolari. Strano
prendere l’autostrada A1 in direzione Split. Dopo altri il tratto nel camino
160 km veloci e lineari si imbocca un lungo tunnel di di fianco all’edera,
quasi 6 chilometri scavato sotto la catena del Velebit, strepitoso l’arrivo sul
alla fine del quale si prende la prima uscita e si seguo- pilastrino a metà via.
no le indicazioni per il parco. Percorrendo la statale Dopo la terza sosta
costiera verso nord si arriva ben presto a Starigrad- fare attenzione a non
Paklenica. L’ingresso principale del parco è posto seguire la via Gaz che
all’imbocco della Velica Paklenica, poco dopo l’abitato qui incrocia Albatros
di Marasovici, a 2 km circa dalla strada statale che e prosegue paralle-
attraversa il paese di Starigrad-Paklenica (indicazio- lamente a sinistra.
ni). Qui sono disponibili piantine, informazioni ed è I tiri della parte
anche possibile comprare la guida di arrampicata. In alta si susseguono
alternativa, da Fiume è possibile arrivare al parco per- tutti uguali ma di
correndo interamente la strada costiera in direzione qualità eccezionale.
sud. Il tragitto è più lento e tortuoso ma di gran lunga Portare eventualmente
più suggestivo. Partendo dalle regioni del centro Italia qualche friend e dei
conviene imbarcarsi ad Ancona; dal porto di Zara si va cordini.
poi a Paklenica per l’autostrada e la statale costiera.
Presso il villaggio di Starigrad-Paklenica è possibile invece, si prosegue ancora un po’ lungo il sentiero, La guida
trovare alloggio in una cosa come 14 campeggi, gran- lasciandolo in corrispondenza dell’evidentissima Boris Cujic, “Paklenica”, Astroida 2006; 26 €; ottimo
di e piccoli, in case private o in albergo. Per mangiare, macchia di edera e vegetazione che segna la pare- prodotto, con innumerevoli schizzi chiari e dettagliati
non possiamo non consigliare il ristorante “Dinko”, te. La via attacca poco a destra, sotto una fessura sulle pareti e sulle vie.
ritrovo storico dei climbers, posizionato all’inizio della che sale verso l’edera diagonalmente da destra Paklenica National Park: tel 00385(0)23369202; www.
strada che conduce a Velika Paklenica. verso sinistra. Per la discesa, fare riferimento al paklenica.hr; biglietti ingresso 2012: 1 giorno 40-50
sentiero della via normale descritto in precedenza. kune a seconda del periodo; 3 gg 80-100 kn; 5 gg
120-150 kn.
1. Mosoraski:
350 m; 10 tiri: 3a, 4b, 4b, 4a, 4b, 4a, 4a, 5c, 5a, 4c Bibliografia
É la via più facile della parete ma non va per nulla - Boris Cujic, “Paklenica”, ed. Astroida, Zagreb, 2006
del desiderio. La vetta è raggiungibile abbastanza fa- In alto in senso orario: dei modi quando, nel 1938, il giovane arrampicato- sottovalutata. In alcuni tiri più semplici gli spit - Guida Routard, “Croazia”, 2005
cilmente in un’ora e mezza per un sentiero segnato a l'Anica Kuk. re Dragutin Brahm cercò di scalare la grande parete sono distanziati e può essere conveniente avere con - www.paklenica.hr
bolli rossi che, superato il canyon principale, aggira la Contemplando il mare perdendo la vita nel tentativo. Due anni dopo, Slavko sé qualche nut. Il tratto chiave è particolarmente - Serafino Ripamonti, “MareMonti” in Sport 2007
parete e risale il versante nord-est. Questo percorso è dalla vetta. Brezovecki e Marijan Dragman completarono l’itinera- ostico e dà l’idea di essere più duro del 5c che gli - www.climb-europe.com/croatia.htm
Fiori nel calcare del
comunemente usato dagli alpinisti come via di discesa. rio che oggi è chiamato via “Brahm”. Da quel momento viene usualmente assegnato. Gli scorci che si hanno - www.aozeljeznicar.hr/old/paklenica/index2.htm
Velebit.
Il panorama che si gode dalla cima verso il mare, l’isola Nell'altra pagina: fu tutto un susseguirsi di vie, attraverso accelerazioni e da qui verso il triangolo di Klin e la retrostante - www.ariadimontagna.net e www.rampegoni.it
di Pago e la costa che si estende verso Zara è veramen- i monti di Paklenica periodi di rallentamento dell’attività, tanto che oggi “le parete sono impagabili. - www.summitpost.org/mountain/rock/152235/pakle-
te impagabile, in special modo nel tardo pomeriggio dalla spiaggia possibilità di realizzare vie logiche si sono praticamen- nica.html
quando i raggi del sole si fanno obliqui e le ombre si te esaurite” (B. Cujic, 2006). In effetti, in molte sezioni Avvicinamento alle vie 2. Klin: - www.itsportmontagna.it/Itinerari/paklenica/pakle-
allungano. Consiglio di intraprenderne l’ascesa anche a di parete l’intrico dei tracciati è davvero fin troppo fitto Dal parcheggio più alto di Velika Paklenica si sale 350 m; 12 tiri: 4a, 4a, 6a+, 5a, 5a, 6c+, 5b, 5b, 5c, nica.htm
chi non arrampica, per i panorami, certo, ma anche per ed impone attenzione ai ripetitori. per la stradina principale, superando un punto di 4b+, 4c, 4c
la straordinarietà geologica del terreno lungo Nella pagina successi- ristoro e l’entrata del vecchio bunker di Tito. Dopo Via attrezzata a spit che solca la parete giusto al
gli ultimi 100 m di dislivello. In pratica, si
sale saltando di roccia in roccia su “campi
All’interno di Velika Paklenica si può va, oltre a ricapitolare
le informazioni utili per
alcuni tornanti, un ben visibile cartello in legno con
la scritta “Anica Kuk” indica il punto dove deviare a
centro, regalando tiri entusiasmanti e straordinario
senso di vuoto. Il tiro chiave di 6c+ è molto ben
solcati” sempre diversi e di dimensioni inu-
suali, immersi nella macchia mediterranea.
scalare su centinaia di monotiri e su organizzare un viaggio
da queste parti, descrive-
destra. Guadato il torrente (attenzione) si prosegue
per una traccia, tralasciando il sentiero che a
chiodato ma per alcune delle altre lunghezze può
essere opportuno avere una serie di nut e qualche
L’ideale sarebbe salire verso sera, gustare il numerose vie multipitch rò sinteticamente tre vie destra porterebbe verso lo sperone “Stup”. Dopo cordino. Fare attenzione lungo il terzo tiro ad
tramonto dalla cima, scendere il tratto più sull’Anica Kuk - in gran alcuni minuti si arriva sotto la parete. Gli attacchi imboccare correttamente il traverso verso sinistra,
accidentato con la luce che cala e percorrere il resto del parte attrezzate a spit - veramente di gran classe, che di Klin e Mosoraski sono alla base della rampa che peraltro molto insidioso per la mancanza di buoni
sentiero grazie alle lampade frontali. hanno dato un senso, di anno in anno, al mio tornare sale verso destra ed è caratterizzata da un enorme appoggi. Questo itinerario è assolutamente da non
La storia alpinistica dell’Anica Kuk iniziò nel peggiore a Paklenica: Klin, Mosoraski e Albatros. ‹ moschettone celebrativo. Per l’attacco di Albatros, perdere!

32 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 33


premi
Piolet d'or 2012

Assegnati gli
molto più in basso, ri-
cordandoci ciò che dice-
va Alberto Iñurrategi nel

"Oscar"
suo film Gure Himalaya
(“Il nostro Himalaya”):
«Questo sport sarebbe
ben triste se il limite fos-
se segnato dalla quota

della montagna
di una montagna. Cosa
potremmo fare una vol-
ta raggiunta la cima più
alta? Non si tratta di ar-
rivare primi da qualche
parte o di tentare il già
provato ma di aumen-

I Piolet d’Or 2012 agli sloveni del K7 e agli americani del tare la nostra capacità
e superare le nostre de-

Saser Kangri II bolezze. L'Everest non è


la cima dell'alpinismo.
Il limite non sta nella
di Carlo Caccia cima».
Così, chiamata a sceglie-
re tra le scalate esem-
tanta gente plari del 2011, la giuria
e tanto ma- della ventesima edizione
teriale, come dei Piolets d'Or – composta da Michael Kennedy (pre- In alto a sinistra: la Saser Kangri II sia stata considerata «esempio di alpi-
gli undici sidente), Valery Babanov, Ines Papert, Liu Yong, Ales- spedizione slovena nismo classico ed esplorativo in alta quota, realizzato
chilometri di sandro Filippini e, dulcis in fundo, proprio Iñurrategi (Luka Strazar e Nejc in stile alpino». Un risultato che, grazie all'esperienza
corde portati – ha deciso di assegnare le “piccozze d'oro” alla prima Marcic) con il sindaco del team, è stato raggiunto all'insegna della leggerez-
di Courmayeur Fabrizia
dai francesi ascensione assoluta del Saser Kangri II (7518 m, Ka- za. Ma attenzione: anche per i giovanissimi sloveni
Derriard e quello
sul pilastro rakorum, India) riuscita per la parete sud-ovest (1700 di Chamonix Eric del K7 Ovest, alla loro prima prova del genere, si parla
ovest del m, WI4 e M3) dal 21 al 24 agosto agli americani Mark Fournier. di «esperienza» e di «eccezionale capacità di giudizio
Makalu. Era Richey, Steve Swenson e Freddie Wilkinson e, inoltre, A destra: Robert e impegno»: gli ingredienti di un risultato colto in
il 1971 e fu alla via nuova (1600 m, AI5, M5 e A2) firmata dal 6 Paragot, Piolet d'Or splendido stile da due ragazzi di grande talento, che
un'impresa, all'8 settembre sulla parete ovest del K7 Ovest (6858 m, Carrière 2012 con non sono alpinisti di professione.
condotta da Karakorum, Pakistan) dagli sloveni Nejc Marčič e Luka Kay Rush Eccoci quindi a chiudere il cerchio tornando a Para-
una leggenda Strazar (terza ascensione assoluta della montagna). got, agli Ottomila e alle spedizioni di un tempo per
vivente come Menzione speciale, poi, per i norvegesi Bjørn-Eivind notare, inevitabilmente, come le usanze – regole?
Robert Para- Årtun (tragicamente scomparso nel febbraio scorso sul – del gioco-alpinismo di punta siano drasticamente
got: il vin- Kjerag, in Norvegia) e Ole Lied, capaci di cogliere l'at- cambiate. Se all'esclusiva importanza del fine è su-
citore, a 85 timo per avventurarsi con successo, tra il 25 e il 26 bentrata quella del fine subordinato al mezzo, allo
anni, del Pio- dicembre, lungo una spettacolare ed effimera linea di stile, è altrettanto vero che la natura delle imprese da
let d'Or alla ghiaccio (950 m di cui 350 originali dal Colle della pubblica si è fatta privata: meno militaresca e più ide-
carriera 2012. Conquista, M5 e AI6) sulla parete sud della Torre Egger ale, ci vien da dire, con i fuoriclasse ormai coscienti
Paragot pre- (2850 m, Patagonia, Argentina). che sotto la quota che fa notizia, oltre gli inflazionati
miato dopo Ricordando le al- Ottomila che per i mountaineers d'oltrema-
Walter Bo-
natti (2009),
tre tre salite no-
minate – quella
la natura delle imprese da pubblica nica, con il loro sistema di misura, non esi-
stono neppure, sta ancora la meraviglia della

C si è fatta privata:
'erano una volta gli Ottomila: quattordici co- In alto a sinistra: foto Reinhold Messner (2010) e Doug Scott (2011): un altro dei kazaki Denis scoperta. I moderni campioni dei Piolets d'Or,
lossi da conquistare, a tutti i costi. Una vera e di gruppo delle due protagonista della storia dell'alpinismo che il 24 mar- Urubko e Gennady cacciatori di sogni in compagnia di pochi
ascensioni premiate
propria colonizzazione delle altissime quote, a
con il Piolet d'Or.
zo scorso, al Palanoir di Courmayeur, ha condiviso il Durov sul Pik Po- meno militaresca e più ideale amici, sanno bene che il tempo di Bonatti,
suon di spedizioni nazionali che sembravano partenze A destra: la spedizione palcoscenico con i moderni interpreti della specialità, beda (7439 m, Tien Messner, Scott e Paragot è passato. Hanno
per il fronte: uomini e mezzi in abbondanza, compresa americana, composta autori di scalate che, nel rinnovato spirito dei Piolets Shan, Kirghizistan), quella degli sloveni Aleš Holc, Pe- chiaro in mente che l'alpinismo non è più argomen-
la dinamite usata nel 1954 sul Dhaulagiri dagli argen- da Steve Swenson, d'Or dopo la “crisi” con conseguente ripensamento- ter Juvan e Igor Kremser sullo Xuelian Nord-est (6249 to da prima pagina e che nessuno si sognerebbe di
tini diretti dal tenente Francisco Ibañez (c'era bisogno Mark Richey e Freddie parentesi del 2008, guardano al futuro nel segno della m, Tien Shan, Cina) e quella degli americani Conrad trattarli come Sir Edmund Hillary che, ancora vivo e
di spazio per le tende del campo VI...). Più tardi, pian- Wilkinson creatività e dello stile. E creatività e stile, bisogna dir- Anker, Renan Ozturk e Jimmy Chin sul Meru Centrale vegeto, si vide addirittura effigiato su una banconota
tate le bandiere su tutte le cime, ecco il momento delle lo, oggi faticano a stare oltre quota 8000. L'alpinismo (6310 m, Himalaya, India) – andiamo a leggere le moti- per aver violato proprio quella cima dove oggi, spesso
vie alternative, più difficili e risolte allo stesso modo: da intenditori sta benissimo altrove, un po' o anche vazioni della giuria, per scoprire come l'ascensione del in numerosa comitiva, si arriva pagando il biglietto. ‹

34 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 35


storie
Lutz Chicken

Una vita spesa a “


Un uomo che a 96 anni aveva ancora il gusto
di seguire con la mente i suoi sogni di ragazzo”.
In apertura nell'altra
pagina, Lutz Chicken

difesa della
É questo il sigillo del ricordo che il Presidente durante un'escursione.
Qui a destra durante
dell’Alpenverein Sudtirol, Luis Vonmetz, dedica a
un'arrampicata sulle
Lutz Chicken scomparso lo scorso settembre. Dolomiti
Socio onorario dell’AVS e presidente della sezione
di Bressanone per quindici anni molto fertili (tra le

natura alpina
attività promosse, ricordiamo l'Altavia di Fundres,
il bivacco Brenninger, il rifugio Lago alla Pausa e
il rifugio Bressanone al Picco della Croce). Presente
interessato ai “Natali Alpini” perché amico del CAI
da sempre, ed in particolare dei monti trentini su cui
relazionò con costanza e competenza negli anni della

Lutz Chicken, terza età perché invitato dalla figlia Cornelia a visi-
tare quasi ogni settimana la vicina Provincia unita

prigioniero nel dall’Adige. Amico del CAI non solo per la frequen-
tazione dei suoi monti (anche di quelli abruzzesi),
poi la fece conoscere nel libro “Sette anni in Tibet”,
da cui fu successivamente tratto il celebre film con

campo che ispirò ma soprattutto perché sostenitore a livello mondia-


le della protezione della natura alpina. Contribuì in
Brad Pitt.
Ma anche Lutz Chicken ha scritto un bel libro auto-

“Sette anni in Tibet” maniera positiva alla “Charta di Verona” ispirata dal
nostro 94° Congresso cui partecipò assieme a Sgan-
biografico : “Attraverso il secolo: la mia vita da me-
dico e da alpinista”, edito da Raetia. Aggiungerei, al
zini e Segantini, indimenticabili Presidenti dell’Unio- titolo, anche “di persona”, riuscito maestro di umane-
ne Internazionale delle Associazioni Alpinistiche: in simo interpretato ed esercitato.
di Roberto De Martin quell’ambito internazionale Lutz Chicken si impegnò C’è da augurarsene una traduzione in italiano perché
con successo, forte delle sue radici e delle conoscenze è un capitolo di quel messaggio della montagna che
d’Oltremanica, temperate dalla diretta comprensione non finisce di avere sempre nuovi interpreti. ‹
dei club mediterranei.
Ricordo sue relazioni efficaci in Nepal (Kathmandu),
in Giappone (Matsumoto), in Galles per i 50 anni della
prima salita all’Everest (1993) ed anche in Spagna, nei
Paesi Baschi a San Sebastian. In quest’ultima occa-
L'autobiografia › “Io, europeista convinto”
sione preparammo assieme un interessante intervento Un passaggio del libro il mondo. Il libro mi consente come amico
che dava eco delle “Tavole di Courmayeur” e che fu autobiografico di Chicken, non dei monti e promotore della protezione del-
poi apprezzato anche a Madrid. ancora tradotto in Italia la natura alpina di rendere omaggio con-
Ma il ricordo più bello lo lego anche ad un altro in- [...] ancora oggi in un periodo di autono- sapevole alle attività dei club alpini per il
tervento fatto in tandem, in Olanda, a Kerkrade vi- mia assicurata e di benessere economico, loro ampio impegno. Da giovane nella mia
cino alla più famosa Maastricht. In quell’assemblea molti concittadini sudtirolesi non afferrano attività di alpinista ho avuto la possibilità
riuscimmo, forse in virtù della nostra comune espe- i problemi di forte conflitto ideologico che di scoprire il mondo naturale tanto da far
rienza in Provincia autonoma, a far convergere ver- avevano oppresso la popolazione nel perio- diventare la mia patria adottiva questa ter-
so un’unica piattaforma le due associazioni di quella do fra le due guerre, ovvero negli anni dal ra anche grazie all'Alpenverein Sudtirol e mi
nazione piatta, ma vogliosa come pochi di terre alte: trattato di pace di San Germano fino alla sento proprio per questo obbligato a impe-
il Koninklijke Nederlandse Alpen Vereniging e il Ne- seconda guerra mondiale. Non dovrebbe gnarmi per aiutare questi sforzi contribuen-
derlandse Bergsportveriniging. essere dimenticato che con la realizzazione do a raggiungere obiettivi ed attività legati
Fino ad allora non c’era stato verso di vederle operare dei due Stati nazionali, Germania e Italia, ad un alpinismo responsabile...Spero che
assieme anche per sbilanciate alleanze internazionali. sotto l'influsso del patriottismo romantico questo libro possa trovare comprensione ed
Il quotidiano “Alto Adige” dedicò alla vicenda un ar- il concetto di nazione arrivò a soffocare interesse. Contiene i ricordi di un uomo che
guto articolo nella rubrica “Meridiani e paralleli” del fortemente gli uomini della mitteleuropa. da giovane si alimentò di pensieri con forte
9 dicembre 1990 dal titolo “Scena di pace dolomitica L'idea di un'Europa unita nella pace, come venatura nazionalistica e che col passare
nei Paesi Bassi”. Il Chicken alpinista rimarrà legato poi abbiamo potuto vedere realizzarsi, era degli anni è diventato un convinto euro-
alle sue esperienze giovanili al Nanga Parbat, dove allora idea di pochi e solamente la cata- peista. Questo è accaduto non ultimo grazie
andò con la spedizione del club alpino accademico di strofe della seconda guerra mondiale ha all'influenza e alla tolleranza caratteristiche
Monaco di Baviera nel lontano 1939. Era una spedi- consentito il positivo sviluppo odierno. La del mio mestiere di medico, ma anche per i
zione di osservatori che avrebbero dovuto studiare la raggiunta maturità degli europei che li ha contatti umani in questa terra trilingue. Da
possibile via di salita. Lutz ed i suoi compagni arri- portati ad evitare i conflitti attraverso una ultimo posso proprio dire che la mia atten-
varono a 6200 m ed al ritorno furono internati dagli paziente ed intelligente analisi nell'ambi- zione alla natura e alla "Heimat" mi hanno
inglesi in un campo di concentramento perché nel to di reciproci dialoghi potrebbe divenire sempre dato in tutti i momenti della vita
frattempo era scoppiata la Seconda Guerra Mondiale. un esempio meritevole di seguito in tutto tanta forza e costanza.
Da quel campo riuscì la fuga ad Heinrich Harrer, che

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speleologia
subacquea

I
l concetto di esplorazione evoca romanzi d’avven- Nell'altra esplorate nei decenni precedenti in Marguareis. 64
tura, espansioni coloniali, ricerca oltre i confini pagina: l’inizio di persone appartenenti ai Gruppi Speleologici Piemon-
dati, sulla Terra o nello Spazio cosmico. L’idea di un’immersione- tesi e Liguri si sono alternate per due giorni a traspor-
esplorare è prossima al fantascientifico, appare attivi- Petranic Cave in
tare due attrezzature complete per i sifonisti (oltre 30
Albania.
tà riservata a supereroi. Suona come rimando ad altri In questa pagina
sacchi di materiale comprese una decina di bombole)
tempi. Eppure, in questo mondo e in questo tempo, dall'alto: Grotta del permettendo ad Attilio Eusebio e Alberto Cavedon di
dove con Google Map possiamo passare dalla visione Lupo Inferiore, inizio compiere una decisiva immersione. Cavedon, assistito
del Pianeta sino a casa nostra, dove il GPS ci po- della parte allagata. fuori e dentro l'acqua, è sceso in autonomia fino a
siziona, indica, ci guida (quasi sempre...), ebbene in Panoramica della -121 dove la galleria, di grandi dimensioni, pareva
questo mondo conosciuto c’è tanto da conoscere, da Conca di Piaggiabella chiudere. Ma verso l'alto una breve risalita (sempre
in Marguareis
raggungere per la prima volta e percorrerere. É l’uni- subacquea naturalmente..) lo ha riportato su una cen-
verso vuoto e buio che si cela dentro le montagne, gia a -107 da dove ripiomba nell'inesplorato "nero".
sono quelle che gli speleologi talvolta chiamano le L'immersione è durata 135 minuti. Durante la risali-
Terre della Notte o le Radici del Cielo. Solo in Italia si ta sono state eseguiti dai due speleosub il rilievo del
conoscono, indicativamente, circa quarantamila ca- nuovo ramo e fotografie. Temperatura dell'acqua: 6
vità naturali.Tra queste decine di migliaia di cavità vi gradi in superficie, 5 gradi dai-30 metri in giù. Gran-
sono anfratti di pochi metri di sviluppo o profondità di ambienti subacquei, visibilità spettacolare, rilevate
ma anche grotte con sviluppi di decine di chilometri e ed esplorate 300 metri di nuove gallerie per -121 di
profondità oltre i mille metri . Eppure, vi sono parti di profondità, grotta che continua dentro la montagna.
grotta che non sono state raggiunte perché estrema- Su questo ed altro abbiamo scambiato alcune idee
mente remote, ingressi di difficile accesso (in parete,
allagati). Vi sono ingressi nascosti, ostruiti. Insomma,
vi è una considerevole sproporzione tra possibilità
di ricerca e risorse umane disponibili! L’esplorazione
speleologica non richiede doti sovrumane. Servono
motivazioni, curiosità, metodo, conoscenza di tecni-
che, continuità nell’impegno. Una domanda spesso

Le nuove frontiere della


posta è “a cosa serve l’esplorazione speleologica?” Il
senso dell’esplorazione speleologica è, in sintesi, nella
costruzione un’ideale mappa dei mondi sotterranei, la

speleologia
base sulla quale inserire ogni ulteriore osservazione
scientifica, il riferimento per raccogliere immagini,
realizzare audiovisivi, creare racconti. Inoltre, cono-
scere ha valore in sé e giungere dove nessuno è sta-
to è estremamamente emozionante, soddisfa desideri

subacquea
ancestrali e innati.
Nuove frontiere e cavità sommerse
Il Marguareis è terra di confine, insieme di montagne
tra Piemonte, Liguria e la Francia delle Alpi Marittime.
Il Marguareis è anche terra di grotte ed esplorazioni.
Negli anni ’50 del secolo scorso hanno inizio intense
campagne di ricerca che hanno tra i riferimenti Piag-

Tecniche evolute e lavoro d’equipe. giabella, grotta che si rivela centro di un vasto e pro-
fondo insieme di cavità. La vicinanza e la collabora-

Marguareis (tra Italia e Francia): decenni di ricerche di zine tra speleologi italiani e francesi ha rappresentato
un’ottima opportunità per scambiare tecniche e idee.

grotte e di collegamenti tra le stesse. Luogo di confronto Per molto tempo il Marguareis è un vero laboratorio
di speleologia. Gli anni ’70 sono estremamente vivaci

tra eploratori italiani e francesi, straordinario laboratorio ed emergono figure di forte personalità e indubbie
capacità. L’umore di quel periodo è ben rappresentato

di tecniche e idee per la speleologia. L’esplorazione in due volumi editi a venti anni l’uno dall’altro. “Una
frontiera da immaginare” di Andrea Gobetti e “Il fon-

speleosubacquea alla Grotta del Lupo Inferiore ha aperto do di Piaggiabella” di Giovanni Badino.
All’inizio del 2012, una spedizione speleosubac-

ulteriori possibilità di ricerca. quea affronta con estrema determinazione il sifone


terminale della Tana del Lupo Inferiore nella Gola
delle Fascette. Banalizzando, la grotta è la sorgente
di Massimo (Max) Goldoni - foto di Attilio Eusebio dove si convoglia gran parte delle acque delle grotte

38 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 39


speleologia › subacquea

Atlante delle aree carsiche piemontesi


Determinazione e e l’evoluzione in termini positivi del pari passo con la pubblicazione dei dati
condivisione per un’opera potenziale di ricerca. e l’esplorazione delle grotte, l’affina-
sistematica e complessa Tra le due opere si colloca certamente mento delle tecniche e della ricerca e la
la fase di maturazione della speleologia gestione, conservazione e valorizzazione
piemontese: in prima istanza infatti delle aree carsiche. In questi ultimi anni
essa ha acquisito consapevolezza delle le conoscenze, in termini di esplorato ma
proprie capacità, ma soprattutto-e qui soprattutto di pubblicato, sono quadru-
l’intervento pubblico della Regione plicate rispetto alla somma di quanto
Piemonte è stato fondamentale-inter- fatto in tutti gli anni precedenti.
vengono una stabilità di rapporti ed In Piemonte ad oggi sono conosciute
di Attilio Eusebio una fiducia reciproca, che permettono oltre 2200 grotte appartenenti ad oltre
La prima versione, il “proto-atlante”, fu lo sviluppo di progetti ambizioni, tra cui 50 sistemi carsici che si estendono da
realizzata nel 1986 con il titolo Sintesi una costante pubblicazione dei dati. Nei pochi ettari fino a decine di chilometri
delle conoscenze sulle aree carsiche nove anni trascorsi tra le due pubblica- quadrati come accade sui massicci del
piemontesi ed era rappresentata da zioni (1986-1995) sono stati diffusi oltre Marguareis-Mongioie. Ora sono passati
lo speleosub fa poco e non va lontano. Anzi direi che
proprio non ci va. Un grazie di cuore a tutti gli speleo
un libretto di 80 pagine dove erano una decina di volumi ed una cinquan- altri 15 anni, 23 dalla prima edizione,
che hanno condiviso con noi l’esperienza alla Grotta descritte le principali aree carsiche del tina di bollettini che hanno raccolto i e la nuova opera supera abbondante-
del Lupo Inferiore e che l'hanno supportata, in parti-
colar modo agli amici dello Speleo Club Tanaro che ne Piemonte. Nel 1995 uscì l’Atlante delle dati esistenti negli archivi dei gruppi ed mente le 600 pagine, vi sono descritte
hanno subito l'urto maggiore».
grotte e delle aree carsiche piemontesi, i risultati di ricerche durate anni. La filo- oltre 200 grotte e hanno collaborato
Cosa è cambiato dai tempi delle tue prime esplo- un ideale aggiornamento costituito da sofia che guida la realizzazione di questi direttamente o indirettamente, più di
razioni in Marguareis ad oggi? Come convivi con i
tuoi ruoli di dirigente (e di istruttore tecnico degli un volume di oltre 200 pagine, che ne volumi, ma in generale la ricerca speleo- cinquanta ricercatori consultando oltre
Speleosub CNSAS)? rappresenta la naturale prosecuzione logica, non può quindi che proseguire di 2000 pubblicazioni.
In questa pagina
con Attilio Eusebio che è Presidente dell’Associazione a sinistra in alto:
«Ho iniziato a fare speleo nel 1977, era un periodo
Gruppi speleologici Piemontesi, Consigliere della SSI, Alberto Cavedon di grande turbamento anche sociale. Avevo dician-
geologo ed esploratore dalla seconda metà degli anni in decompressione nove anni, studente universitario con tanta voglia
’70. alla Grotta del Lupo di muovermi. L’inizio fu per gioco, per curiosità e
Inferiore nel gennaio forse inconsciamente una fuga dal presente. Poi gli li persegue e diventa più legato ad un idea, ad un
La tua attività speleosubacquea... 2012. anni passarono con la maturità l’interesse certamente risultato che alle singole individualità».
In basso a sinistra:
«Ora sto dedicando il tempo che ho alla speleologia mutò, al gioco giovanile si sostituì l’interesse per la
delicato passaggio
subacquea, progetti ce ne sono veramente tanti anche nella Grotta di Ressel ricerca, erano anche gli anni delle grandi esplorazio- E quindi? Il fatto di essere dirigente...
se molto distanti geograficamente e culturalmente tra in Francia. ni: il massiccio del Marguareis era esploso, avevamo «É stato difficile convivere con il CNSAS soprattutto
loro. A volte ci si deve recare in paesi non facili dove A destra: immersione fatto la giunzione Corchia-Fighiera (Alpi Apuante, nella fase in cui ricoprivo ruoli dirigenziali, questi mi
c’è anche un problema economico per raggiungerli e in risorgente. Su Toscana n.d.r.). Viaggiavamo con il vento in poppa e portavano via molto tempo. Da quando una decina di
per trasportare le montagne di materiali che servono. Golugone, Sardegna ad ogni domenica si aggiungevano centinaia di metri anni fa ho abbandonato questo tipo di incarichi ho
Sostanzialmente, esistono due linee di azione. La pri- Nell'altra pagina: di esplorazioni. Il tempo passava senza accorgerse- recuperato una quantità di tempo incredibile tanto da
l’indispensabile
ma è legata alle classiche risorgenze (cavità immedia- ne, parallelamente iniziai ad entrare nelle strutture potermi dedicare alla speleologia subacquea, diventa-
“sagola” guida. Orso
tamente allagate) dove il contributo degli speleologi di Ponte di Nava, organizzative nelle quali eravamo entrati da giovani re istruttore speleosub del CNSAS e così via.
“terrestri” è assente o fortemente limitato.In Italia è Piemonte aitanti. All’inizio eravamo un branco di lupetti che si Anche qui conoscendo un sacco di gente sono au-
stato fatto molto e se si vuole esplorare in risorgen- muoveva in branco, le esplorazioni erano per lo più in mentate le possibilità di girare, di associarmi ad ini-
ti bisogna migrare, diverso è per quanto riguarda i ambito locale, poi via via le mete cambiarono, fu pri- ziative e di proporne. In sintesi direi che diventare
sifoni in grotta. Questi vanno molto di moda, si po- ma la Toscana, poi la Sardegna e così via, il gruppetto “dirigente” di strutture ha mediamente aumentato
trebbe dire “sono trendy”, dove invece il contributo iniziale si mescolò e da lupetto si passa alla fase del la possibilità di fare e di organizzare anche attività
degli speleo “terrestri” è fondamentale, senza questi lupo solitario che condivide con altri alcuni obiettivi, esplorative». ‹

40 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 41


l'articolo del socio
Australia
A fronte: ancestrale.
Baita Colmont.
In questa pagina: Sono rimasta ad osservare Uluru, ero completamente
Tabià a Canale
rapita dal colore, dalla roccia, dalla natura circostan-
d'Agordo.
Nella pagina te e dall’atmosfera così libera e selvaggia che si respi-
successiva: ra tutt’intorno. Il deserto è così piatto...e poi ecco sor-
il lago dei Negher gere un masso enorme solcato da striature verticali e
solchi scuri, protuberanze e grotte inaspettate, il verde
della vegetazione alla base, il grigio di quella desertica
all’orizzonte e sotto i miei piedi il rosso della sabbia che
si confonde con quello della roccia. Al tramonto è arri-
vato lo spettacolo più emozionante, con il sole che colo-
ra la roccia di diverse cromature fino a che non rimane
che il nero del profilo sotto le prime luci delle stelle.

Dalla base Uluru era così magico che non sentivo esi-
genze di scalata. Non desideravo altro e i ragazzi che
erano con me in tour devono aver provato le stesse sen-
si pretende rispetto bisogna avere il coraggio di essere i sazioni perchè nessuno l’ha salito. Sam con la sua pas-

Quando la scalata diventa primi a mostrarlo, a tutti i livelli, anche in questo caso
dove difficilmente un Aborigeno avrebbe potuto man-
care di rispetto a me.
sione ci aveva infuso l’intimo sentimento del rispetto e
la natura ci aveva donato uno spettacolo che aveva reso
l’esperienza completa.

ossessione turistica
Finalmente è arrivato anche per me il momento di La scalata mi sembra ancor più un capriccio turistico se
partire; la guida del tour era Sam, un giova- penso alla frase
ne neozelandese rimasto talmente affascinato Gli aborigeni considerano la salita all'Uluru di Gilbert K. Che-
dal Central Australia da trasferirvisi e mettersi sterton: “Il turista
al suo servizio come guida. Mi chiedevo come il rito di passaggio all'età adulta vede quello che è
sarebbe stato il momento in cui tutti noi del venuto a vedere,

La rinuncia a salire l'Uluru come segno di rispetto per gli gruppo avremmo avuto la possibilità di scalare Uluru;
non abbiamo dovuto attendere molto che Sam ci ha pre-
mentre il viaggiatore vede quello che vede”. Penso alle
nostre Alpi, a quelle Neozelandesi, alle Ande ed altre

Aborigeni sentato la questione.


Il primo possidente europeo della terra che circonda la
montagne, il mondo è pieno di catene montuose dove ci
possiamo sbizzarrire; dopo un mese sarei tornata a casa
montagna fissò una catena lungo un costone fino in sotto le Prealpi veronesi, agli amici non avrei raccontato
di Mariana Zantedeschi (Cai San Pietro in Cariano - Verona) cima, e da allora, anche quando il territorio è torna- di scalate ma del rispetto di un panorama mozzafiato. ‹
to nelle mani della comunità aborigena Anangu, tutti
sono liberi di salire la montagna. Tuttavia gli Aborigeni,

A
ll’inizio di ottobre un viaggio in treno di quasi Sopra e nell'altra In ostello ho avuto modo di parlare della montagna attraverso cartelli e spiegazioni disseminate ovunque,
due giorni mi ha portato nel Central Australia pagina, in alto, con alcuni ragazzi tedeschi che l’avevano già visitata, chiedono di evitarlo.
Ayers Rock, il celebre
desert; tra le altre bellezze naturali volevo ov- ne erano rimasti letteralmente affascinati e mi hanno Sam ci ha presentato tre ragioni; la prima è la perico-
monolito oggi noto
viamente vedere Uluru (ex Ayers Rock), la famosa mon- con il nome aborigeno
vivamente consigliato la salita; quando mi hanno visto losità: immaginate una ferrata esposta senza assicu-
tagna simbolo. A Melbourne ne avevo sentito parlare "Uluru". esitante hanno risposto che anche loro avevano avuto razione, quattro ore sotto il sole del deserto, persone
spessisimo e una coppia di australiani mi aveva raccon- Nell'altra pagina dei dubbi, ma davanti alla sua bellezza avevano capi- che arrivano in infradito e senza alcuna esperienza e
tato di tutta la magia che la circonda: la terra rossa, la in basso l'autrice to che la scalata avrebbe completato l’esperienza, so- preparazione tecnico-fisica, non sono infrequenti gli
natura selvaggia, gli Aborigeni e la sacralità che attri- dell'articolo prattutto dopo aver dovuto sborsare 25 dollari di quota incidenti...e le morti.
buiscono ad essa. Mi avevano anche riferito di quanto per entrare nel parco. Non ho ancora ben capito le loro La seconda: la gente parte di mattina per approfittare del
fosse dibattuta la sua scalata... frotte di turisti che si av- rimostranze per i soldi, il parco è distante dalla civil- momento più fresco della giornata, giusto dopo colazio-
venturano verso la verticalità alla conquista della cima, tà sette ore di macchina attraverso il nulla desertico ne...lassù rimane una toilette a cielo aperto.
mentre altrettanti Aborigeni da sotto guardano sconso- più assoluto, e per questo deve far fronte a spese non Il terzo motivo è la sacralità: i bambini maschi degli
lati ed impotenti lo scempio del loro tempio. indifferenti: insomma 25 dollari mi sembravano tutto Anangu quando raggiungono l’undicesimo anno d’età
sommato come dicono gli inglesi “fair enough”! vengono mandati per circa due anni soli nel deserto,
Il mio anticonformismo sarebbe forse bastato per non Ma quello che più mi lasciava perplessa era l’”esperien- in una sorta di iniziazione; dovranno cavarsela da soli
salire quell’enorme masso, ma le motivazioni si fanno za”, che alle mie orecchie suonava come mera esperien- procacciandosi il sostentamento e difendendosi dall’ino-
più forti quando ci si confronta con qualcosa che non za turistica, me li immaginavo correre trafelati verso la spitale natura. Se sopravvivono torneranno in seno alla
ci appartiene. base della montagna, e senza capire il perché e il per comunità e allora per diventare definitivamente uomi-
Quando nel bel mezzo di una tempesta di sabbia ho come delle cose cominciare ad aggrapparsi alla catena ni scaleranno Uluru con il nonno o il padre. É per loro
messo piede nella stazione di Alice Springs, l’unica città che conduce in cima. un santuario dove trova compimento il cammino più
della zona sapevo che non volevo salire Uluru. Inoltre pensavo agli Aborigeni, ancora non conoscevo importante ed atteso: entrare nell’età adulta. Per noi
le ragioni della sacralità di Uluru, ma ritenevo che se non ha senso partecipare a quel rito così profondo ed

42 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 43


escursioni
Monte Cistella

Il fascino del
LA VAL DIVEDRO A sinistra: in vetta al La Val Divedro fu invece importante via commerciale
La Val Divedro, che ora offre al visitatore un'immagine Monte Cistella. (ma anche militare e di fede) in diverse epoche: da quella
di quiete, dove la natura regna sovrana e quasi apparta- A destra: le romana (II secolo a.C.), testimoniata da qualche tratto
incredibili profondità

Monte Cistella
ta dalle vicende umane, fu in realtà nel passato ricca di ancora visibile, a quella medioevale, ora percorribile su
dall'altipiano lunare
storia e di traffici. I ritrovamenti archeologici dell'Alpe del Cistella
sentieri, alla grande via napoleonica che per prima sfidò
Veglia (alla testata della valle Cairasca) testimoniano la gli orridi del fondovalle e gli umori del torrente, pre-
presenza di attività – cacciatori, cercatori di cristalli - cedendo di un secolo il traforo del Sempione. Ai primi
già dieci millenni fa, e la bellezza di quello che è oggi un del Novecento, i lavori per la grande opera comporta-
Parco naturale, ricco d'acque e di pascoli, spiega le lotte rono la presenza di una popolazione più che tripla di
secolari con i vicini (ora elvetici) per il suo possesso. Lo quella odierna. Negli ultimi decenni anche questi luoghi

Val Divedro e Val Cairasca, silenziose valli Ossolane stesso luogo conobbe, tra gli ultimi decenni dell' Otto-
cento e gli anni cinquanta, un fortunato periodo come
hanno vissuto il fenomeno dello spopolamento e l'ab-
bandono della fiorente attività di agricoltura montana e
mèta turistica, grazie anche alle sue cime, palestra del di allevamento che per secoli aveva modellato e curato
di Marina Morandin e Lisanna Cuccini - foto di Marco Mazzarini primo alpinismo esplorativo, e alla sorgente di acqua
minerale.
il territorio e che lascia preziose testimonianze di in-
sediamenti rurali. Oggi, grazie alla creazione del Parco
e anche al paziente lavoro di ripristino della rete sen-
tieristica ad opera del Club Alpino Italiano, la valle si
ripresenta come nuovo paradiso escursionistico, sia con
il dolce e solatio versante est (che sale dal fondovalle
fino al suggestivo alpeggio di Solcio e al gruppo del
Cistella), sia con il selvaggio Ovigo, oltre naturalmente a
tutto il territorio del Veglia e alla zona di San Domeni-
co-Ciamporino, sede degli sport invernali. Le possibilità
sono molteplici, per tutti i gusti e tutte le forze: sempre
gratificanti e fonte di nuove scoperte.

Itinerari › Monte Cistella

Il monte Cistella è una montagna affascinante, giustamente considerata come una delle più
belle cime dell’Ossola. Sita al centro delle Alpi Lepontine, si staglia dominatrice con il suo
altopiano dall’armoniosa forma. Chiunque sia passato anche una sola volta per le valli dell'Os-
sola, non può non averlo notato. Lo si vede dalla superstrada del Sempione, scendendo dalla
val Vigezzo, dalla val Formazza, dalla val Divedro, da Devero... lo si scorge un po' da ovunque.
Quante volte raggiunto un passo, un'alpe o una vetta lo trovi lì di fronte, dall'alto dei suoi 2880,
ad osservare. Il Cistella è ricco di storia e soprattutto di leggende arcane e misteriose. Le streghe
del Cistella sono ricordo ancora impresso nella memoria degli ossolani, al sibilo della baiorda le
si poteva scorgere roteare e si potevano udire le loro litanie funeste. L’altopiano era considerato
con terrore il gran salone da ballo di messer Diavolo… povero il malcapitato che al calar del sole
avesse a trovarsi in quei luoghi! Non esistono notizie dei primi salitori, ma dalla seconda metà
dell’800 la montagna fu esplorata da alpinisti e geologi alla ricerca di minerali. Fu verso la fine
del secolo che per forte volere e coraggiosa iniziativa del poeta dialettale Giovanni Leoni detto
il Torototela, allora presidente del CAI ossolano, fu costruito lo storico rifugio sotto la vetta,
inaugurato nel 1901. Il rifugio è tuttora funzionante, incustodito ma sempre aperto. La salita al
monte Cistella è una meta ambita dagli escursionisti, sia per il vasto panorama a 360°, sia per
l’accesso, un po’ faticoso, ma su bei sentieri segnalati e agevoli. Poi, a ripagare della fatica, dalla
vetta… tutto sarà ai vostri piedi… potrete ammirare il mondo dall’alto. Dal monte Rosa con la
sua capanna Margherita ai 4000 della Svizzera, dal vicino anfiteatro del Monte Leone alle vette
Lepontine, per poi spaziare dal Monviso all’Adamello passando dai laghi e dall’immensa pianura
che si perde lungo la linea dell’orizzonte. Due sono gli itinerari per raggiungere l’ambita cima:

44 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 45


itinerari Piemonte
escursioni › Monte Cistella

› DALL’ALPE SOLCIO www.sandomenicoski.com). canale al Pizzo Diei, mentre proseguendo a mezzaco-


ACCESSO: dal rifugio DIFFICOLTÀ: EE sta e quindi in lieve discesa si giunge al vasto e lunare
Crosta all’Alpe Solcio DISLIVELLO: m 910 con seggiovia, m 1460 a piedi da pianoro, con la nostra cima sullo sfondo, che da
m 1750 raggiungibile San Domenico accesso al Bivacco Leoni. Da qui si aggirano verso Sud
su buoni sentieri in ore TEMPO DI PERCORRENZA: 3h30 da Ciamporino, 5 i bastioni del Cistella ed in quindici minuti si è in vetta
2,30/3,00 da Foppiano, da ore da San Domenico (ritorno a San Domenico 4 ore) tramite facili roccette. É anche possibile scendere al
Varzo o da S. Domenico. PUNTI DI APPOGGIO: bar e negozio alimentari a San pianoro direttamente dalla cima del Diei, concatenan-
DIFFICOLTÀ: E Domenico, bivacco Leoni all’altipiano del Cistella, do quindi le due cime. Per la discesa, proprio di fronte
DISLIVELLO: m 1130 rifugio Crosta all’Alpe Solcio. all'ingresso del bivacco (evitare di andare a sinistra!)
TEMPO DI PERCORRENZA: 3 ore Madonnina, un tempo il vecchio rifugio. Dalla destra SENTIERI: F16 inizia una traccia incerta ma poi sempre più marcata
PUNTI DI APPOGGIO: rifugio Crosta all’Alpe Solcio del bivacco si prosegue su bancate rocciose per poi ("rifugio Crosta" scritto con vernice rossa su rocce,
(www.rifugiocrosta.it, tel. 0324 634183), bivacco imboccare un canale di terra e rocce che conduce alla DESCRIZIONE: Da S. Domenico di Varzo (1420 m) e successivamente indicazione "Solcio"), che scende
Leoni all’altipiano del Cistella cima (m 2880). si sale all'Alpe Ciamporino tramite la seggiovia (se poi ripidamente ad una bocchetta. Da questo colletto
SENTIERI: vallone di Solcio, segnali b.co/rosso CAI VARIANTI: Questa splendida salita può essere inserita attiva apre alle 8.00) o percorrendo la comoda strada ci si immette verso sinistra nel vallone di Solcio e lo
NOTE: itinerario percorribile da giugno a metà all’interno di in una circuito ad anello distribuito in sterrata che sale da dietro la piazzetta del paese si percorre tutto (si possono trovare residue lingue di
ottobre, dopo inverni molto nevosi è possibile trovare, due giornate di cammino. Tale escursione conta un (considerare 1h30 in più). neve ad inizio stagione) arrivando in 2h00 al rifugio
a inizio stagione, ancora qualche tratto innevato. primo giorno di ascesa al rifugio Crosta partendo da Dall'Alpe Ciamporino si punta all'evidente Colle di Crosta (1751 m). Prima su strada sterrata poi, dopo
ATTENZIONE a non farvi sorprendere oltre quota Foppiano (2h30) ed un secondo giorno di salita alla Ciamporino (m 2283) in direzione Nord-Est, man- Coatè, sull’agevole sentiero F14, si raggiunge in 2h00
2600 con condizioni di scarsa visibilità, ritrovare la vetta del Cistella con discesa lungo il sentiero G11. tenendosi sulla sinistra dei tralicci delle sciovie da il punto di partenza (San Domenico). Sul sentiero dalle
traccia per il ritorno potrebbe essere problematico e Quest’ultimo inizia sulla sinistra del Piano di Cistella e utilizzare come riferimento. Per l’escursionista attento dolci pendenze, si incontrano pittoreschi e silenziosi
disagevole! percorre dapprima la dorsale rocciosa della “Costetta” esiste un sentiero segnato, ma purtroppo i solchi del alpeggi testimoni immobili della vita rurale. ‹
(passaggio attrezzato da corrimano metallico), poi i bestiame al pascolo possono confondere il cammino.
Nell'altra pagina in Zumstein e Dufour
DESCRIZIONE: dal rifugio il sentiero sale sulla caratteristici alpeggi fino a raggiungere il bosco che Dal Colle, con il sentiero F16, si sale in direzione della
alto: Bivacco Leoni (Monte Rosa).
sinistra dell’ampio Vallone di Solcio passando sotto ci condurrà ai verdi prati di Foppiano m 1217, dal massiccia mole del Pizzo Diei, lasciandosi la Punta
all'altopiano del In questa pagina in
la Scheggia di Marzasca e il Pizzo Boni. Tra splendide bivacco Leoni si contano 4 ore e m 1660 di dislivello del Dosso sulla destra. É meglio lasciare la strada di Cistella. In basso: alto: Varzo e le sue
fioriture prima e colate detritiche poi, si giunge alla in discesa. servizio degli impianti e continuare sul sentiero poco veduta dal Cistella montagne. In basso:
Bocchetta di Solcio (2600 m) 2h00. Piegando a destra più alto sulla destra. Si imbocca poi un ripido canale a su Punta Gnifetti, ammirando il Cistella
si risale su rocce e detriti, fino ad una fascia rocciosa › DA CIAMPORINO volte innevato e, tenendosi a sinistra di una caratte-
che si aggira, sempre sulla destra, per giungere poi ACCESSO: da Ciamporino (m 1970) raggiungibile da ristica torre rocciosa, si sbuca nella vasta cengia che
al Piano di Cistella Alto, ormai in vista del bivacco San Domenico a piedi su strada sterrata o con seggio- costeggia il lato occidentale del Pizzo Diei. Seguendo
Leoni (m 2803). Se prestate attenzione, poco prima via appartenente agli impianti “San Domenico Ski” gli ometti e i segnavia biancorossi si arriva a un bivio
dell’altipiano, sulla sinistra, troverete la grotta della (informarsi per apertura e orari: a quota m 2700 circa: a sinistra si sale per un ripido

46 montagne360° maggio 2012


mountain bike
Pre Alpi Cozie

Pre Alpi Cozie in


mountain bike
Tre giorni su due ruote tra borghi e alture del cuneese
di Marco Lavezzo e Toni Cavallo - foto di Toni Cavallo

pietra", risultato dell'erosione selettiva di un versante, della prima tappa.


che qui si presentano in numero e dimensioni molto Importante centro turistico della Valle Varaita, Sam-
significative. peyre offre numerose soluzioni per il pernottamento e
A Dronero abbandoniamo la SP422 e svoltiamo a de- per la cena: fortemente raccomandate le “ravioles” e
stra in via S.Anna, tenendo la destra alla rotonda suc- gli altri piatti tipici della cucina occitana.
cessiva. L’asfaltata si inerpica a tratti anche ripida; a La seconda tappa ci porta in Valle Po. Imboccata la
quota 820 imbocchiamo a sinistra il Percorso Occita- strada per Becetto si prosegue sino al Colle del Pre-
no (P.O. contrassegno giallo), te (1716 m) e si scende al Colle di Gilba,
che seguiamo fino a S.Anna Il percorso offre splendidi scorci dove si prende un sentiero in discesa, non
di Roccabruna; costeggiato molto visibile e abbastanza difficoltoso;
l'omonimo santuario, pie- panoramici su cui dominano inizialmente diretto a NE, a quota 1390
ghiamo a destra inizialmen- piega a sinistra e, dopo il guado del Rio
te su asfalto pianeggiante l’Argentera e il Monviso Croesio che nella stagione piovosa po-
poi su sterrata a saliscendi. trebbe rivelarsi impegnativo, raggiunge il
Attenzione a non perdere il bivio a quota 1200 per rifugio forestale Bertorello (chiuso). Si continua in sa-
mantenerci sul P.O., che diventa sentiero e si stacca lita fino alla strada che conduce agli impianti di Pian
salendo a destra verso borgata Mostiola; oltrepassa- Munè, dove svoltiamo a destra in discesa. Facendo
te le case si scende su sentiero dal fondo compatto attenzione ad abbandonare la strada - nel frattem-
con numerosi tornanti alla borgata Molineri, da cui si po divenuta asfaltata - all'altezza del primo curvone
scende su strada fino ad incontrare l’asfaltata che sale a destra, puntiamo verso un traliccio seguendo uno
da San Damiano Macra e che, seguita in salita, porta
in circa 19 km al Colle Birrone (1700 m).
Raggiunto lo spartiacque con la Valle Varaita, incro-
ciamo la strada militare impropriamente detta “dei
cannoni”, costruita in epoca fascista a servizio del
Vallo Alpino ma che probabilmente ricalca il percorso
di una preesistente mulattiera militare fatta costruire
nella prima metà del Settecento dai Savoia nell’am-

A
nche se, a detta di molti, non esistono più le In alto: il Monviso dalla presenza di colli e valichi a quote relativamente bito della Guerra di Successione al trono d’Austria,
mezze stagioni, i mesi primaverili e quelli au- da Croce Turnour, in basse, che hanno attirato la nostra attenzione. Non è combattuta anche su queste montagne. Dal C. Birrone
tunnali offrono il clima ideale per la scoperta Valle Po. stato difficile concatenare singole cicloescursioni per si può scendere direttamente a Sampeyre per sentiero,
Nell'altra pagina in
in mountain bike delle basse e medie valli alpine. ideare un itinerario in mountain bike che collega la che però risulta poco agevole costringendoci spesso
alto da sinistra: nel
Costellata di piccoli borghi e cascinali, solcata da Vallone dell’Infernotto. Valle Maira alla Val Pellice. Ne è risultato un percorso a piedi. Meglio proseguire lungo la militare in dire-
una fitta rete di strade e tratturi, la fascia prealpina Salita al Pian del Lupo inaspettatamente vario sotto tutti i punti di vista: ci- zione W fino al Colle di Sampeyre (2284 m); il per-
del saluzzese offre spunti interessanti per un breve da Paesana clistico, storico-culturale, naturalistico e paesaggisti- corso offre splendidi scorci panoramici che spaziano
ciclo-trekking. Sospesa tra la pianura e la dorsale In basso: l'arrivo al co. E - perché no? – anche gastronomico! dalla pianura alle cime dell’arco alpino, dominate
montuosa, con elevazioni che in genere non supe- colle Birrone Partiamo da Busca, che si raggiunge in treno da To- dall’Argentera e dal Monviso. Dal colle si scende su
rano i duemila metri, essa è stata un tempo sede di rino con cambio a Savigliano. Ci dirigiamo su asfal- asfalto verso Sampeyre: dopo circa 500 m gli amanti
una intensa vita rurale, che ha lasciato importanti to verso Dronero, dove arriviamo non prima di una del “tecnico” possono imboccare a sinistra il sentiero
vestigia nell’architettura, nell’uso del territorio, nella doverosa deviazione alla Riserva Naturale dei “Ci- (diff. OC) per Fondovet e Calchesio, altrimenti si con-
viabilità. Sono proprio i percorsi intervallivi, favoriti ciu” di Villar San Costanzo: si tratta di "funghi di tinua comodamente sulla carrozzabile fino al termine

48 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 49


mountain bike › Pre Alpi Cozie

Itinerari si sbuca su Pian del Lupo, piccola e gradevole spiana- A fronte dall'alto: Ripagati dal panorama sulla pianura piemontese e
ta, ottima per una sosta con bella vista del Monviso. verso Mostiola, in sulle cime innevate, attraversiamo il paese in via Cave
INFORMAZIONI PRATICHE Il percorso invece prosegue a destra, scendendo per Valle Maira. e svoltiamo a sinistra in via Pinerolo. Alla fine del
Cartografia: strada forestale nel vallone dell'Infernotto; a quota Tratto panoramico del rettilineo lasciamo l’asfalto girando a sinistra per po-
Percorso occitano poco
IGC 1:50.000 n. 06-Monviso e n. 07-Valli Maira, Grana e Stura. 750 m circa si piega a sinistra, si scende fino ad attra- chi metri su una sterrata fino a trovare sulla destra la
sopra Roccabruna
Ricettività e prenotazioni: versare il torrente presso il ponte dell'Ula. Si ripren- traccia di un sentiero che sale deciso sulla collinetta
www.comune.sampeyre.cn.it; www.paesana.it de a salire in direzione W, si oltrepassa il Monastero erbosa.
La traccia gps è disponibile su richiesta agli autori (mtb@caichieri.it). cistercense Dominus Tecum di Pra’d Mill, si pedala Dopo un primo tratto a saliscendi inizia la discesa,
I percorsi cicloescursionistici vanno affrontati adottando appropriate sempre in salita fino a raggiungere ed oltrepassare che a tratti taglia una strada bianca, da ignorare, e
tecniche di guida, nel rispetto del Codice di Autoregolamentazione. la zona cave, inerpicandosi che prosegue in direzione N fino ad un
sulla sinistra orografica del quadrivio a quota 1020. Seguiamo la ster-
vallone.
Il paesaggio è dominato dalle rata di destra per 300 m, poi scendiamo a
A quota 1350 si raggiunge
una strada asfaltata che si
numerose cave di “Pietra di Luserna” sinistra per sentiero fino a Case Pavarina,
ignorando la deviazione per Pian dei Noci
segue a sinistra raggiun- giungiamo a Cascina Poero, dove si prose-
gendo Montoso. gue a destra su sterrato.
Qui il paesaggio è dominato dalle numerose cave di Dopo circa 800 m seguiamo a sinistra l'indicazione
“Pietra di Luserna”, uno gneiss pregiato da costruzio- “Percorsi della bio diversità”.
ne e copertura utilizzato da secoli in tutto il Piemon-
te, dalle baite di montagna ai palazzi reali di Torino, Mantenendoci sempre a sinistra perveniamo quindi
Racconigi e Venaria Reale, compresa la copertura a a Lusernetta e di lì in breve a Luserna S.Giovanni,
stretto sentiero nel prato che procede lungo la cresta. “lose” voluta dall'architetto Antonelli per la Mole dove troveremo la stazione ferroviaria della linea che
Al termine, si piega a sinistra per trovarsi su una ster- Antonelliana. conduce a Pinerolo e quindi a Torino. ‹
rata che, con lungo traverso in lieve salita, porta al
punto panoramico di Croce Turnour (1560 m).
Dopo aver goduto dello splendido panorama sul
Monviso, si continua sulla strada che cambia versan-
te, scende per tornanti e si inoltra nella valletta del
Rio Frassaia. Giunti a Serra S.Anna si svolta a sini-
stra tra le case per imboccare il largo e pianeggiante
sentiero “Orizzonte Monviso” che conduce a Oncino.
Qui si prosegue dritto sulla strada che sale ripida
verso Saret e che abbandoniamo subito, per seguire
a destra il sentiero “La Via del Sale” scendendo al
santuario della Madonna del Bel Fò. Un’ultima disce-
sa fino alla provinciale di fondovalle e chiudiamo la
tappa a Paesana.
Il mattino seguente saliamo per asfalto ad Agliasco,
poi su sterrato fino al bivio di quota 1300: a sinistra

1 TAPPA (610 m)
Luogo di partenza: Busca Quota massima: 1750 m
(530 m) Distanza: 50 km
Luogo di arrivo: Sampeyre Dislivello in salita: 1200 m ca.
(980 m) Difficoltà: MC/OC
Quota massima: 2284 m Ciclabilità: 100/95%
Distanza: 64 km
Dislivello in salita: 2000 m ca. 3 TAPPA
Difficoltà: MC/OC Luogo di partenza: Paesana
(BC se si scende su asfalto dal (610 m)
Colle di Sampeyre) Luogo di arrivo:
Ciclabilità: 100/100% Luserna San Giovanni (480 m)
Quota massima: 1370
2 TAPPA Distanza: 42 km
Luogo di partenza: Sampeyre Dislivello in salita: 1400 m ca.
(980 m) Difficoltà: MC/BC
Luogo di arrivo: Paesana Ciclabilità: 100/100%

50 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 51


portfolio
terra di pastori

La passione per la Ogni mondo ha il proprio linguaggio


montagna e per il e ogni mondo ha le proprie modalità per
più fedele compagno essere compreso.
dell'uomo, hanno
Tutto ha una logica, una sua logica.
distolto la mia
attenzione dalla La consapevolezza nelle cose, passa attra-
natura incontaminata verso le sensazioni.
La fotografia genera sensazioni.
Spesso di stupore, a volte di paura, a
volte di felicità.
Genera sensazioni, belle o brutte che
siano.
Comunque sia, la fotografia comunica.
E più penetra e più comunica.
Mette a nudo, facendo chiarezza.
Scava per scovare.
La verità.
Nel dettaglio c'è ciò che si cerca.
La narrazione. La spiegazione. La
conoscenza.
Sotto i molteplici punti di vista, si cerca.
Il cane lo fa con il fiuto, io attraverso la
macchina fotografica

Una mattina all’alba. Una mattina come


tante altre che, con zaino in spalla mi ad-
dentro nella natura. Questa volta però, un
natura che porta i segni della convivenza
con l’uomo. L’unico appuntamento caldo
della giornata, prima di ore di marcia: un
caffè al bar. E mentre l’aroma si diffonde
sotto al mio naso, forse incuriosita dalla
vistosa attrezzatura, colei che me lo ha
preparato, rompe il silenzio della piccola
sala ancora deserta. É curiosa, vuole sape-
re che cosa faccio e perché sono li, in quel
posto definito da alcuni locali anche come
“il ramo secco del Piemonte”; sì perché in
questo settore di Alpi italiane i ghiacciai

Piemonte,
stentano a sopravvivere. Qui in questo
paradiso chiamato più propriamente: Alte
Valli di Lanzo.

terra di pastori
Per anni ho percorso e fotografato verti-
ginose pareti, creste affilate come rasoi e
ghiacciai d’incommensurabile bellezza. Ed
ora sono qua per portare la testimonianza
di ciò che è un esempio di simbiosi tra la
natura e la civiltà umana. Coloro che si
alimentano e vestono di ciò che produco-
no; di coloro che hanno iscritti nel libro
di Barbara Stefanelli, Giovanni e Bruna (gli amici pastori proprietari degli animali) paga, più animali che persone.
Buon viaggio attraverso la terra dei
pastori.

52 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 53


portfolio › terra di pastori

Giunti sul punto in


cui l’erba è più buona,
allora ci si ritaglia un
attimo di riposo, ma
sempre ben attenti.
Bravi sorveglianti

54 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 55


portfolio › terra di pastori

Foto piccole dall'alto: occhi, per catturare ›› Si sale in cerca


›› per secoli, fin l’immagine delle erbe più
da epoche attraverso il nutrienti, spesso
antichissime, mirino, non si su pendi erti e
l’uomo ha vissuto può rimanere che scivolosi e con
in simbiosi con ammaliati dalla “al piede” sempre
il mondo che bellezza di questo lui, l’insostituibile
lo circondava; posto. Quest’acqua collaboratore: il
allevatore per così blu, che cane.
necessità ma ricorda un manto In grande: e come
pastore per di seta preziosa; tutto ciò che ha
passione. questa luce così come campo di
›› La giornata è un tersa, così diretta, gioco la montagna,
continuo alternarsi che nulla lascia da è qualcosa di forte,
tra fasi di pascolo dire. Il cuore ha difficile, a volte
e ricerca di erbe spazio per colmarsi anche pericoloso. Si
migliori. di fierezza e parte alle prime luci
›› Socchiudendo gli benessere. e si inizia a salire
portfolio › terra di pastori

Uomini e animali
lavorano fianco a
fianco, ognuno con un
suo ruolo ben preciso,
definito da secoli di
tradizione

58 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 59


Nell'altra pagina attraversa, brilla come sincero. L'autrice
dall'alto: diamanti. Anche gli In basso da sinistra:
›› Questi raggi che elementi più semplici ›› I pendii, come vellutati Barbara Editore” e “La Rivista della
scorazzano a cavallo si adornano di un alle prime luci radenti Stefanelli. Montagna”, CDA. Nel 2009 ho
tra la superficie del valore inestimabile, della mattina, sono Classe 1969, firmato alcuni articoli sull’ar-
lago ed il vello delle ed esprimono a fondo un lento brulicare di modenese. gomento pastorale per “Vita in
pecore. Scavano, la loro essenza. Sulla corpuscoli bianchi che, Socia C.A.I. Campagna”, edito da l’Informa-
in profondità, con superficie dell’acqua, anche da parecchia
dal 1987. tore Agrario. Oltre alla passione
fare anche un po’ compie ricami d’artista, distanza, esprimono
presuntuoso. Giungono trasformando le morbidezza. Alpinista, per la montagna, anche quella
fin dove serve con acque del lago, in uno ›› Perché montagna naturalista e per il cane; motivo per il quale
determinata decisione specchio da fiaba, non significa solo fotografa per passione; per oc- ho quasi appeso definitivamen-
ma, al contempo, fonte di vita. alpinismo. La casioni del tutto speciali anche te le scarpette d’arrampicata al
delicati, morbidi e In questa pagina in montagna è un scrittrice. chiodo. Però, non gli scarponi e
gentili dove, altrimenti, grande: ambiente in cui vi sono Negli anni 1990, ho collaborato lo zaino. Questa ricerca fotogra-
potrebbero ferire ›› Qui non vi sono tante realtà e questa,
con testate come “Alp, Musmeci fica è nata anche per questo.
›› Stamane la luce è finzioni. Il regno la pastorizia, è una tra
leggiadra. Tutto ciò che animale, si sa, è le tante
lettere

Quanto ha fatto arrabbiare (ingiustamente) alpinisti sul Cimone aiuta a capire ancor meglio come la Una rivista in costante miglioramento di fornire informazioni pratiche che si possono trovare su
l'articolo del sopravvissuto sotto la nostra grandissima passione possa portare - pur nella con- Sono un socio anziano e da decenni seguo le vicende re- qualunque guida oppure in Rete. In questo contesto le pa-
valanga sapevolezza del rischio e della propria leggerezza - a non dazionali della Vostra Rivista che fortunatamente sono in role “uno dei posti meno inquinati del pianeta”, per quanto
rinunciare al nostro obiettivo. E anche quanto sia impor- costante e progressivo miglioramento. Complimenti anzi per letteralmente inesatte, avevano la funzione di iperbole per
Alla Redazione, tante continuare e non abbassare mai la guardia sull'opera l'ottima e apprezzatissima uscita della nuova rivista “Mon- sottolineare l’assurdità di (fare) trasportare bottiglie da
4 pagine per 2 (p....) anzi ( 3 volte p....) sprovveduti! incoscien- di formazione alla sicurezza in cui sono impegnati il CAI, tagne 360°”, che è iniziata con una serie di ottimi articoli Kathmandu o addirittura dall’India fino a località remote
ti! presuntuosi!, volendo essere straordinariamente gentili. il Soccorso alpino, lo SVI. Il contributo del Presidente dello come “Elogio delle ciaspole”, “Ombre blu”, “Pale e sonde da dove l’acqua non manca di certo, anche se ovviamente va
Queste pagine non potevano essere diversamente utilizzate? SVI, che completava il tema della valanghe sul numero di neve”, “I pescatori del tempo geologico”, “Duecento cin- trattata prima di essere bevuta. Inoltre molte delle acque
Qualsiasi altro argomento le avrebbe meritate. Avete trasla- Montagne 360° di marzo, non è comparso per caso, è frut- quant'anni a pescar fossili”, “Il buco cattivo”, “Cantieri d'alta imbottigliate indiane e nepalesi non provengono da sorgen-
to sulla nostra Rivista l’articolo di un giornale nobilitando to di una nostra richiesta: ho voluto tematizzare la sicurez- quota”. ti controllate, ma sono normale acqua purificata dall’even-
e/o avallando lo stesso. Non potete, per rispetto della fonte, za in montagna attraverso un gioco di specchi. I miei più cordiali saluti tuale carico organico ma risultante, in molti casi e da molti
citare la stessa senza alcuna altra e doverosa osservazione. I Insieme alle lettere di protesta ne sono arrivate altre di Corrado Lesca (Cai Torino) studi, contenere pesticidi e altri elementi potenzialmente
giornali sappiamo di cosa sono capaci, ma la nostra Rivista apprezzamento: ho preferito pubblicare queste tre perché nocivi. Personalmente uso da anni le minuscole pastiglie di
non è un giornale. ritengo sia utile anche aprire una riflessione sulle nostre una nota marca e non ho mai sofferto di disturbi gastro-
Dell’oggetto ne abbiamo discusso, forse solo parlato, con reazioni a fatti simili. A cosa porta tanta arrabbiatura? Nell'Himalaya non esiste acqua potabile intestinali; in commercio esistono tantissimi altri metodi
unanime “compassione” per i 2 e registro negativo per la no- Perché non dovremmo parlare o mostrare cose che accado- Vi scrivo, non per polemizzare con Mario Vianelli, auto- portatili di potabilizzazione, spesso sviluppati proprio per
stra Rivista. no? A mio modo di pensare il nostro compito di divulgatori re dell'articolo "Sulla schiena il peso del mondo" apparso le attività all’aria aperta: dalle tavolette a base di cloro e
Cordialità, e di soci è di utilizzare anche i 'cattivi esempi' dell'andar sulla Rivista Montagne360° di marzo 2012; ma solamente di iodio ai filtri portatili e ai dispositivi a raggi ultravioletti
Sandro Persico per montagna per aiutare a coltivare le buone prassi. E il per mettere in guardia i lettori ed eventuali trekker che in- grandi come una penna. Ognuno di questi sistemi ha van-
CAI sezione di Sesto San Giovanni fatto di non aver aggiunto commenti all'articolo dipende tendono recarsi in Nepal e in particolar modo nella Khumbu taggi e controindicazioni, ma il loro uso mi pare comun-
dal fatto che i nostri Soci hanno gli strumenti per valutare Valley, dove per l'appunto, fa riferimento specifico l'articolo. que preferibile a quello di acqua imbottigliata. E’ vero che
Spett. Redazione della rivista "Montagne 360", da soli il senso di quanto riportato. Quanto al fatto che Verso la fine dell'articolo, alle ultime cinque righe, egli scri- nelle zone più turistiche, e soprattutto nelle aree protette,
ho appena letto l'articolo  sul numero di marzo 2012 "Quat- l'articolo sia stato ripreso da un giornale, si tratta di una ve: …. uno dei luoghi meno inquinati del pianeta, … scato- adesso c’è una certa attenzione allo smaltimento dei rifiuti,
tro ore sotto la valanga, ma sono ancora qui". Sono rima- prassi consueta in ambito editoriale: si ospita un artico- loni di acqua minerale consumata dai turisti anziché l'acqua ma altrove le bottiglie vuote vengono bruciate o più spesso
sto semplicemente sconcertato che abbiate potuto pub- lo perché lo si ritiene un contributo prezioso per il proprio locale, ecc. gettate nel fiume più vicino o giù da una scarpata.
blicare tanto esempio di [...] superficialità da parte di quei pubblico (molti giornali e riviste ci chiedono di ripubblicare Non è vero niente. Personalmente in Nepal a fare trekking E poi non rinuncerei mai alla mia vecchia borraccia piena di
due "sci-alpinisti" Lorenzo e Michele Balestri i quali quasi si articoli comparsi sulla nostra stampa sociale). Lasciatemi mi reco con una certa frequenza, ma non occorre andarci ammaccature per un’anonima bottiglia d’acqua di dubbia
vantano di essere usciti vivi dalla valanga sul Cimone. Nelle infine un'amara considerazione. Per la prima volta siamo per rendersene conto. E' sufficiente informarsi e documen- qualità e dal prezzo esorbitante.
condizioni meteorologiche che descrivono sarebbero dovuti  stati costretti a tagliare alcune frasi non per mancanza di tarsi. Ci sono decine e decine di articoli in merito, anche sul Cordiali saluti
tornarsene a casa anziché fare la gita lasciando l'ARTVA sul spazio, ma per mancanza di buona educazione, tanto ri- web. Mario Vianelli
cruscotto dell'auto. Pubblicando tale articolo la rivista non sultavano offensive le parole. Immagino siano frutto di un Vedi:  www.eniscuola.net  (ecosistemi, rischi ambientali, in- › Errata corrige
dà bell'esempio di come ci si comporta in montagna, e so- momento di rabbia, tuttavia la maleducazione non è certo quinamento in Nepal) e ancora; www.walk-and-trek.eu/Hi- A pagina 39 dello
scorso numero
prattutto si avvalla il concetto nella opinione pubblica che gli ciò che i nostri valori e la montagna ci insegna. malaya_Trekking/Salute_e_Sicurezza e tanti altri ancora. In PERCORSO BONATTI al GRAN SASSO
("Lo speleologo
incidenti gli alpinisti se li vadano a cercare! Meno male che sostanza, il Nepal e non solo la valle di Katmandù ma anche Con vivo interesse ho letto l'articolo a firma di Davide Pe- dimenticato Beppo
l'articolo nelle pagine seguenti di Sandro Sterpini "Leggere l'intera zona dell'Himalaya è una zona ad altissimo rischio luzzi sull'iniziativa indicata in oggetto, insieme al gruppo di Occhialini") il
un pendio innevato" rialza il livello della rivista. Raccogliere le firme contro le motoslitte? inquinamento. Non esiste quindi acqua potabile. Invito i Explora Team. Conosco molto bene quei luoghi, dove inizia complesso del
Cordialmente, Scrivo queste due righe a proposito di un breve articolo Trekker a prendere molto sul serio tutto ciò che ha a che e termina il nuovo tracciato descritto nell'articolo. Fermo Corchia risulta avere
Gianfranco Fasciolo letto a pag. 7 del numero di marzo di Montagne360° a pro- fare con l'igiene alimentare. Bere acqua sorgente o di fonte restando ai sentieri già esistenti, questo nuovo percorso un'estensione di 75
INSA Sez. Ligure  posito dell'invadenza delle motoslitte. Sono perfettamente nelle valli, lungo il percorso del Khumbu, lungo il circuito darà senz'altro più risonanza e maggior valorizzazione alla km. Al momento
della pubblicazione,
d'accordo su quanto è riportato nell'articolo e chiedo alla dell'Anapurna ecc. è altamente pericoloso a causa del forte zona.
il dato corretto era
Lo scritto di Giovanni Gualmini (“Quattro ore sotto la valan- Redazione se non sia il caso di dare, attraverso il CAI, più inquinamento biologico. Si rischia la Meba, la Giardiassi, la Il monte Corvo, cima Malecoste ed il pizzo Cefalone sono di 53 km.
ga” su Montagne 360 di marzo 2012) riguardante l’avventura visibilità alla cosa. Perchè ad esempio non promuovere una dissenteria amebica, batterica e l'intossicazione alimentare montagne di minor frequentazione rispetto al Gran Sasso
dei fratelli mi ha davvero irritato. raccolta di firme attraverso il sito del CAI contro questi la dove l'acqua venga usata. perchè più reconditi e selvaggi con avvicinamenti abba- Nel mese di
Si parla tanto di prudenza e di sicurezza in montagna, si comportamenti incivili? Tra l'altro sarebbe necessario, a mio Voglio pensare che l'autore Mario Vianelli, sicuramente stanza lunghi, carenza di acqua e rifugi (in caso di cattivo marzo a pagina 64
scrivono tanti articoli e libri su questo argomento e poi si parere, allargare l'obiettivo anche all'uso dei quattroruote esperto trekker e conoscitore delle zone interessate, abbia tempo), ma pieni di fascino, colori, grandi spazi e panorami. è stata pubblicata
legge di due “esperti” sciatori alpinisti che in condizioni pes- (quad) che d'estate sostituiscono le motoslitte nell'opera di commesso una "svista" nella stesura dell'articolo. Come detto in precedenza, la buona conoscenza di quel una lettera dal
titolo "Montagna
sime di tempo e di neve partono per una gita. Io, socio del distruzione ed inquinamento. Cordiali Saluti territorio è dovuta soprattutto all'apertura di diverse vie di vuota d'estate" a
CAI da quarant’anni, a volte mi vergogno di avere come soci Cordiali saluti Allievi Giovanni Pietro ghiaccio effettuate con alterni compagni negli anni passati firma Giampaolo
soggetti che si comportano in modo imprudente ed assur- Mario Cuzzocrea Socio CAI Ordinario Sede di Lovere (BG) sul monte Corvo, (vetta Occidentale, Orientale ed il "Moz- Castellano - CAI
do, incuranti della propria sicurezza oltre che di quella degli Tessera CAI n° 1079921/B) zone") sulla cima Malecoste ed il vicino Pizzo Camarda. Rivarolo Canavese
eventuali soccorritori e dell’apprensione delle loro famiglie Sicuramente è e sarà un percorso che darà merito agli ide- (TO), a cui è stata
che li aspettano. Montagne 360, complimenti alla redazione Caro Allievi, le rispondo in breve perché il tema dell’inquina- atori ed autori dell'iniziativa e che renderà onore ad un erroneamente
aggiunta anche la
Certe persone si meriterebbero davvero di […] Salve, mento montano sarà trattato ampiamente in un prossimo grande uomo ed alpinista qual'era Walter Bonatti ed al
firma di Manfredo
Elvio Soleri sono un socio CAI di Roma desidero farVi i complimenti per numero della rivista. Viaggio in Nepal dai primi anni ‘80, sempre giovane suo amico G.A. Lino D'Angelo. Magnani, presidente
la rivista "Montagne360". quando lungo la valle del Kali Gandaki il vento pomeridiano Auguro un " in bocca al lupo" all'autore dell'articolo ed al GR Toscana. Ci
ll nostro compito è di proporre informazione e spunti di E' vero un piacere ricevere la Vostra rivista, piena d'informa- sollevava turbini di carta igienica usata (dai trekker), e so Team Explora. scusiamo con i
riflessione sulle tematiche legate alla montagna. Sono zioni di qualità, è da leggere tutta. Di nuovo sinceri compli- bene che l’inquinamento idrico è un problema serio in molte Bruno Anselmi. lettori e con gli
convinto che non c'è niente di più educativo dell'esperien- menti, continuate così ragazzi!! parti dell’Himalaya. Il mio pezzo sui portatori era a corre- per eventuali contatti: interessati.
za e, proprio per questo, leggere ciò che è toccato ai due Distinti saluti. do di un portfolio fotografico e non aveva alcuna pretesa bruno.anselmi@alice.it

62 montagne360° maggio 2012 maggio 012 montagne360° 63


speleologia
esplorazioni

L’abisso Mucca Scivolona


Prime ricerche sul carsismo dei Piani di Bobbio (LC)
di Antonio Premazzi, Luana Aimar, Marzio Merazzi › Speleo Club CAI Erba,
Progetto ‘InGrigna!’

‹ Il pozzo di ingresso dell’abisso genesi legata a carsismo: infatti


Mucca Scivolona risulta impostato su gran parte della cavità si sviluppa
una frattura tettonica parallela alla parallelamente alla parete esterna
parete esterna. Foto© A. Ferrario lungo fratture ben evidenti.
La presenza di importanti sorgenti
cerca, esplorazione e documenta- carsiche nel fondovalle della Val-
zione delle grotte delle province di sassina indica tuttavia che l’en-
Como e Lecco. docarso è ben sviluppato e che
quanto esplorato fino ad ora è
Cenni di geologia solo una minima parte di un siste-
I Piani di Bobbio appartengono ma di vaste proporzioni.
alle Alpi Orobiche Occidentali.
L'area è caratterizzata da due set- Tre stagioni di
tori distinti separati da una im- esplorazioni
portante faglia denominata Linea Un intenso lavoro di battuta e di
del Faggio. A Ovest di tale linea si ricerca di grotte presso i Piani di L’aria si infila tutta in quel varco dà accesso ad una sala di medie violento stillicidio. Questo è il fon- ˆ In alto da sinistra: l’angusto
trova un’ampia struttura monocli- Bobbio ha portato alla scoperta e occluso. Lo scavo viene intrapreso dimensioni, in apparenza priva do definitivo di Mucca Scivolona ingresso di una delle modeste cavità
nale immergente verso sud ovest all’esplorazione di oltre venti cavi- il giorno stesso, ma il passaggio di prosecuzioni, percorsa su un che, con 203 metri di profondità di nuovo rinvenimento nel Vallone
dei Megoffi presso i Piani di Bobbio.
costituita prevalentemente da tà, anche se per la maggior parte viene forzato soltanto nel giugno lato da una cascatella. L’aria si e oltre 400 metri di sviluppo, rap- Foto© L. Aimar.
unità calcaree. Ad Est si ha inve- di modesto sviluppo. A volte per 2009. Oltre, uno stretto meandri- infila in una fessura intransitabi- presenta la grotta principale dei Il secondo pozzo dell’abisso Mucca
ce un’altra struttura monoclinale trovare nuovi ingressi è bastato no ed un saltino conducono alla le e semisifonante proprio sotto Piani di Bobbio e la seconda del Scivolona, caratterizzato dalla
immergente verso sud costituita semplicemente uscire dal sentiero. partenza di un pozzo profondo 40 la caduta d’acqua. Sembra che comprensorio Bobbio-Artavaggio, presenza di instabili terrazzi di frana.
esclusivamente da Dolomia Prin- La scoperta più eclatante dei Piani metri, caratterizzato dalla presen- questa volta sia davvero giunto il dopo l’irraggiungibile Abisso dei Foto© A. Ferrario.
cipale. Gli affioramenti tuttavia di Bobbio fino a questo momen- za di instabili terrazzi di frana. La termine dell’esplorazione, tuttavia Campelli (483 metri di profondità ˇ In basso: Uno scorcio della parete
sono spesso mascherati da depo- to è l’abisso Mucca Scivolona. Nel base di questa verticale si rivela un si decide di fare ugualmente un e sviluppo superiore al chilome- settentrionale dello zucco Barbesino.
Foto© A. Premazzi
siti che ricoprono gran parte delle 2005 viene scoperta una stretta importante crocevia nella geogra- tentativo. Viene teso e fissato alle tro). ‹
aree pianeggianti. fessura ventilata in corrispon- fia della grotta: da una parte un pareti un poncho impermeabile
Il carsismo superficiale appare denza di un’aerea cengia sulla pozzo profondo 20 metri chiude per riparare parzialmente gli spe-
particolarmente sviluppato sia nei parete settentrionale dello Zucco inesorabilmente in frana, dall’al- leologi in azione, che nel frattem-
calcari che nella Dolomia Prin- Barbesino. Il sasso lasciato cadere tra un meandrino attivo suboriz- po si avvicendano nel tentativo di
cipale, con doline e inghiottitoi nel vuoto tradisce la presenza di zontale conduce ad un ambiente svuotare la pozza e di ampliare il
ben evidenti in tutta l’area. No- un pozzo profondo alcune decine ricco di fossili. La via principale passaggio. Qualche ora dopo la
nostante ciò il carsismo profondo di metri. Un rapido lavoro di am- della grotta invece si sviluppa strettoia viene superata e si ac-
per il momento è poco conosciuto pliamento permette di accedere con due pozzetti scavati in una cede alla partenza di una nuova
e le grotte presenti, ad esclusio- alla cavità, che viene battezza- dolomia particolarmente alterata verticale che, pochi metri sotto la

I
Piani di Bobbio, in provincia vari livelli di difficoltà. In inver- ne dell’Abisso Mucca Scivolona, ta appunto Mucca Scivolona, e che permettono di raggiungere sua partenza, richiede ancora una
di Lecco, sono da sempre una no invece le piste su neve attira- sono in genere di limitato svilup- di esplorare una verticale di 45 i -110 metri. L’esplorazione viene volta una laboriosa opera di diso-
meta nota per gli appassionati no numerosi sciatori e praticanti po e profondità. Bisogna inoltre metri. Alla sua base una frana ripresa qualche settimana dopo: struzione. L’esplorazione riprende
della montagna. Durante l’estate degli sport invernali. Da qualche considerare che la genesi di gran sembra porre termine all’esplora- la discesa di una nuova modesta l’anno successivo: il passaggio
vengono frequentati da escursio- anno infine i Piani di Bobbio ve- parte delle cavità che si aprono zione, tuttavia due grossi macigni verticale conduce alla partenza viene forzato e gli speleologi pos-
nisti e trekker grazie alla presenza dono anche la presenza degli spe- nella Dolomia Principale è legata si sono incastrati tra le pareti a di uno stretto meandro intasato sono finalmente armare il poz-
di numerosi rifugi e impianti di leologi del Progetto InGrigna!, un a fenomeni di rilascio tensionale mezzo metro dal suolo, creando da macigni di frana, ma l’enne- zo battezzato “Fascino Bovino”,
risalita, mentre gli arrampicato- team di elementi di vari gruppi del versante. Anche le morfologie una sorta di tetto naturale che ha simo scavo consente di superare profondo 65 metri, il cui fondo
ri hanno a loro disposizione una speleologici lombardi e non solo, dell’ Abisso Mucca Scivolona evi- protetto uno stretto passaggio ora anche questo ostacolo. L’ambien- si riduce ad una stretta fessura di
vasta scelta di vie su roccia con che collaborano nell’attività di ri- denziano, solo per rari tratti, una completamente intasato di detriti. te si amplia ed un nuovo pozzo origine tettonica, battuta da un

64 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 65


Cronaca extraeuropea
a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica
antcico@yahoo.com

PAKISTAN sole». Toccata vetta alle 21, dopo


Grande Torre di Trango qualche foto, per la cordata è
6286 m subito iniziata la discesa con
38 giorni in parete per aprire la campo base 3 giorni dopo.
via Parallel world, con difficoltà È la prima cordata femminile a
In questa pagina in
VI+, 7b, б (6B grado russo), 2000 ricevere con questa salita il Pio- alto: la linea aperta da
m (2580 m sviluppo), 9 campi let d’Or russo 2011. Le tre scala- Jordi Corominas e Elena
tutti in portaledge. La cordata trici non sono però nuove né ai Parga sulla Sudovest
ucraino-russa composta da Ma- premi né alle salite dure, come la del Cho Polu 6695 m,
rina Kopteva, Anna Yasinskaya e ripetizione all’Amin Brakk 5850 Nepal.
Galina Chibitok ha così aperto m della via Czech Express (5.12c, Foto© Jordi Corominas.
A destra: la Grande
questa linea da brivido lungo 7b+, A3/A4,70°) lungo la Ovest.
Torre di Trango 6286
l’imponente parete nordovest La Kopteva è stata campiones- m, Pakistan e la via
della Grande Torre di Trango. sa russa d’alpinismo nel 2005. Parallel world.
Partite il 22 luglio 2011, le tre Nel 2009 ha ricevuto lo Steel Foto© Marina Kopteva
alpiniste hanno toccato la cima Angel, speciale riconoscimento Nell'altra pagina in
Sudovest il 25 agosto. per donne alpiniste, come pure alto: Elena Parga lungo
La via rimane a destra della linea la Yasinskaya. La Chibitok è sta- la Sudovest del Cho
Polu 6695 m, Nepal.
ucraina del 2003 (A.Lavrinenko, ta due volte campionessa russa.
Foto© Jordi Corominas.
V.Mogila,V.Yarechevsky, A.Zhilin) La cima principale della Grande In basso: da sinistra a
e ne condivide gli ultimi tratti in Torre di Trango fu toccata nel destra: Yasinskaya Anna
cima. 1977 da G. Rowell, J.Roskelley, e Marina Kopteva sulla
« La nostra media è stata di quat- K.Schmitz, J.Morrissey, D. Hen- Grande Torre di Trango.
tro, cinque lunghezze al giorno. nek. Foto© Marina Kopteva
Due di noi salivano, la terza ri-
posava o si occupava della por- Torre di Trango i quattro hanno proseguito in che Nameless Tower e costitui-
taledge per il campo successivo. 6251 m stile capsula fino in vetta. Roc- sce una piccola parte del gruppo
Abbiamo superato la prima ba- I russi Dmitry Golovchenko, cia piuttosto compatta con ampi del Trango (di cui fa parte anche
stionata in tre settimane – rac- Sergey Nilov, Viktor Volodin e diedri e tetti nelle sezioni bassa e la vicina Grande Torre di Trango)
conta Marina, capospedizione Alexander Yurkin (Federazione media. Salita per la maggior par- . complessivi. La linea di 1400 m, WI3, 55°, 2 bivacchi. È la prima li-
-. Poi, a circa 5500 m, il mal moscovita di alpinismo e arram- te in artificiale. Altri due com- NEPAL con diff. M.D. 80°, sale lungo la nea a raggiungere la cima da que-
tempo è stato pazzesco. Dieci picata) hanno messo a segno lo ponenti della spedizione Georgi Pangbuk Ri ripida parete di neve e ghiaccio sto versante. La Ovest presentava
giorni d’inferno, durante i quali scorso agosto 2011 una nuova Kozlov e Denis Saveliev, hanno 6.625 m per 1000 m fino a un colle a 6400 diversi tentativi e due linee aperte
salivamo una, due lunghezze al via sulla Nordovest della Torre di invece salito la via degli Sloveni Gli americani David Gottlieb e m. Da qui Corominas ha prosegui- fino in cresta. La cima della mon-
giorno». Un saccone di materiale Trango 6251 m. La via No Fear, del 1987 sulla parete sud-sudest. Chad Kellogg hanno realizza- to da solo per gli ultimi 300 me- tagna era stata salita una volta
perso nel vuoto all’inizio della 1120 m (di cui 920 m di pare- La Torre di Trango fu salita per la to la probabile prima salita del tri fino in vetta. Probabile terza sola nel 1984 per la cresta sud.
salita. Un altro di cibo lasciato te) con diff. US VII A3 F6b+, si prima volta lungo la parete su- Pangbuk Ri 6625 m, montagna salita alla cima. Nella parte alta Infine, sulla Sud del Xiao Gongga
al CB. «Avevamo una giacca piu- sviluppa lungo un ampio sistema dovest dalla cordata britannica situata lungo il confine Nepal- della salita, neve molto polverosa. 5928 m, la via Thrill: 600 m, con
mone, un sacco piuma e un paio di diedri a destra di Insumisioa Mo Anthoine e Martin Boysen (8 Tibet vicino il massiccio Lunag. Discesa per la medesima via. 3 difficili tiri su roccia e un pas-
di pantaloni in piuma in tre. Nei (VI 6a A3+ - A.Aquerreta, F.Izco, luglio), Joe Brown e Malcom Ho- La ripida linea si sviluppa lungo saggio chiave di M6. Un bivacco
giorni di tempaccio sopra i 5500 M.Zabalza 1995, Spagna) l’unica wells (9 luglio 1976). La via Eter- i 1300 metri della parete sud, CINA sotto la cima. La via negli ultimi
m, senza visibilità, senza sole, linea prima esistente sui 900 me- nal Flame, completata il 20 set- salita in 22 ore e mezza tra l’11 Gruppo Minya Konka – 200 m condivide alcuni tratti con
con la neve e il vento, è stata tri di questa difficile parete. No tembre 1989 dai tedeschi Kurt e il 12 novembre 2011. Discesa Sichuan la linea dei Coreani del 2010.
da vera depressione. Alla fine Fear si congiunge alla via basca Albert e Wolfgang Güllich, è la lungo il versante ovest. I cinesi Yan Dongdong e Zhou
eravamo anche a corto di scor- a tre quinti di altezza, prosegue linea più famosa di questa Torre. Peng hanno realizzato tre nuove KIRGHIZISTAN
te, così ci siamo fatte fuori le su terreno simile fino a un ter- 1000 m, 24 tiri lungo lo sperone Cho Polu linee nel gruppo del Minya Kon- Great Wall of China lungo sottili colate di ghiaccio Papert e compagni hanno tentato
medicine, persino il collutorio», razzino di neve a quattro quinti sud, toccando in libera difficoltà 6695 m ka (Sichuan): sulla Nord del Red- 5100 m difficili da proteggere, roccia anche quest’anno con insucces-
racconta ancora Marina. «La pa- di altezza, poi continua a sini- di 7b a 6000 metri. All’appel- Gli spagnoli Jordi Corominas e domain 6112 m scalati i 1000 m Si chiama Quantum of Solace, strapiombante, e neve profonda. so), è lunga circa 1000 m e offre
rete è immensa, ma per qualche stra di Insumisioa fino in cima. lo mancarono solo 4 tiri di A4. Elena Parga hanno realizzato il di parete in 9 ore con diff. AI2 e 600 m, diff. ABO, WI 7+, M7, la Aperta senza uso di spit. 11 ore di un grosso potenziale di scalata. ‹
tempo ci sono state altre due 10 giorni in tutto per completa- La via è stata liberata nell’ago- 21 novembre scorso la probabile 55°; la montagna era stata salita nuova linea aperta da Ines Papert scalata effettiva. Posta al confine
cordate sulla Nordovest. Sentirle re la linea, tre campi su porta- sto del 2009 dai fratelli Alex e prima salita della Sudovest del 3 volte dalla cresta ovest. Sulla e Wolfgang Russegger sulla pare- tra Cina e Kirghizistan, la ripida Per le relazioni e la personale collabo-
parlare, far battute, ci ha aiuta- ledge. Sulle prime 5 lunghezze Thomas Huber (con varianti). La Cho Polu 6695 m (regione del Ovest dello Jazi 6540 m aperta la te Great Wall of China in Kirghi- parete Great Wall of China, a si- razione ringraziamo:
to a non farci sentire totalmente sono state usate corde fisse, poi Torre di Trango è chiamata an- Khumbu) in stile alpino, 4 giorni via Liberal Dance, 550 m, diff. M6, zistan. La via di misto si sviluppa nistra del Monte Kyzyl Asker (che Marina Kopteva, Jordi Corominas

66 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 67


Nuove Ascensioni
a cura di Roberto Mazzilis

Alpi Cozie

Roccia Longia, m 2444


Alpi Cozie meridionali – Gruppo
dell’Oronaye
Si tratta del notevole pilastro
roccioso, alto 300 m circa, emer-
gente dalla bastionata che separa
la conca del Lago Visaisa da quel-
la soprastante del Lago d’Apsoi. É Da sinistra:
il Pilastro della Roccia
stato scalato il 27 agosto 2011 da Longia con il tracciato
Gabriele Canu e Andrea Parodi in della via C.
ore 8 circa. La via si sviluppa pres- La parete Sud del
so l’evidente spigolo Nord / Nord- Torriono del Ru con il
Est. É stata superata totalmente tracciato della via.
in arrampicata libera, in stile tra- La parete Sud del
II Campanile dele
dizionale, su difficoltà piuttosto
Genziane con la via
sostenute di VI e VI+ (valutazione Att.
complessiva ED-). La parete Sud del
Torriono del Ru con il
Monte Baueria, m 2960 tracciato della via.
Alpi Cozie – Gruppo del Chambeyron
Il 28 agosto del 2011, Gabriele “Marco Fassero“, un itinerario di soglia del ghiacciaio e per pendii una placca gialla con un passo Alpi carniche mo canalone tra il T. S.A.F. e il T. Lucio Dalla. Arrampicata di stra- L’attacco si trova alla base di una
Canu e Andrea Parodi, sulla pa- stampo prettamente alpinistico ripidi erbosi e detritici, rientrare molto delicato 6a+ (protezione Gennaro, arrampicata fino al II e ordinaria bellezza: un piede sul grande lama con fessura (ometto)
rete Est / Nord – Est, a sinistra di che si sviluppa prevalentemente verso il bacino del Martellot. già parecchio sotto). Guadagnare Torrione S.A.F., m 2300 diverse corde doppie, necessarie 2 prato che pare un giardino, l’altro m 35 a sinistra di quello del iti-
"Destinazione Paradiso“ (aperta lungo fessure, diedri e camini per il filo dello spigolo sulla sinistra Alpi Carniche – Monte Peralba corde da m 50. La seconda è stata già sulla prima lama incollata sot- nerario 129 (Alpi Carniche, vol. II).
dallo stesso Parodi con Giorgio m 200 e difficoltà valutate dal 4c Torriono del Ru, m 2300 e uscire alla fine delle difficoltà Sulla parete Est sono state aperte aperta il 20 novembre del 2011 da to uno strapiombo che si inchina
Massone, vedi rubrica Maggio – al 6a con un passaggio in A1. Ai circa con 4 lunghezze fino al 5c. Prose- 2 vie nuove: la prima (nelle im- R. Mazzilis e R. Simonetti in ore al labirintico mare di placche e dolomiti
giugno 2011 anche per le note di ripetitori sono consigliate 2 corde Alpi Graie- Contrafforti meridionali guire per circa 100 metri su rocce mediate vicinanze della vecchia 3.30 sul limite settentrionale della muri verticali che caratterizza la
avvicinamento e discesa) hanno da m 60 una serie di friend nut, dell’Uja di Mondrone rotte ed erba, fino all’incrocio tra "Mazzilis–Moro") è stata realiz- parete, caratterizzato da una vi- parete. Molto particolare il penul- Monfalcon di Forni, m 2465
tracciato una nuova via deno- qualche chiodo tipo Lost Arrow M. Blatto e S. Cordero il 30/9/11 “Labirinto Verticale” e il Sentiero zata il 2 luglio del 2011 Matteo stosa macchia bianca provocata timo tiro con dislivello di m 50 ma Dolomiti d’Oltre Piave – Ramo
minata "Uno di Noi“ (dedicata ed extraplat, cordoni e fettucce sulla parete Sud hanno aperto del lago Mercurin – Ru dal quale Bevilacqua, Alberto Dal Maso e da un franamento. Via abbastan- dallo sviluppo di oltre m 70: un Monfalcon di Forni
ad Andrea Rossocci, alpinista del (in luogo è stato lasciato un solo la via "Senza Traccia". Utilizzate si scende. Lorenzo Radillo (CAI XXX Otto- za interessante ma impegnativa e "viaggio" entusiasmante ed aereo Nell’estate del 2008, Sergio Liessi
Gruppo Geki di Arenzano, cadu- chiodo). Ad inizi stagione utili solo protezioni “ veloci “, in pa- bre Trieste Gruppo "Grembani" e con roccia a tratti infida. L’arram- in balia di un calcare grigio – gial- e Adriano Sbrizzai hanno scalato
to in arrampicata sulle Dolomiti picca e ramponi. Avvicinamento rete non è rimasto nulla, neppure Sperone dei Misantropi "Bruti de Val Rosandra") e deno- picata si svolge prevalentemente lo, sanissimo e ruvido, di difficile la parete Sud per 2 nuovi itinerari.
agli inizi di agosto del 2011). La dal rifugio Daviso attraversando alle soste. Utili 2 serie di friend Alpi Graie- Vallone di Sea minata "100 Fiocchi di Neve per 1 su placche e fessure e sbuca a po- interpretazione. In alternativa a Il 23 giugno in ore 2.30 lungo una
nuova via si è rivelata interes- il Rio Gura e poi salendo lo zoc- fino al 3 e nut medio – piccoli. Sulla destra della “Chandelle de Fiocco Azzurro". Il raggiungimen- chi metri dalla cima principale del questo "volo" in libera esasperata via dedicata a Laura Masi. Svilup-
sante e sfrutta fessure alternate colo erboso che porta alla base Sviluppo m 350 con difficoltà Marmorand “ si trova lo "Sperone to dell’attacco è molto piacevole Torrione. esposta su una profonda per limitare gli attriti delle corde, po m 170 con difficoltà dal III al
da placche splendide e compat- della cresta Est–Sud –Est del di 6a+, (6 a obbligatorio) R3/II+. dei Misantropi" la cui roccia (as- e richiede circa 1 ora dall’auto e stretta insellatura che la separa ai ripetitori viene suggerito di re- V con un breve tratto di V+ lungo
te, difficilmente proteggibili. É Dent d’Ecot, puntando all’evi- Da Balme seguire il sentiero “La- sai solida) appare ripulita e priva con lunghi tratti di arrampicata (I, dal corpo principale della Peralba. alizzare una sosta intermedia in una successione di placche e ca-
stata superata completamente dente "pera" rocciosa del secondo birinto verticale”, fino a costeg- di licheni. ”Marmorand Express“ è II passaggi di III) su roccia buona Sviluppo della sola parete Est m sospensione sull’unico ma ottimo mini. Il 2 luglio in ore 2.30 aprono
in arrampicata libera, in stile torrione (Guglietta) posto a lato giare lo zoccolo roccioso dove il nuovo itinerario aperto da M. lungo il canalone tra il T. S.A.F. e 205. Difficoltà di V, VI, VII-. Usati chiodo che si trova sullo strapiom- la "Via dello Sperone" sfruttando
tradizionale, su difficoltà fino al di un canalone. L’attacco si trova parte “Se son Rose fioriranno”. Blatto e E. Rivelli il 3 ottobre del la T. Peralba (tracce di attrezza- una decina di ancoraggi interme- bo superato in artificiale. La cima placche articolate e a tratti ver-
VI+ per m 300 circa (valutazione nel punto più basso dello speron- A destra 10 metri e attaccare le 2011. Difficoltà di 6 b (obbligato- ture). La via invece è da ripulire, di tra friend e chiodi. è stata raggiunta per la variante ticali con difficoltà dal III al V–
complessiva TD+). cino a placche (ometto, ore 3.10 placche erbose che s’impennano rio fino al 6 a) RS2/II. Sviluppo m su roccia tipica della zona, dif- di uscita alla via "Mario Novelli". per m 180 di sviluppo. In parete
da Forno, ore 0.50 dal rifugio). gradualmente fino al corpo cen- 110. L'attacco è segnalato da un ficilmente proteggibile, a tratti Secondo Campanile delle Sviluppo oltre m 400 suddivisi in (roccia da buona a ottima) sono
Alpi Graie Per la discesa, dalla base della trale e più difficile del torrione (4 grosso ometto di pietre e nome buona, generalmente delicata e Genziane, m 2240 6 tiri di corda da m 60 e 1 da m rimasti i chiodi di sosta con cordi-
"Guglietta", abbassarsi sul lato lunghezze max 5b). Salire allora scritto sulla roccia (spit giallo vi- con l’uscita in cresta friabile. Svi- Alpi Carniche – Gruppo Peralba – 70. Difficoltà di VI, VI+, VII, VII+, no. Avvicinamento alla parete dal
Quota 2860 della Cresta Sud della cresta seguendo una al meglio la parete con striature sibile), 4 tiri di corda su roccia va- luppo m 205 suddivisi in 5 tiri su Cjadenis – Avanza 1 passaggio di VIII-. 1 passaggio rif. Padova in ore 2.30 fino alla
SSE del Dent d’Ecot ripida cengia detritica, poi con nerastre usando le poche fes- riamente articolata da muri an- placche e fessure. Difficoltà di V Sulla parete Sud il 22 settembre di A1. Usati una decina di chiodi, Forcella Monfalcon di Forni. Gli
Alpi Graie Meridionali – Gruppo brevi passi di II° con roccia catti- sure presenti fino a una zona che strapiombanti, fessure, lame passaggi di VI 1 di VI+. Necessa- del 2011, alle ore 8, Roberto Maz- altrettanti friend e qualche cordi- attacchi delle vie si trovano alla
Gura Martellot va, approdare sulla morena late- strapiombante (3 lunghezze fino e diedri. Materiale in posto: 7 spit ri friend, nut, chiodi. Alle soste 1 zilis e Roberto Simonetti hanno no su clessidra per l’assicurazione base della gola tra il Monfalcon
L’11 settembre del 2011 M, Blat- rale del ghiacciaio Nord del Muli- al 6a). Sotto una fascia di tetti di passaggio e 6 di sosta. Portare chiodo con anello di corda. Di- aperto la via "Attenti al Lupo"… in intermedia. 1 chiodo di progres- di Forni e un avancorpo proteso
to e L. Pinto hanno aperto la via net. Di qui scendere aggirando la traversare a sinistra superando friend e nut. scesa consigliata lungo il bellissi- seguito dedicata al grandissimo sione più il materiale per le soste. verso il Cadin D’ Arade. ‹

68 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 69


qui CAI
› Genova. ›› Trento. TANTI AUGURI, AMICI SATINI! ›› Reggio Calabria. L’IMPORTANTE È ORIENTARSI › Castelfranco V. (TV).
INDIMENTICABILE CALCAGNO Quest’anno la Società Nell’ambito degli eventi MICHIELI L’INVENTORE
degli Alpinisti Triden- programmati per festeg-
A vent’anni dalla scom- tini (www.sat.tn.it/) giare gli 80 anni di fonda- Promossa
parsa sul McKinley, la compie 140 anni. zione, la Sezione Aspro- dal Gruppo
Sezione Ligure ricorda Ricco e vario come monte e la Garmin s.p.a. Naturalisti-
la figura di Gianni Cal- sempre è il program- in collaborazione con co Le Tracce
cagno, illustre alpinista ma delle iniziative l’Istituto tecnico per geo- e coordinata
accademico genovese. con e per i soci, come metri “A. Righi” di Reggio dallo scrit-
Una serata in suo ono- si può dedurre dalle Calabria, ha promosso un tore-alpini-
re è in programma il 22 novanta e più pagine corso di formazione te- sta Vittorino
maggio nel quadro del del libretto “Escursioni orico-pratico sull’uso del Mason, la XI
ciclo “La montagna vi- con le Sezioni e Sot- GPS in montagna. Il presidente sezionale Antonino Falcomatà ha evidenziato l’impor- edizione del
sta dal mare”. tosezioni SAT 2012”. tanza del GPS “diventato fondamentale nel campo della rilevazione delle reti di sentieri premio “Una
A ricordarlo ci sarà un Nell’ambito delle e nel campo della tutela ambientale. Supporta le escursioni, ma permette, anche, di vetta per la
altro grande alpinista celebrazioni del 140° Anniversario SAT è stato pubblicato il 1° volume orientarsi ed esplorare il territorio con sicurezza”. Il professor Francesco Guarnaccia vita” è stata
genovese, Alessandro (Prealpi Trentine Orientali) dell’opera editoriale “…Per sentieri e luoghi sui si è soffermato, nel corso di un seminario, sull’importanza che il GPS può avere per assegnata a
Gogna, che a Calca- monti del trentino” realizzata dalla Commissione Sentieri SAT e coeditata i geometri nel campo professionale. Ernesto Miriello del Corpo Nazionale Soccorso Castelfranco
gno è stato legato da con la Casa editrice Euroedit (Trento). La Società degli Alpinisti Tridentini Alpino e Speleologico, Stazione Aspromonte, ha illustrato l’utilità del GPS nelle attività Veneto (TV)
un profondo sodalizio (SAT) che oggi vanta più di 24 mila soci venne fondata a Madonna di di soccorso. Roberto Lombi della Sezione Aspromonte ha spiegato come è stato impie- all’esplo-
umano oltre che alpi- Campiglio il 2 settembre 1872 con il nome di Società Alpina del Trentino. gato il GPS per realizzare la rete dei sentieri in quest’area. Particolarmente soddisfatto ratore e
nistico. Con Calcagno, che aveva 49 anni, perse la vita nel ‘92 I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne è stato il Consiglio direttivo per l’attività formativa finalizzata a formare il personale geografo
il ventinovenne Roberto Piombo. Il suo primo successo risale al trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e “l’italianità” del Trentino. I che verrà utilizzato per le operazioni di rilevamento della rete escursionistica; e sod- Franco Mi-
‘ 67 con la conquista invernale della parete nord est del Pizzo mezzi per perseguire tali scopi erano la costruzione di rifugi, la realizzazio- disfatti anche i 50 corsisti ai quali è stato consegnato un attestato di partecipazione. chieli (mi-
Badile. ne di sentieri, finanziamenti agli albergatori, organizzazione delle guide Un’esperienza da ripetere. chieligeo@libero.it) “per l’originalità e la capacità di
Pochi anni dopo, nel ‘ 73, era in vetta a una cima himalayana so- alpine, ascensione di cime e pubblicazione di scritti geografici e alpinisti- reinventare l’avventura dando un nuovo significato
pra gli 8.000, l’ Annapurna, cui sono seguite le scalate del Tirich ci. Primo presidente fu Prospero Marchetti, vice-presidente Nepomuceno ›› Udine. PIUSSI PER SEMPRE anche all’esplorazione”. “I suoi grandi viaggi a piedi”, è
Mir nell’ Hindu Kush pakistano, del Broad Peak, del Piju Peak e Bolognini. Venne assunta quale motto sociale una poesia dell’americano I figli dell’indimenticato alpinista friulano Ignazio Piussi, scomparso nel 2008, han- spiegato nella motivazione, “lo hanno portato a traver-
nel 1986 di nuovo del Broad Peak e del K2. Henry Wadsworth Longfellow: Excelsior!  no annunciato la costituzione di una fondazione onlus per la valorizzazione delle sare molte delle principali catene montuose europee ed
montagne tanto care al loro genitore denominata “Le montagne di Piussi”. Presi- extra-europee, quasi sempre lungo itinerari ideati per-
dente dell’istituzione è Alessandro Piussi. sonalmente e con notevoli difficoltà di orientamento.
L’annuncio è stato dato all’assemblea dei delegati delle sezioni del CAI del Friuli La sua idea di viaggio-esplorazione è quella di affidarsi
Formazza. La valle invincibile Venezia Giulia organizzata il 10 marzo dalla Sezione di San Vito al Tagliamento solamente alle proprie capacità: riuscire a tenere la rotta
Più che altro votata allo sci alpinismo e con il coordinamento di Dora Lisa Rosalen in veste di presidente e con la presenza in territori selvaggi e sconosciuti senza far uso di mappe,
allo sci di fondo, la bellissima Val For- del presidente generale Umberto Martini. La fama di Piussi , da molti considerato bussola, orologio o altri strumenti. Non per un risultato
mazza vanta una tradizione sciistica uno dei più grandi alpinisti del mondo, è legata anche al suo grande impegno di sportivo fine a se stesso, ma per sottolineare il valore
antica e campioni di razza che si sono soccorritore. Nel 1963, in occasione della tragedia del Vajont, non esitò a recarsi dell’esperienza umana e gli aspetti culturali e ambien-
battute sulle piste di tutto il mondo. da volontario sul posto della tragedia e a calarsi nell’interno della diga e con- tali del contesto”. Michieli è nato a Milano nel 1962 e
L’8 giugno alla Sezione Verbano del CAI trollare se c’era intrappolato qualcuno. “Siamo andati su a piedi da Soche”, ha risiede in Valle Camonica. Geografo, fotografo, alpinista,
(www.caiverbano.it) vengono celebrati i raccontato, “e ogni volta che trovavamo un cadavere piantavamo nel fango un esploratore, giornalista, scrittore, è garante internazio-
cent’anni dello Sci Club Formazza. L’in- bastone perché poi i pompieri andassero a toglierlo. I cadaveri erano tutti nudi: nale di Mountain Wilderness. É autore di diverse guide
contro, battezzato significativamente “Il alcuni erano mutilati, alcuni no, ma tutti nudi perché l’acqua li aveva spogliati. In e collabora come volontario con la scuola di andinismo
mito della valle invincibile”, viene con- giro c’erano tavole di legno dappertutto, perché erano state travolte le segherie. E “Don Bosco en los Andes” creata in Perù dall’Operazione
dotto da Paolo Crosa Lenz, Piero Sorma- così, per Dogna e Provagna - un sentiero sulla Mato Grosso.
ni, Mario Bacher e Riccardo Aiolfi. sponda sinistra del lago - siamo arrivati in diga”.
Resta il fatto che, tra le valli ossolane, L’ultima apparizione in pubblico di Piussi risale
è certamente la Valle Formazza a dete- al settembre del 2007. Invitato ad Alleghe (BL)
nere il primato nella pratica dello sci di alle celebrazioni per il cinquantennale della via
fondo. Poco distante dagli impianti di Phillipp – Flamm, l’anziano alpinista apparve in-
Formazzaski, la frazione di San Michele debolito e malfermo sulle gambe. Dopo avere
offre un anello di 12 chilometri costi- riabbracciato il compagno di scalata sulla Solle-
tuito da due tracciati collegati: l’anello der invernale Giorgio Redaelli, incontrò l’ancora
Fondovalle di circa 8 km e l’anello Valdo vivacissima marsigliese Sonia Livanos, vedova di
di 4 km. Rinomato e frequentato anche quel “greco” che sulla nord ovest della Civetta
da atleti è l’anello di fondo di Riale, il aveva compiuto prodigi. “Chiedersi il perché di
caratteristico borgo walser situato a tutti questi sforzi, allora come oggi, è un’impre-
1740 di quota sotto il gruppo montuoso sa improba”, osservò in quell’occasione. “Eppure
del Castel. ci deve essere una ragione se l’uomo fa tanta fa-
tica e rischia tanto per raggiungere una vetta”.

70 montagne360° maggio 2012 maggio 2012 montagne360° 71


qui CAI
› Milano ›› Bergamo. GIORNATA APERTA ›› Dolomiti. LEZIONI SUI MONTI PALLIDI
IL CAI È MOBILE Una giornata aperta a tutti co-
loro che amano camminare in Imparare a osservare con attenzio- di Padova, Fondazione G. Angelini).
Giorni cruciali per il CAI a Milano alla vigilia di un evento di portata storica, il compagnia sui sentieri di mon- ne il paesaggio; riconoscere il pa- La Fondazione, ente non lucrativo
trasloco della sezione milanese dalla Galleria Emanuele a uno stabile di Porta tagna e incontrarsi nei rifugi esaggio come insieme di elementi di utilità sociale, ha lo scopo di
Magenta. alpinistici e escursionistici delle in relazione tra loro; comprendere promuovere la ricerca scientifica e
La nuova sede verrà inaugurata in autunno in una serie di moderni locali in belle Orobie bergamasche viene che il paesaggio cambia nel tempo. la formazione culturale sulla mon-
via Duccio di Boninsegna che si preannunciano più funzionali per le molteplici organizzata domenica 8 luglio Questi gli scopi del Corso di forma- tagna come ambiente geografico,
attività del sodalizio rispetto ai vecchi saloni che si affacciano sulla Galleria. dalle sezioni e sottosezioni di zione di geografia sulle Dolomiti geologico, naturalistico, alpinisti-
L’aspetto più complesso della trasferta riguarderà la Biblioteca Luigi Gabba Bergamo insieme con la sezio- Patrimonio Unesco organizzato co, antropologico, linguistico, ar-
con i suoi 15.000 volumi e il grande patrimonio iconografico conservato in ne di Bergamo dell’Associazione dalla Fondazione Angelini (www. tistico, economico; di valorizzare e
via Silvio Pellico. Nazionale Alpini. Il programma angelini-fondazione.it/) di Belluno salvaguardare l’ambiente montano
Scontato il disappunto di molti iscritti meneghini per l’abbandono, certo non prevede la partenza dal fondo- e in programma nelle Pale di San (art. 2 dello Statuto). Realizza gli
voluto, della sede all’ombra della Madonnina dove per più di un secolo hanno valle di gruppi di soci CAI e soci ANA che accompagneranno i Martino dal 6 all’8 luglio in colla- scopi istitutivi, attraverso  corsi di
trovato rifugio appassionati e glorie dell’alpinismo. E tuttavia la prospettiva partecipanti per salire tutti insieme ai diversi rifugi alpinistici borazione con CAI, Parco Naturale formazione per docenti e studenti
del trasloco viene vista come un’opportunità per rilanciare le attività in un e escursionistici delle Orobie Bergamasche, lungo i normali di Paneveggio e Pale di San Marti- delle scuole bellunesi, per profes-
contesto moder- sentieri di accesso. “Un obiettivo comune delle associazioni no,  Fondazione Dolomiti-Dolomi- sionisti e tecnici sulle problemati-
no e confortevo- CAI e ANA”, è spiegato in un comunicato, “è quello di pro- ten-Dolomites-Dolomitis Unesco, che della montagna; corsi didattici
le. La tranquilla muovere e favorire la conoscenza e lo studio della monta- Associazione Italiana Insegnanti di e di specializzazione, progetti di
via Duccio di gna, il rispetto e la difesa del loro ambiente naturale, anche Geografia. Responsabile scientifico ricerca scientifica e convegni sui
Boninsegna dove ai fini della formazione delle nuove generazioni con stimoli è il professor G.B. Pellegrini (già do- temi d’interesse della Fondazione,
si aprirà la nuova culturali e educativi, offrendo un invito esplicito a tutti i gio- cente di Geomorfologia Università e conseguenti pubblicazioni.
sede è comoda- vani, le famiglie e gli appassionati per promuovere momenti
mente raggiun- di aggregazione, partecipazione e condivisione del cammino
gibile con la li- sui sentieri, l’accoglienza di un rifugio alpino e le emozioni di ›› La Spezia. L'impegno del Cai per i sentieri delle 5 Terre
nea M1, fermate una grande festa collettiva nella natura alpina che possono Dopo 7 mesi C’è bisogno di aiuto. «Nel periodo di prima emergenza grazie a circa
Pagano o Buo- diventare coesione, amicizia e forza nella nostra comunità dal terribile 60 volontari della nostra e di altre sezioni abbiamo potuto fornire un
narroti. Qualche bergamasca”. In vista della giornata di domenica 8 luglio vie- fiume di fango aiuto tempestivo nei comuni della Val di Vara sommersi dal fango. Il
malessere è ser- ne anche annunciata una camminata comune tra i soci CAI che ha sepol- lavoro da fare è ancora molto, e c’è bisogno dell’aiuto di tutti» dice il
peggiato anche e ANA che percorreranno tutte le tappe del Sentiero delle to Vernazza e i presidente della Sezione di Spezia Maurizio Cattani. Per quest’opera di
tra i soci della So- Orobie Centro Orientali a partire dal Passo della Presolana e paesi della Val vitale importanza, la sezione di Spezia del CAI ha infatti investito tutte
cietà Escursionisti il Sentiero delle Orobie Occidentali a partire da Cassiglio per di Vara, grazie le sue risorse disponibili, finanziando i lavori anche con iniziative fra cui
Milanesi, l’altra convergere tutti insieme al rifugio Alpe Corte in Valcanale, ai volontari del una serata con l’alpinista Hans Kammerlander. Tra i volontari del CAI si
sezione milanese: un rifugio senza barriere e senza frontiere, dove saranno pre- CAI impegnati sono particolarmente distinti anche i ragazzi dell’Alpinismo Giovanile di
l’espansionismo senti anche degli amici disabili e sarà realizzato il programma nelle opere di Casale Monferrato che hanno ripristinato il sentiero che da Casale (nelle
di una nascitura previsto alla presenza delle autorità civili, militari e religiose. ripristino molti 5 Terre) raggiunge Pignone e Malpertuso.
sede della Fel- Nel contesto di Camminaorobie, infine, la Commissione gio- sentieri del Par- I lavori di ripristino vengono effettuati insieme ai tecnici del Parco e alla
trinelli minaccia vani ANA Bergamo, in collaborazione con il Centro servizi co delle 5 Terre Forestale, con la fondamentale consulenza della commissione sentieri
infatti l’inte- del volontariato di Bergamo, organizza un raduno presso il sono tornati percorribili. Rimane chiuso l’itinerario più frequentato, il del CAI. Tutti i soci sono invitati a dare il loro contributo, anche solo con
grità della sede Rifugio Angelo Gherardi in Val Taleggio con la partecipazione celeberrimo sentiero azzurro (n.2) che collega Monterosso Vernazza segnalazioni e suggerimenti. Chi invece fosse interessato a partecipare
nell’antico casello dei giovani talenti della New Pop Orchestra. Corniglia e Manarola. Ma l’alternativa c’è, ed è l’Alta Via, uno splendido alle attività della Commissione Sentieri della Sezione di Spezia può farne
di Porta Volta. Per informazioni: segreteria@caibergamo.it – sentiero balcone sul blu del Mediterraneo raggiungibile da Levanto e da segnalazione alla segreteria: cailaspezia@libero.it, www.cailaspezia.it,
www.caibergamo.it Monterosso o da Manarola. tel 018722873. (Tratto da Lo Scarpone on-line www.loscarpone.cai.it )

›› Sondrio. UN CENTRO PER LA MONTAGNA


Borno. (bs) Largo ai seniores
Il Comune di Sondrio ha acquisito ranee come manifestazioni gastro-
dal Demanio il trecentesco castel- nomiche, concerti, mercatini, mostre Il 30 maggio a Borno (BS), organizzato dalla Sezione di Brescia e
lo di Masegra che domina l’abitato. d’arte montana. Mentre in un futuro dalle Sezioni di Valcamonica Sebino, si terrà il tradizionale radu-
Il progetto è di trasformarlo in un più lontano un accordo con privati no dei gruppi seniores della Lombardia dedicato ad Anna Clozza.
centro culturale dedicato alla mon- dovrebbe portare a uno spazio risto- Il programma prevede tre itinerari: 1) Borno - Lago di Lova, a/r,
tagna, con mostre, musei, centri di razione e uno alberghiero. L’idea con- ore 2,25; 2) Borno - Baita Balestrini a/r: ore 2; 3) Borno - Ossimo
documentazione. Un’ipotesi di siste- siderata positiva riguarda comunque a/r: ore 1,40. Alle ore12,15 alla parrocchiale saluto del sindaco e
mazione del museo, che dovrebbe la rivitalizzazione di un monumento del presidente Commissione regionale. A seguire una messa cele-
raccogliere molto materiale disponi- molto interessante (contiene la Ca- brata dal cardinale G.B. Re e il pranzo nei ristoranti di Borno o in
bile presso la sede, è stata formula- mera Picta, un salone con L’Orlando una speciale tensostruttura con menù degli alpini: polenta, stri-
ta dalla Sezione Valtellinese, storico furioso raccontato in affreschi), ma Da sinistra, nella foto di Gabriella Lanza il Magnifico Rettore dell’Università nù (salamella), formaggio, vino, acqua. Nelle vie del paese rap-
sodalizio del CAI. Il programma di va- poco considerato dai sondriesi stessi. dell’Insubria professor Renzo Dionigi, Rossana Podestà, Daniele Bernasconi, presentazione dei mestieri e presentazione dei sapori della valle;
lorizzazione prevederebbe, a quanto Il castello è raggiungibile facilmente Silvia Metzeltin, il professor Carlo Dossi, Pier Luigi Zanetti e il professor Ezio intrattenimento musicale e vin brulè. Per maggiori informazioni
è stato anticipato, iniziative tempo- anche a piedi dal centro di Sondrio. Vaccari. consultare il sito www.caiseniores.lombardia.it

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Libri di montagna migliaia di chilometri di distanza
le proprie radici dei sentimenti
tratto nepalese dell’Himalaya.
La sua altezza è stata rettificata
a due giovani, fatiche disumane
e pericoli scampati per un nulla
soddisfazione sadica di assistere
alle sofferenze altrui, ma per la
› Enrico Serino
LINFA. EMOZIONI IN
sempre più gente e meno neve.
Serino non tarda a svelare il suo
a cura dI Roberto Serafin elettivi verso il paesaggio monta- più volte, passando dagli 8128 dagli altri, congelamento alle consapevolezza della distanza MONTAGNA talento di narratore delineando
no. Diverso, seppure convergente m degli anni Trenta del secolo mani per Messner...perché? Ecco che intercorre tra la sicurezza Grossi editore, Domodossola in forme letterarie il “suo” futuro
verso la medesima auto identi- scorso, agli 8156 degli anni Set- la risposta, proprio di Messner: dell’osservatore e la triste condi- (www.grossiedizioni.it). alpinistico. Risulta dunque che
› Bruno Terzolo (detto Ka- scientifico alpinistica in Antartide ficazione, è l’atteggiamento di tanta, infine agli 8163 negli anni “Questa parete è una pazzia zione degli uomini in pericolo. Il 425 pagg.; 15x22 cm; € 22 nel 2051 la via d’arrampicata più
nalin) tra i cui scopi vi era l’esplorazione Piussi, il cui coinvolgimento con Ottanta. La vetta fu raggiunta - confida al compagno Andi racconto di Messner, anche per Istruttore difficile al mondo sia ancora la
BABY-MOUNTAIN. IN della catena Transantartica che il paesaggio è assolutamente la prima volta nel 1956 da una Schlick - ma proprio per questo è queste ragioni, è avvincente e nazionale di Sphynx, quarantacinque metri
MONTAGNA CON I BAMBINI si estende ad ovest del mare di funzionale ai suoi obiettivi alpi- spedizione giapponese, lungo la interessante”. Come sarà per loro percorso dalla palpitante capacità arrampicata di forte strapiombo con grado
Edizione di Kanalin - Edizioni Ross. Tale missione venne affidata nistici. Infatti i due, pur condivi- parete nord-est; da allora è stato e gli altri compagni avventurarsi di riprodurre attraverso le parole e grande ap- presunto di 9c+/10°, “salita per la
L’Arciere, Dronero, CN, al geologo Marcello Manzoni e dendo e collaborando come team salito più volte da vari versanti, lassù?, si domandano i due fa- con precisione anche le sfuma- passionato prima e unica volta da Henry Le
(www.arciere.com). all’alpinista Ignazio Piussi, i quali nella logistica dell’esplorazione, da ovest, est e sud. Poiché nella cendo spallucce al pericolo... Per ture di quei momenti esaltanti della monta- Menestrel, nipote di Marc, uno
252 pagg.; 22x31 cm dalla base neozelandese Vanda stabilendo e spostando i campi, regione le condizioni climatiche noi, che siamo lettori coinvolti e e terribili. La collana “campo/ gna, Serino dei pionieri di questo sport quasi
Storie di nella valle Wright operarono au- ove si rincontrano per il riposo, sono spesso proibitive, tutte le vie in apprensione per simili vicende, quattro” della Priuli & Verlucca mescola in settant’anni prima”. Ci si arram-
famiglia, tonomamente dall’11 dicembre al svolgono separatamente i propri sono ad alto rischio di valanghe. vale il famoso incipit del secondo si arricchisce così ulteriormente, questo libro pica su monumenti e grattacieli
proposte di 4 gennaio. Ora Manzoni trasferi- compiti per poter sfruttare al Soprattutto per questa causa vi libro del “De rerum natura” di dopo i libri di Denis Urubko, Steve fantasia e realtà, passato, presen- come settant’anni prima faceva
escursioni, sce le note dei diari, suo e di Pius- massimo le specifiche potenziali- sono morti finora 53 alpinisti. Ma Lucrezio, in cui descrive una nave House e Ueli Steck, con questo te e futuro. E il futuro prossimo lo spider-man Alain Robert, e
ricordi di gio- si, scritti “a caldo” - la temperatu- tà. E mentre durante le escursioni non furono le valanghe a portarsi in preda alla tempesta e il piacere appassionante volume di una del- non è poi così diverso dai giorni non ci si stupisce se gli scalatori
ventù e non ra si aggirava sui -30°C – in quei individuali ciascuno registra le via Franz Jaeger di 28 anni e Andi che deriva all’osservatore che le leggende viventi dell’alpinismo. nostri: le Alpi sono le montagne siano costretti a destreggiarsi con
soltanto… giorni, nel racconto ragionato di proprie sensazioni e riflessioni, Schlick di 26, il martedì 25 aprile sta al sicuro sulla riva, non per la A.G. più affollate della terra, e c’è “l’indispensabile mini-beamer
Appassiona- quell’esplorazione, i cui contenuti nel ritrovarsi nella piccola tenda 1972, durante la spedizione che
to di scialpinismo, l’autore così alpinistico scientifici fanno ormai approfondiscono la reciproca co- portò Reinhold Messner in cima,
presenta il libro pubblicato in parte della storia. L’impresa di noscenza, in un viaggio interiore alla “prima” della parete sud. La
• titoli in libreria
proprio e dedicato a lettori da 0 a Manzoni e Piussi infatti ebbe e in un legame umano di amicizia prosa telegrafica del “Diario della TESTIMONIANZE e prefazione di Mirella Tenderini Caldiera (Čičarija, Ćićarija e Učka)
15 anni ovviamente appassionati carattere di eccezionalità proprio che procede di pari passo con spedizione” dice solo: “... Reinhold • Casimiro Ferrari Vivalda (www.vivaldaeditori.it), collana “I Libreria Transalpina (www.transalpina.it/), collana
di montagna. Terzolo affastella perché i due effettuarono l’iti- il viaggio reale che si addentra raggiunge la vetta alle 14 circa. LA TORRE DEL VENTO Licheni”, 300 pagine + 16 tavole fuori testo a “Andar de Bora” (a cura di Alessandro Ambrosi),
testi e fotografie di sua produzio- nerario esplorativo di oltre 200 sempre di più nell’ignoto. sTutto Nel pomeriggio tempesta di neve. La vittoriosa scalata dei Ragni al Cerro Torre per colori, € 19 328 pagine, € 27
ne, spesso con l’aiuto della moglie chilometri in totale isolamento, ciò è presentato con uno stile Franz non torna. Andi e Horst lo la parete ovest nel racconto del piccolo grande
Karin, riguardanti escursioni a senza alcun appoggio esterno scorrevole e sdrammatizzante, cercano. Tragedia”. lecchese che li guidò • Laura Pariani SAGGI
piedi, in sci e in bicicletta com- e collegamento radio, avendo inteso a rendere la verità semplice Allora si va a vedere nel libro Alpine Studio (www.alpinestudio.it/) 180 pagine, LE MONTAGNE DI DON PATAGONIA • Mirco Maselli
piute con i due figli, in particolare rinunciato all’apparecchiatura per e diretta di quel mondo dove il capitolo corrispondente, per € 12 (edizione economica) Storia del sacerdote novarese Alberto Maria De STORIA DELL’IMMONDIZIA
sulle Alpi Occidentali in Francia il peso eccessivo, in condizioni il tempo e lo spazio non sono saperne di più. Com’era la tem- Agostini, protagonista di storie suggestive sullo Dagli avanzi di mammut alla plastica riciclabile.
e in Italia. Le descrizioni sono ambientali estreme tenuto conto ciclici ma lineari, così come la pesta? “...La tempesta e l’oscurità • Valeria Isacchini sfondo della Terra del Fuoco. Ironia e fumetti per un tema di grande attualità
minuziose e ricche di dettagli. In che operarono a quote comprese loro esperienza di zingari polari. incombente avrebbero reso vano FUGHE Interlinea (www.interlinea.com/), collana Editoriale Scienza (www.editorialescienza.it),
appendice, con il corredo di una tra i 1400 e i 2400 metri, fino Con questo libro Manzoni ci dà ogni tentativo. La loro unica Dall’India all’Africa, le rocambolesche evasioni “Biblioteca di narrativa”, 76 pagine 13x21 cm, collana “A tutta scienza”, 80 pagine, € 7,90
cartografia e una bibliografia il all’epilogo che solo grazie alla qualcosa di nuovo nel panorama chance di sopravvivere in quell’in- di prigionieri italiani: dai due sommergibilisti € 12
prospetto di tutte le escursioni loro determinazione e motivazio- letterario legato alla montagna e ferno sarebbe stata scavare un Camillo Milesi Ferretti e Elios Toschi che • Alessandro Gogna
in ordine cronologico. Il libro è ne non si trasformò in tragedia. all’esplorazione: a noi la gioia di buco nella neve...A quel punto hanno attraversato l’Himalaya all’aristocratico BIOGRAFIE RIFIUTI VERTICALI
evidentemente scritto per gli Se questi sono in sintesi i questa scoperta, a lui il rammari- era risultato del tutto impossibile fiorentino Vanni Corsini scappato spacciandosi • Jerzy Kukuczka Trent’anni di battaglie per contrastare un certo
amici o per un ideale network contenuti del racconto, ciò che co di non averlo potuto presenta- orientarsi. Senza parlare dei dolori per un ufficiale inglese a Giovanni Balletto, UN GRANDE TRA I GIGANTI DELLA TERRA modo di vivere e “usare” la montagna vissute (e
ovvero per archiviare le emozioni conferisce un particolare valore re a Piussi, morto tre anni fa. lancinanti alla faccia, del vento Enzo Barsotti e Felice Benuzzi evasi per scalare il Biografia ufficiale dell’illustre alpinista polacco combattute) da un grande alpinista ambientalista
e goderne in futuro. E in questo alla narrazione è la descrizione A. G. che strappava lembi di stoffa, monte Kenya e piantarci la bandiera italiana il 6 con il diario della sua ultima spedizione al Lhotse Alpine Studio (www.alpinestudio.it/), 276 pagine,
senso nella sua autoreferenzialità del rapporto interpersonale che delle barbe incrostate di ghiaccio febbraio 1943. Alpine Studio (www.alpinestudio.it/), 288 pagine, € 16
merita rispetto o, perlomeno, si stabilisce tra i due esploratori, › Reinhold Messner e degli occhi incollati da granuli Mursia (www.mursia.com/), 264 pagine, € 17 € 19,90
comprensione. e del rapporto tra gli stessi e TEMPESTA SUL MANASLU di neve, occhi aperti che non riu- • Mauro Manfredi
l’ambiente circostante. Un am- Tragedia sul tetto del scivano più a vedere...Andi uscì e • Maria Paola Lavizzari Pedrazzini • Daniele Redaelli IL CERCHIO BIANCO
› Marcello Manzoni biente fuori dal tempo formato mondo non ritornò mai più...Le sue grida FULVIO PEDRAZZINI: UN ALPINO, DUE GUERRE E CENTO ANNI IN VETTA Con la prefazione di Annibale Salsa, la ricerca
ZINGARI IN ANTARTIDE da un paesaggio esclusivamen- Priuli&Verlucca, Scarmagno, si erano perse nella tempesta che TANTE LETTERE Biografia ufficiale di Riccardo Cassin (1909- del “significato soggettivo e intenzionale della
Alpine Studio, Lecco, 2012. te minerale, privo di forme di 2011. 208 pagg.; 15 x 22,5 infuriava...Andi era sparito”. Come Uno spaccato della storia del Novecento (dalla 2009) in edizione economica montagna” in un saggio di grande suggestione
226 pagg.; 13,5 x 19,5 cm; foto vita vegetale e animale, ove il cm; foto col. e b/n.; € 17,50 il compagno Franz Jaeger, non è Grande Guerra fino all’armistizio dell’8 settembre Alpine Studio (www.alpinestudio.it/), 250 pagine, Primalpe (www.primalpe.it), 126 pagine, € 12
col. e b/n; € 14 riconoscimento passa esclusiva- Il Manaslu, la stato a tutt’oggi ritrovato. E noi 1943) attraverso l’epistolario di Fulvio Pedrazzini € 13
Nell’esta- mente attraverso la morfologia e “montagna qui, ancora per l’ennesima volta a (1898-1974), giovane avvocato valtellinese. MANUALI
te polare la geologia primigenia. Manzoni degli spiriti”, domandarci perché tutto questo. Mursia (www.mursia.com/), 172 pagine, € 14 GUIDE • Michele Dalla Palma e Cesare Re
1968/1969 il non si ferma a una registrazione l’ottava Una delle imprese più brillanti   • Ettore Tomasi IN MONTAGNA CON LE CiASPOLE
CAI e il CNR scientifica di ciò che osserva, montagna della storia dell’himalaysmo, in • Anatolij Bukreev e Gary Weston DeWalt CICERIA E MONTE MAGGIORE Itinerari scelti per vivere la neve sulle Alpi e gli
organizzaro- ma giunge a stabilire un’estetica più alta della uno degli angoli più misteriosi EVEREST 1996 L’Istria Bianca dalla Carsia al Quarnero. Itinerari, Appennini
no la prima sensibile del paesaggio, trovando Terra, si trova dell’Himalaya, quindi del pianeta Cronaca di un salvataggio impossibile. Traduzione natura e storia tra i Monti della Vena e i Monti Hoepli (www.hoepli.it), 263 pagine, € 19,90
spedizione una corrispondenza tra luoghi e nella zona del (a quasi 6000 m c’è la valle delle
nazionale pensieri, riconoscendo a decine di Gandaki, nel Farfalle, davvero!), costa la vita

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incorporato nell’e-toy”, uno › Giulia Castelli Gattinara e partire dalle prime ascensioni fino monti dell’Appennino. La Sezione per chi gareggia si profila spesso mondo, per liberare le pareti più
strumento al confronto del quale Mario Verin alle ultime tendenze del "dry to- dell’Aquila del Club Alpino Italia- anche il rischio del doping: un a rischio di crollo Zannini ha
l’i-Pad è un oggetto da soffit- PERU’ 100, 100 PERU’ oling". Ma la vera novità è la se- no ha sostenuto con convinzione problema marginale, fortunata- progettato e realizzato un robo-
ta. Al centro di appassionanti Les Cultures (www.lescultures. zione che propone un metodo per questa pubblicazione sia perché mente, ma da non sottovalutare. climber padre ideale di uno dei
avventure, soprattutto sulle cime it). 160 pagg.; formato 24×24 la riduzione dei rischi, il “check rappresenta un importante personaggi di “Barili on he rock”.
del Monte Rosa e in altri luoghi cm; € 30 & go”, consistente nell’analisi contributo sulla storia dell’alpi- › Roberto Zanini Lettura, come dice Heinz Maria-
delle Alpi Occidentali, si ritrovano Accademico sistematica delle strutture di nismo del Gran Sasso, sia perché Barili on the rock cher in prefazione, avvincente
nel libro simpatici personaggi del CAI e mae- ghiaccio e dei vari parametri è un invito ai lettori a percorrere Edizioni Demian (www.edizioni- anche per chi è poco esperto di
che amano vivere la montagna in stro indiscusso oggettivi e soggettivi che defini- e conoscere i sentieri del più demian.it/), 184 pagine 21x14 montagna.
modo informale rendendo piace- della fotografia scono il quadro della ascensione. imponente massiccio dell’Italia cm, € 15 Luciano Santin
vole e scorrevole la lettura. di paesaggio, Infine quattro incidenti ritenuti peninsulare. Posto che le cime sono state
Mario Verin esemplari dagli autori vengono salite, i versanti disseminati di vie › Federico Pagliai
› Stefano Vietina ci guida alla scoperta del Machu analizzati alla luce del metodo › Adriano Greco e Paolo nuove, gli “ulti- COME UN FILO CHE PENDE
STORIE DI UOMINI E IMPRESE Picchu, il sito archeologico che citato, con il corredo di schizzi e Terrazzi mi problemi” (a Ouverture Edizioni (www.ouver-
CHE FANNO VIVERE LA da cent’anni impegna nelle Ande immagini. Probabilmente il volu- SCIALPINISMO CLASSICO E volte inventati) turedizioni), 327 pagg.; 14x21
MONTAGNA gli studiosi di tutto il mondo e me va considerato tra i manuali AGONISTICO risolti, c’è da cm; € 16
Edizioni Arco (www.arcosrl.info). attira migliaia di turisti in questo più completi sulla specialità, con Editore Ulrico Hoepli (www. chiedersi dove Protagonista è un contadino
238 pagg.; 15x21 cm; € 10 angolo appartato del Perù. Il un unico inconveniente al di hoepli.it). 238 pagg.; 17x21 cm; stia andando che si prende
Agricoltori, gestori di rifugi, libro, scritto con Giulia Castelli qua e delle Alpi: l’indispensabile € 24,90 l’alpinismo. In cura del bosco
boscaioli, Gattinara in dieci anni di pazien- conoscenza, per chi legge, della La stagione sci alpinistica che sta “Barili on the malato, che vive
guide alpine, te, curiosa e rispettosa esplora- lingua francese. per concludersi rock”, edito dalla teramana De- quasi in simbiosi
imprenditori zione di questo paese può essere ha registrato mian, Roberto Zannini, operatore con gli animali
che fanno acquistato su www.lescultures. › Ilona Mesits, Francesco l’arrivo sugli attivo nel settore dei consolida- e le piante, che
biscotti, birra, it o richiesto agli autori: info@ Burattini scaffali di que- menti montani e arrampicatore regola la sua
miele, gelati, marioverin.com. Di pagina in pa- IL MISTERO DELLE TRE VETTE sto nuovissimo di vaglia, prova a rispondere in vita sull’alter-
occhiali, gina, con il corredo di immagini Guide Iter, www.iteredizioni, 80 manuale scritto chiave fantascientifica. I suoi narsi delle stagioni. In tempi in
formaggi che definire splendide è poco, si pagine 13,5 x 20 cm, € 9 da un fuori- racconti descrivono un futuro cui la parola decrescita diventa
intervengono a turno in questo sviluppa in cento capitoli, quanti Due alpinisti tedeschi, Hans classe della specialità, Adriano più che plausibile, giocato sulla l’imprimatur di un dilagante
libro-inchiesta per spiegare come sono gli anni del Machu Picchu, Riebeling e Greco, guida alpina e istruttore tecnologia, sulla competizione, movimento di opinione, ecco
si può creare economia nelle aree un viaggio emozionante fatto di Hans Sch- valtellinese, ex campione e per sugli interessi commerciali. Dato un personaggio che induce a
di montagna, sposando tradi- natura, incontri, grandi montagne midt, nel 1910 diversi anni responsabile della che il contesto ambientale è riflettere sulle tante assurdità
zione e innovazione, nonostante e civiltà del passato. percorsero per squadra nazionale di sci alpini- adatto a generare forti dinami- dell’attuale e troppo spesso
le innegabili difficoltà legate la prima volta smo. Suo degno compagno di che emotive, perché non pensare invocato sviluppo economico. “É
all’ambiente e alla situazione di › Jérome Blanc-Gras e la cresta più penna è l’istruttore del CAI Paolo a una spettacolarizzazione me- un mondo che gira male”, dice
crisi. Manu Ibarra alta del Gran Terruzzi. Simone Moro, che firma diatica più spinta (in questo, a il contadino, “sembra di andare
A raccogliere le loro esperienze GLACES Sasso, quella la prefazione, ricorda come Greco dire il vero, la realtà ha già quasi avanti, di progredire, ma a me
è il giornalista Stefano Vietina, Blue Ice (www.blueice.com). che culmina nelle vette del Corno abbia inanellato da dominatore precorso la fiction)? E visto che non pare sai? Peccato che sono
autore di numerosi libri e “padre” 249 pagg.; 27x21 cm Grande. Ora la prima traversata una serie impressionante e irri- l’alpinismo offre sempe più spazio vecchio, io non avrei paura di tor-
del sito web www.dolomitichan- Pubblicato in Francia da una delle Tre Vette del Corno Grande è petibile di gare, spesso in coppia alle gare, perché non farlo rica- nare indietro”. A raccontare som-
nelsuyutube.it dedicato alle Do- nuova ricostruita in questo libro grazie a con l’altro fuoriclasse valtellinese dere nel business dell’azzardo, messamente il mondo che ruota
lomiti. Queste avventure impren- azienda di un paziente lavoro di ricerca nelle Fabio Meraldi. Allenamento, con annessi e connessi (ovve- attorno al protagonista è uno
ditoriali sono state pubblicate Chamo- biblioteche specializzate italiane, tecnica, materiali e sicurezza sono ro gli esiti pilotati o truccati scrittore che vive sui crinali della
dal Corriere delle Alpi nel corso nix che austriache e tedesche, dove l’au- i temi sviluppati nel libro attra- dalla malavita)? Affiorano, nella montagna pistoiese, infermiere
di un anno e ne sono protago- produce trice ha cercato per anni racconti verso nove capitoli con il corredo silloge, venature fantasticche, e volontario del Corpo nazionale
nisti imprenditori affermati nel mate- e relazioni. A ciò si è aggiunta di numerose immagini, disegni richiami orwelliani, toni da puro soccorso alpino e speleologico.
mondo, come Senfter o De Rigo, riale per l'alpinismo, imbraghi e la prova sul campo: Francesco e schizzi. Fra le strategie di gara thriller, e anche escursioni nel Già apprezzato per “I miei crinali”
e piccole o piccolissime imprese accessori per l'arrampicata, il libro Burattini, co-autore insieme con più curiose vale il consiglio agli genere fantasy, con un dichiara- e “Rughe da salita”, Pagliai torna
di nicchia, di cui è costellato il esplora con metodo rigoroso e la Mesits, è tornato molte volte atleti di procedere a testa alta to omaggio a Lovecraft, che dà il al tema dei sacrifici e delle gioie
territorio veneto, con un occhio un’ineccepibile documentazio- sul Gran Sasso per verificare ogni per osservare tutto quello che titolo al libro. Ci sono personaggi del vivere su montagne povere,
di riguardo per le valli del Come- ne “arti, esperienze e tecniche” passo dell’itinerario tracciato dai succede intorno: dall’ambiente chiaramente ispirati, anche tra queste genti cui ha dato voce
lico e del Cadore. “Tanta vitalità della scalata su ghiaccio, come due pionieri tedeschi all’inizio del circostante, al percorso alla nel nome, a compagni di salite nel tentativo, sicuramente since-
e tanto orgoglio, per molti versi opportunamente sottolinea il Novecento. Completano il libro, traccia. Preziosi sono i consigli (Giambisi, Bassi, Massarotto), e ro, di tenere in vita, conservare
inaspettati, meritavano di essere sottotitolo in copertina. Gli autori oltre alla relazione di Schmidt e sul cambio di assetto, quando in la figura ben sbozzata di Vico De e difendere un’ identità sociale,
messi sotto i riflettori ed ho de- sono guide alpine, alpinisti e forti Riebeling, i racconti, in gran parte pochi secondi occorre togliere o Martin, che ritorna in più storie, quella del “montanino” sempre
ciso di scriverne”, spiega Vietina, ghiacciatori, attenti all’evoluzione inediti in italiano, delle ascensioni rimettere le pelli sotto gli sci. Di e che dovrebbe ripresentarsi più scolorita. Fermare su carta
“nella convinzione che anche dell'alpinismo con particolare at- al Gran Sasso compiute all’inizio grande e giustificato rilievo infine presto anche in libreria. C’è da certe storie, asserisce, è una sorta
raccontarsi aiuti a fare, e che gli tenzione al ghiaccio e alle cascate del secolo scorso da altri alpinisti la parte relativa alla neve, al pe- aggiungere che la narrazione si di dovere civico. La montagna per
esempi siano sempre importanti, gelate. L’arrampicata su ghiaccio ed escursionisti austriaci e tede- ricolo di valanghe e alla gestione salda anche a esperienze dirette: sopravvivere ha bisogno anche di
soprattutto per i giovani”. è raccontata con immagini a schi, innamorati dell’Italia e dei del rischio. Senza ignorare che esperto in disgaggi in tutto il questo.

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alta salute
news dalle aziende  ›  a cura di Susanna Gazzola

* Arc’teryx lancia la prima Alpine ARC’ademy * Trekker 30th Birthday Celebration:


Primo il modello Trekker festeggia 30 anni!
appun- Capi totalmente realizzati in

La montagna, toccasana
tamen- Italia, studiati per esaltare
to eu- il benessere fisico di chi li
ropeo indossa sia nello sport che
del brand canadese nel tempo libero, i prodotti

per la salute
dedicato agli appas- ASA -Active Sport Apparel-
sionati dell’avventura costituiscono la linea spor-
in quota. Performance, tiva della Tessitura Florida
emozioni, grandi per- di Carpi.
sonaggi, equipment Lo sforzo fisico intenso e

Grande palestra per il corpo, solido rifugio per la mente dell’ultima generazio- duraturo necessita di capi
ne a Chamonix, dall’8 che allevino dai fastidiosi
al 10 giugno 2012. disagi della sudorazione e

di Gian Celso Agazzi › Commissione Centrale Medica Presente e futuro


dell’alpinismo in una
che aiutino la dispersione
termica durante lo sforzo.
tre-giorni completamente dedicata all’avventura in quota. Il promotore è Arc’teryx, marchio cana- I capi underwear ASA sono
dese leggendario tra gli appassionati di montagna. L’inedita Alpine ARC’ademy si propone come un realizzati combinando Poli-
appuntamento aperto a chiunque abbia l’alpinismo nel sangue, che desideri coltivare la propria pas- propilene fibra cava Prolen®
sione a tu per tu con professionisti di fama mondiale, condividendo esperienze e aspirazioni. Teatro e Carbonio in soluzione

L’
andare in montagna rap- cremento dell’attività fisica risentire la piacevole carezza del tribuendo in tal modo a raffor- dell’evento sarà l’Aiguille du Midi, la guglia più alta delle Aiguilles di Chamonix (3.842 m), dall’8 al 10 continua. L’abbinamento di
presenta uno stile di vita quale forma di prevenzione e sole e del vento. zare il carattere della persona. giugno 2012. I partecipanti saranno guidati da personalità di spicco nel mondo dell’alpinismo – fra queste fibre crea un micro-
senza tempo. La Mon- di terapia per alcune patologie Con adeguata preparazione fi- gli altri, gli atleti del team Arc’teryx Ines Papert, Nina Caprez, Alex Chabot, Luka Lindic e molti al- clima ottimale tra il corpo
tagna vera, quella incontami- del benessere: malattie dell’ap- sica e con piccoli accorgimenti Il movimento, espressione del si- tri – e da ospiti illustri del settore outdoor, sperimentando sulla propria pelle esperienze memorabili. e il capo e permette di
nata, rappresenta un naturale parato cardiovascolare, diabete, è possibile andare in monta- stema nervoso, trova nell’andare In primo piano ogni singolo ingrediente dell’avventura in quota: le attrezzature, le peculiarità degli mantenere la pelle asciutta
ambiente di prevenzione, cura obesità, malattie cronico-dege- gna a qualsiasi età della vita, in montagna una sua perfet- ambienti di volta in volta incontrati, lo stato psico-fisico durante l’azione alpinistica, l’adrenalina e e la temperatura costante, caratteristiche che, contenute
e riabilitazione del fisico, con- nerative, malattie depressive. in modo intenso e consapevole. ta applicazione. Nell’armonica la gioia della verticalità. Durante il weekend ci sarà inoltre il tempo e lo spazio per raccontarsi scam- in un solo indumento, ne esaltano l’unicità. Numerosi
sente di mantenere una buona E più recentemente, la monta- Un diverso tipo di montagna per sequenzialità dell’arrampicata biando le rispettive esperienze, grazie all’appuntamento con “Alpine Movie Night”, evento dedicato test effettuati da atleti professionisti in diverse discipline
forma fisica, aiuta a crescere, gnaterapia, una disciplina nata ogni stagione della vita, d’in- si ha modo di perfezionare il alla più recente cinematografia di montagna. I partecipanti potranno inoltre testare e conoscere sportive e nel mondo del lavoro hanno fornito un riscon-
formare il carattere della perso- da poco che si prefigge la cura verno con lo sci fuori pista e il coordinamento del movimen- le più avanzate attrezzature per l’alpinismo, incrementando le proprie nozioni e le proprie abilità. tro altamente positivo. La Fibra di Carbonio in soluzione
na e a invecchiare meglio, apre della disabilità fisica e mentale fondo, nella magica solitudine to e l’utilizzo dell’intelligenza Focus del weekend sarà l’importanza del proprio stato di consapevolezza durante l’azione outdoor e continua garantisce una rapida dispersione termica che
la mente all’amore per la natura, motoria mediante lo sviluppo del proprio senso di auto-responsabilità, nonché la conoscenza dell’equipaggiamento più adatto per aumenta la performance sportiva e la sensazione di
permette di calarsi e conoscere dell’autocontrollo, una maggior affrontare l’avventura in sicurezza. In una parola: incrementare la propria autonomia, nel rispetto benessere, mentre la continuità del filo di carbonio sul
culture e tradizioni del territo- L’orecchio può allontanarsi e consapevole presa di coscien- della montagna. L’ Alpine ARC’ademy è un’iniziativa promossa da Arc’teryx con la collaborazione di torace elimina l’inquinamento elettromagnetico, creando
rio, quali la fitobalneoterapia e za del proprio corpo e la ricerca Compagnie du Mont-Blanc, GORE-TEX®, Suunto, Petzl, Primus e SCARPA. l’effetto “gabbia di Faraday”. Il Polipropilene Fibra Cava
la fienoterapia, antiche usanze dai rumori assordanti della dell’equilibrio nell’effettuare al- Per maggiori informazione sugli appuntamenti previsti nelle singole giornate, per iscriversi ai wor- Prolen° crea uno strato coibentante sulla pelle e riduce
dei contadini. cuni movimenti, l’aumento della kshop e per vincere una giornata in montagna in compagnia di Nina Caprez visitate: www.alpinear- gli sbalzi termici, permette una minore ritenzione idrica,
La montagna, vecchia e saggia città adattandosi al quieto fiducia nel compagno e del sen- cademy.com (online dal 23 aprile) o la pagina Alpine ARC’ademy su Facebook. I momenti più salienti la massima leggerezza data dalla fibra cava e la migliore
maestra di vita, è dunque una
grande palestra per il corpo ed
rumore del silenzio so di responsabilità. dell’evento saranno trasmessi in diretta sulla web tv www.alpchannel.it
Contatto: alpine.arcademy@arcteryx.com
resistenza al proliferare di batteri, funghi e microorgani-
smi causa di cattivi odori.
al tempo stesso un solido rifu- Ma la Montagna, se sottovalu- La completa inerzia ai
gio per lo spirito, costituendo in ambiente montano. dei boschi silenziosi e delle vet- tata, può diventare un ambien- reagenti, sia chimici che
una sana medicina per curare te innevate, in primavera con te ostile causando sofferenze e * APPROACH by Grisport, la scarpa da trekking anche in città biologici (quali acidi, ba-
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