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Addio
Montagne 360. Gennaio 2013, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 4/2013. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano
Patrick Edlinger
Il climber francese, “inventore”
dell’arrampicata libera,
scompare a soli 52 anni
Scialpinismo
Attraversare le Dolomiti
seguendo un itinerario
percorso 85 anni fa
Turismo geologico
Un punto di vista inconsueto
per esplorare le Alpi
Editoriale
orizzonti e orientamenti
ONE
Chiediamo innanzitutto che sia costruito uno strumento di relazione, con-
fronto e coordinamento istituzionale, un tavolo di lavoro su questi temi, che
sia formalmente riconosciuto, con cui le nostre associazioni e gli altri sog-
“THE DYNAFIT ONE IS LIKE A FRIEND.
getti interessati possano confrontarsi con le istituzioni di Governo e dove le
THE PERFECT PARTNER FOR VARIED
FOR ALL MOUNTAINS nostre proposte possano essere ascoltate e assunte.
MOUNTAIN PEAKS, LONG OR SHORT ASCENTS
AND WONDERFUL RIDES.”
Club Alpino Italiano - Fondo Ambiente Italiano - Italia Nostra
Legambiente - Touring Club Italiano - WWF Italia
W W W.DYNAFIT.COM
01 Editoriale 64 Lettere
05 News 360 66 Cronaca extraeuropea Patrick Edlinger
08 Le montagne dallo spazio 68 Nuove ascensioni Montagne360 al Forte di Exilles,
sede staccata del
La rivista del Club Alpino Italiano gennaio 2013 € 3,90
Montagne 360. Gennaio 2013, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 4/2012. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano
10 1928, l’attraversata 72 Qui CAI Addio
Patrick Edlinger della Montagna.
Foto di Guy
Il climber francese, “inventore”
76
scompare a soli 52 anni
Documentazione
percorso 85 anni fa
Museomontagna -
77 Indice 2012 di Montagne360
addirittura dal sentiero Torino
16
Gipfeln der Welt mit Diabetes; 30. Ein Tod in Höhenlage, der
turismo geologico alpino vermieden hätte werden können; 34. Zimmer mit Blick auf die
kleine Madonnenfigur; 38. In Trento geht die Gebirgsarchäologie
Gianni Boschis wieder los; 42. Jenseits des Wassers im Zentrum des Grigna; 46.
Eine Zukunft fyr die Pfade des Toskanischen Archipels; 48. Die
50 Quando le Alpi Wiederentdeckung des geologischen Alpentourismus; 50. Als die
Alpen noch flacher waren; 52. Portfolio. Ski Past, Skier schreiben
erano più basse Geschichte; 60. CAI 150 1894-1803. Das 20. Jahrhundert kommt
und der CAI wird erwachsen; 64. Briefe; 66. Außereuropäische
Jacopo Pasotti News; 68. Neue Besteigungen; 70. Bücher über Berge; 74. CAI
News; 76. Carlo Alberto Mattio und dessen Frau Marina: in
52 Portfolio Erinnerung;77. Verzeichnis 2012
01. Editorial; 05. 360 News; 08. Les montagnes vues de l’espace;
Ski Past, la storia la raccontano 10. 1928, la traversée des Dolomites; 16. Si braves de sortir du
sentier; 18. Kurt Diemberger, 80 ans à haute altitude; 22. Adieu
gli sci Edlinger, prophète de la légèreté; 26. À la sommet du monde avec
le diabète; 30. Une morte à haute altitude qu’on pouvait éviter;
Alessandro de Bertolini 34. Chambre avec vue sur “la Madonnina”; 38. L’archéologie de
Le Isole Aleutine sono parte della cosiddetta “cintura di fuoco” Le Aleutine sono la diretta prosecuzione dell’omonima catena della linea di cambiamento di data; come
che circonda su tre lati l’Oceano Pacifico con ampi archi insula- montuosa dell’Alaska meridionale e si sviluppano per 2500 chi- spesso avviene le nubi sospinte dai venti
ri e grandi catene montuose. È una zona di fortissime tensioni lometri con un arco che si spinge fin quasi alle coste della peni- settentrionali si infrangono contro le iso-
tettoniche e dove si manifesta la massima attività sismica e vul- sola asiatica della Kamcatka,
ˇ delimitando il Mare di Bering. Le le disegnando eleganti volute. Il nome
canica; si calcola che il 90% dei terremoti, e quasi tutti quelli più isole sono in gran parte disabitate, con oltre la metà della popo- di questo remoto gruppo di isole fu dato
intensi, avvengano in corrispondenza del margine della placca lazione (poco più di 8000 abitanti in tutto) concentrati nell’iso- dall’esploratore russo Fyodor Petrovich
pacifica. Nelle Aleutine si trovano oltre settanta vulcani, una la di Unalaska. Nonostante la latitudine compresa fra i 51° e i Litke che nel 1827 fece scalo sull’omo-
trentina dei quali hanno avuto eruzioni in epoca storica. L’estre- 55° – la stessa delle Isole Britanniche – il clima è decisamente nima isola (non visibile nell’immagine)
ma attività vulcanica è anche testimoniata dalla nascita di nuove severo, non eccessivamente rigido ma umido e nebbioso (nelle trovandola infestata da ratti grigi, animali
isole; così nel 1796 e nel 1883 sono nate dal mare le isole Bogoslof isole esterne si contano fino a 358 giorni di copertura all’anno), giunti casualmente in seguito al naufragio
e Fire – entrambe situate a ovest di Unalaska – e non lontano con tempeste frequenti e forti venti settentrionali che limitano la di una nave giapponese nel 1780. I ratti, in
da lì si innalzarono nel 1906/1907 due nuovi vulcani, poco dopo crescita delle piante arboree a modeste formazioni di salici nani. assenza di predatori, si moltiplicarono in-
distrutti da un’eruzione esplosiva. La montagna più alta dell’ar- La foto in questa pagina riprende parte dell’arcipelago delle disturbati per più di due secoli, deciman-
cipelago è il vulcano Shishaldin (2869 m) nell’isola di Unimak. Isole Rat, situate in mezzo all’oceano immediatamente a ovest do le colonie di uccelli marini fino a che,
nel 2009, una campagna di eradicazione
ha liberato l’isola dalla loro invadente
presenza.
Nel 1965 l’arcipelago fu l’epicentro di uno
dei più forti terremoti mai registrati. Le
tre isole mostrano morfologie differenti.
Little Sitkin è composta da un unico stra-
tovulcano alto 1188 metri, generato dagli
accumuli di eruzioni successive, le ultime
note nel 1776, 1828, e nel 1900. Semisopochnoi significa in rus-
so “che ha sette colline”, ed è effettivamente formata da diversi
apparati vulcanici compenetrati e sovrapposti fra loro attorno a
una gigantesca caldera preesistente che contiene anche il Lago
Fenner. L’altezza massima è raggiunta a 1221 metri dal cono bi-
fido del Monte Anvil. Il Monte Cerberus è cresciuto invece con
tre coni all’interno della caldera ed ha prodotto l’ultima grande
eruzione, nel 1873. Priva di mammiferi terrestri indigeni e rima-
sta indenne dall’invasione dei ratti, Semisopochnoi è il luogo ide-
ale per la nidificazione degli uccelli marini; nel 1997 sono state
definitivamente rimosse le volpi artiche introdotte nell’Ottocen-
to, così che attualmente le colonie sono in forte ripresa e com-
prendono oltre un milione di nidi. Amchitka, la più meridionale
delle isole visibili, è molto diversa dalle altre, non presentando
apparati vulcanici visibili ed essendo quasi pianeggiante, benché alto 1288 metri e coronato da una caldera di due chilometri di
aspra e rocciosa. Abitata da gruppi di Aleuti – gli antichi abitanti diametro. Al centro dell’immagine si trova invece il vulcano Cle-
di queste isole, imparentati con gli Eschimesi – e poi da cacciato- veland, alto 1730 metri, con il caratteristico pennacchio di fumo
ri di pellicce russi, durante la Seconda guerra mondiale nell’isola e le colate di detriti sui fianchi che ne denotano l’attività. Si tratta
fu costruito un aeroporto e negli anni della Guerra Fredda è sta- infatti di uno dei vulcani più attivi delle Aleutine, con almeno
ta usata come sito per test nucleari sotterranei, l’ultimo dei quali 22 eruzioni principali negli ultimi due secoli e ben sei, di mino-
nel 1971; dal 1994 l’isola è nuovamente disabitata, ma è stata re entità, negli ultimi tre anni; anche recentemente sono state
oggetto di lavori di ripristino ambientale e periodicamente ne segnalate emissioni di nubi di cenere, insidiose per il traffico ae-
viene misurata la radioattività. reo, ed il vulcano è costantemente controllato. L’immagine qui
L’immagine in alto in questa pagina, in falsi colori, è stata ripre- sopra è stata ripresa il 23 marzo 2006 dalla Stazione Spaziale
sa 750 chilometri a nord est della precedente e riprende l’arcipe- Internazionale e mostra il vulcano Cleveland in piena attività; in
lago delle Quattro Montagne, così battezzato dai navigatori russi questo caso sono stati proprio gli astronauti i primi ad accorger-
perché vi spiccano quattro grandi vulcani; per gli Aleuti queste si dell’eruzione segnalandola tempestivamente all’Alaska Volca-
isole erano Uniigun
ˇ (“da dove nascono i venti”) e le considerava- no Observatory, istituto preposto al monitoraggio degli oltre 130
no sacre, ritenendole il luogo originario del loro popolo. vulcani del Pacifico nord orientale.
Anche qui le isole sembrano costituire una diga per le nuvole NASA Earth Observatory/United States Geological Survey e U.S./
sospinte dai venti settentrionali dominanti in queste regioni. A Japan ASTER Science Team – Jesse Allen, Robert Simmon e Steve J.
sinistra si nota la forma regolare dell’Isola Herbert, un vulcano Smith. NASA/JSC Gateway to Astronaut Photography of Earth
S
Le Cinque Torri salendo iamo all’inizio degli anni Venti e, dopo il
verso il Nuvolau tormento della Prima guerra mondiale, c’è
voglia di ritorno alla normalità. La monta-
gna non è più terreno di sanguinose battaglie, ma
ritorna a essere luogo di pace e di silenzi. L’attivi-
tà alpinistica riprende il suo cammino. A Gorizia
quattro giovani alpinisti formano “una cordata”
sicuramente tra le più forti di tutto il territorio
isontino e non solo. Nel giro di pochissimi anni
contribuiscono a scrivere parte della storia alpini-
stica delle Alpi Giulie tra ripetizioni di vie di ar-
rampicata, prime salite alpinistiche, prime scalate
invernali, prime ascensioni su vie di roccia. Non
mancano molte puntate verso l’area dolomitica a
tastare vie intuite e già percorse dai grandi dell’al-
pinismo di allora. Ma la loro attività non si ferma
solamente all’essenza dell’alpinismo. Durante la
stagione invernale si muovono con gli sci per non
rimanere lontani dalle loro amate vette. Compio-
no traversate dei gruppi montuosi delle Alpi Giu-
lie, molteplici gite tra le vette delle Dolomiti per
abbracciare un concetto ancora pionieristico di
scialpinismo. I loro nomi sono: Ugo Massi, Gino
Tornari, Luigi Gottardi e Italo Massi. Nell’inverno
del 1928 compiono la traversata completa con gli
sci delle Dolomiti da Ovest a Est. Partono dalla Val
Gardena in mezzo a una tormenta di neve e, in un
susseguirsi di giornate di buono e cattivo tempo
tra il Gruppo del Sella, la Val di Fassa, le Dolomiti
Ampezzane, giungono fino alle Dolomiti di Sesto
al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo. Roberto
Galdiolo, nipote di Italo Massi, ha recuperato il
diario e alcune foto dell’impresa, che vi proponia-
mo di seguito e che ancora oggi mantiene intatto il
fascino di un itinerario ripercorribile. Un tuffo in
un’altra epoca, in tutti i sensi.
L
eggo molto di montagna, e vado a sentire, lentamente, fino ad occupare tutta la giornata,
ogni volta che capita, Messner (ogni dieci con sonnellini e meditazioni alpinistico-metafi-
anni passa da Brescia, ho il suo autografo siche sulle regole del buon andare in montagna:
su un maxi calendario) e gli altri alpinisti che mai sedersi quando si è stanchi, mai mangiare
passano dalla mia alpinistica città. quando si ha fame, mai bere quando si ha sete,
Ho sempre ammirato in loro quelli che sanno mai! E allora mi siedo alla prima paizzola pa-
accettare le sconfitte e per questo ammiro Mau- noramica, prima di stancarmi, mi mangio il pa-
ro Corona che parla nei suoi racconti per lo più nino col lardo a metà mattina e bevo il vino del
dei suoi fallimenti alpinistici, con grande senso tetrapak, meglio di niente.
di ironia e con la sua migliore scrittura. Andando avanti sulla filosofia della rinuncia
Con sconfinato interesse traduco in immagini i sono arrivato a punte inarrivabili dai neofiti,
loro racconti, e li vedo, vicini alla vetta, il mal- rinunciando anche a partire la mattina stessa,
tempo, il cielo nero, nubi di piombo, il rischio, ancor prima di levarmi dal letto a ore anteluca-
la slavina, il saper rinunciare in nome di valori ne. Il motivo profondo era: meteo positivo, otti-
superiori rispetto all’arrivare in cima. ma giornata, zaino fatto, tutto pronto, percorso
Ho fatto di questa scelta un valore fondante e conosciuto, impegnativo ma fattibile. Quindi:
quasi sistematicamente, con piglio anacoreta, troppo comodo, io rinuncio. Ci vuole disciplina
rinuncio a qualsiasi vetta, fermandomi prima amici, ma sono arrivato alla fine del cammino di
di arrivare sulla sommità. Dapprima ho comin- perfezionamento del mio andare in montagna,
ciato a fermarmi al rifugio sottostante, a pochi per cui ho capito che per essere un vero alpi-
metri dalla bandiera o dal cippo che indica la nista devi sostanzialmente startene a casa tua.
vetta. Poi mi sono fermato a tre quarti della sali- Non metti a rischio la tua vita, quella dei tuoi
ta, dicendomi “be’ ormai è come se fossi arrivato, eventuali soccorritori, non inquini viaggiando,
tanto vale fermarsi qui, magari il tempo cambia, non rovini l’erba col calpestio, non favorisci
non rischiamo”. Col tempo ho preso anche a l’evasione fiscale (perché alle malghe non fanno
fermarmi al rifugio o alla malga che sta a metà lo scontrino), non disturbi i malghesi e i pastori
strada, basta che vendano il formaggio o altri che stanno lavorando, non invadi i territori del-
prodotti locali. La motivazione è che bisogna le popolazioni locali, non rubi posti macchina
interagire con l’economia e la cultura locale, e nei parcheggi, non contribuisci a produrre ri-
parlare coi malghesi e con i pastori, per carpirne fiuti nei rifugi. E soprattutto non devi affrontar
la saggezza. Per ora ho carpito solo formaggio, l’eterno dilemma messneriano che lui ci propina
pagando in contanti. Per la saggezza farò un bo- ogni volta nei suoi libri: se vai sul sentiero co-
nifico a parte, è un onere deducibile. nosciuto non sei un uomo di avventura sei solo
Poi ho preso anche a rinunciare alla vetta un’ora un turista vigliacco, ma se esci dal sentiero sei
dopo essere partito. La motivazione è stata che un incosciente temerario che gioca con la vita
non ero al top, e bisogna ascoltare il proprio cor- propria e degli altri.
po, le sensazioni che ci manda. E sono tornato L’unica, come dicevo, è starsene a casa.
Q
A fronte: una cordata uesta intervista prende lo spunto dall’ulti- esempio alla mia discesa dal Chogolisa, nel 1957.
sulla cresta di Peuterey mo libro di Kurt Diemberger, classe 1932, Come ho potuto, quella volta, scendere di lassù?
al Monte Bianco. Lo
che il 16 marzo compirà 81 anni. Un vo- Non lo capisco neanche adesso: è come se fossi sta-
scatto fotografico mostra
la dinamica delle forze
lume che si legge tutto d’un fiato e che può essere to guidato da una forza invisibile, la stessa che quel
contrapposte presenti in annoverato tra i lavori letterari più interessanti di 27 giugno aveva spinto su Buhl e me verso l’alto.
campo: quella di gravità, Kurt. Vero monumento dell’alpinismo moderno e Si tratta di questioni su cui, negli ultimi anni, ho
che spinge verso il basso, contemporaneo (tra le sue innumerevoli scalate fi- riflettuto a lungo. Ma ho indagato spesso anche sui
e il vento che sale verso la
gura la salita di sei “8000”, due dei quali in prima motivi che mi hanno spinto a osare, a spingermi
cima. Sotto: la copertina
dell’ultimo libro di Kurt
ascensione assoluta), protagonista di primo piano oltre».
Diemberger, Il Settimo e attento osservatore dell’evoluzione dell’himalay- Due sensazioni che tu, nel libro, hai chiamato
senso (Alpine Studio) smo dal dopoguerra a oggi, nelle 337 pagine di sesto e settimo senso…
Settimo Senso (ed. Alpine Studio, 21 euro) Diem- «Sì: il sesto senso è una specie di premonizione
berger ha deciso di coinvolgere i lettori in una serie che ti mette in guardia, che ti dice: attenzione, sei
di riflessioni sugli eventi più misteriosi della sua sul filo del rasoio, torna indietro; oppure: non az-
lunga carriera sulle grandi montagne del mondo. zardare oltre, non è il momento, meglio che tu sia
Fatti apparentemente inspiegabili, di cui si è la- prudente. Una sensazione del genere l’ho provata
sciato scappare qualcosa solo con amici e famiglia- nel 1986, quando sono arrivato con Julie Tullis
ri, ma mai in pubblico, per lo meno mai in maniera poco sotto la vetta del K2. Nell’aria c’erano ombre
esplicita. e curiose onde di luce. Una cosa stranissima. Forse
«Perché ho scritto questo libro? Nella mia vita ci era un monito, l’avvertimento di tornare sui nostri
sono state delle situazioni in cui, non so esatta- passi. Dall’altra parte, dentro di noi, sentivamo una
mente come, sono riuscito a sopravvivere. Penso ad forte spinta a salire, volevamo andare in cima. E
questo è ciò che io chiamo settimo senso. La scel-
ta, spesso, si fa tra queste due opzioni. Ma bisogna
ricordarsi che al timone della tua vita ci sei sempre
e solo tu. Sei tu che scegli la direzione da prendere.
E devi saper distinguere tra settimo senso e false
sensazioni».
Ma sono cose che non capitano solo in
montagna…
«È vero, ma lassù sono determinanti, ne va della
tua vita. Come è importante, quando vai in mon-
tagna, riuscire a capire, ascoltandosi, se quel deter-
minato compagno è la persona giusta per la scalata.
Magari è uno simpatico, con cui riesci a condivide-
re dei momenti di allegria, ma non è detto che sia il
compagno di cordata giusto per un’ascensione dif-
ficile e rischiosa. Capirlo al volo è fondamentale».
Alla luce di quello che dici, la tua carriera alpi-
Kurt Diemberger
nistica assume una luce diversa: è come se per
tutti questi anni ti fossi affidato più ai sensi e
all’istinto che alla ragione…
«In questo libro ho cercato di andare il più in fondo
S
e un uomo cade e s’ammazza giù dalle sca- immancabilmente alle difficoltà. Ciò che gli
In quell’intensa le di casa, l’evento non fa notizia. C’è chi altri considerano impraticabile, diventa il suo
stagione in cui emerse parteciperà commosso e chi giustificherà terreno d’elezione per vivere e affermarsi.
di botto tutta una il suo cinismo supponendo che fosse ubriaco, In quel gioco che coinvolgeva sia il corpo che lo
classe di arrampicatori assonnato, o solo troppo sfortunato per vivere. spirito, non risparmiandosi né nell’allenamen-
completamente inedita, Se però a cadere è l’immagine della nostra lon- to fisico, né nella pratica del coraggio, Patrick
a Patrick Edlinger fu tana gioventù, se precipita in casa l’invidiato Edlinger e il suo omonimo e coetaneo Berhault
chiesto di diventare profeta della leggerezza, è morto qualcosa di furono maestri di tutti i modi d’arrampicare.
un divo e lui ci riuscì noi, di quando eravamo belli e ingenui e vive- Prima cambiarono le frontiere e le fantasie del
perfettamente. Grazie vamo la meraviglia di tenere il destino sulla possibile nella testa degli arrampicatori che,
alla regia di Jean Paul punta delle dita. stupefatti, li osservavano. Poi presentarono, a
Jansen, trovò milioni Patrick Edlinger era per carattere un genio chi dell’arrampicata niente sapeva, una serie
di spettatori col selvatico, ribelle, che già molto giovane non di immagini, di spettacoli affascinanti per gra-
fiato sospeso che lo sopportava orari, obblighi e prospettive della zia, atletismo, senso della libertà, intuizione
guardavano balzar fuori società normale. La sua natura lo portava non artistica.
dalle gole del Verdon alla lotta, ma semmai alla fuga dagli altri e la Con loro lo spirito mediterraneo, che aveva già
senza corda, a piedi nudi, sfida con se stesso. Sott’acqua, nelle grotte e fi- contagiato l’alpinismo classico con personaggi
e lì sospendere “La vita nalmente in parete. quali Comici e Livanos, entrò quasi in conflitto
sulla punta delle dita”. Chi cerca di allontanarsi dal gregge si affeziona coi gesti rigidi delle fredde montagne e li sotto-
mise al ruolo di comprimari.
Lo stile “californiano”, esplorativo e psichedeli-
co, fece posto all’irruente gentilezza dell’appi-
glio alla provenzale. Agili e allenati, immediati
nel riconoscere la forma da assumere per supe-
rare il passaggio, geniali nel confondere l’alto
col basso, il gancio con l’appoggio, i due Patrick
non potevano scorgere che in sé stessi i limiti
che l’arrampicata poteva ancora superare.
Quando, in due settimane alla fine degli anni
Settanta, i due, legati in cordata, fan saltare il
con il diabete
In basso: Marco Peruffo
stante una malattia come il diabete. Tutto que- con la roccia avvenne in un’estate a metà degli
con sullo sfondo il sto è Marco Peruffo, vicentino, 43 anni appena anni ’80: ero stato rimandato a settembre in la-
Cervino. compiuti, il primo diabetico in Italia e secondo tino e greco al liceo, quindi di vacanze neanche
Foto Marco Peruffo al mondo a scalare un ottomila dieci anni fa, a parlarne. E allora cominciai a frequentare la
essendo arrivato sulla cima del Cho Oyu (8.201
m), una delle vette più alte dell’Himalaya sen- «Bisogna diventare professionisti
za l’ausilio di ossigeno e portatori d’alta quota. di se stessi, dato che l’equilibrio
Marco è una persona semplice e aperta, a suo della glicemia fa la differenza»
parere la vittoria più bella non è stata arrivare
«Bisogna conoscere sul tetto del mondo, ma essere riuscito a portare "Gogna", una piccola ma preziosa palestra di
profondamente la avanti con continuità e impegno la passione che roccia calcarea a Vicenza. Dopo un paio d’anni
malattia, essere ha avuto sin da bambino, l’alpinismo, nonostan- il salto di qualità lo compii legandomi alla corda
consapevoli dei rischi te gli ostacoli che una malattia come il diabete dell’amico e mentore Giampaolo Casarotto, un
e dei propri limiti. Il gli ha frapposto davanti. sodalizio che resiste ancora oggi corroborato da
bravo alpinista con molte stagioni alpinistiche trascorse insieme».
diabete non è quello Marco, quando hai cominciato a praticare Quali difficoltà e quali pregiudizi, anche
che raggiunge gli 8000, l’alpinismo e da cosa è nata la passione? da parte dei medici, hai dovuto affrontare
ma quello che contiene «Grazie a mio padre, appassionato e valente all’inizio e da chi ti sei fatto aiutare?
e controlla queste alpinista, in famiglia si è sempre respirata una «Essere un alpinista con diabete in Italia è una
variabili del diabete in romantica aria di montagna, la cui assidua fre- minore sfortuna, dato che la Diabetologia oggi
ogni frangente». quentazione non si è interrotta con l’esordio del è una realtà medica e scientifica all’avanguardia
non solo nel nostro Paese, ben organizzata an-
che su tematiche specifiche come la gestione del
diabete nello sport. Devo la mia esperienza, ol-
tre che a me stesso e ai miei amici e parenti, alla
sinergica collaborazione con alcuni medici dia-
betologi appassionati, in grado di pianificare la
gestione del diabete in pazienti che pretendono
più del normale da loro stessi. Oggi molti giova-
ni alpinisti con diabete stanno crescendo, in tut-
te le discipline. Programmare una gita in mon-
tagna cercando di azzerare il gap delle variabili
metaboliche (ovvero un livello di zucchero nel
sangue troppo alto o troppo basso, da correggere
eventualmente con iniezioni di insulina o assun-
zione di cibi zuccherati a seconda delle situazio-
ni contingenti) comunque non è mai semplice,
riuscire poi ad annullare ogni differenza di per-
formance con gli “altri” è un risultato ancora più
complicato da raggiungere. Bisogna conoscere
profondamente la malattia, essere consapevoli
Marco Peruffo è stato il primo alpinista diabetico
italiano a scalare un ottomila. Sono l’impegno, il
In pratica
sacrificio e la costante collaborazione dei medici, ma
soprattutto il legame e l’amicizia con i compagni, L’Associazione Sportiva A.D.I.Q., di cui Marco
Peruffo è presidente, ha l’obiettivo di coniu-
tari tra loro: una sportiva ed una più sociale.
Organizza pertanto progetti alpinistici e di
quest’ultimo ambito ogni anno si preparano
due campus sportivi: lo Snowdiab in inverno,
a consentire a chi ha questa malattia di praticare gare alpinismo, vita in montagna e diabete. osservazione medica in alta quota da una dove si insegna a “ciaspolare” e a “surfare”
È costituita da un gruppo di una quindicina parte, curandone la diffusione mediante la con lo snowboard, e il Diabtrek a fine estate,
l’alpinismo e lo sport in generale. di persone con diabete di tipo 1 amanti della realizzazione di filmati/serate ed incontri campus itinerante per rifugi con trekking e
Anche senza arrivare a 8000 metri montagna e nel 2012 ha festeggiato 10 anni
di attività. L’Associazione possiede due ani-
e, dall’altra, realizza attività sociali di pro-
mozione della Montagna e dello sport più
qualche via ferrata. L’Associazione A.D.I.Q. è
su internet al sito www.adiq.org e su Facebo-
di Lorenzo Arduini me al suo interno, diverse ma complemen- in generale rivolte a persone con diabete. In ok alla pagina www.facebook.com/ADIQ.
La storia
Nell’aprile del 2011 il trekking aveva portato Vi-
cky, dopo una lunga giornata di faticose salite e
discese, da Namche Bazar (3450 m) a Dole (4040
m). Nonostante fosse debole e sfinita, in altre pa-
role presentasse evidenti campanelli d’allarme
per chi conosce i subdoli effetti dell’alta quota su
un fisico non ancora acclimatato, il giorno suc-
cessivo Vicky continuò per Machhermo (4400
m), accusando due episodi di “collasso” appena
arrivata al lodge.
Benché il suo stato si fosse aggravato, dopo il
sulla Madonnina
lettori di Meridiani Montagne
di Roberto Serafin
I
A fronte: il rifugio l rifugio più votato nel sondaggio “Il rifugio esteri convenuti a Milano per il 14° Congresso
Brioschi. del cuore” promosso da Meridiani Monta- nazionale del Club alpino tenutosi in occasio-
Foto Mauro Lanfranchi
gne e patrocinato dal Club Alpino Italiano ne dell’Esposizione internazionale di quell’an-
(dal calendario
Meridiani Montagne 2013).
è il lombardo Luigi Brioschi. Molteplici sono no, nella quale il CAI Milano aveva eretto un
Sotto: il rifugio dall’alto. stati i parametri di valutazione: dall’importanza proprio padiglione di propaganda”. La crona-
Foto archivio C. M. Pensa delle montagne circostanti, al pregio dell’edifi- ca, puntuale, è di Luigi Lucioni che del rifugio
cio, alla qualità della gestione fino alle emozioni venne nel dopoguerra nominato ispettore, una
personali. L’iniziativa ha registrato un grande carica che mantenne per tutta la vita e che tra-
successo testimoniato dagli oltre 3500 voti per- smise al figlio Carlo, che del sodalizio meneghi-
venuti. Posto in posizione panoramica pochi no è stato anche presidente. Luigi se ne curò per
metri sotto la vetta della Grigna Settentrionale tutta la vita e in particolare nei momenti bui del
il rifugio più amato dagli italiani è di proprietà secondo dopoguerra, dopo che lassù salirono le
della Sezione di Milano del CAI. È stato inau- camicie nere e in men che non si dica diedero
Fu il primo rifugio del gurato il 10 ottobre 1895. Fu il primo rifugio del fuoco a quel possibile covo di partigiani rispar-
CAI di Milano e uno CAI di Milano e uno dei primi costruiti in asso- miato dai nazisti della Wehrmacht.
dei primi costruiti in luto. E forse uno dei più spettacolari. “Per capire che cosa ha rappresentato questo ri-
assoluto. E forse uno Non appena si placa una delle frequenti bufere fugio per generazioni di alpinisti”, dice Lucioni
dei più spettacolari. che lassù si scatenano d’estate, Milano risplende jr che in queste pagine di Montagne360 manife-
Non appena si placa nell’aria cristallina della notte con la Madon- sta il suo apprezzamento per il riconoscimento
una delle frequenti nina e le sue mille luci. E c’è chi giura di riu- di Meridiani Montagne, “vale la pena di leggere
bufere che lassù si le parole della targa murata sulla facciata della
scatenano d’estate,
Di giorno, come dall’oblò di uno Capanna. Le dettò Giovanni Bertacchi, roman-
Milano risplende shuttle, la Lombardia si distende a tico poeta della montagna. Vi si parla di visioni
nell’aria cristallina perdita d’occhio dal lungo ballatoio superbe di Patria Bellezza. Proprio così, con le
della notte con la maiuscole. Ed è difficile trovare parole altret-
Madonnina e le sue scire a distinguere a occhio nudo l’onda verde tanto significative. Quella targa venne posta nel
mille luci. E c’è chi giura dei semafori di viale Fulvio Testi e lo scorrere 1948, quando la capanna rinacque dalle ceneri
di riuscire a distinguere incessante del traffico cittadino. Sospesa nel del fascismo, più bella e più grande di prima. Fu
a occhio nudo l’onda cielo a 2410 metri, la capanna offre al visitatore battezzata nel 1926 con il nome di Luigi Brio-
verde dei semafori di visioni incantevoli. Ma il meglio lo dà senz’altro schi, munifico filantropo milanese. All’epoca il
viale Fulvio Testi e lo nel cuore della notte per certi buongustai decisi commendator Brioschi volle essere presente,
scorrere incessante caparbiamente a raggiungerla approfittando del quasi ottantenne, dopo essere salito lassù in
del traffico cittadino. plenilunio che marca i sentieri cosparsi di pie- sella a un mulo. Le foto che documentano quel
Sospesa nel cielo a trisco calcareo rendendoli fosforescenti. momento solenne le scattò mio padre. Brioschi
2410 metri, la capanna Di giorno, come dall’oblò di uno shuttle, la Lom-
offre al visitatore bardia si distende a perdita d’occhio dal lungo
visioni incantevoli. Ma il ballatoio orlato di pannelli fotovoltaici.
meglio lo dà senz’altro A occidente, controluce al tramonto, si staglia
nel cuore della notte l’inconfondibile triangolo del Monviso. Dirim-
per certi buongustai petto, oltre i monti della Valsassina e la pira-
decisi caparbiamente mide austera del Legnone, fanno capolino le
a raggiungerla Alpi Retiche con la mole del Disgrazia prean-
approfittando del nunciata dagli eleganti Corni Bruciati, dal Sas-
plenilunio che so Manduino, dalla pala del Badile. Il Brioschi
marca i sentieri resiste impavido lassù dal 1895, anno in cui
cosparsi di pietrisco venne inaugurato. La cerimonia, ricordano gli
calcareo rendendoli storici, avvenne in una giornata radiosa “con
fosforescenti. il concorso di alpinisti di tutta Italia e anche
in giacca, cravatta e panciotto, con un enorme “fortemente volitiva e realizzatrice”. La sua fama
stemma del CAI appuntato al bavero, pronun- rimase legata alla storia delle truppe alpine per Per approfondire
ciò un discorso molto ispirato ripercorrendo le le quali realizzò una tuta mimetica al posto del-
tappe non certo facili che avevano portato alla la vistosa, inadeguata divisa che indossavano. Salire lassù e sentirsi a casa
ricostruzione della struttura. Che in verità i soci Inarrestabile, Brioschi portò poi al Club alpino Carlo Lucioni, già presidente del sodalizio
non vissero come un problema davvero impel- una ventata di idee per “indurre all’alpinismo milanese, ha ereditato dal padre Luigi il ruolo
lente in un’Italia rurale uscita malconcia dalla anche chi non dispone di largo tempo e combat- di ispettore
Grande guerra”. tere col sano esercizio delle gite alpine festive il
deperimento fisico dovuto alla troppo intensa Quando ho appreso che il Brioschi era ri-
Gli alpinisti di rango considerano e continuata vita della città”. Più o meno i con- sultato il rifugio più votato nel sondaggio
la salita in Brioschi propedeutica cetti già espressi alle origini dell’associazione da “Il Rifugio del cuore” promosso dalla rivi-
alle scalate himalayane Quintino Sella, ma con un’idea nuova: un pre- sta Meridiani Montagne ho provato gioia
mio di 500 lire messo a disposizione dalla Sede e orgoglio. Avevo otto anni quando sono
Per rifare la Brioschi in vetta al Grignone, so- centrale per la sezione che riesce a mandare il salito per la prima volta sul “Grignone” e il
stituendola nel 1926 alla precedente costruita maggior numero di persone in montagna. Vinse Brioschi era appena stato ricostruito dopo
nella prima versione sotto la cresta della Pian- per la cronaca la Sezione Monviso con 1172 gi- la distruzione operata nel 1944 dai nazifa-
caformia sul versante di Esino Lario a 2000 me- tanti, seconda risultò la Sezione di Como che in scisti. L’emozione fu intensa, era la prima
tri, ci volle in effetti la provata testardaggine dei un anno dimostrò di averne portato sui monti volta che mi trovavo nel punto più alto di
soci di via Silvio Pellico. Anche se non tutti con- 824. una montagna; la giornata era luminosa,
cordi. La sottoscrizione arrivò faticosamente a Non sapeva ancora il commendator Brioschi lo sguardo ora osservava i particolari delle
500 risicate lirette, una miseria. A far quadrare che la sua capanna sarebbe stata un’irresistibile Non appena si placa valli e delle cime lontane, ora errava senza
i conti fu proprio Brioschi con un assegno di al- calamita per generazioni di cittadini, una delle una delle frequenti meta nel paesaggio lasciando che gli occhi
trettanto valore. Socio fin dal 1875 della sezione, mete più ambite per gli escursionisti della do- bufere che lassù si si saziassero dei colori e i pensieri vagas- anche più volte. Poi, passato il primo moto della fatica. Ad altri il compito di ricordare
dal 1905 al 1907 ne era stato presidente rivelan- menica. “Ma anche per gli alpinisti di rango”, scatenano d’estate, sero liberamente. Ricordo che fu amore a di orgoglio, mi è apparso chiaro che nella gli avvenimenti e le persone che hanno fat-
dosi munifico anche in altre occasioni. E un tipo precisa Lucioni, “che considerano la salita in Milano risplende prima vista: ebbi la percezione, dapprima lunga storia del Brioschi sono stato, e sono, to la sua lunga storia. Al Brioschi mi sento a
decisamente tosto doveva esserlo quell’anziano Brioschi propedeutica alle scalate himalayane. nell’aria cristallina inconscia, poi col tempo sempre più ra- solamente un anello di una lunga catena, casa, qui io ho portato i miei figli, qui sono
signore con i baffi che, come alpinista, aveva Specialmente se effettuata in inverno lungo la della notte con la zionale, che il Brioschi “era casa”, un luogo iniziata più di cento anni fa, e ho pensato salito con amici e gruppi scout (la Cappelli-
addirittura osato sfidare il grande Mummery via dei Comolli che s’impenna a un certo punto Madonnina e le sue dove si stava bene, dove veniva spontaneo che dobbiamo prima di tutto essere grati, na ricorda alcuni di loro) anche in notturna
ingaggiando una gara nel 1875 a chi saliva per come una parete per sbucare sul crestone su cui mille luci. E c’è chi giura mettersi in sintonia con gli altri, dove la vita anche per questo riconoscimento, a coloro e d’inverno, qui ho incontrato persone di
primo in punta al Cervino, compiendo la pri- è piazzato il rifugio con il suo ricovero invernale”. di riuscire a distinguere scorreva quasi fuori dal tempo, le cose im- che il Brioschi hanno pensato, quando an- valore, gente semplice di grande generosi-
ma traversata del Monte Bianco senza guida da “Grignone e Brioschi si identificano nel cuore a occhio nudo l’onda portanti apparivano nel loro vero senso e la cora non esisteva, lo hanno costruito e ri- tà e gente di cultura e spiritualità profonda,
Courmayeur a Chamonix e superando l’immane dei milanesi, vetta e rifugio sono una sola cosa, verde dei semafori di mente era finalmente libera. costruito (come mio padre Luigi, ispettore che cercavano se stessi nella grandezza
e inviolata parete della Nordend dal versante di una montagna di casa”, annota ancora il socio viale Fulvio Testi e lo Come ispettore, per conto della Sezione negli anni Quaranta) ampliandolo più volte, della vetta. Sentimenti, questi, che credo
Macugnaga. benemerito Lorenzo Revojera in “Milano e le scorrere incessante di Milano del CAI proprietaria del Brio- e ai molti gestori che si sono susseguiti, comuni ai molti che oggi lo frequentano e
Particolare interessante. Quando annunciò la sue montagne”. Non mancò di salirvi negli anni del traffico cittadino. schi, sentivo di avere dato un contributo gente tecnicamente preparata e umana- sono all’origine delle numerose segnalazio-
sua benefica decisione, Brioschi si trovava in in cui guidava l’arcivescovado il compianto car- Sospesa nel cielo a a che il Brioschi fosse “casa”non solo per mente disponibile, sempre un po’ speciale, ni che il Brioschi ha ricevuto nel concorso
Messico per affari. Ma non fu solo al risorto rifu- dinale Carlo Maria Martini che volle dire mes- 2410 metri, la capanna me ma anche per i moltissimi che lo han- che con passione e tenacia, senza mai mol- “Rifugio del cuore”.
gio che dedicò denaro e energie questo milanese sa nella graziosa chiesetta in vetro e alluminio offre al visitatore visioni no frequentato, anche solo per una volta, lare, lo hanno reso accogliente e conserva- Carlo Lucioni
dal “vivacissimo temperamento” e dalla natura annessa al rifugio: una struttura in miniatura incantevoli. e per i tanti che ci ritornano tutti gli anni, to pur in situazioni difficili, spesso al limite Ispettore rifugio Brioschi
Riparo Gaban (Trento): corso del nostro reportage sulle Ande per Monta- «Innanzitutto l’organizzazione del prossimo
forme vascolari del gne360. Segretario della commissione è la Prof. meeting della commissione stessa, sempre su
Neolitico antico. Federica Fontana (Università di Ferrara). cadenza annuale, che il prossimo anno si terrà
Foto Paolo Chisté
(Laboratorio “B.
L’UISPP è nata a Berna nel 1931 per riunire tutti in Svizzera. Nel 2014 sarà la volta della confe-
Bagolini”, Dipartimento gli studiosi delle scienze archeologiche interessa- renza mondiale dell’UISPP, a Burgos in Spagna.
di Lettere e Filosofia, ti alla preistoria e protostoria per approfondire Inoltre ci proponiamo di organizzare altri eventi
Università degli Studi di i meccanismi di adattamento e le dinamiche di scientifici a cadenza periodica, come il seminario
Trento) comportamento che regolano le società umane. quello appena tenutosi a Trento (“Analisi Tecno-
Le sfide della Commissione HOME sono mol- Funzionale dei manufatti litici preistorici. Teoria,
teplici e per approfondirle abbiamo raggiunto il metodologia, tecniche sperimentali”, dal 27 al 29
prof. Stefano Grimaldi, che si occupa di società agosto 2012)».
preistoriche di cacciatori raccoglitori con scavi in
corso nel sito di Ribeira Ponte da Pedra in Por- L’UISPP riunisce gli studiosi delle
togallo centrale (Paleolitico inferiore e medio) e scienze archeologiche interessati
presso il Riparo Mochi ai Balzi Rossi (Ventimi- a preistoria e protostoria
glia) dove è presente il passaggio Neanderthal
– Sapiens e che recentemente è stato datato dal Cosa è cambiato nello studio dell’archeologia
Laboratorio di Oxford come il più antico di Italia di montagna negli ultimi anni?Qual è lo stato
per quanto riguarda la prima presenza di manu- della disciplina in Italia?
fatti del Paleolitico superiore. «Sono questioni molto legate tra loro e si rifan-
L’archeologia è come no a un preambolo importante. L’archeologia di
la medicina: si divide in Quali le attività della Commissione UISPP? montagna formalmente non esiste come disci-
comunità scientifiche «La commissione nel suo Statuto si propone plina a sé in Italia e nel mondo. L’archeologia è
che non sempre di affrontare studi archeologici, antropologi- come la medicina: si divide in comunità scienti-
L’
archeologia di montagna è una disci- La sede è stata quella dell’Università degli Studi Il Riparo Gaban (Trento) comunicano tra di ci e ambientali, correlati alle attività umane in fiche che non sempre comunicano tra di loro. La
presenta una sequenza loro. La distinzione è distinzione è temporale: preistorici (a loro volta
plina giovane, ma i primi passi ufficiali di Trento, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, montagna senza alcuna restrizione cronologica
stratigrafica che parte
per un organismo competente di riferi- dove il professor Stefano Grimaldi, ricercatore temporale: preistorici o geografica. Ogni approccio o risultato che na- suddivisi in antichi e recenti), protostorici, clas-
dal Mesolitico antico
mento si stanno muovendo proprio in Italia, dove in Antropologia nella stessa dal 2005, ha accol- e arriva fino al Bronzo (a loro volta suddivisi sce grazie allo sforzo dei suoi membri o al lavoro sicisti, medievalisti, contemporanei (archeologia
lo scorso 30 agosto si è riunita la commissione to i membri della Commissione giunti da tutto il medio. Particolare delle in antichi e recenti), di altri individui o gruppi correlati a questi studi industriale, storia recente, ecc.). Le diverse co-
preposta dell’Union Internationale des Sciences mondo per il rinnovo delle cariche. Per il secon- operazioni di rilevo di protostorici, classicisti, sarà preso in esame. Altra attività rilevante è la munità hanno terminologie, carriere professio-
una sezione nel settore medievalisti, nali, metodologie distinte. Tutti possono essere
Préhistoriques et Protohistoriques denominata do mandato consecutivo il Prof. Grimaldi è sta- comunicazione delle conoscenze che ne risultano
III. Foto di Fabio Cavulli
Human Occupations in Mountain Environments to eletto Presidente della Commissione, mentre contemporanei alla comunità scientifica su scala globale». interessati ad ambienti montani (basti pensare
(Laboratorio “B. Bagolini”,
(HOME), dedicata allo studio delle strategie prei- vicepresidente è stata eletta la Professoressa ar- Dipartimento di Lettere e (archeologia Quali sono i principali obiettivi che la nuova all’archeologia molto di moda oggi anche e so-
storiche e protostoriche di mobilità e insediamento gentina Maria Estela Mansur (CADIC di Ushua- Filosofia, Università degli industriale, storia commissione si pone per i prossimi anni? prattutto in Trentino, ovvero l’archeologia della
in ambienti montani. ia) che abbiamo intervistato lo scorso anno nel Studi di Trento) recente, ecc.).
Change XV.2
che oggetti da museo. Se dovessi sbilanciarmi ci- mesolitico del Colbricon a 2000 metri di altitudine Bagolini”, Dipartimento
terei il Trentino (con i siti di riferimento europeo per i primi due? È solo una differenza chilometrica di Lettere e Filosofia,
Occhiale Approvato
per il Mesolitico alpino), Isernia (con uno dei siti in linea d’aria o interessa anche il rapporto con il Università degli Studi di dal Club Alpino Italiano
Trento)
più antichi di Italia e d’Europa, ovvero Isernia La territorio circostante (rete idrografica, difficoltà di
Pineta) e la Val Camonica con i numerosi graffiti accesso)? Sono problemi ancora poco sviluppati
protostorici realizzati su roccia. dalla ricerca e li affronteremo quanto prima».
Per approfondire
La nuova Commissione UISPP, cherche, CNRS - UMR 5608 TRACES Paleobiologia, Preistoria e Antropolo-
Prehistoric settlement and * Stefano Grimaldi (Italia) Laboratorio di gia, Università di Ferrara
mobility strategies in mountain Preistoria “B. Bagolini”, * Sveinung Bang-Anderson (Norvegia)
environments * Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Museum of Archaeology, University of
Culturali, Università degli Studi di Tren- Stavanger
* Maria Estela Mansur (Argentina) Labo- to * Ignacio Clemente Conte (Spagna) In-
ratorio de Antropología, Centro Austral * Annaluisa Pedrotti (Italia) Laboratorio stitució Milà i Fontanals-CSIC
Aggiuntivo VISTA
de Investigaciones Científicas-CADIC di Preistoria “B. Bagolini”, Dipartimento * Philippe Della Casa (Svizzera) Universi-
Lenti Z-VARIO
* Walter Leitner (Austria) Institut für Ar- di Filosofia, Storia e Beni Culturali, Uni- tät Zürich, abt. Ur- und Frühgeschichte Per chi ama lo sport e la vita outdoor, fotocromatiche:
chäologien, Universität Innsbruck versità degli Studi di Trento * Pierre Crotti (Svizzera) Musée cantonal finalmente una risposta completa si adattano alle diverse
condizioni di luce
* Thomas Perrin (Francia) Université de * Federica Fontana (Italia) Dipartimento d’archéologie et d’histoire, Palais de Change XV.2 racchiude l’intercambiabilità di particolari lenti che lo rendono adatto
Toulouse 2 Le Mirail, Maison de la Re- di Biologia ed Evoluzione-Sezione di Rumine a qualsiasi condizione di luce, la regolabilità del nasello e l’aggiuntivo vista per chi
non vuole o non può indossare le lenti a contatto.
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ideali in condizioni
40 / Montagne360 / Gennaio 2013 di luce intensa
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Oltre l’acqua
al centro della Grigna
In esplorazione oltre il sifone terminale dell’abisso
W Le Donne, nel massiccio delle Grigne in Lombardia.
L’immersione è avvenuta alla profondità di -1155 metri. La
successiva progressione in ambiente non allagato continua
di Andrea Maconi, Davide Corengia e Maurizio Calise (Gruppo Grotte Milano,
CAI-SEM), Antonio Premazzi e Luana Aimar (Speleo Club, CAI Erba) per Progetto
InGrigna!
A fronte: le grotte Massiccio delle Grigne. principale della grotta. Quello stesso anno, disce-
della Grigna hanno Appunti sulla storia esplorativa se una successione di imponenti verticali (pozzi
uno sviluppo Il massiccio delle Grigne è situato sulla sponda profondi 120, 80, 110 e ancora 80 metri) interval-
prevalentemente
orientale del lago di Como e geologicamente è late da pozzetti più modesti, viene raggiunto un
verticale e sono
caratterizzate da pozzi costituito da tre scaglie accavallate l’una sull’al- grande salone denominato Utopia, da cui si di-
spesso anche molto tra: il Grignone (o Grigna settentrionale), la cima partono tre importanti vie. La prima, però, chiu-
profondi. più elevata con una quota di 2415 metri, la Gri- de a non grande profondità. È nel 1988 che l’at-
Foto Andrea Ferrario. gnetta e il Coltignone. Tutte e tre le scaglie sono tenzione degli speleologi si sposta sulle altre due
Sotto: Grignone,
carsiche ma, per ragioni strutturali, sul Grignone vie che si dipartono da Utopia. Alcuni ambienti
Releccio. In questa
zona, caratterizzata il carsismo ha un’intensità e uno sviluppo tali che modesti vengono sondati solo nella parte iniziale,
da paretine verticali e non può nemmeno essere paragonato alle altre mentre il Grande Meandro di Unga Balunga, con-
canaloni incassati, a due scaglie. L’ingresso dell’abisso W le Donne si siderato la via principale dell’abisso e caratterizzato
partire dal 2002 sono trova sul Grignone, poche decine di metri sot- da imponenti verticali (Pozzi di 114 e 112 metri),
state scoperte decine
to la cresta di Piancaformia (ossia la cresta che viene esplorato fino a -600 metri di profondità.
di nuove grotte. Proprio
per portare avanti la loro conduce alla vetta del Grignone) a una quota di Successivamente, il Grande Meandro di Unga Ba-
esplorazione è nato il 2170 metri. L’ingresso è noto da sempre perché lunga ferma gli speleologi con una frana massiccia
Progetto InGrigna!. si apre, ampio e ben visibile, lungo il sentiero che a -815 m. Ambienti precedentemente trascurati ri-
Foto Davide Corengia costeggia la cresta di Piancaformia e che conduce servano grosse sorprese. In quel 1989 si esplora fino
alla vetta. Nei primi anni Ottanta viene esplora- a -920 metri, dove viene allestito il Campo Base. Da
to fino alla profondità di -70 metri fino ad una qui si dipartono due vie principali. In una sola pun-
strettoia insuperabile, ma è soltanto nel 1987 che ta, quello stesso autunno, viene esaurita l’esplora-
viene forzato pesantemente un ostico e ventilatis- zione di Belfangor (in “omaggio” al fondo fangoso),
simo meandro a -30 metri e si scopre così la via dove vengono finalmente raggiunti i -1000 metri.
L’esplorazione si arresta di fronte alle tremende
difficoltà di esplorazione, con luoghi estrema-
mente fangosi. Nell’inverno dello stesso anno
viene esplorata la seconda via, il Ramo del Cobra,
che presenta un passaggio semiallagato a -1070
metri (Puciowsky) e si spinge fino a -1170 metri.
Nello stesso inverno viene effettuata una colora-
zione nel torrente di W le Donne a -920 metri ed
il colorante… esce alla grotta/risorgente di Fiume
Latte. Ossia 925 metri più in basso e ad una di-
stanza in linea d’aria di 8,5 km! Successivamente,
le esplorazioni diventano sporadiche. Nel 1997
vengono esplorati, superando un passaggio semi-
allagato, gallerie in prossimità del fondo. Uno
dei rami termina su sifone (quello che supererà
Davide Corengia) alla profondità di -1150 metri.
Per approfondire
Nuovi esploratori. A Borgo Sardegna, dove i capitoli sono scritti da mol- Forse, decisiva, è l’ancestrale pulsione verso
Celano (San Marco in Lamis, te realtà in tempi diversi. C’è chi ricompone ciò che non è conosciuto. E lo speleologo vive
FG) si sono incontrati sulla carta i pezzi delle storiche esplorazioni anche una mitica condanna. Non può rag-
i protagonisti delle al Corchia. Chi trova nuovi percorsi nell’in- giungere nulla di tangibile. Le montagne han-
esplorazioni speleologiche in terno di Monte Cucco. Altri si spingono oltre no la vetta, come termine. Nel vuoto interno
Italia Massimo (Max) Goldoni l’acqua che chiudeva le esplorazioni, come al ci sono infiniti punti di arrivo, infiniti luoghi
Sifone Smeraldo di Bueno Fonteno in Lom- da superare, storie che ripartono, generazio-
Il racconto di un’esplorazione crea sempre bardia, o la fondo dell’abisso Bifurto in Cala- ne dopo generazione. Cambiano materiali,
interesse ed emozione. Il 2 e il 3 novembre bria. oppure si immergono in risorgenze quali occhi, metodi e forme di organizzazione. E
2012, a Borgo Celano (FG) durante l’incontro Su Gologone, ancora in Sardegna. Speleo- cambia la visione delle grotte. Cambiano
internazionale di speleologia Spelaion 2012 sub vanno profondi e lontano poi accettano il profondità, sviluppo, cambia la percezione
si è avuto un confronto tra molti degli esplo- limite, il loro limite. Le esplorazioni speleolo- delle grotte stesse. È bello e stupefacente,
ratori italiani. Non c’erano tutte le realtà, non giche permettono di conoscere la comples- in un tempo molto virtuale, sentire parlare
era una hit-parade, ma una rassegna della sità interna delle montagne, consentono di di fango e fatica e voglia di continuare a cer-
varietà e della creatività della speleologia ricostruire i percorsi dell’acqua, tutelandola care, a raccontare, continuare a costruire la
italiana. Le esplorazioni sono portate avan- come risorsa. Ma questa è la parte, diciamo, grande mappa del mondo sotterraneo. Molti
ti da Gruppi, Federazioni, realtà trasversali ragionevole. Poi c’è il sogno. Il sogno che ac- si chiedono cosa serva davvero tutto questo.
come InGrigna!, team occasionali realtà che compagna gli speleo, gli alpinisti, i navigatori Serve a conoscere, a emozionare, serve so-
operano su progetti. Possono esserci luoghi di rotte sconosciute. Cercare nuove frontiere. prattutto a vedere e rendere la complessità
di ricerche sistematiche, come gli Alburni. Le azioni degli speleolologi diventano anche di una Terra che abbiamo spesso ridotto a
Sistemi complessi, come Codula di Luna in geografia, offrono conoscenza allo studio. mappa a due dimensioni.
dell’Arcipelago Toscano
nel Parco dell’Arcipelago
Toscano gli enti locali e alcune associazioni (con finalità (tutte nelle stesse condizioni), con affidamento
diverse da quelle del nostro sodalizio) hanno rite- al CAI (soggetto al quale la legge regionale della
nuto inutile mantenere quanto di buono i nostri
soci avevano realizzato negli anni novanta.
L’auspicio è che nel 2013 il CAI
Da allora nessun incarico è stato assegnato alle riceva l’incarico ufficiale per la
Sezioni toscane circa il controllo, la manutenzio- segnatura dei sentieri
ne e la conservazione della sentieristica elbana.
Anzi, talvolta, il CAI ha ricevuto l’espresso “invi- Toscana, n. 17 del 20.3.1998, riconosce il compi-
to” a non occuparsene. to di esprimere il parere tecnico) di incarichi per
Un timido segnale di cambiamento sulla con- la segnatura, la manutenzione e il controllo dei
dizione dei sentieri delle isole del Parco, quindi sentieri del Parco dell’Arcipelago toscano. Affida-
anche dell’Elba, è stato percepito in questi ultimi mento che consentirebbe la concreta attuazione
mesi. Il supposto cambiamento è da ricondurre a della citata legge regionale che considera la via-
diversi motivi. Innanzitutto alla rinnovata presi- bilità, ricompresa nella R.E.T., di interesse pub-
denza del Parco. Il professor Giampiero Sammu- blico in relazione alle funzioni e ai valori sociali,
All’isola d’Elba la ri, presidente anche di FederParchi, in tale veste culturali, ambientali e didattici del territorio.
sentieristica CAI è ha firmato a ottobre 2010 il Protocollo d’Intesa In conclusione va posto in evidenza che, nell’ulti-
esistita fino al 2000, con il CAI per l’adozione di criteri condivisi nella mo decennio, la gestione del Parco dell’Arcipela-
ma nel tempo è andata realizzazione della segnaletica dei sentieri nel si- go Toscano non “ha salvaguardato il bene comu-
perduta perché gli stema delle Aree protette. In secondo luogo, que- ne costituito dal patrimonio sentieristico elbano”,
enti locali ed alcune sto cambiamento di rotta è dovuto alla presenza come invece è riportato nel box.
associazioni (con nel consiglio della federazione dei Parchi italiani Oggi, nel centocinquatenario del Club Alpino
finalità diverse da di un nostro rappresentante, il socio Filippo Di Italiano, è auspicabile un’inversione di tenden-
quelle del nostro Donato, il cui lavoro potrà produrre buoni frutti. za che, se non nell’immediato, consenta la sicu-
sodalizio) hanno La speranza è quella di ricuperare una situazio- ra fruibilità di luoghi unici per la loro bellezza
ritenuto inutile ne a dir poco compromessa, dato che nei sentieri capaci di suscitare ai frequentatori incredibili
mantenere quanto dell’Isola d’Elba, se non si conoscono bene, è fa- emozioni per la contemporanea visione di pareti
di buono i nostri soci cile perdersi. Il Gruppo Regionale della Toscana rocciose e di insenature sabbiose: la montagna e
avevano realizzato negli auspica che il 2013, anno celebrativo dei 150 anni il mare.
anni Novanta. di fondazione del Club Alpino Italiano, generi * L’autore è presidente CAI Regione Toscana
N
el numero di agosto dello scorso anno dal box “La guerra dei sentieri”, riguardante l’iso- Un tratto costiero
della Rivista Montagne360 è stato la d’Elba, perché si citano antichi sentieri CAI, dell’Isola d’Elba.
Foto AllenMcC
pubblicato lo Speciale “I Monti del ma questo non corrisponde alla realtà e può es-
(WikiCommons)
Mare” riguardante trekking all’isola d’Elba, in sere foriero di malintesi.
Sardegna e nella Costa d’Amalfi. Conoscendo lo La realtà purtroppo è diversa: nel Parco dell’Ar-
stato della sentieristica nel Parco dell’Arcipelago cipelago Toscano, comprese le isole d’Elba e di
Toscano, io e altri componenti la struttura regio- Capraia le più suggestive dal punto di vista escur-
nale del CAI della Toscana, siamo stati sorpresi sionistico e paesaggistico, non esistono (più)
“L
e Alpi calcaree, che ho percorso si- aspro e severo rivela un volto seducente che, nel Nel 2013 l’Associazione e, pertanto, meritevole di essere difeso e valorizzato di quanto non si creda: il turismo geologico. Il geo-
nora, presentano un colore grigio 1873, fa scrivere allo Scià di Persia Nasered-Din Italiana di Geologia e insieme. Che vette come il Monte Bianco siano ef- turismo non si interessa solo dei “giganti” alpini e
Turismo celebra il suo
e forme irregolari, ma originali e (in viaggio in treno per la Valsusa e atteso dal Re fettivamente belle lo si dà per scontato, appartiene con la stessa passione contribuisce a scoprire anche
primo decennale con
pittoresche, benché la roccia sia disposta in gia- Vittorio Emanuele II) “Siamo finalmente usciti dal un convegno (www.
al sentimento di generazioni di alpinisti, pittori, fo- “prodotti di nicchia”; parallelamente a uno slow
cimenti e a strati. Ma poiché non mancano nem- traforo del Moncenisio e siamo entrati nel Regno geologiaeturismo. tografi, e dei milioni di turisti che ogni anno sbarca- food, una slow geology identifica e certifica oggi cen-
meno gli strati ondulati e la roccia in generale è del Piemonte, di cui Torino è capitale. […] In Italia it). Una giovane età, no a Courmayeur o Chamonix. Ma se alla generica tinaia di “geo-siti” di interesse turistico. Sculture di
corrosa in modo ineguale, le sue pareti e le cime il treno passa da luoghi straordinari e spaventosi, ma contrassegnata ammirazione per le sue forme e la sua altitudine si erosione dalle forme più bizzarre (si pensi ai Ciciu
da un impegno forte
offrono gli aspetti più bizzarri. […] Quassù, di- sul fianco delle montagne, lungo precipizi e abis- aggiunge il fatto che si tratta di un magma granitico del Villar nel Cuneese o agli “Omeni” di Segonza-
e appassionato in
rimpetto all’albergo, la roccia è tutto mica-schi- si, vallate profonde, fiumi enormi e torrenti su cui difesa del paesaggio
cristallizzato nelle profondità della crosta oltre 300 no), strati ripiegati (Valle Roya), faglie, valli glaciali,
sto. Le acque che scorrono da questi monti non sono stati costruiti dei ponti”. Sono gli stessi luoghi italiano: tra gli altri, L’origine delle milioni di anni fa e che, sollevato dai movimenti colline moreniche, canyon, minerali e fossili ecce-
trasportano che questa pietra e del calcare gri- - allora ancor più severi e selvaggi – che nel 1688 dall’importante progetto montagne nasconde tettonici, è stato plasmato dall’erosione e ricoper- zionali, dalle singole impronte alle straordinarie
gio”. Sembrerebbe di leggere le parole di un erudito ispirano in John Dennis un senso di piacevole or- della Via Geoalpina, delle vere e proprie to di ghiacci, il piacere del panorama si carica di passeggiate di dinosauri (Lavini di Marco, Monte
oggi un sito e una
geologo, ma queste poche righe sono frutto della rore (delightful horror). È bene ricordare che le sorprese per i non interesse e curiosità. Allo stesso modo le Dolomi- Pelmetto, Gardetta), dalle lave sottomarine (Monti
pubblicazione dedicata
penna di uno dei più grandi personaggi della let- montagne, sino ad allora, erano viste come luoghi ad alcuni tra i più addetti ai lavori. Il ti, già tanto amate per le loro sculture naturali e i della Luna, al Monginevro) ai vulcani, dalle grotte
teratura mondiale, Wolfgang Goethe, protagonista malevoli, ostili e per questo da evitare, se possibile, spettacolari itinerari Cervino, per esempio, loro colori (si pensi alle descrizioni di scrittori come carsiche alla miniere abbandonate e recuperate: il
di un epico viaggio in Italia, compiuto sull’onda del piuttosto che eden naturalistico. È proprio questa geologici delle Alpi. è formato per due terzi Buzzati o Rigoni Stern), seducono ancor più per la fenomeno del turismo geologico non conosce con-
Grand Tour, fra 1786 e 1788. nuova visione delle Alpi ad attrarre schiere di scrit- Per informazioni: da rocce africane. Il loro origine corallina. Che dire del Monviso, fram- fini, capace di scoprire le Alpi anche nelle pietre dei
www.viageoalpina.org
Il passaggio del Brennero, come molti altri capitoli tori, poeti e pittori, ma anche scienziati abbaglia- Monviso, invece, è parte mento di dorsale oceanica sollevato dalle migliaia monumenti. Chi l’avrebbe detto che si potesse leg-
de Italienische Reise, lascia stupiti per la minuziosa ti dalla luce dei ghiacciai o dai riflessi dei cristalli di una dorsale oceanica di metri di profondità marina ai quasi 4000 metri gere la facciata della Sacra di San Michele, abbazia
descrizione geologica, mista alla visione pittoresca incastonati in pareti di granito, piuttosto che dalla riemersa. delle Alpi Cozie? O, ancora, del Cervino, per due simbolo del Piemonte, in senso geologico? Eppure
e romantica della montagna che, grazie ai primi tu- stupefacente presenza di fossili marini, veri e propri Michel Marthaler terzi formato da rocce africane? Questo nuova pro- le pietre di cui è fatta, risalgono al grande mare me-
risti, si fa strada nella cultura europea del periodo. rebus sull’origine dei monti. nel libro Il Cervino spettiva nel considerare il paesaggio non è più solo sozoico le cui calde acque, oltre 100 milioni di anni
Basti pensare a luoghi come gli “orridi”, il cui infau- È singolare che Goethe valichi il Brennero esat- è africano (Eventi scientifica, ma si è arricchita negli anni di piacere fa, lambivano le coste della placca africana come di
sto significato originario viene proprio allora can- tamente un mese dopo (l’8 settembre) la storica & progetti editore) per la divulgazione, di trasmissione di conoscenza quella europea, prima che il loro scontro desse luo-
cellato dall’emozione che gole e canyon suscitano ascensione del Monte Bianco compiuta l’8 agosto entra nel dettaglio lungo itinerari in cui la geologia viene declinata in go al sollevamento alpino.
nei viaggiatori. Complice la tecnologia che addo- 1786 da Michel Gabriel Paccard e Jacques Bal- dell’evoluzione tutte le sue svariate relazioni: con il clima, la flora, * L’autore è membro dell’Associazione Italiana di
mestica le valli e i versanti più scoscesi, il paesaggio mat: infatti la salita alla più alta vetta dell’Europa geologica delle Alpi. la fauna, la toponomastica, la geografia, la storia, Geologia e Turismo
Quando le Alpi
nella regione del
Bianco e Vallese e, per
tutta nuova: la carta delle Alpi prima che venisse- che prima delle glaciazioni il Monte Bianco era
confronto, il modello ro rimodellate dall’opera di cesello e intaglio dei alto 4300 metri, mentre il Cervino non era, forse,
della topografia attuale ghiacciai. Questa carta ora esiste, l’ha prodotta neppure catalogabile tra i 4000 delle Alpi (o lo
C
hissà che aspetto aveva la catena alpina dall’acqua. Poi, 680mila anni fa si sono formate Il Monte Bianco
(4810 m), visto da un
prima di venire invasa dalle gigantesche le calotte glaciali hanno cominciato a ricoprire la
aereo all’alba.
colate di ghiaccio del Pleistocene, prima catena montuosa (alcuni studi recenti sostengo- Foto Emmanuel Boutet
cioè che lingue di ghiaccio chilometriche comin- no l’esistenza di alcune fasi glaciali precedenti), (Wikimedia Commons)
ciassero a eroderle, incidendo le valli profonde dando origine alle ben note grandi glaciazioni
che oggi formano il panorama delle Alpi. pleistoceniche. L’Europa, come l’America Set-
Il paesaggio doveva essere assai diverso da quello tentrionale, sono state per lunghi periodi conti-
a noi famigliare: la catena era incisa da torrenti nenti di ghiaccio, più che di terra. Le Alpi erano
e fiumi, consumata da frane e smottamenti, ma, anch’esse coperte da una imponente coltre glacia-
come impariamo nelle ore di geografia a scuo- le, da cui emergevano solamente i picchi più ele-
la, le incisioni erano di origine fluviale e quindi vati e la caratteristica forma ad “U” delle odierne
con quella caratteristica forma a “V” generata valli alpine si deve all’azione erosiva (e abrasiva)
È
possibile raccontare la storia del Nove- Trento, Le Gallerie di Piedicastello, ottobre 2012.
cento anche attraverso gli sci? Raccon- Inaugura la mostra Ski Past. Storie nordiche in
tare il Novecento attraverso il loro uso Fiemme e nel mondo. Oltre 4000 metri quadra-
quotidiano, i grandi avvenimenti sportivi dei ti di superficie espositiva in due tunnel stradali
Giochi olimpici invernali e dei Campionati del (fino al 2006 vi transitava la maggior parte del
mondo di sci nordico? traffico cittadino) che oggi sono sede di grandi
2
2
eventi espositivi dedicati alla storia, a cura della tradotti subito in inglese, in tedesco e in fran- 2. Gara di orientamento
Fondazione Museo storico del Trentino. Ski Past cese suscitando una vasta eco in tutta Europa e a Passo Rolle, 1929
racconta la storia delle tre discipline nordiche: promuovendo l’utilizzo dello sci nei paesi alpini. (Scuola Alpina della
Guardia di Finanza 1920-
sci da fondo (sci nordico), salto con gli sci e com- Oggi, a distanza di 125 anni, giunti a Trento dal 2010, pubblicazione
binata nordica. Centinaia gli oggetti in mostra, Museo di Holmenkollen di Olso, gli sci di Nansen della Guardia di Finanza,
dagli sci di Fridtjof Nansen alle medaglie dei sono esposti presso Le Gallerie di Piedicastello 2010).
grandi campioni del passato. Decine le video- insieme a decine di altri oggetti che testimoniano 3. Scarponi Henke
installazioni presenti, alcune realizzate mediante l’evoluzione della cultura materiale nelle discipli- (Comitato Mondiali
Val di Fiemme), anni
grandi proiezioni su telai fino a 9 metri di lar- ne nordiche. Sessanta.
ghezza. Tanti i fatti narrati, a cavallo tra la storia Percorrendo gli exibit espositivi, tanti altri ele- 4. L’esploratore
del Novecento e la storia dello sport. menti. Gli sci di ieri e quelli di oggi, gli sci da sal- norvegese, Roald
Cominciamo da lontano. “In breve, la mia idea to e gli sci da fondo, i bastoncini, le tute, i caschi, Amundsen
era che se un gruppo di bravi sciatori equipag- le scioline, gli attacchi, le macchine fresatrici, un (Nasjonalbiiblioteket:
www.nb.no/nbdigital/
giato in maniera pratica e funzionale fosse par- prototipo di sci in cemento, le apparecchiature polarbilder/Amundsen/
tito dal lato destro, doveva per forza riuscire ad bio-mediche per il miglioramento della presta- Portretter-Privatliv).
attraversare la Groenlandia”. Scrive così nel suo zione degli atleti e i software di ultima generazio- Raffigurazione dei primi
diario l’esploratore polare Fridtjof Nansen. Sia- ne per lo studio del gesto tecnico. anni del Novecento
mo in Norvegia, ultimi anni dell’Ottocento. Cri- Muovendoci dentro i due tunnel – si cammina
stiania – la capitale, un tempo era nota così Oslo sull’asfalto – incontriamo molti
– aveva appena accolto Nansen come un eroe altri temi. Tra questi, la storia
nazionale, primo uomo sulla terra al quale riuscì della Val di Fiemme con il
l’impresa di attraversare la Groenlandia con gli suggestivo “Bosco della sto-
sci. Era il 1888. “Non c’era una rotta da decidere”, ria” (38 tronchi provenienti
continua Nansen sui suoi taccuini. “L’unica pa- dalle foreste di Fiemme),
rola era avanti e l’unico ordine era o la morte o la il ruolo avuto dallo sci
costa occidentale della Groenlandia”. Contro ogni nella Grande guer-
previsione Nansen compì la traversata. E soprav- ra come “nuova
visse. Coprì una distanza di 500 chilometri in 42 arma miraco-
giorni servendosi di 9 paia di sci lunghi 2 metri losa”, la dif-
e 30 centimetri costruiti con legno di quercia e fusione del-
betulla. I suoi diari, scritti durante la spedizione lo sci nelle
e pubblicati poco dopo il rientro in patria, furono Alpi sul 3
4
54 / Montagne360 / Gennaio 2013
5. Adolfo Kind (1848- finire dell’Ottocento, le grandi esplorazioni pola-
1907), tra i primi
ri all’inizio del secolo scorso, il turismo invernale
promotori dello sci
alpino in Italia nella prima metà del Novecento e la Marcialonga.
(www.swissinfo.ch). Una grande “linea del tempo” si sofferma poi sui
Raffigurazione di fine 90 anni compresi tra il 1924 (primi Giochi olim-
Ottocento. pici invernali) e il 2013 (Campionati del mondo
6. Gara di sci a La
di sci nordico in Val di Fiemme), raccontando i
Porte, California
(www.smucisca.net/ legami tra la storia dello sport e gli avvenimenti
nova/welcomepage/ più importanti della storia del Novecento.
view/155/Muzej_ Lo storia dello sport diviene infatti un modo per
Ottawa_Kanada). rileggere il corso del “Secolo breve” con punti
7. Competizione di
di vista differenti. Febbraio 1936, Garmisch: la
granfondo di sci nordico
(Comitato Mondiali Val cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici inver-
di Fiemme) negli anni nali viene presieduta da Adolf Hitler. Secondo le
Ottanta intenzioni del Cancelliere tedesco i Giochi devo-
Una divisione che si presentava ai blocchi di par- ripetuti cambiamenti che intervengono durante 8. La Valanga azzurra,
tenza nelle competizioni olimpiche dal 1961, quan- il Novecento sulla carta politica e geografica dei anni Settanta
(www.sciclubsauze.it/
do il Muro spaccò in due mondi la città. Solo rare Balcani.
storia.htm).
volte la Germania aveva gareggiato con una “squa- *L’autore lavora presso la Fondazione Museo sto- 9. Campionati
dra unificata”. rico del Trentino Internazionali di
In modo analogo, la dissoluzione dell’unione So- Le foto di questo servizio sono state fornite sci, prima gara FIS,
vietica fa sì che dal 1991 sia la Russia a partecipare gratuitamente dalla Fondazione Museo stori- Zakopane (Polonia).
(www.archiwum.watra.
alle Olimpiadi. Come, del resto, numerosi effetti co del Trentino e provengono da archivi pub-
pl/sport/ps/mp.html),
si riflettono sul medagliere olimpico a seguito dei blici e privati. negli anni Cinquanta
La mostra 18 / ottobre
october
2012
30 / giugno
june
2013
Storie
Nordiche in
Fiemme e
nel Mondo
Histories of
Nordic Sport
in Fiemme
and Worldwide
Ski Past. Storie nordiche in Fiemme e nel mondo Trento - Le Gallerie (Piedicastello)
è organizzata dalla Fondazione Museo storico del Fino al 30 giugno 2013
Trentino con la collaborazione del Comitato Mondia- Ingresso libero
li Fiemme 2013 in partnership con la Fis (Federazio- Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso
ne internazionale sci). Informazioni⁄Prenotazioni +39 0461 230 482
È stata curata dal direttore della Fondazione Museo Info⁄Booking +39 0461 230 482
Le Gallerie – Piedicastello, Trento
Fondazione Museo storico del Trentino
9
storico Giuseppe Ferrandi insieme a Roberta Tait e www.museostorico.it / www.legallerie.tn.it Ingresso libero ⁄ Free entry
Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso
Tuesday – Sunday: 9 am – 6 pm ⁄ closed on Monday
Informazioni ⁄ Prenotazioni +39 0461 230 482
Info ⁄ Booking +39 0461 230 482
14
www.museostorico.it ⁄ info@museostorico.it
S
uperata la fase pionieristica e fondativa del-
le origini, gli anni a cavallo fra Ottocento e
Novecento vedranno l’espansione organiz-
zativa e associativa del Sodalizio. In tal senso verrà
posto all’Ordine del Giorno dell’Assemblea Gene-
rale, da parte della Sezione di Venezia, il proble-
ma del riconoscimento giuridico del CAI. Anche la
questione dell’ampliamento della Capanna Regina
Margherita al Monte Rosa, attraverso la separa-
zione fra locali per ricercatori e locali per alpini-
sti, sarà messo al centro delle attenzioni del nuovo
decennio. Sebbene di meno rispetto ai tre decenni
passati, e nonostante la ferma volontà dei dirigen-
ti di rimarcare la vocazione nazionale del Club,
l’impronta piemontese risulta ancora pienamente
Si registra lo scavalcamento
numerico dei Soci di Milano rispetto
alla Sezione madre di Torino
percepibile. Anche nelle Sezioni del nord-est e del
centro-sud appena costituite, la presenza di Soci
Crozzon di Brenta provenienti dal vecchio Piemonte sabaudo e trasfe-
preso dalla malga di ritisi per lavoro nelle altre regioni italiane, avrà una
Brenta Alta e Cima
rilevanza piuttosto marcata. Ne sono indicatori in-
Tosa, 1890-1900 (autore
non identificato). Foto
contestabili molti cognomi di chiara derivazione
Centro Documentazione subalpina.
Museo Nazionale della L’area geografica che registrerà le maggiori ade-
Montagna sioni in tale periodo riguarda il cosiddetto trian-
golo industriale: Torino, Milano, Genova, con le
Pointe Rousse 2667 m hanno aperto una nuova via sulla parete 350. Difficoltà dal V al V I + , tratti di V II e
Alpi Graie – Colle del Piccolo San nord. Attacco a quota 1970 all’interno di V III grado obbligatori. Necessari chiodi e
Bernardo una gola. Sviluppo 250 m su roccia buona friend di varia misura. La via attacca a si-
Il 24 ottobre 2012 Guido Aiazzi (CAI Ao- strutturata con placche e colatoi di III, IV nistra della Mazzilis - Craighero - Madrau
sta) sulla parete est ha aperto la via “Jack e V- per i primi 4 tiri di corda. IlV° tiro im- lungo una placconata triangolare; quindi
Kerouac - La Via della Libertà”. Partenza plica il superamento di una fessura a trat- verso sinistra per una serie di rampe e
a piedi dal Lago Verneny (2100 m) nei ti strapiombante di V+ oltre la quale con fessure. Nella parte centrale , direttamen-
pressi del Colle del Piccolo San Bernardo ulteriori 50 m e difficoltà decrescenti è te per fessure svasate e molto lisce e in-
seguendo il sentiero n 14 fino alla base del stata raggiunta la cima. Lasciati 9 chiodi fine con una lunga diagonale verso destra
versante est della Pointe Rousse, dove si con cordini sfruttati anche per la discesa per rampe e placche sul bordo superiore
prosegue per prati e lungo la conoide de- a corde doppie. della parete.
tritica che sfocia dal più grande dei cana-
loni che solcano la parete. L’arrampicata Vetta Cjapò (Il Panettone) Creta da Cjanevate, 2769 m
inizia alla base del canale a 2580 m e Alpi Carniche – Gruppo del Pal Piccolo Alpi Carniche – Gruppo Coglians –
presenta passaggi di III su roccia solida – Creta di Timau Cjanevate
alternata a tratti instabili. Al termine del Il 3 maggio 2012 Roberto Mazzilis e Rein- Il 16 agosto 2012 Roberto Mazzilis e Fa-
canale per cresta con passaggi esposti si hard Ranna hanno realizzato una nuova bio Lenarduzzi hanno realizzato la prima
raggiunge la cima. via sulla parete sud, nel settore più a si- ascensione assoluta del “Pilastro Lisa”
nistra, quello che offre il sistema di plac- lungo la “Via Nina”. Si tratta di una sca-
Cima Giaf, 2523 m che, fessure e rampe più lungo di questa lata che richiede intuito nella ricerca dei
Dolomiti d’Oltre Piave – Gruppo Spalti nota struttura calcarea, frequentata so- passaggi obbligati che permettono di
di Toro e Monfalconi – Ramo Monfalcon prattutto ad inizio stagione. Via molto superare la prima parte di pilastro giallo
di Forni difficile e sostenuta su roccia ottima ma e strapiombante. La parte centrale è ca-
Il 16 luglio 2008 Sergio Liessi e Adriano con molta vegetazione sulla quale a vol- ratterizzata da una stupenda placconata 2 3
Sbrizzai hanno tracciato una variante te si è costretti a progredire. Sviluppo m compattissima sovrastata da una parete
alla via Castiglioni - Bramani sulla parete
ovest. Attacco nel canalone tra la parete gialla solcata al centro da un evidente fes- hard Ranna hanno aperto una nuova via
e la Torre Bianca (chiodo con cordino, ore surone, dove si trovano i tratti più difficili nel centro della parete sud seguendo la
2.30 dal rifugio Padova. Sviluppo m 170 della via. La parte alta si sviluppa lungo direttiva data all’inizio da una bella pa-
con difficoltà dal III al IV+ su roccia buona un crestone che porta al vertice del pila- rete verticale formata da successione
. Impiegate 2 ore. Lasciati 5 chiodi e 5 cor- stro: un’aguzza punta frastagliata dove i di placche e lame di calcare solidissimo;
dini lungo placche a gradoni, colatoi e fes- primi salitori sono stati sorpresi dal solito quindi lungo uno sbarramento di placche
sure che portano ad innestarsi nell’ultimo pauroso temporale che li ha costretti ad verticali, superate per una marcata fessu-
tiro di corda con la Castiglioni - Bramani. una “fuga” verso l’alto, fino ad una gran- ra che accede alle rampe e diedri somma-
de nicchia che ha offerto un provviden- tali. Sviluppo m 450 circa con difficoltà di
Cima Uno di Forcella ziale rifugio. Sviluppo del solo pilastro V, VI, passaggi di VII- superati con l’uso di
Montanaia, 2315 m m 400, difficoltà VI+ ,VII, VII+ . Usati una una quindicina di ancoraggi intermedi in
Dolomiti d’Oltre Piave – Gruppo Spalti ventina di ancoraggi intermedi. Sviluppo ore 3, appena in tempo per sfuggire da un
di Toro e Monfalconi – Ramo Monfalcon complessivo, fino alla cresta sommatale violentissimo temporale scatenatosi du-
di Montanaia m 700 circa. Discesa per la via di guerra rante la discesa per la via normale.
Il 22 agosto 2008 Sergio Liessi e Adriano con “viziosi” saliscendi per la cresta ovest Avvicinamento dal rifugio Marinelli in ore
Sbrizzai hanno scalato in prima ascensio- e lungo la grande rampa a est della Torre 1.10 risalendo il vallone della Cjanevate.
ne assoluta (slegati) lungo la parete nord della Cjanevate: lunghi tratti di I, II, 1 cor- Rientro al rifugio in ore 1.
questa nuova cimetta collocata tra i ca- da doppia da m 30 e 2 corde doppie da
naloni che dalle forcelle Teresa e Monta- 60 m nel vuoto per raggiungere la base Creta di Aip, 2279 m
naia digradano nel Cadin d’Arade. della parete (la via di discesa più rapida Alpi Carniche – Gruppo della Creta di 4
dalla cima della Cjanevate. Necessaria Aip – Monte Cavallo di Pontebba
Torre degli Elmi, 2170 m conoscenza del luogo e 2 corde da 60 m). L’8 giugno 2008 Sergio Liessi e Adriano
Dolomiti Orientali – Gruppo Spalti di Sbrizzai hanno aperto una nuova via sulla 1. La parete Sud della Cima di Mezzo del
Toro e Monfalconi – Ramo di Vedorcia Cima Di Mezzo del Coglians, parete sud. Dislivello 200 m con difficoltà Monte Coglians con il tracciato della via
La Torre fa parte di un poderoso spallo- 2712 m di II e III su roccia buona lungo placche Mazzilis-Ranna
2. Il Pilastro Lisa alla Creta della Cjanevate
ne dell’omonima Cima ed è raggiungibile Alpi Carniche –Gruppo Coglians – articolate a gradoni e colatoi che incido-
con il tracciato della Via Nina
dal rifugio Padova in ore 2.30. Il 27 luglio 1 Cjanevate no la parete nei pressi dello spigolo sud- 3. Pointe Rousse parete est
2009 Sergio Liessi e Adriano Sbrizzai Il 5 luglio 2012 Roberto Mazzilis e Rein- ovest. 4. Mazzilis in apertura sulla via Nina
• Andrea Jacomelli, • Vittorio Pacati iscritti di lingua tedesca. Non Biancograt. Ma l’impianto della poco note o addirittura terre lontane percorse tra il ’65 amati Sibillini lo hanno visto di norma ignora lasciandosela
Marco Marando Riugio città di si può che concordare con guida è rigoroso e la quantità sconosciute. E le descrizioni e il ’79 per Epoca, e in seguito scovare passaggi dove nessuno alle spalle appena uscito
Traversata delle Alpi Bressanone alla Plose le parole del sindaco Albert d’informazioni sorprende che ne fa l’autore accendono per conto suo. Il libro in grande prima aveva immaginato di dall’autostrada che termina
Apuane CAI, Sezione di Bressanone, Purgstaller nella prefazione: anche chi crede di sapere la fantasia di ogni buon formato, sicuramente un riuscire. È stato un grande, a Piovene Rocchette. A
Felici Editore, 261 pp., 20 € 131 pp. la pubblicazione di Pacati tutto di questa bellissima area camminatore. richiamo suggestivo in tempo Tiziano, e chi lo ricorda nelle un occhio disattento, del
rende omaggio alla storia del dei Grigioni: come del resto di strenne per vecchi e nuovi pagine di questo libro, lo fa resto, queste montagne
rifugio, delle associazioni che dimostrano l’utilissimo indice • Rossana Podestà estimatori, racconta dunque meditando sulle stagioni dei inselvatichite sembrano
l’hanno fondato e portato analitico alla fine del libro e Walter bonatti. Bonatti e la sua “vita libera” suoi entusiasmi, delle sue paure offrire poche seduzioni. Ma
avanti e ai tanti uomini e l’abbondanza di notizie utili, Una vita libera secondo il suo modo di vedere e tristezze, delle sue gioie e è alla fitta trama dei segni
donne di Bressanone che della d’informazioni generali e di box Rizzoli, 334 pp., 39 € e quel suo “sguardo cristallino”, dei suoi affetti. La scrittura di dell’uomo ancora visibili che
montagna hanno fatto una di approfondimento. come lo definisce Michele Serra Marcheggiani ci indica una via occorre badare. Quei segni
ragione di vita. nell’ultima pagina, “morale da seguire per interpretarne ai quali l’autore ha dedicato
• Giuliano Dal Mas fino all’ingenuità, sulle cose la figura: se non ci fosse stato anni e anni di studi e ricerche
• Daniela Pulvirenti Dolomiti insolite 3 del mondo, della società, della l’uomo con il suo bagaglio supportate con grande merito
Engadina. Val Bregaglia Panorama, 163 pagine, 24 € politica, uno sguardo che di sogni, le montagne da lui dalla Sezione di Tiene del Club
Il percorso proposto taglia Raccontare il proprio rifugio e Val Poschiavo sembra calibrato sui ghiacci, “accarezzate” continuerebbero Alpino Italiano. Il risultato
trasversalmente tutto del cuore è il compito che Polaris, 199 pp., 24 € sulle rocce, sugli orizzonti della a essere null’altro che un è questo libro singolare
il gruppo delle Apuane, si è assunto Vittorio Pacati, natura più che sugli ambigui elemento nobile del paesaggio che per il sodalizio citato
consentendo di ammirare un grande amico della paesaggi umani”. appenninico. Cantalamessa rappresenta un investimento
dall’alto panorami unici e montagna, in questo libro che invece le montagne le ha amate non solo da un punto di
significativi. Nel volume ne ripercorre i 125 anni del Il libro ripercorre tutta la vita di • Massimo Marcheggiani da alpinista, incontrandole vista economico ma anche
riccamente illustrato anche “Città di Bressanone” dalla Walter Bonatti (1930-2011) con Tu non conosci Tiziano. d’estate e d’inverno, da solo e culturale e progettuale sia
con opere pittoriche di Emilio fondazione: da quando nel un’attenzione particolare alla La vita e l’alpinismo di in compagnia e vi ha trovato la perché riguarda una zona
Cavani e con un’elaborazione 1887 la capanna del Deutschen vita privata con il suo corredo Tiziano Cantalamessa luce “stringendo con le sue mani geografica pertinente alla
cartografica fornita dal Corpo und Oesterreichischen di emozioni e sentimenti Società Editrice Ricerche, forti, grandi, belle e sapienti, con sezione, sia per la valenza
Nazionale Soccorso Alpino e Alpenvereines venne Può capitare di doversi aprire teneramente raccontati da 184 pp., 16 € forza e passione quasi fossero storica intrinseca. E non
Speleologico, l’alta via viene inaugurata sul cocuzzolo che faticosamente la strada tra Rossana Podestà, compagna carezze, quelle rocce uniche”. Un può che essere un grande
percorsa a quote quasi mai domina Bressanone e la banda Daniela Pulvirenti, esperta di i mughi, di percorrere cenge degli ultimi trent’anni. Ma libro scritto con il cuore, che si amore per la montagna quello
al di sotto dei mille metri. compose per l’occasione la viaggi avventurosi, applica qui esposte o di dover rinunciare la fonte principale sono le legge d’un fiato. che ha sorretto per tanto
Nell’itinerario principale marcia della Plose che era allo una regola importante anche alla segnaletica, ma anche di parole dello stesso Bonatti, Vincenzo Abbate tempo l’autore, insegnante
s’innestano cinque varianti. stesso tempo un’esplosione di se non scritta: per meglio riscoprire antiche e deliziose da lui stesso registrate due di lettere che opera
Due le cime da salire, il esultanza per il raggiungimento descrivere un territorio bisogna mulattiere, di approdare in gole mesi prima di morire, nelle • Liverio Carollo meritoriamente anche nel
Tambura (1890 m) e la Pania dello scopo e l’invito a marciare amarlo profondamente. strette, orride, ove le pareti conversazioni con Carlo Annese Guida escursionistica Gruppo manutenzione sentieri
della Croce (1859 m), ma verso la Plose. S’intuisce che Nessun dubbio che il suo giocano a rinserrarsi. In queste in preparazione di questo delle Valli di Rio sezionale. Come osserva nella
gli escursionisti più esperti lassù l’autore, già ufficiale degli amore per l’Engadina, da lei “Dolomiti insolite” proposte da volume. Parole che nel secondo Freddo, Tovo, laghi presentazione il presidente
possono concedersi anche alpini e notevole personalità condiviso da tanti concittadini Dal Mas l’avventura è sempre capitolo intitolato “Il libro dei dell’Altopiano di pro-tempore Diego Stella, il
altre cime rappresentative. del Club Alpino Italiano di cui milanesi, emerga da ogni dietro l’angolo. Anche se sogni” si alternano a brani tratti Bisogna ammetterlo: per chi Tonezza libro si configura come un
Ci si muove tra pareti è stato a lungo consigliere pagina e aggiunga sobri tocchi Gianni Alberti, past presidente dai racconti di Jack London, lo ha conosciuto come uomo Sezione di Tiene del CAI, quadro iperrealista, ricco di
strapiombanti, piramidi, nazionale, si senta di casa di colore compensando il della Sezione di Belluno, ci James Olivier Curwood, e come alpinista, Tiziano La Serenissima. 232 pp. precisi e minimi dettagli. Valga
coni, pinnacoli, balconi benché originario della Valle bianco e nero un po’ sbiadito rassicura: gli itinerari sono tutti Herman Melville, Daniel Defoe, Cantalamessa è stato un po’ per tutte questa descrizione
naturali, cave in abbandono di Scalve, nella Bergamasca. delle illustrazioni (a parte le 32 a portata dell’escursionista Arthur Conan Doyle, Emilio il gigante degli alpinisti del degli stabili di Malga
e cave ancora in attività. Ogni particolare Pacati pagine centrali con un originale medio, del tipo cioè che sa Salgari, ispiratori della sua Centro Italia, e gigantesche Piovena: “Nella casara, oggi
Come raccomanda uno annota della vita del rifugio e “diario di bordo” che raccoglie come affrontarli con adeguata vita avventurosa. E all’archivio sono le pareti appenniniche da squallida”, annota l’autore,
degli autori, la guida Andrea della Sezione di Bressanone le esperienze di Herman preparazione e senso Bonatti appartiene la maggior lui amate e frequentate. Nella “giganteggiano il camino,
Jacomelli, l’ambiente apuano di cui è stato presidente, Hesse, Antonia Pozzi e Marcel dell’orientamento. Ventisei parte delle bellissime fotografie sua carriera ha attraversato la fogara in pietra, la mussa
è severo, isolato, selvaggio, spiegando come il sodalizio Kurz). Itinerari e trekking in sono le proposte in vari gruppi che riempiono le pagine del soprattutto durante la stagione girevole per la caliera; accanto
il rischio che si scatenino ha saputo galvanizzare i Engadina, in Val Bregaglia e in (Schiara, Monti del Sole, Alpi libro, da quelle che ci mostrano invernale, quei luoghi selvaggi il caselo del latte conserva,
violenti acquazzoni è sempre cittadini della città vescovile Val Poschiavo sono descritti Feltrine, Padòn, Cime di San Walter infante, la sua mamma dove la natura appenninica accostate alle finestrelle-
presente. Ma l’entusiasmo che e dei dintorni e non solo: con con minuziosa amabilità dopo Sebastiano, Spiz de Mezzodì- giovane, la sua classe alle esprime al meglio la sua feritoie, le nude concare dove
gli autori immettono in dosi i propri ideali, l’amore per la un impeccabile inquadramento Prampèr, Bosconero, Monti elementari, le sue prime pedule, essenza. Il Paretone Orientale Non rappresenta certo la si teneva al fresco il latte nelle
massicce nelle descrizioni è montagna e la natura, nonché generale. L’autrice si concede dell’Alpago, Duranno, Dolomiti gli scarponi calzati nella scalata del Corno Grande, la Parete montagna “griffata” di cui mestele”. Oggetti e atmosfere
un invito più che perentorio con le molteplici attività anche qualche divagazione Pesarine, Croda Rossa-Fanes invernale alle Grandes Jorasses Nord del monte Camicia, i ama parlare Mauro Corona dei quali questo libro davvero
ad affrontare nonostante alpinistiche, escursionistiche, personale, come il ricordo e Dolomiti di Sesto). L’insolito e nella salita al Cervino, fino Pilastri orientali del Monte questo territorio delle Prealpi straordinario ha il merito
tutto questa meravigliosa sociali e culturali, la sezione della scalata del Bernina è presente a ogni passo, è una alle straordinarie foto scattate Intermesoli e le rocce intonse Vicentine che il viaggiatore di conservare per sempre il
esperienza. ha attirato anche numerosi lungo l’incantevole cresta costante di queste Dolomiti nei “mondi inesplorati” delle del Pizzo del Diavolo sugli diretto all’altipiano di Asiago ricordo.
Arrampicata
Attenti alle lesioni da stress
L’arrampicata è uno sport affascinante, ma nasconde an- nell’arrampicata moderna – ha spiegato il dottor Daniele
che qualche insidia. Lesioni da stress agli arti superiori mi- Malgrati che ha relazionato sull’argomento – Ho affrontato
nacciano infatti gli appassionati. il tema partendo dall’evoluzione della mano in chiave filo-
Se ne è parlato al Palamonti di Bergamo, rinomato punto di genetica, da «strumento per l’arrampicata sui rami» a stru-
incontro degli arrampicatori orobici con i suoi meraviglio- mento per la ‘manipolazione’ adatta anche per affrontare
si e frequentatissimi “muri”. «Ho messo a fuoco i proble- l’arrampicata con prese più complesse. Il problema delle le-
mi delle lesioni da stress che riguardano la mano e sono, sioni da stress va affrontato considerando anatomia e bio-
tuttavia, assimilabili alle problematiche di natura tendinea meccanica, adattamenti dei tessuti tendinei, evoluzione del
da sovraccarico anche per altri distretti dell’arto superiore gesto nell’arrampicata moderna, consigli di prevenzione».
Pordenone
Statistiche
Sorpresa: le Alpi si ripopolano
Dal “grido di pietra” un no ai burocrati
Governare territori montani in tempi di “spending review”
non è cosa facile. Eppure il titolo del workshop organiz-
zato in ottobre dall’associazione piemontese Dislivelli
ciando i dati dell’ultimo censimento Istat con altri dati
i demografi hanno rilevato che la popolazione in alcune
zone delle Alpi è aumentata fino al 27%, con qualche spa-
L’ incontro alpinistico al rifugio Por-
denone del 13 e 14 ottobre per i cin-
quant’anni di attività della Scuola di alpi-
assieme all’Eurac di Bolzano all’interno dell’International ruta isoletta felice dove il saldo demografico ha registrato nismo, sci alpinismo e arrampicata libera
Mountain Summit di Bressanone organizzato con la par- un aumento fino al 200% (nello specifico a Oulx, in alta “Val Montanaia” si è tradotto in una festa
tecipazione del CAI suonava ottimista: “Il Nuovo Mattino Valle di Susa). spontanea e viva arricchita dalla gioiosa
delle Alpi. Verso un ripopolamento delle aree montane tra Un solo rammarico. In Piemonte non esistono progetti di partecipazione delle giovani generazioni e
opportunità e sfide per i governi locali”. sostegno alle zone di montagna sul tipo delle “maison de dalla stimolante presenza di personaggi di
Obiettivo era approfondire i dati che registrano in alcune service” che offrono agli abitanti delle vicine vallate fran- spicco dell’alpinismo d’oggi e di ieri.
valli alpine sia Occidentali sia Orientali dal 2001 al 2009 cesi presidi sanitari, scuole e socialità. Dovranno restare Il sigillo della Scuola che prende nome
un’inversione di tendenza nei flussi demografici. Incro- ancora a lungo un miraggio? dal celebre campanile definito un grido
di pietra, è stato consegnato agli istrut-
tori che si sono avvicendati alla direzione
della Scuola nell’arco dei cinquant’anni:
Personalità Giancarlo Del Zotto, Dino Agnolin, Gabrie-
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