Sei sulla pagina 1di 43

Montagne360

La rivista del Club Alpino Italiano gennaio 2013 € 3,90

Addio
Montagne 360. Gennaio 2013, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 4/2013. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano

Patrick Edlinger
Il climber francese, “inventore”
dell’arrampicata libera,
scompare a soli 52 anni

Scialpinismo
Attraversare le Dolomiti
seguendo un itinerario
percorso 85 anni fa

Turismo geologico
Un punto di vista inconsueto
per esplorare le Alpi
Editoriale
orizzonti e orientamenti

Una carta d’intenti per la messa in sicurezza


ambientale dell’Italia

Come è riemerso drammaticamente dopo il terremoto in Emilia-Romagna,


oltre che dalle recenti alluvioni in diverse parti d’Italia, la messa in sicurezza
del Paese rimane un’emergenza prioritaria. Non è più possibile violentare la
natura, sperperare soldi, perdere altre vite umane, far vivere milioni di per-
sone in condizioni di insicurezza. Il ministero dell’Ambiente e della tutela
del Territorio e del Mare ha stimato siano necessari circa 40 miliardi di euro
per attuare un’adeguata azione di prevenzione e realizzare gli interventi di
messa in sicurezza del Paese esclusivamente in relazione al rischio idroge-
ologico. Ma lo stanziamento dei fondi avviene a rilento e ancora oggi gli
interventi di prevenzione fanno fatica a essere attuati su tutto il territorio
nazionale.
Le associazioni ambientaliste italiane da anni si battono affinché la cura
dell’Italia, la sua messa in sicurezza, sia considerata la vera, più grande ope-
ra pubblica a garanzia del futuro del Paese. È necessario un grande pro-
getto di sviluppo e di crescita, una formidabile opportunità in termini di
occupazione, di ricerca, di coinvolgimento soprattutto delle piccole e medie
imprese attive su tutto il territorio nazionale. Un grande investimento pub-
blico che, manutenendo e salvaguardando il territorio, finalmente rilanci la
nostra asfittica economia e rimetta in moto le migliori energie del Paese, in
particolare quelle giovanili.
Necessario e urgente è un intervento e un impegno da parte del Governo,
delle Regioni e degli Enti Locali:
• per portare a sicurezza e rendere meno vulnerabile il patrimonio edilizio
pubblico e privato oltre che il nostro prezioso patrimonio storico-artistico;
• per ridare equilibrio e sostenibilità al fragile assetto idrogeologico del
territorio, anche impedendo un’ulteriore cementificazione delle aree a ri-
schio di dissesto, a partire da una nuova politica della montagna ispirata
a una rigorosa azione di conservazione e prevenzione;
• per impedire un’ulteriore, invasivo consumo del suolo;
• per salvaguardare il nostro paesaggio, i beni storici e monumentali e
quanto ancora rimasto di unico e irriproducibile nel territorio montano,
nelle campagne e lungo le coste italiane;
• per una manutenzione costante volta a salvaguardare e proteggere il
territorio dai rischi di dissesto, frane e inondazioni anche nei contesti
urbani.

ONE
Chiediamo innanzitutto che sia costruito uno strumento di relazione, con-
fronto e coordinamento istituzionale, un tavolo di lavoro su questi temi, che
sia formalmente riconosciuto, con cui le nostre associazioni e gli altri sog-
“THE DYNAFIT ONE IS LIKE A FRIEND.
getti interessati possano confrontarsi con le istituzioni di Governo e dove le
THE PERFECT PARTNER FOR VARIED
FOR ALL MOUNTAINS nostre proposte possano essere ascoltate e assunte.
MOUNTAIN PEAKS, LONG OR SHORT ASCENTS
AND WONDERFUL RIDES.”
Club Alpino Italiano - Fondo Ambiente Italiano - Italia Nostra
Legambiente - Touring Club Italiano - WWF Italia
W W W.DYNAFIT.COM

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  1


Sommario
gennaio 2013

01 Editoriale 64 Lettere
05 News 360 66 Cronaca extraeuropea Patrick Edlinger
08 Le montagne dallo spazio 68 Nuove ascensioni Montagne360 al Forte di Exilles,
sede staccata del
La rivista del Club Alpino Italiano gennaio 2013 € 3,90

Mario Vianelli 70 Libri di montagna Museo Nazionale

Montagne 360. Gennaio 2013, € 3,90. Rivista mensile del Club Alpino Italiano n. 4/2012. Sped. in abb. Post. – 45% art. 2 comma 20/b - legge 662/96 Filiale di Milano
10 1928, l’attraversata 72 Qui CAI Addio
Patrick Edlinger della Montagna.
Foto di Guy
Il climber francese, “inventore”

Carlo Alberto Mattio e la


dell’arrampicata libera,

76
scompare a soli 52 anni

delle Dolomiti sugli sci Scialpinismo


Attraversare le Dolomiti Delahaye/Centro
moglie Marina: il ricordo
seguendo un itinerario

Documentazione
percorso 85 anni fa

16 Così temerari da uscire


Turismo geologico
Un punto di vista inconsueto
per esplorare le Alpi

Museomontagna -
77 Indice 2012 di Montagne360
addirittura dal sentiero Torino

Edoardo Martinelli Segui ogni giorno le notizie CAI su: www.loscarpone.cai.it


18 Kurt Diemberger
80 anni ad alta quota
Roberto Mantovani
22 Addio Edlinger
profeta della leggerezza
Andrea Gobetti
26 In cima al mondo
con il diabete
Lorenzo Arduini
30 Una morte ad alta quota
che si poteva evitare
AA.VV.
34 Camera con vista
sulla Madonnina
Roberto Serafin
38 A Trento riparte
18 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Mountains from space; 10. 1928,
l’archeologia di montagna the crossing of Dolomites; 16. So braves to get off the track; 18.
Kurt Diemberger, 80 years at high altitude; 22. Goodbye Edlinger,
Massimo Frera e Veronica Del Punta prophet of lightness; 26. On the top of the world with diabetes; 30.
An high altitude death we could prevent; 34. Room with a view on
42 Oltre l’acqua “la Madonnina”; 38. Mountain archaeology restarts from Trento;
42. Beyond water in the middle of Grigna; 46. A future for Tuscany
al centro della Grigna isles's paths; 48. Rediscover Alpine Geologic Tourism; 50. When
Alps were lower; 52. Portfolio: Ski Past, history by the skis; 60.
AA.VV. CAI 150 1894-1903. Here comes the twentieth century and CAI
became an adult; 64. Letters; 66. International news; 68. New
46 Un futuro per i sentieri ascents; Books about mountain; 74. CAI News; 76. Remembering
Carlo Alberto Mattio and his wife Marina; 77. Index 2012
dell’Arcipelago Toscano 01. Editorial; 05. 360 News; 08. Berge vom Weltraum aus; 10.
Manfredo Magnani 1928, Auf Skiern durch die Dolomiten; 16. Sogar so waghalsig,
vom Weg abzukommen; 18. Kurt Diemberger. 80 Jahre in großer
48 La riscoperta del Höhe; 22. Adieu Edlinger. Prophet des Leichtsinns; 26. Auf den

16
Gipfeln der Welt mit Diabetes; 30. Ein Tod in Höhenlage, der
turismo geologico alpino vermieden hätte werden können; 34. Zimmer mit Blick auf die
kleine Madonnenfigur; 38. In Trento geht die Gebirgsarchäologie
Gianni Boschis wieder los; 42. Jenseits des Wassers im Zentrum des Grigna; 46.
Eine Zukunft fyr die Pfade des Toskanischen Archipels; 48. Die
50 Quando le Alpi Wiederentdeckung des geologischen Alpentourismus; 50. Als die
Alpen noch flacher waren; 52. Portfolio. Ski Past, Skier schreiben
erano più basse Geschichte; 60. CAI 150 1894-1803. Das 20. Jahrhundert kommt
und der CAI wird erwachsen; 64. Briefe; 66. Außereuropäische
Jacopo Pasotti News; 68. Neue Besteigungen; 70. Bücher über Berge; 74. CAI
News; 76. Carlo Alberto Mattio und dessen Frau Marina: in
52 Portfolio Erinnerung;77. Verzeichnis 2012

01. Editorial; 05. 360 News; 08. Les montagnes vues de l’espace;
Ski Past, la storia la raccontano 10. 1928, la traversée des Dolomites; 16. Si braves de sortir du
sentier; 18. Kurt Diemberger, 80 ans à haute altitude; 22. Adieu
gli sci Edlinger, prophète de la légèreté; 26. À la sommet du monde avec
le diabète; 30. Une morte à haute altitude qu’on pouvait éviter;
Alessandro de Bertolini 34. Chambre avec vue sur “la Madonnina”; 38. L’archéologie de

60 CAI 150 montagne redémarre de Trento; 42. Au delà de l'eu au centre de


la Grigne; 46. Un future pour le sentiers des iles toscanes; 48. La
redécouverte du Tourisme Géologique Alpin; 50. Quand les Alpes
1894-1903. Arriva il Novecento e il étaient plus petites; 52. Portfolio: Ski Past, l’historie raconté par
les skis; 60. CAI 150 1894-1903. L’arrive du vingtième siècle et
CAI diventa adulto
42
le CAI devient adulte; 64. Lettres; 66. News international; 68.
Nouvelles ascensions; 72. À la mémoire de Carlo Alberto Mattio
Annibale Salsa et de sa femme Marina; 74. CAI News; 77. Sommaire 2012

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  3


Ski Past, p. 52 News 360
Eva Nansen (moglie di Fridtjof Nansen), Nasjonalbiblioteket Speleologia Osservatorio ambiente
www.nb.no/nbdigital/polarbilder/Nansen/Portretter-Familie-Privatliv
Appunti di nuove Eolico, quando il vento (non) fa il suo giro
esplorazioni Impianto eolico a
a cura di Massimo (Max) Goldoni
Casoni di Romagna (Bo).
Foto S. Panzacchi

esplorata una Nuova


Grotta al Canale di Pirro,
Castellana Grotte (Ba)
Una nuova grotta esplorata dal GASP
(Gruppo Archeologico Speleologico
Pugliese) è stata scoperta nelle vici-
nanze di Castellana Grotte (BA) grazie
anche alle segnalazioni del proprieta-
rio del terreno dove si apriva “il buco”.
Un corso d’acqua interno, la bellezza e
la complessità degli ambienti rendono
la scoperta di enorme interesse. Forse
troppo. Per questo motivo la Federazio-
ne Speleologica Pugliese, con il presi-
dente Martimucci, si è subito rivolta alle
Autorità preposte per salvaguardare la Il vento fa il suo giro? Non tanto, se si indicata dal CAI nel suo documento gui-
grotta – denominata “Inghiottitoio alla guarda al funzionamento degli impianti da sull’Eolico “La produzione elettrica
Masseria Rotolo” – e consentirne lo stu- eolici secondo l’ultimo Rapporto sta- industriale diventa economicamente
dio scientifico. tistico 2011 sulle produttività degli im- fattibile e conveniente quando la veloci-
pianti a fonti rinnovabili, recentemente tà del vento si mantiene con continuità
“Grotta Effimera” nel pubblicato dal GSE. costante entro determinati valori per un
ghiacciaio del Belvedere di I dati parlano chiaro: di fronte a un au- periodo di tempo minimo; ovvero quan-
Macugnaga (VB) mento del numero degli impianti, la pro- do ogni generatore è in grado di produr-
Nell’autunno 2012 il Gruppo Grotte CAI duttività in ore equivalenti degli stessi è re all’anno almeno 2000 MWh per ogni
Novara, in collaborazione con speleo- calata nel 2011 rispetto al 2010. Di fatto MegaWatt installato”.
logi di Biella (GSBi – CAI), ha esplorato gli impianti italiani producono a poten- Quindi forse è venuto il momento di ri-
una estesa grotta glaciale, che si colloca za nominale mediamente per sole 1421 dire forte e chiaro ai “decisori” che non
tra le più lunghe dell’intero arco alpino. ore su 8760, meno di due mesi all’anno. val la pena sacrificare ancora paesaggio
L’esteso sviluppo della cavità, circa 500 E l’80% degli impianti è sotto la soglia montano ed i soldi pubblici per sfruttare
metri, pone interessanti questioni. Le produttiva delle 2000 ore equivalenti un vento che non c’è.
grotte “di contatto”, normalmente, sono
lunghe solo qualche decina di metri.

garfagnana, Scoperta una Web & Blog


nuova cavità nel Parco
dell’Orecchiella (Lu)
scialpinismozen.blogspot.it
Siamo nella parte appenninica della
Scialpinismo Zen
Garfagnana, nel Parco dell’Orecchiella,
e qui speleologi emiliani e toscani han- programmare le proprie escursioni: iti-
no scoperto e parzialmente esplorato nerari divisi per zone, previsioni meteo,
la “Tana del Pelo Selvatico”. La cavità, consigli sui nuovi prodotti con i quali
che presenta interessanti prospettive di equipaggiarsi. E naturalmente opinioni e
sviluppo, assorbe gran parte dell’acqua commenti degli iscritti sulle esperienze
del torrente limitrofo. Il GSPG di Reggio avute. Bruno, il blogger, scrive in home
Emilia ricerca e esplora in zona da tre page che il sito è dedicato agli amanti
decenni. dello scialpinismo non agonistico, “a
È iniziata la stagione ideale per gli ap- quelli che lasciano a valle lo stress quo-
Mentre andiamo in stampa, si ha passionati di scialpinismo, che in que- tidiano e riescono ad osservare con gli
notizia della scoperta del 17° Ingresso sto blog potranno trovare una notevole occhi della mente particolari sfuggenti e
del Complesso del Monte Corchia. quantità di informazioni e materiale per meravigliosi paesaggi”.

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  5


News 360
L’anno speleologico Veneto: nei rifugi CAI arriva il web satellitare La “Maratona dei ghiacciai” 2013
per il 150° del CAI Presentata la legge sulla
inaugurato a Trieste Un accordo con la Regione Veneto permette l’installazione di Trofeo Mezzalama: il 27 aprile 45 km sugli sci con partenza a Rete escursionistica
un hardware per il collegamento internet ad alta velocità Cervinia e arrivo a Gressoney (AO) dell’Emilia-Romagna
L’Emilia-Romagna potrebbe presto
Rifugio Berti al Popera.
Foto di Steffen962
avere una legge che tutela e valorizza
(Wikicommons) la rete dei sentieri, delle mulattiere
e degli antichi tratturi del territorio.
Poche settimane fa, infatti, la proposta
di legge è stata depositata in Regione
(primi firmatari Palma Costi e Gabriele
L’8 novembre scorso a Trieste, duran- Ferrari, Pd), e già nel titolo l’obiettivo è
te le giornate “Le grotte del Carso, chiaro: “Rete escursionistica dell’Emi-
Tesori da svelare”, alla presenza lia-Romagna e valorizzazione delle
dell'Assessore Regionale alle Attività attività escursionistiche”.
produttive del Friuli Venezia Giulia, Palma Costi spiega che «la proposta
Federica Seganti, è stato ufficial- punta da un lato a preservare, manu-
mente aperto l’anno speleologico tenere e valorizzare la rete escursioni-
per il 150° CAI. Dopo aver portato stica, riconoscendole anche dal punto
i saluti della CCS e della SNS CAI, di vista della pianificazione territoriale
Giorgio Fornasier, referente per il l’antico valore di infrastruttura viaria
programma “I vuoti che riempiono le che ha avuto parte fondamentale nel
montagne”, ha illustrato le iniziative
didattiche, le esposizioni e gli incontri
in programma sino alla fine del 2013.
T recento squadre, 6000 metri di disli-
vello complessivo, 45 km da percor-
rere con pelli di foca e ramponi. Sono i nu-
Dopo i tanti ritiri della scorsa edizione,
per il 2013 l’organizzazione vaglierà i
curricula dei candidati che, oltre alla
plasmare il territorio così come oggi
lo conosciamo. Dall’altro – aggiunge
– ha l’esigenza di riproporre questo
Le motivazioni della scelta di Trieste
sono legate al fatto che la città e il
suo territorio sono sinonimo di spele-
I n trenta rifugi del Veneto sarà possi-
bile navigare su web ad alta velocità
sfruttando il collegamento internet via
nità legate al fattore di emergenza, al
monitoraggio del territorio nelle aree in-
teressate, a sistemi in remoto di riscalda-
meri del XIX Trofeo Mezzalama, la sfida
di sci alpinismo in programma il 27 aprile
2013, da Cervinia a Gressoney (AO). A
preparazione fisica, dovranno dimostra-
re di possedere competenza alpinistica.
Il numero dei partecipanti è fissato a 900
patrimonio come fattore strategico
del turismo, soprattutto montano e
dei territori più marginali della nostra
ologia. Qui, infatti, nel 1958 è nata la satellite. L’iniziativa, promossa dalla mento di approvvigionamento elettrico e ottant’anni dalla prima edizione, gli ingre- e, per scongiurare il rischio ipotermia, Regione, puntando a uno sviluppo
Scuola Nazionale di Speleologia del Regione Veneto in collaborazione con al collegamento è di più rifugi in rete con dienti della “maratona dei ghiacciai” sono nel materiale obbligatorio è stato intro- economico equilibrato e sostenibile
CAI, che ha avuto come primo diret- il CAI, con il supporto di Open Sky che un portale apposito per la gestione delle rimasti gli stessi: vento, fatica, ma anche dotto l’abbigliamento tecnico. Iscrizioni perché rispettoso delle ricchezze
tore Carlo Finocchiaro. Su richiesta fornirà l’hardware necessario, permette- attività di prenotazione e di promozione adrenalina e spirito di squadra, visto che dal 15 gennaio al 15 febbraio 2013, info e ambientali e naturali».
della Commissione Grotte E. Boegan rà di assicurare questo servizio, sempre turistica. I rifugi coinvolti nel progetto si partecipa in cordate di tre componenti. regolamento www.trofeomezzalama.org. «La nostra Regione vanta un impor-
della SAG CAI Trieste, la Federazione più necessario anche nella gestione ordi- pilota sono VII Alpini a Belluno, sulla tante patrimonio escursionistico che si
Speleologica Regionale FVG ha dedi- naria dei rifugi. L’intento della Regione Schiara, Antonio Berti a Comelico Su- estende per quasi 5000 km sull’intero
cato proprio a Finocchiaro il comples- Veneto e del CAI è fornire gratuitamente periore in Vallon Popèra, Boz sulle Vette Architettura di montagna talvolta ridurre, minimizzare. Che occorre territorio, interessando particolar-
so ipogeo “Mainarda, La Val, Noglar, gli apparati per rendere le Dolomiti e i Feltrine, Nuvolau a Cortina d’Ampezzo all’International Mountain verificare il comportamento dei nuovi edifici mente la parte montana dell’Emilia-
Battei”. La dedica è stata il secondo suoi rifugi luoghi attrezzati con tutti i sul monte omonimo, rifugio Padova a rispetto alle attese, attraverso un attento Romagna – continua la consigliera
Summit
atto formale, preceduto dalla “prima servizi utili per il turismo e per chi ama Domegge di Cadore in Pra di Toro, Som- monitoraggio, mettendo a punto modelli di regionale del Pd – Antiche mulattiere e
nazionale” durante l’incontro Spe- la montagna. I campi di applicazione del mariva al Pramperet nel Longaronese- Che lezione si può trarre dalla giornata di calcolo e scambiandosi i dati così acquisiti. vecchi tratturi un tempo fondamentali
laion 2012 a Borgo Celano in Puglia, dispositivo satellitare in questo contesto Zoldano e Alfonso Vandelli a Cortina sul studi “Architettura e montagna”, ospitata Che occorre responsabilità nel costruire, per alimentare i microcosmi in cui si
dove erano presenti Luca Calzolari sono svariati e comprendono opportu- Sorapiss. nell’ambito della quarta edizione dell’In- consci dei propri limiti di fronte all’ambiente muoveva l’economia contadina, questi
(Coordinatore Eventi del 150°), Rosi ternational Mountain Summit, svoltasi a alpino, facendo talvolta un passo indietro per sentieri sono oggi retaggio di una
Merisio (Presidente Commissione Bressanone dal 19 al 26 ottobre? Intanto, riscoprire il significato profondo dell’abitare cultura e di tradizioni che non devono
Centrale per la Speleologia CAI) e 600 istruttori al convegno tutta Italia, oltre a 7 Consiglieri Centrali, 7 vista la partecipazione, che il dibattito è in un luogo così determinato (al limite, rinun- essere smarrite. Ma non solo. Essi pos-
Anna Assereto (Direttore delle Scuole della CNSASA a Soave Presidenti di GR, 30 Presidenti di Sezione e al centro dell’interesse di addetti ai lavori ciando anche a intervenire, senza ricostruire sono diventare occasione di rilancio
di Speleologia del Club Alpino Italia- un numero significativo di delegati. (club alpini, gestori, progettisti, operatori ma limitandosi a demolire). In ogni caso, economico per le nostre zone mar-
no). Molto importante anche il “teatro” Sabato 17 novembre a Soave (VR) la Com- Nei due documenti, votati all’unanimità, è turistici) e appassionati. Che siamo all’inizio tale responsabilità fa riacquisire centralità al ginali, garantendo così le condizioni
della presentazione delle iniziative missione Nazionale Scuole di Alpinismo stata ribadita l'importanza che rivestono del confronto e che occorre spiegare nei più progetto di architettura, che da banale realiz- per il permanere di un presidio umano
speleologiche del 150° CAI. L’evento “Le Scialpinismo e Arrampicata libera del CAI le scuole del CAI e l’impostazione della ampi modi possibili il grande cambiamento zazione edilizia deve diventare strumento indispensabile a preservare il territorio
grotte del Carso, Tesori da svelare”, in- (CNSASA) ha organizzato il convegno didattica CNSASA. Presenti il Presidente in atto nei processi realizzativi. Che non è in grado non solo d’interpretare le esigenze dal dissesto causato dall’abbandono.
fatti, è stato un evento pensato per tutti Scuole di Alpinismo: promozione dell’alpi- CNSASA Maurizio Dalla Libera, molto detto che il raggiungimento dell’efficienza di chi abita nelle Alpi, ma deve avere anche Ringraziando il CAI per i suggerimenti
quelli che non conoscono la speleologia nismo, identità, ruolo nel CAI. soddisfatto per la qualità dei temi trattati, (energetica, di prestazioni dei materiali, di una valenza pedagogica per tramandare il forniti, ora speriamo di procedere spe-
e che, in qualche modo, hanno la voglia Un appuntamento straordinario per i 75 e il Presidente del CAI Umberto Martini, ottimizzazione della logistica di cantiere) rispetto verso la montagna e la consapevo- ditamente con l’iter di approfondimen-
e la curiosità di avvicinarsi al meravi- anni della Commissione, al quale hanno che ha sottolineato la garanzia di qualità e significhi per forza alta tecnologia e costosis- lezza delle nostre azioni. to e coinvolgimento, affinché si arrivi
glioso mondo delle grotte. preso parte 600 istruttori provenienti da sicurezza delle scuole CNSASA. sime opere avanguardistiche, bensì significa (Roberto Dini, Luca Gibello) presto alla sua approvazione in Aula».

6  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  7


Le montagne dallo spazio
Vulcani delle Isole Aleutine a cura di Mario Vianelli

Le Isole Aleutine sono parte della cosiddetta “cintura di fuoco” Le Aleutine sono la diretta prosecuzione dell’omonima catena della linea di cambiamento di data; come
che circonda su tre lati l’Oceano Pacifico con ampi archi insula- montuosa dell’Alaska meridionale e si sviluppano per 2500 chi- spesso avviene le nubi sospinte dai venti
ri e grandi catene montuose. È una zona di fortissime tensioni lometri con un arco che si spinge fin quasi alle coste della peni- settentrionali si infrangono contro le iso-
tettoniche e dove si manifesta la massima attività sismica e vul- sola asiatica della Kamcatka,
ˇ delimitando il Mare di Bering. Le le disegnando eleganti volute. Il nome
canica; si calcola che il 90% dei terremoti, e quasi tutti quelli più isole sono in gran parte disabitate, con oltre la metà della popo- di questo remoto gruppo di isole fu dato
intensi, avvengano in corrispondenza del margine della placca lazione (poco più di 8000 abitanti in tutto) concentrati nell’iso- dall’esploratore russo Fyodor Petrovich
pacifica. Nelle Aleutine si trovano oltre settanta vulcani, una la di Unalaska. Nonostante la latitudine compresa fra i 51° e i Litke che nel 1827 fece scalo sull’omo-
trentina dei quali hanno avuto eruzioni in epoca storica. L’estre- 55° – la stessa delle Isole Britanniche – il clima è decisamente nima isola (non visibile nell’immagine)
ma attività vulcanica è anche testimoniata dalla nascita di nuove severo, non eccessivamente rigido ma umido e nebbioso (nelle trovandola infestata da ratti grigi, animali
isole; così nel 1796 e nel 1883 sono nate dal mare le isole Bogoslof isole esterne si contano fino a 358 giorni di copertura all’anno), giunti casualmente in seguito al naufragio
e Fire – entrambe situate a ovest di Unalaska – e non lontano con tempeste frequenti e forti venti settentrionali che limitano la di una nave giapponese nel 1780. I ratti, in
da lì si innalzarono nel 1906/1907 due nuovi vulcani, poco dopo crescita delle piante arboree a modeste formazioni di salici nani. assenza di predatori, si moltiplicarono in-
distrutti da un’eruzione esplosiva. La montagna più alta dell’ar- La foto in questa pagina riprende parte dell’arcipelago delle disturbati per più di due secoli, deciman-
cipelago è il vulcano Shishaldin (2869 m) nell’isola di Unimak. Isole Rat, situate in mezzo all’oceano immediatamente a ovest do le colonie di uccelli marini fino a che,
nel 2009, una campagna di eradicazione
ha liberato l’isola dalla loro invadente
presenza.
Nel 1965 l’arcipelago fu l’epicentro di uno
dei più forti terremoti mai registrati. Le
tre isole mostrano morfologie differenti.
Little Sitkin è composta da un unico stra-
tovulcano alto 1188 metri, generato dagli
accumuli di eruzioni successive, le ultime
note nel 1776, 1828, e nel 1900. Semisopochnoi significa in rus-
so “che ha sette colline”, ed è effettivamente formata da diversi
apparati vulcanici compenetrati e sovrapposti fra loro attorno a
una gigantesca caldera preesistente che contiene anche il Lago
Fenner. L’altezza massima è raggiunta a 1221 metri dal cono bi-
fido del Monte Anvil. Il Monte Cerberus è cresciuto invece con
tre coni all’interno della caldera ed ha prodotto l’ultima grande
eruzione, nel 1873. Priva di mammiferi terrestri indigeni e rima-
sta indenne dall’invasione dei ratti, Semisopochnoi è il luogo ide-
ale per la nidificazione degli uccelli marini; nel 1997 sono state
definitivamente rimosse le volpi artiche introdotte nell’Ottocen-
to, così che attualmente le colonie sono in forte ripresa e com-
prendono oltre un milione di nidi. Amchitka, la più meridionale
delle isole visibili, è molto diversa dalle altre, non presentando
apparati vulcanici visibili ed essendo quasi pianeggiante, benché alto 1288 metri e coronato da una caldera di due chilometri di
aspra e rocciosa. Abitata da gruppi di Aleuti – gli antichi abitanti diametro. Al centro dell’immagine si trova invece il vulcano Cle-
di queste isole, imparentati con gli Eschimesi – e poi da cacciato- veland, alto 1730 metri, con il caratteristico pennacchio di fumo
ri di pellicce russi, durante la Seconda guerra mondiale nell’isola e le colate di detriti sui fianchi che ne denotano l’attività. Si tratta
fu costruito un aeroporto e negli anni della Guerra Fredda è sta- infatti di uno dei vulcani più attivi delle Aleutine, con almeno
ta usata come sito per test nucleari sotterranei, l’ultimo dei quali 22 eruzioni principali negli ultimi due secoli e ben sei, di mino-
nel 1971; dal 1994 l’isola è nuovamente disabitata, ma è stata re entità, negli ultimi tre anni; anche recentemente sono state
oggetto di lavori di ripristino ambientale e periodicamente ne segnalate emissioni di nubi di cenere, insidiose per il traffico ae-
viene misurata la radioattività. reo, ed il vulcano è costantemente controllato. L’immagine qui
L’immagine in alto in questa pagina, in falsi colori, è stata ripre- sopra è stata ripresa il 23 marzo 2006 dalla Stazione Spaziale
sa 750 chilometri a nord est della precedente e riprende l’arcipe- Internazionale e mostra il vulcano Cleveland in piena attività; in
lago delle Quattro Montagne, così battezzato dai navigatori russi questo caso sono stati proprio gli astronauti i primi ad accorger-
perché vi spiccano quattro grandi vulcani; per gli Aleuti queste si dell’eruzione segnalandola tempestivamente all’Alaska Volca-
isole erano Uniigun
ˇ (“da dove nascono i venti”) e le considerava- no Observatory, istituto preposto al monitoraggio degli oltre 130
no sacre, ritenendole il luogo originario del loro popolo. vulcani del Pacifico nord orientale.
Anche qui le isole sembrano costituire una diga per le nuvole NASA Earth Observatory/United States Geological Survey e U.S./
sospinte dai venti settentrionali dominanti in queste regioni. A Japan ASTER Science Team – Jesse Allen, Robert Simmon e Steve J.
sinistra si nota la forma regolare dell’Isola Herbert, un vulcano Smith. NASA/JSC Gateway to Astronaut Photography of Earth

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  9


1928, la traversata Il diario e le foto originali dell’impresa di Ugo Massi,
Gino Tornari, Luigi Gottardi e Italo Massi, che 85

delle Dolomiti sugli sci


anni fa partirono dal passo Sella e sei giorni più tardi
arrivarono alle Tre Cime di Lavaredo

S
Le Cinque Torri salendo iamo all’inizio degli anni Venti e, dopo il
verso il Nuvolau tormento della Prima guerra mondiale, c’è
voglia di ritorno alla normalità. La monta-
gna non è più terreno di sanguinose battaglie, ma
ritorna a essere luogo di pace e di silenzi. L’attivi-
tà alpinistica riprende il suo cammino. A Gorizia
quattro giovani alpinisti formano “una cordata”
sicuramente tra le più forti di tutto il territorio
isontino e non solo. Nel giro di pochissimi anni
contribuiscono a scrivere parte della storia alpini-
stica delle Alpi Giulie tra ripetizioni di vie di ar-
rampicata, prime salite alpinistiche, prime scalate
invernali, prime ascensioni su vie di roccia. Non
mancano molte puntate verso l’area dolomitica a
tastare vie intuite e già percorse dai grandi dell’al-
pinismo di allora. Ma la loro attività non si ferma
solamente all’essenza dell’alpinismo. Durante la
stagione invernale si muovono con gli sci per non
rimanere lontani dalle loro amate vette. Compio-
no traversate dei gruppi montuosi delle Alpi Giu-
lie, molteplici gite tra le vette delle Dolomiti per
abbracciare un concetto ancora pionieristico di
scialpinismo. I loro nomi sono: Ugo Massi, Gino
Tornari, Luigi Gottardi e Italo Massi. Nell’inverno
del 1928 compiono la traversata completa con gli
sci delle Dolomiti da Ovest a Est. Partono dalla Val
Gardena in mezzo a una tormenta di neve e, in un
susseguirsi di giornate di buono e cattivo tempo
tra il Gruppo del Sella, la Val di Fassa, le Dolomiti
Ampezzane, giungono fino alle Dolomiti di Sesto
al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo. Roberto
Galdiolo, nipote di Italo Massi, ha recuperato il
diario e alcune foto dell’impresa, che vi proponia-
mo di seguito e che ancora oggi mantiene intatto il
fascino di un itinerario ripercorribile. Un tuffo in
un’altra epoca, in tutti i sensi.

PASSO SELLA, 5-6 FEBBRAIO 1928


Il trenino della Val Gardena pare un giocattolo, la
locomotiva minuscola è sotto pressione, non ci si
capisce niente dato il vapore che ne usciva da tut-
te le parti. Non si possono spiegare le impressioni
che si provano su quel trenino.
È un insieme di movimenti stranissimi, un susse-
guirsi di urti e di spinte, un traballare continuo.
Pare il terremoto quando trova un tratto pianeg-
giante, pare l’ascensore mezzo rovinato, quando
s’inerpica per una salita. Non siamo riusciti a far-
ci un’idea di quello che dovrebbe essere facendo

10  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  11


A fronte in alto: foto di il viaggio in discesa. In ogni caso è savio, farsi gli ATTRAVERSO IL PASSO PORDOI AL PASSO
gruppo sotto il Nuvolau. scongiuri d’occasione. FALZAREGO, 7 FEBBRAIO 1928
In basso: discesa al
In Val Gardena nevica e forte. A mezzogiorno sia- Dopo le nevicate anche il tempo prende final-
Passo Giau
mo al capolinea, il viaggio è finito. Ora addio valli, mente un po’ di respiro; sole e cielo azzurro.
addio borgate, vi rivedremo fra qualche settimana, Partenza dal Passo Sella; dopo il commiato a
addio gente, vi lasciamo ben lieti, non vedremo più quell’anfiteatro dolomitico ci lanciamo subito
capelli tagliati, gonne corte; rimarremo soli nel re- nella ripida discesa verso la Val di Fassa.
gno delle altezze. La discesa da Passo Sella (2218 m) verso le Mal-
Lasciamo la valle per salire al Passo Sella. Durante ghe Roa è una volata continua su neve stupenda,
la salita purtroppo la visibilità è piuttosto ridotta. farinosissima, che ci permette di gustare l’eb-
Nevica leggermente. Man mano che saliamo con brezza di questo sport. Ci sbizzarriamo a nostro
la sola direzione dei pali telefonici, la tormenta agio per le chine meravigliose tracciando linee di
ci investe a tratti con maggior violenza. Abbiamo tutte le forme, simili a tante ferite sulla vergine
l’impressione degli sterminati pendii nevosi che candida mentre dietro di noi, coi nostri veloci
ci circondano, solo quando per qualche folata più pattini, solleviamo nella folle corsa una lunga
impetuosa del vento, le nubi diradandosi si solle- nube di polvere. Ogni tanto ci arrestiamo per ri-
vano fino a lambire le basi del Gruppo del Sella e unirci per le esigenze dei fotografi ma soprattut-
del Sassolungo. La salita è monotona nella nebbia,
siamo tutti un po’ di cattivo umore, che il cattivo «Per tutto il pomeriggio è un
tempo dura già da parecchi giorni. Dopo un’ora e susseguirsi di tentativi con gli sci
mezza di salita con neve abbondante, si intravede subito repressi dalla tormenta»
la sagoma del Rifugio di Passo Sella tra il velario
della neve. Acceleriamo per giungere prima pos- to per contemplare l’immenso scenario di vette
sibile sotto il desiato riparo. Il rifugio sorge in una aguzze e di colori che ci attorniano da ogni parte.
posizione stupenda a 2200 metri tra il Gruppo del È una giornata perfettamente serena, tutto sem-
Sassolungo ed il Gruppo del Sella ma ora non si bra più vicino per la purezza dell’atmosfera.
vede nulla. Dopo l’ebbrezza della velocità, si sale al Passo
Il giorno dopo la neve non cessa di turbinare. L’im- Pordoi, fra gli alberi carichi di bianco peso al-
«Lasciati gli sci per pazienza è grande e così per tutto il pomeriggio è ternandoci a batter pista mentre il sole già alto
cresta raggiungiamo un susseguirsi di allarmi e di tentativi di sortita ci dardeggia coi suoi raggi e ci brucia il viso col
in breve la vetta del con gli sci subito repressi dalla tormenta che conti- riflesso della neve. Lontano si profilano nel cielo
Nuvolau Basso (2575 nua a cadere dal cielo. Poi finalmente tutto sembra terso le Tofane, il Col di Lana, il Nuvolau.
metri). Descrivere il calmarsi e ci troviamo tutti fuori a pestare la neve Un ultimo sguardo verso il Sassolungo e poi giù
panorama che da lassù verso il Col Rodella da dove dovrebbe aprirsi un per la linea di massima pendenza.
si offre ai nostri sguardi panorama immenso. Quando dopo un po’ di fatica Scrivendo ora, la penna quasi sente ancora la foga
attoniti sarebbe troppo raggiungiamo la vetta a 2500 metri anche il cielo e la fuga di quella discesa ripida ed inebriante.
arduo e finirebbe sembra voglia mostrarsi benigno e tra uno squar- L’ultimo tratto per arrivare ad Arabba fa volare
in un monotono cio di nubi ci lascia per un attimo ammirare la vici- qualche sermone. La neve tutto ad un tratto at-
elenco di tutte le nissima Punta Grohmann e la Val di Fassa. Subito tacca come la gomma, non c’è verso di scendere
cime del Cadore, però nuove folate di neve, di freddo e vento che ci senza spinta.
dell’Ampezzano, del taglia il viso e gela le mani, ci costringe a ritornare Ad Arabba ci attende una slitta che ci dovrà con-
Trentino e Alto Adige. velocemente sui nostri passi. durre ad Andraz per risparmiarci quel lungo
Era tutto un susseguirsi Ed il ritorno è una corsa pazza nella nebbia, lungo tratto di fondovalle. Filiamo silenziosi e veloci
di punte seghettate, le scie di salita, simili a due rotaie su cui scorrono i fino ad Andraz mentre iniziano a scendere le pri-
di vette, di obelischi nostri legni, mentre tesi nello sforzo, cerchiamo di me ombre nella valle. Ripartiamo subito con gli
di roccia, di infiniti e non perdere questa unica traccia, l’unico filo che sci alla volta del Falzarego mentre la Marmolada
candidi pendii in una ci lega alla via giusta. Poi, mentre siamo di ritorno e le montagne vicine perdono lentamente il co-
fusione di luci e colori. E al Passo Sella in breve fummo fuori dalla nebbia lore del giorno. A metà salita è già buio perfetto
sopra a tutto un cielo di e finalmente ai nostri occhi si scopriva lo scenario ma dobbiamo proseguire, tenendo bene aperti
un azzurro così carico nascosto: il Sassolungo, il Sella, le Odle, colorite di gli occhi per non deviare. Raggiungiamo il li-
che all’alzare gli occhi rosa dalla luce del tramonto. mite del bosco sotto le pareti del Sass di Stria.
sembra nero. Sostiamo Sostammo a lungo ad ammirare, fino a che le pri- Qui dobbiamo faticare non poco per raggiungere
lassù a lungo, inebriati, me ombre della sera gravarono d’intorno. Rag- la sommità del passo mentre in basso brillano i
sentendosi così come giunto nuovamente il rifugio uscimmo spesso a lumi dei casolari sparsi e dei paesi. Son quasi le
minuscoli esseri rimirare le stelle mentre nel paesaggio notturno 21 quando ormai possiamo staccare i nostri fe-
sperduti in un mondo pesava un silenzio profondo, assoluto, la solitudine deli sci e bussare alla porta del Rifugio posto a
nuovo». terribile e felice dell’alta montagna. Passo Falzarego.

12  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  13


PASSO FALZAREGO, 8 FEBBRAIO 1928 susseguirsi di punte seghettate, di vette, di obe-
Il tempo ci costringe a far riposo. Anche oggi ne- lischi di roccia, di infiniti e candidi pendii in una
vica. Nel pomeriggio le nubi si vanno diradando fusione di luci e colori. E sopra a tutto un cielo di
a tratti e noi possiamo calzare gli sci ritornando un azzurro così carico che all’alzare gli occhi sem-
all’obelisco nella speranza di veder qualcosa. Ma bra nero. Sostiamo lassù a lungo, inebriati, sen-
poco si vede tra il velario della nebbia rotto a trat- tendosi così come minuscoli esseri sperduti in un
ti da colpi di vento. Nella notte già brilla qual- mondo nuovo.
che stella e soffia il vento di tramontana sopra le Poi di nuovo giù per la cresta fino alla forcella coi
Tofane. nostri sacchi; e ancora giù a rotta di collo in costa
sul versante sud del Nuvolau fino al Passo Giau
VERSO IL PASSO GIAU, 9 FEBBRAIO 1928 (2250 m). Della nostra fila indiana ora non rima- Cortina, dove i bimbi
Sono poco più delle sei. Qualcuno non ha quasi ne più traccia, sembra quasi che qualcuno abbia vanno a scuola coi
chiuso occhio per la febbre di sciare. Vengono a dato il “si salvi chi può” per qualche imminente loro sci, più o meno di
spalancarci le nostre finestre per farci ammirare il pericolo. Nella fantastica corsa ognuno si è dile- “marca”, ai piedi; dove
roseo albeggiare. Pigramente preferiamo contem- guato in diverse direzioni per godere a comple- il mondo elegante
plare il panorama dal caldo giaciglio lasciando i to suo agio la varia pendenza del terreno. Più in cambia i vivaci costumi
due impazienti che imprechino i sette cieli contro basso tutte le scie convergono ad un solo punto ed tre o quattro volte al
la nostra pigrizia. Alle otto però siamo già tutti in arriviamo al Rifugio Ravà. Bisogna però andarci giorno e sugli sci si
fila a pestar a turno la neve nel vallone. Iniziamo quanto si sappia prima che non ci vengano i tu- trascina più o meno
subito un’erta salita nel bosco rado fino a raggiun- risti di Cortina d’Ampezzo. Avevamo calcolato di elegantemente per
gere il pianoro delle Cinque Torri. trovare da mangiare e invece dovemmo acconten- le sue vie fino a sera,
tarci di raccogliere tra le carte dei cestini le briciole quando in smoking
«Dopo l’ebbrezza della velocità, rimaste e qualche pezzetto più grande che gentili o décolleté si riversa
si sale al Passo Pordoi, fra gli ed eleganti signorine ci concedevano, non abbia- nelle sale per il ballo o il
alberi carichi di bianco peso» mo ben compreso se per paura di noi o per com- concerto. DOLOMITI DI SESTO, 11 FEBBRAIO 1928
passione. Certo non rimanemmo a bocca asciutta. Noi a quest’ultima Quando lasciamo l’alloggio è ancor buio e tutto
Seguiamo quindi la base del Nuvolau Alto (2648 Erano saliti fin qui in slitta a cavallo e pochissimi strana usanza tace. Il cielo nella notte si è andato ricoprendo di
m) fino alla Forcella Nuvolau (2400 m). Lasciati si arrischiano a compiere la grave fatica di salire non abbiamo nubi, le quali ci fanno perdere l’illusione di una mi-
gli sci per cresta raggiungiamo in breve la vetta a piedi sui pendii soprastanti, preferendo invece voluto adattarci ed gliore giornata.
del Nuvolau Basso (2575 m). Descrivere il pano- restare a fare esibizioni acrobatiche e capitomboli indisciplinati, ma decisi, Nel silenzio del rado bosco in Val Fiscalina gli sci
rama che da lassù si offre ai nostri sguardi attoniti nelle immediate vicinanze del rifugio. Poi restam- entriamo nelle locande battono la pista con ritmo monotono. E anche noi
sarebbe troppo arduo e finirebbe in un monoto- mo a goderci il tepore del sole fino al tramonto. con l’unica camicia che taciturni seguiamo con la fantasia i mille ricordi di
no elenco di tutte le cime del Cadore, dell’Am- Poi alle prime ombre, giù per i campi e la strada ci accompagna dalla giorni lieti e laboriosi vissuti tra queste vette.
pezzano, del Trentino e Alto Adige. Era tutto un nel bosco fino a Cortina. partenza. Siamo saliti quasi in un pellegrinaggio d’amore,
A fronte: le Tre Cime CORTINA D’AMPEZZO, 9-10 FEBBRAIO 1928 senza alcuna velleità di conquista: solo per am-
di Lavaredo dal Faloria Cortina, perla delle Dolomiti, coi suoi famosi mirarle oggi, nella loro candida veste invernale, le
Sopra: verso il Rifugio tramonti, colle sue luci, coi suoi colori contra- Tre Cime di Lavaredo. Intanto un leggero vento di
Tre Cime (Locatelli).
A sinistra: Italo Massi
stanti, colori che irresistibilmente affascinano tramontana inizia a soffiare contro le nubi che già
anche l’animo meno suscettibile, lo spirito meno lasciano sfuggire qualche punta verso il cielo. Ecco
sognatore. finalmente il sole, forte, compie l’opera. Abbiamo di
Cortina, colla sua folla multicolore, coi suoi al- fronte massicci imponenti di montagne, castelli di
berghi signorili, dove nelle grandi sale risplen- guglie, obelischi sfidanti le ire dei cieli e dovunque
denti di luce e di eleganza cantano i violini e si colori forti, tinte di gran contrasto.
intrecciano i flirt nei vortici delle danze. Ma l’impressione che proviamo quando all’altopia-
Cortina, dove i bimbi vanno a scuola coi loro sci, no di Toblin appaiono le Tre Cime di Lavaredo è
più o meno di “marca”, ai piedi; dove il mondo impossibile a dire.
elegante cambia i vivaci costumi tre o quattro vol- Restammo li non so quanto tempo.
te al giorno e sugli sci si trascina più o meno ele- E poi la discesa dalla Forcella Lavaredo a 2450 me-
gantemente per le sue vie fino a sera, quando in tri in picchiata fino al lago di Misurina e poi sulla
smoking o décolleté si riversa nelle sale per il bal- strada ghiacciata per ritornare a Cortina.
lo o il concerto. Noi a quest’ultima strana usanza L’indomani fu doloroso come ogni ritorno dalla se-
non abbiamo voluto adattarci ed indisciplinati, rena quiete dei monti.
ma decisi, entriamo nelle locande con l’unica ca- Rimangono i ricordi, come sogni svaniti troppo
micia che ci accompagna dalla partenza. in fretta, e bisogna dirlo una voluminosa collezio-
Il giorno successivo partiamo per Dobbiaco e ne di magnifiche fotografie.
San Candido e poi con una slitta fino a Sesto in Luigi Gottardi, Gino Tornari, Ugo e Italo Massi,
Pusteria. febbraio 1928

14  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  15


Così temerari da uscire
addirittura dal sentiero
La montagna presa in giro: cronaca semiseria di
un’escursione cominciata a casa e finita... a casa
di Edoardo Martinelli - Illustrazione di Massimo Bonfatti

L
eggo molto di montagna, e vado a sentire, lentamente, fino ad occupare tutta la giornata,
ogni volta che capita, Messner (ogni dieci con sonnellini e meditazioni alpinistico-metafi-
anni passa da Brescia, ho il suo autografo siche sulle regole del buon andare in montagna:
su un maxi calendario) e gli altri alpinisti che mai sedersi quando si è stanchi, mai mangiare
passano dalla mia alpinistica città. quando si ha fame, mai bere quando si ha sete,
Ho sempre ammirato in loro quelli che sanno mai! E allora mi siedo alla prima paizzola pa-
accettare le sconfitte e per questo ammiro Mau- noramica, prima di stancarmi, mi mangio il pa-
ro Corona che parla nei suoi racconti per lo più nino col lardo a metà mattina e bevo il vino del
dei suoi fallimenti alpinistici, con grande senso tetrapak, meglio di niente.
di ironia e con la sua migliore scrittura. Andando avanti sulla filosofia della rinuncia
Con sconfinato interesse traduco in immagini i sono arrivato a punte inarrivabili dai neofiti,
loro racconti, e li vedo, vicini alla vetta, il mal- rinunciando anche a partire la mattina stessa,
tempo, il cielo nero, nubi di piombo, il rischio, ancor prima di levarmi dal letto a ore anteluca-
la slavina, il saper rinunciare in nome di valori ne. Il motivo profondo era: meteo positivo, otti-
superiori rispetto all’arrivare in cima. ma giornata, zaino fatto, tutto pronto, percorso
Ho fatto di questa scelta un valore fondante e conosciuto, impegnativo ma fattibile. Quindi:
quasi sistematicamente, con piglio anacoreta, troppo comodo, io rinuncio. Ci vuole disciplina
rinuncio a qualsiasi vetta, fermandomi prima amici, ma sono arrivato alla fine del cammino di
di arrivare sulla sommità. Dapprima ho comin- perfezionamento del mio andare in montagna,
ciato a fermarmi al rifugio sottostante, a pochi per cui ho capito che per essere un vero alpi-
metri dalla bandiera o dal cippo che indica la nista devi sostanzialmente startene a casa tua.
vetta. Poi mi sono fermato a tre quarti della sali- Non metti a rischio la tua vita, quella dei tuoi
ta, dicendomi “be’ ormai è come se fossi arrivato, eventuali soccorritori, non inquini viaggiando,
tanto vale fermarsi qui, magari il tempo cambia, non rovini l’erba col calpestio, non favorisci
non rischiamo”. Col tempo ho preso anche a l’evasione fiscale (perché alle malghe non fanno
fermarmi al rifugio o alla malga che sta a metà lo scontrino), non disturbi i malghesi e i pastori
strada, basta che vendano il formaggio o altri che stanno lavorando, non invadi i territori del-
prodotti locali. La motivazione è che bisogna le popolazioni locali, non rubi posti macchina
interagire con l’economia e la cultura locale, e nei parcheggi, non contribuisci a produrre ri-
parlare coi malghesi e con i pastori, per carpirne fiuti nei rifugi. E soprattutto non devi affrontar
la saggezza. Per ora ho carpito solo formaggio, l’eterno dilemma messneriano che lui ci propina
pagando in contanti. Per la saggezza farò un bo- ogni volta nei suoi libri: se vai sul sentiero co-
nifico a parte, è un onere deducibile. nosciuto non sei un uomo di avventura sei solo
Poi ho preso anche a rinunciare alla vetta un’ora un turista vigliacco, ma se esci dal sentiero sei
dopo essere partito. La motivazione è stata che un incosciente temerario che gioca con la vita
non ero al top, e bisogna ascoltare il proprio cor- propria e degli altri.
po, le sensazioni che ci manda. E sono tornato L’unica, come dicevo, è starsene a casa.

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  17


Esce in libreria Settimo senso, il libro del grande apinista
e esploratore austriaco, che ora vive in Italia. Dalla
tragedia sul Chogolisa, dove morì Hermann Buhl, sino
alla recente visione della Cordillera Blanca, che vorrebbe
esplorare: «Però dovrei nascere un’altra volta»
di Roberto Mantovani - Foto dell’archivio di Kurt Diemberger

Q
A fronte: una cordata uesta intervista prende lo spunto dall’ulti- esempio alla mia discesa dal Chogolisa, nel 1957.
sulla cresta di Peuterey mo libro di Kurt Diemberger, classe 1932, Come ho potuto, quella volta, scendere di lassù?
al Monte Bianco. Lo
che il 16 marzo compirà 81 anni. Un vo- Non lo capisco neanche adesso: è come se fossi sta-
scatto fotografico mostra
la dinamica delle forze
lume che si legge tutto d’un fiato e che può essere to guidato da una forza invisibile, la stessa che quel
contrapposte presenti in annoverato tra i lavori letterari più interessanti di 27 giugno aveva spinto su Buhl e me verso l’alto.
campo: quella di gravità, Kurt. Vero monumento dell’alpinismo moderno e Si tratta di questioni su cui, negli ultimi anni, ho
che spinge verso il basso, contemporaneo (tra le sue innumerevoli scalate fi- riflettuto a lungo. Ma ho indagato spesso anche sui
e il vento che sale verso la
gura la salita di sei “8000”, due dei quali in prima motivi che mi hanno spinto a osare, a spingermi
cima. Sotto: la copertina
dell’ultimo libro di Kurt
ascensione assoluta), protagonista di primo piano oltre».
Diemberger, Il Settimo e attento osservatore dell’evoluzione dell’himalay- Due sensazioni che tu, nel libro, hai chiamato
senso (Alpine Studio) smo dal dopoguerra a oggi, nelle 337 pagine di sesto e settimo senso…
Settimo Senso (ed. Alpine Studio, 21 euro) Diem- «Sì: il sesto senso è una specie di premonizione
berger ha deciso di coinvolgere i lettori in una serie che ti mette in guardia, che ti dice: attenzione, sei
di riflessioni sugli eventi più misteriosi della sua sul filo del rasoio, torna indietro; oppure: non az-
lunga carriera sulle grandi montagne del mondo. zardare oltre, non è il momento, meglio che tu sia
Fatti apparentemente inspiegabili, di cui si è la- prudente. Una sensazione del genere l’ho provata
sciato scappare qualcosa solo con amici e famiglia- nel 1986, quando sono arrivato con Julie Tullis
ri, ma mai in pubblico, per lo meno mai in maniera poco sotto la vetta del K2. Nell’aria c’erano ombre
esplicita. e curiose onde di luce. Una cosa stranissima. Forse
«Perché ho scritto questo libro? Nella mia vita ci era un monito, l’avvertimento di tornare sui nostri
sono state delle situazioni in cui, non so esatta- passi. Dall’altra parte, dentro di noi, sentivamo una
mente come, sono riuscito a sopravvivere. Penso ad forte spinta a salire, volevamo andare in cima. E
questo è ciò che io chiamo settimo senso. La scel-
ta, spesso, si fa tra queste due opzioni. Ma bisogna
ricordarsi che al timone della tua vita ci sei sempre
e solo tu. Sei tu che scegli la direzione da prendere.
E devi saper distinguere tra settimo senso e false
sensazioni».
Ma sono cose che non capitano solo in
montagna…
«È vero, ma lassù sono determinanti, ne va della
tua vita. Come è importante, quando vai in mon-
tagna, riuscire a capire, ascoltandosi, se quel deter-
minato compagno è la persona giusta per la scalata.
Magari è uno simpatico, con cui riesci a condivide-
re dei momenti di allegria, ma non è detto che sia il
compagno di cordata giusto per un’ascensione dif-
ficile e rischiosa. Capirlo al volo è fondamentale».
Alla luce di quello che dici, la tua carriera alpi-

Kurt Diemberger
nistica assume una luce diversa: è come se per
tutti questi anni ti fossi affidato più ai sensi e
all’istinto che alla ragione…
«In questo libro ho cercato di andare il più in fondo

80 anni ad alta quota


possibile rispetto a ciò che in montagna ti spinge e
ti frena. E ho anche cercato di spiegare chi sia, in
certi momenti, il capitano della nave su cui viaggia

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  19


È l’estate del 1986. Ma anche tu, qualche volta, in montagna ti sei spirito, a quest’età non è cambiato nulla, però le
Julie Tullis, la metà del mosso di gran carriera… gambe non sono più quelle di una volta».
famoso “The highest
«Dov’è stato necessario. Ma io volevo avere anche il Non dirmi che hai dei rimpianti, dopo una vita
Film team in the world”,
fotografata sulla Spalla tempo di guardare e pensare. Però, è vero, qualche come la tua…
del K2. Sta preparando volta, ho corso anche solo per il piacere di correre, «Sai, mi dispiace di non essere stato sul Nanga Par-
il materiale per il balzo come è successo nello Shaksgam, quando l’ufficiale bat. Avevo sessantasei anni, quando ci sono torna-
finale alla vetta. Il tempo di collegamento diede a Julie Tullis e a me un solo to per rivedere vedere i posti in cui ero stato con
è ancora splendido, e
giorno di tempo prima del rientro. E là sperimen- Julie. Se ci fosse stato qualcuno con me, forse sarei
nessuno, quel giorno,
avrebbe immaginato ciò tammo la gioia dell’antilope che corre… La cosa potuto salire più in alto. E poi mi rincresce di non
che sarebbe successo stupida non è correre, cosa (che a volte) è propria aver scalato il Kangchenjunga, i “cinque gioielli
nelle ore successive… bella, ma farlo controllando continuamente l’oro- della grande neve”, che ho visto solo da lontano…
logio e cercare di misurarsi con gli altri». Non credo però di aver perso qualcosa, non avendo
Lo Shaksgam lo consideri ormai un capitolo scalato tutti i quattordici 8000. Capisco il fascino
chiuso, immagino di quella sfida, ma l’avventura si può trovare anche
l sesto senso quando «No, mi piacerebbe tornarci almeno una volta, ci a quote inferiori. Poco tempo fa ho tenuto una con-
sali verso una cima sono tante valli laterali ancora da esplorare. Con il ferenza a Huaraz, in Perù, e ho visto per la prima
è una specie di satellite riesci a vedere la conformazione orografi- volta la Cordillera Blanca. Mi sono trovato tra cime
premonizione che ti ca anche dei più gruppi montuosi più remoti, ma così belle, che… mi sono detto: Kurt, dovresti rina-
mette in guardia, che finché non ci vai con i tuoi piedi, non capisci se là si scere un’altra volta».
ti dice: attenzione, può passare davvero o meno. E lo Shaksgam è un Come immagini l’alpinismo del futuro?
sei sul filo del rasoio, luogo magico per l’esplorazione». «Presto arriverà il tempo delle grandi traversate ad
torna indietro. Dall’altra E se avessi ancora trent’anni? alta quota. Ma anche l’alpinismo esplorativo avrà
parte, si può sentire Ormai ne ho compiuto ottanta, ma sono conscio un seguito. La nota dolente è sempre la questione
una forte spinta a salire, che una vita non è sufficiente, se sei curioso. Di dei finanziamenti: gli sponsor sono disposti a tira-
la volontà di andare recente sono stato in Colombia e ho visto monta- re fuori i soldi solo di fronte a progetti che susci-
comunque in cima. gne incredibili. In linea d’aria s’innalzano a breve tano clamore. Ed è un peccato, perché c’è ancora
E questo è ciò che io distanza dalla giungla e ospitano una vegetazione moltissimo da scoprire, e il vero alpinismo sta
chiamo settimo senso. fantastica. Malgrado il brutto tempo, sono anco- proprio nell’esplorazione. Per fortuna ci sono dei
il corso della nostra vita. Credo di averlo spiegato Nel 1960, a 28 anni, avevi già scalato due 8000 Sopra: Kurt impegnato La scelta, spesso, si fa ra arrivato a quota 4200, ma non ero acclimata- giovani che seguono questa strada. E sono ragazzi
bene nel capitolo sull’iceberg. Difficile riassumerlo in prima ascensione. Un’esperienza straor- sullo Sperone della tra queste due opzioni. to. Tornerò, ma non sono più un ragazzo. Nello formidabili, che riescono ad aprire vie incredibili».
Brenva, in una fotografia
adesso, in due parole, meglio leggere quelle pagine, dinaria, per quei tempi. Come immaginavi, a
del 1956. Su questa
e riflettere sul senso della mia domanda: chi è che quell’età, il tuo futuro? via Diemberger si
decide della tua vita? Il destino, Dio, oppure sei tu? «Dopo l’ascensione del Dhaulagiri, nel 1960, sulle appassionerà per
Ci sono il sesto e il settimo senso, la voce fredda prime ero contentissimo. Poi ho cominciato a in- sempre all’uso della
della ragione, e poi un senso ancora superiore…». terrogarmi. E allora mi sono detto: Kurt, adesso cinepresa
cosa farai? Ho capito che non mi interessava ri-
«In montagna è fondamentale petere gli 8000 già scalati. Tant’è vero che ci sono
avere come compagno la voluti 18 anni prima che ritornassi lassù. Piuttosto,
persona giusta per la scalata» avevo una gran voglia di esplorare, di scoprire, di
creare qualcosa. Facevo il professore di contabili-
A proposito: qual è stata la tua avventura più tà, ma ho lasciato perdere: volevo stare vicino alle Presto arriverà il tempo
rischiosa? montagne. Ho lavorato alla stesura di Tra zero e delle grandi traversate
«La Grande Meringa, quella che nel 1956 sporgeva ottomila, come si faceva allora: con macchina da ad alta quota. Ma
sulla parete nord del Gran Zebrù: ci sono entrato scrivere, forbici e nastro adesivo per riunire i fo- anche l’alpinismo
per vedere e scoprire ciò che è lontano dal mondo gli che correggevo. Ho anche sostenuto l’esame esplorativo avrà un
degli uomini, e anche perché volevo capire se sa- per esercitare il mestiere di guida alpina. Poi mi seguito. La nota dolente
rei riuscito a superarla o meno. In quell’occasione sono messo a fare il cameraman. Ho realizzato il è sempre la questione
il rischio è stato notevole. Poi c’è stata la tremen- film sulla grande cresta di Peuterey, per portare il dei finanziamenti: gli
da esperienza della discesa dal Chogolisa, dopo la mondo dell’alta montagna anche nel cuore e nella sponsor sono disposti
morte di Hermann Buhl, quando mi sono trovato testa di chi non potrà mai salire lassù. Quello della a tirare fuori i soldi solo
sul filo dell’aldilà. Non vedevo più nulla, con quelle cresta di Peuterey è un capitolo saliente dell’ultimo di fronte a progetti che
condizioni meteo, potevo solo sentire, con i piedi libro. Ricordo che al mio compagno di cordata di suscitano clamore. Ed
e con i miei sensi. Qualcosa mi diceva di tornare allora, Franz Lindner, continuavo a ripetere: Pren- è un peccato, perché
indietro, era come una voce. In certi punti, un pas- diti il tempo necessario, se corriamo consumiamo c’è ancora moltissimo
so di più e sarei precipitato lungo l’altro versante. quest’avventura troppo in fretta! Era una scelta da scoprire, e il vero
Invece sono sopravvissuto. E poi il tratto sotto la che andava contro la mania della corsa folle con alpinismo sta proprio
vetta del K2, nel 1986». l’orologio». nell’esplorazione.

20  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  21


Addio Edlinger
Un banale incidente domestico si porta via a soli 52
anni Patrick Edlinger, icona planetaria dell’arrampicata
libera, di cui fu il primo grande interprete
profeta della leggerezza di Andrea Gobetti- Foto archivio C.A.M.P.

S
e un uomo cade e s’ammazza giù dalle sca- immancabilmente alle difficoltà. Ciò che gli
In quell’intensa le di casa, l’evento non fa notizia. C’è chi altri considerano impraticabile, diventa il suo
stagione in cui emerse parteciperà commosso e chi giustificherà terreno d’elezione per vivere e affermarsi.
di botto tutta una il suo cinismo supponendo che fosse ubriaco, In quel gioco che coinvolgeva sia il corpo che lo
classe di arrampicatori assonnato, o solo troppo sfortunato per vivere. spirito, non risparmiandosi né nell’allenamen-
completamente inedita, Se però a cadere è l’immagine della nostra lon- to fisico, né nella pratica del coraggio, Patrick
a Patrick Edlinger fu tana gioventù, se precipita in casa l’invidiato Edlinger e il suo omonimo e coetaneo Berhault
chiesto di diventare profeta della leggerezza, è morto qualcosa di furono maestri di tutti i modi d’arrampicare.
un divo e lui ci riuscì noi, di quando eravamo belli e ingenui e vive- Prima cambiarono le frontiere e le fantasie del
perfettamente. Grazie vamo la meraviglia di tenere il destino sulla possibile nella testa degli arrampicatori che,
alla regia di Jean Paul punta delle dita. stupefatti, li osservavano. Poi presentarono, a
Jansen, trovò milioni Patrick Edlinger era per carattere un genio chi dell’arrampicata niente sapeva, una serie
di spettatori col selvatico, ribelle, che già molto giovane non di immagini, di spettacoli affascinanti per gra-
fiato sospeso che lo sopportava orari, obblighi e prospettive della zia, atletismo, senso della libertà, intuizione
guardavano balzar fuori società normale. La sua natura lo portava non artistica.
dalle gole del Verdon alla lotta, ma semmai alla fuga dagli altri e la Con loro lo spirito mediterraneo, che aveva già
senza corda, a piedi nudi, sfida con se stesso. Sott’acqua, nelle grotte e fi- contagiato l’alpinismo classico con personaggi
e lì sospendere “La vita nalmente in parete. quali Comici e Livanos, entrò quasi in conflitto
sulla punta delle dita”. Chi cerca di allontanarsi dal gregge si affeziona coi gesti rigidi delle fredde montagne e li sotto-
mise al ruolo di comprimari.
Lo stile “californiano”, esplorativo e psichedeli-
co, fece posto all’irruente gentilezza dell’appi-
glio alla provenzale. Agili e allenati, immediati
nel riconoscere la forma da assumere per supe-
rare il passaggio, geniali nel confondere l’alto
col basso, il gancio con l’appoggio, i due Patrick
non potevano scorgere che in sé stessi i limiti
che l’arrampicata poteva ancora superare.
Quando, in due settimane alla fine degli anni
Settanta, i due, legati in cordata, fan saltare il

Patrick Edlinger era per carattere


un genio selvatico, ribelle,
intollerante a orari e obblighi
banco a Chamonix, ridicolizzando tempi e dif-
ficoltà degli storici mostri del Monte Bianco,
non hanno né l’età, né la patente per andarci in
macchina, dormono nel gelido sottoscala d’un
albergo, protetti da una cameriera e temono la
curiosità della legge ben più dei pilastri e dei
seracchi che van calpestando.
Evitare il lavoro in fabbrica fu il loro primo
obiettivo centrato.
Il progetto di vivere arrampicando li unì nel-
la vita, li divise quindi e li riunì ancora al tra-
monto, mentre il freeclimbing diventava ar-
rampicata sportiva, la cordata si scioglieva nel
passato e piano piano l’età dell’oro cedeva alle

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  23


ragioni dell’argento.
In quell’intensa stagione in cui emerse di bot- la foto di copertina
to tutta una classe di arrampicatori completa-
mente inedita, a Patrick Edlinger fu chiesto di
diventare un divo e lui ci riuscì perfettamente.
Grazie alla regia di Jean Paul Jansen, trovò mi-
lioni di spettatori col fiato sospeso che lo guar-
davano balzar fuori dalle gole del Verdon senza
corda, a piedi nudi, e lì sospendere “La vita sul-
la punta delle dita”.
Mai l’arrampicata aveva avuto un tale successo,
che moltiplicò gli appassionati, mai tanti spet-
tatori si sarebbero ritrovati la domenica suc-
cessiva in falesia, travestiti da Edlinger, dalla
fascia ai fuseaux. Lui era Le Blond, il biondo
dagli occhi penetranti.
Guardo il libro suo con le belle foto di Gérard

Divo, ma timido, preferisce gli


amici agli ammiratori, condivide
gesti e pensieri, solo se originali
Kosicki che raccontano il viaggio americano del
1985, la sua arrampicata esplode di voglia e bel- Quando Guy Delahaye
lezza, di grandi gesti in panorami spettacolari immortalò patrick al
che stanno al gioco americano d’una vita ran- forte di exilles
dagia, dove ci sono migliaia di sassi pellerossa
e denti corallini azzannano le dita incastrate in La fotografia che vedete
fessura. È un’arrampicata molto western la sua, sulla copertina di questo
sarà cinema, ma le pistole son vere, Patrick si numero è di
protegge con nuts e friends salendo dal basso, Guy Delahaye, noto
la corda talvolta c’è, ma altre no. fotografo francese che ha
Divo, ma timido, preferisce gli amici agli am- curato la mostra di foto
miratori, ama condividere gesti e pensieri, solo in bianco e nero Grimper
se originali. Scoprirà Céüse, quando Buoux si l’histoire (arrampicare la
sovrappopola. storia), che si è tenuta al
La macchina del successo si è però messa in Forte di Exilles nel 2002,
moto. Gente molto in gamba, da sacrificare al averlo mai fatto. Si ritira dalle prime pagine, Patrick Edlinger: promossa dal Museo Na-
mito, se ne trovava parecchia in Francia, ma va a vivere a La Palud-sur-Verdon, a qualche un’icona zionale della Montagna
sulla superiorità di Edlinger eran tutti d’accor- chilometro dalla mitica falesia dell’Escales. dell’arrampicata di Torino e dalla Regione
sportiva, un artista sulla
do. Vince la grande sfida a Bardonecchia, deci- “Ogni tanto, specie nelle belle giornate d’inver- Piemonte.
punta delle dita capace
de di fare il circuito della coppa del mondo solo no, scavalco la ringhiera e ci faccio un giro - mi di danzare su ogni tipo In quell’occasione, per
a patto di vincere sempre, ci riesce soltanto in disse lui, l’unica volta che lo incontrai, nel 2001 di roccia, dal calcare del la gioia degli appassio-
Colorado. Potrebbe assoggettarsi alla legge del- – ma ora quel che mi piace è la pesca”. Verdon al granito della nati, Edlinger arrampicò
lo sport, vincere e perdere, ma non è nel suo ca- La sua fidanzata era disperata perché al “col- Val di Mello sulle mura del Forte: «Fu
rattere, lui è un eroe tragico, non uno sportivo po della sera”, al quasi buio delle 10, faceva se- un’idea nata per caso,
motivato e più che tanto non riesce a fingerlo, guire quello del mattino all’alba delle quattro. una particolarissima
si defila dalle corsie obbligate dove tanta gente In compenso ci aveva preparato una trota da rilettura della storia.
che gli sorrideva ha finito per accompagnare due chili, pescata da Patrick che, con orgoglio, Gli scatti di Guy bloc-
l’arrampicata di vertice. Il tempo delle prime ne mostrò in freezer una da sette e un’altra da carono infatti Patrick
pagine dedicate alla gloria d’un rocciatore è quattro. impegnato nella conqui-
finito, ora risultati e notizie di arrampicata si Parlava di piccoli sogni, l’ampliamento del- sta simbolica del Forte
dovranno trovare in dodicesima pagina, tra gli la casa, ritrovarsi con qualche vecchio amico. di Exilles rimasto a lungo
sport mica tanto popolari. Avrei detto che fosse felice. inespugnato», ricorda
Nonostante ci fosse un giornale a lui intitolato, Maledetta scala, inquietante fine del mito, ma Aldo Audisio, direttore
non si ricicla per sapiente. Concede rare inter- anche a Tita Piaz fu fatale cadere in bici in una del Museomontagna.
viste, diffida di chi parla d’arrampicata senza fontana.

24  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  25


In cima al mondo P
A fronte: in vetta al raticare lo sport che si ama, anche in ma- mio diabete nel 1979. Mio padre, infatti, era un
Castore. Gita ADIQ niera estrema, con passione, sacrificio e profondo conoscitore di questa malattia, dato
2006.
un forte legame con i compagni, nono- che ne soffriva già da qualche anno. L’incontro
Foto Marco Peruffo

con il diabete
In basso: Marco Peruffo
stante una malattia come il diabete. Tutto que- con la roccia avvenne in un’estate a metà degli
con sullo sfondo il sto è Marco Peruffo, vicentino, 43 anni appena anni ’80: ero stato rimandato a settembre in la-
Cervino. compiuti, il primo diabetico in Italia e secondo tino e greco al liceo, quindi di vacanze neanche
Foto Marco Peruffo al mondo a scalare un ottomila dieci anni fa, a parlarne. E allora cominciai a frequentare la
essendo arrivato sulla cima del Cho Oyu (8.201
m), una delle vette più alte dell’Himalaya sen- «Bisogna diventare professionisti
za l’ausilio di ossigeno e portatori d’alta quota. di se stessi, dato che l’equilibrio
Marco è una persona semplice e aperta, a suo della glicemia fa la differenza»
parere la vittoria più bella non è stata arrivare
«Bisogna conoscere sul tetto del mondo, ma essere riuscito a portare "Gogna", una piccola ma preziosa palestra di
profondamente la avanti con continuità e impegno la passione che roccia calcarea a Vicenza. Dopo un paio d’anni
malattia, essere ha avuto sin da bambino, l’alpinismo, nonostan- il salto di qualità lo compii legandomi alla corda
consapevoli dei rischi te gli ostacoli che una malattia come il diabete dell’amico e mentore Giampaolo Casarotto, un
e dei propri limiti. Il gli ha frapposto davanti. sodalizio che resiste ancora oggi corroborato da
bravo alpinista con molte stagioni alpinistiche trascorse insieme».
diabete non è quello Marco, quando hai cominciato a praticare Quali difficoltà e quali pregiudizi, anche
che raggiunge gli 8000, l’alpinismo e da cosa è nata la passione? da parte dei medici, hai dovuto affrontare
ma quello che contiene «Grazie a mio padre, appassionato e valente all’inizio e da chi ti sei fatto aiutare?
e controlla queste alpinista, in famiglia si è sempre respirata una «Essere un alpinista con diabete in Italia è una
variabili del diabete in romantica aria di montagna, la cui assidua fre- minore sfortuna, dato che la Diabetologia oggi
ogni frangente». quentazione non si è interrotta con l’esordio del è una realtà medica e scientifica all’avanguardia
non solo nel nostro Paese, ben organizzata an-
che su tematiche specifiche come la gestione del
diabete nello sport. Devo la mia esperienza, ol-
tre che a me stesso e ai miei amici e parenti, alla
sinergica collaborazione con alcuni medici dia-
betologi appassionati, in grado di pianificare la
gestione del diabete in pazienti che pretendono
più del normale da loro stessi. Oggi molti giova-
ni alpinisti con diabete stanno crescendo, in tut-
te le discipline. Programmare una gita in mon-
tagna cercando di azzerare il gap delle variabili
metaboliche (ovvero un livello di zucchero nel
sangue troppo alto o troppo basso, da correggere
eventualmente con iniezioni di insulina o assun-
zione di cibi zuccherati a seconda delle situazio-
ni contingenti) comunque non è mai semplice,
riuscire poi ad annullare ogni differenza di per-
formance con gli “altri” è un risultato ancora più
complicato da raggiungere. Bisogna conoscere
profondamente la malattia, essere consapevoli
Marco Peruffo è stato il primo alpinista diabetico
italiano a scalare un ottomila. Sono l’impegno, il
In pratica
sacrificio e la costante collaborazione dei medici, ma
soprattutto il legame e l’amicizia con i compagni, L’Associazione Sportiva A.D.I.Q., di cui Marco
Peruffo è presidente, ha l’obiettivo di coniu-
tari tra loro: una sportiva ed una più sociale.
Organizza pertanto progetti alpinistici e di
quest’ultimo ambito ogni anno si preparano
due campus sportivi: lo Snowdiab in inverno,
a consentire a chi ha questa malattia di praticare gare alpinismo, vita in montagna e diabete. osservazione medica in alta quota da una dove si insegna a “ciaspolare” e a “surfare”
È costituita da un gruppo di una quindicina parte, curandone la diffusione mediante la con lo snowboard, e il Diabtrek a fine estate,
l’alpinismo e lo sport in generale. di persone con diabete di tipo 1 amanti della realizzazione di filmati/serate ed incontri campus itinerante per rifugi con trekking e

Anche senza arrivare a 8000 metri montagna e nel 2012 ha festeggiato 10 anni
di attività. L’Associazione possiede due ani-
e, dall’altra, realizza attività sociali di pro-
mozione della Montagna e dello sport più
qualche via ferrata. L’Associazione A.D.I.Q. è
su internet al sito www.adiq.org e su Facebo-
di Lorenzo Arduini me al suo interno, diverse ma complemen- in generale rivolte a persone con diabete. In ok alla pagina www.facebook.com/ADIQ.

26  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  27


A fronte in alto: dei rischi e dei propri limiti. Il bravo alpinista si tramutino in solidali “diabetici di tipo 3”, ossia
L’approfondimento Marco strapiombi Val con diabete non è quello che raggiunge gli 8000, quelle persone senza diabete alle quali stanno a
Sugana est, 2001. Foto
ma quello che contiene e controlla queste varia- cuore le sorti di noi diabetici. Nel mio caso posso
Alessandro Cadorini.
Diabete, i consigli del medico In basso: Iniezione
bili del diabete in ogni frangente». citare Giampaolo e Paolo che hanno acquisito la
a cura di Enrico Donegani – Commissione medica Insulina C2 Shisha Quali sono i dettagli della convivenza tra pra- sensibilità necessaria per percepire se sono im-
Alta salute CAI, UIAA Medcom Pangma (aprile 2012). tica alpinistica e diabete? provvisamente in crisi ed eventualmente inter-
Foto Giampaolo «All’alpinista con diabete, non giovano certo i venire in mio aiuto».
Casarotto.
Parlando di diabete bisogna distinguere i due tipi giorni di permanenza in quegli ambienti estre- Come è nata e come è stata pianificata la pri-
In questa pagina in
principali della malattia, che hanno caratteristiche basso: Marco Peruffo
mi, ma giovano molto di più i mesi e gli anni ma esperienza con un 8000?
differenti, e che richiedono approcci terapeutici e in vetta al Cho Oyu necessari per prepararsi. Egli deve saper preve- «Direi per una naturale evoluzione e matura-
atteggiamenti comportamentali molto differenti. (ottobre 2002). dere le attività che va a intraprendere, in modo zione alpinistica e di capacità di autogestione
Il diabete di tipo 1 (D1) è causato dalla distruzione Foto Giampaolo da governare il proprio diabete con duttilità ed
delle cellule del pancreas che secernono l’insulina,
Casarotto
intelligenza. Bisogna diventare professionisti di «È necessario misurare spesso
tipico delle persone giovani, e richiede una terapia se stessi, dato che l’equilibrio della glicemia fa il valore della glicemia, oggi più
insulinica sostitutiva. la differenza in un senso o nell’altro. È neces- facile con i moderni misuratori»
Il diabete tipo 2 (D2) è causato dalla formazione sario misurare spesso il valore della glicemia,
di un’insulina che non è in grado di svolgere il suo operazione oggi resa più facile con i moderni del diabete. Nel 1999 tornai in parte bastonato
compito nei confronti del glucosio nel sangue ed pungi-dito e misuratori; prestare attenzione alla dal mal di montagna dopo aver scoperto la dia-
è tipico dell’età matura. Questi pazienti sono più conservazione della strumentazione, alla disi- mantina bellezza delle alte quote in Perù, nella
esposti al rischio di tipo cardiovascolare. dratazione e ai fattori di stress legati alla perma- valle di Ancasch, sulla Cordillera Blanca. Diver-
Mentre nel D2 l’attività fisica ben programmata as- «Nel 1999 tornai in nenza in altissima quota. L’obiettivo è mante- se esperienze tra il 2000 ed il 2001 sul Cerro
sociata a un’adeguata dieta migliora sicuramente parte bastonato dal nere il più stabile possibile i valori della propria Aconcagua, sul Kilimanjaro e sul Monte Kenya
il quadro glicemico, nel D1 è discutibile se l’attività mal di montagna glicemia, in modo da poter sognare in grande e mi consentirono di affinare il corpo, la mente e
fisica a lungo termine sia realmente utile a migliora- dopo aver scoperto la in alto!» la gestione del diabete in quelle situazioni estre-
re il compenso metabolico. Durante l’attività fisica diamantina bellezza Quando scali hai bisogno di qualcuno che ti me. Gradualità, tempi lunghi di avvicinamento
il paziente è più soggetto al rischio di variazioni an- delle alte quote in Perù, segue, per esempio per punture o altro? al “brivido” degli 8000, simulazioni sulle mon-
che importanti dei valori glicemici, con la necessità nella valle di Ancasch, «Fino ad oggi mi sono sempre arrangiato da tagne di casa, sotto una stretta supervisione me-
quindi di dover modificare continuamente la poso- sulla Cordillera Blanca. solo, è innegabile però che empatia, fiducia, dica e costanti controlli e test in laboratorio, fu-
logia dell’insulina. Diverse esperienze tra amicizia e conoscenza siano elementi fondanti rono la ricetta giusta che portarono A.D.I.Q. in
Nei pazienti diabetici è consigliata un’attività fisica il 2000 ed il 2001 sul per divertirsi in montagna con più ampi margi- vetta agli 8201 metri del Cho Oyu il 3 ottobre del
di tipo aerobico di tipo sub-massimale, che svolge Cerro Aconcagua, sul ni di sicurezza. Con gli amici dell’Associazione 2002. Il successo fu corale, non personale, era-
benefici affetti sulla pressione arteriosa, sulla di- Kilimanjaro e sul Monte Sportiva A.D.I.Q.-Alpinisti Diabetici In Quota vamo un gruppo di 12 alpinisti di cui tre con dia-
slipidemia, sulla tolleranza glucidica e sulla sensi- Kenya mi consentirono (vedi box, n.d.r) questa è la regola. Consiglio bete: in tutto ci furono quattro alpinisti in vetta,
bilità insulinica. Non vi sono controindicazioni per di affinare il corpo, la sempre di fidarsi e affidarsi a compagni di cor- mentre gli altri due alpinisti con diabete supe-
i diabetici all’attività fisica in montagna se i soggetti mente e la gestione data, diabetici o non diabetici non importa, che rarono i 7000 metri. Da un punto di vista logi-
hanno buona esperienza nell’autogestione del dia- del diabete in quelle per amicizia e assidua frequentazione, magari stico il Consiglio Centrale del CAI rese possibile
bete. Ma sono necessarie alcune raccomandazioni situazioni estreme». negli angusti spazi di una tendina ai campi alti la realizzazione di questo progetto nell’ambito
specifiche, soprattutto rivolte ai pazienti insulino- dell’anno Internazionale della Montagna, oltre
dipendenti. agli sponsor tecnici Montura e Bayer Health
• Evitare attività che possano diventare pericolose Care Italia. Da li in poi si sono succeduti molti
in caso di ipoglicemia (arrampicata, parapendio, altri viaggi in alta quota fino al recente tentativo
kayak, ecc). allo Shisha Pangma nell’aprile del 2012».
• In quota c’è è un rischio elevato di disidratazione Che messaggio ti senti di dare a chi è malato
che per il diabetico è una condizione pericolosa. di diabete e vuole comunque praticare sport,
• Stress, freddo, mancanza di sonno possono ave- l’alpinismo in particolare?
re effetti importanti sul controllo della glicemia. «I limiti sono insiti nella natura umana: stavolta
• La scelta del tipo e la quantità di carboidrati da si è parlato di diabete ma quante altre diversità
introdurre va fatta sulla base di esperienze pre- o a-normalità la montagna è riuscita e riuscirà
cedenti. ancora a emancipare? La magia della Montagna
• L’insulina e i glucometri vanno protetti dal caldo è che è a misura d’uomo, sta a ciascuno di noi
e dal freddo eccessivo. riconoscere la misura, imparando magari a fer-
• L’alpinista deve avere con sé tutto il necessario marsi un passo prima. I limiti se ben conosciuti
per la gestione del diabete. ti permettono ampi margini di miglioramento,
• Fare attenzione alla variazione dei fusi orari per di affinamento delle capacità e quindi di mas-
la somministrazione dell’insulina. sima libertà nel mettersi in gioco fino in fondo,
sia essa una semplice camminata sulla collina
dietro casa o la scalata di un 8000».

28  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  29


Una morte ad alta quota V
icky (nome fittizio), una ragazza inglese
La fatica, la crisi e poi la morte. La di 29 anni, si era aggregata a un cosiddet-
drammatica vicenda di una 29enne to “mixed group”, uno dei tanti che spesso
nascono nei vicoli di Kathmandu tra persone che

che forse si poteva evitare


inglese deceduta nel corso di un non si conoscono e che seguono una guida gene-
ricamente chiamata “sherpa” senza conoscerne
trekking sul Nepal la vera etnia e le eventuali certificazioni, per un
di Enrico Donegani, Adriano Rinaldi (CCM CAI), Giacomo trekking nella zone dell’Everest. La sua dramma-
Strapazzon (EURAC-Bolzano) e Christine Seebacher tica storia merita di essere conosciuta e meditata,
(Pneumologia Ospedale Regionale di Bolzano). perché emblematica di una serie di fatti, di com-
Foto Mario Vianelli portamenti che, se gestiti in modo diverso forse
avrebbero potuto evitare la morte di Vicky. Il rac-
conto che segue è la rielaborazione della testimo-
nianza di una esperta guida alpina svizzera di 60
anni, che era presente all’epilogo del dramma e
che ha voluto informarci del fatto con una lettera.

La storia
Nell’aprile del 2011 il trekking aveva portato Vi-
cky, dopo una lunga giornata di faticose salite e
discese, da Namche Bazar (3450 m) a Dole (4040
m). Nonostante fosse debole e sfinita, in altre pa-
role presentasse evidenti campanelli d’allarme
per chi conosce i subdoli effetti dell’alta quota su
un fisico non ancora acclimatato, il giorno suc-
cessivo Vicky continuò per Machhermo (4400
m), accusando due episodi di “collasso” appena
arrivata al lodge.
Benché il suo stato si fosse aggravato, dopo il

Fatti e comportamenti umani


che, se evitati, avrebbero potuto
portare a un epilogo diverso
riposo notturno Vicky continuò con il resto del
gruppo il trekking verso Gokyo (4700 m). Duran-
te la giornata, probabilmente a causa della sua
lentezza, finalmente la guida invitò Vicky, sem-
pre più esausta, a scendere a una quota inferiore
accompagnata da un “assistent guide”.
Le guide “sherpa”, infatti, a causa della loro cul-
tura ed educazione, non sono generalmente né
abituate né in grado di prendere autonoma-
mente decisioni e raramente impongono la loro
opinione ad altri, tanto meno ai turisti stranie-
Turisti sulla morena del ri. Le distanze in Himalaya, tuttavia, assumono
ghiacciaio Ngozumpa, proporzioni che possono essere trasfigurate con-
ad oltre 5000 metri frontando l’altezza delle vette rispetto alle Alpi
di quota presso i laghi
e il viaggiatore è spesso costretto a percorrere
di Gokyo. La valle,
accessibile in pochi
plateau di diversi chilometri prima di allontanar-
giorni di cammino si dall’aria sottile. Tale cammino diviene ancora
dall'aereoporto di Lukla, più difficile se le condizioni fisiche non sono otti-
è tristemente famosa mali. Vicky cercò di raggiunger Phortse Drangka
per gli incidenti dovuti
(3800 m), ma per percorrere una breve discesa,
all'altitudine, perchè in
caso di malore non è
che normalmente richiede due ore in salita, spese
possibile una discesa un’intera giornata. Durante la discesa i due in-
veloce a quote più basse contrarono un gruppo americano che scendeva

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  31


dal Renjo Pass. Due medici del gruppo afferma- A fronte: Stupa a guide “sherpa” non è sinonimo di affidarsi a per- stare il meno possibile in montagna. Ovviamente
rono successivamente che Vicky aveva un aspetto Khumjung, nel Khumbu. sone istruite sui pericoli della montagna, ed in nel caso di un trekking lungo che rispetti i tempi
Anche a quote non di salita e di acclimatazione, i clienti finirebbero
“estremamente brutto”. Una volta raggiunto Dole particolare dell’alta quota,come pensiamo delle
eccessivamente elevate
intorno alle 17,30 Vicky, ormai completamen- i repentini cambiamenti
“nostre” guide alpine. Generalmente gli sherpa per pagare di più e dovrebbero avere più tempo
te incapace di proseguire, decise di fermarsi nel atmosferici possono provvedono piuttosto all’organizzazione della a disposizione, ma questo si tradurrebbe in un
lodge in cui aveva precedentemente pernottato. rappresentere un giornata, al pranzo e all’alloggio, nonostante nu- minor rischio di mal di montagna e nella possi-
La gestrice del lodge, resasi conto delle gravi pericolo per trekker non merose siano le iniziative per creare scuole per bilità di poter godere meglio della vacanza in alta
adeguatamente allenate quota. Nel caso che un componente del gruppo
condizioni della ragazza chiamò il nostro narra- guide e corsi di formazione. Uno studio di autori
ed equipaggiati.
tore, una “vera” guida alpina con una ventennale In basso: i voli interni
inglesi* ha dimostrato come queste spedizioni in accusasse problemi di salute, sarebbe comunque
esperienza di trekking in Himalaya. Egli trovò (molto pericolosi, ne alta quota organizzate da operatori commerciali
Vicky, attorno alle 18,15 nella sua stanza, sdraiata cadono diversi tutti gli solamente nel 38-44% dei casi siano fornite dei Resta il dubbio che Vicky potesse
sul fianco destro ancora in grado di rispondere anni) consentono un farmaci necessari per il trattamento del mal di avere una patologia acquisita
accesso, senza adeguato
chiaramente su chi fosse, da dove venisse e come
acclimatamento, a quote
montagna nelle sue varie forme. Da un punto di sconosciuta già preesistente
si sentisse esausta. Vicky sentiva freddo, ma non molto alte
vista puramente medico, le domande da porre
mal di testa, apparentemente non respirava in all’organizzazione prima di partire per un trek- auspicabile fermare il trekking e far scendere di
modo affannato né aveva labbra blu. Poi improv- king dovrebbero indagare la presenza nel grup- quota il paziente, accompagnato da una persona
visamente, mentre già si stava organizzando un po di un medico o di una persona addestrata ad sufficientemente esperta del luogo e dei problemi
gruppo di portatori per accompagnarla a una assistere un eventuale ammalato, l’equipaggia- medici che potrebbero incontrarsi durante la di-
*RIFERIMENTI mento medico a diposizione del gruppo (farmaci, scesa. Secondo la legge nepalese, ogni individuo
quota più bassa, Vicky si aggravò, manifestan-
BIBLIOGRAFICI:
do difficoltà di respiro e vomito. Nel frattempo • Shlim D., “Medical
ossigeno, camera iperbarica), la presenza lungo che muore durante un trekking deve essere sotto-
due medici statunitensi presenti a Dole convocati advisor for commercial il percorso di una struttura ospedaliera cui fare posto a esame autoptico. Sfortunatamente queste
dalla gestrice avevano raggiunto il lodge, provve- adventures: coming of ricorso in caso di bisogno e l’eventuale disponi- informazioni non sono al momento disponibili al
dendo immediatamente, accertata la gravità del- age?”, High Alt Med Biol bilità di un elicottero per l’evacuazione in caso pubblico, nonostante dalla descrizione della no-
2002; 3: 343-6 di emergenza. Un recente studio* pubblicato stra guida sia possibile ipotizzare sia una episodio
la situazione, a tutte le cure disponibili in loco. in discesa con la sua “assistent guide”, la quale fra
• Shah NM, “Are UK
Vicky fu trattata con ossigenoterapia, “gamow l’altro neppure parlava inglese) per il Rescue Post espeditions complying
su «Journal of Travel Medicine» ha dimostrato di edema polmonare sia cerebrale da alta quota.
bag” (ovvero una camera iperbarica portatile) e di Machhermo, dove erano in servizio due medici swith wilderness come molte agenzie commerciali non rispettino Resta, inoltre, il forte dubbio che Vicky potesse
terapia sia per bocca, sia endovena. A causa delle inglesi a disposizione 24 ore su 24, attrezzati per medical society un profilo di ascesa come consigliato dalle linee- avere una patologia congenita cardiaca o una pa-
sue condizioni, dell’ora e delle condizioni meteo, le emergenze con farmaci, camera iperbarica e guidelines on ascent guida internazionali, per consentire una corret- tologia acquisita sconosciuta preesistente alla sa-
rates to altitude?”, J ta acclimatazione ai trekker ed evitare il mal di lita in alta quota, che aggravata dalla mancanza
infatti, non era più possibile evacuarla. Nono- elicottero. Nessuno pensò di portarci Vicky quan-
Travel Med 2011; 18:
stante iniziali segni di stabilizzazione, alle 00,55 do ancora c’era probabilmente tempo sufficiente Vicky si aggravò, 214-6
montagna. I motivi sono in larga parte dovuti alla di ossigeno abbia contribuito all’esito fatale della
del 23 aprile Vicky morì. Il suo corpo fu inviato per poterla salvare. Quello che colpisce e stupisce manifestando difficoltà • Windsor J. “Personal posizione dei campi fissi, alla scarsità di tempo condizione medica. Un collega inglese* (David
in elicottero a Kathmandu verso le 9 della mat- è la superficialità e l’indifferenza di tutte le per- di respiro e vomito. communication” (in che i trekker vogliono impiegare per completare Hillebrandt, presidente della UIAA MedCom) ha
tina successiva, mentre tre monaci buddisti pre- sone che in quei pochi giorni hanno incontrato Nel frattempo due preparation) il percorso e alle tasse giornaliere che inducono a recentemente riferito che il Coroner, l’ufficiale in-
gavano per la sua anima e purificavano il lodge. Vicky, si sono rese conto delle sue condizioni di medici statunitensi glese plenipotenziario incaricato di compiere gli
Tutti i presenti continuarono i loro programmi di salute e non hanno agito attivamente. Nulla, in- presenti a Dole accertamenti legali in caso di decesso improvviso
trekking. fine, si sa del suo grado di preparazione e di alle- convocati dalla gestrice e inaspettato di un cittadino inglese, anche se av-
namento, delle sue precedenti esperienze in alta avevano raggiunto il viene all’estero, ha concluso la propria indagine
Considerazioni quota, del suo tempo di permanenza a Kathman- lodge, provvedendo con un verdetto di “morte colposa per negligenza
Dalla relazione della guida svizzera non abbiamo du prima di iniziare il trekking, delle sue condi- immediatamente, dovuta alla compartecipazione di più elementi” a
alcun dato per dubitare sul corretto comporta- zioni di salute e delle abitudini di vita. Uno studio accertata la gravità carico dell’agenzia coinvolta.
mento medico dei colleghi statunitensi che han- condotto da Shlim* ha dimostrato che il 77% del- della situazione, a tutte Se un insegnamento dobbiamo trarre da questa
no curato Vicky nelle ultime ore della sua vita. le morti per edema polmonare o cerebrale da alta le cure disponibili in triste vicenda, ricordiamoci che andare in alta
Hanno sicuramente fatto tutto quanto possibile loco. Vicky fu trattata quota soprattutto in un ambiente isolato e lonta-
per salvarla. Il problema che emerge, invece, non Il 77% delle morti per edema con ossigenoterapia, no rappresenta una condizione da non sottovalu-
è di un errato o non eseguito trattamento medico, polmonare o cerebrale accade in “gamow bag” (ovvero tare. Il trekking va affrontato in buone condizioni
bensì la tempistica con cui questo è stato attuato. gruppi organizzati da agenzie una camera iperbarica fisiche di salute (non limitandoci a una sommaria
Eseguito anche solo 24 ore prima, forse avrebbe portatile) e terapia visita medica prima della partenza, ma sottopo-
cambiato il corso della storia. Nonostante i sen- quota accadono in gruppi organizzati da agenzie sia per bocca, sia nendoci ad accertamenti clinici approfonditi)
tieri di trekking nella valle del Kumbu, Nepal, commerciali. In questi gruppi organizzati in loco endovena. A causa delle e di allenamento all’alta quota, affidandosi a
siano molto battuti e vi sia un’apparente rete di generalmente i componenti non si conoscono tra sue condizioni, dell’ora gruppi organizzati esperti, indagando sulla pro-
sicurezza che inizia dai componenti del gruppo loro e neppure sono ben note le competenze delle e delle condizioni fessionalità delle persone alle quali ci affidiamo,
stesso e dalla guida “sherpa” del gruppo – conti- guide in caso di necessità di soccorso. In realtà meteo, infatti, non era scegliendo un profilo di ascesa adeguato per
nuando poi con i gestori dei lodge, le guide “sher- quasi mai le guide sono preparate al trattamento più possibile evacuarla. permettere un’acclimatazione corretta, non cer-
pa” e eventuali medici di altri gruppi – eventi di di problemi medici in zone remote né le agen- Nonostante iniziali cando di risparmiare sui costi imponendo tempi
questo tipo non sono insoliti. zie forniscono loro strumenti di comunicazione segni di stabilizzazione, stretti di viaggio e purtroppo – è triste doverlo
Vicky, inoltre, per ironia della sorte era passata adeguati per un soccorso medico urgente, come alle 00,55 del 23 aprile dire – senza fare troppo affidamento sull’aiuto
due volte (prima in salita con l’intero gruppo e poi – per esempio, il telefono satellitare. Affidarsi a Vicky morì. dei “compagni”.

32  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  33


Camera con vista La storia ultracentenaria di questo nido d’aquila voluto e
costruito dai soci milanesi, vincitore del referendum tra i

sulla Madonnina
lettori di Meridiani Montagne
di Roberto Serafin

I
A fronte: il rifugio l rifugio più votato nel sondaggio “Il rifugio esteri convenuti a Milano per il 14° Congresso
Brioschi. del cuore” promosso da Meridiani Monta- nazionale del Club alpino tenutosi in occasio-
Foto Mauro Lanfranchi
gne e patrocinato dal Club Alpino Italiano ne dell’Esposizione internazionale di quell’an-
(dal calendario
Meridiani Montagne 2013).
è il lombardo Luigi Brioschi. Molteplici sono no, nella quale il CAI Milano aveva eretto un
Sotto: il rifugio dall’alto. stati i parametri di valutazione: dall’importanza proprio padiglione di propaganda”. La crona-
Foto archivio C. M. Pensa delle montagne circostanti, al pregio dell’edifi- ca, puntuale, è di Luigi Lucioni che del rifugio
cio, alla qualità della gestione fino alle emozioni venne nel dopoguerra nominato ispettore, una
personali. L’iniziativa ha registrato un grande carica che mantenne per tutta la vita e che tra-
successo testimoniato dagli oltre 3500 voti per- smise al figlio Carlo, che del sodalizio meneghi-
venuti. Posto in posizione panoramica pochi no è stato anche presidente. Luigi se ne curò per
metri sotto la vetta della Grigna Settentrionale tutta la vita e in particolare nei momenti bui del
il rifugio più amato dagli italiani è di proprietà secondo dopoguerra, dopo che lassù salirono le
della Sezione di Milano del CAI. È stato inau- camicie nere e in men che non si dica diedero
Fu il primo rifugio del gurato il 10 ottobre 1895. Fu il primo rifugio del fuoco a quel possibile covo di partigiani rispar-
CAI di Milano e uno CAI di Milano e uno dei primi costruiti in asso- miato dai nazisti della Wehrmacht.
dei primi costruiti in luto. E forse uno dei più spettacolari. “Per capire che cosa ha rappresentato questo ri-
assoluto. E forse uno Non appena si placa una delle frequenti bufere fugio per generazioni di alpinisti”, dice Lucioni
dei più spettacolari. che lassù si scatenano d’estate, Milano risplende jr che in queste pagine di Montagne360 manife-
Non appena si placa nell’aria cristallina della notte con la Madon- sta il suo apprezzamento per il riconoscimento
una delle frequenti nina e le sue mille luci. E c’è chi giura di riu- di Meridiani Montagne, “vale la pena di leggere
bufere che lassù si le parole della targa murata sulla facciata della
scatenano d’estate,
Di giorno, come dall’oblò di uno Capanna. Le dettò Giovanni Bertacchi, roman-
Milano risplende shuttle, la Lombardia si distende a tico poeta della montagna. Vi si parla di visioni
nell’aria cristallina perdita d’occhio dal lungo ballatoio superbe di Patria Bellezza. Proprio così, con le
della notte con la maiuscole. Ed è difficile trovare parole altret-
Madonnina e le sue scire a distinguere a occhio nudo l’onda verde tanto significative. Quella targa venne posta nel
mille luci. E c’è chi giura dei semafori di viale Fulvio Testi e lo scorrere 1948, quando la capanna rinacque dalle ceneri
di riuscire a distinguere incessante del traffico cittadino. Sospesa nel del fascismo, più bella e più grande di prima. Fu
a occhio nudo l’onda cielo a 2410 metri, la capanna offre al visitatore battezzata nel 1926 con il nome di Luigi Brio-
verde dei semafori di visioni incantevoli. Ma il meglio lo dà senz’altro schi, munifico filantropo milanese. All’epoca il
viale Fulvio Testi e lo nel cuore della notte per certi buongustai decisi commendator Brioschi volle essere presente,
scorrere incessante caparbiamente a raggiungerla approfittando del quasi ottantenne, dopo essere salito lassù in
del traffico cittadino. plenilunio che marca i sentieri cosparsi di pie- sella a un mulo. Le foto che documentano quel
Sospesa nel cielo a trisco calcareo rendendoli fosforescenti. momento solenne le scattò mio padre. Brioschi
2410 metri, la capanna Di giorno, come dall’oblò di uno shuttle, la Lom-
offre al visitatore bardia si distende a perdita d’occhio dal lungo
visioni incantevoli. Ma il ballatoio orlato di pannelli fotovoltaici.
meglio lo dà senz’altro A occidente, controluce al tramonto, si staglia
nel cuore della notte l’inconfondibile triangolo del Monviso. Dirim-
per certi buongustai petto, oltre i monti della Valsassina e la pira-
decisi caparbiamente mide austera del Legnone, fanno capolino le
a raggiungerla Alpi Retiche con la mole del Disgrazia prean-
approfittando del nunciata dagli eleganti Corni Bruciati, dal Sas-
plenilunio che so Manduino, dalla pala del Badile. Il Brioschi
marca i sentieri resiste impavido lassù dal 1895, anno in cui
cosparsi di pietrisco venne inaugurato. La cerimonia, ricordano gli
calcareo rendendoli storici, avvenne in una giornata radiosa “con
fosforescenti. il concorso di alpinisti di tutta Italia e anche

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  35


Brioschi al Brioschi. che la Curia milanese ha decretato trattarsi di
Foto archivio Lucioni. un santuario. Lo accompagnavano due gesuiti
A fronte: Vetta Grigna
di casa lassù, esponenti di quella pittoresca com-
con Cappella e rifugio.
Foto Ivano Pigazzi. briccola di amici della Brioschi che si contendono
Nel box: Lucioni con il primato delle ascensioni al rifugio. Il Brioschi,
gestore. per concludere, è sempre gestito d’estate mentre
Foto Roberto Serafin/ d’inverno apre il mercoledì, giornata tradizional-
Lomar
mente dedicata ai pensionati, e nei week end. E
beato chi dispone di fiato e gambe per salire lassù
in barba alle turbolenze meteorologiche sempre
più frequenti in estate, a malapena contenute
dalla gabbia di Faraday che avvolge la capanna.
L’unica incognita che offusca questo angolo di
paradiso.

in giacca, cravatta e panciotto, con un enorme “fortemente volitiva e realizzatrice”. La sua fama
stemma del CAI appuntato al bavero, pronun- rimase legata alla storia delle truppe alpine per Per approfondire
ciò un discorso molto ispirato ripercorrendo le le quali realizzò una tuta mimetica al posto del-
tappe non certo facili che avevano portato alla la vistosa, inadeguata divisa che indossavano. Salire lassù e sentirsi a casa
ricostruzione della struttura. Che in verità i soci Inarrestabile, Brioschi portò poi al Club alpino Carlo Lucioni, già presidente del sodalizio
non vissero come un problema davvero impel- una ventata di idee per “indurre all’alpinismo milanese, ha ereditato dal padre Luigi il ruolo
lente in un’Italia rurale uscita malconcia dalla anche chi non dispone di largo tempo e combat- di ispettore
Grande guerra”. tere col sano esercizio delle gite alpine festive il
deperimento fisico dovuto alla troppo intensa Quando ho appreso che il Brioschi era ri-
Gli alpinisti di rango considerano e continuata vita della città”. Più o meno i con- sultato il rifugio più votato nel sondaggio
la salita in Brioschi propedeutica cetti già espressi alle origini dell’associazione da “Il Rifugio del cuore” promosso dalla rivi-
alle scalate himalayane Quintino Sella, ma con un’idea nuova: un pre- sta Meridiani Montagne ho provato gioia
mio di 500 lire messo a disposizione dalla Sede e orgoglio. Avevo otto anni quando sono
Per rifare la Brioschi in vetta al Grignone, so- centrale per la sezione che riesce a mandare il salito per la prima volta sul “Grignone” e il
stituendola nel 1926 alla precedente costruita maggior numero di persone in montagna. Vinse Brioschi era appena stato ricostruito dopo
nella prima versione sotto la cresta della Pian- per la cronaca la Sezione Monviso con 1172 gi- la distruzione operata nel 1944 dai nazifa-
caformia sul versante di Esino Lario a 2000 me- tanti, seconda risultò la Sezione di Como che in scisti. L’emozione fu intensa, era la prima
tri, ci volle in effetti la provata testardaggine dei un anno dimostrò di averne portato sui monti volta che mi trovavo nel punto più alto di
soci di via Silvio Pellico. Anche se non tutti con- 824. una montagna; la giornata era luminosa,
cordi. La sottoscrizione arrivò faticosamente a Non sapeva ancora il commendator Brioschi lo sguardo ora osservava i particolari delle
500 risicate lirette, una miseria. A far quadrare che la sua capanna sarebbe stata un’irresistibile Non appena si placa valli e delle cime lontane, ora errava senza
i conti fu proprio Brioschi con un assegno di al- calamita per generazioni di cittadini, una delle una delle frequenti meta nel paesaggio lasciando che gli occhi
trettanto valore. Socio fin dal 1875 della sezione, mete più ambite per gli escursionisti della do- bufere che lassù si si saziassero dei colori e i pensieri vagas- anche più volte. Poi, passato il primo moto della fatica. Ad altri il compito di ricordare
dal 1905 al 1907 ne era stato presidente rivelan- menica. “Ma anche per gli alpinisti di rango”, scatenano d’estate, sero liberamente. Ricordo che fu amore a di orgoglio, mi è apparso chiaro che nella gli avvenimenti e le persone che hanno fat-
dosi munifico anche in altre occasioni. E un tipo precisa Lucioni, “che considerano la salita in Milano risplende prima vista: ebbi la percezione, dapprima lunga storia del Brioschi sono stato, e sono, to la sua lunga storia. Al Brioschi mi sento a
decisamente tosto doveva esserlo quell’anziano Brioschi propedeutica alle scalate himalayane. nell’aria cristallina inconscia, poi col tempo sempre più ra- solamente un anello di una lunga catena, casa, qui io ho portato i miei figli, qui sono
signore con i baffi che, come alpinista, aveva Specialmente se effettuata in inverno lungo la della notte con la zionale, che il Brioschi “era casa”, un luogo iniziata più di cento anni fa, e ho pensato salito con amici e gruppi scout (la Cappelli-
addirittura osato sfidare il grande Mummery via dei Comolli che s’impenna a un certo punto Madonnina e le sue dove si stava bene, dove veniva spontaneo che dobbiamo prima di tutto essere grati, na ricorda alcuni di loro) anche in notturna
ingaggiando una gara nel 1875 a chi saliva per come una parete per sbucare sul crestone su cui mille luci. E c’è chi giura mettersi in sintonia con gli altri, dove la vita anche per questo riconoscimento, a coloro e d’inverno, qui ho incontrato persone di
primo in punta al Cervino, compiendo la pri- è piazzato il rifugio con il suo ricovero invernale”. di riuscire a distinguere scorreva quasi fuori dal tempo, le cose im- che il Brioschi hanno pensato, quando an- valore, gente semplice di grande generosi-
ma traversata del Monte Bianco senza guida da “Grignone e Brioschi si identificano nel cuore a occhio nudo l’onda portanti apparivano nel loro vero senso e la cora non esisteva, lo hanno costruito e ri- tà e gente di cultura e spiritualità profonda,
Courmayeur a Chamonix e superando l’immane dei milanesi, vetta e rifugio sono una sola cosa, verde dei semafori di mente era finalmente libera. costruito (come mio padre Luigi, ispettore che cercavano se stessi nella grandezza
e inviolata parete della Nordend dal versante di una montagna di casa”, annota ancora il socio viale Fulvio Testi e lo Come ispettore, per conto della Sezione negli anni Quaranta) ampliandolo più volte, della vetta. Sentimenti, questi, che credo
Macugnaga. benemerito Lorenzo Revojera in “Milano e le scorrere incessante di Milano del CAI proprietaria del Brio- e ai molti gestori che si sono susseguiti, comuni ai molti che oggi lo frequentano e
Particolare interessante. Quando annunciò la sue montagne”. Non mancò di salirvi negli anni del traffico cittadino. schi, sentivo di avere dato un contributo gente tecnicamente preparata e umana- sono all’origine delle numerose segnalazio-
sua benefica decisione, Brioschi si trovava in in cui guidava l’arcivescovado il compianto car- Sospesa nel cielo a a che il Brioschi fosse “casa”non solo per mente disponibile, sempre un po’ speciale, ni che il Brioschi ha ricevuto nel concorso
Messico per affari. Ma non fu solo al risorto rifu- dinale Carlo Maria Martini che volle dire mes- 2410 metri, la capanna me ma anche per i moltissimi che lo han- che con passione e tenacia, senza mai mol- “Rifugio del cuore”.
gio che dedicò denaro e energie questo milanese sa nella graziosa chiesetta in vetro e alluminio offre al visitatore visioni no frequentato, anche solo per una volta, lare, lo hanno reso accogliente e conserva- Carlo Lucioni
dal “vivacissimo temperamento” e dalla natura annessa al rifugio: una struttura in miniatura incantevoli. e per i tanti che ci ritornano tutti gli anni, to pur in situazioni difficili, spesso al limite Ispettore rifugio Brioschi

36  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  37


A Trento riparte
l’archeologia di montagna
Le sfide della nuova commissione UISPP dedicata
allo studio archeologico in ambiente montano.
Intervista al presidente, Stefano Grimaldi
di Massimo Frera e Veronica Del Punta

Riparo Gaban (Trento): corso del nostro reportage sulle Ande per Monta- «Innanzitutto l’organizzazione del prossimo
forme vascolari del gne360. Segretario della commissione è la Prof. meeting della commissione stessa, sempre su
Neolitico antico. Federica Fontana (Università di Ferrara). cadenza annuale, che il prossimo anno si terrà
Foto Paolo Chisté
(Laboratorio “B.
L’UISPP è nata a Berna nel 1931 per riunire tutti in Svizzera. Nel 2014 sarà la volta della confe-
Bagolini”, Dipartimento gli studiosi delle scienze archeologiche interessa- renza mondiale dell’UISPP, a Burgos in Spagna.
di Lettere e Filosofia, ti alla preistoria e protostoria per approfondire Inoltre ci proponiamo di organizzare altri eventi
Università degli Studi di i meccanismi di adattamento e le dinamiche di scientifici a cadenza periodica, come il seminario
Trento) comportamento che regolano le società umane. quello appena tenutosi a Trento (“Analisi Tecno-
Le sfide della Commissione HOME sono mol- Funzionale dei manufatti litici preistorici. Teoria,
teplici e per approfondirle abbiamo raggiunto il metodologia, tecniche sperimentali”, dal 27 al 29
prof. Stefano Grimaldi, che si occupa di società agosto 2012)».
preistoriche di cacciatori raccoglitori con scavi in
corso nel sito di Ribeira Ponte da Pedra in Por- L’UISPP riunisce gli studiosi delle
togallo centrale (Paleolitico inferiore e medio) e scienze archeologiche interessati
presso il Riparo Mochi ai Balzi Rossi (Ventimi- a preistoria e protostoria
glia) dove è presente il passaggio Neanderthal
– Sapiens e che recentemente è stato datato dal Cosa è cambiato nello studio dell’archeologia
Laboratorio di Oxford come il più antico di Italia di montagna negli ultimi anni?Qual è lo stato
per quanto riguarda la prima presenza di manu- della disciplina in Italia?
fatti del Paleolitico superiore. «Sono questioni molto legate tra loro e si rifan-
L’archeologia è come no a un preambolo importante. L’archeologia di
la medicina: si divide in Quali le attività della Commissione UISPP? montagna formalmente non esiste come disci-
comunità scientifiche «La commissione nel suo Statuto si propone plina a sé in Italia e nel mondo. L’archeologia è
che non sempre di affrontare studi archeologici, antropologi- come la medicina: si divide in comunità scienti-

L’
archeologia di montagna è una disci- La sede è stata quella dell’Università degli Studi Il Riparo Gaban (Trento) comunicano tra di ci e ambientali, correlati alle attività umane in fiche che non sempre comunicano tra di loro. La
presenta una sequenza loro. La distinzione è distinzione è temporale: preistorici (a loro volta
plina giovane, ma i primi passi ufficiali di Trento, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, montagna senza alcuna restrizione cronologica
stratigrafica che parte
per un organismo competente di riferi- dove il professor Stefano Grimaldi, ricercatore temporale: preistorici o geografica. Ogni approccio o risultato che na- suddivisi in antichi e recenti), protostorici, clas-
dal Mesolitico antico
mento si stanno muovendo proprio in Italia, dove in Antropologia nella stessa dal 2005, ha accol- e arriva fino al Bronzo (a loro volta suddivisi sce grazie allo sforzo dei suoi membri o al lavoro sicisti, medievalisti, contemporanei (archeologia
lo scorso 30 agosto si è riunita la commissione to i membri della Commissione giunti da tutto il medio. Particolare delle in antichi e recenti), di altri individui o gruppi correlati a questi studi industriale, storia recente, ecc.). Le diverse co-
preposta dell’Union Internationale des Sciences mondo per il rinnovo delle cariche. Per il secon- operazioni di rilevo di protostorici, classicisti, sarà preso in esame. Altra attività rilevante è la munità hanno terminologie, carriere professio-
una sezione nel settore medievalisti, nali, metodologie distinte. Tutti possono essere
Préhistoriques et Protohistoriques denominata do mandato consecutivo il Prof. Grimaldi è sta- comunicazione delle conoscenze che ne risultano
III. Foto di Fabio Cavulli
Human Occupations in Mountain Environments to eletto Presidente della Commissione, mentre contemporanei alla comunità scientifica su scala globale». interessati ad ambienti montani (basti pensare
(Laboratorio “B. Bagolini”,
(HOME), dedicata allo studio delle strategie prei- vicepresidente è stata eletta la Professoressa ar- Dipartimento di Lettere e (archeologia Quali sono i principali obiettivi che la nuova all’archeologia molto di moda oggi anche e so-
storiche e protostoriche di mobilità e insediamento gentina Maria Estela Mansur (CADIC di Ushua- Filosofia, Università degli industriale, storia commissione si pone per i prossimi anni? prattutto in Trentino, ovvero l’archeologia della
in ambienti montani. ia) che abbiamo intervistato lo scorso anno nel Studi di Trento) recente, ecc.).

38  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  39


Grande guerra, con la riscoperta di trincee e for-
tificazioni). Per quanto riguarda i cambiamenti
nella disciplina è chiaro che le nuove tecnologie
permettono di superare gli ostacoli naturali for-
niti dalla montagna. Software informatici e GIS
consentono di elaborare programmi per l’indivi-
duazione di siti o la creazione di modelli che in-
terpretano le caratteristiche di siti già noti (topo-
grafia, ambiente e altro). Questa considerazione
è valida per ogni ricerca archeologica, non solo
quella montana.
In assenza di una disciplina ben definita come
“archeologia di montagna”, si può però constatare
l’esistenza di storie regionali di ricerca scientifica
che per ragioni territoriali si sono specializzate
a fare ricerca in questo ambiente. Il Trentino a
riguardo è forse la regione più sviluppata in Ita-
lia grazie ad una lunga storia di ricerche, inizia-
ta già alla fine dell’Ottocento e che ha visto negli Il problema ancora non risolto – che sarà uno dei Sopra: Riparo Mochi
anni Sessanta-Ottanta un boom di interesse e di temi di discussione futuri da parte della Commis- (Ventimiglia): attività di
pulitura e classificazione
scoperte». sione – è quello di definire l’ambiente montano. Il
materiali litici.
Monte Circeo nel mezzo dell’Agro Pontino è am-
Uno dei problemi è definire biente montano? Se pensiamo al fatto che nelle sue
Foto Stefano Grimaldi
(Laboratorio “B.
in maniera netta che cosa si grotte, insieme ai depositi archeologici dell’Uomo Bagolini”, Dipartimento
intenda per “ambiente montano” di Neanderthal vengono trovate ossa di Stambec- di Lettere e Filosofia,
Università degli Studi di
co, allora possiamo dire che per lo meno al tempo
Trento).
Qual è la ricerca di archeologia di montagna del Neanderthal il Monte Circeo era un ambiente A fronte: Riparo Mochi
più interessante al momento in Italia? montano, in accordo con le faune. Anche il concetto (Ventimiglia), attività
«Chiaramente per chi ci lavora tutti i siti sono in- di fondovalle è da analizzare: la Pianura Padana e il di scavo dei livelli
teressanti. Dal punto di vista del pubblico molti di fondo valle della Valle di Rabbi in Trentino (1200 protoaurignaziani (Unità
questi siti sono “invisibili” o poco comprensibili in metri sul livello del mare) sono da analizzare con G e H). EX T R EME E YE T EC HN OLO G Y
Foto Stefano Grimaldi
quanto forniscono informazioni concettuali più lo stesso principio? Qual era allora il ruolo del sito (Laboratorio “B.

Change XV.2
che oggetti da museo. Se dovessi sbilanciarmi ci- mesolitico del Colbricon a 2000 metri di altitudine Bagolini”, Dipartimento
terei il Trentino (con i siti di riferimento europeo per i primi due? È solo una differenza chilometrica di Lettere e Filosofia,
Occhiale Approvato
per il Mesolitico alpino), Isernia (con uno dei siti in linea d’aria o interessa anche il rapporto con il Università degli Studi di dal Club Alpino Italiano
Trento)
più antichi di Italia e d’Europa, ovvero Isernia La territorio circostante (rete idrografica, difficoltà di
Pineta) e la Val Camonica con i numerosi graffiti accesso)? Sono problemi ancora poco sviluppati
protostorici realizzati su roccia. dalla ricerca e li affronteremo quanto prima».

Per approfondire
La nuova Commissione UISPP, cherche, CNRS - UMR 5608 TRACES Paleobiologia, Preistoria e Antropolo-
Prehistoric settlement and * Stefano Grimaldi (Italia) Laboratorio di gia, Università di Ferrara
mobility strategies in mountain Preistoria “B. Bagolini”, * Sveinung Bang-Anderson (Norvegia)
environments * Dipartimento di Filosofia, Storia e Beni Museum of Archaeology, University of
Culturali, Università degli Studi di Tren- Stavanger
* Maria Estela Mansur (Argentina) Labo- to * Ignacio Clemente Conte (Spagna) In-
ratorio de Antropología, Centro Austral * Annaluisa Pedrotti (Italia) Laboratorio stitució Milà i Fontanals-CSIC
Aggiuntivo VISTA
de Investigaciones Científicas-CADIC di Preistoria “B. Bagolini”, Dipartimento * Philippe Della Casa (Svizzera) Universi-
Lenti Z-VARIO
* Walter Leitner (Austria) Institut für Ar- di Filosofia, Storia e Beni Culturali, Uni- tät Zürich, abt. Ur- und Frühgeschichte Per chi ama lo sport e la vita outdoor, fotocromatiche:
chäologien, Universität Innsbruck versità degli Studi di Trento * Pierre Crotti (Svizzera) Musée cantonal finalmente una risposta completa si adattano alle diverse
condizioni di luce
* Thomas Perrin (Francia) Université de * Federica Fontana (Italia) Dipartimento d’archéologie et d’histoire, Palais de Change XV.2 racchiude l’intercambiabilità di particolari lenti che lo rendono adatto
Toulouse 2 Le Mirail, Maison de la Re- di Biologia ed Evoluzione-Sezione di Rumine a qualsiasi condizione di luce, la regolabilità del nasello e l’aggiuntivo vista per chi
non vuole o non può indossare le lenti a contatto.
Lenti AMBER:
ideali in condizioni
40  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 di luce intensa
per ulteriori informazioni visita il sito www.ziel.it
Oltre l’acqua
al centro della Grigna
In esplorazione oltre il sifone terminale dell’abisso
W Le Donne, nel massiccio delle Grigne in Lombardia.
L’immersione è avvenuta alla profondità di -1155 metri. La
successiva progressione in ambiente non allagato continua
di Andrea Maconi, Davide Corengia e Maurizio Calise (Gruppo Grotte Milano,
CAI-SEM), Antonio Premazzi e Luana Aimar (Speleo Club, CAI Erba) per Progetto
InGrigna!

A fronte: le grotte Massiccio delle Grigne. principale della grotta. Quello stesso anno, disce-
della Grigna hanno Appunti sulla storia esplorativa se una successione di imponenti verticali (pozzi
uno sviluppo Il massiccio delle Grigne è situato sulla sponda profondi 120, 80, 110 e ancora 80 metri) interval-
prevalentemente
orientale del lago di Como e geologicamente è late da pozzetti più modesti, viene raggiunto un
verticale e sono
caratterizzate da pozzi costituito da tre scaglie accavallate l’una sull’al- grande salone denominato Utopia, da cui si di-
spesso anche molto tra: il Grignone (o Grigna settentrionale), la cima partono tre importanti vie. La prima, però, chiu-
profondi. più elevata con una quota di 2415 metri, la Gri- de a non grande profondità. È nel 1988 che l’at-
Foto Andrea Ferrario. gnetta e il Coltignone. Tutte e tre le scaglie sono tenzione degli speleologi si sposta sulle altre due
Sotto: Grignone,
carsiche ma, per ragioni strutturali, sul Grignone vie che si dipartono da Utopia. Alcuni ambienti
Releccio. In questa
zona, caratterizzata il carsismo ha un’intensità e uno sviluppo tali che modesti vengono sondati solo nella parte iniziale,
da paretine verticali e non può nemmeno essere paragonato alle altre mentre il Grande Meandro di Unga Balunga, con-
canaloni incassati, a due scaglie. L’ingresso dell’abisso W le Donne si siderato la via principale dell’abisso e caratterizzato
partire dal 2002 sono trova sul Grignone, poche decine di metri sot- da imponenti verticali (Pozzi di 114 e 112 metri),
state scoperte decine
to la cresta di Piancaformia (ossia la cresta che viene esplorato fino a -600 metri di profondità.
di nuove grotte. Proprio
per portare avanti la loro conduce alla vetta del Grignone) a una quota di Successivamente, il Grande Meandro di Unga Ba-
esplorazione è nato il 2170 metri. L’ingresso è noto da sempre perché lunga ferma gli speleologi con una frana massiccia
Progetto InGrigna!. si apre, ampio e ben visibile, lungo il sentiero che a -815 m. Ambienti precedentemente trascurati ri-
Foto Davide Corengia costeggia la cresta di Piancaformia e che conduce servano grosse sorprese. In quel 1989 si esplora fino
alla vetta. Nei primi anni Ottanta viene esplora- a -920 metri, dove viene allestito il Campo Base. Da
to fino alla profondità di -70 metri fino ad una qui si dipartono due vie principali. In una sola pun-
strettoia insuperabile, ma è soltanto nel 1987 che ta, quello stesso autunno, viene esaurita l’esplora-
viene forzato pesantemente un ostico e ventilatis- zione di Belfangor (in “omaggio” al fondo fangoso),
simo meandro a -30 metri e si scopre così la via dove vengono finalmente raggiunti i -1000 metri.
L’esplorazione si arresta di fronte alle tremende
difficoltà di esplorazione, con luoghi estrema-
mente fangosi. Nell’inverno dello stesso anno
viene esplorata la seconda via, il Ramo del Cobra,
che presenta un passaggio semiallagato a -1070
metri (Puciowsky) e si spinge fino a -1170 metri.
Nello stesso inverno viene effettuata una colora-
zione nel torrente di W le Donne a -920 metri ed
il colorante… esce alla grotta/risorgente di Fiume
Latte. Ossia 925 metri più in basso e ad una di-
stanza in linea d’aria di 8,5 km! Successivamente,
le esplorazioni diventano sporadiche. Nel 1997
vengono esplorati, superando un passaggio semi-
allagato, gallerie in prossimità del fondo. Uno
dei rami termina su sifone (quello che supererà
Davide Corengia) alla profondità di -1150 metri.

Gennaio 2013  /  Montagne360  /  43


Note A fronte: dicembre Oltre il sifone terminale, verso posizionare la corda e scendere il pozzo. Torna
2011. Davide Corengia, il luogo dove le acque interne si sul posto, attrezza e scende. Ci sono due vie che
10 anni del Progetto In Grigna! ricerca speleologica. Nel febbraio 2012, della Grigna. Nel 2009 viene raggiunto speleosub del Progetto uniscono vanno: un pozzetto e un’ampia galleria che scende
In Grigna!, sta per
e nascita del “Complesso del InGrigna! ha effettuato la congiunzio- il Campo Base (ora chiamato “Vecchio” A dicembre 2011 viene fatta la prima immersione con una pendenza di 20° circa. Naturalmente sce-
effettuare la prima
Releccio” ovvero l’insieme di W ne di grotte che ha creato il Complesso Campo Base), situato vicino ad un corso immersione nel sifone da parte di Davide Corengia nel sifone terminale di glie la seconda via e la percorre per una cinquan-
le Donne e altri abissi limitrofi della Val Nosè, attualmente la più estesa d’acqua a -920 metri, in un ampio e terminale dell’abisso W W Le Donne: Davide supera l’ostacolo e riemerge tina di metri fino ad affacciarsi da una finestra su
cavità in in Italia. Nel 2004 W Le Donne ventilatissimo troncone di galleria alla le Donne a -1155 m. dall’altra parte in una bella galleria di dimensioni un ambiente largo 20x30 metri (!) e profondo una
Nel 2002, i gruppi fondatori del Proget- viene raggiunta per la prima volta dagli base della successione di verticali. Si Foto Fabio Bollini ampie. Percorre una decina di metri e si ferma di trentina di metri. Davide punta il suo faro più po-
to InGrigna! furono lo Speleo Club CAI speleologi di InGrigna! da una grotta decide di spostare il campo base in fronte a una banale risalita, che però non effettua tente per illuminare la base della verticale. Qui si
Erba, il Gruppo Speleologico Valle Ima- vicina, l’abisso I Ching. Con questa una condotta fossile meno ventilata, a per ragioni di prudenza. Davide ci ritenta durante i riversano tre corsi d’acqua, che si riuniscono alla
gna, lo Speleo Club Valceresio, il Gruppo nuova giunzione W Le Donne entra a -900 metri circa. La nuova postazione primi giorni di novembre 2012 e stavolta porta con base del pozzo inesplorato a formare un unico
Grotte CAI Saronno, l’Associazione far parte del neonato Complesso del non è vicina all’acqua e il soffitto basso sé trapano e tutto il necessario per armare. Nell’ac- fiume che a sua volta si butta in un forrone nero
Speleologica Comasca, il Gruppo Grotte Releccio. Nel 2006, una risalita in zone costringe gli speleologi a stare piegati. qua viene steso un cavo antenna collegato a due di cui non riesce a illuminare il fondo. “Sono tra
Busto Arsizio e il Gruppo Grotte Milano. remote di un vicino abisso permette Intanto si rilevano centinaia di metri di radio che permette le comunicazioni tra Corengia il contento, l’agitato, lo stato di abbandono, la vo-
Col passare degli anni la partecipazione agli speleologi di raggiungere i rami più condotte intorno al Campo Base che non e la squadra pre-sifone. La risalita che lo aveva fer- glia di uscire a Varenna (si va beh iniziavo anche
di alcuni gruppi è venuta meno. In com- profondi di W Le Donne, rendendo an- erano mai state rilevate prima e il rilievo mato si rivela facile, ma Davide attrezza tutto, per a dar vita ai sogni)... che sento il cuore pulsare, mi
penso altri, provenienti anche da altre cora più estesa e complicata la struttura della grotta si estende e si complica sicurezza. Non c’è alcun margine di errore. Poi, si fermo un secondo ad auto-calmarmi e sento un ru-
regioni, si sono aggiunti, vedi Il Gruppo del Complesso del Releccio. Il riarmo sempre più. A settembre 2009 inoltre Federazione
ritrova alla sommità di un ambiente di crollo, a una more... avete presente, tipo, un torrente che scorre
Speleologico Bergamasco Le Nottole o (ovvero il riposizionamento delle corde) viene forzata una condotta in prossimità Speleologica Lombarda ventina di metri circa in linea d’aria dal sifone da e rimbomba per tutta la galleria… Quello! Non ci
lo Speleo Club Romano di Lombardia. vero e proprio di W Le Donne comincia del Campo Base e W Le Donne viene www.speleolombardia.it cui è emerso. Quella che sembrerebbe essere la pro- credo, cammino con il cuore che praticamente mi
La partecipazione al Progetto è libera, a partire dal 2008 con una colletta più o giuntata con le regioni del fondo del vi- secuzione naturale della condotta è completamente rimbalza a caso nel petto. Percorro una cinquan-
e attualmente fanno parte di InGrigna! meno estorta a ciascun partecipante di cino abisso Orione. Dal 2010 si procede occlusa da una frana, ma di lato di sviluppa un altro tina di metri, il rumore è sempre più forte e arri-
anche due gruppi speleologici polac- InGrigna!. Nuove corde, nuovi dati di anche al riarmo e alla ripetizione del Nel febbraio 2012, ambiente, una galleria! Davide la percorre per una vo ad un finestrone che si affaccia su un enorme
chi, il GOPR e lo Speleo Club Bielsko rilievo, pulizia degli ambienti attraver- rilievo dell’impervio abisso Belfangor, InGrigna! ha effettuato trentina di metri, scende in libera un saltino e si ambiente, 30x20 profondo almeno altrettanti. Ci
Biala. InGrigna! si basa sulla completa sati. Finiscono le corde della colletta e il cui fondo storico viene superato per la congiunzione di ferma alla partenza di un nuovo pozzetto stimato sono tre arrivi, uno è quasi sicuramente l’attivo
e disinteressata condivisione di esplo- si procede a riarmare con corde vec- fermarsi su nuove strettoie nel fango grotte che ha creato di 7/8 metri. Prova a comunicare con la squadra di W le Donne. Con i potenti fari da sub illumino
razioni, foto, rilievi, relazioni di attività chie che escono dai magazzini dei vari liquido alto alcune decine di centimetri. il Complesso della Val aldilà del sifone, ma la radio non prende più. Al- il fondo dove un torrente si infila in un forrone
e di qualsiasi dato raccolto durante la gruppi o dal recupero da altre grotte La storia, ovviamente, continua! * Nosè, attualmente la lora torna indietro fino alla sponda del sifone e nero, non vedo la fine… e ora anche W le Donne
più estesa cavità in in qui riesce a spiegare la situazione e si accorda con non ha più una fine...” (dagli appunti di Davide
Italia. gli altri che gli concedono mezz’ora di tempo per Corengia).

Per approfondire
Nuovi esploratori. A Borgo Sardegna, dove i capitoli sono scritti da mol- Forse, decisiva, è l’ancestrale pulsione verso
Celano (San Marco in Lamis, te realtà in tempi diversi. C’è chi ricompone ciò che non è conosciuto. E lo speleologo vive
FG) si sono incontrati sulla carta i pezzi delle storiche esplorazioni anche una mitica condanna. Non può rag-
i protagonisti delle al Corchia. Chi trova nuovi percorsi nell’in- giungere nulla di tangibile. Le montagne han-
esplorazioni speleologiche in terno di Monte Cucco. Altri si spingono oltre no la vetta, come termine. Nel vuoto interno
Italia Massimo (Max) Goldoni l’acqua che chiudeva le esplorazioni, come al ci sono infiniti punti di arrivo, infiniti luoghi
Sifone Smeraldo di Bueno Fonteno in Lom- da superare, storie che ripartono, generazio-
Il racconto di un’esplorazione crea sempre bardia, o la fondo dell’abisso Bifurto in Cala- ne dopo generazione. Cambiano materiali,
interesse ed emozione. Il 2 e il 3 novembre bria. oppure si immergono in risorgenze quali occhi, metodi e forme di organizzazione. E
2012, a Borgo Celano (FG) durante l’incontro Su Gologone, ancora in Sardegna. Speleo- cambia la visione delle grotte. Cambiano
internazionale di speleologia Spelaion 2012 sub vanno profondi e lontano poi accettano il profondità, sviluppo, cambia la percezione
si è avuto un confronto tra molti degli esplo- limite, il loro limite. Le esplorazioni speleolo- delle grotte stesse. È bello e stupefacente,
ratori italiani. Non c’erano tutte le realtà, non giche permettono di conoscere la comples- in un tempo molto virtuale, sentire parlare
era una hit-parade, ma una rassegna della sità interna delle montagne, consentono di di fango e fatica e voglia di continuare a cer-
varietà e della creatività della speleologia ricostruire i percorsi dell’acqua, tutelandola care, a raccontare, continuare a costruire la
italiana. Le esplorazioni sono portate avan- come risorsa. Ma questa è la parte, diciamo, grande mappa del mondo sotterraneo. Molti
ti da Gruppi, Federazioni, realtà trasversali ragionevole. Poi c’è il sogno. Il sogno che ac- si chiedono cosa serva davvero tutto questo.
come InGrigna!, team occasionali realtà che compagna gli speleo, gli alpinisti, i navigatori Serve a conoscere, a emozionare, serve so-
operano su progetti. Possono esserci luoghi di rotte sconosciute. Cercare nuove frontiere. prattutto a vedere e rendere la complessità
di ricerche sistematiche, come gli Alburni. Le azioni degli speleolologi diventano anche di una Terra che abbiamo spesso ridotto a
Sistemi complessi, come Codula di Luna in geografia, offrono conoscenza allo studio. mappa a due dimensioni.

44  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  45


Un futuro per i sentieri
In basso a sinistra: Forno sentieri segnati, controllati e manutenuti dalle nelle istituzioni quella consapevolezza necessaria
(Scaglieri). Foto Mario Sezioni del Club Alpino Italiano. alla salvaguardia del patrimonio paesaggistico
Vianelli.
All’isola d’Elba la sentieristica CAI è esistita fino ed escursionistico, tale da riavere una efficace
A destra: segnaletica
al 2000, ma nel tempo è andata perduta perché sentieristica nelle isole d’Elba, Giglio e Capraia

dell’Arcipelago Toscano
nel Parco dell’Arcipelago
Toscano gli enti locali e alcune associazioni (con finalità (tutte nelle stesse condizioni), con affidamento
diverse da quelle del nostro sodalizio) hanno rite- al CAI (soggetto al quale la legge regionale della
nuto inutile mantenere quanto di buono i nostri
soci avevano realizzato negli anni novanta.
L’auspicio è che nel 2013 il CAI
Da allora nessun incarico è stato assegnato alle riceva l’incarico ufficiale per la
Sezioni toscane circa il controllo, la manutenzio- segnatura dei sentieri
ne e la conservazione della sentieristica elbana.
Anzi, talvolta, il CAI ha ricevuto l’espresso “invi- Toscana, n. 17 del 20.3.1998, riconosce il compi-
to” a non occuparsene. to di esprimere il parere tecnico) di incarichi per
Un timido segnale di cambiamento sulla con- la segnatura, la manutenzione e il controllo dei
dizione dei sentieri delle isole del Parco, quindi sentieri del Parco dell’Arcipelago toscano. Affida-
anche dell’Elba, è stato percepito in questi ultimi mento che consentirebbe la concreta attuazione
mesi. Il supposto cambiamento è da ricondurre a della citata legge regionale che considera la via-
diversi motivi. Innanzitutto alla rinnovata presi- bilità, ricompresa nella R.E.T., di interesse pub-
denza del Parco. Il professor Giampiero Sammu- blico in relazione alle funzioni e ai valori sociali,
All’isola d’Elba la ri, presidente anche di FederParchi, in tale veste culturali, ambientali e didattici del territorio.
sentieristica CAI è ha firmato a ottobre 2010 il Protocollo d’Intesa In conclusione va posto in evidenza che, nell’ulti-
esistita fino al 2000, con il CAI per l’adozione di criteri condivisi nella mo decennio, la gestione del Parco dell’Arcipela-
ma nel tempo è andata realizzazione della segnaletica dei sentieri nel si- go Toscano non “ha salvaguardato il bene comu-
perduta perché gli stema delle Aree protette. In secondo luogo, que- ne costituito dal patrimonio sentieristico elbano”,
enti locali ed alcune sto cambiamento di rotta è dovuto alla presenza come invece è riportato nel box.
associazioni (con nel consiglio della federazione dei Parchi italiani Oggi, nel centocinquatenario del Club Alpino
finalità diverse da di un nostro rappresentante, il socio Filippo Di Italiano, è auspicabile un’inversione di tenden-
quelle del nostro Donato, il cui lavoro potrà produrre buoni frutti. za che, se non nell’immediato, consenta la sicu-
sodalizio) hanno La speranza è quella di ricuperare una situazio- ra fruibilità di luoghi unici per la loro bellezza
ritenuto inutile ne a dir poco compromessa, dato che nei sentieri capaci di suscitare ai frequentatori incredibili
mantenere quanto dell’Isola d’Elba, se non si conoscono bene, è fa- emozioni per la contemporanea visione di pareti
di buono i nostri soci cile perdersi. Il Gruppo Regionale della Toscana rocciose e di insenature sabbiose: la montagna e
avevano realizzato negli auspica che il 2013, anno celebrativo dei 150 anni il mare.
anni Novanta. di fondazione del Club Alpino Italiano, generi * L’autore è presidente CAI Regione Toscana

Grazie a un protocollo tra FederParchi e CAI Toscana,


si punta a recuperare una situazione a dir poco
compromessa, dato che nei sentieri dell’Elba, se non si
conoscono bene, è facile perdersi
di Manfredo Magnani

N
el numero di agosto dello scorso anno dal box “La guerra dei sentieri”, riguardante l’iso- Un tratto costiero
della Rivista Montagne360 è stato la d’Elba, perché si citano antichi sentieri CAI, dell’Isola d’Elba.
Foto AllenMcC
pubblicato lo Speciale “I Monti del ma questo non corrisponde alla realtà e può es-
(WikiCommons)
Mare” riguardante trekking all’isola d’Elba, in sere foriero di malintesi.
Sardegna e nella Costa d’Amalfi. Conoscendo lo La realtà purtroppo è diversa: nel Parco dell’Ar-
stato della sentieristica nel Parco dell’Arcipelago cipelago Toscano, comprese le isole d’Elba e di
Toscano, io e altri componenti la struttura regio- Capraia le più suggestive dal punto di vista escur-
nale del CAI della Toscana, siamo stati sorpresi sionistico e paesaggistico, non esistono (più)

46  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  47


La riscoperta del A fronte: il Monte Bianco
da Sud: per gli aspetti
geomorfologici e il
occidentale viene ufficialmente considerata l’evento
che ha dato origine all’esplorazione scientifica del-
le Alpi. Protagonista di questa storia è lo scienziato
l’arte, l’enogastronomia… Qualche esempio?
Le stelle alpine prediligono suoli calcarei, i casta-
gni attecchiscono invece su substrati silicei. Cervi e

turismo geologico alpino


glacialismo, il massiccio
è naturale meta geo-
ginevrino Horace Bénédict de Saussure, che ispira camosci, notoriamente ghiotti di sale, amano abbe-
turistica tra le più la scalata per scopi scientifici e naturalistici. Saran- verarsi a sorgenti e ruscelli salini, la cui sapidità è
frequentate. no proprio i suoi Voyages dans les Alpes ad aprire la frutto di falde immerse in formazioni gessifere o di
Foto Gianni Boschis strada a una generazione di geologi. Rischiarate per salgemma (mi sono personalmente noti i casi della
la prima volta dal faro dell’illuminismo, le Alpi ini- Val di Thures a Cesana e del Ruisseau de la Lèche a
ziano così a scoprire i loro tesori e, con essi, a svelare Névache, dove il toponimo lèche in occitano sta per
i loro misteri geologici. “leccare”). In tutte le Alpi, moltissimi sono i nomi dei
Ci sono voluti circa due secoli per decifrare questo luoghi derivati dalla geologia (massi, ripari, dirupi,
complesso mosaico di strati e strutture spesso ri- coni detritici...); in senso storico l’attività estrattiva
piegate, spezzate e sovrapposte le une alle altre in è stata una delle principali fonti di reddito, ma ora,
modo apparentemente caotico. Un tempo in cui il per lo più abbandonata, cave e miniere sono dive-
progressivo affermarsi della “Tettonica delle plac- nute ecomusei e gallerie percorsi da trenini dove i
che” (importante quanto l’ “Evoluzione delle specie” turisti hanno preso il posto del minerale (cito a tito-
in campo biologico) ha definitivamente spiegato
come il sollevamento (e il corrugamento) alpino sia Questa nuova visione delle Alpi
il frutto dei movimenti della crosta terrestre. Ma è attrae schiere di scrittori, poeti e
stato anche un tempo necessario per maturare una pittori, ma anche scienziati
visione culturalmente diversa della catena alpina:
la presa di coscienza di un patrimonio di paesaggi lo d’esempio le realtà di Gambatesa nel Genovese,
Una proposta per geologici, di un ambiente in continua trasformazio- di Scopriminiera in Val Germanasca, della Val di
ne, oggi quanto mai a rischio per mano dell’uomo. Scalve, di Monteneve in Alto Adige...). Ancor più
guardare le Alpi da un È così che è iniziata a maturare l’esigenza di sal- intrigante il rapporto tra uve e suoli, tanto da aver
vaguardare questo ambiente tanto straordinario. dato origine al termine terroir, che bene riassume
punto di vista inconsueto Dall’istituzione dei primi parchi alpini come il Gran il forte legame vino-ambiente. Insomma, l’incontro
di Gianni Boschis Paradiso (1922) al recente riconoscimento delle fra geologia e l’interesse del pubblico per la scoperta
Dolomiti come Patrimonio dell’Umanità, la geolo- del territorio ha determinato un connubio solo ap-
gia ha contribuito a definire ciò che è bello e unico parentemente curioso, in realtà molto più familiare

“L
e Alpi calcaree, che ho percorso si- aspro e severo rivela un volto seducente che, nel Nel 2013 l’Associazione e, pertanto, meritevole di essere difeso e valorizzato di quanto non si creda: il turismo geologico. Il geo-
nora, presentano un colore grigio 1873, fa scrivere allo Scià di Persia Nasered-Din Italiana di Geologia e insieme. Che vette come il Monte Bianco siano ef- turismo non si interessa solo dei “giganti” alpini e
Turismo celebra il suo
e forme irregolari, ma originali e (in viaggio in treno per la Valsusa e atteso dal Re fettivamente belle lo si dà per scontato, appartiene con la stessa passione contribuisce a scoprire anche
primo decennale con
pittoresche, benché la roccia sia disposta in gia- Vittorio Emanuele II) “Siamo finalmente usciti dal un convegno (www.
al sentimento di generazioni di alpinisti, pittori, fo- “prodotti di nicchia”; parallelamente a uno slow
cimenti e a strati. Ma poiché non mancano nem- traforo del Moncenisio e siamo entrati nel Regno geologiaeturismo. tografi, e dei milioni di turisti che ogni anno sbarca- food, una slow geology identifica e certifica oggi cen-
meno gli strati ondulati e la roccia in generale è del Piemonte, di cui Torino è capitale. […] In Italia it). Una giovane età, no a Courmayeur o Chamonix. Ma se alla generica tinaia di “geo-siti” di interesse turistico. Sculture di
corrosa in modo ineguale, le sue pareti e le cime il treno passa da luoghi straordinari e spaventosi, ma contrassegnata ammirazione per le sue forme e la sua altitudine si erosione dalle forme più bizzarre (si pensi ai Ciciu
da un impegno forte
offrono gli aspetti più bizzarri. […] Quassù, di- sul fianco delle montagne, lungo precipizi e abis- aggiunge il fatto che si tratta di un magma granitico del Villar nel Cuneese o agli “Omeni” di Segonza-
e appassionato in
rimpetto all’albergo, la roccia è tutto mica-schi- si, vallate profonde, fiumi enormi e torrenti su cui difesa del paesaggio
cristallizzato nelle profondità della crosta oltre 300 no), strati ripiegati (Valle Roya), faglie, valli glaciali,
sto. Le acque che scorrono da questi monti non sono stati costruiti dei ponti”. Sono gli stessi luoghi italiano: tra gli altri, L’origine delle milioni di anni fa e che, sollevato dai movimenti colline moreniche, canyon, minerali e fossili ecce-
trasportano che questa pietra e del calcare gri- - allora ancor più severi e selvaggi – che nel 1688 dall’importante progetto montagne nasconde tettonici, è stato plasmato dall’erosione e ricoper- zionali, dalle singole impronte alle straordinarie
gio”. Sembrerebbe di leggere le parole di un erudito ispirano in John Dennis un senso di piacevole or- della Via Geoalpina, delle vere e proprie to di ghiacci, il piacere del panorama si carica di passeggiate di dinosauri (Lavini di Marco, Monte
oggi un sito e una
geologo, ma queste poche righe sono frutto della rore (delightful horror). È bene ricordare che le sorprese per i non interesse e curiosità. Allo stesso modo le Dolomi- Pelmetto, Gardetta), dalle lave sottomarine (Monti
pubblicazione dedicata
penna di uno dei più grandi personaggi della let- montagne, sino ad allora, erano viste come luoghi ad alcuni tra i più addetti ai lavori. Il ti, già tanto amate per le loro sculture naturali e i della Luna, al Monginevro) ai vulcani, dalle grotte
teratura mondiale, Wolfgang Goethe, protagonista malevoli, ostili e per questo da evitare, se possibile, spettacolari itinerari Cervino, per esempio, loro colori (si pensi alle descrizioni di scrittori come carsiche alla miniere abbandonate e recuperate: il
di un epico viaggio in Italia, compiuto sull’onda del piuttosto che eden naturalistico. È proprio questa geologici delle Alpi. è formato per due terzi Buzzati o Rigoni Stern), seducono ancor più per la fenomeno del turismo geologico non conosce con-
Grand Tour, fra 1786 e 1788. nuova visione delle Alpi ad attrarre schiere di scrit- Per informazioni: da rocce africane. Il loro origine corallina. Che dire del Monviso, fram- fini, capace di scoprire le Alpi anche nelle pietre dei
www.viageoalpina.org
Il passaggio del Brennero, come molti altri capitoli tori, poeti e pittori, ma anche scienziati abbaglia- Monviso, invece, è parte mento di dorsale oceanica sollevato dalle migliaia monumenti. Chi l’avrebbe detto che si potesse leg-
de Italienische Reise, lascia stupiti per la minuziosa ti dalla luce dei ghiacciai o dai riflessi dei cristalli di una dorsale oceanica di metri di profondità marina ai quasi 4000 metri gere la facciata della Sacra di San Michele, abbazia
descrizione geologica, mista alla visione pittoresca incastonati in pareti di granito, piuttosto che dalla riemersa. delle Alpi Cozie? O, ancora, del Cervino, per due simbolo del Piemonte, in senso geologico? Eppure
e romantica della montagna che, grazie ai primi tu- stupefacente presenza di fossili marini, veri e propri Michel Marthaler terzi formato da rocce africane? Questo nuova pro- le pietre di cui è fatta, risalgono al grande mare me-
risti, si fa strada nella cultura europea del periodo. rebus sull’origine dei monti. nel libro Il Cervino spettiva nel considerare il paesaggio non è più solo sozoico le cui calde acque, oltre 100 milioni di anni
Basti pensare a luoghi come gli “orridi”, il cui infau- È singolare che Goethe valichi il Brennero esat- è africano (Eventi scientifica, ma si è arricchita negli anni di piacere fa, lambivano le coste della placca africana come di
sto significato originario viene proprio allora can- tamente un mese dopo (l’8 settembre) la storica & progetti editore) per la divulgazione, di trasmissione di conoscenza quella europea, prima che il loro scontro desse luo-
cellato dall’emozione che gole e canyon suscitano ascensione del Monte Bianco compiuta l’8 agosto entra nel dettaglio lungo itinerari in cui la geologia viene declinata in go al sollevamento alpino.
nei viaggiatori. Complice la tecnologia che addo- 1786 da Michel Gabriel Paccard e Jacques Bal- dell’evoluzione tutte le sue svariate relazioni: con il clima, la flora, * L’autore è membro dell’Associazione Italiana di
mestica le valli e i versanti più scoscesi, il paesaggio mat: infatti la salita alla più alta vetta dell’Europa geologica delle Alpi. la fauna, la toponomastica, la geografia, la storia, Geologia e Turismo

48  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  49


In basso: un modello dei ghiacciai. Questa è storia nota, è sui testi sco- 800-900 metri, provocando un innalzamento dei
della topografia arcaica lastici di geografia. Nelle prossime edizioni dei picchi circostanti come il Monte Bianco, il Monte
della catena alpina
testi di geografia potrebbe però esserci una carta Rosa, il Cervino di anche 500 metri». Come dire

Quando le Alpi
nella regione del
Bianco e Vallese e, per
tutta nuova: la carta delle Alpi prima che venisse- che prima delle glaciazioni il Monte Bianco era
confronto, il modello ro rimodellate dall’opera di cesello e intaglio dei alto 4300 metri, mentre il Cervino non era, forse,
della topografia attuale ghiacciai. Questa carta ora esiste, l’ha prodotta neppure catalogabile tra i 4000 delle Alpi (o lo

erano più basse


(elaborazione Pietro Pietro Sternai insieme ad alcuni colleghi del Poli- era di pochi, pochissimi metri).
Sternai)
tecnico di Zurigo ed è ora pubblicata sulla rivista Che i ghiacciai fossero responsabili della forma
«Geology». Sternai ora lavora presso l’Institut e incisione delle nostre valli, questo è noto sicu-
des Sciences de la Terre d’Orléans, Università di ramente a molti dei nostri lettori. Ma che molte
Orléans, Francia, mentre gli studi universitari li delle cime alpine fossero assai meno elevate, que-
ha compiuti al Dipartimento di Geologia “Ardito
Desio” dell’Università Statale di Milano. La forma a “U” delle valli alpine
«Il contributo maggiore del nostro lavoro è pro- si deve all’azione erosiva dei
babilmente quello di aver prodotto un modello, ghiacciai
alla scala dell’intera catena Alpina, della loro to-
pografia pre-glaciazione». Sternai spiega come sto potrebbe essere una novità per alcuni di noi.
hanno costruito questa mappa: «È il primo mo- Il perchè di questo fenomeno lo spiega ancora
dello interamente basato sulle leggi fisiche che Sternai: «I ghiacciai erodono soprattutto il fondo
descrivono l’evoluzione topografica di una cate- delle valli nelle quali si insinuano. Le quote più
na montuosa in condizioni di erosione fluviale e elevate, quelle che restano al di sopra della calot-
glaciale. I modelli precedenti si basavano preva- ta glaciale come alcune linee di cresta e svariate
lentemente su considerazioni geometriche lega- vette alpine, al contrario, rimangono sostanzial-
te alla forma delle valli ed erano soprattutto alla mente inattaccate dall’azione diretta dei ghiac-
Nelle prossime edizioni scala di qualche chilometro o decina di chilome- ciai. Asportando del materiale dalle vallate alpine
dei testi di geografia tri». Insomma, mentre prima i geomorfologi ri- tutta la catena si “alleggerisce” e quindi tende a
potrebbe esserci una costruivano la paleo-topografia (o topografia an- sollevarsi per isostasia (il principio di Archimede
carta tutta nuova: tica) di alcune valli o montagne basandosi sulle per cui un corpo più leggero galleggia meglio). Le
la carta delle Alpi forme e geometrie locali, Sternai ha usato quelle quote più elevate, da cui il materiale asportato è
prima che venissero leggi fisiche naturali che regolano l’erosione del- minore, sono quindi soggette a un sollevamento
rimodellate dall’opera le rocce nel caso in cui siano erose dall’acqua o anche significativo».
di cesello e intaglio dei dal ghiaccio e le ha applicate a tutta la regione Insomma, la topografia generale delle Alpi prima
ghiacciai. Questa carta Alpina. delle grandi glaciazioni pleistoceniche mostra un
ora esiste, l’ha prodotta Confrontando le due carte topografiche, quella aspetto più dolce, meno scolpito e scosceso della
Pietro Sternai insieme pre-glaciazione e quella attuale, saltano all’oc- catena attuale. Le cime erano meno elevate e le valli
ad alcuni colleghi del chio alcuni aspetti interessanti. «Secondo il erano meno profonde. Forse, e di questo dovrem-
Politecnico di Zurigo ed nostro modello l’erosione glaciale ha reso più mo allora essere grati ai ghiacciai che stanno scom-
Prima delle grandi glaciazioni la catena che ci isola dal è ora pubblicata sulla profonde molte delle maggiori valli Alpine (val- parendo, la topografia arcaica delle Alpi era un po’
resto del continente era più bassa. Ecco la prima mappa rivista «Geology». le del Rodano, Aosta, Reno, Pusteria) di anche meno attraente per chi le montagne ama scalarle.

che ritrae le Alpi nella loro veste più antica


di Jacopo Pasotti

C
hissà che aspetto aveva la catena alpina dall’acqua. Poi, 680mila anni fa si sono formate Il Monte Bianco
(4810 m), visto da un
prima di venire invasa dalle gigantesche le calotte glaciali hanno cominciato a ricoprire la
aereo all’alba.
colate di ghiaccio del Pleistocene, prima catena montuosa (alcuni studi recenti sostengo- Foto Emmanuel Boutet
cioè che lingue di ghiaccio chilometriche comin- no l’esistenza di alcune fasi glaciali precedenti), (Wikimedia Commons)
ciassero a eroderle, incidendo le valli profonde dando origine alle ben note grandi glaciazioni
che oggi formano il panorama delle Alpi. pleistoceniche. L’Europa, come l’America Set-
Il paesaggio doveva essere assai diverso da quello tentrionale, sono state per lunghi periodi conti-
a noi famigliare: la catena era incisa da torrenti nenti di ghiaccio, più che di terra. Le Alpi erano
e fiumi, consumata da frane e smottamenti, ma, anch’esse coperte da una imponente coltre glacia-
come impariamo nelle ore di geografia a scuo- le, da cui emergevano solamente i picchi più ele-
la, le incisioni erano di origine fluviale e quindi vati e la caratteristica forma ad “U” delle odierne
con quella caratteristica forma a “V” generata valli alpine si deve all’azione erosiva (e abrasiva)

50  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  51


Ski Past, la storia
Addestramento sciistico
a Passo Rolle nel 1922
(Scuola Alpina della
Guardia di Finanza)

la raccontano gli sci


di Alessandro de Bertolini

È
possibile raccontare la storia del Nove- Trento, Le Gallerie di Piedicastello, ottobre 2012.
cento anche attraverso gli sci? Raccon- Inaugura la mostra Ski Past. Storie nordiche in
tare il Novecento attraverso il loro uso Fiemme e nel mondo. Oltre 4000 metri quadra-
quotidiano, i grandi avvenimenti sportivi dei ti di superficie espositiva in due tunnel stradali
Giochi olimpici invernali e dei Campionati del (fino al 2006 vi transitava la maggior parte del
mondo di sci nordico? traffico cittadino) che oggi sono sede di grandi

2
2

eventi espositivi dedicati alla storia, a cura della tradotti subito in inglese, in tedesco e in fran- 2. Gara di orientamento
Fondazione Museo storico del Trentino. Ski Past cese suscitando una vasta eco in tutta Europa e a Passo Rolle, 1929
racconta la storia delle tre discipline nordiche: promuovendo l’utilizzo dello sci nei paesi alpini. (Scuola Alpina della
Guardia di Finanza 1920-
sci da fondo (sci nordico), salto con gli sci e com- Oggi, a distanza di 125 anni, giunti a Trento dal 2010, pubblicazione
binata nordica. Centinaia gli oggetti in mostra, Museo di Holmenkollen di Olso, gli sci di Nansen della Guardia di Finanza,
dagli sci di Fridtjof Nansen alle medaglie dei sono esposti presso Le Gallerie di Piedicastello 2010).
grandi campioni del passato. Decine le video- insieme a decine di altri oggetti che testimoniano 3. Scarponi Henke
installazioni presenti, alcune realizzate mediante l’evoluzione della cultura materiale nelle discipli- (Comitato Mondiali
Val di Fiemme), anni
grandi proiezioni su telai fino a 9 metri di lar- ne nordiche. Sessanta.
ghezza. Tanti i fatti narrati, a cavallo tra la storia Percorrendo gli exibit espositivi, tanti altri ele- 4. L’esploratore
del Novecento e la storia dello sport. menti. Gli sci di ieri e quelli di oggi, gli sci da sal- norvegese, Roald
Cominciamo da lontano. “In breve, la mia idea to e gli sci da fondo, i bastoncini, le tute, i caschi, Amundsen
era che se un gruppo di bravi sciatori equipag- le scioline, gli attacchi, le macchine fresatrici, un (Nasjonalbiiblioteket:
www.nb.no/nbdigital/
giato in maniera pratica e funzionale fosse par- prototipo di sci in cemento, le apparecchiature polarbilder/Amundsen/
tito dal lato destro, doveva per forza riuscire ad bio-mediche per il miglioramento della presta- Portretter-Privatliv).
attraversare la Groenlandia”. Scrive così nel suo zione degli atleti e i software di ultima generazio- Raffigurazione dei primi
diario l’esploratore polare Fridtjof Nansen. Sia- ne per lo studio del gesto tecnico. anni del Novecento
mo in Norvegia, ultimi anni dell’Ottocento. Cri- Muovendoci dentro i due tunnel – si cammina
stiania – la capitale, un tempo era nota così Oslo sull’asfalto – incontriamo molti
– aveva appena accolto Nansen come un eroe altri temi. Tra questi, la storia
nazionale, primo uomo sulla terra al quale riuscì della Val di Fiemme con il
l’impresa di attraversare la Groenlandia con gli suggestivo “Bosco della sto-
sci. Era il 1888. “Non c’era una rotta da decidere”, ria” (38 tronchi provenienti
continua Nansen sui suoi taccuini. “L’unica pa- dalle foreste di Fiemme),
rola era avanti e l’unico ordine era o la morte o la il ruolo avuto dallo sci
costa occidentale della Groenlandia”. Contro ogni nella Grande guer-
previsione Nansen compì la traversata. E soprav- ra come “nuova
visse. Coprì una distanza di 500 chilometri in 42 arma miraco-
giorni servendosi di 9 paia di sci lunghi 2 metri losa”, la dif-
e 30 centimetri costruiti con legno di quercia e fusione del-
betulla. I suoi diari, scritti durante la spedizione lo sci nelle
e pubblicati poco dopo il rientro in patria, furono Alpi sul 3

4
54  /  Montagne360  /  Gennaio 2013
5. Adolfo Kind (1848- finire dell’Ottocento, le grandi esplorazioni pola-
1907), tra i primi
ri all’inizio del secolo scorso, il turismo invernale
promotori dello sci
alpino in Italia nella prima metà del Novecento e la Marcialonga.
(www.swissinfo.ch). Una grande “linea del tempo” si sofferma poi sui
Raffigurazione di fine 90 anni compresi tra il 1924 (primi Giochi olim-
Ottocento. pici invernali) e il 2013 (Campionati del mondo
6. Gara di sci a La
di sci nordico in Val di Fiemme), raccontando i
Porte, California
(www.smucisca.net/ legami tra la storia dello sport e gli avvenimenti
nova/welcomepage/ più importanti della storia del Novecento.
view/155/Muzej_ Lo storia dello sport diviene infatti un modo per
Ottawa_Kanada). rileggere il corso del “Secolo breve” con punti
7. Competizione di
di vista differenti. Febbraio 1936, Garmisch: la
granfondo di sci nordico
(Comitato Mondiali Val cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici inver-
di Fiemme) negli anni nali viene presieduta da Adolf Hitler. Secondo le
Ottanta intenzioni del Cancelliere tedesco i Giochi devo-

Nel 1980 la Repubblica Popolare


Cinese partecipa per la prima
volta ai Giochi olimpici invernali
no servire per mostrare al mondo la potenza della
Germania. La cittadina di Garmisch è pattugliata
dagli ufficiali delle SS. La propaganda assume un
ruolo determinante l’ombra del razzismo oscura
5
la manifestazione e si verificano episodi di intol-
leranza nel villaggio olimpico. Scenario bellico e
rapporti fra le forze in campo sono legati a doppio
nodo con la storia dello sport. Dopo Garmisch, cin-
que anni più tardi, i Campionati del Mondo di sci
nordico del 1941 si disputano in Italia. Sede delle
competizioni è Cortina d’Ampezzo, nel pieno della
Seconda guerra mondiale e del regime fascista. Alle
gare partecipano soltanto le nazioni che non sono
in conflitto con l’Italia e con i suoi alleati. Molti Pae-
si sono esclusi e pesa la mancanza degli Stati Uniti.
Nel 1946 i Campionati del mondo del ’41 verranno
dichiarati nulli dalla Fis.
La guerra finisce, mutano i conflitti, è tempo di
Guerra fredda e i grandi eventi sportivi continua-
no a riflettere le relazioni di politica internazionale
fra Paesi differenti. Nel 1980 la Repubblica Popo-
lare Cinese (la Cina) partecipa per la prima volta
ai Giochi olimpici invernali. Per questo motivo la
Repubblica Cinese, nota come Taiwan – uno Stato
de facto non riconosciuto dalla Cina – è costretta
a competere sotto il nome di Taipei. I taiwanesi
protestano apertamente e si rifiutano di prendere
parte alle competizioni diventando la prima na-
zione a boicottare i Giochi olimpici invernali. Con-
temporaneamente, si apprende del boicottaggio da
parte degli Stati Uniti dei Giochi olimpici estivi – in
programma a Mosca tra luglio e agosto dello stesso
anno – a causa dell’invasione sovietica dell’Afghani-
stan nel dicembre 1979.
Dieci anni più tardi, cade il Muro di Berlino. Fisi-
camente e politicamente il crollo cancella la distin- 7
9
zione fra Germania dell’Est e Germania dell’Ovest.
6
Gennaio 2013  /  Montagne360  /  57
12

Una divisione che si presentava ai blocchi di par- ripetuti cambiamenti che intervengono durante 8. La Valanga azzurra,
tenza nelle competizioni olimpiche dal 1961, quan- il Novecento sulla carta politica e geografica dei anni Settanta
(www.sciclubsauze.it/
do il Muro spaccò in due mondi la città. Solo rare Balcani.
storia.htm).
volte la Germania aveva gareggiato con una “squa- *L’autore lavora presso la Fondazione Museo sto- 9. Campionati
dra unificata”. rico del Trentino Internazionali di
In modo analogo, la dissoluzione dell’unione So- Le foto di questo servizio sono state fornite sci, prima gara FIS,
vietica fa sì che dal 1991 sia la Russia a partecipare gratuitamente dalla Fondazione Museo stori- Zakopane (Polonia).
(www.archiwum.watra.
alle Olimpiadi. Come, del resto, numerosi effetti co del Trentino e provengono da archivi pub-
pl/sport/ps/mp.html),
si riflettono sul medagliere olimpico a seguito dei blici e privati. negli anni Cinquanta

La mostra 18 / ottobre
october
2012
30 / giugno
june
2013
Storie
Nordiche in
Fiemme e
nel Mondo
Histories of
Nordic Sport
in Fiemme
and Worldwide

Ski past, Storie Nordiche in Fiemme e nel Mondo

Ski Past. Storie nordiche in Fiemme e nel mondo Trento - Le Gallerie (Piedicastello)
è organizzata dalla Fondazione Museo storico del Fino al 30 giugno 2013
Trentino con la collaborazione del Comitato Mondia- Ingresso libero
li Fiemme 2013 in partnership con la Fis (Federazio- Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso
ne internazionale sci). Informazioni⁄Prenotazioni +39 0461 230 482
È stata curata dal direttore della Fondazione Museo Info⁄Booking +39 0461 230 482
Le Gallerie – Piedicastello, Trento
Fondazione Museo storico del Trentino

9
storico Giuseppe Ferrandi insieme a Roberta Tait e www.museostorico.it / www.legallerie.tn.it Ingresso libero ⁄ Free entry
Martedì – Domenica: 09:00 – 18:00 ⁄ Lunedì chiuso
Tuesday – Sunday: 9 am – 6 pm ⁄ closed on Monday
Informazioni ⁄ Prenotazioni +39 0461 230 482
Info ⁄ Booking +39 0461 230 482

14
www.museostorico.it ⁄ info@museostorico.it

Alessandro de Bertolini. info@museostorico.it


Partners

58  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 9


CAI 150
il decennio 1894-1903

Arriva il Novecento Quarta tappa della storia


dei 150 anni del CAI e del

e il CAI diventa adulto Paese. Solidale e sempre


più ecologista, il sodalizio
mantiene una base
associativa aristocratica e
borghese, che punta alla
tutela, anche culturale,
delle Terre alte. Sullo
sfondo, i primi segni del
nazionalismo
di Annibale Salsa

S
uperata la fase pionieristica e fondativa del-
le origini, gli anni a cavallo fra Ottocento e
Novecento vedranno l’espansione organiz-
zativa e associativa del Sodalizio. In tal senso verrà
posto all’Ordine del Giorno dell’Assemblea Gene-
rale, da parte della Sezione di Venezia, il proble-
ma del riconoscimento giuridico del CAI. Anche la
questione dell’ampliamento della Capanna Regina
Margherita al Monte Rosa, attraverso la separa-
zione fra locali per ricercatori e locali per alpini-
sti, sarà messo al centro delle attenzioni del nuovo
decennio. Sebbene di meno rispetto ai tre decenni
passati, e nonostante la ferma volontà dei dirigen-
ti di rimarcare la vocazione nazionale del Club,
l’impronta piemontese risulta ancora pienamente

Si registra lo scavalcamento
numerico dei Soci di Milano rispetto
alla Sezione madre di Torino
percepibile. Anche nelle Sezioni del nord-est e del
centro-sud appena costituite, la presenza di Soci
Crozzon di Brenta provenienti dal vecchio Piemonte sabaudo e trasfe-
preso dalla malga di ritisi per lavoro nelle altre regioni italiane, avrà una
Brenta Alta e Cima
rilevanza piuttosto marcata. Ne sono indicatori in-
Tosa, 1890-1900 (autore
non identificato). Foto
contestabili molti cognomi di chiara derivazione
Centro Documentazione subalpina.
Museo Nazionale della L’area geografica che registrerà le maggiori ade-
Montagna sioni in tale periodo riguarda il cosiddetto trian-
golo industriale: Torino, Milano, Genova, con le

60  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  61


rispettive Sezioni. Una certa novità è rappre- molte Sezioni, programmi intensi di rimboschi- In basso: . Qui a fianco, partendo
sentata, però, dallo scavalcamento numerico dei mento e di bonifica territoriale. Siamo agli esordi Titta Piaz e Ugo de da sinistra: Ettore
Amicis, 1900-1910. Foto Tolomei, il “disinvolto
Soci della Sezione di Milano rispetto alla Sezione di quella che sarà la festa degli alberi. Oggi, inve-
Centro Documentazione italianizzatore del Sud
madre di Torino. La lettura disaggregata del dato ce, le cose stanno diversamente e il fenomeno del Tirolo”, diede il nome di
Museo Nazionale della
numerico sta a significare, comunque, come la re-inselvatichimento, connesso all’abbandono Montagna “Vetta d’Italia” al monte
matrice geo-sociale degli aderenti sia riconduci- della montagna, impone scelte quasi opposte in più settentrionale della
grado di favorire il mantenimento di prati e pa- penisola italiana dopo
Nel corpo sociale del CAI si fa scoli, scrigni di bio-diversità. In tal senso, la tra- L’appoggio fornito alle
averne raggiunta la
vetta.
spazio il senso della cittadinanza dizione scientifica del CAI dovrebbe immunizzare istanze nazionalistiche Amé Gorret, il prete
attiva e della promozione civile i Soci e simpatizzanti da derive ideologiche di fon- relativamente alle “terre alpinista valdostano
damentalismo ambientalista, ponendo l’accento irredente”, contribuirà noto come l’“Ours
bile alla vocazione industriale e urbana di questo sulla corretta distinzione fra ecologia scientifica ed ad alimentare nei Soci de la montagne”,
un prestigioso
territorio e alle spinte alla modernizzazione del ecologismo ideologico. L’interpretazione storica la concezione secondo
collaboratore in
Paese che essa sollecita. dei fatti, e non la loro assolutizzazione dogmatica, la quale le montagne lingua francese del Risorgimento. Le Alpi si trasformeranno lenta- italianizzatore del Sud Tirolo e Angelo Manaresi,
Dal punto di vista sociologico, vi è una sostan- dovrà essere sempre la via maestra per capire la alpine sarebbero una Bollettino CAI. Il mente da “terreno di gioco” a “terreno di scontro” Presidente del CAI imposto dal regime fascista)
ziale omogeneità fra l’Alpine Club di Londra edil montagna e la società. barriera divisoria suo allontanamento fra opposte nazionalità. Ne risentirà anche il CAI allo scopo di giustificare l’intervento italiano nel-
Club alpino italiano. Scienza e tecnica, laicità e Sul fronte delle nuove tendenze politiche e cul- (nozione di “sacro dalla redazione fu il al proprio interno. la Grande guerra e l’occupazione del Tirolo meri-
segno delle crescenti
liberalismo economico rappresentano, infatti, turali si vanno accentuando, a livello europeo, confine”) fra i popoli L’appoggio fornito alle istanze nazionalistiche dionale (Trentino e Alto Adige).
incomprensioni
l’orizzonte nel quale si colloca l’associazionismo segnali di un crescente nazionalismo che spes- e non una cerniera fra linguistiche fra regioni relativamente alle “terre irredente”, contribuirà Dalla fine degli anni Ottanta e per tutto questo
alpinistico. Frattanto, anche il quadro politico so male interpreta le istanze democratiche del contigui versanti. alpine. ad alimentare nei Soci la concezione secondo decennio, fino alla morte avvenuta nell’anno
generale muta e il CAI, fortemente connotato da James Bryce. Dal 1899 1907, si eclisserà dalle pagine del “Bollettino CAI”
un’impronta istituzionale e dalla vicinanza al po- all 1902 fu presidente La sensibilità ambientale del CAI la penna francofona del Socio Onorario Amé
tere di molti suoi Soci già fin dalle origini, riflet-
dell’Alpine Club di
contribuirà ad attivare programmi Gorret, il prete alpinista valdostano noto come
Londra. Il CAI, dal punto
terà i mutamenti sociali e di costume in atto nella di vista sociologico, di rimboschimento e di bonifica l’Ours de la montagne. Il rifiuto, da parte della
società italiana del tempo. Le priorità riguarda- all’epoca aveva molte Redazione, di ospitare gli scritti in lingua fran-
no, ad esempio, il problema dell’istruzione. Si affinità con il Club la quale le montagne alpine sarebbero una bar- cese del prestigioso Socio valdostano, segnerà il
avverte sempre di più la necessità di estenderla a d’oltre Manica. riera divisoria (nozione di “sacro confine”) fra i passaggio a un’epoca di crescenti incomprensioni
Sotto: il Cervino visto
nuove fasce di cittadini del nostro giovane Stato, popoli e non una cerniera fra contigui versanti. linguistiche fra regioni alpine abituate, da secoli,
dal Riffelberg Hotel,
sorto da esperienze amministrative molto diver- Svizzera, 1900 ca. Nel Nord Est del Paese, per iniziativa del glot- alla prassi della territorialità della lingua. In que-
sificate fra loro. Foto Centro tologo goriziano Isaia Ascoli, si faceva strada la sti anni, si porrà anche la questione di rivedere
L’Italia è una nazione segnata non soltanto dai Documentazione nuova nozione, assai discutibile, di “Tre Venezie” la tradizionale suddivisione classificatoria delle
dislivelli orografici della montuosità del territorio Museo Nazionale della o “Triveneto”. Nozione che sarà sfruttata in segui- Alpi, prodromica della revisione toponomastica
Montagna
ma, soprattutto, dai dislivelli socioeconomici fra to dai nazionalisti (Ettore Tolomei, il disinvolto degli anni a venire.
le differenti regioni. La stratificazione sociale del
Sodalizio è ancora profondamente caratterizzata
da appartenenze aristocratiche e alto borghesi le-
gate, queste ultime, all’esercizio delle tradizionali
professioni liberali. Tuttavia, il senso della citta-
dinanza attiva e della promozione civile fanno
del corpo sociale del CAI una realtà tendenzial-
mente illuminata, sensibilmente vivace nella vita
pubblica attraverso il suo apporto volontaristico.
L’impegno civile e morale nel “fare gli Italiani”,
memori delle enunciazioni post-unitarie di Mas-
simo D’Azeglio e di Vincenzo Gioberti, trova nel
tessuto associativo un terreno fertile di feconda-
zione. Molte Sezioni promuoveranno iniziative di
aiuto solidaristico nei confronti di bambini e fa-
miglie residenti in quei paesini di montagna dove
si andranno a costruire i rifugi, le nuove frontiere
dell’avvicinamento cittadino alle montagne. Gli
anni del decennio in esame sono anche caratte-
rizzati da forte pressione demografica sulle mon-
tagne alpine ed appenniniche. Ciò determinerà
pesanti disboscamenti dei versanti con i rischi
connessi al dissesto idro-geologico. La sensibili-
tà ambientale del CAI contribuirà ad attivare, in

62  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  63


Lettere
Auguri da reggio emilia 8482 sped. Polacca: Branski, Heinrich, Holech come poi, più avanti nell’articolo viene ampiamente vogliono più portarti, si cammina sulla testa”) mi fa
Gentile Redazione, da quando mi sono associato Maggio 1978. Sudgipfel. 8476 sped. Polacca: e correttamente raccontato. Però come "contitolari" sorgere una domanda: perché la rivista del Club Al-
(era l’anno 2000 o giù di lì) ho sempre apprezzato Chobrak, Wroz, Maggio 1978. Yalung Kang, We- dell’impresa Molteni e Valsecchi non vengono citati. pino Italiano non si occupa anche di trail running?
il vostro giornale e le sue transizioni e trasforma- stgipfel 8433 m, sped. Giapponese: Matusuda, Perché? Mi pare che la via “Cassin” sulla Nord Est sia Dalla prima Ecomaratona dei Marsi, corsa nel 1996
zioni… mi posso quindi definire, con poca fantasia Ageta, Maggio 1973. ufficialmente dedicata a tutti e cinque. In altre oc- da 40 partecipanti, all’ultima edizione dell’Ultra-Trail
ma molto entusiasmo, un vostro “lettore affezio- • Lhotse; Westl. Zwischengipfel 8426 m: unbestie- casioni mi è capitato di leggere che invece l’impresa du Mont-Blanc alla quale hanno partecipato 2300
nato” Desidero con queste poche righe farvi il mio gen. Ostl. Zwischengipfel 8376 m: unbestiegen. spetta solo a Cassin, Ratti ed Esposito. persone – a cui si devono aggiungere 1800 perso-
più grande “IN BOCCA AL LUPO” per la nuova, per • Lhotse Shar Ostgipfel 8400 m, sped Austriaca: Tengo parecchio a Molteni e Valsecchi perché il pri- ne della CCC e 1400 della TDS – il trail running si è
così dire, “avventura” nelle edicole auspicando per Mayerl, Walter, Maggio 1970. mo era di Erba, come me. Ho scritto parecchio di lui sempre più affermato tra coloro che cercano nella
tutti Voi il raggiungimento di traguardi ALTI quanto • Makalu, Makalufeng; Sudostgipfel 8010 m, sped e di Valsecchi. Sono stato contento quando anni fa montagna un contatto con la natura (quasi) incon-
le montagne che le vostre foto mi presentano ogni giapponese: Tanaka, Ozaki, maggio 1970. Graziano Bianchi, pure lui erbese, ha dedicato a Mol- taminata, lunghi e muti colloqui con il sole e con il
mese nella loro più cristallina bellezza. Un saluto a • Nanga Parbat, Diamir; Sudgipfel 8042 m, sped. teni e Valsecchi una via aperta sulle pareti del Buco vento (Gervasutti), il valore dell’uomo senza il quale
tutti. Svizzera: Bueler, Agosto 1982. del Piombo. Ero amico di Gianni, il fratello di Mario, la montagna «non sarebbe che un grosso mucchio
Paolo Bertoni, Reggio Emilia • Annapurna, Morshiadi; Mittelgipfel 8064 m, e tante volte abbiamo, la sera al bar, tra una briscola di pietre» (Bonatti) e un confine metafisico («Fino
sped. Tedesca: Boening Greissl Oberrauch, otto- e l’altra, rievocato le imprese di suo fratello. Mio fi- a dove sarei stato capace di spingermi?» Messner).
Il mio omaggio a Bonatti sulla Torre bre1980. Ostgipfel 8029 m, sped. Spagnola:, An- glio Federico, grande appassionato di alpinismo,  ha Le gare di trail running richiedono una seria prepara-
Bignami glada, Civis, Pons, Aprile 1974. fatto l’altro giorno lo spigolo nord e in vetta mi ha zione atletica, ammirazione per il paesaggio alpino
Egregio direttore, tutti da giovani avevamo il nostro • Broad Peak, Falchen Kangri; Mittelgipfel 8016 m, detto che si è fermato un momento davanti alla la- e rispetto dell’ambiente. E già questi sarebbero ar-
idolo. Il mio era Walter Bonatti. sped. Polacca: Glazek, Kesiki, Kulis, Nowaczyk, pide che ricorda quella morte. Quindi mi arrabbio un gomenti forti di cui trattare. Purtroppo, dato l’ormai
Un po’ il mio sogno si avverò nel 1982 quando in Val Sikorski, Luglio 1975. po’ quando Molteni e Valsecchi non vengono citati elevato numero di partecipanti a questo genere di
Gabbiolo, la valle più selvaggia e integra del gruppo In una nota a margine della tabella Messner menzio- come componenti di quella cordata. Scusate la mia manifestazioni, l’impatto sul territorio non è sempre
Presanella-Adamello, io e il fratello Urbano ripetem- na queste 15 vette conosciute nel circolo himalaya- pedanteria, ormai sono vecchio amante della mon- indolore come dovrebbe. Ed anche questo sarebbe
mo sulla Torre Bignami (3288 m) una via appunto di no. tagna anche se al massimo sono arrivato ai rifugi, e sicuramente un aspetto interessante su cui ragiona-
Walter. Carlo Alberto Sollier, Sezione di Pianezza gli anziani hanno le loro manie, re: “popolarità” è sinonimo di “degrado”?
Mi presi in quell’occasione un suo chiodo rosso, tra- Un caro saluto e di nuovo complimenti, I contenuti da esaminare di volta in volta, dunque,
ballante, che conservo fra i miei ricordi. Non cercava Brutture in montagna, i responsabili Emilio Magni sono numerosi e tutti profondamente connessi con
record il grande Bonatti, ma aveva un’etica, un modo paghino la cultura della montagna e del CAI (preparazione,
romantico di conquistare le vette, che rimarranno Rivedendo le foto sull’ultimo numero di Monta- Un appello in favore del Trail tecnica, materiali, sofferenza fisica e fatica psicolo-
nel cuore dei veri amanti della montagna, non di gne360 sulle brutture che si trovano sulle nostre Running gica, conseguimento degli obiettivi, effetti sulle atti-
quella assalita, violentata, cementificata, sfregiata montagne,dai tralicci in ferro, croci immense , an- Rileggo “Il Monte Analogo” di René Daumal e mi vità e sulle popolazioni locali...).
da troppi cavi d’acciaio, pronta magari a ricevere la tenne, impianti abbandonati e arruginiti. Mi viene da imbatto nelle note finali – ritrovate tra le sue carte Quando vi aprirete a questo mondo che in pochi
neve trasportata dall’elicottero, visto che il cielo non pensare se non sia il caso di andare oltre la denun- dopo la morte sopraggiunta a soli 36 anni nel 1944 a anni è diventato un piccolo universo, già con una sua
ci pensa. In Val Gabbiolo, laterale della Val Genova, cia, coinvolgendo in primis visto, che, pare esserci Parigi – in cui scrive di alpinismo. storia, le sue leggende ed una realtà composita da
arrampicarono Mauri-Oggioni, Aiazzi e il nostro Aste. gruppi di amici della Montagna seduti nel nostro Tra queste, una in particolare (“quando i piedi non esplorare?
Con immensa stima un vecchio modestissimo alpi- Parlamento, le nostre sezioni, la stampa locale e na-
nista di Ossana Fucine Val di Sole (Tn). zionale e proporre, quando si riscontrano i respon-
Errata Corrige
Tullio Dell’Eva, Socio Sat CAI Riva del Garda sabili di queste discariche a cielo aperto, di obbligarli
a ripristinare questi luoghi di bellezze inestimabili
Gli 8000 non ufficiali? Messner ne che molti paesi ci invidiano. Deve essere un impe- Wi-Fi nei rifugi della Il CAI Lombardia ha curato con ERSAF di promozione turistica (prenotazioni,
parlava già 20 anni fa gno primario del CAI con una campagna continua al Lombardia, una precisazione l’attuazione di tre edizioni di corsi formativi pagamenti on line, servizio web-cam,
ho letto l’articolo a p. 31 della rivista Montagne360 fine di ottenere risultati per non rimanere semplice per operatori turistici e gestori di rifugio dal potenziamento della comunicazione, ecc.).
del mese di Agosto 2012 “le cime più alte del mon- testimonianza, come succede spesso nei confronti 2010 al 2011 volti a offrire degli strumenti Il progetto che prevedeva la connessione
do”. Nel 1992 ho avuto il piacere di assistere ad una di molte amministrazioni quando le varie sezioni nei Con riferimento all’articolo apparso a per migliorare l’accoglienza, approfondire di 28 rifugi con la creazione di punti
presentazione di diapositive di Reinhold Messner a territori si confrontano. pagina 5, sulla Rivista Montagne360 con il quadro normativo e operativo di informativi (infopoint) è stato realizzato da
Monaco di Baviera e di acquistare il suo libro da lui Aldo Gardi, CAI Imola  titolo “Alpi Lombarde arriva il Wi-Fi in 28 riferimento e offrire spunti per un'ospitalità ERSAF partner del progetto.
firmato: Ueberlebt alle 14 Achttausender; BLV Ver- rifugi” si rileva che sono stati accorpati due sempre più competente e migliorata da una Alla data odierna (20 settembre data
lagsgesellschaft Muenchen. Egli descrive con do- Non dimentichiamo Mario Molteni e distinti progetti che si stanno realizzando in formazione specifica. di spedizione di questa lettera, Ndr)
vizia di precisione le Nebengipfel superiori a 8000 Giuseppe Valsecchi Lombardia: Il Progetto Wi-Fi - Diffusione della banda l’istallazione è stata completata in più
metri appartenenti ai 14 “8000 ufficiali”: Mi devo complimentare perché la rivista è molto bel- il bando Rifugi Lombardia – successivo larga satellitare nei rifugi di montagna di 30 rifugi e grazie alla diminuzione di
• Everest, Chomolungma, Sagarmantha; Sudgipfel la, interessante, varia nei gusti e nelle proposte. Però alla LR 16/07 sul turismo e al relativo Un’altra importante azione del progetto costi è prevedibile che si possa arrivare
8760 m sped. Britannica: Evans, Bourdillon, 26 ho un piccolo appunto da fare. Nell’articolo “Alpi Re- Regolamento che ha finanziato al 50% Interreg VETTA ha riguardato la diffusione a circa quaranta tra rifugi alpinistici ed
Maggio 1953. Nordostschulter 8393 m: unbestie- tiche, La Conquista del Badile”, a pag. 72, si dice che l’adeguamento igienico sanitario di 56 della connessione internet a banda larga escursionistici iscritti nell’apposito elenco
gen. 75 anni fa Riccardo Cassin, Luigi Esposito e Vittorio rifugi con un finanziamento regionale di 3 satellitare nei rifugi, utile strumento in regionale, nelle province di Varese, Como,
• K2, Chogori; Westgipfel m. 8230 sped. Giappo- Ratti portarono a termine la prima ascensione della milioni e mezzo di euro. caso di condizioni meteorologiche e di Lecco e Sondrio.
nese: Sabir, estate 1982. Sudgipfel 8132 m: un- “est” del Pizzo Badile. Ci si è però dimenticati che Il Progetto Vetta, Interreg IIIa che si connettività particolarmente sfavorevoli Carlo Alfredo Pessina, presidente della.
bestiegen. c’erano anche Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi, pone l’obiettivo di migliorare l’offerta che rappresenta, per il gestore del rifugio e Commissione Regionale Lombarda CAI
• Kangchenjunga, Kanchanfanga; Mittelgipfel m. che morirono poco dopo la conquista della parete, turistica connessa all’escursionismo: per gli utenti, anche un importante mezzo Rifugi e Opere Alpine

64  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  65


Cronaca extraeuropea
a cura di Antonella Cicogna e Mario Manica antcico@yahoo.com nel superamento di un tetto. Entrambe le Renland Per le relazioni e la personale collaborazio-
vie completate in 20 ore, con accesso alla Cinque belle e lunghe prime ascensioni ne ringraziamo: Nicolas Favresse, Vlado Li-
parete dall’imbarcazione. Dopo questo nella zona di Renland (Groenlandia orien- nek, Olly Sanders
Olly Sanders nel fiordo primo approccio groenlandese, la squa- tale) per la cordata svizzera composta da
Sarqarssuaq Fjord.
Sotto: Lee Roberts sul quarto tiro (C1) di
dra si è quindi concentrata sull’imponente Basil Jacksch, Christian Ladergerber, Vera Drowning in a sea of light.
Foto archivio Olly
Sanders
The Impossible Wall, altra bigwall salita in Reist e Silvan Schüpbach dopo aver posto Foto archivio Olly Sanders.
prima assoluta nel 2010 dai belgi (Devil’s il campo base all’inizio dell’area chiamata In basso a sinistra: Ulamertorsuaq,
Brew, 850m, 5.12+, 11 giorni, 3 campi con Alpine Bowl. Fiore all’occhiello è “Ledgeway Tasermiut Fjord. Foto Mario Manica.
A destra: Ketil, Tasermiut Fjord.
portaledge, niente spit). A destra della via to heaven” (1.200 m, 7b+, A1, 45°), lungo la
Foto Mario Manica
di Favresse e compagni, i sudafricani han- big wall Mirror Wall, posta alla testa di Lab-
no realizzato “Impossible Drive”: 850 m, yrinth Glacier. Undici intense giornate di sa-
26 lunghezze con difficoltà fino a 5.12b/c). lita, fissando i primi 10 tiri per poi prosegui-
Nove giorni di parete. Tutti i tiri sono stati re in stile capsula (amaca per i bivacchi in
saliti in redpoint. Partenza diretta dall’im- parete). Discesa per la via di salita lascian-
barcazione, ormeggiata alla scogliera con do nuts, cordini, chiodi e 23 bolt. Sempre su
dei cam. Mirror Wall, apertura una settimana dopo
in stile alpino della via “Midnight solarium”,
Upervanik 1.100 m, 7b, 45°, lungo uno spigolo più a
Sui graniti della costa nordovest della Gro- sinistra. Non è stato lasciato in parete al-
enlandia, nella regione situata a 30 km da cun materiale. Tre giorni per raggiungere la
Upernavik, la cordata britannica composta cima. Discesa per la via Ledgeway.
da Olly Sanders, Lee Roberts e Dave Rud- All’entrata di Alpine Bowl, sul lato est, la
kin, ha completato la via “Drowning in a Sea cordata identificherà poi una torre di 2.100
of Light”: 800 metri su roccia con difficoltà metri di altezza, battezzata The Needle, che
E5, 6b, C1. Salvo 30 metri in artificiale sul 4° salirà per il versante est, con difficoltà max
tiro, l’intera linea è stata realizzata in libera e 5+. Probabile prima ascensione. Altra tor-
a vista, senza l’uso di bolt o chiodi. re più a nord, El Güpfi, con cima raggiunta
Dopo un primo riscaldamento su “Heroes of lungo un prominente pilastro per la via “Die
Hotness”, una linea di sei lunghezze di E3 6a, Ideallinie”: 500 m, 7a. Cordini e nut lasciati
realizzata sulle pareti vicine al campo base, nella discesa. Sempre nella zona di Alpine
la cordata è pronta al via. «Guardando dalla Bowl, più all’interno, sul picco Cockpit, al-
spiaggia, il nostro principale obiettivo erano tra salita in stile alpino e con amaca, con un
le grandi pareti sul lato sinistro del fiordo, attacco di tre giorni. La linea, Atropa bella-
nella parte sud di Qaersorssuaq island. Più donna, 550 m, 7a+, segue un ripido pilastro
precisamente quel bel pilastro di roccia che affacciato sopra il ghiacciaio. Usati tre bolt
Nico Favresse aveva avuto modo di consigli- per la discesa.
GROENLANDIA mo tiro il secondo bivacco. Cima raggiunta Sean Villanueva e Ben Ditto, i primi a sa- armi già nel mio primo viaggio qui», raccon-
Tasermiut Fjord il terzo giorno a mezzogiorno. Discesa lun- lirla. Approdati nell’estate 2010 nella zona ta Sanders. Nel primo tentativo al pilastro,
In cordata con il ceco Tomas Brt, gli slovac- go la via francese. Un solo spit lungo i 25 di Upervanik (nordovest della Groenlan- i tre supereranno 400 metri di parete, la-
chi Vlado Linek e Jan Smolen hanno aperto tiri della via. A neanche una settimana dal dia), l’inviolata bigwall situata nel Sortehul sciandosi alle spalle il punto chiave in libe-
due nuove difficili vie nel Tasermiut Fjord: Ketil, ecco i tre alpinisti partire per la loro Fjord era stata così battezzata Red Wall, e ra di E5 6b e l’unica lunghezza in artificiale
Turbo, 1450 m, VIII+, A2, lungo la sud del seconda via, questa volta sull’Ulamertor- su di essa i quattro avevano messo a segno dell’intera linea. «Pensiamo che quel tiro
Ketil. Keep Panic, Please; 1270 m, VIII, sulla suaq. Attacco decisivo il 2 luglio, con pre- due belle libere: Red Chili Crackers 350 m possa essere liberato in E6», precisa San-
nord-ovest della cima Nord di Ulamertor- visione di rimanere in parete 5 giorni. Risa- di 5.12-R e Seagull’s garden 400 m di 5.11 ders. Le pesanti piogge li costringeranno
suaq. Eccoli dunque al Ketil il 23 giugno liti i quattro tiri aperti il giorno precedente (uno spit da primo per proteggere una però al ritiro. Il secondo tentativo ripartirà
2012. Lungo una serie di evidenti cami- sulla nordovest della cima Nord, la cordata placca). A destra delle due linee, nel 2011 qualche giorno più tardi. «Con meno carico
ni che in diagonale da sinistra a destra li affronterà altre 4 difficili lunghezze, poi il Luca Argentero, Michele Maggioni e Beppe possibile e cercando di sfruttare al massimo
condurrà alla sezione a Y, i tre devieranno primo bivacco in portaledge. Il giorno suc- Villa avevano realizzato Little Auk (450 m, la piccola finestra di bel tempo. Raggiunto il
quindi a sinistra per risalire la parete lun- cessivo 6 nuovi tiri fino all’evidente tetto. 7a). L’ultimo team a cadere nelle reti di Red punto più alto del primo tentativo ci siamo
go la verticale. Dopo 13 tiri in 19 ore, lun- La scalata riprenderà il 7 luglio dopo tre Wall il luglio scorso, è stato quello sudafri- ritrovati su un tiro di E3 con roccia davvero
ghezza chiave compresa (la sottile fessura giorni di mal tempo bloccati in portaledge. cano composto da Steve Bradshaw, Dave instabile. Poi l’arrampicata ha continuato
di VIII+), il bivacco sulla grande cengia. Il Con progressione rallentata per le condi- Glass, Clinton Marteningo e Andrew Porter. lungo la headwall su roccia stupenda, con
giorno seguente, continuando lungo la ver- zioni bagnate della parete, la cima verrà Bradshaw e Marteningo hanno realizzato difficoltà E2.» I tre sono arrivati fuori della
ticale e seguendo anche alcuni tiri della via raggiunta alle 20 e 50. così “Flight of the Dodo” on-sight e in libe- linea in 12 ore no stop. Prima di lasciare la
francese del 2004, la cordata supererà in ra: 350 m con difficoltà 7a. Mentre Glass e Groenlandia, sulle stesse pareti vicine al
A2 un tratto bagnato per continuare quindi Upervanik Porter hanno invece messo a segno “Don’t campo base, i britannici hanno anche aper-
su terreno meno difficoltoso. Al ventunesi- Sono stati Nicolas e Olivier Favresse, con be gull-able”: 300 m con difficoltà 6b e A1 to “Palmolive”: 6 lunghezze di E1 5b.

66  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  67


Nuove Ascensioni
a cura di Roberto Mazzilis

Pointe Rousse 2667 m hanno aperto una nuova via sulla parete 350. Difficoltà dal V al V I + , tratti di V II e
Alpi Graie – Colle del Piccolo San nord. Attacco a quota 1970 all’interno di V III grado obbligatori. Necessari chiodi e
Bernardo una gola. Sviluppo 250 m su roccia buona friend di varia misura. La via attacca a si-
Il 24 ottobre 2012 Guido Aiazzi (CAI Ao- strutturata con placche e colatoi di III, IV nistra della Mazzilis - Craighero - Madrau
sta) sulla parete est ha aperto la via “Jack e V- per i primi 4 tiri di corda. IlV° tiro im- lungo una placconata triangolare; quindi
Kerouac - La Via della Libertà”. Partenza plica il superamento di una fessura a trat- verso sinistra per una serie di rampe e
a piedi dal Lago Verneny (2100 m) nei ti strapiombante di V+ oltre la quale con fessure. Nella parte centrale , direttamen-
pressi del Colle del Piccolo San Bernardo ulteriori 50 m e difficoltà decrescenti è te per fessure svasate e molto lisce e in-
seguendo il sentiero n 14 fino alla base del stata raggiunta la cima. Lasciati 9 chiodi fine con una lunga diagonale verso destra
versante est della Pointe Rousse, dove si con cordini sfruttati anche per la discesa per rampe e placche sul bordo superiore
prosegue per prati e lungo la conoide de- a corde doppie. della parete.
tritica che sfocia dal più grande dei cana-
loni che solcano la parete. L’arrampicata Vetta Cjapò (Il Panettone) Creta da Cjanevate, 2769 m
inizia alla base del canale a 2580 m e Alpi Carniche – Gruppo del Pal Piccolo Alpi Carniche – Gruppo Coglians –
presenta passaggi di III su roccia solida – Creta di Timau Cjanevate
alternata a tratti instabili. Al termine del Il 3 maggio 2012 Roberto Mazzilis e Rein- Il 16 agosto 2012 Roberto Mazzilis e Fa-
canale per cresta con passaggi esposti si hard Ranna hanno realizzato una nuova bio Lenarduzzi hanno realizzato la prima
raggiunge la cima. via sulla parete sud, nel settore più a si- ascensione assoluta del “Pilastro Lisa”
nistra, quello che offre il sistema di plac- lungo la “Via Nina”. Si tratta di una sca-
Cima Giaf, 2523 m che, fessure e rampe più lungo di questa lata che richiede intuito nella ricerca dei
Dolomiti d’Oltre Piave – Gruppo Spalti nota struttura calcarea, frequentata so- passaggi obbligati che permettono di
di Toro e Monfalconi – Ramo Monfalcon prattutto ad inizio stagione. Via molto superare la prima parte di pilastro giallo
di Forni difficile e sostenuta su roccia ottima ma e strapiombante. La parte centrale è ca-
Il 16 luglio 2008 Sergio Liessi e Adriano con molta vegetazione sulla quale a vol- ratterizzata da una stupenda placconata 2 3
Sbrizzai hanno tracciato una variante te si è costretti a progredire. Sviluppo m compattissima sovrastata da una parete
alla via Castiglioni - Bramani sulla parete
ovest. Attacco nel canalone tra la parete gialla solcata al centro da un evidente fes- hard Ranna hanno aperto una nuova via
e la Torre Bianca (chiodo con cordino, ore surone, dove si trovano i tratti più difficili nel centro della parete sud seguendo la
2.30 dal rifugio Padova. Sviluppo m 170 della via. La parte alta si sviluppa lungo direttiva data all’inizio da una bella pa-
con difficoltà dal III al IV+ su roccia buona un crestone che porta al vertice del pila- rete verticale formata da successione
. Impiegate 2 ore. Lasciati 5 chiodi e 5 cor- stro: un’aguzza punta frastagliata dove i di placche e lame di calcare solidissimo;
dini lungo placche a gradoni, colatoi e fes- primi salitori sono stati sorpresi dal solito quindi lungo uno sbarramento di placche
sure che portano ad innestarsi nell’ultimo pauroso temporale che li ha costretti ad verticali, superate per una marcata fessu-
tiro di corda con la Castiglioni - Bramani. una “fuga” verso l’alto, fino ad una gran- ra che accede alle rampe e diedri somma-
de nicchia che ha offerto un provviden- tali. Sviluppo m 450 circa con difficoltà di
Cima Uno di Forcella ziale rifugio. Sviluppo del solo pilastro V, VI, passaggi di VII- superati con l’uso di
Montanaia, 2315 m m 400, difficoltà VI+ ,VII, VII+ . Usati una una quindicina di ancoraggi intermedi in
Dolomiti d’Oltre Piave – Gruppo Spalti ventina di ancoraggi intermedi. Sviluppo ore 3, appena in tempo per sfuggire da un
di Toro e Monfalconi – Ramo Monfalcon complessivo, fino alla cresta sommatale violentissimo temporale scatenatosi du-
di Montanaia m 700 circa. Discesa per la via di guerra rante la discesa per la via normale.
Il 22 agosto 2008 Sergio Liessi e Adriano con “viziosi” saliscendi per la cresta ovest Avvicinamento dal rifugio Marinelli in ore
Sbrizzai hanno scalato in prima ascensio- e lungo la grande rampa a est della Torre 1.10 risalendo il vallone della Cjanevate.
ne assoluta (slegati) lungo la parete nord della Cjanevate: lunghi tratti di I, II, 1 cor- Rientro al rifugio in ore 1.
questa nuova cimetta collocata tra i ca- da doppia da m 30 e 2 corde doppie da
naloni che dalle forcelle Teresa e Monta- 60 m nel vuoto per raggiungere la base Creta di Aip, 2279 m
naia digradano nel Cadin d’Arade. della parete (la via di discesa più rapida Alpi Carniche – Gruppo della Creta di 4
dalla cima della Cjanevate. Necessaria Aip – Monte Cavallo di Pontebba
Torre degli Elmi, 2170 m conoscenza del luogo e 2 corde da 60 m). L’8 giugno 2008 Sergio Liessi e Adriano
Dolomiti Orientali – Gruppo Spalti di Sbrizzai hanno aperto una nuova via sulla 1. La parete Sud della Cima di Mezzo del
Toro e Monfalconi – Ramo di Vedorcia Cima Di Mezzo del Coglians, parete sud. Dislivello 200 m con difficoltà Monte Coglians con il tracciato della via
La Torre fa parte di un poderoso spallo- 2712 m di II e III su roccia buona lungo placche Mazzilis-Ranna
2. Il Pilastro Lisa alla Creta della Cjanevate
ne dell’omonima Cima ed è raggiungibile Alpi Carniche –Gruppo Coglians – articolate a gradoni e colatoi che incido-
con il tracciato della Via Nina
dal rifugio Padova in ore 2.30. Il 27 luglio 1 Cjanevate no la parete nei pressi dello spigolo sud- 3. Pointe Rousse parete est
2009 Sergio Liessi e Adriano Sbrizzai Il 5 luglio 2012 Roberto Mazzilis e Rein- ovest. 4. Mazzilis in apertura sulla via Nina

68  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  69


Libri di montagna

• Andrea Jacomelli, • Vittorio Pacati iscritti di lingua tedesca. Non Biancograt. Ma l’impianto della poco note o addirittura terre lontane percorse tra il ’65 amati Sibillini lo hanno visto di norma ignora lasciandosela
Marco Marando Riugio città di si può che concordare con guida è rigoroso e la quantità sconosciute. E le descrizioni e il ’79 per Epoca, e in seguito scovare passaggi dove nessuno alle spalle appena uscito
Traversata delle Alpi Bressanone alla Plose le parole del sindaco Albert d’informazioni sorprende che ne fa l’autore accendono per conto suo. Il libro in grande prima aveva immaginato di dall’autostrada che termina
Apuane CAI, Sezione di Bressanone, Purgstaller nella prefazione: anche chi crede di sapere la fantasia di ogni buon formato, sicuramente un riuscire. È stato un grande, a Piovene Rocchette. A
Felici Editore, 261 pp., 20 € 131 pp. la pubblicazione di Pacati tutto di questa bellissima area camminatore. richiamo suggestivo in tempo Tiziano, e chi lo ricorda nelle un occhio disattento, del
rende omaggio alla storia del dei Grigioni: come del resto di strenne per vecchi e nuovi pagine di questo libro, lo fa resto, queste montagne
rifugio, delle associazioni che dimostrano l’utilissimo indice • Rossana Podestà estimatori, racconta dunque meditando sulle stagioni dei inselvatichite sembrano
l’hanno fondato e portato analitico alla fine del libro e Walter bonatti. Bonatti e la sua “vita libera” suoi entusiasmi, delle sue paure offrire poche seduzioni. Ma
avanti e ai tanti uomini e l’abbondanza di notizie utili, Una vita libera secondo il suo modo di vedere e tristezze, delle sue gioie e è alla fitta trama dei segni
donne di Bressanone che della d’informazioni generali e di box Rizzoli, 334 pp., 39 € e quel suo “sguardo cristallino”, dei suoi affetti. La scrittura di dell’uomo ancora visibili che
montagna hanno fatto una di approfondimento. come lo definisce Michele Serra Marcheggiani ci indica una via occorre badare. Quei segni
ragione di vita. nell’ultima pagina, “morale da seguire per interpretarne ai quali l’autore ha dedicato
• Giuliano Dal Mas fino all’ingenuità, sulle cose la figura: se non ci fosse stato anni e anni di studi e ricerche
• Daniela Pulvirenti Dolomiti insolite 3 del mondo, della società, della l’uomo con il suo bagaglio supportate con grande merito
Engadina. Val Bregaglia Panorama, 163 pagine, 24 € politica, uno sguardo che di sogni, le montagne da lui dalla Sezione di Tiene del Club
Il percorso proposto taglia Raccontare il proprio rifugio e Val Poschiavo sembra calibrato sui ghiacci, “accarezzate” continuerebbero Alpino Italiano. Il risultato
trasversalmente tutto del cuore è il compito che Polaris, 199 pp., 24 € sulle rocce, sugli orizzonti della a essere null’altro che un è questo libro singolare
il gruppo delle Apuane, si è assunto Vittorio Pacati, natura più che sugli ambigui elemento nobile del paesaggio che per il sodalizio citato
consentendo di ammirare un grande amico della paesaggi umani”. appenninico. Cantalamessa rappresenta un investimento
dall’alto panorami unici e montagna, in questo libro che invece le montagne le ha amate non solo da un punto di
significativi. Nel volume ne ripercorre i 125 anni del Il libro ripercorre tutta la vita di • Massimo Marcheggiani da alpinista, incontrandole vista economico ma anche
riccamente illustrato anche “Città di Bressanone” dalla Walter Bonatti (1930-2011) con Tu non conosci Tiziano. d’estate e d’inverno, da solo e culturale e progettuale sia
con opere pittoriche di Emilio fondazione: da quando nel un’attenzione particolare alla La vita e l’alpinismo di in compagnia e vi ha trovato la perché riguarda una zona
Cavani e con un’elaborazione 1887 la capanna del Deutschen vita privata con il suo corredo Tiziano Cantalamessa luce “stringendo con le sue mani geografica pertinente alla
cartografica fornita dal Corpo und Oesterreichischen di emozioni e sentimenti Società Editrice Ricerche, forti, grandi, belle e sapienti, con sezione, sia per la valenza
Nazionale Soccorso Alpino e Alpenvereines venne Può capitare di doversi aprire teneramente raccontati da 184 pp., 16 € forza e passione quasi fossero storica intrinseca. E non
Speleologico, l’alta via viene inaugurata sul cocuzzolo che faticosamente la strada tra Rossana Podestà, compagna carezze, quelle rocce uniche”. Un può che essere un grande
percorsa a quote quasi mai domina Bressanone e la banda Daniela Pulvirenti, esperta di i mughi, di percorrere cenge degli ultimi trent’anni. Ma libro scritto con il cuore, che si amore per la montagna quello
al di sotto dei mille metri. compose per l’occasione la viaggi avventurosi, applica qui esposte o di dover rinunciare la fonte principale sono le legge d’un fiato. che ha sorretto per tanto
Nell’itinerario principale marcia della Plose che era allo una regola importante anche alla segnaletica, ma anche di parole dello stesso Bonatti, Vincenzo Abbate tempo l’autore, insegnante
s’innestano cinque varianti. stesso tempo un’esplosione di se non scritta: per meglio riscoprire antiche e deliziose da lui stesso registrate due di lettere che opera
Due le cime da salire, il esultanza per il raggiungimento descrivere un territorio bisogna mulattiere, di approdare in gole mesi prima di morire, nelle • Liverio Carollo meritoriamente anche nel
Tambura (1890 m) e la Pania dello scopo e l’invito a marciare amarlo profondamente. strette, orride, ove le pareti conversazioni con Carlo Annese Guida escursionistica Gruppo manutenzione sentieri
della Croce (1859 m), ma verso la Plose. S’intuisce che Nessun dubbio che il suo giocano a rinserrarsi. In queste in preparazione di questo delle Valli di Rio sezionale. Come osserva nella
gli escursionisti più esperti lassù l’autore, già ufficiale degli amore per l’Engadina, da lei “Dolomiti insolite” proposte da volume. Parole che nel secondo Freddo, Tovo, laghi presentazione il presidente
possono concedersi anche alpini e notevole personalità condiviso da tanti concittadini Dal Mas l’avventura è sempre capitolo intitolato “Il libro dei dell’Altopiano di pro-tempore Diego Stella, il
altre cime rappresentative. del Club Alpino Italiano di cui milanesi, emerga da ogni dietro l’angolo. Anche se sogni” si alternano a brani tratti Bisogna ammetterlo: per chi Tonezza libro si configura come un
Ci si muove tra pareti è stato a lungo consigliere pagina e aggiunga sobri tocchi Gianni Alberti, past presidente dai racconti di Jack London, lo ha conosciuto come uomo Sezione di Tiene del CAI, quadro iperrealista, ricco di
strapiombanti, piramidi, nazionale, si senta di casa di colore compensando il della Sezione di Belluno, ci James Olivier Curwood, e come alpinista, Tiziano La Serenissima. 232 pp. precisi e minimi dettagli. Valga
coni, pinnacoli, balconi benché originario della Valle bianco e nero un po’ sbiadito rassicura: gli itinerari sono tutti Herman Melville, Daniel Defoe, Cantalamessa è stato un po’ per tutte questa descrizione
naturali, cave in abbandono di Scalve, nella Bergamasca. delle illustrazioni (a parte le 32 a portata dell’escursionista Arthur Conan Doyle, Emilio il gigante degli alpinisti del degli stabili di Malga
e cave ancora in attività. Ogni particolare Pacati pagine centrali con un originale medio, del tipo cioè che sa Salgari, ispiratori della sua Centro Italia, e gigantesche Piovena: “Nella casara, oggi
Come raccomanda uno annota della vita del rifugio e “diario di bordo” che raccoglie come affrontarli con adeguata vita avventurosa. E all’archivio sono le pareti appenniniche da squallida”, annota l’autore,
degli autori, la guida Andrea della Sezione di Bressanone le esperienze di Herman preparazione e senso Bonatti appartiene la maggior lui amate e frequentate. Nella “giganteggiano il camino,
Jacomelli, l’ambiente apuano di cui è stato presidente, Hesse, Antonia Pozzi e Marcel dell’orientamento. Ventisei parte delle bellissime fotografie sua carriera ha attraversato la fogara in pietra, la mussa
è severo, isolato, selvaggio, spiegando come il sodalizio Kurz). Itinerari e trekking in sono le proposte in vari gruppi che riempiono le pagine del soprattutto durante la stagione girevole per la caliera; accanto
il rischio che si scatenino ha saputo galvanizzare i Engadina, in Val Bregaglia e in (Schiara, Monti del Sole, Alpi libro, da quelle che ci mostrano invernale, quei luoghi selvaggi il caselo del latte conserva,
violenti acquazzoni è sempre cittadini della città vescovile Val Poschiavo sono descritti Feltrine, Padòn, Cime di San Walter infante, la sua mamma dove la natura appenninica accostate alle finestrelle-
presente. Ma l’entusiasmo che e dei dintorni e non solo: con con minuziosa amabilità dopo Sebastiano, Spiz de Mezzodì- giovane, la sua classe alle esprime al meglio la sua feritoie, le nude concare dove
gli autori immettono in dosi i propri ideali, l’amore per la un impeccabile inquadramento Prampèr, Bosconero, Monti elementari, le sue prime pedule, essenza. Il Paretone Orientale Non rappresenta certo la si teneva al fresco il latte nelle
massicce nelle descrizioni è montagna e la natura, nonché generale. L’autrice si concede dell’Alpago, Duranno, Dolomiti gli scarponi calzati nella scalata del Corno Grande, la Parete montagna “griffata” di cui mestele”. Oggetti e atmosfere
un invito più che perentorio con le molteplici attività anche qualche divagazione Pesarine, Croda Rossa-Fanes invernale alle Grandes Jorasses Nord del monte Camicia, i ama parlare Mauro Corona dei quali questo libro davvero
ad affrontare nonostante alpinistiche, escursionistiche, personale, come il ricordo e Dolomiti di Sesto). L’insolito e nella salita al Cervino, fino Pilastri orientali del Monte questo territorio delle Prealpi straordinario ha il merito
tutto questa meravigliosa sociali e culturali, la sezione della scalata del Bernina è presente a ogni passo, è una alle straordinarie foto scattate Intermesoli e le rocce intonse Vicentine che il viaggiatore di conservare per sempre il
esperienza. ha attirato anche numerosi lungo l’incantevole cresta costante di queste Dolomiti nei “mondi inesplorati” delle del Pizzo del Diavolo sugli diretto all’altipiano di Asiago ricordo.

70  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  71


Qui CAI
BiblioCAI
Aosta Montagne a portata di mouse
L’ometto diventa un monumento Grazie a Gianni Barbero, bibliotecario volontario le di Cavour e Savona. È dedicata soprattutto alle
della Sezione di Albenga e socio del Club 4000, che Alpi Cozie, Marittime e Liguri. L’indice di Alpidoc si

I n Valpelline (Aosta) si è inaugurato il primo mo-


numento dedicato all’ometto (di pietra) delle
montagne, detto anche cairn, termine di origine
quindi ecologici e universalmente ritenuti elemen-
ti eleganti nell’estetica del paesaggio. La realizza-
zione del monumento è un’iniziativa del Comune
ha terminato lo spoglio degli articoli dei primi 60
numeri di Alpidoc (su 81 finora pubblicati) e lo ha
messo a disposizione di tutti gli appassionati, ora
aggiunge a quelli di altri periodici sezionali (di Ber-
gamo, Firenze, Pordenone, Torino, Udine, Varallo e
di “Alpi Venete”) ricercabili all’url www.bibliocai.it/
celtica che si ritrova con lo stesso significato sia in di Valpelline. In occasione dell’inaugurazione si è è più facile documentarsi sulle montagne cuneesi. Gruppi/Indici/ricerca.asp con una maschera di 5
lingua inglese, sia in francese. Un cairn, nelle citate tenuto l’11 dicembre un convegno moderato da Alpidoc è la rivista trimestrale dell’associazione campi combinabili, realizzata da Diego Stivella del-
lingue, indica un tumulo di pietre di varia dimen- Pietro Giglio. Tra le relazioni più suggestive quelle Le Alpi del Sole, che riunisce le Sezioni CAI della la sezione di Pordenone, autore anche del databa-
sione usato nell’antichità come segnavia. Trovia- di Annibale Salsa (Il cairn tra utilità e simbolismo, fra provincia di Cuneo (Alba, Barge, Bra, Cervasca, se per la catalogazione. Per informazioni ci si può
mo ancora oggi cairn lungo i sentieri di montagna: segnavia e totem litico) e di Maurizio Michieli (Pezzi Ceva, Cuneo, Fossano, Garessio, Mondovì, Ormea, rivolgere alla Biblioteca nazionale CAI, scrivendo a
realizzati con pietre che si trovano in loco, sono di natura per trovare la via). Peveragno, Racconigi, Savigliano, Saluzzo) e quel- biblioteca@cai.it

Arrampicata
Attenti alle lesioni da stress

L’arrampicata è uno sport affascinante, ma nasconde an- nell’arrampicata moderna – ha spiegato il dottor Daniele
che qualche insidia. Lesioni da stress agli arti superiori mi- Malgrati che ha relazionato sull’argomento – Ho affrontato
nacciano infatti gli appassionati. il tema partendo dall’evoluzione della mano in chiave filo-
Se ne è parlato al Palamonti di Bergamo, rinomato punto di genetica, da «strumento per l’arrampicata sui rami» a stru-
incontro degli arrampicatori orobici con i suoi meraviglio- mento per la ‘manipolazione’ adatta anche per affrontare
si e frequentatissimi “muri”. «Ho messo a fuoco i proble- l’arrampicata con prese più complesse. Il problema delle le-
mi delle lesioni da stress che riguardano la mano e sono, sioni da stress va affrontato considerando anatomia e bio-
tuttavia, assimilabili alle problematiche di natura tendinea meccanica, adattamenti dei tessuti tendinei, evoluzione del
da sovraccarico anche per altri distretti dell’arto superiore gesto nell’arrampicata moderna, consigli di prevenzione».

C ento anni fa Filippo De Filippi (1869-1938) or-


ganizzava una grandiosa spedizione in Asia
Centrale per il progresso della conoscenza, special-
mente scientifica, del Karakorum. Al medico che
fu anche esploratore e viaggiatore imlareggiabile
viene dedicata a Firenze una mostra fotografico-
documetaria illustrata da preziosi materiali origi-
nali. La rassegna battezzata “Alla riscoperta della
dimora delle nevi” è in programma fino al 15 marzo
al Palazzo Bastoni, in via dell’Oriuolo.
A un secolo di distanza, il centenario dell’esplora
tore che fu compagno del Duca degli Abruzzi due
anni prima nella spedizione al K2 e prima ancora,
nel 1897, al Sant’Elia in Alaska, viene promosso dal-
la Società di Studi Geografici, dal Dipartimento di
Studi Storici e Geografici, dal Museo di Storia Natu-
rale dell’Università di Firenze, dal Comitato Ev-K2-
CNR e dalla Società Geografica Italiana. Le impre-
se di De Filippi caddero presto nel dimenticatoio.
Hanno contribuito a affievolirne l’eco lo svolgersi
Rassegne quasi allo scoppio della prima guerra mondiale, la
presentazione ufficiale dei risultati negli anni della
Il Karakorum riscoperto guerra, il protrarsi per anni della pubblicazione di
tali risultati.

72  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  73


Gallarate (Varese) Milano
Compleanno in… Rosa riccardo scotti, geologo, vince il premio Meroni
Errata Corrige
Sono passati 90 anni da quando un gruppo di fondatori Un geologo, Riccardo Scotti, si è aggiudicato a Mi- dei ghiacciai nella catena montuosa del Caucaso,
guidati da Ambrogio Porrini diedero vita alla Sezione di lano il Premio Marcello Meroni messo in palio dalla suffragato dalla possibilità di incrociare i dati emer- Nell’articolo “Uiaa - Rinnovato
Gallarate (VA) del CAI. È un anniversario importante e il Società Escursionisti Milanesi e giunto alla quinta si dalle misure sul campo con il parallelo lavoro di il vertice delle associazioni
consiglio direttivo ha deciso di celebrarlo organizzando edizione con l’obiettivo di individuare fra le persone comparazione fotografica compiuta dall’ideatore alpinistiche”, pubblicato a
una serata sull’Ossola e il Monte Rosa con Teresio Valsesia semplici che ci sono accanto nella nostra vita quo- del progetto, il fotografo Fabiano Ventura, e dalla pagina 72 nel numero di
e Fabio Jacchini. “Una scelta”, spiega il presidente Pieran- tidiana, quelle che, per le loro conoscenze, capacità sua equipe. Montagne360 di dicembre
tonio Scaltritti, “dettata dalla vicinanza geografica e dalla ma anche – e soprattutto – qualità umane, rappre- Si è trattato di un lavoro di ricostruzione fotografica 2012, è saltata l’ultima riga,
continuità con cui noi frequentiamo quelle montagne ma sentano importanti esempi positivi, sicuramente da senza precedenti, dal restauro delle immagini sto- rendendo incomprensibile il
anche dall’ubicazione dei nostri rifugi e bivacchi che tanta apprezzare e possibilmente imitare. riche di Dechy e Sella a partire dalle lastre o nega- testo. La frase corretta era:
parte hanno avuto e hanno nelle vicende della nostra se- Scotti, in attività presso il Dipartimento di Scienze tivi originali, alla ricerca in situ degli esatti punti di “Il neo presidente Vrijlandt
zione”. Valsesia ha riferito, in particolare, sul Bivacco Città Geologiche e Geotecnologiche dell’Università degli ripresa per ottenere una sovrapponibilità ottimale: è considerato un alpinista di
di Gallarate, uno dei più alti delle Alpi, di grande importan- hanno lasciato spazio alle spettacolari immagini della di- Studi di Milano, si è occupato del progetto “Sulle un’iniziativa realizzata, appunto, con il determinan- valore ed è stato per sei anni,
za alpinistica. Nel corso della serata con l’illustre giornali- scesa con gli sci della parete Est del Monte Rosa effettua- tracce dei ghiacciai” destinato a tracciare un primo te contributo di Scotti. dal 2006 al 2012, alla guida
sta e scrittore che ha diretto per tanti anni la stampa so- ta dallo stesso Jacchini e da Luciano De Crignis sulla scia quadro riassuntivo delle indagini sulla contrazione del Club alpino dei Paesi
ciale del Club Alpino Italiano, di cui è stato vicepresidente dell’elvetico Sylvain Saudan, tra i maggiori protagonisti Bassi”.
generale, e con la rinomata guida di Macugnaga, le parole dello sci estremo.

Pordenone
Statistiche
Sorpresa: le Alpi si ripopolano
Dal “grido di pietra” un no ai burocrati
Governare territori montani in tempi di “spending review”
non è cosa facile. Eppure il titolo del workshop organiz-
zato in ottobre dall’associazione piemontese Dislivelli
ciando i dati dell’ultimo censimento Istat con altri dati
i demografi hanno rilevato che la popolazione in alcune
zone delle Alpi è aumentata fino al 27%, con qualche spa-
L’ incontro alpinistico al rifugio Por-
denone del 13 e 14 ottobre per i cin-
quant’anni di attività della Scuola di alpi-
assieme all’Eurac di Bolzano all’interno dell’International ruta isoletta felice dove il saldo demografico ha registrato nismo, sci alpinismo e arrampicata libera
Mountain Summit di Bressanone organizzato con la par- un aumento fino al 200% (nello specifico a Oulx, in alta “Val Montanaia” si è tradotto in una festa
tecipazione del CAI suonava ottimista: “Il Nuovo Mattino Valle di Susa). spontanea e viva arricchita dalla gioiosa
delle Alpi. Verso un ripopolamento delle aree montane tra Un solo rammarico. In Piemonte non esistono progetti di partecipazione delle giovani generazioni e
opportunità e sfide per i governi locali”. sostegno alle zone di montagna sul tipo delle “maison de dalla stimolante presenza di personaggi di
Obiettivo era approfondire i dati che registrano in alcune service” che offrono agli abitanti delle vicine vallate fran- spicco dell’alpinismo d’oggi e di ieri.
valli alpine sia Occidentali sia Orientali dal 2001 al 2009 cesi presidi sanitari, scuole e socialità. Dovranno restare Il sigillo della Scuola che prende nome
un’inversione di tendenza nei flussi demografici. Incro- ancora a lungo un miraggio? dal celebre campanile definito un grido
di pietra, è stato consegnato agli istrut-
tori che si sono avvicendati alla direzione
della Scuola nell’arco dei cinquant’anni:
Personalità Giancarlo Del Zotto, Dino Agnolin, Gabrie-

Giulia Maria e le montagne del cuore le Remondi e all’attuale direttore Moreno


Todaro.

A San Polo di Piave (TV) Giulia Maria Crespi,


presidente onoraria del Fondo Ambiente
Italiano (FAI), è stata insignita in novembre
Seriana nell’anno della sua nascita. “Lassù i
fratelli Crespi avevano costruito delle centrali
elettriche e in quella zona da ragazza passa-
Nel dibattito organizzato per l’occasione è
emersa con chiarezza la supremazia della
cultura, delle motivazioni dell’alpinismo,
con il premio “Honoris Causa” del Gambri- vo ben volentieri le mie estati”, ha raccontato. del desiderio forte di ritrovare sui monti e
nus “Giuseppe Mazzotti”. Il riconoscimento è Non senza rammaricarsi che a un certo pun- sulle pareti la libertà di esprimersi senza
stato assegnato alla “signora del paesaggio” to il rifugio sia stato espropriato. “Ho passato i lacci di un eccesso di regole e di divieti
dal Consiglio direttivo dell’Associazione “Pre- tanto di quel tempo lassù... E adesso tornarci spesso immotivati e incomprensibili.
mio Letterario Giuseppe Mazzotti”. Come lei mi farebbe troppo male. Papà Aldo? Un alpi- Una sfida aperta alla burocrazia che avvi-
stessa ha raccontato, la montagna è stata la nista appassionato. Debbo a lui il mio amore lisce la montagna e che sta avviluppando
grande passione di Giulia Maria Crespi. Verso per le montagne. I primi anni del Novecento anche le strutture delle associazioni pre-
le vette della Lombardia la guidava il padre si dedicava a importanti scalate. Io stessa da poste. Una voglia forte di spazi aperti e di
Aldo (che con i fratelli Mario e Vittorio eredi- giovane ho compiuto diverse ascensioni nel rinnovamento.
tò nel 1910 la quota di Corriere della sera del Gruppo di Brenta. Anche sul Bianco me la Oltre cento i partecipanti e fino a notte
primo proprietario Benigno Crespi). A sanci- sono cavata, affrontando vie di ghiaccio e di fonda i dialoghi e i confronti allietati dalle
Foto archivio FAI re il suo legame con la montagna è il rifugio misto con guide alpine di valore: i Pellissier, musiche friulane del complesso folk dei
“Giulia Maria” che Aldo Crespi le dedicò in val i Rey...”. Bintars.

74  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  75


Indice Montagne360
Carlo Alberto Mattio e la moglie Marina: il ricordo degli amici 2012
ARTICOLI E RELAZIONI IN ORDINE Luca Calzolari: Antonella Cicogna e Mario Manica: Anica Kuk, strapiombi da sogno in
DI PUBBLICAZIONE (l'indice Duecentocinquant’anni a pescar Cronaca extraeuropea, 68 Croazia, 30
stato disponibile nell’insegnare i segreti delle completo sarà disponibile sul sito: fossili, 29 Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, Carlo Caccia: Assegnati gli “Oscar”
montagne, con i tuoi libri, le relazioni di gite www.loscarpone.it) Giancarlo Sani: Quei misteriosi segni 70 della montagna, 34
quindicinali sui giornali locali, i tuoi racconti sulle rocce, 32 Redazione: Qui CAI, 72 Roberto De Martin: Una vita spesa a
GENNAIO Massimo Frera e Veronica Del Punta: Roberto Serafin: Libri di montagna, difesa della natura alpina, 36
e le ricognizioni dei sentieri che puntualmen-
Umberto Martini: Perché una nuova Argentina: il volto nascosto delle 76 Massimo (Max) Goldoni: Le
te facevi per garantire l’ottima riuscita delle rivista, 01 Ande, 36 Le aziende informano, 76 nuove frontiere della speleologia
gite. Abbiamo imparato a carpire quell’ener- Redazione: Sommario, 03 Massimo (Max) Goldoni: Il Buco Piccoli annunci, 77 subacquea, 38
gia e quella serenità che solo la montagna Attualità: Ambiente, Alta salute, 05 Cattivo, 42 Mariana Zantedeschi: Quando la
può regalare… per ricaricare batterie e af- Redazione: News 360, 06 Roberto Serafin: Il vero rischio è non APRILE scalata diventa ossessione turistica,
Roberto Mantovani e Carlo Caccia: rischiare, 46 Luca Calzolari: Il nevone, 01 42
frontare la vita di ogni giorno con serenità. Denis Urubko, l’alpinista che voleva Luca Gibello, Roberto Dini e Giorgio Redazione: Sommario, 03 Marina Morandin e Lisanna Cuccini: Il
Le tue sgridate, quando non prendevamo sul fare l’attore, 08 Masserano: Cantieri d’alta quota, 50 Redazione: News 360, 05 fascino del Monte Cistella, 44
serio le gite, la tua disciplina nel fare le cose Luca Calzolari: Crisi, quale futuro per Redazione: Lettere, 60 Stefano Bodini: Cinquant’anni in Val Marco Lavezzo e Toni Cavallo: (Pre)
per bene, ogni dettaglio studiato per facili- la montagna?, 12 Rosanna Carnisio: Solo i poveri del Biois. 08 Alpi Cozie in mountain bike, 48
Jacopo Pasotti: Svelate le montagne vanno a morire per gli altri, 63 Mario Vianelli: Le montagne dallo Barbara Stefanelli, Giovanni e Bruna:
tarci nelle escursioni, erano a volte per noi
fantasma, 16 Antonella Cicogna e Mario Manica: spazio, 11 Piemonte, terra di pastori, 52
eccessive, e solo ora comprendiamo quanto Davide Chiesa: Un “8000” e gli altri, Cronaca extraeuropea, 64 Jacopo Pasotti: Antartide non solo Redazione: Lettere, 61
erano preziose. Ricordo la mia prima lezione 18 Roberto Mazzilis: nuove ascensioni, ghiaccio, 14 Antonio Premazzi, Luana Aimar,
da allievo, quando raccontavi che in monta- Giovanni Capra: E finalmente la 66 Roberto Mantovani: La leggenda di Marzio Premazzi: L’abisso Mucca
gna bisogna porre davanti a tutto la prepara- Nordwand si arrese, 24 Guglielmo Di Camillo: La grotta Lupo che corre, 16 Scivolona, 64
Luigi Zanzi e Reinhold Messner: Grandi dei Cervi, 68 Carlo Caccia: Quando l’arrampicata Antonella Cicogna e Mario Manica:
zione, la concentrazione, perché il pericolo è Messner Mountain Museum, 28 Roberto Serafin: Libri di montagna, diventa arte, 22 Cronaca extraeuropea, 66
sempre dietro l’angolo. Alla fine della serata Massimo (Max) Goldoni: Spluga della 70 Valentina Scaglia: Cinque giorni, un Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni,
noi allevi eravamo preoccupatissimi, forse Preta, 34 Redazione: Qui CAI, 72 inverno, 26 68
Alcuni mesi fa, in circostanze tragiche, ci di Carlo. Sempre sorridente… Nell’ultimo un po’ terrorizzati pensando all’escursione Rolando Larcher: Ala Daglar, Le aziende informano, 76 Barbara Goio: A piedi nudi sulle Redazione: Qui CAI, 66
Cappadocia, 38 Piccoli annunci, 77 vette, 32 Roberto Serafin: Libri di montagna,
hanno lasciati Carlo Alberto Mattio, e la mo- periodo l’escursionismo LPV ha voluto che della domenica successiva, poi tutto svaniva,
Marzia Lucianer: I dinosauri svelati Sergio Bruni: Montagne sul set da 74
glie Marina. Per ragioni di spazio, tra i tanti ri- ci ritrovassimo a collaborare assieme. L’ho perché diventava tutto facile, ognuno si sen- con il 3D, 42 MARZO sessant’anni, 34 Gian Celso Agazzi: La montagna,
cordi che ci sono arrivati, possiamo proporne ritrovato per nulla cambiato, sempre con le tiva in famiglia, tutto era semplice, bello, e ci Giuseppe Ghedina: Il grande teatro Umberto Martini: Operatività e tagli, Tullio Bressani, Arrigo Cigna e toccasana per la salute, 78
solo alcuni, che rappresentano bene l'affetto idee chiare, sempre “sul pezzo”. Nulla faceva sentivamo al sicuro con gli istruttori e con te della montagna, 46 01 Francesco De Sio: Beppo Occhialini, News dalle aziende, 79
Redazione: Lettere, 56 Redazione: Sommario, 03 38 Piccoli annunci, 80
degli amici. Mattio era direttore della Scuo- presagire che Marina e Carlo, nella notte tra il a guidarci nel percorso. Siamo cresciuti fino
Luisa Iovane e Heinz Mariacher: Redazione: News 360, 05 Massimo (Max) Goldoni: Un labirinto
la intersezionale di escursionismo Liguria- 19 ed il 20 maggio scorso decidessero, assie- a diventare anche noi “maestri di montagna”. Arrampicata, 59 Roberto Serafin: Orizzonti di gloria in sotterraneo di 58 chilometri, 40 GIUGNO
Piemonte-Valle d’Aosta, Accompagnatore me, di andare avanti! Se ne sono andati tra le Oggi la scuola di escursionismo, la sezione Antonella Cicogna e Mario Manica: Valtellina, 08 Veronica Del Punta e Massimo Frera: Umberto Martini: Relazione morale
nazionale di escursionismo e direttore della loro montagne, in Alta Valle Po. Resta il ricor- Monviso, il sodalizio intero ti sono grati per Cronaca extraeuropea, 60 Mario Vianelli: Le montagne dallo In Perù nel centenario di Machu 2012, 01
Scuola interregionale di escursionismo LPV. do dei momenti trascorsi assieme. Resta la il prezioso contributo di vita che hai regalato. Roberto Mazzilis: nuove ascensioni, spazio, 09 Picchu, 44 Redazione: Sommario, 03
62 Paolo Valoti: Addio a Mario Merelli, 10 Portfolio: La grande nevicata, 50 Redazione: Vota il tuo rifugio del
speranza di rivederci tutti, un domani, sulle Le oltre 500 persone che hanno frequen-
Valerio Zani: sicuri con la neve, 64 Corrado Camerini: Cosa ci fa il Redazione: Lettere, 61 cuore, 05
Posso dire di conoscere (preferisco usare il celesti cime. tato le lezioni, frutto di diciassette corsi di Carlo Zanantoni: L’Osservatorio per Soccorso speleologico sulla Costa Antonella Cicogna e Mario Manica: Redazione: News 360, 06
presente) da sempre Carlo Alberto Mattio. (Luigi Grossi, CAI Arona) escursionismo, oggi camminano sicure per la Libertà in Alpinismo, 66 Concordia?, 14 Cronaca extraeuropea, 62 Mario Vianelli: Le montagne dallo
Con lui ed altri cari amici abbiamo intrapreso le montagne, certe di avere a disposizione un Redazione: Libri di montagna, 68 Carlo Caccia: Lo sloveno che sognava Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, spazio, 08
Redazione: Qui CAI, 70 le Ande, 18 64 Redazione: Rifugi, un milione di euro
il lungo e tortuoso sentiero che, anno dopo Carissimi amici, sarebbe stato bello essere bagaglio culturale da apprezzare e sfruttare
Le aziende informano, 74 Giovanni Gualmini: Sopravvivere Redazione: Qui CAI, 66 per l’efficientamento energetico, 09
anno, ha contribuito a formare la solida e nu- tutti insieme sui sentieri più amati delle no- in ogni occasione. Ora dobbiamo cammina- Piccoli annunci, 75 quattro ore sotto la valanga, 22 Roberto Serafin: Libri di montagna, Gaudenzio Mariotti: A passo lento nei
merosa rete degli Accompagnatori di Escur- stre montagne, con il Monviso a sorvegliare re da soli, spiegare le ali, volare alto, come ci Indice generale 2011, 76 Sandro Sterpini: “Leggere” un pendio 70 parchi pirenaici, 10
sionismo del Convegno Ligure-Piemontese- il nostro passo, oppure a tavola a banchetta- hai insegnato tu e continuare a divulgare il innevato, 26 News dalle aziende, 73 Alessio Zancanaro: Baby
Valdostano. Un sentiero lungo il quale Carlo re in allegria festeggiando la conclusione di messaggio di amore per la montagna. Cara FEBBRAIO Barbara Goio: 81 anni tra vette e Piccoli annunci, 74 escursionisti a spasso in Val Ciamin,
Luca Calzolari: L’informazione CAI è volontariato, 30 16
stava ancora operando con intelligenza e un corso, invece siamo qui riuniti intorno a Marina, compagna nella vita e nelle gite al
arrivata sul Web, 01 Claudio Di Scanno: Dal Gran Sasso MAGGIO Jacopo Pasotti: Con la bella stagione
dedizione. Mi è succeduto alla Presidenza Carlo e Marina e alle loro famiglie per l’ulti- fianco di Carlo, il tuo sorriso, la tua presenza Redazione: Sommario, 03 all’Himalaya, 32 Luca Calzolari: Socio e volontario, 01 il Cervino si sgretola, 18
dell’OTTO LPV per l’Escursionismo, succes- mo saluto. Siamo ancora increduli, spaesati, nel gruppo, erano una normalità, sempre in Alessandro Aversa: Lunghi viaggi Giuseppe “Popi” Miotti: Ghiaccio Redazione: Sommario, 03 Claudio Smiraglia e Guglielmina
sivamente è stato nominato Direttore della soli, pensando che non saranno più con noi. prima fila, sempre allegra e vivace, tranquil- aerei, inconvenienti, 04 artificiale? Sì grazie, 38 Roberto Mantovani: Niente bici Diolaiuti: I Sentieri Glaciologici
Redazione: News 360, 06 Jacopo Pasotti: Il respiro del sull’Everest, 05 dell’Alta Valtellina, 22
nuova Scuola Interregionale di Escursioni- Caro Carlo, abbiamo imparato a cammina- lizzavi tutti noi sulla seria condotta di Carlo,
Mario Vianelli: Le montagne dallo continente di ghiaccio, 40 Redazione: News 360, 06 Roberto Mantovani: Parole in alta
smo LPV e, tra i primi nel Club Alpino Italiano, re in montagna grazie ai tuoi insegnamenti, sdrammatizzavi le sgridate, raccontandoci spazio, 09 Massimo (Max) Goldoni: A scuola di AA. VV.: A piedi lungo i cammini del quota, 28
ha ricevuto la qualifica di Accompagnatore siamo diventati un gruppo affiatato, siamo che in fondo era un buono. Ora che avete Redazione: Elogio delle ciaspole, 10 grotta, 42 Belpaese, 08 Domenico F. Ronzoni: L’ultima
Nazionale di Escursionismo. Durante quei cresciuti e diventati adulti, protetti dalla tue raggiunto la volta celeste, avrete di fronte Christian Roccati: Valle d’Aosta, Alessandro Torelli: Le vette Daniele Malgrati: Tutti in forma con il scalata del Papa alpinista, 32
bellissimi e produttivi anni in cui abbiamo attenzioni. Quando insieme ai tuoi collabo- nuove montagne e nuovi sentieri da percor- Ombre Blu, 12 raccontate dalla televisione, 46 Nord Walking, 16 Massimo (Max) Goldoni: Dopo
Stefano Aurighi: Il ritmo lento Massimo Frera: Tra oceano e altipiani: Mario Vianelli: Le montagne dallo decenni di esplorazioni il Buso della
collaborato, ho anche avuto il piacere di co- ratori hai fondato la scuola di escursionismo, rere, scoprire e descrivere nei manuali delle
dell’Appennino, 16 le Ande cilene, 50 spazio, 18 Rana ha un secondo ingresso, 36
noscerne la cara moglie, Marina. Una don- hai dato il via ad un modo nuovo di anda- escursioni, certi che quando saremo lì ci sarà Ivan Merlo: La mia Corsica, 18 Mario Vianelli: Sulla schiena il peso Roberto Mantovani: L’invenzione Giovanni Padovani: L’omaggio a
na aperta, socievole, sempre con il sorriso re in montagna, un mondo non solo fatto sicuramente pronta una copia per noi, per Elio Guastalli e Enrico Volpe: Pale e del mondo, 56 dell’Everest, 20 madre terra conquista il Trento
sulla bocca (qualità piuttosto rara, direi). Se di arrampicate o imprese eclatanti, ma di guidarci nell’immensità del cielo. sonde da neve, 22 Redazione: Lettere, 64 Carlo Caccia : Latok: l’alpinismo alla Filmfestival, 40
Roberto Mantovani: I pescatori del Stefano Morosini: Quegli alpinisti massima potenza, 24 Carlo Caccia: Cacciatori di sogni dal
poteva partecipava alle iniziative. Altrimen- camminate lente immersi nella natura, tra i Ciao Carlo, Ciao Marina.
tempo geologico, 26 tutto “lavoro e vette”, 66 Luca Bridda: Arrampicare in Croazia Triglav al K7 Ovest, 42
ti restava al rifugio ed aspettava il rientro monti diventati la tua passione. Sei sempre (Beppe Mulassano, Sezione di Saluzzo)

76  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  77


Indice Montagne360 News dalle aziende Montagne360
2012 a cura di Susanna Gazzola (GNP) La rivista del Club Alpino Italiano
Direttore Responsabile: Luca Calzolari
Stefano Aurighi: Quando arrivare in Luca Calzolari: La montagna e il suo Antonella Cicogna e Mario Manica: sentieri di montagna, 36 Direttore Editoriale: Alessandro Giorgetta
vetta era una cosa su cui mettere la brutto, 01 Cronaca extraeuropea, 66 Franco Ragni: La felicità che * LA LINEA BALTORO Caporedattore: Stefano Aurighi
firma, 46 Redazione: Sommario, 02 Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, scompare proprio sulla vetta, 40 Redazione: Lorenzo Arduini, Stefano Mandelli,
Redazione: Lettere, 54 Redazione: News 360, 04 68 Francesco Cavalli Sforza: Tutti i
Leggera, agile, con slancio Matilde Delfina Pescali
Antonella Cicogna e Mario Manica: Madleine Rohrer: Lecco città alpina Redazione: Qui CAI, 70 vantaggi di essere un montanaro, 42 Per l’inverno 12/13 DYNAFIT presenta Segreteria di redazione: Carla Falato
Cronaca extraeuropea, 56 2013, 07 Roberto Serafin: Libri di montagna, Jacopo Pasotti: Storie antichissime Tel. 051/8490100 - e-mail: redazione360@cai.it
Baltoro Women, l’attrezzatura completa per Hanno collaborato in questo numero:
Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, Mario Vianelli: Le montagne dallo 76 dal mare di Cortina, 46
58 spazio, 08 News dalle aziende, 79 Massimo (Max) Goldoni: sci alpiniste di ogni livello. Lo sci Baltoro, con come durante la discesa. Massimo Goldoni, Roberto Mantovani,
peso inferiore a 1200 grammi, è il più leggero Anche negli attacchi si può risparmiare Mario Vianelli, Carlo Caccia
Redazione: Qui CAI, 60 Mario Vianelli e Gian Luca Boetti: I Piccoli annunci, 80 Lovettecannas, la grotta più profonda
Grafica e impaginazione: Francesca Massai,
Roberto Serafin: Libri di montagna, monti del mare, 09 della Sardegna, 48 della propria classe e ha una costruzione che peso: il sistema senza intelaiatura TLT Radi- Silla Guerrini
64 Mario Vianelli: Ma quanti (e quali) OTTOBRE Franco Farinelli: La Montagna e il suo garantisce sostegno ottimale a ogni virata. cal ST è facile da usare e convince grazie a Service editoriale: Cervelli In Azione srl -
Andreina Maggiore: Bilancio 2011, 71 sono gli 8000?, 28 Umberto Martini: Fiocco tricolore in brutto, 54 Bologna Tel. 051 8490100 - Fax. 051 8490103
News dalle aziende, 73 Carlo Caccia: Benigno Balatti casa CAI, 01 Stefano Morosini: 1874-1883 il boom One Women's PX-TF è lo scarpone abbinato un peso ridotto al minimo.
CAI - Sede Sociale: 10131 Torino,
Piccoli annunci, 74 stregato dal Disgrazia, 32 Redazione: Sommario, 02 delle Sezioni, 62 per colore e funzionalità, perfetto in salita www.dynafit.com Monte dei Cappuccini.
Massimo (Max) Goldoni: La AA.VV.: Montagne360, auguri..., 04 Redazione: Lettere, 66 Sede Legale:Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano
LUGLIO speleologia lungo la Via Emilia, 38 Luca Calzolari: Tra la pianura e Antonella Cicogna e Mario Manica: Cas. post. 10001- 20110 Milano - Tel. 02 205723.1
Paolo Borciani: Con l’Emilia- Redazione: Concorso fotografico la vetta di cosa parliamo quando Cronaca extraeuropea, 68 (ric.aut) - Fax 02 205723.201 - www.cai.it
Romagna che vuole rinascere, 01 Non ci sono più i ghiacciai di una parliamo di montagna, 09 Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni,
* ORBIT Telegr. centralcai Milano c/c post. 15200207
Redazione: News 360, 05 volta, 44 Redazione: News 360, 10 69 Prestazioni superiori in look deciso intestato a CAI Club Alpino Italiano, Servizio
Tesoreria Via E. Petrella, 19 - 20124 Milano.
Alessandro Zanna: Sotto la pianura Giovanni Cenacchi: Cuore d’Europa, Mario Vianelli: Le montagne dallo Redazione: Qui CAI, 72
Abbonamenti a Montagne 360. La rivista del
Padana l’Appenino spinge per uscire, 46 spazio, 12 Roberto Serafin: Libri di montagna, Orbit è uno scarpone a 3 leve solido e offre Club Alpino Italiano: 12 fascicoli del mensile:
08 Jacopo Pasotti: Nessuno tocchi Fabrizio Ardito: A spasso sul Monviso, 76 le performance di uno scarpone da sci alpi- abb. Soci familiari: € 10; abb. Soci giovani: €
Mario Vianelli: Montagne dallo Jasuni neanche per il petrolio, 52 14 News dalle aziende, 79 5; abb. sezioni, sottosezioni e rifugi: € 10; abb.
Spazio, 12 Giorgio Burzio: Gens valadas Pier Giorgio Oliveti: Trekking di pace Piccoli annunci, 80 nismo con un peso che rasenta quello dei
non Soci: € 24,00 + 2,10 (spedizione postale);
Mario Vianelli: La valanga dello Occitanas, 54 tra Albania, Kosovo e Montenegro, 20 modelli race. Orbit può essere utilizzato supplemento spese per recapito all’estero: UE €
Siachen: dalla tragedia alla Redazione: Lettere, 64 Sonia Stipa: L’Aquila, pedali nel DICEMBRE con i modelli più larghi di sci, ma quando 28,46 / Resto d’Europa e Mediterraneo € 23,52
speranza, 14 Redazione: Calendalibro, 65 silenzio, 28 Marco Onida: La grande vittoria viene abbinato a sci da touring ultraleggeri / Resto del mondo € 29,28. Fascicoli sciolti,
Eugenio Di Marzio: In Tibet, ai piedi Antonella Cicogna e Mario Manica: Carlo Caccia: Christoph Hainz dell’ambiente, 01 comprese spese postali: Soci € 2,00, non Soci
e ai relativi attacchi, si crea una perfetta € 3,90. Per fascicoli arretrati dal 1882 al 1978:
del pilastro del mondo, 18 Cronaca extraeuropea, 66 nato per scalare, 32 Redazione: Sommario, 03
Giuliano Dal Mas: La Schiara, regina Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, Carlo Caccia: Adam Ondra Redazione: News 360, 05 combinazione di velocità e leggerezza. Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo
www.garmont.com Bergonzoni & C. snc, Via XX Settembre, 42 -
di maestosa bellezza, 24 68 le mani sulle pareti, 38 Mario Vianelli: Le montagne dallo
40050 Dozza (BO) - Tel. e Fax 0542 679083.
Fabio Cammelli: Memorie di guerra Roberto Serafin: Libri di montagna, Massimo (Max) Goldoni: Gargano spazio, 08
Segnalazioni di mancato ricevimento vanno
sul Testòn di Rudo, 30 70 capitale della speleologia europea, Davide Chiesa: Sopravvissuto indirizzate alla propria Sezione. Indirizzare tutta
Carlo Caccia: In Grignetta, sulle Redazione: Qui CAI, 72 46 all’onda bianca sul Manaslu, 10 la corrispondenza e il materiale a: Club Alpino
tracce dei pionieri, 34 News dalle aziende speciale, 76 Francesco Paolo Campione: Fosco AA. VV.: Il futuro delle Alpi senza * GRISPORT Italiano Ufficio Redazione - via E. Petrella, 19 -
Saverio Bugialli: L’architettura Redazione: Censimento cori CAI, 78 Maraini, una vita per l’Asia, 52 ghiaccio, 16
cambia l’immaginario della Piccoli annunci, 79 Enrico Camanni: Buon compleanno Lorenzo Arduini: Il lupo simbolo della
il doposci confort 20124 Milano. Originali e illustrazioni pervenuti
di regola non si restituiscono. Le diapositive
montagna, 38 CAI, 62 società italiana, 20 Perfetto per passeggiare in città durante costituito da materiali verranno restituite, se richieste.
Massimo (Max) Goldoni: L’uomo di SETTEMBRE Antonella Cicogna e Mario Manica: Marco Benedetti: La guerra riaffiora È vietata la riproduzione anche parziale di testi,
la prima nevicata, performante per una molto tecnici. Da fotografie, schizzi, figure, disegni senza esplicita
scienza che cercava l’acqua dentro Redazione: Il nostro mondo in Cronaca extraeuropea, 66 dai ghiacci, 22
le montagne, 42 edicola, 01 Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, Carlo Caccia: Paul Pritchard il ciaspolata in montagna, comodissimo evidenziare la autorizzazione dell’Editore.
Jacopo Pasotti: La scomparsa degli Redazione: Sommario, 03 68 climber nato due volte, 26 dopo una giornata sulle piste da sci: membrana Diffusione esclusiva per l’Italia: Pieroni
Distribuzione s.r.l.
invisibili, 46 Redazione: News 360, 05 Redazione: Qui CAI, 70 Fabrizio Ardito: Metti d’inverno un questo scarponcino Grisport è perfetto Gritex Viale Vittorio Veneto, 28 - 20124 Milano
Alessandro Gogna: Come ripulimmo Mario Vianelli: Le montagne dallo Roberto Serafin: Libri di montagna, trekking a Salina, 30
in ogni situazione. La forma affusolata lo con cui è Tel. 02 632461 - Fax 02 63246232
la Marmolada da 13 tonnelate di spazio, 08 74 Roberto Mantovani: Renato Servizio pubblicità: G.N.P. s.r.l.
rifiuti, 48 Roberto Mantovani: Marta Cassin News dalle aziende, 77 Casarotto, il signore delle altezze, 34 rende indossabile anche in città, mentre completamente
Sede: Via Udine, 21/a - 31015 Conegliano, TV
Valeria Ferioli: Storie di gente che sulle verticali del nonno, 10 Piccoli annunci, 80 Alessio Liquori: Economia ed il particolare del bordo in eco pelliccia ne foderato all’interno, impermeabile al 100% Tel: 0438 31310 - Fax: 0438 428707 - e-mail:
vuol vivere in montagna, 50 Davide Chiesa: Ueli Steck, Il “Bolt” del ecologia il matrimonio s’ha da fare, sottolinea il carattere femminile. Nonostante e traspirante per non far sudare il piede e gnp@telenia.it
Reinhard Perathoner: Un premio per ghiaccio, 14 NOVEMBRE 40 la propensione al dettaglio raffinato, è mantenerlo caldo e asciutto. www.grisport.it Responsabile pubblicità istituzionale (GNP):
non dimenticare Karl, 52 Franco Perlotto: Ci fu un tempo in cui Rossana Podestà: Walter Bonatti, un Massimo Frera: Le mummie di Susanna Gazzola. Tel: 0141 935258 / 335
Aldo Audisio: Innamorevoli? lo chiamavamo Free Climbing, 18 uomo libero e cristallino, 01 Roccapelago, 42 5666370 - e-mail: s.gazzola@gnppubblicita.it
Seduzione ad alta quota, 54 Carlo Caccia: Genio e follia sul tetto Redazione: Sommario, 03 Massimo (Max) Goldoni: Lo Responsabile amministrativo pubblicità (GNP):
Francesca Nenzi. Tel: 0438 31310 - Fax: 0438
Redazione: Lettere, 64 del mondo, 26 Redazione: News 360, 05 straordinario interno di una normale * KOMPERDELL 428707 - e-mail: gnp@telenia.it
Fiorella lanfranchi: Il pronto soccorso Jacopo Pasotti: Il polo di casa nostra, Mario Vianelli: Le montagne dallo montagna, 46
emotivo del giorno dopo, 66 32 spazio, 08 Aldo Audisio e Antonella Lombardo: Le racchette da neve Fotolito e stampa: Arti Grafiche Amilcare Pizzi
spa, via Amilcare Pizzi 14, Cinisello Balsamo (MI)
Antonella Cicogna e Mario Manica: Massimo (Max) Goldoni: Il vuoto Fabrizio Ardito: Carso, sui luoghi di Orizzonte d’avventura, 52 Carta: carta gr. 75/mq. patinata lucida
Cronaca extraeuropea, 68 affascinante e effimero della guerra in tempo di pace, 10 Franco Brevini: 1884-1893. Finisce Per la linea racchette da neve, Komperdell nio anodiz-
Sped. in abbon. post- 45% art. 2 comma 20/b
Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, speleologia vulcanica, 34 Carlo Caccia: Igor Koller, la forza l’alpinismo eroico, nasce il turismo di propone due nuovi modelli con telaio in zato per legge 662/96- Filiale di Milano
70 Luca Gibello: Ecco i rifugi del futuro, della passione, 18 massa, 60 alluminio: Alpinist & Mountaineer. aviazione Registrazione del Tribunale di Milano: n. 184 del
Roberto Serafin: Libri di montagna, 38 Roberto Mantovani: Disegno le Redazione: Lettere, 64 Entrambi i modelli sono realizzati in allumi- e sono rivestiti in Hyperlon; in questo modo 2.7.1948- Iscrizione al Registro Nazionale della
72 Barbara Goio: Reinhold Messner montagne belle da impazzire, 22 Antonella Cicogna e Mario Manica: Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data
garantiscono un piacevole senso di leggerez- 10.5.1984.
Redazione: Qui CAI, 74 “contro tutti”, 44 Roberto Mantovani: Quel gioco sui Cronaca extraeuropea, 66
Redazione: Censimento cori CAI, 78 Veronica Lisino, I colori della massi chiamato bouldering, 26 Roberto Mazzilis: Nuove ascensioni, za durante la camminata. Tiratura: 244.489copie
News dalle aziende, 79 montagna, 52 Giuseppe Paschetto e Nicoletta 68 Una cinghia elastica assicura stabilità al pie- Numero chiuso in redazione il 03.12.2012
Piccoli annunci, 80 Redazione: Lettere, 62 Gatteschi: Trekking da “Sella a Sella”, Roberto Serafin: Libri di montagna, de sulla banda laterale ed è adattabile a ogni
C. Camerini, A. Ubertino, R. 32 70
misura e su ogni modello di scarpa sportiva.
AGOSTO Carminucci: ECRA, 64 Aurelio Franceschini: Pedalando sui Redazione: Qui CAI, 72
www.komperdell.com – www.prifa.it

78  /  Montagne360  /  Gennaio 2013 Gennaio 2013  /  Montagne360  /  79


In edicola dal 27 gennaio
Scialpinismo, dagli Appennini alle… Alpi
Tre grandi proposte di itinerari per gli
appassionati di scialpinismo. Il primo,
narrato da Claudio Di Scanno, si concentra
sulle nevi della Majella e propone l’ascesa
invernale al Monte Amaro attraverso la Rava
del Ferro. Un itinerario spettacolare, con la
visione costante del Gran Sasso e, in lonta-
nanza, l’orizzonte del mare Adriatico. Sulle
Dolomiti, invece, ecco l’Alta Via scialpinisti-
ca del Lagorai, quattro giorni di attraversata
dalla Valsugana al Passo Rolle raccontati da
Andrea Caser e Paolo Acler.
Nella zona delle Alpi Carniche, infine, Fran-
cesco Carrer ci accompagna alla scoperta
dell’alta Valle del Gail, da esplorare in sei
itinerari con caratteristiche e lunghezze
diverse.

I monti incantati di Luisa Rota Sperti


“Un’artista che racconta storie con la matita:
la sua è una pura, magnifica ossessione.
Racconta le montagne e i loro uomini, reali
o leggendari, dalle Dolomiti all’Himalaya e
oltre.” Carlo Caccia ci introduce nel mondo
artistico di Luisa Rota Sperti.

* NOTE PER I PICCOLI ANNUNCI

Piccoli annunci Informazioni. tel. 335 5666370/0141 935258 / e-mail. s.gazzola@gnppubblicita.it

Annunci a pagamento

Guide alpine Madagascar 14-27 Ottobre • Naturaliter - trekking e ospitalità


• www.orizzontiverticali.eu Trekking:Etna, Eolie, Egadi=Aprile/Ottobre mediterranea
Scialpinismo in Islanda dal 23.4 al 1.5.2013 Sci Alpinismo sull'Etna Gen/Feb/Mar/Apr. Trekking ed escursionismo nei Parchi e
Foresteria e pulmini disponibili per Sezioni Riserve della Calabria, Sicilia, Puglia, Ba-
Accompagnatori, guide turisti- CAI. silicata, Campania, Sardegna e in Grecia.
che e T.O. Info a: caicatania@caicatania Programmi personalizzati per sezioni
• www.naturaviaggi.org Cai, Cral aziendali, Circoli, Associazioni e
Patagonia, Nepal, Islanda • www.naturadavivere.it gruppi precostituiti.
25 anni di tour naturalistici senza eguali dal 1985 tour di scoperta con guida Tel. 328 9094209 / 347 3046799
assieme al Produttore/Guida Patagonia Email: info@naturaliterweb.it
info@naturaviaggi.org - 347 5413197 Nepal www.naturaliterweb.it
Nuova Zelanda
• Sezione dell’Etna Etiopia • Ischia
www.caicatania.it Islanda 2 settimane in pensione completa per
Grecia-Peloponneso:a Giugno e Settembre. Mongolia scoprire il territorio € 473 in doppia.
Cina classica e crociera Yangtzè 20/08- Altopiano andino Possibilità terme.
7/09 Tel 0586444407 info@naturadavivere.it Tel. 333 1820070 Paola

80  /  Montagne360  /  Gennaio 2013


PIÙ PERFORMANCE
PIÙ PRECISIONE
PIÙ COMFORT
MAESTRALE
Stabilisce un nuovo standard nell’universo
degli scarponi da scialpinismo, grazie
all’innovativa Axial Alpine Technology che
offre il miglior bilanciamento tra prestazioni,
leggerezza e comfort.
Il fit anatomico offre un’ottima sensibilità
permettendo una trasmissione diretta della
potenza allo sci. Ogni dettaglio, tecnico ed
estetico, è stato creato per regalarti delle
performance perfette.
Ora tu, fai del tuo meglio.

La nuova forma è stata

SCARPA® is a trademark of the shoe manufacturing company “Calzaturificio S.C.A.R.P.A. S.P.A.” located in Italy (TV)
sviluppata per assecondare il
piede e creare un Fit
anatomico perfetto, per una
migliore precisione e sensibilità
nell’area del metatarso.

AXIAL ALPINE TECHNOLOGY


aumenta il comfort e migliora
il controllo e la trasmissione
GEA RUSH BLINK
della forza alle lamine dello sci.

www.scarpa.net
FOLLOW US: Official Licensee

Potrebbero piacerti anche