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CRITERI DI PROGETTAZIONE
PRG.AF.FPR.0004
Rev. 0
Ottobre 2003
Cod. modulo : MDT.GG.QUA.0508 Fg. 01/Rev. 1.94 Cod.file:CRIDESBI.DOT File dati: prg_af_fpr_0004_r00_i_f.doc
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Foglio 2 (22)
INDICE
1 GENERALITÀ 3
1.1 Scopo e campo di applicazione 3
1.2 Riferimenti 3
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1 GENERALITÀ
1.1.1 Il presente documento ha lo scopo di individuare i criteri di riferimento per la definizione dei requisiti
per l'applicazione dei rivestimenti protettivi antincendio (fireproofing). Questi rivestimenti hanno la
funzione di proteggere strutture/items coinvolti in un incendio ed il cui collasso potrebbe determinare
un pericoloso aggravio dell’evento incidentale.
1.1.2 Quanto contenuto nel presente documento deve considerarsi applicabile esclusivamente a quei
progetti dove non vi siano specifiche richieste contrattuali e/o normative inerenti la protezione
passiva contro il fuoco (ad esempio, Rif. [6]).
1.1.3 I criteri di protezione passiva dal fuoco dettagliati nella presente PRG fanno riferimento a scenari
incidentali che abbiano come conseguenza lo svilupparsi di un incendio di pozza gravoso.
La protezione a fronte di eventi incidentali che abbiano come conseguenza la formazione di un Jet
Fire esula dal campo di applicazione della presente PRG e sarà eventualmente oggetto di
valutazioni specifiche (es. Analisi di Rischio) per tenere conto delle particolarità di questo evento
(altamente direzionale, possibilità di depressurizzazione/intercettazione, probabilità di impingement
e maggiore carico termico). Fanno eccezione a questa considerazione i compressori di gas
infiammabili con potenza >150kW e i recipienti contenenti fluidi in condizioni di autoaccensione.
1.1.4 I criteri definiti nel presente documento devono essere intesi come criteri minimi necessari a
garantire un livello di sicurezza uniforme su tutti i progetti. Sia l’identificazione delle sorgenti di
pericolo che l’estensione delle aree a rischio di incendio esulano quindi da considerazioni legate
all’analisi di rischio, per cui non si tiene conto né della probabilità dell’evento né della presenza di
sistemi per la mitigazione o limitazione degli effetti (es. eliminazione delle connessioni flangiate,
allontanamento/confinamento del liquido infiammabile sversato, intercettazione delle perdite, ecc.)
1.1.6 Il processo di lavoro e le relative responsabilità sono individuati nella Procedura di Società
OPR.GS.XE.5090 “Protezione Passiva Antifuoco (Fireproofing)”.
1.2 Riferimenti
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Rif. [5] ASTM E 1529, “ Standard Test Methods for Determining Effects of Large Hydrocarbon
Pool Fires on Structural Members and Assemblies”, 2000
Rif. [6] API 2218, “Fireproofing Practices in Petroleum and Petrochemical Processing Plants”,
2nd ed., 1999
Rif. [7] API 2030, “Application of Fixed Water Spray Systems for Fire Protection in the Petroleum
Industry”, 2nd ed., 1998
Rif. [8] UNI ENV 13381-4, “Test Methods for Determining the Contribution to the Fire Resistance
of Structural Members – Applied Protection to Steel Members”, 2002
Rif. [9] API 6FA, “Fire Test for Valves”, 1999
Rif. [10] UNI 9503, "Procedimento Analitico per Valutare la Resistenza al Fuoco degli Elementi
Costruttivi di Acciaio", 1989
Rif. [11] Chemical Hazard Response Information System (CHRIS), “Hazardous Chemical Data”,
USCG, 1984
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2.1.1 Al fine di individuare le potenziali sorgenti di pericolo vengono definiti “fluidi pericolosi” ai fini della
protezione passiva antincendio:
c. Liquidi, gas o vapori infiammabili trattati a temperature maggiori di 315°C o maggiori della
propria temperatura di autoaccensione (auto-ignition temperature);
2.1.2 Per la determinazione delle caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze necessarie per la
classificazione si può fare riferimento alle fonti di dati riportate in Rif. [3] e in Rif. [11].
2.2.1 Si definisce “sorgente di pericolo” ogni apparecchiatura contenente i fluidi pericolosi definiti al
capitolo 2.1, nei limiti stabiliti nel seguente paragrafo 2.2.2, in quanto in grado di generare un
incendio con fuoco sostenuto.
2.2.3 Sono inoltre da considerarsi sorgenti di pericolo i compressori per gas infiammabili con potenza
≥150kW se non protetti da sistema automatico di spegnimento, per via dei rischi associati ai
quantitativi di olio presenti nel sistema (Rif. [7]).
2.2.4 In questo contesto le tubazioni contenenti fluidi pericolosi non vengono considerate sorgenti di
pericolo. Esse però vanno considerate nel contesto della definizione dei sistemi da proteggere,
come specificato nel paragrafo 3.3.1.
2.3.1 Viene definita “area a pericolo di incendio” la zona circostante una sorgente di pericolo entro la
quale possono essere coinvolte, in caso di incendio, apparecchiature, macchine e strutture portanti.
2.3.2 L’estensione dell’area a pericolo di incendio viene fissata di norma come segue:
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per una distanza di 15m dalla sorgente di pericolo per recipienti a pressione, per
esempio sfere, sigari o bomboloni contenenti GPL, con volume di liquido >50m3 e
prive di bacino di contenimento per l’inera capacità;
In verticale fino ad un’altezza di 8m dal terreno o dal primo pavimento continuo1 posto al di
sotto della sorgente di pericolo.
2.3.3 Sono inoltre da considerarsi aree a pericolo di incendio le seguenti zone particolari:
• La zona che si estende per 1m orizzontalmente dal bordo di canali superficiali e/o scoperti
dedicati al convogliamento di fluidi pericolosi in aree sicure, per un altezza di 2m;
2.3.4 Sono da considerarsi aree a pericolo di incendio anche eventuali superfici calde o inneschi, qualora
un fluido combustibile (anche non rientrante nella definizione di fluidi pericolosi, di cui al capitolo 2.1,
ad esempio lube oil) accidentalmente rilasciato da un’apparecchiatura circostante (a meno di 6m)
possa venire innescato (ovvero portato ad una temperatura maggiore a quella di autoaccensione).
In questo caso, come protezione è sufficiente la coibentazione della superficie calda (per evitare
l’innesco) e non è richiesta la protezione passiva di tutte le strutture interessate, a meno che
ricadenti nelle zone pericolose sopra definite.
2.3.5 Per pompe e compressori la distanza in orizzontale si misura dalla tenuta; per tutte le altre
apparecchiature dal limite dell’apparecchiatura stessa.
2.4.1 Viene definito “tempo di protezione” il periodo di tempo per il quale la protezione passiva antifuoco è
in grado di mantenere la superficie metallica protetta ad una temperatura tale da non compromettere
la stabilità della struttura o dell’apparecchiatura esposta all’incendio, così da permettere la messa in
sicurezza dell’impianto e l’intervento delle squadre di emergenza.
1
Per pavimento continuo si intende qualunque superficie non forata, al di sopra della quale si può accumulare il liquido accidentalmente
rilasciato
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• Tempo di protezione di 90 minuti fino all’altezza di 4,5m (fino a 8m per le strutture portanti gli
air-cooler, anche se ubicati sopra il piperack);
Si rimanda alla sezione 3 per ulteriori indicazioni relative a strutture specifiche. Si rimanda alla
sezione 4 per informazioni su modalità e tipologia dei rivestimenti.
2.5.1 Le caratteristiche di protezione dal fuoco sono da determinare facendo riferimento come caso test
ad un incendio di idrocarburi che comporti un innalzamento di temperatura come definito negli
standard UL-1709 o ASTM E 1529, Rif. [4] e Rif. [5].
2.5.2 Con riferimento alle prove a fuoco sopra descritte, UL-1709 o ASTM E 1529, e per prove della
durata richiesta dalla protezione (pari a 90 minuti e 30 minuti, come specificato al paragrafo 2.4.2), i
rivestimenti protettivi dovranno garantire il non raggiungimento della temperatura di 300°C in
strutture in acciaio, sulla superficie metallica non esposta alla fiamma (427°C nel caso di mantelli di
recipienti in pressione, di cui al capitolo 3.7).
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VISTA LATERALE
8m
8m
PAVIMENTO
CONTINUO
LIVELLO DEL
TERRENO
PIANTA
6m (*)
6m (*)
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3.1.1 La protezione passiva deve essere estesa limitatamente alla parte di struttura che ricade all’interno
di una area a pericolo di incendio (vedi capitolo 2.3).
3.1.2 Per apparecchiature, strutture e componenti che ricadono all’esterno di aree a pericolo di incendio
non deve essere prevista la protezione passiva con rivestimento antincendio.
3.2.1 Deve essere prevista la protezione passiva dal fuoco per le gonne/gambe/selle e le strutture portanti
metalliche di tutte le apparecchiature individuate come sorgente di pericolo.
3.2.2 Devono essere inoltre protette le gonne/gambe/selle o le strutture portanti metalliche delle seguenti
apparecchiature:
3.2.3 Le grandi apparecchiature (>10t) contenenti fluidi non pericolosi sono state considerate in quanto, in
caso di collasso, potrebbero portare ad una possibile “escalation” dell’incendio iniziale.
3.2.4 Le apparecchiature con significativi contenuti di fluido tossico (>1t) sono considerate in quanto una
eventuale fuoriuscita del contenuto, causata da un incendio circostante, verrebbe ad ostacolare
l’intervento della squadra antincendio. A tal fine un fluido è considerato tossico se nella sua
composizione è presente una percentuale superiore al 5% di una sostanza definita a livello 2
“health” dalla NFPA 49 (Rif. [2]).
3.2.5 Le strutture portanti devono essere protette per un tempo di 90 minuti fino ad una elevazione di
4,5m dal livello del terreno o dal primo pavimento continuo, e per un tempo di 30 minuti
dall’elevazione di 4,5m fino a 8m (vedere Fig. 2).
3.2.6 Entro i campi definiti, devono essere protette le strutture portanti metalliche principali (montanti e
travi che sostengono direttamente o indirettamente le apparecchiature), escludendo le travi di
impalcato secondarie, i controventi, le scale e le passerelle.
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3.2.7 I recipienti verticali con diametro >1,4m (vedere Fig. 3) devono avere le gonne protette sia
esternamente che internamente. Per recipienti verticali con diametro <1,4m deve essere prevista la
sola protezione esterna delle gonne.
3.2.8 Nel caso di recipienti orizzontali, la protezione della struttura metallica di supporto (sella) è richiesta
solo se la distanza tra il fondo dell’apparecchiatura e il suolo è superiore a 0.3m. In questo caso la
struttura deve essere protetta per un tempo di 90 minuti fino ad una altezza di 4,5m dal piano
dell’incendio, e per un tempo di 30 minuti dall’elevazione di 4,5m fino a 8m (vedere Fig. 4).
3.3.1 Deve essere prevista la protezione passiva antifuoco per le strutture che supportano le seguenti
tipologie di tubazioni:
3.3.2 Nel caso il primo piano portante le tubazioni sia ad altezza inferiore a 4,5m, il rivestimento deve
garantire la protezione per un tempo di 90 minuti fino ad una elevazione di 0,5m al di sotto
dell’intradosso della prima trave portante orizzontale. La parte superiore, fino all’altezza di 8m, deve
essere protetta per un tempo di 30 minuti (vedere Fig. 5).
3.3.3 Entro i campi definiti, devono essere protette le strutture portanti metalliche principali (montanti e
travi), escludendo i collegamenti longitudinali, le traverse secondarie ed i controventi.
3.4.1 I refrigeranti ad aria (air-cooler) devono avere strutture portanti protette per un tempo di 90 minuti
fino ad una elevazione di 8m.
3.4.2 Entro i campi definiti, devono essere protette le strutture portanti metalliche principali (montanti e
travi, incluse le travi longitudinali che portano direttamente o indirettamente gli air-coolers)
escludendo i collegamenti longitudinali inferiori (anche qualora supportino le uscite dei tubi), le
traverse secondarie ed i controventi (vedere Fig. 6).
3.5.1 I supporti di forni e caldaie devono essere protetti per un tempo di 90 minuti fino ad una elevazione
di 0,5m al di sotto dell’intradosso della trave orizzontale a contatto con l’apparecchiatura, e
comunque ad una elevazione non superiore a 4,5m dal livello del terreno (o dal primo pavimento
continuo). Non è richiesta alcuna protezione antifuoco al di sopra di 4,5m.
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3.5.2 Entro i campi definiti, devono essere protette le strutture portanti metalliche principali (montanti e
travi) escludendo i collegamenti longitudinali, le traverse secondarie ed i controventi (vedere Fig. 7).
3.6.1 Le strutture metalliche che supportano i compressori rientranti nella definizione di sorgente di
pericolo devono avere i montanti e le travi principali protetti per un tempo di 90 minuti fino ad una
elevazione di 4,5m dal terreno o dal primo pavimento continuo.
3.7.1 I mantelli dei serbatoi di accumulo e/o dei vessel di processo contenenti gas infiammabili liquefatti
per pressione (es. GPL) o liquidi infiammabili suscettibili a flash (es. grezzi non stabilizzati) perché
stoccati al di sopra del loro Normal Boiling Point, con capacità superiore a 10m3 e non muniti di
sistema di raffreddamento fisso a diluvio (portata specifica di acqua su tutta la superficie ≥10,2
l/min/m2, secondo API 2510A, API 2030 e NFPA 15), devono essere protetti con fireproofing al fine
di evitare il fenomeno del BLEVE (Boiling Liquid Expanding Vapor Explosion)/Fireball in seguito al
surriscaldamento della parete asciutta.
3.7.2 La durata della protezione richiesta è di 90 minuti se installati ad altezze inferiori a 4,5m dal terreno
o dal primo pavimento continuo, e di almeno 30 minuti se installati ad altezze comprese tra 4,5 e 8m.
La protezione del mantello deve essere prevista solo per la parte al di sotto delle altezze indicate.
Il valore di temperatura critica da considerare in questi casi per evitare il collasso del serbatoio è di
427°C, come indicato nel D.M. 15 maggio 1996 ”Criteri di analisi e valutazione dei sistemi di
sicurezza relativi a depositi di gas di petrolio liquefatto (GPL)” e in accordo ad ASME “PV Code” VIII,
Div. 1.
3.8.1 Deve essere prevista la protezione passiva dal fuoco per le valvole di blocco di emergenza (ESDV e
BDV), includendo attuatore, motore e cavi.
3.8.2 Al fine di garantire il tempo di intervento da parte dell’operatore, necessario alla chiusura/apertura
completa delle valvole, il tempo di protezione richiesto per le valvole di blocco di emergenza deve
essere pari a 30 minuti.
3.8.3 Valvole o altri componenti progettati per essere “firesafe” (ad esempio, valvole progettate secondo la
API 6FA, Rif. [9]) non necessitano di una ulteriore protezione dal fuoco.
3.9.1 Deve essere prevista la protezione dal fuoco per i sistemi di alimentazione, i sistemi elettrici,
strumentali e di controllo necessari per la gestione di una situazione di emergenza, nel caso in cui la
mancanza dei suddetti sistemi a causa dell’esposizione al fuoco non permetta una messa in
sicurezza dell’unità/impianto.
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3.9.2 La protezione passiva antifuoco deve garantire la funzionalità dei componenti esposti all’incendio
per un tempo pari a 30 minuti.
3.9.3 Nel caso in cui la logica dei sistemi di blocco sia del tipo “failsafe” e/o i cavi siano del tipo “fire-
resistant” e l’unità sia posta in condizioni di sicurezza la protezione passiva non è richiesta.
3.10 Fabbricati
3.10.1 In questo Criterio di Progettazione non viene indicato un metodo univoco per la protezione dei
fabbricati (fabbricati uffici, sale controllo, cabine elettriche, laboratori, magazzini di stoccaggio), ad
esempio con pareti tagliafuoco (REI).
3.10.2 Per la protezione dei fabbricati valgono gli obblighi legislativi nazionali o le specifiche contrattuali
applicabili. In mancanza di essi, le scelte sono basate sulla valutazione del “carico di incendio”, che
deve essere definito per ogni caso specifico.
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TEMPO DI
PROTEZIONE
30 minuti
TEMPO DI
PROTEZIONE
30 minuti
8m ≤4,5m >4,5m
TEMPO DI
PROTEZIONE
90 minuti
TEMPO DI
4,5m PROTEZIONE
90 minuti 4,5m TERRENO O
PAVIMENTO
CONTINUO
0,00
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Figura 3 - Protezione passiva dal fuoco per supporti metallici di recipienti verticali aventi diametro >1,4m
TEMPO DI
PROTEZIONE TEMPO DI
30 minuti PROTEZIONE
TEMPO DI 30 minuti
TERRENO O PROTEZIONE TEMPO DI
PAVIMENTO 90 minuti TEMPO DI PROTEZIONE
CONTINUO PROTEZIONE 8m 4,5m 90 minuti
4,5m 90 minuti
0,00
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Figura 4 - Protezione passiva dal fuoco per i supporti metallici di recipienti orizzontali
≤4,5m
TEMPO DI
TERRENO, PROTEZIONE
PAVIMENTO h>0,3m
90 minuti
CONTINUO O 0,00
BASAMENTO
TEMPO DI
PROTEZIONE
≤8m
30 minuti
TERRENO, TEMPO DI
PAVIMENTO h>0,3m
0,00 4,5m PROTEZIONE
CONTINUO O 90 minuti
BASAMENTO
TEMPO DI
PROTEZIONE
>8m 30 minuti
TERRENO,
PAVIMENTO 8m TEMPO DI h>0,3m
CONTINUO O 0,00 PROTEZIONE
4,5m
BASAMENTO 90 minuti
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Foglio 16 (22)
Figura 5 - Protezione passiva dal fuoco per piperack e altre strutture di supporto per tubazioni
TEMPO DI
PROTEZIONE
30 minuti
TEMPO DI
PROTEZIONE
30 minuti
TEMPO DI
0,5m PROTEZIONE
TEMPO DI 90 minuti
PROTEZIONE
90 minuti 4,5m TERRENO O
PAVIMENTO
CONTINUO
0,00
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Foglio 17 (22)
Figura 6 - Protezione passiva dal fuoco per supporti metallici di refrigeranti ad aria (air-cooler)
≤8m
>8m
TEMPO DI
PROTEZIONE
90 minuti
8m
TEMPO DI
PROTEZIONE
90 minuti
0,00
≤8m
>8m
TEMPO DI
PROTEZIONE
90 minuti
8m
TEMPO DI
PROTEZIONE
90 minuti
0,00
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Foglio 18 (22)
NESSUNA
PROTEZIONE
TEMPO DI RICHIESTA
PROTEZIONE
90 minuti
≤4,5m >4,5m
0,5m TERRENO O
PAVIMENTO
TEMPO DI
CONTINUO
PROTEZIONE 4,5m
0,00
90 minuti
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Foglio 19 (22)
4.1.1 I materiali da applicare come rivestimento protettivo dal fuoco di strutture ed apparecchiature
devono essere in grado di garantire che, per tutto il tempo di protezione previsto, gli elementi protetti
non superino la temperatura critica quando siano sottoposti ad un incendio normalizzato come
definito al capitolo 2.5.
4.1.2 Per “temperatura critica” si intende la temperatura alla quale l'elemento considerato non è più in
grado di portare il carico agente su di esso in concomitanza con l'incendio: la temperatura critica
pertanto, oltre che dalle caratteristiche di resistenza dell'acciaio, dipende anche dal suo stato di
sollecitazione. Per valutare lo stato di sollecitazione del materiale vanno tenuti in conto i soli carichi
che ci si può ragionevolmente attendere agiscano in concomitanza con l'incendio, escludendo
pertanto, per quanto riguarda le strutture, il sisma e le azioni dinamiche trasmesse dagli apparecchi
di sollevamento, ed applicando valori ridotti dei sovraccarichi di esercizio e del vento.
4.1.3 La temperatura che un elemento raggiunge durante il tempo di esposizione ad un incendio può
essere valutata analiticamente utilizzando i metodi di calcolo riportati ad esempio nella UNI 9503
(Rif. [10]), tenendo conto delle caratteristiche fisiche e dello spessore del materiale di rivestimento.
In alternativa può essere eseguita una prova di resistenza al fuoco su uno o più elementi
rappresentativi delle tipologie ricorrenti, in accordo a uno dei metodi definiti nelle UL 1709 o ASTM E
1529 (Rif. [4] e [5]).
In tale prova l'elemento metallico, completo del rivestimento e soggetto ad una condizione di carico
significativa, viene sottoposto ad un incendio che determini la variazione di temperatura ambientale
definita dalla norma applicabile durante il tempo di protezione richiesto. Come risultato della prova si
deve verificare che:
• l'elemento testato non sia collassato e non presenti deformazioni che ne compromettano la
affidabilità;
• la temperatura misurata nei punti significativi dell'elemento non abbia superato la temperatura
massima definita dalla norma applicabile, dalla presente specifica o dalla specifica di progetto.
4.1.4 Per rivestimenti protettivi non costituiti da calcestruzzo normale o alleggerito è necessario eseguire
la predetta prova o comunque ottenere dal fornitore del materiale la documentazione di prove già
eseguite su tipologie strutturali assimilabili a quelle per cui si richiede la protezione al fuoco.
4.1.5 Come riferimento per determinare la temperatura critica di un elemento strutturale (trave, colonna) si
può considerare che la resistenza a snervamento dei normali acciai da carpenteria (ASTM A 36,
S235JR, S275JR etc. ) alla temperatura di 400°C è valutabile come il 70% di quella a temperatura
ambiente; alla temperatura di 500°C tale resistenza si riduce al 50%.
Tenendo conto dei normali coefficienti di sicurezza rispetto allo snervamento applicati nelle verifiche
in condizioni di esercizio, per i singoli elementi strutturali la temperatura critica deve essere minore
di 400°C; temperature maggiori possono essere accettate qualora si tenga conto del tipo di vincolo
degli elementi considerati, della riduzione dei carichi applicati nella situazione eccezionale di
incendio rispetto a quella dì esercizio e del comportamento globale della struttura.
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Foglio 20 (22)
4.2.1 I materiali protettivi impiegabili per la protezione passiva dal fuoco possono essere di diversa natura.
Secondo il tipo di materiale, le proprietà protettive possono essere associate alla bassa conduttività
termica, all’alto potere calorifico o a una combinazione di entrambe le proprietà. Oltre a queste, nella
scelta del tipo di materiale protettivo dal fuoco si dovrà tener conto anche delle seguenti
caratteristiche:
• peso specifico
• comportamento in esposizione diretta al fuoco (in particolare, assenza di emissione di sostanze
tossiche e/o inquinanti)
• adesione all'acciaio
• resistenza agli agenti atmosferici e chimici
• resistenza all’azione delle lance di raffreddamento anticendio
• resistenza meccanica agli urti
• coefficiente di dilatazione
4.2.2 I materiali di uso comune per la protezione dal fuoco delle strutture sono di tipo cementizio. Le
caratteristiche di quelli più usati sono di seguito riassunte:
4.2.3 Se per le strutture in acciaio si adotta un rivestimento protettivo in calcestruzzo normale con sezione
rettangolare, questo avrà spessore non inferiore a 50mm.
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Foglio 21 (22)
4.2.4 Per particolari esigenze di progettazione (per esempio, su strutture soggette ad elevate dilatazioni
termiche) o di installazione, i materiali cementizi possono essere sostituiti da altre tipologie di
materiali protettivi. La tabella seguente riassume le principali caratteristiche e le modalità di
protezione di tali famiglie di materiali:
Intonaci leggeri refrattari sono più leggeri dei materiali cementizi tradizionali;
possono essere applicati a spruzzo o sopra una rete metallica ancorata
alla superficie da proteggere;
hanno bassa densità (550÷800kg/m3);
hanno bassa resistenza meccanica (se applicati in esterni, richiedono
un rivestimento protettivo e impermeabile).
Vernici sublimanti la protezione termica è realizzata attraverso il passaggio di stato della
vernice da solido a gas; il fenomeno comincia a una temperatura di
160°C e procede fino al consumo del prodotto applicato;
il prodotto applicato mantiene una elevata elasticità;
permette la riparazione localizzata a seguito di eventuali
danneggiamenti;
l’applicazione prevede uno spessore variabile tra 8 e 20mm, secondo il
grado di protezione richiesto.
Mastici riscaldati a 250÷300°C, rilasciano gas che gonfiano il rivestimento
intumescenti formando una schiuma termoisolante (lo spessore aumenta fino a 4÷6
(resine volte);
epossidiche hanno elevata viscosità a temperatura ambiente, consentendo
modificate) l’applicazione di spessori di alcuni mm in un’unica mano;
l’applicazione richiede apparecchiature “non convenzionali”; per
particolari strutture può essere necessario l’uso di una rete di rinforzo;
lo spessore minimo applicabile è di circa 5÷6mm;
hanno elevato peso specifico (1000÷1100kg/m3); il limitato spessore di
applicazione permette comunque di mantenere leggera la struttura;
Prodotti intumescenti
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Foglio 22 (22)
4.2.5 La scelta di materiali alternativi al calcestruzzo è accettabile a condizione che siano applicati in modo
tale da garantire il grado di protezione richiesto, e che il materiale sia stato preventivamente certificato
dalle autorità/enti normatori competenti.
Memorandum revisioni
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