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UNIVERSITA’ 

DEGLI STUDI DI FIRENZE
Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale
Sezione geotecnica (www.dicea.unifi.it/geotecnica)

“DIFFUSIONE DELLE TENSIONI” 

Corso di Geotecnica
Ingegneria Edile, A.A. 2012/2013

Johann Facciorusso
johannf@dicea.unifi.it
http://www.dicea.unifi.it/~johannf/
Dr. Ing.  Johann Facciorusso Pressioni di contatto
Corso di Geotecnica per Ingegneria Edile
A.A. 2012/2013

PRESSIONI DI CONTATTO
Una fondazione superficiale trasmette al terreno il carico proveniente dalla 
struttura in elevazione.
Le pressioni mutue all’intradosso della fondazione sono dette pressioni di 
contatto.

Estradosso
Carico

Intradosso
Pressioni di contatto

La distribuzione delle pressioni di contatto dipende:
 dall’entità e distribuzione del carico all’estradosso della fondazione
 dalla rigidezza della struttura di fondazione
 dalla rigidezza del terreno di fondazione 
Ip. Si suppone che il carico trasmesso dalla fondazione abbia una
distribuzione uniforme e si studiano gli effetti della rigidezza della struttura
di fondazione e della rigidezza del terreno di appoggio sulla distribuzione
della pressione di contatto. 2/21
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FONDAZIONI FLESSIBILI

Se la fondazione è priva di rigidezza (non resistente a flessione), la distribuzione


delle pressioni di contatto è necessariamente eguale alla distribuzione del carico
applicato, e la sua deformata si adatta ai cedimenti del terreno di appoggio (es.
fondazione di rilevati).
p
I cedimenti del terreno dipendono dalla 
sua rigidezza :
 terreno con eguale rigidezza sotto
ogni punto della fondazione (argilla) p Wmin
il cedimento è massimo in mezzeria e p Wm ax
minimo al bordo (deformata con
concavità verso l’alto)
 terreno con rigidezza crescente con la
pressione di confinamento (sabbia)
il cedimento è minimo in mezzeria e Wm in
p Wm ax
massimo al bordo (deformata con
p
concavità verso il basso)
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FONDAZIONI RIGIDE
Se la fondazione ha rigidezza infinita (indeformabile e di infinita resistenza a
flessione), per effetto di un carico a risultante verticale centrata, subisce una
traslazione verticale rigida (cedimenti uniformi).
La distribuzione delle pressioni di p
contatto è simmetrica per equilibrio e
dipende dalla rigidezza del terreno di
appoggio. (es. plinti in calcestruzzo, alti e
poco armati).
 terreno di appoggio con eguale p
W
rigidezza sotto ogni punto della
fondazione (argilla), le pressioni di q min
contatto sono massime al bordo e q max
minime in mezzeria.
 terreno di appoggio con rigidezza
crescente con la pressione di p
W
confinamento (sabbia), le pressioni di
contatto sono massime al centro e minime q max
al bordo 4/21
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FONDAZIONI SEMI‐RIGIDE

Se la fondazione ha rigidezza finita, il suo comportamento è intermedio fra i due


sopradescritti (es. platee di fondazione). p

La deformata è curvilinea ma meno


pronunciata di quella della
fondazione priva di rigidezza, con
concavità verso l’alto (argilla) o verso p
il basso (sabbia) a seconda del tipo di Wmin W
max
ARGILLA
terreno di appoggio
q m ax q min

La distribuzione delle pressioni di


contatto è simmetrica per equilibrio e
dipende dalla rigidezza del terreno di
appoggio con un andamento analogo Wmin
p
al caso di fondazioni rigide. Wm ax
SABBIA q min
q max

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Se il carico proveniente dalla struttura in elevazione (e applicato all’estradosso


della struttura di fondazione) non è uniforme ma ha comunque risultante
verticale centrata, la distribuzione delle pressioni di contatto è:

 per fondazioni flessibili, eguale alla distribuzione del carico applicato

 per fondazioni di rigidezza infinita, eguale alla distribuzione per carico


uniforme di pari risultante

 per fondazioni di rigidezza finita, intermedia ai due casi precedenti

Per quantificare la distribuzione delle pressioni di contatto si utilizza spesso


il modello di Winkler

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CEDIMENTI NEL NEL TERRENO

La realizzazione di un’opera di ingegneria geotecnica produce un’alterazione


dello stato di tensione naturale nel terreno, e quindi deformazioni e cedimenti.

Per stimare i cedimenti è necessario conoscere:


a) La distribuzione delle pressioni indotte dal carico applicato
(pressioni di contatto)
b) lo stato tensionale iniziale nel sottosuolo
(tensioni geostatiche)
c) l’incremento delle tensioni prodotto dalla realizzazione dell’opera
(diffusione delle tensioni)
d) la relazione fra incrementi di tensione e incrementi di deformazione
(legge costitutiva).

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DIFFUSIONE DELLE TENSIONI NEL TERRENO
Ip. Semispazio omogeneo, isotropo, elastico lineare e senza peso

Le principali differenze tra il modello del continuo elastico lineare e i terreni 
reali, sono: 
 i depositi di terreno reale sono spesso stratificati, e ogni strato ha
differente rigidezza, e/o è presente un substrato roccioso (bedrock) di
rigidezza molto superiore a quella degli strati sovrastanti
 anche nel caso di terreno omogeneo, la rigidezza dei terreni reali non è
costante ma cresce con la profondità
 i terreni reali non sono isotropi (Ev/Eh, è di norma maggiore di uno per
terreni normalmente consolidati e debolmente sovraconsolidati, mentre
è minore di uno per terreni fortemente sovraconsolidati)
 l’ipotesi di elasticità lineare può essere accolta solo per argille
sovraconsolidate e sabbie addensate limitatamente a valori molto bassi
di tensione, ma non è accettabile per tutti gli altri casi

N.B. La non corrispondenza fra le ipotesi del modello e la realtà fisica, porta a 
risultati generalmente inaccettabili in termini di deformazioni calcolate, ma 
accettabili limitatamente alla stima delle tensioni verticali 8/21
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PROBLEMA DI BOUSSINESQ
IPOTESI: carico verticale concentrato applicato in superficie di un semispazio
ideale, continuo, omogeneo, isotropo, elastico lineare e privo di peso.
SOLUZIONE: la soluzione analitica, in termini di tensioni e deformazioni
indotte, fornita da Boussinesq (1885) costituisce il punto di partenza di tutte le
successive soluzioni a problemi più complessi (sempre adottando il modello
elastico lineare). P
Sistema di coordinate cilindriche
3  P z3 dove R2 = r2+z2 r
z   5 Indipendente da 
2 R

  
1  2     P   z 
R  
R
2R2 R  z 
 R
z
P  3  r 2  z 1  2     R 
r     
2R2  R3 R  z  

3 P z  r 2
r
 rz   5
2  R
z
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A.A. 2012/2013 z = z(z,r)
r = cost.
 z (kPa)
z = cost.
12
0 1 2 3 4 5
0 Z = 2m
Z = 5m
8 Z = 10m
5

z (kPa)
z (m)

4
10

r = 0m
15 r = 2m 0
r = 5m -10 -5 0 5 10

r (m)
20 Superfici di rivoluzione intorno all’asse z
(Volume = P) 
N.B. In corrispondenza dell’asse del carico (r = 0), z = + per z = 0 (p.c.), ma il
terreno non può sostenere una tensione infinita (il carico concentrato è
un’astrazione teorica) 10/21
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Passando dal caso teorico di mezzo ideale al caso di un terreno reale, pur
conservando l’ipotesi di mezzo omogeneo, isotropo, con piano di campagna
orizzontale e infinitamente esteso e con comportamento elastico lineare, ma
dotato di peso:
‐ le tensioni corrispondenti alla soluzione di Boussinesq rappresentano gli
incrementi di tensione totale indotti dal carico (z, r,  e rz) che devono
essere sommati alle tensioni litostatiche, per determinare lo stato tensionale
finale, ovvero (in coordinate cartesiane):

zf = v0 +z xf = h0 +x yf = h0 +y zx =  +zx zy =  +zy

Imp. ad es. per il calcolo dei cedimenti


‐ lo stato tensionale preesistente all’applicazione del carico (litostatico) è di tipo
assial‐simmetrico, mentre quello successivo all’applicazione del carico non lo è
più, per la comparsa di tensioni tangenziali (zx e zy) e per il fatto che le
tensioni orizzontali (x e y) siano differenti.

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SOLUZIONI DERIVATE DA BOUSSINESQ
Poiché, per l’ipotesi di elasticità lineare, è valido il principio di
sovrapposizione degli effetti, la soluzione di Boussinesq è stata integrata per
ottenere le soluzioni elastiche relative a differenti condizioni di carico
applicato in superficie.
0) Carico verticale q uniformemente distribuito e infinitamente esteso
(o comunque con una estensione molto più grande dello spessore dello strato
entro cui si valuta la diffusione)
per ragioni di simmetria e di equilibrio, l’effetto del carico si traduce in un
solo incremento della tensione verticale totale costante pari a q ed un
conseguente incremento della tensione orizzontale totale, mentre lo stato
rimane assial‐simmetrico:
B B >>H

z (z) = q per ogni z


q
vf (z) = v0(z) + q
H
hx = hy= hf =K0 ∙vf (in assenza di falda)
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1. Carico verticale distribuito su una linea retta 
P’

2  P' z 3
z  
 R4
x
2  P' z  x 2
x   4
 R Indipendenti da y
R
2  P' z
y    z
 R2 y
x
2  P' x  z 2 x
 xy   4 y
 R
dove P’ = carico per unità di lunghezza  z
dove:
y ≡ linea di carico
‐ R2 = x2+z2 z
‐ P’ = carico per unità di lunghezza 
‐ y ≡ linea di carico
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2. Pressione verticale uniforme su una striscia indefinita
B

   sen  cos  2  


q
z 

   sen  cos  2   
q
x 

2q Indipendenti da y
y  
 q
x

 sen  sen   2  
q
 xy 

y
dove: 
 e  sono espressi in radianti (<0 sotto la striscia) 
q = carico per unità di superficie
x
y ≡ striscia di carico di carico
z y
z 14/21
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3. Pressione verticale triangolare su una striscia indefinita B

q x 1 
z        sen 2 
 B 2 

q x z  R 12  1 
 x        ln 2    sen 2  
 2
  B B  R2  
q  z 
 xz   1  cos 2  2     q
2  B 
dove: x
‐  e  sono espressi 
in radianti (<0 sotto 
R
la striscia) 2

‐ q = valore massimo  R1

del carico per unità 

di superficie
‐ y ≡ striscia di  x
z
carico di carico y
z
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4. Pressione verticale trapezia su una striscia indefinita
La soluzione, sempre per il principio di sovrapposizione degli effetti, può 
essere espressa come somma delle soluzioni relative al caso (2) e al caso (3), 
oppure con riferimento alla sola tensione verticale totale e ungo l’asse del 
rilevato (x = 0):

2q  a  a ' 


 z  x 0         
a  a '   
a arctan a ' arctan
 
z  z 
dove q = valore massimo del carico 2a'
2 a’
per unità di superficie

xx
2a
2 a

N.B. Si tratta di un problema tipico che si


presenta ad esempio nel caso dei rilevati stradali
zz 16/21
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A.A. 2012/2013 2R
2 R

5. Pressione uniforme su una superficie circolare q
rr
La soluzione con riferimento alla sola
tensione verticale totale e lungo l’asse del
carico, è data da:
Per r <R
z Per r =R
  Per r >R
z
z /q
 
 1  0 0.25 0.5 0.75 1
 z  r 0   q  1  3
 0
   R 2  
 1   z   
      1

2
dove q = carico per unità di superficie

z/R
r/R=0
3
r/R=0,5

4 r/R=1
r/R=2
5
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6. Pressione uniforme su una superficie rettangolare q x

q   LB  LBz  1 1 
z   arctan     2  2  z
2     z R3  R3  R 1 R 2 
B x
q   LB  LBz 
x   arctan   2  L
2   z  R 3  R1  R 3 
Sotto lo spigolo
R2
R3
q   LB  LBz 
y   arctan   2  y R1
2   z  R 3  R2  R3 
x
q B B  z2  y
 zx    
2    R 2 R 12  R 3 
z
dove:

R 1  L2  z 2  0,5

R2  B 2
z 2 0,5 z

 L 
0 ,5N.B. Si tratta di un problema tipico che si
R3 2
 B2  z 2 presenta ad esempio nel caso delle fondazioni,
q = carico per unità di superficie in genere rettangolari
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In prima approssimazione si può ipotizzare


che la pressione uniforme q agente su un’area
rettangolare si diffonda a “tronco di piramide”
con pendenza degli spigoli (1:2), ovvero:
q LB
 z ( z) 
L  z   B  z  Impronta di carico

L
q

2
z
1

z/2

19/21
L+z
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In un qualsiasi punto a profondità z sotto o all’esterno dell’area caricata 
(principio di sovrapposizione degli effetti):
A B
1 2

M  zM ( ABCD )   zM ( AA'MC ')   zM ( A'BB 'M )   zM (B 'DD 'M )   zM (D 'CC 'M )


3 4

C D
A B B'

 zM ( ABCD)   zM ( AB'MC ')   zM ( BB'MD '')   zM ( CD 'MC ')   zM ( DD 'MD '')

C D D'

C' D'' M

N.B. Ricorrendo allo stesso criterio è possibile ricondurre la soluzione relativa ad


aree rettangolari ai casi più generali di aree irregolari.
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CEDIMENTI ELASTICI
L’equazione per il calcolo del cedimento elastico in corrispondenza dello
spigolo O dell’area flessibile di carico uniforme q, di forma rettangolare BxL
su un semispazio continuo, elastico lineare, omogeneo e isotropo, avente
modulo di Young E, e coefficiente di Poisson , è (posto  = L/B):

w
q  B 1 2 

  2
  1  1  2
 ln   1      ln


 E    
  
Per calcolare il cedimento elastico in qualunque punto della superficie, per
sovrapposizione degli effetti, si segue la stessa procedura descritta per il
calcolo delle tensioni verticali.

N.B. A differenza dei valori stimati per le tensioni verticali totali, i valori 
calcolati per i cedimenti nell’ipotesi di comportamento elastico lineare non 
sono attendibili

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