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Lezione 15: Le unioni bullonate

Unioni Bullonate

Le unioni bullonate permettono una rapida esecuzione in officina e semplificano assemblaggio dei pezzi in
cantiere (dove la saldatura presenta difficoltà specie in bassa temperatura o in quota.
La giunzione bullonata ha come componenti fondamentali:

a) Vite con testa (detta comunemente bullone) generalmente esagonale e con gambo completamente o
parzialmente filettato. Il diametro nominale dei bulloni per costruzioni di carpenteria civile è
abitualmente compreso tra i 12mm ed i 30mm
b) Dado, usualmente di forma esagonale
c) Rosetta, di forma per lo più circolare

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Unioni a Taglio

Nell’unione a taglio i piatti collegati risultano sollecitati mediante una forza agente nel piano di contatto dei piatti
stessi ed i bulloni sono sollecitati da una forza ortogonale all’asse del gambo.
Il comportamento è sostanzialmente diversa a seconda che i bulloni lavorino a taglio o ad attrito. Nel primo caso il
bullone è attivo quando la superficie laterale del gambo è a contatto con la superficie del foro, e pertanto quando
queste due comportamenti si sono reciprocamente adattate in campo plastico riprendendo il gioco foro-bullone.
Si ammette che la tensione tangenziale si ripartisca uniformemente e ne deriva uno
sforzo tangenziale medio su ciascun bullone (τ), distinta a seconda che la parte filettata sia o meno a contatto con
i piatti del giunto:

V
τ=
n fA res

τ= V
n fA

Unioni a Taglio

V è la forza di taglio sul bullone, nf il numero di sezioni resistenti, A è l’area nominale, Ares rappresenta l’area
resistente della parte filettata del gambo.

La crisi del bullone avviene per superamento della resistenza a taglio del suo gambo oppure per rottura della
lamiera.

Nel funzionamento ad attrito invece i bulloni vengono preventivamente serrati e permettono tra di loro le
piastre di acciaio. Il collegamento funziona in virtù dell’attrito e dello stato di presollecitazione fra le superfici e
contatto dei pezzi collegati indotto dal serraggio dei bulloni.

Il comportamento di una giunzione a taglio è diverso in relazione alla presenza o meno del serraggio e dipende
anche dal valore della copia torcente impressa all’unione.

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Unioni a Taglio

Se il bullone non è serrato (curva a ) lo scorrimento è praticamente proporzionale al carico fino a quando non
viene superato il limite elastico delle piastre collegate o del bullone stesso. Successivamente anche per i
piccoli incrementi del carico si hanno grandi spostamenti relativi e l’unione collassa in corrispondenza del
carico ultimo Vu.

Se il bullone è serrato inizialmente la trasmissione del carico avviene per attrito tra i piatti con scorrimento
nullo. Raggiunto il carico Vb (ossia il carico massimo
trasmissibile per attrito) si ha un brusco scorrimento (curva b) e la relazione V-∆L si raccorda sulla curva a. Al
crescere del grado di serraggio si ha la curva c (si aumenta il massimo carico raggiungibile per attrito).

Unioni a Taglio

Le giunzioni ad attrito sono indispensabili qualora eventuali scorrimenti possano compromettere il regime
statico deformativo della struttura (strutture iperstatiche, limitazioni delle frecce anelastiche nelle strutture
reticolari o nei controventi degli edifici multi-piano.) In questo caso è opportuno limitare i carichi sui bulloni
ad un valore inferiore a quello che i bulloni possono resistere in campo elastico.

Per unione ad attrito è possibile definire il carico di servizio Fv che dipende dall’ attrito tra le lamiere, dal
trattamento effettuato sulle sue superfici a contatto e dal grado di serraggio adottato. La forza massima
trasmissibile per attrito da ciascun bullone Flim da ciascun bullone pre-sollecitato da un azione assiale Ns è
espressa dalla

relazione:
n f µN
F Lim =
s

γf
In cui γf rappresenta un opportuno coefficiente di sicurezza nei confronti dello slittamento µ il
coefficiente di attrito e nf il numero di piano di contatto.

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Unioni a Taglio

La crisi di un unione a taglio può manifestarsi oltre che


nel bullone anche per altre cause che interessano i
dettagli del collegamento in particolare si può avere:

- Rotture per rifollamento della lamiera


- Rotture per trazione della lamiera
- Rotture per taglio della lamiera

La resistenza di progetto dell’unione è quella associata al meccanismo di rottura più debole. In aggiunta
alle verifiche sui bulloni devono quindi essere effettuate anche altra specifiche verifiche sulle componenti
collegate.

Il fenomeno del rifollamento della lamiera provoca un’ovalizzazione del foro


che può innescare la rottura a taglio della lamiera. Si ammette una
distribuzione convenzionale V
σ =
uniforme delle pressioni di contatto tra bullone e piatto σrif definita come: rif
t ⋅d

Unioni a Taglio

In cui V rappresenta l’azione di taglio, t lo spessore minimo delle lamiere collegate e il diametro del bullone.
Come resistenza di progetto nei confronti del rifollamento si considera quella del materiale costituente
l’unione nella sezione più debole amplificata in modo forfettario per tenere conto di incrementi rispetto al
caso mono-assiale principalmente imputabili a stati tensionali pluriassiali e plasticizzazioni locali.
La resistenza di progetto dell’unione è quella associata al meccanismo di rottura più debole. In aggiunta alle
verifiche sui bulloni devono quindi essere effettuate anche altra specifiche verifiche sulle componenti
collegate.
Per la verifica a trazione delle lamiera si ammette una distribuzione uniforme degli sforzi nella sezione
interessata. La tensione media σ è valutabile come:

F
σ = v
A
n

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Unioni a Taglio

In cui Fv rappresenta l’azione applicata alle membrature ed An l’area netta della sezione di lamiera
depurata dai fori.
Nel caso di più file di bulloni l’individuazione della sezione più debole può essere non immediata. Si utilizza
la regola empirica a favore di sicurezza di fare corrispondere la sezione più debole al minimo percorso
passante per uno o più fori, depurato dal diametro degli stessi. Per rendere minimo l’indebolimento delle
sezioni in corrispondenza dell’unione è possibile disporre un numero crescente di bulloni nelle file
successive.

Unioni a Taglio

Nel caso di giunzioni bullonate, l’azione tagliante F può avere eccentricità nel piano rispetto al
baricentro della bullonatura, ossia l’unione risulta sollecitata a taglio e torsione. Indicando come e la
distanza tra la retta di applicazione del carico ed il baricentro della bullonatura, lo stato di sollecitazione
può essere convenientemente ricondotto ad una azione tagliante agente nel baricentro della
bullonatura ed un’associata azione torcente pari a T=eFv

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Unioni a Taglio

Definito con n numero totale di bulloni e con nf il numero di piani di contatto interessati dal
meccanismo di trasferimento dei carichi su ognuno di questi nel caso in cui i bulloni non sono preserrati
agiscono i seguenti contributi:

-L’azione tagliante Fv ipotizzata ripartita in


eguale misura su ogni piano di contatto
del bullone prov oca in ogni sezione
resistente del bullone un’azione tagliante
V definita come:

Fv
V =
n ⋅n f

-L’azione torcente prov oca un’azione tagliante Ta i


V T ,i =
VT,i in ogni sezione resistente del bullone. In n

cui ai rappresenta la distanza tra il centro del n ⋅n f a 2


i
bullone ed il baricentro della bullonatura. i =1

Unioni a Taglio

L’azione global agente sulla generica sezione resistente è quindi data dalla composizione
v ettoriale dei contributi V e VT,i. Nel caso in cui ci sia una sola fila di bulloni i contributi V e VT,i sono tra
loro ortogonali e pertanto la risultate Vi può essere determinata come:

2 2
i = V +V
V T ,i

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Unioni a Trazione

L’unione è soggetta a trazione se le due piastre collegate mediante bulloni sono sollecitate da una forza
che agisce normalmente al piano di contatto. Nel caso l’unione sia non preserrata, l’azione assiale N viene
trasferita interamente mediante i bulloni. Nel caso di unione con un solo bullone, l’azione sull’unione
coincide con la forza sul bullone Nb e la curva a della figura riporta il carico applicato all’unione non serrata
in funzione dell’allungamento del gambo del bullone ∆L.

Unioni a Trazione

Invece se il bullone è preserrato e il valore di Ns rappresenta la forza di serraggio nel gambo questo è già
prima dell’applicazione del carico soggetto ad un allungamento
∆ Ls come conseguenza di serraggio. Al aumentare del carico esterno l’incremento
della forza di trazione nel gambo del bullone è minimo cosi come pure il suo allungamento in
quanto il carico applicato all’unione decrementa principalmente lo stato di compressione nelle piastre.
Quando il carico esterno raggiunge un valore di poco superiore alla forza di serraggio (generalmente si
considera un valore di 1,1Ns) i piatti si staccano e il carico viene assorbito integralmente dal bullone
(raccordo alla curva). La crisi viene raggiunta in corrispondenza del valore della capacità portante
dell’unione non serrata.

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Unioni a Taglio e a Trazione

Nel caso di azione combinata di trazione e taglio la determinazione degli sforzi negli bulloni avviene
come per i casi elementari già considerati e gli sforzi devono essere combinati attraverso le formule di
interazione per la verifica dell’unione. Può essere necessario considerare uno stato limite di servizio e
uno stato limite ultimo.
In presenza contemporanea di sforzi normali e di taglio si dev e tenere in conto un’adeguata
riduzione di resistenza.

Unioni a Taglio e a Trazione

E’ frequente il caso di unioni sottoposte ad azione di trazione eccentrica. In particolare, nel


caso di giunzioni bullonate, l’azione tagliante Fv può non essere contenuta nel piano dell’unione
oggetto di v erifica. Lo stato di sollecitazione sulle componenti può essere determinato in base a
semplici considerazioni legate ai concetti di equilibrio. L’esempio della giunzione riporta è realizzata
da due angolari a lati eguali bullonati all’anima di un profilo a T. Indicata con e l’eccentricità del
carico rispetto al piano della bullonatura si osserva che la bullonatura giacente sul piano A è
interessata da taglio e torsione mentre quella nel piano B è interessata da taglio e flessione.

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Unioni a Taglio e a Trazione

Lo stato tensionale del piano A può essere determinato seguendo i criteri proposti nel paragrafo
precedente per le unioni a taglio e torsione. Nel piano B la valutazione delle sollecitazioni (taglio e
flessione) può essere condotta in campo elastico ipotizzando la planarità della sezione ed
assumendo una distribuzione lineare delle deformazioni. In primo luogo è necessario
determinare la posizione dell’asse neutro. Indicando con x la distanza tra l’asse neutro e la
fibra con la massima
sollecitazione di compressione (σmax) e con yi la distanza tra il baricentro del i-esimo bullone di area Abi
ed il bordo inferiore della piastra, la condizione dell’annullamento del momento statico rispetto all’asse
neutro porta a:

n
1
2 Bx 2 =  Abi (y i
−x )
2 i =1

n n

Bx 2 +  Abi (x )− Abi (y i


)= 0
i =1 i =1

Unioni a Taglio e a Trazione

 n 2 
1  n  n
−  A +
  A 4 B  y i A bi
x = +bi 
bi
2 B  i =1   

i=1 i=1

Nel caso in cui risultino bulloni in zona compressa (ossia per alcuni bulloni si ha x > yi) è necessario
determinare di nuov o la posizione dell’asse neutro escludendo il loro contributo, la sommatoria
deve comprendere soltanto i bulloni tesi.
Determinata la corretta posizione dell’asse neutro, nel caso in cui i primi k bulloni siano nella
zona compressa e quindi v engono esclusi dal meccanismo di trasferimento delle forze, il
momento di inerzia della sezione reagente (bulloni tesi e parte della piastra compresse) viene
determinato come:

2 Bx 3 n

J = +  Abi (y i −x )2
3 i=k +1

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Unioni a Taglio e a Trazione

La massima tensione di compressione viene espressa come:

Mx
σ max =
J

La massima azione di trazione sul bullone è data da:

M ⋅A y( − x)
N max = bi max

J
Esistono approcci ulteriormente
semplificati che consentono di ottenere in modo
più immediato ed approssimato una stima della
massina forza di trazione sui bulloni. In
particolare è possibile ipotizzare l’asse
neutro in corrispondenza del bordo
inferiore della piastra (ossia x=0) e quindi si
ottiene:

Unioni a Taglio e a Trazione

M ⋅A y( )
N max = n
bi max

 Abj y
2
j
j=k +1

In alternative è possibile ipotizzare l’estensione della zona compressa


forfettariamente pari a 1/6 dell’altezza della piastra (x=H/6). In questo caso la massima
tensione di compressione vale:
H H
M M
σ max = 6 = 6
2
 H 
3
I BH n

+  Abi  y i − 
324 i=k + 1  6 

La massima azione di trazione sul bullone è data da:

 H 
M ⋅ A bi y  max

 6

N max =
2
BH 3 n
 H 
+  Abi y i − 
324  6 
i=k + 1

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Verifica delle unioni (NTC 2018)

In questa sezione di normativ a sono presentati metodi per calcolare le prestazioni resistenti e le
relative modalità e regole per la realizzazione dei vari tipi di unioni. Le tipologie d unioni analizzate sono
quelle realizzate tramite bulloni, chiodi, perni e saldature.
Le sollecitazioni agenti nei collegamenti allo stato limite ultimo e allo stato limite di esercizio si devono
v alutare. Le sollecitazioni possono essere distribuite con criteri elastici oppure plastici nei singoli
elementi costituenti i collegamenti strutturali tra le membrature a condizione che:

- Le azioni cosi ripartite fra gli elementi di unioni elementari del collegamento
siano in equilibrio con quelle applicate e soddisfino la condizione di resistenza imposta
per ognuno di essi;
- Le deformazioni deriv anti da tale distribuzione della sollecitazioni all’interno degli
elementi di unione non superino la loro capacità di deformazione.

Verifica delle unioni (NTC 2018)

Per il calcolo della resistenza a taglio delle viti e dei chiodi per il rifollamento delle piastre collegate e
per il precarico dei bulloni si adottano i fattori parziali nella seguente tabella:

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Le unioni realizzate con bulloni si distinguono in non precaricate e precaricate. Le unioni con i chiodi si
considerano sempre non precaricate e i chiodi devono essere preferibilmente impegnati a taglio. I perni
delle cerniere sono sollecitati a taglio e a flessione.
Unioni con bulloni e chiodi

Nei collegamenti con bulloni non precaricati gli assiemi Vite/Dado/Rondella devono essere conformi a
quanto specificato nel capitolo 11 (materiali e prodotti)

Nei collegamenti con bulloni precaricati gli assiemi Vite/Dado/Rondella devono essere conformi a
quanto specificato nel capitolo 11 (materiali e prodotti)

Nelle unioni con bulloni ad alta resistenza delle classi 8.8 e 10.9 precaricati con serraggio
controllato per giunzioni ad attrito le v iti i dadi e le rondelle devono essere forniti dal medesimo
produttore. Il momento di serraggio per tali unioni è pari a:

M = k ⋅ d ⋅ F = p,c
k⋅d⋅A⋅f res tbk

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Dove d è il diametro nominale della vite Ares è l’area resistente della vite e ftbk è la resistenza a rottura
del materiale della vite.

Il valore del fattore k è indicato sulle targhette delle confezioni dei bulloni oppure delle viti per la tre
classi funzionali specificate nella seguente Tabella.

Nel caso il momento di serraggio non sia riportato sulle targhette delle confezioni ma compaia il solo
fattore k secondo la classe funzionale si può fare riferimento alle seguenti tabelle che si riferiscono
rispettivamente alle viti di classe 8.8 e 10.9.

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Nelle tabelle sono riportati la dimensione della vite MXX, l’area resistente della vite Ares in mm2 la forza
di precarico Fp,c=0.7Aresftbk in KN ed i v alori del momento di serraggio M in Nm, corrispondenti a
differenti v alori del fattore k. Poiché il momento di serraggio è funzione lineare del fattore k la
interpolazione per le righe è immediata.

E’ consigliabile utilizzare per quanto possibile lotti di produzione bulloni omogenei.

Nel caso di carichi dinamici e/o vibrazione è opportuno predisporre sistemi anti svitamento reperibili in
norme di comprovata validità.

Nel caso di utilizzo di bulloneria con classe funzionale K1 o K2 tutti i bulloni non precaricati devono essere
adeguatamente serrati.

Il serraggio dei bulloni deve essere eseguito in accordo alla norma UNI EN 1090-2:2011

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Nei giunti con bulloni alta resistenza precaricati la resistenza ad attrito dipende dalla modalità di
preparazione delle superficie a contatto, dalla modalità di esecuzione e dal gioco foro bullone.
In via semplificativa la resistenza di progetto allo scorrimento di un bullone ad attrito si calcolerà
assumendo una forza di precarico pari a 70% della resistenza ultima a trazione del bullone. Il valore
della forza di precarico da assumere nelle unioni progettate ad attrito per lo stato limite di servizio
oppure per lo stato limite ultimo è pari a:

f tbk Ares
F p,Cd = 0.70
γM7

Dove Ares è l’area resistente della vite del bullone.

La posizione dei fori per le unioni bullonate o chiodate deve rispettare le limitazioni presentate nella
tabella che fa riferimento ai vari schemi di unione.

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

I fori devono avere diametro uguale a quello del bullone maggiorato al massimo di 1 mm, per bulloni
fino a 20mm di diametro e di 1,5mm per bulloni di diametro maggiore di 20mm. Si può
derogare da tali limiti quando eventuali assestamenti sotto i carichi di servizio non comportino il
superamento dei limiti di deformabilità o di servizio. Quando necessario è possibile adottare
accoppiamenti di precisione in cui il gioco foro-bullone non dovrà superare 0,3mm per bulloni
fino a 20mm di diametro e 0,50 mm per bulloni di diametro superiore o altri accorgimenti di
riconosciuta validità.

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Per fori asolati e maggiorati devono essere utilizzate le indicazioni riportate in UNI EN 1993 1-8

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni o chiodi soggette a taglio e/o a trazione


La resistenza di progetto a taglio dei bulloni e dei chiodi Fv,Rd per ogni piano di taglio che interessa il
gambo del elemento di connessione può essere assunta pari a

f tbk Ares
Fv,RD = 0.60 Bulloni classe 4.6, 5.6 e 8.8
γM2

f tbk Ares
Fv,RD = 0.50 Bulloni classe 6.8 e 10.9
γM2

f trk A 0
Fv,RD = 0.60 Per i chiodi
γM2

Ares indica l’area resistente della vite e si adotta quando il piano di taglio interessa la parte filettata
della vite.

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni o chiodi soggette a taglio e/o a trazione

Nel caso in cui il piano di taglio interessa il gambo non filettato della vite si ha

f tbk A
Fv,RD = 0.60 Bulloni tutte le classi di
γM2 resistenza

Dove A indica l’area nominale del gambo della vite e ftbk invece indica la resistenza a rottura del
materiale impiegato per realizzare il bullone. Con ftrk è indicata la resistenza caratteristica del
materiale utilizzato per i chiodi mentre A0 indica la sezione del foro.

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni o chiodi soggette a taglio e/o a trazione


La resistenza di progetto a rifollamento Fb,rd del piatto dell’unione bullonata o
chiodata può essere assunta pari a
k α f tkdt
Fb,RD =
γM
t è lo spessore della piastra collegata 2

d è il diametro del bullone, do è il diametro nominale del foro di alloggiamento del


bullone
ftk è la resistenza caratteristica a rottura del materiale della piastra collegata

 e f 
α = min  1
; tbk
;1  Per bulloni di bordo in direzione del carico applicato
 3d 0 fk 
 
p f
α = min  1 − 0.25; tbk ;1  Per bulloni interni in direzione del carico applicato
 3d
 0
fk 
e2  Per bulloni di bordo nella direzione perpendicolare al
k = min 2.8 − 1.7; 2.5  carico applicato
 d0  Per bulloni interni nella direzione perpendicolare al
 p2  carico applicato
k = min 1.4 − 1.7; 2.5 
 d0 

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni o chiodi soggette a taglio e/o a trazione

La resistenza di progetto a trazione degli elementi di connessione Ft,Rd può essere


assunta pari a:
f tbk Ares
= Ft ,RD 0.90 Per i bulloni
γM2

f trk Ares
Ft ,RD = 0.60 Per i chiodi
γM2
Inoltre. Nell unioni bullonate soggette a trazione è necessario verificare la piastra a punzonamento ;
ciò non è richiesto per le unioni chiodate. La resistenza di progetto a punzonamento del piatto
collegato è pari a:

dm è il minimo tra il diametro del dado e il diametro


0.60 π d mt p f tk medio della testa del bullone tp è lo spessore del piatto
B p,RD = e ftk è la tensione di rottura dell’acciaio del piatto
γM2

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni con bulloni o chiodi soggette a taglio e/o a trazione


La resistenza di progetto complessiva della singola unione a taglio è data da min (Fv,Rd, Ft,Rd) mentre
la resistenza a progetto della singola unione a trazione è ottenuta come min (Bp,RD, Ft,Rd)
Nel caso di presenza combinata di trazione e taglio si può adottare la formula di interazione lineare:

F v,Ed F t ,Ed
+ ≤1
F v,Rd 1.4 Ft ,Rd

Con la limitazione Ft,Ed/Ft,Rd <=1 dove con Fv,Ed e Ft,ED si sono indicate rispettivamente le sollecitazioni di
taglio e di trazione agenti sull’unione; per brevità, le resistenze a taglio ed a trazione dell’unione sono
state indicate con Fv,Rd ed Ft,Rd.

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni a taglio per attrito con bulloni ad alta resistenza


La resistenza di progetto allo scorrimento Fs,Rd di un bullone di classe 8.8 o 10.9 precaricato può
essere assunta pari a:

n µF
F s,Rd =
p,Cd

γM
3

N è il numero di superfici di attrito

µ è il coefficiente di attrito

Fp,Cd è la forza del precarico del bullone data dall’espressione Fp,cd=0.7ftbkAres/γM7 che in caso di serraggio
controllato può essere assunta pari a 0.7ftbkAres .

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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni a taglio per attrito con bulloni ad alta resistenza


Il coefficiente di attrito tra le piastre m a contatto nelle unioni precaricate è in genere assunto pari
a:

µ = 0.50 Superfici sabbiate meccanicamente o a graniglia esenti da incrostazioni


di ruggine e da vaiolature
Superfici sabbiate meccanicamente o a graniglia verniciate a
µ = 0.40 spruzzo con prodotti a base di alluminio o di zinco
Superfici sabbiate meccanicamente o a graniglia verniciate
con silicato di zinco alcalino applicando uno spessore dello strato di
50-80 µm

µ= 0.30 Superfici pulite mediante spazzolatura o alla fiamma


esenti da incrostazioni di ruggine

µ= 0.20 Superfici non trattate

Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici

Unioni a taglio per attrito con bulloni ad alta resistenza


Nel caso di un collegamento ad attrito con bulloni ad alta resistenza precaricati sia soggetto a
trazione Ft,Ed (allo stato limite ultimo) la resistenza di progetto allo scorrimento Fs,Rd si riduce
rispetto al valore sopra indicato e può essere assunta pari a:

n µ(F − 0.8 Ft ,Ed )


F s,Rd =
p,Cd

γM
3

Nel caso di verifica allo scorrimento nello stato limite di esercizio in modo analogo si può assumere:

n µ(F − 0.8 F )
F s,Rd =
p,Cd t ,Ed ,eserc

γM
3

D ove Ft,Ed,eserc è la sollecitazione del progetto ottenuta dalla combinazione dei carichi per le
verifiche in esercizio.

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Applicazione 1

Verifica a taglio di una unione bullonata. Si verifichi in accordo alla NTC2018 l’unione indicata in
figura. Il carico assiale del progetto allo stato limite ultimo Nsd è di 140 KN. Si precisa che:

• I bulloni di diametro 16 mm sono di classe 8.8 non preserrati e la loro sezioen resistente è quella
filettata
• I fori hanno diametro di 18 mm
• I piatti di collegamento hanno larghezza pari a 150mm e spessore di 5 mm e sono in acciaio S235.

Applicazione 1

20
Applicazione 1

Applicazione 1

21
Applicazione 2

Capacità portante di un unione a taglio con bulloni preserrati. Si determini la capacità portante
a taglio in accordo con NTC 2018 dell’unione indicata nella figura. La unione è ad attrito resistente allo
stato limite ultimo. Si precisa:

• I bulloni, di diametro 20mm sono di classe 10.9 preserrati;


• I fori hanno diametro 22mm;
• Gli elementi collegati e le piastre di collegamento sono in acciaio S235;
• Le superficie di contatto tra i piatti e gli elementi sono state sabbiate meccanicamente e
sono esenti da incrostazioni di ruggine e da vaiolature.

Applicazione 2

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Applicazione 2

Applicazione 2

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