Unioni Bullonate
Le unioni bullonate permettono una rapida esecuzione in officina e semplificano assemblaggio dei pezzi in
cantiere (dove la saldatura presenta difficoltà specie in bassa temperatura o in quota.
La giunzione bullonata ha come componenti fondamentali:
a) Vite con testa (detta comunemente bullone) generalmente esagonale e con gambo completamente o
parzialmente filettato. Il diametro nominale dei bulloni per costruzioni di carpenteria civile è
abitualmente compreso tra i 12mm ed i 30mm
b) Dado, usualmente di forma esagonale
c) Rosetta, di forma per lo più circolare
1
Unioni a Taglio
Nell’unione a taglio i piatti collegati risultano sollecitati mediante una forza agente nel piano di contatto dei piatti
stessi ed i bulloni sono sollecitati da una forza ortogonale all’asse del gambo.
Il comportamento è sostanzialmente diversa a seconda che i bulloni lavorino a taglio o ad attrito. Nel primo caso il
bullone è attivo quando la superficie laterale del gambo è a contatto con la superficie del foro, e pertanto quando
queste due comportamenti si sono reciprocamente adattate in campo plastico riprendendo il gioco foro-bullone.
Si ammette che la tensione tangenziale si ripartisca uniformemente e ne deriva uno
sforzo tangenziale medio su ciascun bullone (τ), distinta a seconda che la parte filettata sia o meno a contatto con
i piatti del giunto:
V
τ=
n fA res
τ= V
n fA
Unioni a Taglio
V è la forza di taglio sul bullone, nf il numero di sezioni resistenti, A è l’area nominale, Ares rappresenta l’area
resistente della parte filettata del gambo.
La crisi del bullone avviene per superamento della resistenza a taglio del suo gambo oppure per rottura della
lamiera.
Nel funzionamento ad attrito invece i bulloni vengono preventivamente serrati e permettono tra di loro le
piastre di acciaio. Il collegamento funziona in virtù dell’attrito e dello stato di presollecitazione fra le superfici e
contatto dei pezzi collegati indotto dal serraggio dei bulloni.
Il comportamento di una giunzione a taglio è diverso in relazione alla presenza o meno del serraggio e dipende
anche dal valore della copia torcente impressa all’unione.
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Unioni a Taglio
Se il bullone non è serrato (curva a ) lo scorrimento è praticamente proporzionale al carico fino a quando non
viene superato il limite elastico delle piastre collegate o del bullone stesso. Successivamente anche per i
piccoli incrementi del carico si hanno grandi spostamenti relativi e l’unione collassa in corrispondenza del
carico ultimo Vu.
Se il bullone è serrato inizialmente la trasmissione del carico avviene per attrito tra i piatti con scorrimento
nullo. Raggiunto il carico Vb (ossia il carico massimo
trasmissibile per attrito) si ha un brusco scorrimento (curva b) e la relazione V-∆L si raccorda sulla curva a. Al
crescere del grado di serraggio si ha la curva c (si aumenta il massimo carico raggiungibile per attrito).
Unioni a Taglio
Le giunzioni ad attrito sono indispensabili qualora eventuali scorrimenti possano compromettere il regime
statico deformativo della struttura (strutture iperstatiche, limitazioni delle frecce anelastiche nelle strutture
reticolari o nei controventi degli edifici multi-piano.) In questo caso è opportuno limitare i carichi sui bulloni
ad un valore inferiore a quello che i bulloni possono resistere in campo elastico.
Per unione ad attrito è possibile definire il carico di servizio Fv che dipende dall’ attrito tra le lamiere, dal
trattamento effettuato sulle sue superfici a contatto e dal grado di serraggio adottato. La forza massima
trasmissibile per attrito da ciascun bullone Flim da ciascun bullone pre-sollecitato da un azione assiale Ns è
espressa dalla
relazione:
n f µN
F Lim =
s
γf
In cui γf rappresenta un opportuno coefficiente di sicurezza nei confronti dello slittamento µ il
coefficiente di attrito e nf il numero di piano di contatto.
3
Unioni a Taglio
La resistenza di progetto dell’unione è quella associata al meccanismo di rottura più debole. In aggiunta
alle verifiche sui bulloni devono quindi essere effettuate anche altra specifiche verifiche sulle componenti
collegate.
Unioni a Taglio
In cui V rappresenta l’azione di taglio, t lo spessore minimo delle lamiere collegate e il diametro del bullone.
Come resistenza di progetto nei confronti del rifollamento si considera quella del materiale costituente
l’unione nella sezione più debole amplificata in modo forfettario per tenere conto di incrementi rispetto al
caso mono-assiale principalmente imputabili a stati tensionali pluriassiali e plasticizzazioni locali.
La resistenza di progetto dell’unione è quella associata al meccanismo di rottura più debole. In aggiunta alle
verifiche sui bulloni devono quindi essere effettuate anche altra specifiche verifiche sulle componenti
collegate.
Per la verifica a trazione delle lamiera si ammette una distribuzione uniforme degli sforzi nella sezione
interessata. La tensione media σ è valutabile come:
F
σ = v
A
n
4
Unioni a Taglio
In cui Fv rappresenta l’azione applicata alle membrature ed An l’area netta della sezione di lamiera
depurata dai fori.
Nel caso di più file di bulloni l’individuazione della sezione più debole può essere non immediata. Si utilizza
la regola empirica a favore di sicurezza di fare corrispondere la sezione più debole al minimo percorso
passante per uno o più fori, depurato dal diametro degli stessi. Per rendere minimo l’indebolimento delle
sezioni in corrispondenza dell’unione è possibile disporre un numero crescente di bulloni nelle file
successive.
Unioni a Taglio
Nel caso di giunzioni bullonate, l’azione tagliante F può avere eccentricità nel piano rispetto al
baricentro della bullonatura, ossia l’unione risulta sollecitata a taglio e torsione. Indicando come e la
distanza tra la retta di applicazione del carico ed il baricentro della bullonatura, lo stato di sollecitazione
può essere convenientemente ricondotto ad una azione tagliante agente nel baricentro della
bullonatura ed un’associata azione torcente pari a T=eFv
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Unioni a Taglio
Definito con n numero totale di bulloni e con nf il numero di piani di contatto interessati dal
meccanismo di trasferimento dei carichi su ognuno di questi nel caso in cui i bulloni non sono preserrati
agiscono i seguenti contributi:
Fv
V =
n ⋅n f
Unioni a Taglio
L’azione global agente sulla generica sezione resistente è quindi data dalla composizione
v ettoriale dei contributi V e VT,i. Nel caso in cui ci sia una sola fila di bulloni i contributi V e VT,i sono tra
loro ortogonali e pertanto la risultate Vi può essere determinata come:
2 2
i = V +V
V T ,i
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Unioni a Trazione
L’unione è soggetta a trazione se le due piastre collegate mediante bulloni sono sollecitate da una forza
che agisce normalmente al piano di contatto. Nel caso l’unione sia non preserrata, l’azione assiale N viene
trasferita interamente mediante i bulloni. Nel caso di unione con un solo bullone, l’azione sull’unione
coincide con la forza sul bullone Nb e la curva a della figura riporta il carico applicato all’unione non serrata
in funzione dell’allungamento del gambo del bullone ∆L.
Unioni a Trazione
Invece se il bullone è preserrato e il valore di Ns rappresenta la forza di serraggio nel gambo questo è già
prima dell’applicazione del carico soggetto ad un allungamento
∆ Ls come conseguenza di serraggio. Al aumentare del carico esterno l’incremento
della forza di trazione nel gambo del bullone è minimo cosi come pure il suo allungamento in
quanto il carico applicato all’unione decrementa principalmente lo stato di compressione nelle piastre.
Quando il carico esterno raggiunge un valore di poco superiore alla forza di serraggio (generalmente si
considera un valore di 1,1Ns) i piatti si staccano e il carico viene assorbito integralmente dal bullone
(raccordo alla curva). La crisi viene raggiunta in corrispondenza del valore della capacità portante
dell’unione non serrata.
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Unioni a Taglio e a Trazione
Nel caso di azione combinata di trazione e taglio la determinazione degli sforzi negli bulloni avviene
come per i casi elementari già considerati e gli sforzi devono essere combinati attraverso le formule di
interazione per la verifica dell’unione. Può essere necessario considerare uno stato limite di servizio e
uno stato limite ultimo.
In presenza contemporanea di sforzi normali e di taglio si dev e tenere in conto un’adeguata
riduzione di resistenza.
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Unioni a Taglio e a Trazione
Lo stato tensionale del piano A può essere determinato seguendo i criteri proposti nel paragrafo
precedente per le unioni a taglio e torsione. Nel piano B la valutazione delle sollecitazioni (taglio e
flessione) può essere condotta in campo elastico ipotizzando la planarità della sezione ed
assumendo una distribuzione lineare delle deformazioni. In primo luogo è necessario
determinare la posizione dell’asse neutro. Indicando con x la distanza tra l’asse neutro e la
fibra con la massima
sollecitazione di compressione (σmax) e con yi la distanza tra il baricentro del i-esimo bullone di area Abi
ed il bordo inferiore della piastra, la condizione dell’annullamento del momento statico rispetto all’asse
neutro porta a:
n
1
2 Bx 2 = Abi (y i
−x )
2 i =1
n n
n 2
1 n n
− A +
A 4 B y i A bi
x = +bi
bi
2 B i =1
i=1 i=1
Nel caso in cui risultino bulloni in zona compressa (ossia per alcuni bulloni si ha x > yi) è necessario
determinare di nuov o la posizione dell’asse neutro escludendo il loro contributo, la sommatoria
deve comprendere soltanto i bulloni tesi.
Determinata la corretta posizione dell’asse neutro, nel caso in cui i primi k bulloni siano nella
zona compressa e quindi v engono esclusi dal meccanismo di trasferimento delle forze, il
momento di inerzia della sezione reagente (bulloni tesi e parte della piastra compresse) viene
determinato come:
2 Bx 3 n
J = + Abi (y i −x )2
3 i=k +1
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Unioni a Taglio e a Trazione
Mx
σ max =
J
M ⋅A y( − x)
N max = bi max
J
Esistono approcci ulteriormente
semplificati che consentono di ottenere in modo
più immediato ed approssimato una stima della
massina forza di trazione sui bulloni. In
particolare è possibile ipotizzare l’asse
neutro in corrispondenza del bordo
inferiore della piastra (ossia x=0) e quindi si
ottiene:
M ⋅A y( )
N max = n
bi max
Abj y
2
j
j=k +1
+ Abi y i −
324 i=k + 1 6
H
M ⋅ A bi y max
−
6
N max =
2
BH 3 n
H
+ Abi y i −
324 6
i=k + 1
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Verifica delle unioni (NTC 2018)
In questa sezione di normativ a sono presentati metodi per calcolare le prestazioni resistenti e le
relative modalità e regole per la realizzazione dei vari tipi di unioni. Le tipologie d unioni analizzate sono
quelle realizzate tramite bulloni, chiodi, perni e saldature.
Le sollecitazioni agenti nei collegamenti allo stato limite ultimo e allo stato limite di esercizio si devono
v alutare. Le sollecitazioni possono essere distribuite con criteri elastici oppure plastici nei singoli
elementi costituenti i collegamenti strutturali tra le membrature a condizione che:
- Le azioni cosi ripartite fra gli elementi di unioni elementari del collegamento
siano in equilibrio con quelle applicate e soddisfino la condizione di resistenza imposta
per ognuno di essi;
- Le deformazioni deriv anti da tale distribuzione della sollecitazioni all’interno degli
elementi di unione non superino la loro capacità di deformazione.
Per il calcolo della resistenza a taglio delle viti e dei chiodi per il rifollamento delle piastre collegate e
per il precarico dei bulloni si adottano i fattori parziali nella seguente tabella:
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
Le unioni realizzate con bulloni si distinguono in non precaricate e precaricate. Le unioni con i chiodi si
considerano sempre non precaricate e i chiodi devono essere preferibilmente impegnati a taglio. I perni
delle cerniere sono sollecitati a taglio e a flessione.
Unioni con bulloni e chiodi
Nei collegamenti con bulloni non precaricati gli assiemi Vite/Dado/Rondella devono essere conformi a
quanto specificato nel capitolo 11 (materiali e prodotti)
Nei collegamenti con bulloni precaricati gli assiemi Vite/Dado/Rondella devono essere conformi a
quanto specificato nel capitolo 11 (materiali e prodotti)
Nelle unioni con bulloni ad alta resistenza delle classi 8.8 e 10.9 precaricati con serraggio
controllato per giunzioni ad attrito le v iti i dadi e le rondelle devono essere forniti dal medesimo
produttore. Il momento di serraggio per tali unioni è pari a:
M = k ⋅ d ⋅ F = p,c
k⋅d⋅A⋅f res tbk
Dove d è il diametro nominale della vite Ares è l’area resistente della vite e ftbk è la resistenza a rottura
del materiale della vite.
Il valore del fattore k è indicato sulle targhette delle confezioni dei bulloni oppure delle viti per la tre
classi funzionali specificate nella seguente Tabella.
Nel caso il momento di serraggio non sia riportato sulle targhette delle confezioni ma compaia il solo
fattore k secondo la classe funzionale si può fare riferimento alle seguenti tabelle che si riferiscono
rispettivamente alle viti di classe 8.8 e 10.9.
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
Nelle tabelle sono riportati la dimensione della vite MXX, l’area resistente della vite Ares in mm2 la forza
di precarico Fp,c=0.7Aresftbk in KN ed i v alori del momento di serraggio M in Nm, corrispondenti a
differenti v alori del fattore k. Poiché il momento di serraggio è funzione lineare del fattore k la
interpolazione per le righe è immediata.
Nel caso di carichi dinamici e/o vibrazione è opportuno predisporre sistemi anti svitamento reperibili in
norme di comprovata validità.
Nel caso di utilizzo di bulloneria con classe funzionale K1 o K2 tutti i bulloni non precaricati devono essere
adeguatamente serrati.
Il serraggio dei bulloni deve essere eseguito in accordo alla norma UNI EN 1090-2:2011
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
Nei giunti con bulloni alta resistenza precaricati la resistenza ad attrito dipende dalla modalità di
preparazione delle superficie a contatto, dalla modalità di esecuzione e dal gioco foro bullone.
In via semplificativa la resistenza di progetto allo scorrimento di un bullone ad attrito si calcolerà
assumendo una forza di precarico pari a 70% della resistenza ultima a trazione del bullone. Il valore
della forza di precarico da assumere nelle unioni progettate ad attrito per lo stato limite di servizio
oppure per lo stato limite ultimo è pari a:
f tbk Ares
F p,Cd = 0.70
γM7
La posizione dei fori per le unioni bullonate o chiodate deve rispettare le limitazioni presentate nella
tabella che fa riferimento ai vari schemi di unione.
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
I fori devono avere diametro uguale a quello del bullone maggiorato al massimo di 1 mm, per bulloni
fino a 20mm di diametro e di 1,5mm per bulloni di diametro maggiore di 20mm. Si può
derogare da tali limiti quando eventuali assestamenti sotto i carichi di servizio non comportino il
superamento dei limiti di deformabilità o di servizio. Quando necessario è possibile adottare
accoppiamenti di precisione in cui il gioco foro-bullone non dovrà superare 0,3mm per bulloni
fino a 20mm di diametro e 0,50 mm per bulloni di diametro superiore o altri accorgimenti di
riconosciuta validità.
Per fori asolati e maggiorati devono essere utilizzate le indicazioni riportate in UNI EN 1993 1-8
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
f tbk Ares
Fv,RD = 0.60 Bulloni classe 4.6, 5.6 e 8.8
γM2
f tbk Ares
Fv,RD = 0.50 Bulloni classe 6.8 e 10.9
γM2
f trk A 0
Fv,RD = 0.60 Per i chiodi
γM2
Ares indica l’area resistente della vite e si adotta quando il piano di taglio interessa la parte filettata
della vite.
Nel caso in cui il piano di taglio interessa il gambo non filettato della vite si ha
f tbk A
Fv,RD = 0.60 Bulloni tutte le classi di
γM2 resistenza
Dove A indica l’area nominale del gambo della vite e ftbk invece indica la resistenza a rottura del
materiale impiegato per realizzare il bullone. Con ftrk è indicata la resistenza caratteristica del
materiale utilizzato per i chiodi mentre A0 indica la sezione del foro.
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
e f
α = min 1
; tbk
;1 Per bulloni di bordo in direzione del carico applicato
3d 0 fk
p f
α = min 1 − 0.25; tbk ;1 Per bulloni interni in direzione del carico applicato
3d
0
fk
e2 Per bulloni di bordo nella direzione perpendicolare al
k = min 2.8 − 1.7; 2.5 carico applicato
d0 Per bulloni interni nella direzione perpendicolare al
p2 carico applicato
k = min 1.4 − 1.7; 2.5
d0
f trk Ares
Ft ,RD = 0.60 Per i chiodi
γM2
Inoltre. Nell unioni bullonate soggette a trazione è necessario verificare la piastra a punzonamento ;
ciò non è richiesto per le unioni chiodate. La resistenza di progetto a punzonamento del piatto
collegato è pari a:
17
Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
F v,Ed F t ,Ed
+ ≤1
F v,Rd 1.4 Ft ,Rd
Con la limitazione Ft,Ed/Ft,Rd <=1 dove con Fv,Ed e Ft,ED si sono indicate rispettivamente le sollecitazioni di
taglio e di trazione agenti sull’unione; per brevità, le resistenze a taglio ed a trazione dell’unione sono
state indicate con Fv,Rd ed Ft,Rd.
n µF
F s,Rd =
p,Cd
γM
3
µ è il coefficiente di attrito
Fp,Cd è la forza del precarico del bullone data dall’espressione Fp,cd=0.7ftbkAres/γM7 che in caso di serraggio
controllato può essere assunta pari a 0.7ftbkAres .
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Unioni con bulloni e chiodi e perni soggetti a carichi statici
γM
3
Nel caso di verifica allo scorrimento nello stato limite di esercizio in modo analogo si può assumere:
n µ(F − 0.8 F )
F s,Rd =
p,Cd t ,Ed ,eserc
γM
3
D ove Ft,Ed,eserc è la sollecitazione del progetto ottenuta dalla combinazione dei carichi per le
verifiche in esercizio.
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Applicazione 1
Verifica a taglio di una unione bullonata. Si verifichi in accordo alla NTC2018 l’unione indicata in
figura. Il carico assiale del progetto allo stato limite ultimo Nsd è di 140 KN. Si precisa che:
• I bulloni di diametro 16 mm sono di classe 8.8 non preserrati e la loro sezioen resistente è quella
filettata
• I fori hanno diametro di 18 mm
• I piatti di collegamento hanno larghezza pari a 150mm e spessore di 5 mm e sono in acciaio S235.
Applicazione 1
20
Applicazione 1
Applicazione 1
21
Applicazione 2
Capacità portante di un unione a taglio con bulloni preserrati. Si determini la capacità portante
a taglio in accordo con NTC 2018 dell’unione indicata nella figura. La unione è ad attrito resistente allo
stato limite ultimo. Si precisa:
Applicazione 2
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Applicazione 2
Applicazione 2
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