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ANALISI DINAMICHE
CON IL GTStrdl
1. INTRODUZIONE ........................................................................................................................4
2.1. GEOMETRIA.........................................................................................................................5
2.2. CONDIZIONI DI CARICO ...................................................................................................6
2.3. EQUAZIONI RISOLVENTI..................................................................................................6
2.4. FATTORI DI PARTECIPAZIONE .....................................................................................14
2.5. MASSA PARTECIPANTE..................................................................................................17
2.6. COMPOSIZIONE DEI MODI .............................................................................................19
2.7. FORZE NODALI .................................................................................................................21
3. MODELLO NUMERICO..........................................................................................................25
3.1. GEOMETRIA.......................................................................................................................25
3.2. CALCOLO DEGLI AUTOVALORI ...................................................................................28
3.3. SOLLECITAZIONE ARMONICA......................................................................................29
3.4. COMPOSIZIONE DEI MODI .............................................................................................30
3.5. FORZE NODALI .................................................................................................................31
3.6. EQUILIBRIO PSEUDO-STATICO.....................................................................................32
4. CONFRONTI..............................................................................................................................34
6. SISTEMA SMORZATO............................................................................................................54
9. BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................97
Nella presente relazione si vogliono chiarire, limitatamente alla analisi dinamiche armoniche,
le modalità con cui il programma di calcolo GTStrudl elabora i dati di input e, sulla base di
queste considerazioni, dare un’interpretazione critica dei risultati delle analisi numeriche
effettuate dal calcolatore.
Oggetto della trattazione sono le analisi dinamiche di un sistema a due gradi di libertà: un
semplice telaio a forma di portale.
Il fine ultimo dei confronti fra i due risultati è quello di poter estendere con certezza la validità
delle analisi numeriche realizzate dal GTStrudl ed utilizzare questo programma per studiare il
comportamento dinamico di strutture molto più complesse.
2.1. GEOMETRIA
Il telaio è formato da tre aste incastrate fra loro e incastrate a terra considerate prive di peso.
A 2/3 dell’architrave si trova una massa concentrata (m =3 kg) con due gradi di libertà:
η1 , η 2 .
Non si considera in questa prima fase l’effetto della forza peso e della deformata statica ma
si vuole solo determinare l’ampiezza massima di vibrazione dovuta alle forzanti armoniche.
Sfruttando l’ipotesi di piccoli spostamenti e di sovrapponibilità degli effetti, si può dire che
l’ampiezza massima di vibrazione è uguale a quella che si avrebbe attorno alla posizione
d’equilibrio statico considerando la struttura in un piano verticale e soggetta all’accelerazione
di gravità.
Per risolvere il telaio si utilizza il metodo misto. Si riportano qui di seguito le equazioni
utilizzate.
x y z k h l m n η1 η2
-
0.3 0.2 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 x 0.0 1.0
-
0.2 0.3 0.2 0.1 0.0 0.0 0.0 0.0 y 1.5 1.0
0.0 0.0 0.1 0.2 0.1 0.1 0.0 0.0 z 4.5 0.0
= - -
0.0 0.0 0.0 0.0 0.1 0.1 0.3 0.2 k 3.0 1.0
0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.2 0.3 h 0.0 1.0
0.0 -1.0 1.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 l 0.0 0.0
0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 1.0 -1.0 0.0 m 0.0 0.0
0.0 0.0 0.0 1.0 -1.0 0.0 0.0 0.0 n 0.0 0.0
x 3.68 η1 - 4.64 η2
y -7.36 η1 + 3.27 η2
z -7.36 η1 + 3.27 η2
k 17.80 η1 - 0.41 η2
h 17.80 η1 - 0.41 η2
l -11.05 η1 - 4.09 η2
m -11.05 η1 - 4.09 η2
n 5.52 η1 + 5.05 η2
Dunque, una volta noti gli spostamenti è possibile determinare anche le iperstatiche e
risolvere il telaio.
Per conoscere l’andamento degli spostamenti in funzione del tempo, o quanto meno il loro
valore massimo è necessario scrivere in funzione di η1 ed η 2 le due funzioni di equilibrio
dinamico delle masse ed integrarle.
Per risolvere il problema dinamico è in primo luogo necessario determinare gli autovalori del
sistema ed i suoi modi intrinseci di vibrare (autovettori).
η1 η2
[k ] =124.3 5.5
5.5 17.0
ϖ 12 = 5.587
ϖ = 2
2 41.51
5
[[k ] − ω [m ] ] {ν
i
2
i }= 0
[ν ] = 1 1
-19.46 0.05
E la sua trasposta:
[ν ]T = 1 -19.46
0.051
1 4
{&y&(t )} + [ϖ 2 ]d {y (t )} = [M ]−d1 [ν ]T [X ]d {F (t )}
⎧cos(θ ) ⎫ ⎡ F1 ⎤ ⎡2 0⎤
Dove {F (t )} = ⎨ [ ]
⎬ , X è la matrice delle ampiezze delle forzanti X = ⎢ ⎥ = ⎢ ⎥; [ ]
⎩sen(θ ) ⎭ ⎣ F2 ⎦ ⎣0 0⎦
[M ]d = [ν ]T [m]d [ν ] ; mentre [ϖ ]2
d e [ν ] sono rispettivamente la matrice degli autovalori e
T
Numericamente si ottiene:
+0.00
[M ]−d1 [ν ]T [X ]d {F (t )} = 2
cos(ϑt ) +0.000sen (ϑt )
+0.66 cos(ϑt ) sen (ϑt )
+0.000
5
Dove
⎡ 1 ⎤
⎢ϖ 2 − ϑ 2 ⎥ [M ]−1
d [
ν ]T
[ X ]
{ F (t )} =
⎧− 1.78 e −8 cos(ϑt )⎫
⎨− 6.75 e −6 cos(ϑt ) ⎬
⎣ ⎦d ⎩ ⎭
{B} = − ⎡⎢ 1 ⎤
2 ⎥
[M ]−1 [ν ]T [X ]{F (0)}
⎣ϖ − ϑ ⎦ d
2
Ovvero numericamente:
A1= 0
A2= 0
B1 = 1.78E-08
B2 = 6.7E-06
{η (t )} = [ν ]{y(t )}
e quindi all’andamento nel tempo delle incognite iperstatiche (funzione solo degli
spostamenti η1 ed η 2 ).
0.000015
0.00001
0.000005
η1
0
η2
0 5 10 15 20 25 30
-0.000005
-0.00001
-0.000015
0.0002
0.0001
X
0 N
0 5 10 15 20 25 30 H
-0.0001
-0.0002
-0.0003
Teoricamente il valore massimo delle ampiezze di vibrazione delle coordinate principali viene
raggiunto quando cos(ϖt ) − cos(θt ) assume il valore 2 (o -2).
Tuttavia, è altamente probabile che la funzione cos(ϖt ) − cos(θt ) non raggiunga mai tale
valore.
Infatti, solo per alcuni limitati valori di ω e di θ i due coseni possono raggiungere
contemporaneamente il valore di 1 e -1.
In particolare cos(ϖt ) − cos(θt ) può essere uguale a 2 per un dato t se e solo se valgono
queste relazioni:
θt = kπ k = numero naturale
(ωt - θt) = nπ n = numero naturale dispari
ω/θ = (n+k)/k
Essendo ω un numero reale (diviso per un generico numero θ ), ci sono pochissimi casi in
cui un numero reale è anche un numero razionale: (n+k)/k è un rapporto fra interi.
Dunque a seconda del valore di ω e di θ , il valore massimo di cos(ϖt ) − cos(θt ) sarà ≤ a
2.
Se, invece, volessimo considerare solo l’oscillazione forzata (l’integrale particolare del
problema), trascurando momentaneamente le vibrazioni proprie del sistema (integrale
dell’omogenea associata), otterremmo che:
⎧ y1 (t ) ⎫ = ⎧ − 1 .78 e −8 cos( θ t ) ⎫
⎨ y (t ) ⎬ ⎨ − 6 .75 e − 6 cos( θ t ) ⎬
⎩ 2 ⎭ ⎩ ⎭
E quindi, facendo riferimento al valore assoluto degli spostamenti:
Per determinare i fattori di partecipazione modale bisogna fare il prodotto fra i carichi
dinamici dovuti ad accelerazioni unitarie nelle tre direzioni e le forme modali normalizzate.
Dove φ nT rappresenta la forma modale normalizzata tale che ( φnT Mφn = 1 ) ed m j la forza
particolare vettore di connettività τ . Gli n termini del vettore τ si riferiscono agli n gradi di
libertà e il loro valore rappresenta la componente del grado di libertà considerato lungo la
direzione j.
m1=2 m2=3
EJ=1 x1
y1 y2
l=1
EJ=1 EJ=1
E’ possibile determinare la matrice delle masse, quella delle rigidezze, gli autovalori e gli
autovettori del sistema seguendo un procedimento del tutto simile a quello illustrato.
ϖ12 = 3.349
ϖ 22 = 43.408
ϖ 2
3 = 209.395
Per determinare il vettore m x è sufficiente moltiplicare la matrice del masse per il vettore di
connettività [τ ] = [1 0 0] . Il vettore τ è stato costruito nel seguente modo: il primo grado
T
di libertà (x1) ha componente lungo x pari ad uno, il secondo ed il terzo grado di libertà (y1 e
y2) hanno componente lungo x pari a zero.
Allo stesso modo per determinare il vettore m y è necessario moltiplicare la matrice del
masse per il vettore di connettività [τ ] = [0 1 1]. In questo caso il primo grado di libertà
T
(x1) ha componente lungo y pari ad zero, il secondo ed il terzo grado di libertà (y1 e y2)
hanno componente lungo y pari ad uno.
Dunque avremo che τ 11 = 0, τ 12 = 1 e τ 13 = 1.
In particolare in questo caso la struttura ha tre modi con i seguenti fattori di partecipazione
modale lungo le direzioni x ed y:
f x1 = −2.23
f y1 = 0.027
f x 2 = 0.034
f y 2 = 2.232
f x 3 = 0.123
f y 3 = −0.12
Il valore assoluto ed il segno del fattore di partecipazione modale non sono molto importanti:
ciò che interessa è il valore relativo dei tre fattori di partecipazione modale associati ad un
dato modo.
Essi danno un’indicazione della direzione con cui avviene il moto della struttura quando
questa è sollecitata con la frequenza associata al modo n.
Si riportano qui di seguito i fattori di partecipazione modale per la struttura descritta nel
paragrafo 2.1:
Essa “misura” l’importanza di un modo per la determinazione della risposta dinamica di una
struttura ed è definita come segue:
MASS jn = f jn2 = φ nT m j ( ) 2
dove j indica una della tre direzioni principali della struttura (x, y o z) ed n è il numero del
modo considerato.
Essa può essere espressa anche mediante una frazione (frazione di massa partecipante) o
una percentuale.
r jn =
f jn2
=
(φ T
n mj ) 2
∑m j ∑m j
Pjn =
f jn2
⋅ 100 =
(φ T
n mj ) 2
⋅ 100
∑m j ∑m j
Per trovare la frazione di massa partecipante associata a tutti gli N modi considerati è
sufficiente sommare la frazione di massa partecipante associata a ciascun modo:
∑ (φ m )
N N
∑f 2 T 2
jn n j
rj = n =1
= n =1
∑m j ∑m j
∑ (φ m )
N N
∑f 2 T 2
jn n j
Pj = n =1
⋅100 = n =1
⋅100
∑m j ∑m j
Si noti che in presenza di gradi di libertà rotazionali, bisogna considerare anche la frazione di
massa inerziale ad essi associata.
Si riporta di seguito la massa partecipante per la struttura descritta nel paragrafo 2.1
calcolata rispetto al modello teorico:
Dunque moltiplicando il vettore degli spostamenti massimi (y1max e y2max) per la matrice
degli autovettori si ottengono gli η1 e η 2 con valore assoluto massimo nelle direzioni y ed x:
Tale rapporto di segni è di fondamentale importanza nel caso si vogliano ricomporre gli
spostamenti dovuti a più modi.
y1 (t ) = 0
y 2 (t ) = 6.75 e −6 [cos(ϖ 2 t ) − cos(θt )]
Sommando gli spostamenti massimi ottenuti attivando prima solo il primo modo di vibrare e
poi solo il secondo modo si riottengono gli spostamenti massimi calcolati attivando entrambi i
modi contemporaneamente.
Invece gli η1 dovuti al primo ed al secondo modo sono sempre in fase. Per ottenere lo
spostamento massimo complessivo dovuto al primo ed al secondo modo bisogna
semplicemente sommare i valori assoluti dei due η1 max .
Per determinare le forze nodali massime è in primo luogo necessario determinare il loro
andamento in funzione del tempo.
k = 17.8 -0.4
h 17.8 -0.4
l -11.0 -4.1
m -11.0 -4.1
n 5.5 5.0
Con quest’ipotesi e ricordando dal paragrafo 2.3 che le coordinate principali del sistema
hanno il seguente andamento in funzione del tempo
⎧ y1 (t ) ⎫ = ⎧ − 1 .78 e cos( θ t ) ⎫
−8
⎨ y (t ) ⎬ ⎨ − 6 .75 e − 6 cos( θ t ) ⎬
⎩ 2 ⎭ ⎩ ⎭
E’ sufficiente guardare il sistema per capire qual è il valore massimo delle iperstatiche: esse
sono tutte in fase ed ogni volta che ϑ t = kπ si raggiunge un loro massimo (o minimo) in
valore assoluto:
VALORI MASSIMI
x 2.5E-05
y 4.98E-05
z 4.98E-05
k 0.00012
h 0.00012
l 7.47E-05
m 7.47E-05
n 3.7E-05
Questo perchè le aste del telaio hanno una rigidezza modesta, gli autovalori hanno un valore
molto basso rispetto alla forzante e quindi se il rapporto ϕ / ω risulta molto elevato, la
struttura risulta molto deformabile: subisce grandi spostamenti ma basse sollecitazioni.
Il carico dinamico è bilanciato sopratutto dalle forze di inerzia e in minima parte dai tagli della
struttura.
Si noti che il valore degli autovalori aumenta all’aumentare della rigidezza complessiva della
struttura.
Si riporta qui di seguito l’equilibrio dinamico del nodo 3 nelle direzioni // ad η1 ed η 2 :
Direzione // ad η1 :
V1 V2
mη&&1
F 2N
EQUILIBRIO DINAMICO
V1 -2.55E-04 N
V2 -5.86E-04 N F-V1-V2 - mη&&1 =0
mη&&1 2.00084 N 5.55E-08
Direzione // ad η1 :
N1 N2
mη&&2
Le azioni assiali N1 e N2 sono state determinate imponendo l’equilibrio statico della struttura
mentre la forza d’inerzia mη&&2 si è usato il metodo precedentemente descritto.
Un modo più semplice per determinare l’effetto della struttura sul nodo tre è quello di
moltiplicare la matrice di rigidezza per il vettore degli spostamenti:
si ottiene che
⎡ 3 H 3 K 3 L 3Z ⎤
⎡ V1 + V 2 ⎤ ⎧η1 ⎫ ⎢ l + 2l − l − 2l ⎥ ⎡ 8.41E - 04 ⎤
⎢ N 2 − N1⎥ = [K ] ⋅ ⎨η ⎬ = ⎢ X M N Y ⎥ = ⎢3.742E - 05 ⎥
⎣ ⎦ ⎩ 2 ⎭ ⎢− − + + ⎥ ⎣ ⎦
⎣ l l l l ⎦
3.1. GEOMETRIA
Si tratta di un portale in cui sono stati modellati cinque nodi. I nodi 1 e 5 sono incastrati a
terra.
3
2 4
1 5
MEMBER INCIDENCES
1 1 2
2 2 3
3 3 4
4 4 5
- ottenere una rigidezza flessionale unitaria (come quella del modello teorico);
- fare in modo che nell’equazione del PLV le deformazioni taglianti e assiali siano
ininfluenti (il metodo misto, utilizzato per risolvere teoricamente il telaio, è un metodo
semplificato che trascura l’influenza delle deformazioni assiali e delle deformazioni di
taglio);
- anche l’area di taglio risulta avere delle dimensioni molto elevate (Ay=Az=666666z
mq);
STATUS PLANAR -
1 2 3 4 5
STATUS SUPPORT -
1 5
EIGENVALUE PARAMETERS
SOLVE USING GTLANCZOS
NUMBER OF MODES 2
PRINT MAXIMUM
END EIGENVALUE PARAMETERS
DYNAMIC ANALYSIS EIGENVALUES
LIST DYNAMIC MASS SUMMARY
ACTIVATE MODES 1 2
Per risolvere questo problema, il GTStrudl utilizza due modalità differenti per trasformare le
seguenti equazioni di moto non smorzato e non forzato per un sistema ad n gradi di libertà:
[k ]{X } = −[m]{X&& }
in un canonico problema agli autovalori.
Nell’espressione riportata [k ] rappresenta la matrice di rigidezza della struttura, [m] la
matrice delle masse, {X } e {X&& } sono rispettivamente il vettore degli spostamenti e delle
accelerazioni delle n coordinate libere.
Fi (t ) = Fi [cos(Ω t + Φ i )]
dove X (t) è il vettore degli spostamenti, A e B sono calcolati dal modulo e fase della
forzante. Il massimo valore del vettore spostamento è determinato come segue:
X max = ( A 2 + B 2 )
In realtà per i sistemi non smorzati l’oscillazione propria del sistema continuerebbe all’infinito
nel tempo sovrapponendosi all’oscillazione dovuta all’integrale particolare.
Il programma di calcolo non considera dunque l’effetto dell’oscillazione propria del sistema
poichè essa in un qualsiasi sistema reale tenderà ed estinguersi dopo un transitorio iniziale.
RESPONSE
JOINT X-TRANS Y-TRANS
FREQ
modo 1
3 A1max 3.47E-07 1.78E-08
fase 3.141593 3.141593
RESPONSE
JOINT X-TRANS Y-TRANS
FREQ
modo 2
3 A2max 3.47E-07 6.74E-06
fase -4.11E-08 3.141593
RESPONSE
modo 1 e JOINT X-TRANS Y-TRANS
FREQ
modo 2
3 A1+2max 1.26E-10 -6.76E-06
Il calcolatore fornisce i valori assoluti massimi degli spostamenti del nodo e la rispettiva fase.
La fase è un’informazione che può essere molto utile nel caso si vogliano comporre vari modi
e ottenere lo spostamento massimo complessivo. Essa contiene le informazioni relative ai
rapporti fra i segni degli spostamenti dovuti ai modi diversi.
Invece, gli spostamenti lungo x dovuti al modo 1 ed al modo 2 sono in fase: per trovare lo
spostamento complessivo bisogna quindi sommare i loro valori assoluti.
Si riportano qui di seguito i dati di output ottenuti richiedendo le azioni nodali della struttura:
NOD RESPONSE
ELEMENTO /----------------FORCE--------------/ /------MOMENT-------/
O TIME
AXIAL SHEAR-Y BENDING-Z
Quali forze statiche applicare al nodo tre per ottenere le sollecitazioni massime dovute ad
una forzante dinamica con ampiezza pari a 2 e andamento armonico?
Facendo delle analisi statiche impostando come carico pseudo-statico verticale la somma dei
due tagli applicati al nodo tre e come carico pseudo-statico orizzontale la differenza delle due
azioni assiali nei vari nodi del sistema si ottengono le seguenti sollecitazioni:
Si nota che l’errore massimo è pari a 0.4%. E’ quindi possibile imponendo tali carichi statici
ritrovare lo stesso tipo di sollecitazione dinamica della struttura.
Questo, come già spiegato, è dovuto al fatto che la frequenza dell’autovalore è molto
inferiore a quella della forzante. La struttura risulta quindi molto deformabile e le azioni
interne sono molto limitate. Se si aumentasse il valore complessivo della rigidezza della
struttura si otterrebbero dei carichi pseudo-statici amplificati. Rispetto al valore dell’ampiezza
della forzante.
Ad ogni modo, è bene notare che non è sempre così immediato applicare lo stesso
procedimento ad una struttura più complessa. In particolare se le sollecitazioni dinamiche a
cui è soggetta la struttura non sono in fase i dati di output forniti dal programma di calcolo
rappresentano l’inviluppo delle azioni interne: è quindi impossibile trovare un’unica
combinazione di carico statico che determini le stesse sollecitazioni dovute al carico
dinamico.
Nel caso si voglia procedere su questa strada (ovvero sostituire alle sollecitazioni dinamiche
dei carichi pseudo-statici equivalenti) bisognerà fare l’inviluppo di più condizioni di carico
distinte. Infatti nei vari nodi il valore massimo di sollecitazione si raggiunge in istanti diversi
(con diverse fasi). Le condizioni di carico pseudostatico da applicare e di cui fare l’inviluppo
sono dunque quelle relative agli istanti in cui, anche in solo nodo, si raggiungono dei valori
massimi.
I risultati ottenuti applicando la teoria della dinamica delle strutture e quelli ottenuti con il
programma di calcolo coincidono perfettamente.
4.1. AUTOVALORI
Le piccole differenze che compaiono nel secondo autovalore possono essere dovute ad
approssimazioni o al fatto che nel modello numerico, a differenza del modello teorico, la
rigidezza assiale delle aste, seppur molto elevata, non è infinita.
Si deve però ricordare che gli spostamenti massimi riportati (anche quelli teorici) sono relativi
alla sola oscillazione forzata.
4.3. MASS
A
PARTE RISULTATI TEORICI RISULTATI NUMERICI
CIPAN
TE
Anche in questo caso non ci sono rilevanti differenze fra i risultati teorici e quelli numerici.
In conclusione abbiamo verificato che per una sollecitazione verticale con l’andamento del
coseno i risultati numerici e teorici coincidono praticamente in tutto.
Ora, per approfondire i confronti, proveremo ad analizzare i risultati che si ottengono per
questa stessa struttura quando essa è sottosposta a delle sollecitazioni composte (ad
esempio una sollecitazione orizzontale ed una verticale) o sfasate (ad esempio
F1 cos(ωt ) + F2 sen(ωt ) ).
In questo modo sarà possibile comprendere meglio i risultati di output del GTStrdl.
F cos( ϑt )
η2
F cos( ϑt )
η1
Il modulo delle due forzanti è stato impostato uguale a due in entrambe le direzioni (F=2).
Si riporta solo la parte del file di input che varia: quella relativa alle analisi dinamiche, le
caratteristiche del modello rimangono invariate.
ACTIVATE MODES 1 2
Risultati numerici e risultati teorici coincidono anche in questo caso. L’errore massimo che si
commette è dello 0.1%.
h1 = -6.764E-06 cos(ϑt )
h2 = -6.762E-06 cos(ϑt )
x = 6.45E-06 cos(ϑt )
y = 2.77E-05 cos(ϑt )
z = 2.77E-05 cos(ϑt )
k = -0.0001176 cos(ϑt )
h = -0.0001176 cos(ϑt )
l = 0.000102 cos(ϑt )
m = 0.000102 cos(ϑt )
n = -7.14E-05 cos(ϑt )
Come si nota immediatamente anche in questo caso le iperstatiche raggiungono il loro valore
nπ
massimo (o minimo) contemporaneamente, ovvero quando ϑt = nπ e quindi t = .
ϑ
3) VALORI MASSIMI
Si imponga al nodo tre del telaio in oggetto un carico pseudo-statico verticale pari alla
somma fra i due tagli massimi ed un carico pseudo-statico orizzontale pari alla differenza fra
le due azioni assiali massime.
N2-N1 1.53E-04
V1+V2 8.78E-04
Tali carichi coincidono alla somma algebrica fra la forzante dinamica applicata e le forze
d’inerzie rispettivamente in direzione x ed y.
Facendo delle analisi statiche si ottengono le sollecitazioni nodali riportate nella tabella a
pagina seguente.
Questo è possibile in quanto le due forzanti dinamiche sono in fase e quindi spostamenti,
accelerazioni e sollecitazioni interne raggiungono il valore massimo contemporaneamente
ovvero quando ϑt = nπ .
Anche in questo caso è possibile trattare il problema come se fossero in gioco solo dei
carichi statici. Essi sono pari, come visto, al valore che assume la somma algebrica fra le
forzanti dinamiche e le forze d’inerzia quando ϑt = nπ .
F1 cos(θt ) + F2 sen(θt )
η2
η1
⎛ F ⎞
F1 cos(ϑ t ) + F2 sen(ϑ t ) = F12 + F22 cos⎜⎜ϑ t + arctan( 1 ) ⎟⎟
⎝ F2 ⎠
Come si può facilmente verificare, le forzanti F1 ed F2 sono state scelte in modo tale che
F12 + F22 sia pari a due.
I risultati ottenuti con questo tipo di sollecitazione possono quindi essere confrontati con il
primo caso trattato: infatti, rispetto al primo caso trattato, la sollecitazione risulta solo sfasata
F1
di arctan( ) = 0.523rad .
F2
ACTIVATE MODES 1 2
3) VALORI MASSIMI
1.047+ nπ
I valori massimi di sollecitazione si ottengono quando ϑ t = 1.047+ nπ e quindi t = .
ϑ
Si imponga al nodo tre del telaio in oggetto un carico pseudo-statico verticale pari alla
somma fra i due tagli massimi ed un carico pseudo-statico orizzontale pari alla differenza fra
le due azioni assiali massime.
N2-N1 3.74E-05
V1+V2 8.41E-04
Tali carichi coincidono alla somma algebrica fra la forzante dinamica applicata e le forze
d’inerzie rispettivamente in direzione x ed y.
Facendo delle analisi statiche si ottengono le sollecitazioni nodali riportate nella tabella a
pagina seguente.
Anche in questo caso è quindi possibile trattare il problema come se fossero in gioco solo dei
carichi statici. Essi sono pari, come visto, al valore che assume la somma algebrica fra le
forzanti dinamiche e le forze d’inerzia quando ϑ t = 1.047 rad .
Le ampiezze della sollecitazione verticale ed orizzontale sono state impostate entrambe pari
a 2. In questo modo i risultati ottenuti possono essere facilmente confrontati con quelli del
secondo caso trattato (paragrafo 5.1).
ACTIVATE MODES 1 2
In questo caso le iperstatiche non raggiungono il valore massimo nello stesso istante ma
risultano sfasate fra loro.
Si confronta il valore delle fasi determinate dal programma di calcolo con quelli forniti dal
calcolatore:
Questo dipende ovviamente dalle convenzioni scelte all’inizio: quelle del calcolatore possono
non coincidere con quelle scelte da noi.
Si ricorda che la fase è un parametro molto importante sopratutto considerando che i risultati
forniti dal calcolatore relativi agli spostamenti massimi o le sollecitazioni sono sempre in
termini di valore assoluto. La fase conserva le informazioni relative ai rapporti fra i segni dei
vari spostamenti o delle varie sollecitazioni e dà delle indicazioni sulla possibilità che le
sollecitazioni si verifichino o meno contemporaneamente.
Come si nota dunque, il GTStrdl fornisce un inviluppo delle azioni nodali più sfavorevoli.
Con questo tipo di sollecitazione non è possibile sostituire un carico pseudostatico che
riproduca lo stesso stato di sforzo del telaio.
Per ottenere tali iperstatiche con dei carichi pseudo-statici è necessario sovrapporre cinque
diverse condizioni di carico e fare i diagrammi di inviluppo.
Mx&& + cx& + kx = 0 .
Spesso si preferisce dividere l’equazione del moto per la massa M , si ottiene in questo
modo
x + 2ω0ξ x& + ω02 x = 0
&& (1),
c c
ξ= = .
c0 2 kM
Con il termine c0 si è voluto indicare il “fattore di smorzamento critico” ovvero quel particolare
valore per il quale l’equazione differenziale (1) ha due radici coincidenti.
L’analisi dell’andamento delle soluzioni al variare di ξ mostra l’importanza di tale parametro
e permette la seguente classificazione:
- caso di forte smorzamento ( ξ > 1 ): il sistema non forzato compie un moto aperiodico,
ovvero l’oscillazione libera si smorza quasi istantaneamente;
L’integrale generale della (1) rappresenta l’oscillazione libera del sistema smorzato.
Essa tenderà ad estinguersi dopo un transitorio più o meno lungo a seconda dell’entità del
fattore di smorzamento ξ inoltre, come abbiamo visto, il GTStrdl trascura gli effetti
del’oscillazione libera. In questa sede si preferisce quindi non soffermarci ulteriormente sulle
proprietà di un sistema smorzato non forzato. Si rimanda ai testi indicati in bibliografia per
ulteriori approfondimenti relativi a questo problema.
sen(Ωt − ζ )
f
x(t ) =
2
⎛ Ω 2
⎞ Ω 2
⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ + 4ξ 2 2
⎝ ω0 ⎠ ω0
Ω
2ξ
ω0
dove tgζ =
Ω2
1−
ω 02
Tali equazioni saranno utilizzate nelle modalità descritte più avanti anche nei sistemi a più
gradi di libertà.
Un caso particolare di questo tipo di smorzamento è stato usato per le analisi numeriche
della telaio.
Se imponiamo che la matrice di smorzamento [C ] sia uguale a:
[C ] = 2ξ [Φ ][ω i2 ][Φ ]T
dove ξ rappresenta una frazione rispetto al valore critico di smorzamento, [Φ ] è la matrice
[ ]
degli autovettori del sistema non smorzato e ω i2 è la matrice diagonale degli autovalori, ci
ricunduciamo allo smorzamento percentuale rispetto al valore critico.
La matrice [C ] non ha un vero e proprio significato fisico ma è stata costruita appositamente
per avere delle equazioni di moto disaccoppiate e dei fattori di smorzamento per ogni i-esima
coordinata principale pari a
La modalità di risoluzione delle equazioni di moto per ciascuna coordinata libera può quindi
essere facilmente ricondotta a quella descritta per il sistema ad un unico grado di libertà.
In questo caso si è imposto un unico fattore di smorzamento critico per tutta la struttura ma il
GTSrdl permette anche di variare il fattore per ciascun modo di vibrare.
Questa possibilità è molto utile nel caso si voglia descrivere il moto di un sistema con un
comportamento dipendente dalla frequenza di sollecitazione.
Si faccia riferimento al telaio descritto nel paragrafo 2.1 ed alle stesse modalità di
sollecitazione descritte nel paragrafo 2.2.
A tale struttura è stato applicato uno smorzamento percentuale dello 0.3%, del 3%, del 50%
e del 200%. Ovvero il parametro ξ assume rispettivamente i seguenti valori ξ = 0.003 ,
ξ = 0.03 , ξ = 0.5 e ξ = 2 .
In particolare, per il nostro caso le equazioni disaccoppiate del moto smorzate diventano:
La soluzione dellle precedenti equazioni del moto è la seguente (si ricorda che si trascura
l’oscillazione libera del sistema e si considera invece solo l’integrale particolare):
⎧ y1 (t ) ⎫ ⎧ A cos(ϑt − ζ 1 ) ⎫
⎨ ⎬=⎨ ⎬
⎩ 2 ⎭ ⎩ B cos(ϑt − ζ 2 )⎭
y (t )
Per determinare l’andamento degli spostamenti nodali η1 ed η 2 in funzione del tempo è più
comodo scrivere le equazioni del moto delle coordinate principali nel seguente modo:
si è imposto che:
a1 = A cos(−ζ 1 ) = A cos(ζ 1 )
a 2 = − A sin( −ζ 1 ) = A sin(ζ 1 )
b1 = B cos(−ζ 2 ) = B cos(ζ 2 )
b2 = − B sin(−ζ 2 ) = B sin(ζ 2 )
E’ ora possibile e comodo risalire agli spostamenti nodali del telaio tramite la seguente
formula: {η (t )} = [ν ]{y (t )}.
[ν ] = ⎡⎢
1 1 ⎤
⎥
⎣− 19.46 0.05⎦
Si ottiene dunque:
Si noti che nel caso generale di smorzamento viscoso gli autovettori e le frequenze naturali
del sistema smorzato non coincidono con quelli del sistema non smorzato. Tuttavia, nel caso
in oggetto, per le ipotesi di smorzamento proporzionale viscoso si ha che:
- le frequenze naturali del sistema smorzato non forzato (delle oscillazioni libere) sono
diverse rispetto alla frequenze naturali del sistema non smorzato;
- le frequenze naturali del sistema smorzato e forzato coincidono con quelle del sistema
non smorzato;
Si riporta di seguito una tabella che si propone di riassumere le caratteristiche del sistema
sopra descritto e di illustrare cosa succede nei vari tipi di smorzamento.
Si ricorda che il caso riferito alla struttura in oggetto è quello dello smorzamento viscoso
proporzionale (terza riga).
Noto l’andamento degli spostamenti nodali in funzione del tempo è abbastanza semplice
determinarne l’ampiezza massima:
⎧η1 max ⎫ ⎧⎪ (ν 11 a1 + ν 12 b1 ) 2 + (ν 11 a 2 + ν 12 b2 ) 2 ⎫⎪
⎨ ⎬=⎨ ⎬
⎩η 2 max ⎭ ⎪⎩ (ν 21 a1 + ν 22 b1 ) + (ν 21 a 2 + ν 22 b2 ) ⎪⎭
2 2
Si nota che la differenza fra le ampiezze stimate con il modello numerico e quello teorico è
praticamente irrilevante e comunque una differenza di quest’ordine di grandezza era
presente anche fra le ampiezze teoriche e numeriche del modello non smorzato. Essa è
dunque dovuta alle approssimazioni introdotte nei calcoli teorici per la determinazione degli
autovalori e degli autovettori.
Il resto del modello non varia rispetto a quanto descritto nel paragrafo 3.1.
EIGENVALUE PARAMETERS
SOLVE USING GTLANCZOS
NUMBER OF MODES 2
PRINT MAXIMUM
END EIGENVALUE PARAMETERS
DYNAMIC ANALYSIS EIGENVALUES
LIST DYNAMIC MASS SUMMARY
ACTIVATE MODES 1 2
Si faccia riferimento al telaio ed alle modalità di sollecitazione descritti nel paragrafo 5.3.
A tale struttura è stato applicato uno smorzamento percentuale dello 0.3%, del 3%, del 50%
e del 200%. Ovvero il parametro ξ assume rispettivamente i seguenti valori ξ = 0.003 ,
ξ = 0.03 , ξ = 0.5 e ξ = 2 .
La differenza rispetto al caso precedente consiste nel fatto che la sollecitazione delle
equazioni del sistema disaccoppiato hanno una componente in seno ed una in coseno:
La soluzione delle precedenti equazioni del moto è la seguente (si ricorda che si trascura
l’oscillazione libera del sistema e si considera invece solo l’integrale particolare):
⎧ y1 (t ) ⎫ ⎧ A cos(ϑt − ζ 1 ) + C sin(ϑt − ζ 1 ) ⎫
⎨ ⎬=⎨ ⎬
⎩ y 2 (t )⎭ ⎩ B cos(ϑt − ζ 2 ) + D sin(ϑt − ζ 2 )⎭
Dove
f1 1 f2 1
A= ⋅ , B= ⋅
ω 2
1 ⎛ ϑ2 ⎞
2
ϑ2 ω 2
2 ⎛ ϑ2 ⎞
2
ϑ2
⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ + 4ξ 2 2 ⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ + 4ξ 2 2
⎝ ω1 ⎠ ω1 ⎝ ω2 ⎠ ω2
ϑ
2ξ
f3 1 f 1 ωi
C= ⋅ , D = 42 ⋅ e ζi =
ω 2
⎛ ϑ2 ⎞
2
ϑ2 ω2 ⎛ ϑ 2 ⎞ 2 ϑ2
2 ϑ −
1 2
⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ + 4ξ 2 2 ⎜⎜1 − 2 ⎟⎟ + 4ξ 1
ω i2
⎝ ω1 ⎠ ω1 ω ω 2
⎝ 2 ⎠ 2
si è imposto che:
a1 = A cos(−ζ 1 ) = A cos(ζ 1 )
a 2 = − A sin(−ζ 1 ) = A sin(ζ 1 )
c1 = C cos(−ζ 1 ) = A cos(ζ 1 )
c 2 = C sin(−ζ 1 ) = −C sin(ζ 1 )
b1 = B cos(−ζ 2 ) = B cos(ζ 2 )
b2 = − B sin(−ζ 2 ) = B sin(ζ 2 )
d1 = D cos(−ζ 2 ) = D cos(ζ 2 )
d 2 = D sin(−ζ 2 ) = − D sin(ζ 2 )
E’ ora possibile e comodo risalire agli spostamenti nodali del telaio tramite la seguente
formula: {η (t )} = [ν ]{y (t )}.
[ν ] = ⎡⎢
1 1 ⎤
⎥
⎣− 19.46 0.05⎦
Si ottiene dunque:
Noto l’andamento degli spostamenti nodali in funzione del tempo è abbastanza semplice
determinarne l’ampiezza massima:
⎨ ⎬=⎨ ⎬
⎩η 2 max ⎭ ⎪⎩ [ν 21 (a1 + c 2 ) + ν 22 (b1 + d 2 )] + [ν 21 (a 2 + c1 ) + ν 22 (b2 + d1 )] ⎪⎭
2 2
Si nota che la differenza fra le ampiezze stimate con il modello numerico e quello teorico è
praticamente irrilevante e comunque una differenza di quest’ordine di grandezza era
presente anche fra le ampiezze teoriche e numeriche del modello non smorzato. Essa è
dunque dovuta alle approssimazioni introdotte nei calcoli teorici per la determinazione degli
autovalori e degli autovettori.
Il resto del modello non varia rispetto a quanto descritto nel paragrafo 3.1.
INERTIA OF JOINTS MASS
3 TRANSLATIONAL ALL 3.0
DAMPING PERCENTS 00.30 2
EIGENVALUE PARAMETERS
SOLVE USING GTLANCZOS
NUMBER OF MODES 2
PRINT MAXIMUM
END EIGENVALUE PARAMETERS
DYNAMIC ANALYSIS EIGENVALUES
LIST DYNAMIC MASS SUMMARY
ACTIVATE MODES 1 2
Si consideri il telaio analizzato nei capitoli precedenti sollecitato come illustrato in figura.
F1 cos(ϑt )
η2
F2 sin(ϕt )
η1
Con i metodi già ampiamente descritti si sono ottenuti gli andamenti nel tempo delle
coordinate principali e gli spostamenti nodali provocati da ciascuna forzante.
INTEGRALE PARTICOLARE DI f
y1= 1.38E-06 sen(ϕt )
y2= -1.39E-06 sen(ϕt )
h1= -2.02E-09 sen(ϕt )
h2= -2.70E-05 sen(ϕt )
INTEGRALE PARTICOLARE DI q
y1= 1.78E-08 cos(ϑt )
y2= 6.75E-06 cos(ϑt )
h1= 6.76E-06 cos(ϑt )
h2= 1.26E-10 cos(ϑt )
In generale è molto difficile determinare il massimo assoluto delle equazioni sopra riportate
(vedi paragrafo 2.3) e capire quando si verifica. Per determinare gli spostamenti massimi si
sono dunque seguiti due metodi di combinazione degli spostamenti nodali:
- Si è eseguito l’ABS: ovvero la somma dei valori assoluti delle ampiezze dell’oscillazione
relative alle diverse pulsazioni. Nel nostro caso si può scrivere ad esempio che
y1 ABS = 1.38e -6 + 1.78e -8 ;
- si è eseguito l’SRSS: ovvero la radice quadrata della somma dei quadrati delle ampiezze
dell’oscillazione relative alle diverse pulsazioni. Si scrive di seguito l’SRSS per y1:
y1SRSS = (1.38e -6 ) 2 + (1.78e -8 ) 2 .
Per comprendere quale di queste due combinazioni fornisce i risultati più affidabili e più simili
a quello che ci dicono le equazioni del moto si sono effettuati dei confronti con i valori
massimi ottenuti da un metodo numerico: si è fatto variare il valore di t in un certo intervallo
(7-8 secondi) con dei dt molto piccoli (10-4 secondi) e si è cercato il valore massimo (o
minimo) ricavato con questo metodo. E’ molto importante che il valore dei dt sia molto
piccolo: solo in questo modo si riesce ad intuire come variano gli spostamenti in funzione del
tempo. Nel seguente grafico si riporta l’andamento nel tempo per il primo mezzo secondo
dell’integrale particolare di y1.
2.0E-06
1.5E-06
1.0E-06
5.0E-07
y1(t)
0.0E+00
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6
y1(t)
-5.0E-07
-1.0E-06
-1.5E-06
-2.0E-06
t
Con il metodo numerici, l’SRSS e l’ABS si sono ottenuti i seguenti valori massimi:
Il metodo numerico va usato come verifica e supporto per poter convalidare uno degli altri
due metodi.
Dai risultati riportati si nota che nel caso in oggetto il metodo più efficace, che individua
effettivamente il massimo degli spostamenti della struttura, è quello di sommare il valore
assoluto delle ampiezze. Facendo l’SRSS, invece, si rischia di sottostimare gli spostamenti
massimi.
Una giustificazione teorica può essere data dalle seguenti considerazioni. Si consideri f(t) la
funzione spostamento e si ipotizzi che esse sia composta da una sommatoria di due funzioni
armoniche con pulsazione diversa. Nel caso generale si ottiene dunque che:
f (t ) = a cos(ϕt + Φ ) + b cos(ϑt + Θ) .
qt = kπ k = numero intero
(φt - qt) = nπ n = numero intero dispari
φ/q = (n+k)/k (*)
Nel nostro caso le condizioni sopra indicate sono soddisfatte si ha infatti che ϕ = 25 ⋅ 2π ,
ϑ = 50 ⋅ 2π e quindi ϕ ϑ = 1 2 = (n + k ) k . I valori di n e k che soddisfano l’equazione sono
n= -1 e k=2. E quindi ponendo t = kπ ϑ si ha che f (t ) = a cos(ϕ t ) + b cos(ϑ t ) = a + b .
Tuttavia può succedere che per alcune combinazioni di pulsazione non esista un numero n
dispari o un numero intero k che soddisfino l’equazione (*).
Ad esempio ponendo ϕ = 3.5 ⋅ 2π e ϑ = 2.5 ⋅ 2π si ha che ϕ ϑ = 35 25 = (n + k ) k in
questo caso non esistono dei valori di n e k che soddisfino l’equazione (*).
In generale non esistono dei valori di n e k che soddisfino l’equazione (*) quando la frazione
ϕ ϑ ridotta ai minimi termini ha sia il numeratore che il denominatore dispari.
In questo caso il valore massimo della funzione f (t ) sarà pari ad α ⋅ ( a + b ) dove α è un
coefficiente compreso fra 0 e 2. Con buone probabilità il valore del coefficiente α è tendente
al 2 (α = 1.9, α = 1.8) .
Ad ogni modo, anche nel caso sopra citato si consiglia di usare come metodo di
composizione dei modi la somma delle ampiezze in primo luogo perchè il valore massimo
della funzione f(t) è molto prossimo alla somma delle due ampiezze, in secondo luogo
perchè dal punto di vista pratico è sufficiente che una delle due frequenze vari leggermente
per poter ottenere una soluzione dell’equazione (*).
Nel caso in cui ci siano solo due pulsazioni è quindi più a favore di sicurezza combinare i
modi tramite l’ABS: lavorare con l’SRSS in presenza di un numero limitato di pulsazioni
diverse può dare dei valori inferiori a quelli che si verificano nella realtà (come nel caso in
oggetto) e quindi a sfavore di sicurezza.
Invece, nel caso generale con molte pulsazioni diverse si consiglia di utilizzare l’SRSS.
Infatti, è probabile che non esista un istante in cui tutte le oscillazioni con diversa pulsazione
raggiungano il valore massimo. Può succedere quindi che il valore determinato tramite l’ABS
non sia mai effettivamente raggiunto dalla struttura. In questo caso lavorare con la somma
dei valori assoluti delle varie ampiezze può risultare “eccessivamente sicuro”.
Si riportano di seguito le equazioni che descrivono l’andamento delle sollecitazioni nel tempo
e i valori massimi delle sollecitazioni per il telaio a due gradi di libertà calcolati
rispettivamente con il metodo numerico (sostituendo vari valori di t nell’equazione delle
iperstatiche), con l’SRSS e con l’ABS.
Osservando i risultati ottenuti con il telaio a due gradi di libertà risulta evidente che l’SRSS
sottovaluta i valori effettivi di sollecitazione rispetto a quelli calcolati con il metodo numerico:
mentre i valori determinati con l’ABS sono praticamente identici alla somma delle ampiezze
dei valori assoluti, i valori determinati con l’SRSS sono inferiori anche del 30%. Risultano
quindi ancor più evidenti i vantaggi del metodo ABS quando il sistema è sollecitato con
poche pulsazioni.
In questo caso non è possibile confrontare i risultati ottenuti combinando I diversi modi con
quelli forniti dal GTStrdl perchè il programma fornisce solo i risultati relativi ad una
sollecitazione con un’unica pulsazione.
Per quanto riguarda gli spostamenti massimi dovuti ad un unica pulsazione ( ϑ o ϕ ) i risultati
teorici e numerici coincidono:
MODELLO MODELLO
PULSAZIONE VARIABILE
TEORICO NUMERICO
h1max= 6.76E-06 6.76E-06
q=314rad/s
h2max= 1.26E-10 1.26E-10
h1max= 2.02E-09 2.02E-09
f=157rad/s
h2max= 2.70E-05 2.70E-05
Si riporta di seguito parte dei file di input relativi alle due forzanti con diversa pulsazione:
ACTIVATE MODES 1 2
HARMONIC LOAD 'forz 1'
UNITS N CYCLES SECONDS
JOINT LOAD COS FREQUENCIES 25
3 FORCE X AMPLITUDE 2 PHASE 0.75
END OF HARMONIC LOAD
PERFORM HARMONIC ANALYSIS
COMPUTE HARMONIC FORCES DISPLACEMENTS STRESSES FREQUENCIES ALL JOINTS 3
UNITS M N RAD CENTIG
LIST HARMONIC MAXIMUM FORCES DISPLACEMENTS STRESSES -
FREQUENCIES ALL JOINTS 3
PRINT DYNAMIC MASS MATRIX
ACTIVATE MODES 1 2
HARMONIC LOAD 'forz 1'
UNITS N CYCLES SECONDS
JOINT LOAD COS FREQUENCIES 50
3 FORCE Y AMPLITUDE 2 PHASE 0.00
END OF HARMONIC LOAD
PERFORM HARMONIC ANALYSIS
COMPUTE HARMONIC FORCES DISPLACEMENTS STRESSES FREQUENCIES ALL JOINTS 3
UNITS M N RAD CENTIG
LIST HARMONIC MAXIMUM FORCES DISPLACEMENTS STRESSES -
FREQUENCIES ALL JOINTS 3
PRINT DYNAMIC MASS MATRIX
Si riportano di seguito alcuni risultati ottenuti da analisi dinamiche condotte su una struttura
civile.
In questa sede, sulla base di quanto specificato nei precedenti paragrafi, si vogliono
analizzare i risultati ottenuti in termini di spostamenti massimi.
100
113
114 116 102
117 119
115 101
120 54 1000 62
118 104
105
121 55
72
106 63
56 64
110 107
65 2 73
108
122 74
111
123 125 66 12 133
112 67 3 75
109 4 134
124 126
76 22
5 77 13 135
127 68 14
6 136
7 15 137 23
78 24
16 128
17 25
8 129
26
27 130
18
131
132
28
X Y
Le ultime stringhe sono quelle relative alle analisi dinamiche. Si nota da subito che le forzanti
sono state suddivise in base alla pulsazione: con le analisi armoniche, infatti, il GTSrdl non è
in grado di valutare l’effetto di una struttura con forzanti di pulsazione diversa. E’ però
possibile valutare l’effetto di forzanti con uguale pulsazione ma agenti su più nodi e con fasi
differenti. Si riportano di seguito l’effetto della prima forzante (“forz1”), della seconda forzante
(“forz2”) e la loro combinazione tramite il metodo dell’SRSS e dell’ABS.
SPOSTAMENTI
NODO VARIABILE "forz1" "forz2" SRSS ABS
X-TRANS 2.62E-05 4.83E-06 2.67E-05 3.11E-05
Y-TRANS 9.53E-05 2.75E-06 9.54E-05 9.81E-05
Z-TRANS 1.18E-05 1.62E-05 2.00E-05 2.80E-05
102
X-ROTATION 2.91E-07 5.08E-07 5.85E-07 7.98E-07
Y-ROTATION 5.49E-07 4.45E-07 7.07E-07 9.94E-07
Z-ROTATION 3.99E-06 9.82E-08 3.99E-06 4.09E-06
X-TRANS 7.24E-05 2.09E-06 7.24E-05 7.45E-05
Y-TRANS 9.54E-05 2.75E-06 9.55E-05 9.82E-05
Z-TRANS 1.59E-05 5.81E-06 1.70E-05 2.18E-05
72
X-ROTATION 2.71E-07 5.17E-07 5.83E-07 7.88E-07
Y-ROTATION 7.25E-07 4.59E-07 8.58E-07 1.18E-06
Z-ROTATION 3.97E-06 9.99E-08 3.97E-06 4.07E-06
X-TRANS 2.61E-05 5.74E-06 2.68E-05 3.19E-05
Y-TRANS 9.74E-05 4.14E-06 9.75E-05 1.02E-04
Z-TRANS 1.41E-05 6.88E-06 1.57E-05 2.10E-05
109
X-ROTATION 3.10E-07 5.08E-07 5.95E-07 8.18E-07
Y-ROTATION 5.42E-07 4.78E-07 7.23E-07 1.02E-06
Z-ROTATION 3.98E-06 1.93E-07 3.98E-06 4.17E-06
X-TRANS 7.24E-05 1.40E-06 7.24E-05 7.38E-05
Y-TRANS 9.73E-05 4.11E-06 9.74E-05 1.01E-04
Z-TRANS 2.12E-05 1.76E-05 2.75E-05 3.87E-05
78
X-ROTATION 2.99E-07 5.19E-07 5.99E-07 8.18E-07
Y-ROTATION 7.12E-07 4.70E-07 8.53E-07 1.18E-06
Z-ROTATION 3.97E-06 1.87E-07 3.97E-06 4.15E-06
Si nota come l’SRSS dà una previsione di spostamento leggermente inferiore ruispetto alla
somma delle ampiezze.
In questo caso, visto che le pulsazioni sono solo due, si consiglia di procedere al
dimensionamento utilizzando come risultato delle analisi dinamiche i valori degli spostamenti
determinati tramite l’ABS.
Nel capitolo 7 si sono analizzate due differenti modalità di composizione degli spostamenti
massimi (e delle sollecitazioni massime) dovuti a forzanti con una pulsazione diversa.
In questo paragrafo si vogliono invece evidenziare le modalità con cui comporre gli
spostamenti massimi dovuti a forzanti diverse ma con la stessa pulsazione.
dove, come abbiamo visto, a e φ dipendono dalla geometria del sistema (tramite la matrice
delle masse e delle rigidezze) e dalla forzante in gioco.
Allo stesso modo se sollecito il sistema con una forzante di ampiezza B e pulsazione ω
posso scrivere l’andamento nel tempo di qualsiasi parametro di risposta tramite la seguente
relazione:
f B (t ) = b cos(ω t + ψ )
Il GTStrdl fornisce come dati di output l’ampiezza in valore assoluto del parametro richiesto
( a e b ) e la rispettiva fase ( φ e ψ ).
1) Si sono effettuate delle analisi numeriche sul compressore con il seguente file di
input:
$
$ ANALISI CON FORZANTI ARMONICHE
$
ACTIVATE MODES 1 2 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
La struttura è sollecitata prima nel nodo 100 con la forzante “forz1” e poi nel nodo 101 con la
forzante “forz2”. Esse hanno ampiezze e direzioni diverse.
$
$ ANALISI CON FORZANTI ARMONICHE
$
ACTIVATE MODES 1 2 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20
HARMONIC LOADHARMONIC LOAD 'forz 1+'forz 2'
UNITS N CYCLES SECONDS
JOINT LOAD SINE FREQUENCIES 5
100 FORCE X AMPLITUDE 2560.000000 PHASE 0.000000
100 FORCE Z AMPLITUDE -2560.000000 PHASE 0.250000
101 FORCE X AMPLITUDE 6870.000000 PHASE 0.000000
101 FORCE Z AMPLITUDE -6870.000000 PHASE 0.250000
101 MOMENT Y AMPLITUDE 31270.00000 PHASE 0.000000
$
$ ANALISI ARMONICA E RISULTATI IN TERMINI DI VELOCITA E SPOSTAMENTI
$
PERFORM HARMONIC ANALYSIS
COMPUTE HARMONIC DISPLACEMENTS FORCES FREQUENCIES ALL JOINTS 102 72 109 -
78 100 101
$ NODI MACCHINA E SOLETTA SUPERIORE
$ NODI PILASTRI EL 2.5
$ NODI VERTICI SOLETTA INTERMEDIA E CENTRO
UNITS M N CYC CENTIG SEC
LIST HARMONIC MAXIMUM DISPLACEMENTS FORCES -
FREQUENCIES ALL JOINTS 102 72 109 78
$ analisi statica
NONLINEAR EFFECTS
GEOMETRY MEMBERS EXISTING
STIFFNESS ANALYSIS
I risultati di queste analisi (ampiezza) sono riportate nella tabella 8.1 (colonna “forz1 +
forz2”).
Abbiamo dunque trovato un metodo efficace per comporre gli spostamenti massimi dovuti a
forzanti diverse ma con la stessa pulsazione.
Si noti che in nella tabella 8.1 la fase non è misurata in rad/s ma in Hz. Prima di applicare le
formule precedentemente riportate è quindi necessario convertire la fase da Hz in rad/s.
I. D. J. Ewins, “Modal Testing: Theory and Practice”, Research Studies Press, 1984;