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UNI riconosce al cliente di questo prodotto scaricato on-line dal For this product downloaded online from the UNI webstore (hereafter referred to
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Il cliente ha riconosciuto che: The client acknowledged that:
il prodotto è di proprietà di UNI in quanto titolare del copyright -così – The product is property of UNI, as copyright owner –as specified in the product
come indicato all'interno del prodotto- e che tali diritti sono tutelati dalle itsselves– and the said rights are governed by national legislation and
leggi nazionali e dai trattati internazionali sulla tutela del copyright international agreements on copyright.
tutti i diritti, titoli e interessi nel e sul prodotto sono e saranno di UNI, – All rights, deeds and interests in and on the product shall remain property of
compresi i diritti di proprietà intellettuale. UNI, including those of intellectual property.
NORMA EUROPEA
CLASSIFICAZIONE ICS 33.100.01; 53.040.10
SOMMARIO La norma tratta i requisiti tecnici per minimizzare i pericoli che possono
verificarsi durante il funzionamento e la manutenzione di apparecchiature
e sistemi di movimentazione continua, quando sono eseguiti in conformità
alle specifiche fornite dal fabbricante o dal suo rappresentante autorizzato.
RELAZIONI NAZIONALI La presente norma, unitamente alla UNI EN 617, UNI EN 618 e UNI EN 620,
sostituisce la UNI ISO 1819:1989 e la UNI ISO 7149:1989.
PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 619 (edizione ottobre 2002), che assume così
lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
La Commissione "Trasporti interni" dell’UNI segue i lavori europei
sull’argomento per delega della Commissione Centrale Tecnica.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.
INDICE
INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2
3 TERMINI E DEFINIZIONI 3
4 PERICOLI 5
DESCRITTORI
La presente norma europea è stata approvata dal CEN l’8 marzo 2001.
I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles
© 2002 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
PREMESSA
Il presente documento EN 619:2002 è stato elaborato dal Comitato Tecnico CEN/TC 148
"Apparecchiature e sistemi per la movimentazione continua - Sicurezza", la cui segreteria
è affidata all'AFNOR.
Al presente documento deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o mediante
pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro aprile 2003, e le
norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro aprile 2003.
Il presente documento è stato elaborato nell'ambito di un mandato conferito al CEN dalla
Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio ed è di supporto ai
requisiti essenziali della/e Direttiva/e dell'UE.
Per quanto riguarda il rapporto con la/e Direttiva/e UE, si rimanda alle appendici informa-
tive ZA e ZB che costituiscono parte integrante del presente documento.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire il presente documento: Austria, Belgio, Danimarca,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Norve-
gia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
La presente norma fa parte di una serie di cinque norme i cui titoli sono indicati qui di seguito:
- EN 617 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for the equipment for the storage of bulk materials in silos, bunkers, bins and
hoppers
- EN 618 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements for
equipment for mechanical handling of bulk materials except fixed belt conveyors
- EN 619 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for equipment for mechanical handling of unit loads
- EN 620 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for fixed belt conveyors for bulk material
- EN 741 Continuous handling equipment and systems - Safety requirements for
systems and their components for pneumatic handling of bulk materials
Le appendici A, B, C, D, E, F e H sono normative, le appendici G, ZA e ZB sono informative.
INTRODUZIONE
La presente norma europea è una norma di tipo C, come stabilito nella EN 1070.
Nello scopo e campo di applicazione della presente norma sono indicati i macchinari di
riferimento e la misura in cui sono coperti i pericoli.
Nel corso della preparazione della presente norma si è presupposto che:
- solo persone competenti facciano funzionare la macchina;
- i componenti senza requisiti specifici siano:
a) progettati in conformità alla prassi usuale di ingegneria e ai codici di calcolo,
comprese tutte le modalità di guasto;
b) di valida costruzione meccanica ed elettrica;
c) fatti di materiali di robustezza adeguata e di qualità appropriata;
d) fatti di materiali esenti da difetti;
- materiali dannosi, quali l’amianto, non siano utilizzati come componenti della
macchina;
- i componenti siano conservati in buono stato di manutenzione e di funzionamento, in
modo che le caratteristiche richieste permangano nonostante l’usura;
- nella progettazione degli elementi di supporto del carico sia garantito un funziona-
mento sicuro della macchina per carichi variabili da zero al 100% per tutte le possibili
condizioni di carico previste e durante le prove;
- vi sia stato un dialogo tra utilizzatore e fornitore, a proposito delle condizioni d’utilizzo
e dei luoghi d’utilizzo dei macchinari;
- l’area di lavoro sia adeguatamente illuminata;
- i luoghi di installazione consentano un utilizzo sicuro della macchina.
1.1 La presente norma europea tratta i requisiti tecnici per ridurre al minimo i pericoli elencati
in 4 e nell’appendice B. Tali pericoli possono sorgere durante il funzionamento e la
manutenzione di apparecchiature e di sistemi di movimentazione continua, quando sono
eseguiti in conformità alle specifiche fornite dal fabbricante o dal suo rappresentante
autorizzato. La presente norma tratta la verifica tecnica, con riferimento alla sicurezza, nel
corso della messa in servizio.
1.3 I requisiti e/o le misure di sicurezza nella presente norma si applicano ad apparecchiature
utilizzate in tutti gli ambienti. Tuttavia, ulteriori valutazioni di rischio e misure di sicurezza
devono essere prese in esame per utilizzi in condizioni severe, per esempio, in applica-
zioni di impianti refrigeranti, ad alta temperatura, in ambienti corrosivi, in campi magnetici
forti, in atmosfere potenzialmente esplosive, in condizioni di radioattività, e per carichi la
cui natura potrebbe portare a una situazione di rischio (per esempio, metallo fuso,
acidi/basi, carichi particolarmente fragili, esplosivi), funzionamento su navi ed effetto di
terremoti, nonché contatto con sostanze alimentari. Non sono coperti i pericoli durante la
messa fuori esercizio.
1.4 La presente norma europea tratta i requisiti tecnici per la compatibilità elettromagnetica
(EMC).
1.5 La presente norma non tratta i pericoli durante la messa fuori esercizio e i pericoli generati
dal rumore. Essa non tratta neppure il funzionamento in ambienti dove i disturbi elettro-
magnetici sono al di fuori del campo specificato nella EN 61000-6-2.
La presente norma non si applica alle apparecchiature di trasporto e ai sistemi utilizzati
nel sottosuolo o in aree pubbliche e alle apparecchiature di supporto a terra degli aerei.
Nota 1 Le apparecchiature di supporto a terra degli aerei sono trattate dalle norme del CEN/TC 247.
Nota 2 Le apparecchiature di trasporto e i sistemi utilizzati nelle aree pubbliche saranno trattate in un aggiornamento.
Nota 3 I pericoli generati dal rumore saranno trattati in un aggiornamento.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
EN 81-3 Safety rules for the construction and installation of lifts - Electric
and hydraulic service lifts
EN 292-1:1991 Safety of machinery - Basic concepts, general principles for
design - Basic terminology, methodology
EN 292-2:1991 Safety of machinery - Basic concepts, general principles for
design - Technical principles and specifications
EN 294:1992 Safety of machinery - Safety distances to prevent danger zones
being reached by the upper limbs
EN 341 Personal protective equipment against falls from a height -
Descender devices
EN 349:1993 Safety of machinery - Minimum gaps to avoid crushing of parts of
the human body
EN 418:1992 Safety of machinery - Emergency stop equipment; functional
aspects - Principles for design
EN 457 Safety of machinery - Auditory danger signals - General
requirements, design and testing (ISO 7731:1986 modified)
EN 563 Safety of machinery - Temperatures of touchable surfaces -
Ergonomics data to establish temperature limit values for hot
surfaces
EN 614-1 Safety of machinery - Ergonomic design principles - terminology
and general principles
EN 626-1 Safety of machinery - Reduction of risks to health from hazardous
substances emitted by machinery - Principles and specifications
for machinery manufacturers
EN 795:1996 Protection against falls from a height - Anchor devices -
Requirements and testing
EN 842 Safety of machinery - Visual danger signals - General
requirements, design and testing
EN 953:1997 Safety of machinery - Guards - General requirements for the
design and construction of fixed and movable guards
EN 954-1 Safety of machinery - Safety related parts of control systems -
General principles for design
EN 982:1996 Safety of machinery - Safety requirements for fluid power systems
and their components - Hydraulics
EN 983:1996 Safety of machinery - Safety requirements for fluid power systems
and their components - Pneumatics
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma, si applicano i termini e le definizioni contenuti nella EN 1070
e i termini e le definizioni seguenti.
3.1 area di lavoro: Area, come intesa dal fabbricante, dove persone lavorano in condizioni
normali su trasportatori o li fanno funzionare (ispezione, manutenzione e pulizia sono
esclusi).
Nota Per le informazioni del fabbricante relative all’utilizzo previsto, vedere il "dialogo" nell’introduzione.
3.2 area di movimentazione: Area, come intesa dal fabbricante, che è accessibile a tutte le
persone o da esse raggiungibile, senza aprire una protezione, attivare uno scatto
automatico o utilizzare altri mezzi.
Nota Per le informazioni del fabbricante relative all’utilizzo previsto, vedere il "dialogo" nell’introduzione.
3.4 elemento di trazione: Parti di un trasportatore, azionate da forza motrice, che muovono i
carichi in modo diretto o indiretto, per esempio, cinghie, catene, nastri, funi di acciaio.
Nota Gli elementi di trazione possono essere anche elementi di trasporto, per esempio, la catena di un traspor-
tatore a catena raschiante.
3.6 trasportatore a nastro: Trasportatore con un nastro senza fine che agisce da elemento di
trasporto e di trazione. Il nastro è sostenuto da rulli o scorre su una superficie (figura A.1).
3.7 trasportatore a catena: Trasportatore con catene senza fine, con elemento singolo o
multiplo.
3.7.1 trasportatore a catena raschiante: Trasportatore con catene quali elementi di trazione o di
trasporto (figura A.2), eventualmente con elementi di spinta attaccati alle catene.
3.7.2 trasportatore a piastre o a maglie: Trasportatore con catene quali elementi di trazione e
barre, traversine, lamine o passanti quali elementi di trasporto per trattenere i carichi
(figura A.3).
3.8 trasportatore a catena raschiante a elemento singolo: Trasportatore con catena singola
o fune metallica in un condotto sotto o sopra il suolo, quale elemento di trazione collegato
direttamente ai carrelli di trasporto (figura A.4).
3.9 trasportatore sospeso: Trasportatore in cui gli elementi di trasporto sono appesi a guide
sospese e sono attaccati, per esempio, direttamente o alle catene o alle funi di trazione,
oppure a carrelli separati, movimentati da elementi di spinta azionati dalle catene (figura
A.5).
3.13 carrello di trasferimento: Carrello guidato meccanicamente per trasferire carichi unitari
prelevato da un trasportatore, spinto lateralmente e portato su un altro trasportatore o su
un’altra apparecchiatura (figura A.10).
4 PERICOLI
I pericoli più importanti sono riportati nel presente punto. Per una lista completa dei
pericoli, vedere appendice B.
Nota I pericoli descritti di seguito si verificano generalmente in combinazione nelle installazioni di trasporto, per
esempio, punti di schiacciamento, cesoiamento e intrappolamento nel caso di trasportatori con elementi di
spinta.
4.3.1 I pericoli di natura termica possono derivare dal contatto con sorgenti di calore.
4.3.2 Effetti di danno alla salute possono derivare da un ambiente di lavoro molto caldo o freddo.
4.4 Pericoli dovuti a trascuratezza dei principi ergonomici nella progettazione di macchine
Pericoli possono derivare, per esempio, da:
- scadente progettazione dei dispositivi di controllo e dei luoghi di lavoro;
- sollecitazione eccessiva del personale riguardo alla velocità e allo sforzo.
4.5.1 Pericoli possono verificarsi nel caso di interruzione di fornitura di energia, se i trasportatori
o i carichi si rovesciano o cadono all’indietro, indipendentemente dalla volontà. Se in un
trasportatore sospeso semovente si rompono i rulli, il carrello può uscire dalle guide.
4.5.2 Pericoli possono verificarsi per guasto dei componenti, per esempio, rottura dei rulli su un
trasportatore sospeso semovente, che può provocare la caduta del carrello.
4.5.3 Pericoli possono derivare a causa di una espulsione imprevista di parti della macchina o
di fluidi, per esempio, guasto dei componenti idraulici o pneumatici.
4.5.4 Su grandi installazioni, pericoli, per esempio, di natura idraulica, pneumatica, elettrica o
meccanica, possono derivare da errato montaggio sul posto, a causa di istruzioni inade-
guate per la costruzione o il montaggio.
Quando si verifica un arresto, per esempio, scatto automatico dei dispositivi di sicurezza,
respingenti, arresti di fine corsa, la distanza di arresto deve essere la più breve possibile,
ma compatibile con la sicurezza del sistema.
5.1.1.1 Generalità
Nell’area di lavoro e di movimentazione, le zone di pericolo tra componenti motorizzati e
fissi, di punti di trasferimento orizzontale o verticale, punti di alimentazione, punti di devia-
zione, dispositivi di trasferimento orizzontale e verticale e cancelli devono essere messe
in sicurezza. Ciò deve essere ottenuto, per esempio, assicurando una distanza massima
continua di 5 mm tra i componenti in movimento e fissi (vedere figura D.1).
In alternativa, le zone di pericolo devono essere messe in sicurezza, per esempio,
mediante recinzioni (maglie metalliche in conformità alla EN 294), porte o cancelli a inter-
ruzione automatica o dispositivi a scatto automatico (dispositivi fotoelettrici, zerbini
sensibili alla pressione). Se il carico crea una zona di pericolo, si deve prendere in consi-
derazione la sua posizione più sfavorevole.
Vedere EN 1088, EN 1760-1 e prEN 61496-2:1997.
Nota Vedere anche EN 953.
5.1.3.2 Punti di intrappolamento negli elementi di trazione e di trasporto o negli elementi di spinta
Nell’area di lavoro e di movimentazione, i punti di intrappolamento, di schiacciamento e di
cesoiamento, che si producono a causa del ritorno degli elementi di trazione e di trasporto
o a causa del movimento degli elementi di spinta, devono essere evitati al momento della
progettazione o messi in sicurezza fino a un’altezza di almeno 2,5 m.
si considera che i pericoli sono evitati al momento della progettazione se:
- una distanza di sicurezza di almeno 0,05 m è mantenuta dove vi è il rischio che le
dita o le mani siano trattenute;
- una distanza di sicurezza di almeno 0,12 m è mantenuta dove vi è il rischio che le
braccia o i piedi siano trattenute;
- una distanza di sicurezza di 0,5 m è mantenuta dove vi è il rischio che il corpo sia
trattenuto.
I punti di intrappolamento devono essere protetti, per esempio, mediante l’utilizzo di:
- protezioni a bloccaggio direttamente sul punto di intrappolamento, che devono avere
una distanza massima di 5 mm (vedere figura D.7);
- protezioni a piastra direttamente sotto le guide degli elementi di spinta (vedere figura
D.8);
- altre misure, per esempio, protezioni quali coperchi, recinzioni, barriere, gallerie o
dispositivi di scatto automatico, quali zerbini sensibili alla pressione o dispositivi
fotoelettrici. Le distanze di sicurezza devono essere in conformità al prospetto 1
della EN 294:1992.
5.1.3.4 Zone di pericolo tra trasportatori a catene raschianti e carichi unitari trasportati
Nell’area di lavoro, le zone di rischio [vedere figura C.2b)] tra i carichi unitari trasportati e
le parti fisse tra le catene dei trasportatori a catene raschianti devono essere messe in
sicurezza, per esempio, mediante rivestimento completo con pannelli dell’area sopra le
traverse, vicino alla parte inferiore del livello di trasporto.
5.1.5.1.9 Velocità di abbassamento dei dispositivi di trasferimento verticale alimentati con sistema idraulico
e pneumatico
I meccanismi di azionamento idraulico e pneumatico dei dispositivi di trasferimento
verticale, che non sono destinati a trasportare persone, devono essere provvisti di prote-
zione che assicuri, nel caso di perdite nella linea, che il dispositivo di trasferimento sia
tenuto sotto controllo ad una velocità non maggiore di 1,5 volte la velocità operativa di
abbassamento del carico (vedere appendice E).
5.1.5.2.1 Generalità
Nelle aree di lavoro e di movimentazione, in particolare nei punti di trasferimento
orizzontale, i trasportatori devono essere installati in modo che le persone non siano ferite
dalla caduta del carico trasportato. Misure possono essere protezioni laterali e/o prote-
zioni sottostanti, quali reti di corda, reti metalliche, piastre o barriere. Tali misure devono
essere progettate in modo da arrestare il movimento verso il basso del carico nominale e
sostenerlo.
5.1.5.2.4 Elementi di trasporto amovibili per trasportatori sospesi o per trasportatori sospesi semoventi
I fattori di sicurezza in relazione al carico statico, per i calcoli di elementi di trasporto
amovibili, devono essere di 2 nei confronti della deformazione permanente e di 3 nei
confronti della rottura.
Per le funi di acciaio e per le catene a rulli, il fattore di sicurezza nei confronti della rottura
deve essere di 4.
5.2.1.2 Ambiente
Il fornitore deve selezionare ed installare equipaggiamenti che siano utilizzabili
nell’ambiente di lavoro voluto. I contenitori degli equipaggiamenti elettrici (armadi, quadri,
scomparti) devono fornire una protezione conveniente, per esempio, quando i contenitori
di equipaggiamenti elettrici sono all’interno, devono avere un grado minimo di protezione
di IP 22, quelli per i motori di IP 23 e quando si trovano all’esterno e sono soggetti alla
penetrazione di liquidi, devono avere un grado minimo di protezione di IP 55 (vedere
EN 60529).
Gli equipaggiamenti devono essere progettati per resistere alle vibrazioni e agli urti che
generalmente si verificano sui trasportatori, senza guastarsi fino al livello di pericolo.
Se si vuole che il trasportatore sia utilizzato in condizioni al di fuori del campo della
EN 60204-1:1997, punto 4.4, per esempio, temperatura ambiente, umidità, altitudine,
atmosfera corrosiva, il fabbricante ne deve tenere conto nella progettazione.
5.5 Misure di protezione dai pericoli generati dai materiali trasportati (contatto con o inala-
zione di liquidi nocivi, gas, condense, fumi e polvere)
Si applica la norma europea EN 626-1.
L’apparecchiatura deve essere progettata e costruita per le condizioni ambientali volute
(vedere introduzione).
Se si devono trasportare carichi pericolosi o nocivi, questi devono essere racchiusi in
modo da impedire che sfuggano nell’atmosfera. Il contenitore deve essere correttamente
sigillato e, dove è necessario, deve essere provvisto di un dispositivo di sfiato del vapore
o della polvere.
Si deve fare particolare attenzione ai carichi molto caldi o igroscopici.
5.6 Misure di protezione dai pericoli provocati dall’inosservanza dei principi ergonomici
In caso di carico e/o scarico a mano, la progettazione del trasportatore (altezza,
larghezza, velocità, ecc.) deve essere in conformità ai principi ergonomici (vedere
EN 614-1).
5.7 Misure di protezione dai pericoli causati da interruzione della fornitura di energia, rottura
di parti di macchine o altri disturbi funzionali
5.7.1 Generalità
Deve essere garantito che, in caso di interruzione dell’alimentazione di forza motrice, tutti
i movimenti siano fermati automaticamente. La distanza di arresto deve essere la più
breve possibile, ma compatibile con la sicurezza del sistema. Il movimento non azionato
dalla forza motrice deve essere impedito. Inoltre, non devono essere possibili movimenti
in senso contrario dei carichi trasportati e non deve essere superato il limite di velocità
progettato dal fabbricante.
I dispositivi di comando dell’arresto non devono richiedere una forza notevole per l’aziona-
mento manuale. Dopo l’azionamento di un dispositivo di comando dell’arresto, il traspor-
tatore corrispondente o, se richiesto, il sistema di trasportatori deve arrestarsi e poi
rimanere in una condizione stazionaria.
La funzione di arresto deve essere progettata in modo da evitare di creare condizioni di
pericolo (per esempio, scarico pericoloso del materiale trasportato). Se l’arresto di deter-
minati trasportatori può provocare pericoli su altre parti collegate dell’impianto, l’azione di
arresto deve essere controllata in modo opportuno (per esempio, con un tempo di ritardo
o con una sequenza).
Nel caso in cui parti del sistema rimangano sotto pressione dopo lo scollegamento (per
esempio, a causa di interconnessioni o a causa di una fonte di energia in quella parte del
circuito) ciascuna singola fonte di energia deve poter essere scollegata e/o dissipata per
permettere di eseguire il lavoro in sicurezza. Tali parti del sistema devono essere contras-
segnate/identificate e protette in modo idoneo.
Nota Vedere EN 982:1996 punto 5.3.4.5.1 e EN 983:1996 punto 5.1.6.
I sistemi devono includere filtri che devono essere installati nella linea principale di
alimentazione ed anche immediatamente prima di ciascuna valvola di intercettazione,
dove la contaminazione può provocare un pericolo.
Nota Vedere EN 982:1996 punti 5.3.4.1.3 e 5.3.7 e EN 983:1996 punto 5.3.4.1.1.
I sistemi devono essere progettati e costruiti in modo da impedire o da ridurre al minimo
eccessi momentanei della pressione di esercizio, ridurre al minimo le perdite e la
pressione di ritorno, in particolare nei sistemi pneumatici che riguardano la sicurezza.
Nota Vedere EN 983:1996 punto 5.3.3.1.4.
I sistemi idraulici che comprendono accumulatori caricati a gas devono soddisfare i
requisiti della EN 982, punto 5.3.4.5. Nel caso in cui gli accumulatori forniscano fluido
idraulico a funzioni critiche per la sicurezza, devono comprendere un dispositivo di rileva-
mento del livello minimo del fluido. Se si raggiunge il livello minimo del fluido, il dispositivo
deve emettere automaticamente un comando di arresto.
7.1.1 Generalità
Il manuale di istruzioni deve essere conforme al punto 5.5 della EN 292-2:1991 e deve
comprendere le informazioni richiamate nella EN 292-2:1991, appendice A, punto 1.7.5.
Tali informazioni devono comprendere le condizioni nelle quali si vuole utilizzare
l’apparecchiatura, in particolare riguardo a:
- i materiali che devono essere movimentati: indicazione delle caratteristiche massime
permesse, per esempio, le dimensioni;
- le condizioni di funzionamento: indicazione del modo o dei modi di funzionamento,
per esempio, funzionamento automatico o manuale;
- campo delle condizioni ambientali volute, in conformità alle restrizioni nel campo di
applicazione, per esempio, vento, temperatura, umidità relativa.
Devono inoltre essere forniti i particolari delle funzioni di sicurezza e l’elenco e l’ubica-
zione dei dispositivi di sicurezza.
Il manuale di istruzioni deve inoltre contenere le informazioni sulle applicazioni proibite,
quali:
- la movimentazione di carichi unitari diversi da quelli specificati e di carichi unitari
pericolosi;
- il trasporto di persone.
Nel caso in cui sia provvisto un sistema di logica programmabile, il manuale di istruzioni
deve contenere tutte le istruzioni necessarie per le modifiche dei programmi considerate
ammissibili dal fabbricante.
7.1.5 Addestramento
Nel manuale di istruzioni il fornitore deve indicare se l’addestramento dell’operatore è
richiesto e fornire particolari di tale addestramento.
7.2 Marcatura
figura D.3 Distanze laterali di sicurezza sui veicoli dei trasportatori sospesi semoventi
Dimensioni in m
figura D.5 Distanze di sicurezza sotto e tra i veicoli disposti l’uno dietro l’altro
Dimensioni in m
figura D.6 Distanza di sicurezza sopra le parti di strutture o di macchine su cui si può camminare e su altre aree
di movimentazione e stazioni di lavoro
Legenda
1 Area non di lavoro
Dimensioni in m
figura D.7 Protezioni sui punti di intrappolamento, per esempio, dei nastri
Dimensioni in mm
figura D.12 Protezione dei punti di contatto sui trasportatori a rulli azionati da cinghie
E.1.1.2 Quando vi è più di un meccanismo di sicurezza, i loro attuatori devono essere collegati
(per esempio, con mezzi meccanici) per garantire che funzionino simultaneamente.
E.1.1.4 La rottura o l’allentamento della fune o della catena del dispositivo di regolazione
dell’eccesso di velocità deve arrestare il montacarichi.
E.1.2.1 Le funi o le catene dei montacarichi devono essere dimensionati in conformità ai codici di
calcolo riconosciuti nella prassi per la serie di carichi e per il tempo di funzionamento
previsto. Il rapporto tra il carico minimo di rottura e la massima forza statica per tutti gli
elementi di sollevamento deve essere di almeno 5. Quando è trasportata una persona, il
suddetto rapporto deve essere di 10.
E.1.2.2 Tutti gli elementi di sollevamento di una unità di sollevamento devono essere delle stesse
dimensioni, della stessa resistenza e delle stesse modalità costruttive.
E.1.2.3 Le funi d’acciaio di sospensione devono essere fatte di almeno 114 fili metallici. La
resistenza a trazione dei fili metallici della fune non deve essere minore di 1 570 N/mm2.
E.1.2.4 I tamburi della fune devono essere provvisti di una singola scanalatura continua a spirale
per ciascuna fune. La fune deve essere avvolta solo in un unico strato. Quando l’elemento
di trasporto e sollevamento si trova nella sua posizione più bassa, sul tamburo devono
trovarsi almeno due giri di ciascuna fune.
E.1.2.5 Il rapporto tra il diametro delle pulegge e dei tamburi, misurato sulla linea centrale della
fune e il diametro nominale della fune deve essere in conformità ai codici di calcolo ricono-
sciuti nella prassi per la serie di carichi ed il tempo di funzionamento previsti, ma non può
essere in nessun caso minore di 22:1.
E.1.2.6 Devono essere messi a disposizione mezzi per rendere uguale la tensione degli elementi
di sollevamento nei casi in cui più di un elemento è fissato a un punto, e la loro posizione
deve essere tenuta sotto controllo.
E.1.2.7 Le catene utilizzate come elementi di sollevamento devono essere solo del tipo a foglia o
a rullo.
E.1.2.8 Le pulegge per le funi, le ruote per le catene o le ruote dentate devono essere provviste
di protezioni per impedire che le funi o le catene si allontanino dalle scanalature o dai
denti.
E.1.2.9 I capi delle funi o delle catene devono avere un carico di rottura minimo di almeno l’80%
del carico di rottura minimo della fune o della catena. I morsetti a U non devono essere
utilizzati per i capi delle funi che trasportano carichi.
E.2.1 I cilindri, le tubazioni, le valvole e gli accessori devono resistere, senza distorsioni e guasti
permanenti, a due volte la pressione di esercizio massima, in conformità alla EN 982.
E.2.2 Le manichette devono essere in grado di resistere ad almeno 3 volte la loro pressione di
esercizio massima.
E.2.3 Devono essere messi a disposizione mezzi per evacuare l’aria intrappolata dai circuiti
idraulici.
E.2.4 Una valvola di sicurezza per la pressione deve essere installata tra la pompa e la valvola
di non ritorno e deve funzionare ad una pressione non maggiore del 10% rispetto a quella
di esercizio.
E.2.5 Devono essere prese delle misure per impedire l’abbassamento della posizione degli
operatori in caso di guasto della tubazione o della manichetta, per esempio, mediante una
valvola collegata direttamente al cilindro di sollevamento o mediante dispositivo a
ganascia.
E.3.1 Il rapporto tra il carico di rottura a trazione del materiale utilizzato e la sollecitazione di
progetto delle filettature delle viti e dei dadi, non deve essere minore di 6. Un fattore di
sicurezza minore, tuttavia non minore di 3, si può utilizzare su una macchina senza una
posizione di sollevamento dell’operatore, a meno che non vi sia pericolo per le persone.
E.3.2 Il meccanismo di trasmissione a vite deve essere progettato in modo da impedire la sua
separazione dal dispositivo di sollevamento nel corso dell’utilizzo normale.
E.3.3 Ogni trasmissione a vite deve avere un dado di supporto del carico e un dado di sicurezza
senza carico, dello stesso materiale e delle stesse dimensioni. Il dado di sicurezza deve
sostenere il carico solo nel caso il dado di supporto del carico si guasti. Non deve essere
possibile sollevare il dispositivo di sollevamento quando il dado di sicurezza è sotto carico.
La trasmissione a vite deve avere una resistenza all’usura più elevata dei dadi.
E.3.4 Deve essere possibile ispezionare la condizione del dado di supporto del carico senza
smontare parti importanti, per esempio, misurando lo spazio libero tra il dado di supporto
del carico e il dado di sicurezza.
E.3.5 Le trasmissioni a vite devono essere provviste ad entrambe le estremità di dispositivi che
impediscano ai dadi di sicurezza di svitarsi dalle viti di guida.
E.4.1 Il rapporto tra la sollecitazione di rottura a trazione del materiale utilizzato e la sollecita-
zione di progetto delle cremagliere e dei pignoni non deve essere minore di 6.
E.4.2 In aggiunta ai normali meccanismi delle macchine, devono essere provvisti dei dispositivi
che agiscano in modo effettivo e impediscano al pignone di guida e al pignone che aziona
il meccanismo di sicurezza di sganciarsi dalla cremagliera. Tali dispositivi devono
garantire che il movimento assiale del pignone sia limitato, in modo che almeno ²⁄₃ della
larghezza del dente rimanga in presa. Essi devono inoltre limitare il movimento radiale del
pignone fuori dalla sua posizione di ingranamento, fino al massimo di ¹⁄₃ dell’altezza del
dente.
E.4.3 L’esame visivo dei pignoni deve essere possibile senza smontare i pignoni e senza
smontare componenti strutturali importanti.
F.1.1 Se l’altezza di ingresso/uscita del carico è al massimo di 0,5 m ed è conforme alla EN 294
per le distanze di sicurezza, non sono richieste ulteriori misure per la messa in sicurezza
(per esempio, vedere figura D.16).
Nota Se le zone a rischio possono essere raggiunte attraverso l’entrata o l’uscita del carico, si applicano i requisiti
di 5.1.
F.1.2 Se l’altezza dell’ingresso o dell’uscita del carico è maggiore di 0,5 m, l’accesso può essere
impedito da un dispositivo di interdizione/impedimento, alto almeno 1 m [vedere punto a)],
disposto in conformità alla EN 294:1992, prospetto 1. Tuttavia, se può verificarsi un utilizzo
indebito prevedibile, per esempio, un comportamento non corretto, che deriva da normale
negligenza o dal seguire una linea di minima resistenza [vedere punto b)] per avere
accesso o raggiungere zone di pericolo, l’accesso all’area di trasferimento del carico deve
essere messo in sicurezza con altri mezzi descritti nel punto seguente F.2:
a) Dispositivi di interdizione/impedimento
Quando l’interdizione o l’impedimento devono essere forniti dallo stesso traspor-
tatore, il trasportatore deve essere fissato stabilmente sul posto e deve essere
impedito l'accesso alle zone di pericolo da sotto o tra i lati del trasportatore e
l’apertura (per esempio, vedere figura D.15).
b) Accesso
L’accesso autorizzato attraverso una porta a interruzione automatica deve essere
reso il più conveniente possibile, per scoraggiare il personale dal tentativo di
accedere attraverso un’altra via.
F.1.3 Se le condizioni di cui in F.1.1 o F.1.2 non sono applicabili, si devono adottare misure in
conformità ad F.2 e il trasportatore deve avere una lunghezza minima di 1,2 m nella
direzione di trasporto; oppure una lunghezza minima di 2 m se l’altezza del trasportatore
è minore di 0,3 m.
Si fa una distinzione tra aree con una media elevata e aree con probabilità bassa e
bassissima, a seconda della frequenza, del tempo di presenza e della distanza delle
persone.
UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
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