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normativa vigente in Italia e il tribunale competente per qualsiasi
controversia è quello di Milano.

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Membro Italiano ISO e CEN
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Apparecchiature e sistemi di movimentazione continua


NORMA ITALIANA Requisiti di sicurezza e compatibilità elettromagnetica UNI EN 619
per le apparecchiature di movimentazione meccanica
di carichi unitari
LUGLIO 2004

Continuous handling equipment and systems


Safety and EMC requirements for equipment for mechanical
handling of unit loads

NORMA EUROPEA
CLASSIFICAZIONE ICS 33.100.01; 53.040.10

SOMMARIO La norma tratta i requisiti tecnici per minimizzare i pericoli che possono
verificarsi durante il funzionamento e la manutenzione di apparecchiature
e sistemi di movimentazione continua, quando sono eseguiti in conformità
alle specifiche fornite dal fabbricante o dal suo rappresentante autorizzato.

RELAZIONI NAZIONALI La presente norma, unitamente alla UNI EN 617, UNI EN 618 e UNI EN 620,
sostituisce la UNI ISO 1819:1989 e la UNI ISO 7149:1989.

RELAZIONI INTERNAZIONALI = EN 619:2002


La presente norma è la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN 619 (edizione ottobre 2002).

ORGANO COMPETENTE Commissione "Trasporti interni"

RATIFICA Presidente dell’UNI, delibera del 27 aprile 2004

UNI © UNI - Milano


Ente Nazionale Italiano Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Battistotti Sassi, 11B il consenso scritto dell’UNI.
20133 Milano, Italia

Gr. 16 UNI EN 619:2004 Pagina I


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PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN 619 (edizione ottobre 2002), che assume così
lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione è stata curata dall’UNI.
La Commissione "Trasporti interni" dell’UNI segue i lavori europei
sull’argomento per delega della Commissione Centrale Tecnica.

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubbli-


cazione di nuove edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di es-
sere in possesso dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI
corrispondenti alle norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.

Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione, per l’eventuale revisione della norma stessa.

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INDICE

INTRODUZIONE 1

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 1

2 RIFERIMENTI NORMATIVI 2

3 TERMINI E DEFINIZIONI 3

4 PERICOLI 5

5 REQUISITI E/O MISURE DI SICUREZZA 6

6 VERIFICA DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA 23

7 INFORMAZIONI PER L'UTILIZZO 24


figura 1 "Accesso vietato alle persone non autorizzate" .............................................................................. 28

8 REQUISITI DI COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA (EMC) 28

APPENDICE A ESEMPI DI APPARECCHIATURE PER LA MOVIMENTAZIONE CONTINUA 30


(normativa)
figura A.1 Trasportatore a nastro ............................................................................................................................. 30
figura A.2 Trasportatore a catene striscianti ......................................................................................................... 30
figura A.3 Trasportatore a piastre ............................................................................................................................ 30
figura A.4 Trasportatore a catene striscianti a elemento singolo .................................................................. 31
figura A.5 Trasportatore sospeso ............................................................................................................................. 31
figura A.6 Trasportatore a vaschette oscillanti..................................................................................................... 31
figura A.7 Trasportatore a rulli a gravità ................................................................................................................. 32
figura A.8 Trasportatore a rulli mobili guidati ........................................................................................................ 32
figura A.9 Trasportatore sospeso a monorotaia .................................................................................................. 32
figura A.10 Carrello di trasferimento .......................................................................................................................... 33
figura A.11 Dispositivo di trasferimento verticale .................................................................................................. 33
figura A.12 Dispositivo di trasferimento orizzontale (piattaforma girevole) .................................................. 33

APPENDICE B ELENCO DEI PERICOLI 34


(normativa)

APPENDICE C ESEMPI DI PERICOLI DI NATURA MECCANICA 38


(normativa)
figura C.1 Pericolo di schiacciamento ..................................................................................................................... 38
figura C.2a) Pericolo di cesoiamento .......................................................................................................................... 38
figura C.2b) Pericolo di cesoiamento .......................................................................................................................... 38
figura C.3a) Pericolo di intrappolamento.................................................................................................................... 39
figura C.3b) Pericolo di intrappolamento.................................................................................................................... 39
figura C.3c) Pericolo di intrappolamento.................................................................................................................... 39
figura C.4 Pericolo di intrappolamento e di schiacciamento............................................................................ 40
figura C.5 Pericolo di intrappolamento e di cesoiamento ................................................................................. 40
figura C.6 Pericolo di cesoiamento e di urto ......................................................................................................... 40

APPENDICE D ESEMPI DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA 41


(normativa)
figura D.1 Piattaforma girevole - distanza libera continua ............................................................................... 41
figura D.2 Protezione di un dispositivo di trasferimento verticale .................................................................. 41
figura D.3 Distanze laterali di sicurezza sui veicoli dei trasportatori sospesi semoventi ....................... 42

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figura D.4 Ostruzioni fisse nello spazio di sicurezza ......................................................................................... 42


figura D.5 Distanze di sicurezza sotto e tra i veicoli disposti l’uno dietro l’altro ....................................... 43
figura D.6 Distanza di sicurezza sopra le parti di strutture o di macchine su cui si può camminare
e su altre aree di movimentazione e stazioni di lavoro................................................................. 43
figura D.7 Protezioni sui punti di intrappolamento, per esempio, dei nastri............................................... 43
figura D.8 Protezioni a piastra sotto gli elementi di spinta ............................................................................... 44
figura D.9 Protezioni e protezioni dei punti di intrappolamento sui rocchetti............................................. 44
figura D.10 Distanze di sicurezza per i rulli dei carrelli rimorchiati .................................................................. 45
figura D.11 Protezione sui rulli dei trasportatori sospesi .................................................................................... 46
figura D.12 Protezione dei punti di contatto sui trasportatori a rulli azionati da cinghie........................... 46
figura D.13 Protezione sui trasportatori a rulli azionati da catene ................................................................... 46
figura D.14 Protezione tra i trasportatori a rulli e i carichi unitari trasportati ................................................ 47
figura D.15 Impedimento all’accesso alle aree di pericolo (1) .......................................................................... 47
figura D.16 Impedimento all’accesso alle aree di pericolo (2) .......................................................................... 47
figura D.17 Protezione sui carrelli di trasferimento e sui trasportatori di interfaccia ................................. 48

APPENDICE E MISURE CONTRO I PERICOLI DI SCHIACCIAMENTO E DI CADUTA


(normativa) DEGLI ELEMENTI DI TRASPORTO DEI DISPOSITIVI DI TRASFERIMENTO
VERTICALE 49

APPENDICE F TIPICI ESEMPI DI PROGETTAZIONE DI TRASPORTATORI PER IMPEDIRE


(normativa) O SCORAGGIARE IL LORO UTILIZZO INDEBITO PER AVERE ACCESSO
ALLE AREE DI RISCHIO 52
figura F.1 Struttura della superficie di una intelaiatura ..................................................................................... 54
figura F.2 Area tra le catene dei trasportatori a doppia catena ..................................................................... 54
figura F.3 Protezioni meccaniche ............................................................................................................................ 55
figura F.4 Dispositivi a scatto automatico ............................................................................................................. 55
figura F.5 Lastre inclinate ........................................................................................................................................... 55

APPENDICE G CONSIDERAZIONI PER UNA VALUTAZIONE DEI RISCHI NELLE


(informativa) APPARECCHIATURE DI MOVIMENTAZIONE CONTINUA DI CARICHI
UNITARI 56

APPENDICE H VERIFICA DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA 58


(normativa)

APPENDICE ZA RELAZIONI DEL PRESENTE DOCUMENTO CON LE DIRETTIVE CE 64


(informativa)

APPENDICE ZB PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA, CHE SI RIFERISCONO AI


(informativa) REQUISITI DI PROTEZIONE PRINCIPALE DELLA DIRETTIVA UE
COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA 89/336/CEE 65

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Apparecchiature e sistemi di movimentazione continua


NORMA EUROPEA Requisiti di sicurezza e compatibilità elettromagnetica EN 619
per le apparecchiature di movimentazione meccanica
di carichi unitari
OTTOBRE 2002

Continuous handling equipment and systems


EUROPEAN STANDARD Safety and EMC requirements for equipment for mechanical
handling of unit loads

Equipements et systèmes de manutention continue


NORME EUROPÉENNE Prescriptions de sécurité et de CEM pour les équipements de
manutention mécanique des charges isolées

Stetigförderer und Systeme


EUROPÄISCHE NORM Sicherheits- und EMV - Anforderungen an mechanische
Fördereinrichtungen für Stückgut

DESCRITTORI

ICS 33.100.01; 53.040.10

La presente norma europea è stata approvata dal CEN l’8 marzo 2001.
I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalità secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrisponden-
ti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria respon-
sabilità da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il me-
desimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comité Européen de Normalisation
Europäisches Komitee für Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

© 2002 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.

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PREMESSA
Il presente documento EN 619:2002 è stato elaborato dal Comitato Tecnico CEN/TC 148
"Apparecchiature e sistemi per la movimentazione continua - Sicurezza", la cui segreteria
è affidata all'AFNOR.
Al presente documento deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o mediante
pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro aprile 2003, e le
norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro aprile 2003.
Il presente documento è stato elaborato nell'ambito di un mandato conferito al CEN dalla
Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio ed è di supporto ai
requisiti essenziali della/e Direttiva/e dell'UE.
Per quanto riguarda il rapporto con la/e Direttiva/e UE, si rimanda alle appendici informa-
tive ZA e ZB che costituiscono parte integrante del presente documento.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei se-
guenti Paesi sono tenuti a recepire il presente documento: Austria, Belgio, Danimarca,
Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Norve-
gia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
La presente norma fa parte di una serie di cinque norme i cui titoli sono indicati qui di seguito:
- EN 617 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for the equipment for the storage of bulk materials in silos, bunkers, bins and
hoppers
- EN 618 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements for
equipment for mechanical handling of bulk materials except fixed belt conveyors
- EN 619 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for equipment for mechanical handling of unit loads
- EN 620 Continuous handling equipment and systems - Safety and EMC requirements
for fixed belt conveyors for bulk material
- EN 741 Continuous handling equipment and systems - Safety requirements for
systems and their components for pneumatic handling of bulk materials
Le appendici A, B, C, D, E, F e H sono normative, le appendici G, ZA e ZB sono informative.

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INTRODUZIONE
La presente norma europea è una norma di tipo C, come stabilito nella EN 1070.
Nello scopo e campo di applicazione della presente norma sono indicati i macchinari di
riferimento e la misura in cui sono coperti i pericoli.
Nel corso della preparazione della presente norma si è presupposto che:
- solo persone competenti facciano funzionare la macchina;
- i componenti senza requisiti specifici siano:
a) progettati in conformità alla prassi usuale di ingegneria e ai codici di calcolo,
comprese tutte le modalità di guasto;
b) di valida costruzione meccanica ed elettrica;
c) fatti di materiali di robustezza adeguata e di qualità appropriata;
d) fatti di materiali esenti da difetti;
- materiali dannosi, quali l’amianto, non siano utilizzati come componenti della
macchina;
- i componenti siano conservati in buono stato di manutenzione e di funzionamento, in
modo che le caratteristiche richieste permangano nonostante l’usura;
- nella progettazione degli elementi di supporto del carico sia garantito un funziona-
mento sicuro della macchina per carichi variabili da zero al 100% per tutte le possibili
condizioni di carico previste e durante le prove;
- vi sia stato un dialogo tra utilizzatore e fornitore, a proposito delle condizioni d’utilizzo
e dei luoghi d’utilizzo dei macchinari;
- l’area di lavoro sia adeguatamente illuminata;
- i luoghi di installazione consentano un utilizzo sicuro della macchina.

1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

1.1 La presente norma europea tratta i requisiti tecnici per ridurre al minimo i pericoli elencati
in 4 e nell’appendice B. Tali pericoli possono sorgere durante il funzionamento e la
manutenzione di apparecchiature e di sistemi di movimentazione continua, quando sono
eseguiti in conformità alle specifiche fornite dal fabbricante o dal suo rappresentante
autorizzato. La presente norma tratta la verifica tecnica, con riferimento alla sicurezza, nel
corso della messa in servizio.

1.2 La presente norma si applica ai dispositivi di movimentazione meccanica definiti in 3,


singoli o in combinazione, per formare un sistema di trasportatori e progettati esclusiva-
mente per movimentare in continuo carichi unitari su un percorso predefinito, dal punto di
carico al punto di scarico, eventualmente a velocità variabile o a cicli. In generale, si
applica anche ai trasportatori che sono installati all’interno di macchine o collegati a
macchine.

1.3 I requisiti e/o le misure di sicurezza nella presente norma si applicano ad apparecchiature
utilizzate in tutti gli ambienti. Tuttavia, ulteriori valutazioni di rischio e misure di sicurezza
devono essere prese in esame per utilizzi in condizioni severe, per esempio, in applica-
zioni di impianti refrigeranti, ad alta temperatura, in ambienti corrosivi, in campi magnetici
forti, in atmosfere potenzialmente esplosive, in condizioni di radioattività, e per carichi la
cui natura potrebbe portare a una situazione di rischio (per esempio, metallo fuso,
acidi/basi, carichi particolarmente fragili, esplosivi), funzionamento su navi ed effetto di
terremoti, nonché contatto con sostanze alimentari. Non sono coperti i pericoli durante la
messa fuori esercizio.

1.4 La presente norma europea tratta i requisiti tecnici per la compatibilità elettromagnetica
(EMC).

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1.5 La presente norma non tratta i pericoli durante la messa fuori esercizio e i pericoli generati
dal rumore. Essa non tratta neppure il funzionamento in ambienti dove i disturbi elettro-
magnetici sono al di fuori del campo specificato nella EN 61000-6-2.
La presente norma non si applica alle apparecchiature di trasporto e ai sistemi utilizzati
nel sottosuolo o in aree pubbliche e alle apparecchiature di supporto a terra degli aerei.
Nota 1 Le apparecchiature di supporto a terra degli aerei sono trattate dalle norme del CEN/TC 247.
Nota 2 Le apparecchiature di trasporto e i sistemi utilizzati nelle aree pubbliche saranno trattate in un aggiornamento.
Nota 3 I pericoli generati dal rumore saranno trattati in un aggiornamento.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non
datati vale l'ultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli
aggiornamenti).
EN 81-3 Safety rules for the construction and installation of lifts - Electric
and hydraulic service lifts
EN 292-1:1991 Safety of machinery - Basic concepts, general principles for
design - Basic terminology, methodology
EN 292-2:1991 Safety of machinery - Basic concepts, general principles for
design - Technical principles and specifications
EN 294:1992 Safety of machinery - Safety distances to prevent danger zones
being reached by the upper limbs
EN 341 Personal protective equipment against falls from a height -
Descender devices
EN 349:1993 Safety of machinery - Minimum gaps to avoid crushing of parts of
the human body
EN 418:1992 Safety of machinery - Emergency stop equipment; functional
aspects - Principles for design
EN 457 Safety of machinery - Auditory danger signals - General
requirements, design and testing (ISO 7731:1986 modified)
EN 563 Safety of machinery - Temperatures of touchable surfaces -
Ergonomics data to establish temperature limit values for hot
surfaces
EN 614-1 Safety of machinery - Ergonomic design principles - terminology
and general principles
EN 626-1 Safety of machinery - Reduction of risks to health from hazardous
substances emitted by machinery - Principles and specifications
for machinery manufacturers
EN 795:1996 Protection against falls from a height - Anchor devices -
Requirements and testing
EN 842 Safety of machinery - Visual danger signals - General
requirements, design and testing
EN 953:1997 Safety of machinery - Guards - General requirements for the
design and construction of fixed and movable guards
EN 954-1 Safety of machinery - Safety related parts of control systems -
General principles for design
EN 982:1996 Safety of machinery - Safety requirements for fluid power systems
and their components - Hydraulics
EN 983:1996 Safety of machinery - Safety requirements for fluid power systems
and their components - Pneumatics

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EN 1037 Safety of machinery - Prevention of unexpected start-up


EN 1050 Safety of machinery - Principles for risk assessment
EN 1070 Safety of machinery - Terminology
EN 1088:1995 Safety of machinery - Interlocking devices associated with guards
- Principles for design and selection
EN 1760-1 Safety of machinery - Pressure sensitive protective devices -
General principles for the design and testing of pressure sensitive
mats and pressure sensitive floors
EN ISO 14122-2:2001 Safety of machinery - Permanent means of access to machines
and industrial plants - Working platforms and walkways
(ISO 14122-2:2001)
EN ISO 14122-3:2001 Safety of machinery - Permanent means of access to machines
and industrial plants - Stairways, stepladders and guard-rails
(ISO 14122-3:2001)
prEN 13557:1999 Cranes - Controls and control stations
EN 50081-1 Electromagnetic compatibility - Generic emission standard -
Residential, commercial and light industry
EN 61000-6-2:1999 Electromagnetic compatibility (EMC) - Generic standards -
Immunitiy for industrial environments
EN 60204-1:1997 Safety of machinery - Electrical equipment of machines - General
requirements (IEC 60204-1:1997 + prA1 1998)
EN 60204-11:1998 Safety of machinery - Electrical equipment of machines - General
requirements for voltages above 1000 V a.c. or 1500 V d.c. and not
exceeding 36 kV
EN 60529:1999 Degrees of protection provided by enclosures
(IEC 60529:1989/A1:1999) A1: 2000
EN 61310-1 Safety of machinery - Indication, marking and actuation -
Requirements for visual, auditory and tactile signals
(IEC 61310-1:1995)
prEN 61496-2:1997 Safety of machinery - Electrosensitive protective equipment -
Particular requirements for equipment using active optoelectronic
protective devices
ISO/DIS 3864-1:1999 Safety colours and safety signs - Safety signs in workplaces and
public areas - Design principles
ISO 4309 Cranes - Wire ropes - Code of practice for examination and
discard
Nota Riferimenti specifici possono essere aggiunti alla presente norma dopo il completamento delle norme EN di
tipo B.

3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma, si applicano i termini e le definizioni contenuti nella EN 1070
e i termini e le definizioni seguenti.

3.1 area di lavoro: Area, come intesa dal fabbricante, dove persone lavorano in condizioni
normali su trasportatori o li fanno funzionare (ispezione, manutenzione e pulizia sono
esclusi).
Nota Per le informazioni del fabbricante relative all’utilizzo previsto, vedere il "dialogo" nell’introduzione.

3.2 area di movimentazione: Area, come intesa dal fabbricante, che è accessibile a tutte le
persone o da esse raggiungibile, senza aprire una protezione, attivare uno scatto
automatico o utilizzare altri mezzi.
Nota Per le informazioni del fabbricante relative all’utilizzo previsto, vedere il "dialogo" nell’introduzione.

UNI EN 619:2004 © UNI Pagina 3


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3.3 area di trasporto: Area o spazio richiesto dall’elemento in movimento di un trasportatore


e del suo carico.
Nota Per le informazioni del fabbricante relative all’utilizzo previsto, vedere il "dialogo" nell’introduzione.

3.4 elemento di trazione: Parti di un trasportatore, azionate da forza motrice, che muovono i
carichi in modo diretto o indiretto, per esempio, cinghie, catene, nastri, funi di acciaio.
Nota Gli elementi di trazione possono essere anche elementi di trasporto, per esempio, la catena di un traspor-
tatore a catena raschiante.

3.5 elemento di trasporto: Parti di un trasportatore che portano i carichi.


Nota Gli elementi di trasporto possono essere anche elementi di trazione, per esempio, la catena di un traspor-
tatore a catena raschiante.

3.6 trasportatore a nastro: Trasportatore con un nastro senza fine che agisce da elemento di
trasporto e di trazione. Il nastro è sostenuto da rulli o scorre su una superficie (figura A.1).

3.7 trasportatore a catena: Trasportatore con catene senza fine, con elemento singolo o
multiplo.

3.7.1 trasportatore a catena raschiante: Trasportatore con catene quali elementi di trazione o di
trasporto (figura A.2), eventualmente con elementi di spinta attaccati alle catene.

3.7.2 trasportatore a piastre o a maglie: Trasportatore con catene quali elementi di trazione e
barre, traversine, lamine o passanti quali elementi di trasporto per trattenere i carichi
(figura A.3).

3.8 trasportatore a catena raschiante a elemento singolo: Trasportatore con catena singola
o fune metallica in un condotto sotto o sopra il suolo, quale elemento di trazione collegato
direttamente ai carrelli di trasporto (figura A.4).

3.9 trasportatore sospeso: Trasportatore in cui gli elementi di trasporto sono appesi a guide
sospese e sono attaccati, per esempio, direttamente o alle catene o alle funi di trazione,
oppure a carrelli separati, movimentati da elementi di spinta azionati dalle catene (figura
A.5).

3.10 trasportatori a vaschetta oscillante, a vaschetta fissa e simili: Trasportatore in cui


l’elemento di trasporto è attaccato ad uno o più elementi di catena che scorrono in
parallelo quali elementi di trazione (figura A.6).

3.11 trasportatore a rulli, trasportatore a ruote e tavola di trasferimento a sfere: Trasportatore


in cui alcuni o tutti i rulli, le ruote o le sfere sono azionate (figura A.8) oppure possono
ruotare liberamente (figura A.7).

3.12 trasportatore sospeso semovente: Trasportatore sospeso con elementi di trasporto


azionati individualmente (figura A.9).

3.13 carrello di trasferimento: Carrello guidato meccanicamente per trasferire carichi unitari
prelevato da un trasportatore, spinto lateralmente e portato su un altro trasportatore o su
un’altra apparecchiatura (figura A.10).

3.14 dispositivo di trasferimento verticale: Dispositivo con movimenti di sollevamento e di


abbassamento di più di 200 mm nel percorso dei trasportatori, in cui i carichi unitari
possono essere spostati da un livello definito a uno o più livelli definiti, mediante un
elemento di trasporto (figura A.11).
Nota Questi non devono essere considerati dei dispositivi di sollevamento merci in conformità alla EN 81-3.

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3.15 dispositivo di trasferimento orizzontale: Unità installata in modo permanente nel


percorso dei trasportatori, che devia i carichi unitari allo stesso livello di trasporto, in una
direzione che devia dalla direzione originale di trasporto, per esempio, una piattaforma
girevole (figura A.12).

3.16 Persona competente: Persona designata, opportunamente addestrata e qualificata per


conoscenza ed esperienza pratica, e provvista delle istruzioni necessarie per fare in modo
che i compiti richiesti siano eseguiti in sicurezza.

4 PERICOLI
I pericoli più importanti sono riportati nel presente punto. Per una lista completa dei
pericoli, vedere appendice B.
Nota I pericoli descritti di seguito si verificano generalmente in combinazione nelle installazioni di trasporto, per
esempio, punti di schiacciamento, cesoiamento e intrappolamento nel caso di trasportatori con elementi di
spinta.

4.1 Pericoli di natura meccanica


Esempi comuni di pericoli di natura meccanica sono illustrati nell’appendice C.

4.1.1 Pericoli di schiacciamento e di cesoiamento


I pericoli possono verificarsi dove le parti possono essere mosse l’una contro l’altra o
contro parti fisse oppure oltre l’una contro l’altra o altre parti fisse, per cui persone o parti
del loro corpo possono essere schiacciate o cesoiate (per esempio figura C.1 e C.2).

4.1.2 Pericoli di impigliamento


I pericoli possono verificarsi quando bordi vivi sporgenti, denti, cunei, viti, boccole di lubri-
ficazione, alberi, estremità di alberi o simili si muovono in modo tale che persone, parti del
loro corpo o dei loro abiti possono essere presi e trascinati assieme.

4.1.3 Pericoli di intrappolamento


I pericoli possono verificarsi quando parti si muovono in modo tale che si verifica un
restringimento in cui persone, parti del loro corpo o dei loro abiti possono essere intrap-
polati.
Esempi di punti di intrappolamento sono i seguenti:
- tra gli elementi di trazione o di trasporto o gli elementi di spinta attaccati e parti fisse
del trasportatore o di oggetti circostanti (per esempio figura C.4 e C.5);
- in corrispondenza degli elementi di trazione o di trasporto nella zona dei punti di
cambio di direzione;
- tra gli elementi di trazione o di trasporto e i rulli di supporto, se l’elemento di trazione
o di trasporto non può deviare verso l’alto di almeno 0,05 m (per esempio figura
C.3a);
- in corrispondenza dei punti di contatto degli elementi di spinta sui percorsi di scorri-
mento;
- nei punti di trasferimento dei trasportatori così come negli scivoli e nelle tavole a rulli
e a gravità (per esempio figura C.3b e C.3c).

4.1.4 Pericoli di urto


I pericoli possono verificarsi dove parti si muovono rispetto alle persone, per cui lesioni
alle persone o a parti del loro corpo possono essere provocate dall’urto (per esempio
figura C.6).

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4.1.5 Pericoli da caduta di oggetti


I pericoli possono verificarsi in conseguenza della caduta della macchina o di parti della
macchina o di carichi unitari.

4.1.6 Pericoli di scivolamento, di inciampo e di caduta


I pericoli possono verificarsi, per esempio, in conseguenza della conformazione del
passaggio o delle piattaforme.

4.2 Pericoli di natura elettrica


I pericoli di natura elettrica possono derivare, per esempio, da:
- contatto diretto o indiretto con parti sotto tensione, in conseguenza a danneggia-
mento dell’isolamento;
- da carica elettrostatica (a causa della natura del materiale);
- errato isolamento dell’alimentazione di energia al sistema o di singoli settori e in
conseguenza dell’entrata di materiali o di umidità nei sistemi elettrici.

4.3 Pericoli dovuti a effetti termici

4.3.1 I pericoli di natura termica possono derivare dal contatto con sorgenti di calore.

4.3.2 Effetti di danno alla salute possono derivare da un ambiente di lavoro molto caldo o freddo.

4.4 Pericoli dovuti a trascuratezza dei principi ergonomici nella progettazione di macchine
Pericoli possono derivare, per esempio, da:
- scadente progettazione dei dispositivi di controllo e dei luoghi di lavoro;
- sollecitazione eccessiva del personale riguardo alla velocità e allo sforzo.

4.5 Pericoli causati da interruzione di fornitura di energia, da rottura di parti di macchinario


o da altri disturbi funzionali

4.5.1 Pericoli possono verificarsi nel caso di interruzione di fornitura di energia, se i trasportatori
o i carichi si rovesciano o cadono all’indietro, indipendentemente dalla volontà. Se in un
trasportatore sospeso semovente si rompono i rulli, il carrello può uscire dalle guide.

4.5.2 Pericoli possono verificarsi per guasto dei componenti, per esempio, rottura dei rulli su un
trasportatore sospeso semovente, che può provocare la caduta del carrello.

4.5.3 Pericoli possono derivare a causa di una espulsione imprevista di parti della macchina o
di fluidi, per esempio, guasto dei componenti idraulici o pneumatici.

4.5.4 Su grandi installazioni, pericoli, per esempio, di natura idraulica, pneumatica, elettrica o
meccanica, possono derivare da errato montaggio sul posto, a causa di istruzioni inade-
guate per la costruzione o il montaggio.

5 REQUISITI E/O MISURE DI SICUREZZA


Il macchinario deve essere conforme ai requisiti e/o alle misure di sicurezza del presente
punto e inoltre della EN 292-1 e della EN 292-2 per pericoli attinenti ma non significativi,
non trattati dalla presente norma.
Dove, per ragioni di sicurezza, aree comprendenti apparecchiature di movimentazione
continua siano completamente delimitate, l’ingresso in tali aree deve essere possibile solo
attraverso cancelli a interruzione automatica. Tale interruzione automatica deve dare un
comando di arresto quando è attivata. Il riavvio dell’apparecchiatura deve essere esclusi-
vamente sotto il controllo di persone che utilizzano un sistema a chiave.

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Quando si verifica un arresto, per esempio, scatto automatico dei dispositivi di sicurezza,
respingenti, arresti di fine corsa, la distanza di arresto deve essere la più breve possibile,
ma compatibile con la sicurezza del sistema.

5.1 Misure di protezione dai pericoli di cesoiamento

5.1.1 Misure di protezione contro i pericoli di schiacciamento e di cesoiamento

5.1.1.1 Generalità
Nell’area di lavoro e di movimentazione, le zone di pericolo tra componenti motorizzati e
fissi, di punti di trasferimento orizzontale o verticale, punti di alimentazione, punti di devia-
zione, dispositivi di trasferimento orizzontale e verticale e cancelli devono essere messe
in sicurezza. Ciò deve essere ottenuto, per esempio, assicurando una distanza massima
continua di 5 mm tra i componenti in movimento e fissi (vedere figura D.1).
In alternativa, le zone di pericolo devono essere messe in sicurezza, per esempio,
mediante recinzioni (maglie metalliche in conformità alla EN 294), porte o cancelli a inter-
ruzione automatica o dispositivi a scatto automatico (dispositivi fotoelettrici, zerbini
sensibili alla pressione). Se il carico crea una zona di pericolo, si deve prendere in consi-
derazione la sua posizione più sfavorevole.
Vedere EN 1088, EN 1760-1 e prEN 61496-2:1997.
Nota Vedere anche EN 953.

5.1.1.2 Unità recintate


Le aperture di carico e scarico di unità recintate devono essere progettate in modo tale da
impedire l’accesso alle aree di pericolo. Se non lo sono, le aree di pericolo devono essere
messe in sicurezza da protezioni a galleria di entrata e di uscita o da protezioni a interru-
zione automatica, come definito nel punto 3.2 della EN 1088:1995. Se il carico crea una
zona di pericolo, si deve tenere conto della sua posizione più sfavorevole. Le protezioni a
galleria devono essere dimensionate utilizzando la EN 294 come guida. Un esempio di
dispositivi di protezione sulle aperture di carico e scarico è illustrato nella figura D.2.

5.1.1.3 Distanze di sicurezza laterali per i trasportatori


Nell’area di lavoro e di movimentazione, le zone di pericolo (identificate dalla valutazione
del rischio) tra carichi trasportati e oggetti fissi adiacenti devono essere evitate con
l’utilizzo di distanze minime conformi al prospetto 1 della EN 349:1993 oppure devono
essere messe in sicurezza, per esempio, mediante dispositivi di scatto automatico.

5.1.1.4 Distanze di sicurezza laterali per i trasportatori sospesi


Nelle aree di lavoro e di transito deve essere mantenuta una distanza libera minima
laterale di 0,5 m, fino ad una altezza di 2,5 m sopra la superficie dove possono esserci
persone in piedi, tra i trasportatori, i loro carichi e gli oggetti fissi nell’ambiente circostante
(vedere figura D.3).

5.1.1.5 Distanze di sicurezza laterali specifiche per i trasportatori sospesi semoventi


Al di fuori dell’area di lavoro e di movimentazione, uno spazio di sicurezza continuo, in cui
le persone possano trovare protezione dai veicoli che si avvicinano, deve essere presente
almeno su un lato prossimo a ciascuna area di trasporto dei trasportatori sospesi montati
su rotaia. Lo spazio di sicurezza deve avere un’altezza di almeno 2,5 m e una larghezza
di 0,5 m (vedere figura D.3).
Gli ostacoli fissi nello spazio di sicurezza di un trasportatore sospeso semovente con una
velocità massima di 1,0 m/s sono ammessi, se spazi di sicurezza con lunghezza di
almeno 1 m, altezza di almeno 2,5 m e profondità di almeno 0,5 m sono disposti ad inter-
valli massimi di 10 m (vedere figura D.4).

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5.1.1.6 Distanze di sicurezza sotto i trasportatori sospesi semoventi


Le seguenti distanze di sicurezza devono essere mantenute sotto i trasportatori sospesi
semoventi, compresi i materiali sospesi trasportati, nell’area di lavoro e di movimenta-
zione, in basso fino al pavimento e in alto fino agli oggetti fissi:
- almeno 0,12 m tra il suolo e le unità mobili nell’area di lavoro e di movimentazione
(vedere figura D.5);
- almeno 0,5 m, sopra parti di strutture o macchine e sopra altri mezzi di movimenta-
zione e di trasporto, che si muovono sotto trasportatori sospesi semoventi, dove
persone possono essere ferite in seguito a pericoli di schiacciamento (vedere figura
D.6);
- almeno 2,5 m sopra posti di lavoro permanenti e vie di movimentazione per persone
(vedere figura D.6), a meno che non siano adottate altre misure di sicurezza, per
esempio, installando protezioni sottostanti con un’altezza minima di 2,1 m.

5.1.1.7 Distanze di sicurezza tra unità mobili di trasportatori sospesi semoventi


Nelle aree di lavoro e di movimentazione, gli elementi di trasporto dei trasportatori sospesi
semoventi devono essere arrestati in modo da lasciare uno spazio libero in direzione del
percorso, tra due unità mobili e/o i loro carichi, di almeno 0,5 m, fino a una altezza di 2,5 m
sopra il piano del livello di lavoro del personale (vedere figura D.5) si deve tenere conto
della oscillazione delle unità mobili.
Dove tali condizioni di sicurezza non sono raggiunte, per esempio, aree inclinate in salita
o in discesa dei trasportatori sospesi, devono essere realizzate delle protezioni, per
esempio, ringhiere, recinzioni, ecc., in conformità al prospetto 4 della EN 294:1992.

5.1.1.8 Impedimento all’accesso sotto i dispositivi di trasferimento verticale


I dispositivi di trasferimento verticale, che possono essere abbassati fino a un’altezza di
meno di 2,5 m, devono essere dotati di mezzi che impediscano l’accesso di persone
all’area sottostante gli elementi di trasporto e/o i loro carichi. Ciò può essere realizzato,
per esempio, installando una porta o una protezione a interruzione automatica.

5.1.1.9 Spazi liberi di sicurezza nei dispositivi di trasferimento verticale


Ai fini della manutenzione, sopra l’elemento di sollevamento di un dispositivo di trasferi-
mento verticale deve essere disposto un volume libero di 0,5 m × 0,6 m × 0,8 m di altezza,
per costruzione o garantito da un dispositivo di bloccaggio incorporato. Ai fini della
manutenzione al di sotto, tali dimensioni devono essere 0,5 m × 0,6 m × 1,0 m di altezza.
Se il volume accessibile è minore delle dimensioni sopra descritte, tutti i componenti
soggetti alla manutenzione devono essere raggiungibili dall’esterno.

5.1.2 Misure di protezione contro i pericoli di impigliamento


Protezioni fisse, come definito al punto 3.2 della EN 953:1997, devono essere disposte
per impedire di raggiungere le zone di pericolo di impigliamento.

5.1.3 Misure di protezione contro i pericoli di intrappolamento

5.1.3.1 Zone di pericolo nelle parti di trasmissione


Nelle aree di lavoro e di movimentazione, la messa in sicurezza dai pericoli che possono
prodursi sugli alberi e accoppiamenti rotanti, sulle catene e sulle ruote a catene, ingra-
naggi e trasmissioni di forza motrice, nastri, pulegge e su superfici che si muovono irrego-
larmente, deve essere realizzata mediante protezioni fisse o protezioni a interruzione
automatica e in conformità ai requisiti del prospetto 4 della EN 294:1992, punto 3.2 della
EN 1088:1995 e come definito nella EN 953.

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5.1.3.2 Punti di intrappolamento negli elementi di trazione e di trasporto o negli elementi di spinta
Nell’area di lavoro e di movimentazione, i punti di intrappolamento, di schiacciamento e di
cesoiamento, che si producono a causa del ritorno degli elementi di trazione e di trasporto
o a causa del movimento degli elementi di spinta, devono essere evitati al momento della
progettazione o messi in sicurezza fino a un’altezza di almeno 2,5 m.
si considera che i pericoli sono evitati al momento della progettazione se:
- una distanza di sicurezza di almeno 0,05 m è mantenuta dove vi è il rischio che le
dita o le mani siano trattenute;
- una distanza di sicurezza di almeno 0,12 m è mantenuta dove vi è il rischio che le
braccia o i piedi siano trattenute;
- una distanza di sicurezza di 0,5 m è mantenuta dove vi è il rischio che il corpo sia
trattenuto.
I punti di intrappolamento devono essere protetti, per esempio, mediante l’utilizzo di:
- protezioni a bloccaggio direttamente sul punto di intrappolamento, che devono avere
una distanza massima di 5 mm (vedere figura D.7);
- protezioni a piastra direttamente sotto le guide degli elementi di spinta (vedere figura
D.8);
- altre misure, per esempio, protezioni quali coperchi, recinzioni, barriere, gallerie o
dispositivi di scatto automatico, quali zerbini sensibili alla pressione o dispositivi
fotoelettrici. Le distanze di sicurezza devono essere in conformità al prospetto 1
della EN 294:1992.

5.1.3.3 Punti di scostamento degli elementi di trazione


Nell’area di lavoro e di movimentazione, i tamburi, le ruote e i rulli sui quali gli elementi di
trazione sono scostati di più di 3° e i rocchetti devono essere protetti da protezioni a
bloccaggio o da protezioni a distanza fissa (vedere figure D.7 e D.9).

5.1.3.4 Zone di pericolo tra trasportatori a catene raschianti e carichi unitari trasportati
Nell’area di lavoro, le zone di rischio [vedere figura C.2b)] tra i carichi unitari trasportati e
le parti fisse tra le catene dei trasportatori a catene raschianti devono essere messe in
sicurezza, per esempio, mediante rivestimento completo con pannelli dell’area sopra le
traverse, vicino alla parte inferiore del livello di trasporto.

5.1.3.5 Ruote o rulli dei carrelli rimorchiati


Nelle aree di lavoro e di movimentazione, le ruote o i rulli dei carrelli rimorchiati azionati
dai trasportatori devono essere disposti o protetti in modo da impedire lesioni ai piedi. I
carrelli rimorchiati devono essere progettati in modo che le misure siano in conformità con
quelle fornite nella figura D.10. Se il pericolo di intrappolamento si estende a tutta la
larghezza del carrello rimorchiato, la protezione deve coprire tale larghezza.

5.1.3.6 Rulli dei trasportatori sospesi


Nelle aree di lavoro e di movimentazione, i rulli, che si muovono in guide ad una altezza
minore di 2,5 m sopra il suolo, devono essere protetti, per esempio, da protezioni delle
ruote o da altre protezioni (vedere figura D.11).

5.1.3.7 Punti di contatto sui trasportatori a rulli guidati


Nell’area di lavoro e di movimentazione, i punti di contatto tra l’elemento di guida e i rulli
guidati o l’area dei rulli a pressione sui trasportatori a rulli guidati, devono essere messi in
sicurezza mediante protezioni fisse (vedere figura D.12). Quando lo spazio libero tra i rulli
è minore di 8 mm, la messa in sicurezza non è richiesta sul lato superiore.

5.1.3.8 Punti di intrappolamento sui trasportatori a rulli guidati


Nell’area di lavoro e di movimentazione, i punti di intrappolamento sulle guide dei nastri,
dei rulli dentati o delle catene dei trasportatori a rulli devono essere messi in sicurezza
mediante protezioni fisse (vedere figura D.13).

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5.1.3.9 Zone di pericolo tra trasportatori a rulli e carichi unitari trasportati


Nell’area di lavoro, le zone di pericolo sui trasportatori a rulli, tra i carichi unitari trasportati
e i rulli, devono essere messe in sicurezza, per esempio, ricoprendo lo spazio tra i rulli con
moduli di riempimento o piastre che si avvicinano ai rulli, in modo che rimanga al massimo
una distanza di 5 mm (vedere figura D.14).

5.1.3.10 Punti di intrappolamento sui rulli di supporto


I punti di intrappolamento tra gli elementi di trasporto e di trazione e i rulli di supporto dei
trasportatori a nastro devono essere messi in sicurezza se gli elementi di trasporto e di
trazione non possono essere rivoltati verso l’alto di almeno 0,05 m.
I rulli di supporto dei trasportatori a nastro sulle aree di lavoro, per esempio, le stazioni di
prelevamento, devono essere coperti completamente.

5.1.4 Misure di protezione dai pericoli di contusione/collisione

5.1.4.1 Passerelle di attraversamento


Nelle aree di lavoro e di movimentazione deve essere garantito che le persone che attra-
versano i trasportatori non siano messe in condizioni di pericolo dai carichi trasportati in
movimento.
I pericoli e i rischi nei punti di attraversamento devono essere valutati prendendo in consi-
derazione la velocità e la frequenza dei carichi trasportati, assieme alla frequenza di
utilizzo da parte delle persone e alla posizione del punto di attraversamento. Una o più
misure di sicurezza devono essere realizzate come richiesto, per esempio:
- attraversamento con piastre di riempimento;
- ponte;
- dispositivi a scatto automatico, per esempio dispositivi optoelettronici (vedere
prEN 61496-2:1997) o zerbini sensibili alla pressione (EN 1760-1);
- protezioni a interruzione automatica;
- dispositivi di arresto/avvio.
In ogni eventualità, deve essere assicurato che i macchinari possano essere riavviati solo
con l’attivazione volontaria di un dispositivo di controllo provvisto a tale scopo.

5.1.4.2 Impedimento all’accesso a zone di pericolo


L’accesso a zone di pericolo specifiche, che possono derivare da elementi di trasporto,
quali carrelli di trasferimento o dispositivi di trasferimento verticali, deve essere impedito
(vedere 5.1.1.1 e 5.1.4.6). Dove è possibile prevedere che i punti di entrata/uscita del
carico del trasportatore possano essere impropriamente utilizzati per accedere alle zone
di pericolo, l’accesso deve essere impedito o scoraggiato in conformità alla valutazione
del rischio.
Devono essere adottate appropriate misure per la messa in sicurezza (vedere
appendice F).

5.1.4.3 Attraversamenti di trasportatori a guida fissa e altri mezzi di trasporto


Se vi è rischio di collisione tra trasportatori a guida fissa, azionati da forza motrice, quali
carrelli di trasferimento o trasportatori sospesi semoventi ed altri dispositivi del sistema
nei punti di attraversamento, devono essere adottate misure che neutralizzino il rischio di
collisione:
- nel caso di carrelli di trasferimento con controllo automatico o controllati da una
posizione centrale, gli attraversamenti nell’area di trasporto devono essere provvisti
di interruttori o di barriere automatiche;
- nel caso di trasportatori sospesi semoventi sugli attraversamenti nelle aree di
trasporto, devono essere provvisti dispositivi che impediscano il passaggio simul-
taneo sull’attraversamento, quali dispositivi di segnale per la reciproca comunica-
zione o dispositivi di comando per arrestare i meccanismi di guida.

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5.1.4.4 Percorso dei trasportatori mobili o carrelli rimorchiati


Se il percorso di trasportatori mobili o carrelli rimorchiati, azionati da forza motrice e
guidati meccanicamente, collegati a elementi di trazione, è disposto nelle aree di lavoro e
di transito, devono esserci dei dispositivi che proteggono le persone dai pericoli causati
dalle unità mobili che si avvicinano. Tali dispositivi di protezione sono, per esempio:
- dispositivi a scatto automatico, che intervengono automaticamente e che arrestano
l’unità mobile quando incontra un ostacolo o ci si avvicina;
- un dispositivo meccanico che separa il carrello dall’elemento di trazione in caso di
collisione.

5.1.4.5 Attraversamenti di trasportatori sospesi semoventi e aree di traffico


Nell’area di lavoro e di movimentazione una distanza di sicurezza laterale di almeno 1,0 m
deve essere mantenuta per i trasportatori sospesi semoventi, quando l’area di trasporto
passa per porte, cancelli, passaggi o uscite di scale.

5.1.4.6 Area di trasporto di carrelli di trasferimento


L’area di trasporto di carrelli di trasferimento azionati da forza motrice deve essere
separata dalle aree di lavoro e di movimentazione da recinzioni di altezza di almeno 2,0 m
e/o da altri mezzi, per esempio, dispositivi a scatto automatico, per impedire al personale
di entrare nelle aree di pericolo o di essere messo in pericolo dal movimento dei carrelli di
trasferimento. Per impedire l’accesso attraverso o su trasportatori che portano a tali aree,
vedere 5.1.4.2.
L’apertura delle porte di accesso deve essere interrotta automaticamente a seguito di tutti
i movimenti pericolosi della macchina.
Se non è possibile la separazione dell’area di trasporto dalle aree di lavoro e di movimen-
tazione, devono essere disposte misure di sicurezza sui carrelli di trasferimento e sui
trasportatori collegati, che impediscano che le persone siano ferite, per esempio:
- per i carrelli di trasferimento, dispositivi a scatto automatico, azionati o meccanica-
mente (per esempio, sensori estesi o deflettori o respingenti sospesi) oppure
azionati non meccanicamente (per esempio, apparecchiatura ad ultrasuoni o laser);
- trasportatori di interfaccia, dispositivi di interdizione o protezioni frontali continue,
parallele al percorso del carrello.
Per esempi di misure protettive di tale tipo, vedere figura D.17.

5.1.5 Misure di protezione dai pericoli dovuti alla caduta di oggetti

5.1.5.1 Misure di protezione dalle cadute delle apparecchiature o di loro parti

5.1.5.1.1 Caduta di dispositivi che trattengono il carico o di contrappesi


Nell’area di lavoro e di movimentazione devono essere disposte delle misure per
proteggere le persone dalla caduta di dispositivi che trattengono il carico, di dispositivi di
raccolta o di contrappesi. Misure possibili sono:
- protezioni che impediscono l’accesso all’area sotto il dispositivo di tenuta del carico,
del dispositivo di raccolta o del contrappeso;
- meccanismi di sicurezza o arresti meccanici che garantiscono uno spazio libero
verticale di almeno 2,5 m.

5.1.5.1.2 Parti che possono essere montate su cerniera


Le parti del trasportatore che possono essere montate su cerniera devono rimanere in
posizione sollevata, in modo da evitare una caduta all’indietro involontaria, per esempio,
mediante chiavistelli meccanici, molle o dispositivi idraulici di contrappeso. In posizione
sollevata deve essere impedita l’alimentazione di carichi.

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5.1.5.1.3 Arresti di fine corsa sui trasportatori


Ad ogni estremità di guide e binari devono essere installati arresti di fine corsa che
tengano conto dell’energia in gioco. Per quelle sezioni di linea, in cui il lavoro di manuten-
zione deve essere eseguito sugli elementi di trasporto, devono essere disposti arresti di
fine corsa azionati a mano.

5.1.5.1.4 Sganciamento e/o svio di trasportatori a guida su binario


I trasportatori a guida su binario, quali i carrelli di trasferimento, i trasportatori sospesi
semoventi e i trasportatori sospesi devono essere provvisti di misure che impediscano lo
svio e/o lo sganciamento. Le misure possono essere:
- dispositivi di supporto (per esempio, nel caso in cui gli assi dei rulli diventino insuffi-
cienti);
- progettazione dei binari.

5.1.5.1.5 Sganciamento dei carrelli


Lo sganciamento involontario degli attacchi o dei meccanismi di sospensione dei carrelli
deve essere impedito (per esempio, mediante fermagli protetti da dadi di fissaggio o da
chiavette coniche).

5.1.5.1.6 Interruzioni delle guide dei trasportatori sospesi


Nel caso dei trasportatori sospesi, nei punti di interruzione delle guide, per esempio, nei
punti di deviazione o di trasferimento, devono essere presenti dispositivi che impediscano
la caduta dei carrelli. Le misure possono essere:
- appropriati sistemi di interruzione elettrica automatica in conformità alla categoria 1
della EN 954-1;
- arresti di fine corsa meccanici che agiscono in automatico;
- sistemi di interruzione meccanica automatica in conformità alla categoria 1 della
EN 954-1; oppure
- combinazioni di tali misure.

5.1.5.1.7 Dispositivi di trasferimento dei trasportatori sospesi


Per tutti i tipi di sistemi di trasportatore sospeso con dispositivi di trasferimento, il trasferi-
mento non deve avvenire fino a quando il dispositivo di trasferimento è confermato in
posizione. Ciò deve essere assicurato, per esempio, mediante comandi meccanici o
elettrici con:
- comandi della posizione;
- comandi di profilo dei bordi dei dispositivi di trasferimento;
- sistemi di interruzione automatica in conformità alla categoria 1 della EN 954-1.

5.1.5.1.8 Interruzione di alimentazione dei dispositivi di trasferimento verticale


Se i dispositivi di trasferimento verticale sono dotati di meccanismi di sicurezza o di più di
un elemento di sollevamento per il dispositivo di trattenimento del carico e senza mecca-
nismo di sicurezza, tali dispositivi devono essere installati in modo che la forza motrice sia
tolta dall’apparecchiatura su intervento del meccanismo di sicurezza oppure in seguito a
rottura di qualsiasi singolo elemento di sollevamento.

5.1.5.1.9 Velocità di abbassamento dei dispositivi di trasferimento verticale alimentati con sistema idraulico
e pneumatico
I meccanismi di azionamento idraulico e pneumatico dei dispositivi di trasferimento
verticale, che non sono destinati a trasportare persone, devono essere provvisti di prote-
zione che assicuri, nel caso di perdite nella linea, che il dispositivo di trasferimento sia
tenuto sotto controllo ad una velocità non maggiore di 1,5 volte la velocità operativa di
abbassamento del carico (vedere appendice E).

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La limitazione della velocità di abbassamento può essere realizzata da:


- valvole di controllo disposte direttamente sul cilindro di lavoro;
- valvole di limitazione del flusso o strozzature sul cilindro di lavoro o sui diaframmi.

5.1.5.2 Misure di protezione dalle cadute di carichi unitari

5.1.5.2.1 Generalità
Nelle aree di lavoro e di movimentazione, in particolare nei punti di trasferimento
orizzontale, i trasportatori devono essere installati in modo che le persone non siano ferite
dalla caduta del carico trasportato. Misure possono essere protezioni laterali e/o prote-
zioni sottostanti, quali reti di corda, reti metalliche, piastre o barriere. Tali misure devono
essere progettate in modo da arrestare il movimento verso il basso del carico nominale e
sostenerlo.

5.1.5.2.2 Vie di trasporto inclinate


L’inclinazione delle vie di trasporto e il tipo di elemento di trasporto devono essere
progettati in modo che siano impediti lo scivolamento all’indietro e/o la caduta involontaria
del materiale trasportato.

5.1.5.2.3 Portata dei sistemi collegati


Nel caso dei sistemi collegati, la portata della parte di scarico del sistema deve essere
uguale o maggiore di quella dell’unità di alimentazione. Le stazioni di scarico manuale dei
carichi devono essere messe in sicurezza per evitare l’eccesso di alimentazione.
Quale protezione dall’eccesso di alimentazione di trasportatori di accumulo, scivoli,
tramogge, ecc. devono essere previsti rilevatori di blocco per impedire l’ulteriore alimen-
tazione fino a quando il blocco non è eliminato.
Quando pericoli possono sorgere nei punti di scarico, in conseguenza del movimento in
discesa dei carichi unitari lungo piani inclinati terminanti in barriere di arresto, devono
essere previsti dei dispositivi per decelerare tali carichi unitari prima che raggiungano la
posizione terminale di scarico, tenendo conto delle condizioni specifiche del carico.

5.1.5.2.4 Elementi di trasporto amovibili per trasportatori sospesi o per trasportatori sospesi semoventi
I fattori di sicurezza in relazione al carico statico, per i calcoli di elementi di trasporto
amovibili, devono essere di 2 nei confronti della deformazione permanente e di 3 nei
confronti della rottura.
Per le funi di acciaio e per le catene a rulli, il fattore di sicurezza nei confronti della rottura
deve essere di 4.

5.1.6 Misure di protezione dai pericoli dovuti a guasto dei componenti


Sui trasportatori a catena inclinati, gli elementi di catena devono essere guidati in modo
che non possano ammucchiarsi nel caso in cui la catena si rompa o si ribalti, per esempio,
a causa di un dispositivo di blocco.

5.1.7 Misure di protezione dai pericoli di scivolamento, di inciampo e di caduta

5.1.7.1 Pozzetti, cavità o passaggi attraverso il soffitto


Pozzetti, cavità o passaggi per i trasportatori attraverso il soffitto devono essere messi in
sicurezza, per esempio, mediante barriere di sicurezza, in conformità al punto 7.1 della
EN ISO 14122-3:2001.

5.1.7.2 Catene sotto il pavimento


Nel caso di trasportatori con catene sotto il pavimento, la fessura di guida della catena
nell’area di lavoro e di movimentazione non deve essere più larga di 30 mm oppure deve
essere coperta. La copertura del cunicolo della catena deve essere allo stesso livello del
pavimento.

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5.1.7.3 Attraversamenti sui trasportatori a rulli


Tutti gli attraversamenti che servono come vie di transito direttamente sui trasportatori a
rullo devono avere una larghezza minima del passo di riempimento di 0,1 m, con una
copertura antisdrucciolo (per esempio, lastre mandorlate, metallo espanso, griglie) aventi
una larghezza totale di almeno 0,5 m della sezione del trasportatore a rulli.

5.1.7.4 Trasportatori sui cui le persone possono camminare


I trasportatori a nastro e a piastre, e anche i bancali di montaggio movimentati da traspor-
tatori montati sul pavimento, sui quali le persone camminano per svolgere le loro
mansioni, devono essere progettati in modo che la velocità di trasporto corrisponda al
lavoro da eseguire e:
- la velocità di trasporto non sia maggiore di 0,3 m/s quando il trasportatore è disposto
a livello del pavimento; oppure
- la velocità di trasporto non sia maggiore di 0,15 m/s, quando il trasportatore è
disposto a 0,3 m massimo sopra il livello del pavimento; oppure
- i lati siano messi in sicurezza mediante barriere di sicurezza a pannelli (vedere punto
7.1 della EN ISO 14122-3:2001) con limitazione della velocità a 0,5 m/s.
Altri trasportatori non sono indicati a tale scopo.

5.1.7.5 Passerelle, piattaforme di lavoro e passaggi pedonali


Il sistema del trasportatore deve essere progettato in modo che siano provvisti mezzi
sicuri di accesso alle stazioni di comando e ai posti di lavoro per il funzionamento,
l’ispezione, la pulizia e la manutenzione.
Quando le apparecchiature non sono direttamente accessibili dal suolo o dal pavimento,
si deve provvedere ad eseguire i lavori di manutenzione e di riparazione in modo da
evitare di mettere a rischio gli addetti. Se non si è stabilito di eseguire le riparazioni e la
manutenzione da piattaforme fisse (vedere EN ISO 14122-2:2001), la progettazione deve
assicurare che ciò sia possibile mediante piattaforme mobili, piattaforme di sollevamento
o impalcature.

5.2 Misure di protezione dai pericoli di natura elettrica

5.2.1 Equipaggiamenti elettrici


Gli equipaggiamenti elettrici dei trasportatori devono essere installati in conformità ai punti
applicabili della EN 60204-1, assieme ai requisiti particolari sotto indicati.
Se gli equipaggiamenti devono essere utilizzati in condizioni di alimentazione elettrica al
di fuori del campo della EN 60204-1:1997, punto 4.3, o del prEN 60204-11:1998, punto 4,
il fabbricante deve eseguire ogni modifica di progettazione necessaria, prendere ogni
precauzione di sicurezza necessaria e/o stabilire ogni restrizione operativa nel manuale
operativo.
Nota Gli equipaggiamenti elettrici comprendono i materiali, gli accessori, i dispositivi, gli apparecchi, gli impianti, gli
apparati e oggetti analoghi, utilizzati come parti dell’installazione elettrica del trasportatore, o in collegamento
con essa, compresi i mezzi di isolamento dell’alimentazione di forza motrice. Ciò comprende gli equipaggia-
menti elettrici, i mezzi di disinserimento dell’alimentazione di forza motrice e tutti i cablaggi su e dal traspor-
tatore ai mezzi di disinserimento dell’alimentazione di forza motrice.

5.2.1.1 Mezzi di disinserimento


Si deve fare in modo di impedire un avviamento inatteso e una elettrocuzione quando si
esegue un lavoro su un trasportatore o sui suoi equipaggiamenti elettrici; vedere EN 1037
e punti 5.4 e 5.5 della EN 60204-1:1997. Deve essere previsto un dispositivo di disinseri-
mento che soddisfi i requisiti della EN 60204-1:1997, punto 5.3.2 a), b), c) o d) e punto
5.3.3.

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Se il trasportatore fa parte di un sistema che è suddiviso in singole sezioni ed ogni


sezione ha un’alimentazione di forza motrice separata, ciascuna singola sezione deve
essere in grado di essere isolata dall’alimentazione di forza motrice per permettere di
eseguire il lavoro.
Quando parti dell’equipaggiamento elettrico rimangono in tensione dopo aver scollegato
il dispositivo di disinserimento (per esempio, a causa di interconnessioni tra sezioni di un
sistema del trasportatore), tali parti devono essere marcate e/o identificate e/o protette
dal contatto diretto nel modo opportuno (vedere punti 5.3.5 e 6.2 della EN 60204-1:1997).

5.2.1.2 Ambiente
Il fornitore deve selezionare ed installare equipaggiamenti che siano utilizzabili
nell’ambiente di lavoro voluto. I contenitori degli equipaggiamenti elettrici (armadi, quadri,
scomparti) devono fornire una protezione conveniente, per esempio, quando i contenitori
di equipaggiamenti elettrici sono all’interno, devono avere un grado minimo di protezione
di IP 22, quelli per i motori di IP 23 e quando si trovano all’esterno e sono soggetti alla
penetrazione di liquidi, devono avere un grado minimo di protezione di IP 55 (vedere
EN 60529).
Gli equipaggiamenti devono essere progettati per resistere alle vibrazioni e agli urti che
generalmente si verificano sui trasportatori, senza guastarsi fino al livello di pericolo.
Se si vuole che il trasportatore sia utilizzato in condizioni al di fuori del campo della
EN 60204-1:1997, punto 4.4, per esempio, temperatura ambiente, umidità, altitudine,
atmosfera corrosiva, il fabbricante ne deve tenere conto nella progettazione.

5.2.1.3 Operazioni di cablaggio


Le operazioni di cablaggio utilizzate nelle apparecchiature di movimentazione meccanica
e dalle apparecchiature di movimentazione meccanica ai mezzi di disinserimento
dell’alimentazione di forza motrice, incluso qualsiasi lavoro eseguito sul posto, devono
soddisfare i requisiti dei punti 13 e 14 della EN 60204-1:1997. Ciò comprende le tecniche
di identificazione e i metodi di cablaggio utilizzati sia all’interno che all’esterno delle
canaline. In particolare, dove è fattibile, i cablaggi all’esterno delle canaline non devono
essere ubicati in prossimità di materiali combustibili o posizionati dove possono essere
soggetti a danneggiamenti meccanici. Dove è inevitabile, il cablaggio deve essere conve-
nientemente protetto, per esempio, in cavo con armatura, in condotto metallico rigido, in
condotto flessibile, in tubo metallico elettrico, conduttura metallica o altri mezzi idonei.

5.2.2 Cariche elettrostatiche


Pericoli comprendenti elettrocuzione e incendio possono essere provocati da cariche
elettrostatiche. Se si è accertato che le persone possono essere danneggiate diretta-
mente o indirettamente da tali cariche, devono essere prese misure protettive idonee (per
esempio, collegamento a terra, elemento di contatto a spazzola o di scarica per gli oggetti
in movimento, adozione di opportuni nastri e pulegge conduttive per il trasportatore).
Nota Misure per i pericoli di natura elettrostatica sono in corso di studio da parte del CENELEC/TC44X.

5.3 Requisiti di sicurezza riguardanti la EMC


Nota Il punto 5.3 si riferisce alla Direttiva Macchine; il punto 8 alla Direttiva EMC.
L’apparecchiatura di movimentazione continua deve avere anche una sufficiente immunità
dai disturbi elettromagnetici, tale da metterla in grado di funzionare in sicurezza nel modo
voluto, senza guastarsi fino al livello di pericolo quando è esposta ai livelli e ai tipi di
disturbi come specificato nella EN 61000-6-2. Il fabbricante delle apparecchiature di
movimentazione continua deve progettare, installare e cablare le apparecchiature e i
sottoassiemi tenendo in considerazione le raccomandazioni del o dei fornitori dei sottoas-
siemi, per assicurare che gli effetti dei disturbi elettromagnetici su di essi non portino ad
un funzionamento insicuro e/o a guasti fino al livello di pericolo.

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I seguenti criteri di prestazioni devono essere utilizzati per determinare il risultato


(passa/non passa) della prova di immunità EMC:
a) per quelle norme specificate nella EN 61000-6-2, valgono i criteri di prestazioni
specificati nella EN 61000-6-2;
b) riguardo a tutti i criteri di prestazioni specificati nella EN 61000-6-2 (A, B, ecc.), non
vi deve essere perdita delle prestazioni o deterioramento delle prestazioni tali da
portare al livello di pericolo. In particolare, non devono verificarsi le seguenti perdite
di prestazioni o deterioramento delle prestazioni:
- avvio imprevisto (vedere EN 1037);
- blocco del comando dell’arresto di emergenza o ripristino della funzione di
arresto di emergenza (vedere EN 418 e EN 60204-1);
- inibizione del funzionamento di qualsiasi dispositivo di sicurezza e di interru-
zione automatica, se selezionato in conformità ai punti:
- 5.1.1.1, 5.1.1.2, 5.1.1.8;
- 5.1.3.1, 5.1.3.2;
- 5.1.4.1, 5.1.4.3, 5.1.4.4, 5.1.4.6;
- 5.1.5.1.6, 5.1.5.1.7;
- 5.1.5.2.3;
- 5.7.5, 5.7.6;
- 5.7.7.3;
- 5.8.1, 5.8.2, 5.8.3;
- qualsiasi riduzione della capacità di rilevamento dei guasti dei sistemi di
controllo, riguardanti la sicurezza, con componenti elettronici in conformità a
5.7.7.1, nella misura in cui tali sistemi sono stati scelti per i dispositivi di
sicurezza/interruzione automatica, in conformità ai punti prima descritti.
Informazioni sulle misure per ridurre gli effetti dei disturbi elettromagnetici sulle apparec-
chiature di movimentazione continua sono riportate nella EN 60204-1:1997, punto 4.4.2.

5.4 Misure di protezione dai pericoli dovuti a effetti di natura termica


Nei casi in cui i materiali trasportati o qualsiasi parte dell’apparecchiatura stessa, a
contatto con le persone, possono portare a ustioni o a scottature (per esempio, quando la
temperatura delle superfici molto calde eccede i valori definiti dalla EN 563, sulla base di
un tempo di contatto di un secondo) devono essere prese misure idonee per impedire il
contatto con i materiali trasportati o con le superfici molto calde, per esempio, schermi,
protezioni fisse, protezioni a distanza fissa.

5.5 Misure di protezione dai pericoli generati dai materiali trasportati (contatto con o inala-
zione di liquidi nocivi, gas, condense, fumi e polvere)
Si applica la norma europea EN 626-1.
L’apparecchiatura deve essere progettata e costruita per le condizioni ambientali volute
(vedere introduzione).
Se si devono trasportare carichi pericolosi o nocivi, questi devono essere racchiusi in
modo da impedire che sfuggano nell’atmosfera. Il contenitore deve essere correttamente
sigillato e, dove è necessario, deve essere provvisto di un dispositivo di sfiato del vapore
o della polvere.
Si deve fare particolare attenzione ai carichi molto caldi o igroscopici.

5.6 Misure di protezione dai pericoli provocati dall’inosservanza dei principi ergonomici
In caso di carico e/o scarico a mano, la progettazione del trasportatore (altezza,
larghezza, velocità, ecc.) deve essere in conformità ai principi ergonomici (vedere
EN 614-1).

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5.7 Misure di protezione dai pericoli causati da interruzione della fornitura di energia, rottura
di parti di macchine o altri disturbi funzionali

5.7.1 Generalità
Deve essere garantito che, in caso di interruzione dell’alimentazione di forza motrice, tutti
i movimenti siano fermati automaticamente. La distanza di arresto deve essere la più
breve possibile, ma compatibile con la sicurezza del sistema. Il movimento non azionato
dalla forza motrice deve essere impedito. Inoltre, non devono essere possibili movimenti
in senso contrario dei carichi trasportati e non deve essere superato il limite di velocità
progettato dal fabbricante.

5.7.2 Alimentazione dei carichi trasportati


In caso di interruzione della alimentazione di forza motrice, l’alimentazione dei carichi
trasportati deve essere interrotta.

5.7.3 Movimento in senso contrario non intenzionale


I trasportatori che creano pericoli a causa del movimento in senso contrario devono
essere progettati in modo da impedire tale inversione non intenzionale del movimento.
Devono essere prese delle misure nei seguenti casi:
- trasportatori a vaschetta oscillante, trasportatori a vaschetta fissa;
- trasportatori a nastro, a nastro con catene, a catene e assicelle, con angoli di
incidenza in forte pendenza;
- trasportatori sospesi con catene di trazione, se il tratto che si muove verso l’alto e
verso il basso ha una differenza di altezza totale di 4 m e un carico di almeno
25 kg/m e le catene non sono autobloccanti nei confronti di tutti i livelli dopo la
rottura.
Il movimento in senso contrario può essere impedito, per esempio, mediante:
- sistemi di frenatura meccanica, oppure
- dispositivi che impediscono il movimento all’indietro.

5.7.4 Tratti di trasporto inclinato/movimenti non intenzionali


I trasportatori con tratti di trasporto inclinato nella direzione del trasporto devono essere
predisposti in modo che siano trattenuti, in caso di interruzione della forza motrice, per
esempio, da un motore frenato.

5.7.5 Sovraccarico dei sistemi di carrelli rimorchiati


I tratti principali ed ausiliari nei sistemi di carrelli rimorchiati devono essere attrezzati con
dispositivi di limitazione del carico (con o senza disattivazione del motore) che scattano
quando si eccede la forza di trazione permessa, cioè, indipendentemente dalla protezione
di sovraccarico del circuito elettrico.
Se diversi sistemi di azionamento lavorano in gruppo, tutto il gruppo deve essere disin-
serito quando scatta il dispositivo di limitazione di uno dei sistemi di azionamento.

5.7.6 Sistemi di protezione dal sovraccarico dei dispositivi di trasferimento verticale


Un dispositivo di trasferimento verticale deve essere dotato di un sistema di protezione
dal sovraccarico, se la capacità prevista è più di 1 000 kg e la massa del carico non è nota
prima che raggiunga l’impianto.
In particolare, i requisiti sono i seguenti:
- la protezione dal sovraccarico deve essere progettata in conformità alla EN 954-1 e
deve essere conforme almeno alla categoria 1;
- la protezione dal sovraccarico deve arrestare tutti i movimenti dell’impianto non
appena il carico eccede la capacità prevista, per impedire che l’impianto funzioni al
di fuori del limite di carico;

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- la protezione dal sovraccarico deve essere prevalente rispetto al controllo del


sistema, fino a quando il sovraccarico non sia stato rimosso;
- la protezione dal sovraccarico deve emettere un segnale ottico o acustico quando
arresta i movimenti.

5.7.7 Comandi e sistemi di comando

5.7.7.1 Comandi e circuiti ai fini della sicurezza


I comandi e i circuiti ai fini della sicurezza devono essere in conformità alla EN 954-1 e
devono essere conformi almeno ai requisiti della categoria 1.

5.7.7.2 Sistemi di comando


I sistemi di comando e le apparecchiature di comando devono essere progettati utiliz-
zando tecniche verificate e devono utilizzare componenti verificati (vedere punto 9.4 della
EN 60204-1:1997 per i sistemi elettrici ed elettronici, EN 982 per i sistemi di comando
idraulico e EN 983 per i sistemi di comando pneumatico). Devono essere in grado di
resistere ai livelli di vibrazione, collisione e urto che si verificano generalmente sulle
apparecchiature di movimentazione meccanica, senza guastarsi al livello di pericolo.
I programmi informatici relativi alla sicurezza e i componenti regolabili non devono essere
accessibili alle persone non autorizzate, per esempio, mediante l’utilizzo di codici di
accesso o di particolari mezzi di regolazione.
Il passaggio dal modo automatico al modo manuale o particolare e viceversa deve essere
possibile solo utilizzando dispositivi particolari di comando, custodibili sotto chiave, che
sono collocati al di fuori delle aree di pericolo (per esempio, interruttori a chiave, parola di
accesso o altri mezzi utilizzabili).

5.7.7.3 Funzione di avvio e di riavvio


I dispositivi di avvio e di riavvio devono richiedere un’azione manuale intenzionale per
essere azionati. Essi devono essere posizionati entro il raggio d’azione dell’operatore
sulla posizione di lavoro e devono essere chiaramente identificabili e visibili.
Se l’avvio e il riavvio di un trasportatore può dar luogo a una condizione di pericolo, deve
essere emesso un segnale di avvertimento inequivocabile, sonoro e/o visivo, in
conformità alla EN 457, alla EN 842 e alla EN 61310-1, a seconda dei casi. Tali segnali
devono essere emessi, per esempio:
- quando trasportatori aperti sono fuori dal campo visivo dell’operatore;
- quando è necessario mettere in allarme persone, che possono trovarsi nell’area, che
un determinato trasportatore o meccanismo è sul punto di avviarsi;
- se un sistema di trasportatore può essere manovrato da diversi punti tra cui non è
possibile la comunicazione.
Ciò non vale per i sistemi che funzionano automaticamente in modo intermittente.
Quando un trasportatore è disposto in modo da alimentare carichi su altri trasportatori,
l’avvio deve essere coordinato mediante l’utilizzo di appositi sistemi collegati di interru-
zione automatica idonei. Tali sistemi collegati di interruzione automatica devono garantire
un avvio sequenziale corretto e impedire che siano alimentati trasportatori che non sono
in funzione o che stanno già funzionando a pieno carico.

5.7.7.4 Funzioni di arresto e dispositivi di comando dell’arresto


I dispositivi di comando dell’arresto devono essere ubicati in tutte le stazioni di comando
entro un comodo raggio d’azione delle persone e devono essere chiaramente identificabili
e visibili. La funzione di arresto deve essere di categoria 0 oppure 1 (vedere punto 9.2.2
della EN 60204-1:1997). La categoria deve essere scelta in modo da portare l’apparec-
chiatura alla condizione di arresto nel più breve tempo compatibile con l’apparecchiatura.

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I dispositivi di comando dell’arresto non devono richiedere una forza notevole per l’aziona-
mento manuale. Dopo l’azionamento di un dispositivo di comando dell’arresto, il traspor-
tatore corrispondente o, se richiesto, il sistema di trasportatori deve arrestarsi e poi
rimanere in una condizione stazionaria.
La funzione di arresto deve essere progettata in modo da evitare di creare condizioni di
pericolo (per esempio, scarico pericoloso del materiale trasportato). Se l’arresto di deter-
minati trasportatori può provocare pericoli su altre parti collegate dell’impianto, l’azione di
arresto deve essere controllata in modo opportuno (per esempio, con un tempo di ritardo
o con una sequenza).

5.7.7.5 Arresto di emergenza


La funzione di arresto di emergenza deve essere in conformità alla EN 418 e deve essere
un arresto di categoria 0 oppure 1. La categoria deve essere scelta in modo da portare
l’apparecchiatura in una condizione di arresto entro il tempo più breve compatibile con
l’impianto.
I dispositivi di arresto di emergenza devono essere in conformità alla EN 418 e devono
essere di uno dei tipi seguenti:
- uno o più interruttori di emergenza, che devono essere installati in modo che almeno
uno sia raggiungibile nel raggio di 10 m da qualsiasi punto dell’impianto accessibile
direttamente (senza l’utilizzo di ulteriori mezzi); e/o
- uno o più interruttori azionati tirando una corda, disposti lungo il lato dell’installa-
zione; oppure
- il dispositivo di disinserimento dell’alimentazione della forza motrice del traspor-
tatore, se la distanza da qualsiasi punto accessibile dell’apparecchiatura al dispo-
sitivo di disinserimento è di 10 m o minore.
L’altezza minima di un dispositivo di arresto di emergenza dal livello del pavimento deve
essere di 0,6 m e l’altezza massima deve essere di 1,7 m.
I dispositivi di arresto di emergenza devono essere ubicati su tutte le stazioni di comando,
posizioni di lavoro e parti del macchinario direttamente accessibili (senza l’utilizzo di
ulteriori mezzi), compresi i punti di carico e scarico manuali, le passerelle e il punto di
trasferimento (vedere 3.7.8 della EN 292-2:1991). Quando sono disponibili più di un
dispositivo di arresto di emergenza, devono essere integrati mezzi per illustrare quale
dispositivo è stato azionato. La funzione di arresto di emergenza deve essere progettata
in modo da evitare di creare condizioni di pericolo (per esempio, scarico pericoloso del
materiale trasportato).
Nota La disponibilità di un dispositivo di arresto di emergenza non è alternativa all’installazione di un sistema utiliz-
zabile di protezioni (vedere EN 418:1992, punto 4.1.3).

5.7.7.6 Interruttori di arresto di emergenza azionati tirando una corda


La disposizione degli interruttori di arresto di emergenza, azionati tirando una corda, deve
essere tale che il loro o i loro dispositivi di interruzione collegati si attivano sia quando la
corda di azionamento è tirata in qualsiasi direzione che quando la corda si rompe. Gli
interruttori con corda da tirare devono anche essere progettati in modo che il guasto di
qualsiasi singola molla provochi l'attivazione del suo o dei suoi dispositivi di interruzione
collegati (cioè, non provochi un guasto fino al livello di pericolo).
Il sistema deve essere attivato da un movimento della corda di meno di 300 mm e
dall’applicazione di una forza minore di 125 N. Tale forza è orizzontale e perpendicolare
alla corda. È applicata a mezza distanza tra due anelli di supporto. Il movimento della
corda è la distanza coperta tra la posizione di riposo e la posizione di azionamento del
punto della corda situato a mezza distanza tra due anelli di supporto.
Poiché il movimento della corda di azionamento e la forza per azionare il sistema
potrebbero essere condizionati dalla progettazione dei supporti della corda e dalla
distanza tra di essi, deve essere garantito che la corda sia sempre libera di muoversi attra-
verso i supporti, in particolare, cambiando la direzione di trazione, senza disimpegnarsi
da essi.

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Solo corde prive di "attorcigliature" e di tipo non suscettibile di "attorcigliature" durante il


funzionamento devono essere scelte per l’utilizzo. La lunghezza massima e gli altri parti-
colari devono essere conformi alle raccomandazioni del fornitore dell’interruttore (per
esempio, protezione degli anelli e delle pulegge di supporto, impossibilità di congela-
mento, cambiamenti della lunghezza a causa di cambiamenti della temperatura, ecc.).

5.7.7.7 Carrelli di trasferimento comandati dall’operatore


I comandi dei carrelli di trasferimento azionati da forza motrice, comandati dall’operatore,
devono essere trattenuti per far funzionare i dispositivi.

5.7.8 Sistemi e apparecchiature idrauliche e pneumatiche


I sistemi e le apparecchiature idrauliche e pneumatiche devono essere conformi ai punti
applicabili della EN 982 e della EN 983, assieme ai requisiti particolari sotto indicati.
Nota Le apparecchiature idrauliche comprendono materiali, accessori, componenti, dispositivi, forniture, impianti,
apparecchi e simili, utilizzati come parti dell’installazione idraulica, o in collegamento con essa, delle apparec-
chiature di movimentazione continua (per esempio, serbatoi di fluidi idraulici, fluido idraulico, pompe, motori
idraulici, cilindri, valvole, accumulatori e tutte le tubazioni idrauliche sulle apparecchiature di movimentazione
continua, o tra di esse, e il serbatoio di liquido idraulico).
Le apparecchiature pneumatiche comprendono materiali, accessori, componenti, dispositivi, forniture,
impianti, apparecchi e simili, utilizzati come parti dell’installazione idraulica, o in collegamento con essa, delle
apparecchiature di movimentazione continua (per esempio, motori pneumatici, cilindri, attuatori, valvole,
fluido lubrificante, i mezzi di scollegamento dall’alimentazione di aria e tutte le tubazioni sulle o dalle apparec-
chiature di movimentazione continua ai mezzi di scollegamento dall’alimentazione principale di aria, ma
senza comprendere i ricettori e i compressori di aria).

5.7.8.1 Sistemi idraulici e pneumatici


I sistemi devono essere provvisti di mezzi per regolare la pressione di lavoro, che non
devono poter essere manomessi, se sono accessibili a qualsiasi persona, per esempio, si
devono poter regolare solo mediante attrezzi o poter chiudere a chiave.
Nota Vedere EN 982:1996 punto 5.3.5.1 e EN 983:1996 punto 5.3.5.1.
I sistemi devono essere provvisti di strumenti che forniscano protezione dalle sovrappres-
sioni e che non devono poter essere manomessi se sono accessibili a qualsiasi persona,
per esempio, si devono poter regolare solo mediante attrezzi o poter chiudere a chiave.
Nota Vedere EN 982:1996 punto 5.3.5.1 e EN 983:1996 punto 5.3.5.1.
La protezione da sovrappressioni deve agire ad una pressione non maggiore di 1,1 volte
la pressione presente durante i movimenti di carico intenzionali. Il mezzo preferenziale di
protezione dalle sovrappressioni è una valvola di sicurezza che può essere installata in
una parte adatta del sistema.
Nota Vedere EN 982:1996 e EN 983:1996, punto 5.1.2.
I sistemi devono essere provvisti di mezzi utilizzabili di verifica della pressione di esercizio
in punti idonei del sistema, per esempio, mediante l’installazione di opportuni punti di
attacco rapido. Tali punti di attacco non devono poter essere manomessi, per esempio,
custodibili a chiave se accessibili a qualsiasi persona.
I sistemi devono avere un mezzo di scollegamento per impedire un avvio inatteso quando
sull’apparecchiatura idraulica o pneumatica sono eseguiti lavori di manutenzione o
regolazioni (vedere EN 1037). Tale mezzo deve essere o una interruzione elettrica della
pompa o del motore di azionamento del compressore d’aria, oppure uno scollegamento
mediante una valvola o un attacco a spina/presa. Il dispositivo di scollegamento deve
essere facilmente accessibile al personale autorizzato, deve essere contrassegnato con
scopo e tipo di operazione e deve essere in grado di essere bloccato nella posizione
"scollegato" o in grado di essere messo in sicurezza in altra maniera.
Nota Vedere EN 1037:1995 punto 5.2 e EN 982:1996 punto 5.1.6 e EN 983:1996 punto 5.1.6.
Se un sistema fornisce forza motrice a più di una macchina, deve essere possibile che
ciascuna singola macchina sia scollegata dall’alimentazione, per permettere che il lavoro
sia eseguito in sicurezza.

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Nel caso in cui parti del sistema rimangano sotto pressione dopo lo scollegamento (per
esempio, a causa di interconnessioni o a causa di una fonte di energia in quella parte del
circuito) ciascuna singola fonte di energia deve poter essere scollegata e/o dissipata per
permettere di eseguire il lavoro in sicurezza. Tali parti del sistema devono essere contras-
segnate/identificate e protette in modo idoneo.
Nota Vedere EN 982:1996 punto 5.3.4.5.1 e EN 983:1996 punto 5.1.6.
I sistemi devono includere filtri che devono essere installati nella linea principale di
alimentazione ed anche immediatamente prima di ciascuna valvola di intercettazione,
dove la contaminazione può provocare un pericolo.
Nota Vedere EN 982:1996 punti 5.3.4.1.3 e 5.3.7 e EN 983:1996 punto 5.3.4.1.1.
I sistemi devono essere progettati e costruiti in modo da impedire o da ridurre al minimo
eccessi momentanei della pressione di esercizio, ridurre al minimo le perdite e la
pressione di ritorno, in particolare nei sistemi pneumatici che riguardano la sicurezza.
Nota Vedere EN 983:1996 punto 5.3.3.1.4.
I sistemi idraulici che comprendono accumulatori caricati a gas devono soddisfare i
requisiti della EN 982, punto 5.3.4.5. Nel caso in cui gli accumulatori forniscano fluido
idraulico a funzioni critiche per la sicurezza, devono comprendere un dispositivo di rileva-
mento del livello minimo del fluido. Se si raggiunge il livello minimo del fluido, il dispositivo
deve emettere automaticamente un comando di arresto.

5.7.8.2 Apparecchiature idrauliche e pneumatiche


Il fornitore deve scegliere e installare apparecchiature idrauliche e pneumatiche che
devono essere utilizzabili per l’ambiente di lavoro previsto.
I sistemi idraulici per le apparecchiature di movimentazione continua non devono
utilizzare fluidi idraulici tossici e pericolosi. Nei casi in cui si utilizza un fluido idraulico
particolare (per esempio, nei casi in cui è richiesta la resistenza del fuoco), si devono
seguire le istruzioni di sicurezza del fornitore del fluido. I sistemi pneumatici devono
utilizzare solo aria compressa o gas neutro.
I serbatoi di fluido idraulico devono essere conformi ai requisiti della EN 982:1996, punto
5.3.4.4 e avere una capacità di almeno il 10% più di quella richiesta dal sistema in uso
normale.
Tutte le tubature flessibili, i tubi flessibili ed anche qualsiasi conduttura o collegamento,
utilizzati come elementi di trasmissione ai fini della sicurezza, devono essere progettati
per resistere ad almeno 3 volte la massima pressione di esercizio (pressione impostata
della valvola di sicurezza della pressione), senza guasti o deformazioni permanenti. Le
altre apparecchiature idrauliche o pneumatiche, per esempio, gli attuatori, gli accumu-
latori, le valvole, le condutture e i loro collegamenti, devono essere progettati per resistere
ad almeno 2 volte la pressione massima di lavoro, senza guasti o deformazioni perma-
nenti.
Se le estremità dei cilindri idraulici o pneumatici sono utilizzate per arrestare il movimento,
devono essere in grado di resistere ad una forza statica corrispondente ad almeno 3 volte
la pressione di esercizio massima, senza guasti o deformazioni permanenti. Se nei cilindri
sono installati dispositivi di arresto terminali per arrestare il movimento, devono essere in
grado di resistere ad una forza statica corrispondente ad almeno 3 volte la pressione
massima di esercizio, senza guasti o deformazioni permanenti. I cilindri senza dispositivi
di arresto terminali devono essere opportunamente ammortizzati. Se i cilindri idraulici o
pneumatici sono in relazione con la sicurezza, le estremità devono essere in grado di
resistere a una forza statica corrispondente ad almeno 4 volte la pressione massima di
esercizio, senza guasti o deformazioni permanenti.

5.7.8.3 Installazione delle tubature


Le tubazioni dei sistemi idraulici, compreso qualsiasi lavoro eseguito sul posto, devono
essere conformi ai requisiti della EN 982:1996, punti 5.3.4.2 e 5.3.4.3 e devono essere
opportunamente progettate e installate per impedire l’intrappolamento di aria. Le
tubazioni dei sistemi pneumatici, compreso qualsiasi lavoro eseguito sul posto, devono
essere conformi ai requisiti della EN 983:1996, punti 5.3.4.2 e 5.3.4.3 e devono essere

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opportunamente progettate e installate per prevenire la formazione di acqua. La


marcatura con etichette, la codifica mediante colori o l’uso di attacchi incompatibili devono
essere utilizzati, dove è fattibile, per impedire o scoraggiare collegamenti o ricollegamenti
errati, che potrebbero avere come conseguenza rischi di lesioni (per esempio, invertendo
la direzione del movimento o condizionando negativamente una funzione della
sicurezza).

5.8 Dispositivi e apparecchiature per la messa in servizio e la riparazione

5.8.1 Dispositivi di comando


I sistemi, che con difficoltà possono essere visti nella loro interezza, devono avere una o
più stazioni locali, con capacità di far funzionare dispositivi di comando, per mezzo dei
quali la regolazione e le riparazioni possono essere eseguite in sicurezza in modo
manuale. Si devono prendere in considerazione i seguenti provvedimenti, per esempio:
- visione diretta delle posizioni, dei movimenti e dei carichi;
- lunghezza dei cavi dei dispositivi di comando portatili, di lunghezza sufficiente per
permettere una visione diretta dei movimenti che devono essere comandati;
- distanza di arresto di sicurezza, per esempio, a velocità ridotta.
I dispositivi di comando senza cavi devono essere conformi ai requisiti del
prEN 13557:1999, appendice A.

5.8.2 Veicoli di manutenzione per i trasportatori sospesi semoventi


I veicoli di manutenzione da utilizzare con i trasportatori sospesi semoventi devono
essere conformi ai seguenti requisiti:
- comandi manuali in conformità a 5.8.1;
- un dispositivo di fuga, quale un dispositivo di discesa (vedere EN 341);
- protezioni contro le cadute (vedere punto 7.1 della EN ISO 14122-3:2001);
- protezioni dai pericoli di schiacciamento, per esempio, comando a due mani, gabbia;
- misure contro lo svio, in conformità a 5.1.5.1.4;
- dimensioni minime per permettere buone condizioni di lavoro dal punto di vista
ergonomico.

5.8.3 Stazionamento o movimentazione sull’elemento di trasporto dei dispositivi di trasferimento


verticale
Nel caso in cui persone addette alla manutenzione occupino l’elemento di trasporto di un
dispositivo di trasferimento verticale, questo deve essere progettato in modo che:
- l’elemento di trasporto non possa cadere, e;
- l’elemento di trasporto abbia una base di supporto sicura e che le persone siano
messe in sicurezza dai pericoli di schiacciamento.
Ciò può essere garantito dalle misure seguenti:
- se si vuole solo stare in piedi sull’elemento di trasporto quando è fermo, devono
essere provvisti dispositivi di sicurezza che bloccano con efficacia, per esempio,
chiavistelli di sicurezza, cunei autobloccanti o corde di tenuta, che possano essere
fissati dall’esterno;
- se si vuole viaggiare sugli elementi di trasporto, sono richieste misure in conformità
all’appendice E contro i pericoli di schiacciamento e, nel caso di un’altezza di solle-
vamento maggiore di 1,5 m, contro la caduta non intenzionale dell’elemento di
trasporto.
Sull’elemento di trasporto si deve creare una base di supporto sicura, per esempio,
ponendo dei pannelli sull’area dove si deve stare in piedi o riempendo le piastre tra i rulli
(vedere 5.1.7.3) o inserendo piastre tra le catene di un trasportatore a catene. La base di
supporto deve essere progettata per sostenere una pressione di 1 800 N/m2 e una massa
di 100 kg, distribuita su un'area di 0,2 m × 0,2 m in un punto qualsiasi della superficie.

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Con un’altezza di caduta di 1 m, devono essere installate delle protezioni di sicurezza


contro le cadute dall’elemento di trasporto, per esempio, mediante barriere di sicurezza in
conformità al punto 7.1 della EN ISO 14122-3:2001 oppure mediante installazione di un
dispositivo di ancoraggio in conformità al punto 4.3 della EN 795:1996, per utilizzare un
dispositivo di protezione individuale.

6 VERIFICA DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA


Poiché le apparecchiature o i sistemi di movimentazione continua sono generalmente
assemblati sul luogo di utilizzo, si deve eseguire la verifica sia nelle fasi di progettazione
che di fabbricazione, sia nelle fasi di assemblaggio che di messa in esercizio. Prima della
messa in esercizio si deve verificare che tutti i relativi requisiti e misure di sicurezza relativi
alla presente norma siano stati applicati.
Per la verifica del punto 5, vedere appendice H (normativa). Per le considerazioni
generali, vedere punti sotto descritti.

6.1 Nelle fasi di progettazione e di fabbricazione


La verifica deve confermare:
− che il manuale dei calcoli di progettazione sia completo e in linea con la specifica
tecnica della presente norma, che riguarda la capacità delle apparecchiature e/o del
sistema con riferimento alla sicurezza;
− che i disegni costruttivi comprendano tutti i dispositivi di protezione e l’accesso
necessario per far funzionare, e ispezionare la macchina e per farne manutenzione;
− che la bozza del manuale di istruzioni sia completa a sufficienza per eseguire l’instal-
lazione e la messa in esercizio in condizioni di sicurezza;
− che le informazioni riguardanti il trasporto delle apparecchiature siano complete e
disponibili quando le apparecchiature sono fornite non assemblate.

6.2 Sul luogo di montaggio prima dell’applicazione della forza motrice


La verifica deve confermare che le apparecchiature sono conformi a tutti i requisiti della
norma:
− che i documenti di riferimento, per esempio, il manuale di istruzioni, gli schemi
elettrici, idraulici e pneumatici, i disegni meccanici o le apparecchiature di prova,
ecc. siano disponibili;
− che tutte le protezioni di sicurezza siano state correttamente installate e che nelle
aree accessibili non vi siano punti di pericolo non protetti;
− che tutte le strutture di accesso siano state installate e che sia possibile raggiungere
i punti di comando, di regolazione e di manutenzione senza pericolo e che le zone
riservate al personale siano in conformità ai punti pertinenti della presente norma.

6.3 Messa in esercizio

6.3.1 Prove a vuoto


La verifica deve confermare che i punti seguenti sono in conformità ai punti pertinenti
della presente norma:
- che l’inserimento e il disinserimento della forza motrice e le normali funzioni di
arresto e di avvio funzionano;
- che, per esempio, i dispositivi di allarme ottici e acustici, i collegamenti fonici
funzionano come voluto;
- che le velocità e la possibilità di movimento di tutte le parti in movimento siano
conformi alle specifiche della norma e che tutti gli interruttori di limitazione e i dispo-
sitivi di arresto di emergenza funzionino nel modo voluto quando sono azionati;
- che le distanze di sicurezza per le persone siano quelle prescritte e che i dispositivi
di interruzione automatica e i dispositivi a scatto automatico funzionino come voluto;
- che gli spazi liberi tra le parti della macchina in relazione alle altre parti e in relazione
agli ostacoli fissi e mobili al di fuori della macchina siano quelli prescritti nella norma
o che i dispositivi di protezione funzionino.

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6.3.2 Prove sotto carico


La verifica deve confermare:
- che i carichi siano trasportati correttamente nelle condizioni volute, cioè senza
accumulo indesiderato e senza sovraccarico;
- che i sistemi idraulici e pneumatici debbano essere sottoposti a prova nella loro
integrità e controllati riguardo alla presenza di perdite, ad una pressione statica di
almeno il 20% maggiore del valore generalmente impostato sul dispositivo di prote-
zione dalla sovrappressione, in modo da ridurre al minimo il rischio di lesioni dirette
o indirette causate dalle perdite.

6.3.3 Sistema di limitazione del carico


La verifica deve comprendere la conferma che i dispositivi di limitazione del carico
funzionano come richiesto.

6.3.4 Prove per i dispositivi di trasferimento verticale


Nel corso della messa in esercizio, un carico di 1,1 volte la capacità nominale di supporto
del carico deve essere applicato all’elemento di trasporto dei dispositivi di trasferimento
verticale. Con tale carico si deve eseguire un ciclo completo in alto e in basso, per
illustrare che l’elemento di trasporto si arresta correttamente nelle posizioni di arresto
volute e che il trasferimento di carico da e per i trasportatori di interfaccia è eseguito senza
guasti.

6.3.5 Prove di EMC

6.3.5.1 Prove con riferimento alla Direttiva EMC


La conformità con i requisiti EMC di 5.3 deve essere verificata in conformità alle norme
richiamate. Se la prova dell’impianto completo di movimentazione continua non è ragio-
nevolmente fattibile a causa delle dimensioni dei macchinari, il fabbricante deve verificare
che tutti i sottoassiemi pertinenti delle apparecchiature siano conformi a 5.3. Il fabbricante
deve inoltre verificare che tali sottoassiemi siano convenientemente installati e collegati
elettricamente, in modo da ridurre al minimo i disturbi e/o i loro effetti, in conformità alla
raccomandazione del o dei fornitori dei sottoassiemi.

6.3.5.2 Prove con riferimento alla Direttiva macchine


La conformità ai requisiti EMC di 5.3 deve essere verificata eseguendo prove preliminari
e prove funzionali. Se la prova dell’impianto completo di movimentazione continua non è
ragionevolmente fattibile a causa delle dimensioni dei macchinari, il fabbricante deve
verificare che tutti i sottoassiemi pertinenti delle apparecchiature siano conformi a 5.3. Il
fabbricante deve inoltre verificare che tali sottoassiemi siano convenientemente installati
e collegati elettricamente, in modo da ridurre al minimo gli effetti dei disturbi sulle
apparecchiature, in conformità alle raccomandazioni del o dei fornitori dei sottoassiemi.

7 INFORMAZIONI PER L'UTILIZZO

7.1 Manuale di istruzioni

7.1.1 Generalità
Il manuale di istruzioni deve essere conforme al punto 5.5 della EN 292-2:1991 e deve
comprendere le informazioni richiamate nella EN 292-2:1991, appendice A, punto 1.7.5.
Tali informazioni devono comprendere le condizioni nelle quali si vuole utilizzare
l’apparecchiatura, in particolare riguardo a:
- i materiali che devono essere movimentati: indicazione delle caratteristiche massime
permesse, per esempio, le dimensioni;
- le condizioni di funzionamento: indicazione del modo o dei modi di funzionamento,
per esempio, funzionamento automatico o manuale;

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- campo delle condizioni ambientali volute, in conformità alle restrizioni nel campo di
applicazione, per esempio, vento, temperatura, umidità relativa.
Devono inoltre essere forniti i particolari delle funzioni di sicurezza e l’elenco e l’ubica-
zione dei dispositivi di sicurezza.
Il manuale di istruzioni deve inoltre contenere le informazioni sulle applicazioni proibite,
quali:
- la movimentazione di carichi unitari diversi da quelli specificati e di carichi unitari
pericolosi;
- il trasporto di persone.
Nel caso in cui sia provvisto un sistema di logica programmabile, il manuale di istruzioni
deve contenere tutte le istruzioni necessarie per le modifiche dei programmi considerate
ammissibili dal fabbricante.

7.1.2 Istruzioni per l’installazione delle apparecchiature


Quando le apparecchiature sono fornite non montate, il fabbricante deve fornire con le
apparecchiature le specifiche di montaggio, preferibilmente con disegni che illustrino:
- i pesi massimi, le dimensioni e i punti di sollevamento dei componenti separati forniti;
- le fasi di montaggio e i requisiti tecnici;
- il metodo di movimentazione richiesto;
- i carichi sul pavimento delle singole apparecchiature; in particolare, il pavimento
sotto i dispositivi di trasferimento verticale devono essere progettati con la capacità
di portata del carico per sostenere i dispositivi di tenuta del carico in caduta e i
carichi nominali;
- i requisiti per i punti di ancoraggio e di fissaggio.

7.1.3 Istruzioni sull'utilizzo delle apparecchiature


Il manuale di istruzioni deve comprendere, in aggiunta al punto 5.5.1 della
EN 292-2:1991, le seguenti informazioni:
- istruzioni che solo personale autorizzato deve avviare e utilizzare il sistema o inter-
ferire con il normale lavoro del sistema;
- i modi e i mezzi di arresto e, in particolare, i dispositivi di arresto normale e di
emergenza devono essere resi noti a tutto il personale pertinente. L’informazione
che le aree che danno accesso a tali dispositivi devono essere tenute libere da
ostacoli. Il loro corretto funzionamento deve essere periodicamente controllato.
Il dispositivo di arresto di emergenza non deve essere utilizzato per l’arresto normale.
Tutte le operazioni di riavvio sulle apparecchiature, che sono state ferme a causa di
un’emergenza o di un arresto accidentale, devono essere precedute da un’ispezione
mirata a:
- determinare la causa dell’emergenza o dell’arresto accidentale;
- riparare il guasto.
L’informazione che un’apparecchiatura ferma non è un’apparecchiatura sicura, nel caso in
cui energia accumulata possa essere liberata indipendentemente dalla volontà o a causa
di procedure di manutenzione errate. lnformazioni riguardo alle corrette procedure di
manutenzione, per esempio, per liberare un blocco mentre l’apparecchiatura è in
funzione.
Il manuale di istruzioni deve attirare l’attenzione dell’utilizzatore sui punti seguenti:
- l’utilizzatore deve essere attento a garantire un’alimentazione regolare, evitando
sovraccarichi;
- l’utilizzatore non deve modificare il progetto o la configurazione delle apparec-
chiature senza consultare il fabbricante o il suo rappresentante autorizzato;
- dopo modifica del progetto o della configurazione dell’apparecchiatura, deve essere
eseguita una rimessa in esercizio in conformità a 6.3;
- tutte le stazioni di carico e di lavoro e le passerelle devono essere tenute sgombre.

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7.1.4 Istruzioni sulla manutenzione


Il manuale di istruzioni deve specificare in particolare [vedere punto 5.5.1 e) della
EN 292-2:1991]:
a) la conoscenza e l’abilità tecnica della squadra di manutenzione, specialmente per
operazioni particolari che richiedono competenza specifica, e che tutte le regola-
zioni, siano esse meccaniche o elettriche, devono essere eseguite da persone
autorizzate a farlo in conformità ad un sistema di sicurezza del lavoro;
b) le condizioni nelle quali i lavori di manutenzione e la riparazione di guasti sulle
apparecchiature o sui sistemi di movimentazione continua possono essere eseguiti,
per esempio, richiedendo che l’apparecchiatura sia isolata, protetta da un riavvio
inatteso e che misure siano prese per impedire movimenti inattesi;
c) una lista delle parti che si usurano e anche la frequenza approssimativa e le condi-
zioni della loro sostituzione;
d) un lista di parti che devono essere controllate periodicamente;
e) le condizioni di esame e di scarto delle funi di acciaio (vedere ISO 4309) e delle
catene;
f) che l’accesso ai punti di manutenzione e di ispezione deve essere tenuto sgombro
da ostacoli.
Il manuale di istruzioni deve fornire informazioni riguardanti il rumore, come richiesto nella
EN 292-2:1991, appendice A, punto 1.7.4 f).
Si deve attirare l’attenzione in modo specifico sull’obbligo di arrestare tutte o parte delle
apparecchiature per sostituire determinati componenti, quali i rulli dei trasportatori.
Il manuale di istruzioni sulla manutenzione richiede (almeno) che:
g) le apparecchiature di movimentazione continua siano mantenute in corrette condi-
zioni di lavoro e soggette a manutenzione in conformità alle istruzioni del fabbri-
cante;
h) l’ispezione, la regolazione, la manutenzione e la pulizia della parti in movimento
devono essere eseguite regolarmente e in maniera sicura, in conformità alle istru-
zioni del fabbricante;
i) l’ispezione e la regolazione delle apparecchiature di movimentazione meccanica
continua, in moto o in utilizzo, devono essere eseguite solo con le protezioni nella
loro posizione;
j) lo spostamento o la rimozione di una protezione e/o la neutralizzazione di un dispo-
sitivo di sicurezza devono essere eseguiti in conformità al punto 4.2.2 della
EN 292-2:1991;
k) le riparazioni e l’asportazione delle protezioni o dei pannelli protettivi devono essere
eseguite solo dopo aver arrestato le apparecchiature e dopo che i dispositivi di avvio
sono stati resi inoperativi da persone autorizzato, in conformità al sistema di
sicurezza del lavoro;
l) l’ingresso nello spazio sottostante l’elemento di trasporto dei dispositivi di trasferi-
mento verticale è permesso solo se i dispositivi di sicurezza sono stati attivati.

7.1.5 Addestramento
Nel manuale di istruzioni il fornitore deve indicare se l’addestramento dell’operatore è
richiesto e fornire particolari di tale addestramento.

7.1.6 Trasporto di persone


Un cartello deve attirare l’attenzione sul fatto che nessuno deve viaggiare su o in un
trasportatore che non sia progettato per trasportare persone, mentre questo è in moto.

7.1.7 Permanenza sotto ai carichi


Un cartello deve attirare l’attenzione sul fatto che nessuno può rimanere al di sotto di
carichi, vedere ISO/DIS 3864-1:1999.

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7.1.8 Marcatura dei trasportatori a catene raschianti


Se gli elementi di spinta o le catene dei trasportatori a catene raschianti corrono al di
sopra del livello del pavimento, le guide devono essere contrassegnate da un colore
vivace.
I percorsi di trasporto dei trasportatori a catene raschianti devono essere contrassegnati,
in conformità alla larghezza del profilo dei carrelli a rimorchio carichi, con linee gialle
dipinte sul pavimento.

7.1.9 Manuale di istruzioni per i dispositivi di trasferimento verticale


Nel manuale di istruzioni si deve fare particolare riferimento ai dispositivi di trasferimento
verticale, che sono in funzione durante la manutenzione:
- entrare nello spazio sotto il sollevatore è permesso solo se i dispositivi di sicurezza
sono presenti ed efficaci;
- il lavoro sui dispositivi o sul comando di sollevamento può essere iniziato solo se si
è impedito al sollevatore di muoversi senza che sia richiesto o di cadere;
- l’esecuzione di prove sui dispositivi di trasferimento verticale, con accesso a parti
pericolose in movimento o con i pannelli di protezione aperti, sono ammesse solo se
eseguite da una persona competente, che faccia uso di un fermo per far funzionare
dispositivi di comando; nessun altro dispositivo di comando può avere un qualsiasi
effetto.

7.1.10 Pericoli generati da carichi trasportati


Nel manuale di istruzioni si deve fare riferimento all’obbligo di prendere ulteriori misure, se
possono verificarsi pericoli particolari provocati dai carichi trasportati, per esempio, radia-
zioni, esplosioni o avvelenamenti.

7.1.11 Errori di allestimento - Montaggio scadente


Vari tipi di rischi possono derivare da un assemblaggio scadente dei diversi componenti di
un’apparecchiatura o del sistema di movimentazione durante tutte le fasi di costruzione e
quando si mette in esercizio l’impianto. La persona che fa il montaggio e mette in esercizio
l’apparecchiatura deve osservare con cura i requisiti per l’installazione dell’apparec-
chiatura, descritti in 7.1.2 e deve verificare la corretta installazione dei requisiti di
sicurezza descritti in 6.2 e nell’appendice H.

7.2 Marcatura

7.2.1 Targhetta di identificazione


L’apparecchiatura deve essere contrassegnata almeno con i dati seguenti:
a) nome e indirizzo del fabbricante;
b) anno di fabbricazione;
c) marcatura legale;
d) designazione della serie o del tipo;
e) numero di serie;
f) la dicitura: "Per informazioni sul corretto utilizzo della macchina, consultare il
manuale di istruzioni".

7.2.2 Capacità di supporto del carico


La capacità di supporto del carico deve essere indicata in kilogrammi (kg) o tonnellate (t)
in maniera leggibile ed indelebile sui punti di carico, in tutti i casi in cui il carico
dell’apparecchiatura non è limitato in modo automatico dal tipo di dispositivo di sospen-
sione del carico o dal metodo di caricamento.

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7.2.3 Indicazioni sui dispositivi di trasferimento verticale


Se nei dispositivi di trasferimento verticale sono utilizzati supporti o chiavistelli montati su
cerniera, una indicazione chiaramente riconoscibile deve essere riportata su entrambe le
estremità del percorso, per esempio, con il testo seguente:
"Spegnere la macchina e bloccare l’interruttore principale.
Portare i supporti o i chiavistelli di sicurezza montati a cerniera nella posizione di
protezione".

7.2.4 Marcatura dei serbatoi di fluido idraulico


I serbatoi di fluido devono essere marcati in modo leggibile e indelebile con un sistema di
identificazione delle unità che sono alimentate da ciascun singolo serbatoio di fluido e
almeno con il numero di serie, l’anno di costruzione, l’indicazione della serie o del tipo di
sistema, la pressione di esercizio e particolari sul tipo corretto di fluido idraulico.

7.2.5 Marcatura degli attacchi nei sistemi idraulici o pneumatici


Nei casi in cui il collegamento scorretto o un nuovo collegamento degli attacchi nei sistemi
idraulici o pneumatici non è impedito dalla incompatibilità degli attacchi, si devono
utilizzare delle etichette o una codifica mediante colori (vedere anche 5.7.8.3).

7.2.6 Indicazioni nei punti di ingresso e di uscita


Se i punti di ingresso e uscita sono progettati in conformità ai requisiti dell’appendice F,
devono essere provvisti della indicazione seguente:
figura 1 "Accesso vietato alle persone non autorizzate"

8 REQUISITI DI COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA (EMC)


Nota Il punto 8 si riferisce alla Direttiva EMC, il 5.3 alla Direttiva macchine.
I disturbi elettromagnetici generati dalle apparecchiature di movimentazione continua non
devono eccedere i livelli specificati nella norma generica di emissione 50081-1.
L’apparecchiatura di movimentazione continua deve anche possedere una sufficiente
immunità dai disturbi elettromagnetici da permetterle di funzionare come voluto, quando è
esposta ai livelli e ai tipi di disturbo specificati nella EN 61000-6-2. Il fabbricante
dell’apparecchiatura di movimentazione continua deve progettare, installare e cablare
l’apparecchiatura e i sottoassiemi, tenendo in considerazione le raccomandazioni del o
dei fornitori dei sottoassiemi, per garantire che gli effetti dei disturbi elettromagnetici su di
essi non portino ad un funzionamento non voluto.
In particolare, non devono verificarsi la seguente perdita o il seguente degrado delle
prestazioni:
- qualsiasi errore di sequenza, di temporizzazione o di conteggio;
- variazioni di velocità maggiori di ±20%;

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- inibizioni del funzionamento dei dispositivi di interruzione automatica;


- aumento o diminuzione della durata dell’operazione di avviamento di più del 10%;
- riduzione della capacità di rilevamento dei difetti non relativi alla sicurezza.
Informazioni sulle misure per ridurre i disturbi generati e misure per ridurre gli effetti dei
disturbi sulle apparecchiature di movimentazione continua sono fornite nella
EN 60204-1:1997, punto 4.4.2. Per quelle prove specificate nella EN 61000-6-2, qualsiasi
degrado delle prestazioni o perdita di funzione, ammessi in relazione ai criteri di presta-
zioni "A" e "B", devono essere dichiarati dal fabbricante. Qualsiasi perdita di funzione
temporanea, permessa riguardo ai criteri di prestazione "C", deve essere dichiarata dal
fabbricante.

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APPENDICE A ESEMPI DI APPARECCHIATURE PER LA MOVIMENTAZIONE CONTINUA


(normativa)
figura A.1 Trasportatore a nastro

figura A.2 Trasportatore a catene striscianti

figura A.3 Trasportatore a piastre

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figura A.4 Trasportatore a catene striscianti a elemento singolo

figura A.5 Trasportatore sospeso

figura A.6 Trasportatore a vaschette oscillanti

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figura A.7 Trasportatore a rulli a gravità

figura A.8 Trasportatore a rulli mobili guidati

figura A.9 Trasportatore sospeso a monorotaia

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figura A.10 Carrello di trasferimento

figura A.11 Dispositivo di trasferimento verticale

figura A.12 Dispositivo di trasferimento orizzontale (piattaforma girevole)

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APPENDICE B ELENCO DEI PERICOLI


(normativa)
La presente appendice contiene i pericoli e le situazioni di pericolo che sono trattate nella
presente norma europea, identificati mediante valutazione del rischio, significativi per il
presente tipo di macchine, e che richiedono un intervento per eliminare o ridurre il rischio.

Pericoli Pericoli Ubicazione del pericolo Requisiti


significativi Punti
trattati
1 Pericoli di natura meccanica
1.1 Pericolo di schiacciamento sì Generalità 5.1.1.1
Unità protette 5.1.1.2
Distanze laterali di sicurezza per i trasportatori 5.1.1.3
Distanze di sicurezza laterali per tutti i trasportatori 5.1.1.4
sospesi
1.2 Pericolo di cesoiamento sì Distanze laterali specifiche di sicurezza per i traspor- 5.1.1.5
tatori sospesi semoventi
Distanze di sicurezza sotto i trasportatori sospesi 5.1.1.6
semoventi
Distanze di sicurezza tra unità mobili dei trasportatori 5.1.1.7
sospesi semoventi
Impedimento all’accesso sotto i dispositivi di trasferi- 5.1.1.8
mento verticale
Spazi liberi di sicurezza nei dispositivi di trasferimento 5.1.1.9
verticale
1.3 Pericolo di taglio o amputazione no
1.4 Pericolo di impigliamento sì Misure di protezione dai pericoli di impigliamento 5.1.2
1.5 Pericolo di trascinamento o di intrappolamento sì Zone di pericolo sulle parti di trasmissione 5.1.3.1
Punti di intrappolamento sugli elementi di trazione e di 5.1.3.2
trasporto o sugli elementi di spinta
Punti di deviazione degli elementi di trazione 5.1.3.3
Zone di pericolo tra i trasportatori a catene striscianti e 5.1.3.4
i carichi unitari trasportati
Ruote o rulli dei carrelli a rimorchio 5.1.3.5
Rulli dei trasportatori sospesi 5.1.3.6
Punti di contatto sui trasportatori a rulli guidati 5.1.3.7
Punti di intrappolamento sui trasportatori a rulli guidati 5.1.3.8
Zone di pericolo tra i trasportatori a rulli e i carichi 5.1.3.9
unitari trasportati
Punti di intrappolamento sui rulli di supporto 5.1.3.10
1.6 Pericolo di urto sì Passerelle di attraversamento 5.1.4.1
Impedimento all’accesso a zone di pericolo 5.1.4.2
Attraversamenti di trasportatori a guida fissa e di altri 5.1.4.3
mezzi di trasporto
Percorso dei trasportatori mobili o dei carrelli rimor- 5.1.4.4
chiati
Attraversamenti dei trasportatori sospesi semoventi e 5.1.4.5
delle aree di transito
Area di trasporto dei carrelli di trasferimento 5.1.4.6
1.7 Pericolo di perforazione o di foratura no
1.8 Pericolo di attrito o di abrasione no
1.9 Pericolo di eiezione di fluido ad alta pressione sì Apparecchiature idrauliche/pneumatiche 5.7.8
o di gas

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Pericoli Pericoli Ubicazione del pericolo Requisiti


significativi Punti
trattati
1.10 Caduta o espulsione di parti (di macchine, di sì Caduta di dispositivi di tenuta del carico o di 5.1.5.1.1
materiali o pezzi lavorati) contrappesi
Parti che possono essere incernierate 5.1.5.1.2
Arresti terminali dei trasportatori 5.1.5.1.3
Caduta o svio dei trasportatori a guida su rotaia 5.1.5.1.4
Sganciamento dei carrelli 5.1.5.1.5
Interruzioni delle guide dei trasportatori sospesi 5.1.5.1.6
Dispositivi di trasferimento dei trasportatori sospesi 5.1.5.1.7
Disinserimento dei dispositivi di trasferimento verticale 5.1.5.1.8
Velocità di abbassamento dei dispositivi di trasferi- 5.1.5.1.9
mento verticale
Carichi in caduta (generalità) 5.1.5.2.1
Percorsi di trasporto inclinati 5.1.5.2.2
Capacità di trasporto dei sistemi collegati 5.1.5.2.3
Elementi di trasporto asportabili dei trasportatori 5.1.5.2.4
sospesi o dei trasportatori sospesi semoventi
Guasto di componenti su trasportatori a catene 5.1.6
inclinati
1.11 Perdita di stabilità (di macchine e di parti di no
macchine)
1.12 Pericoli di scivolamento, di interruzione sì Pozzetti, fosse o passaggi attraverso il soffitto 5.1.7.1
automatica e di caduta in relazione alle Catene sotto il livello del pavimento 5.1.7.2
macchine (a causa della loro natura Attraversamenti sui trasportatori a rulli 5.1.7.3
meccanica) Trasportatori sui quali possono viaggiare le persone 5.1.7.4
Corridoi, piattaforme di lavoro e passerelle 5.1.7.5
2 Pericoli di natura elettrica
2.1 Contatto elettrico diretto o indiretto sì Apparecchiature elettriche e elettroniche 5.2
2.2 Fenomeni elettrostatici sì Cariche elettrostatiche 5.2.2
2.3 Radiazione termica o altri fenomeni, quali la sì Ambiente 5.2.1.2
proiezione di particelle fuse e effetti chimici Regole di cablaggio 5.2.1.3
dai cortocircuiti, dai sovraccarichi, ecc.
2.4 Influenze esterne sulle apparecchiature sì EMC 5.3
elettriche
3 Pericoli di natura termica che si traducono,
per esempio, in
3.1 Bruciature e scottature a causa di eventuali sì Materiali molto caldi o parti di macchine 5.4
contatti di persone, a causa di fiamme o
esplosioni e anche a causa di radiatori o fonti
di calore
3.2 Effetti di danni alla salute a causa no
dell’ambiente di lavoro molto caldo o freddo
4 Pericoli generati dal rumore, che si
traducono, per esempio, in
4.1 Perdite dell’udito (sordità), altre malattie fisio- no
logiche (per esempio, perdita di equilibrio,
perdita di coscienza, ecc.)
4.2 Interferenza con comunicazione del no
linguaggio, segnali acustici, ecc.
5 Pericoli generati da vibrazioni (che si no
traducono in una serie di malattie neurolo-
giche e vascolari)
6 Pericoli generati da radiazioni, special-
mente da

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Pericoli Pericoli Ubicazione del pericolo Requisiti


significativi Punti
trattati
6.1 Archi elettrici no
6.2 Laser no
6.3 Sorgenti di radiazioni ionizzanti no
6.4 Macchine che fanno uso di campi elettroma- no
gnetici ad alta frequenza
7 Pericoli generati da materiali e da sostanze
lavorate, utilizzate o emesse come rifiuti da
macchine, per esempio
7.1 Pericoli che derivano da contatto con o da sì Pericoli derivanti da contatto con o da inalazione di 5.5
inalazione di fluidi nocivi, gas, condense, fumi fluidi nocivi, gas, condense, fumi e polveri
e polveri
7.2 Pericoli di incendio o esplosione no
7.3 Pericoli biologici e microbiologici (da virus o no
da batteri)
8 Pericoli generati da inosservanza dei
principi ergonomici nella progettazione di
macchine (incompatibilità delle macchine
con le caratteristiche e abilità umane),
causate, per esempio da
8.1 Posizioni insalubri o sforzi eccessivi sì Protezione contro i pericoli causati da inosservanza 5.6
dei principi ergonomici
8.2 Considerazione inadeguata dell’anatomia no
umana, mano-braccio o piede-gamba
8.3 Inosservanza dell'utilizzo di dispositivi di no
protezione individuale
8.4 Inadeguata illuminazione locale no
8.5 Sforzo mentale eccessivo o scarso, affatica- no
mento, ecc.
8.6 Errori umani no
9 Combinazioni di pericoli no
10 Pericoli causati da mancanza di energia,
da rottura di parti di macchine o da altri
guasti funzionali, per esempio
10.1 Mancanza di energia elettrica (dell’energia e/o sì Movimenti non azionati da forza motrice 5.7.1
dei circuiti di controllo) Intrusione di materiali trasportati 5.7.2
10.2 Eiezione inattesa di parti di macchina o di sì Movimenti di inversione non voluti 5.7.3
fluidi Tratti di trasporto inclinati/movimenti non voluti 5.7.4
Sovraccarico dei sistemi di carrelli rimorchiati 5.7.5
Protezione dai sovraccarichi dei dispositivi di trasferi- 5.7.6
mento verticale
10.3 Guasto, malfunzionamento del sistema di sì Controlli e circuiti di sicurezza 5.7.7.1
comando (avvio inatteso, superamento Sistemi di controllo 5.7.7.2
inatteso di limiti) Funzione di avvio e di riavvio 5.7.7.3
Funzioni di arresto e dispositivi di arresto 5.7.7.4
Arresti di emergenza 5.7.7.5
Interruttori di arresto di emergenza, azionati tirando 5.7.7.6
una corda
Carrelli di trasferimento controllati dall’operatore 5.7.7.7
10.4 Errori di montaggio sì Montaggio scadente 7.1.11
10.5 Capovolgimento, perdita inattesa di stabilità no
della macchina

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Pericoli Pericoli Ubicazione del pericolo Requisiti


significativi Punti
trattati
11 Pericoli causati da misure/mezzi, relativi sì Istruzioni per la manutenzione 7.1.4
alla sicurezza, (temporaneamente)
mancanti o posizionati in modo errato, per
esempio
11.1 Tutti i tipi di protezione sì Protezione dai pericoli causati 5.8
11.2 Tutti i dispositivi (di protezione) relativi alla sì da misure/mezzi, relativi alla sicurezza, (temporanea-
sicurezza mente) mancanti e/o posizionati in modo errato
11.3 Dispositivi di avvio e di arresto sì Sistemi di comando 5.7.7.2
Funzione di avvio e di riavvio 5.7.7.3
Funzioni di arresto e dispositivi di arresto 5.7.7.4
Carrelli di trasferimento controllati dall’operatore 5.7.7.7
Controlli per la messa in servizio e le riparazioni 5.8
11.4 Segni e segnali di sicurezza sì Trasporto di persone 7.1.6
Permanenza al di sotto dei carichi 7.1.7
Marcatura dei trasportatori a catene raschianti 7.1.8
Segni sui dispositivi di trasferimento verticale 7.2.3
11.5 Tutti i tipi di informazione o dispositivi di sì Avvio 5.7.7.3
allarme Targhetta di identificazione 7.2.1, 7.2.4
Capacità di supporto del carico 7.2.2
Identificazione degli attacchi 7.2.5
11.6 Dispositivi di sconnessione dell’alimentazione sì Pericoli di natura elettrica 5.2.1
di energia Sconnessione dell’alimentazione di energia 5.2.1.1
Sconnessione dei sistemi di trasportatori suddivisi 5.2.1.1
11.7 Dispositivi di emergenza sì Arresto di emergenza 5.7.7.5
Interruttori di arresto di emergenza azionati tirando 5.7.7.6
una corda
11.8 Mezzi di alimentazione/asportazione di pezzi no
11.9 Apparecchiature e accessori essenziali per la sì Veicoli di manutenzione per i trasportatori sospesi 5.8.2
regolazione e/o la manutenzione in sicurezza semoventi
Permanenza in piedi o viaggio sugli elementi di 5.8.3
trasporto dei dispositivi di trasferimento verticale
11.10 Apparecchiature di derivazione gas, ecc. sì Generalità 5.5

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APPENDICE C ESEMPI DI PERICOLI DI NATURA MECCANICA


(normativa)
figura C.1 Pericolo di schiacciamento

figura C.2a) Pericolo di cesoiamento

figura C.2b) Pericolo di cesoiamento

UNI EN 619:2004 © UNI Pagina 38


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figura C.3a) Pericolo di intrappolamento

figura C.3b) Pericolo di intrappolamento

figura C.3c) Pericolo di intrappolamento

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figura C.4 Pericolo di intrappolamento e di schiacciamento

figura C.5 Pericolo di intrappolamento e di cesoiamento

figura C.6 Pericolo di cesoiamento e di urto

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APPENDICE D ESEMPI DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA


(normativa)
figura D.1 Piattaforma girevole - distanza libera continua
Dimensioni in mm

figura D.2 Protezione di un dispositivo di trasferimento verticale

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figura D.3 Distanze laterali di sicurezza sui veicoli dei trasportatori sospesi semoventi
Dimensioni in m

figura D.4 Ostruzioni fisse nello spazio di sicurezza


Dimensioni in m

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figura D.5 Distanze di sicurezza sotto e tra i veicoli disposti l’uno dietro l’altro
Dimensioni in m

figura D.6 Distanza di sicurezza sopra le parti di strutture o di macchine su cui si può camminare e su altre aree
di movimentazione e stazioni di lavoro
Legenda
1 Area non di lavoro
Dimensioni in m

figura D.7 Protezioni sui punti di intrappolamento, per esempio, dei nastri
Dimensioni in mm

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figura D.8 Protezioni a piastra sotto gli elementi di spinta


Dimensioni in mm

figura D.9 Protezioni e protezioni dei punti di intrappolamento sui rocchetti


Legenda
a) Coperchio chiuso
b) Coperchio aperto; misure a, b in conformità alla EN 294
c) Protezioni dei punti di intrappolamento

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figura D.10 Distanze di sicurezza per i rulli dei carrelli rimorchiati


1 Intelaiatura del carrello a rimorchio
2 Bordo dell’intelaiatura
3 Ruota
4 Suolo (pavimento)
5 Intelaiatura
6 Spazio libero per i piedi
Dimensioni in mm

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figura D.11 Protezione sui rulli dei trasportatori sospesi


Dimensioni in mm

figura D.12 Protezione dei punti di contatto sui trasportatori a rulli azionati da cinghie

figura D.13 Protezione sui trasportatori a rulli azionati da catene

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figura D.14 Protezione tra i trasportatori a rulli e i carichi unitari trasportati


Dimensioni in mm

figura D.15 Impedimento all’accesso alle aree di pericolo (1)


Legenda
1 Area di lavoro e di movimentazione
2 Zona di pericolo
Dimensioni in m

figura D.16 Impedimento all’accesso alle aree di pericolo (2)


Legenda
1 Area di lavoro e di movimentazione
2 Zona di pericolo
Dimensioni in m

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figura D.17 Protezione sui carrelli di trasferimento e sui trasportatori di interfaccia


Legenda
1 Sensori estesi e dispositivo di scoraggiamento
2 Paraurti e protezione frontale continua
3 Rilevatore laser e copertura dello spazio intermedio

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APPENDICE E MISURE CONTRO I PERICOLI DI SCHIACCIAMENTO E DI CADUTA DEGLI


(normativa) ELEMENTI DI TRASPORTO DEI DISPOSITIVI DI TRASFERIMENTO VERTICALE

E.1 Apparecchiature con sospensione a corde, a catene o a cinghie dell’elemento di


trasporto

E.1.1 Meccanismo di sicurezza con dispositivo di regolazione dell’eccesso di velocità


Un meccanismo di sicurezza con dispositivo di regolazione dell’eccesso di velocità è
necessario nei casi in cui l’elemento di trasporto è destinato a trasportare persone.

E.1.1.1 Il meccanismo di sicurezza deve funzionare mediante un dispositivo di regolazione


dell’eccesso di velocità, ad una velocità non maggiore di 0,7 m/s oppure 1,4 volte la
velocità nominale, a seconda di quale è la maggiore.
L’intervento del meccanismo di sicurezza ad un’andatura di più di 1 m/s non deve tradursi
in una decelerazione media di progetto maggiore di 3 g, tenendo in considerazione la
massa delle rispettive parti di macchina, del carico nominale e dell’/degli operatore/i. In
nessun caso deve essere messa a rischio la sicurezza dell’operatore quando interviene il
meccanismo di sicurezza.
La forza di trazione nella fune del dispositivo di regolazione dell’eccesso di velocità,
prodotta dal dispositivo di regolazione quando è fatto scattare, deve essere maggiore di
almeno uno dei due valori seguenti:
a) o 300 N, oppure
b) due volte quella necessaria per far intervenire il meccanismo di sicurezza.
Il carico di rottura della fune deve essere di almeno 8 volte la forza di trazione prodotta
nella fune del dispositivo di regolazione dell’eccesso di velocità, quando è fatto scattare.

E.1.1.2 Quando vi è più di un meccanismo di sicurezza, i loro attuatori devono essere collegati
(per esempio, con mezzi meccanici) per garantire che funzionino simultaneamente.

E.1.1.3 L’intervento del meccanismo di sicurezza deve arrestare il montacarichi.

E.1.1.4 La rottura o l’allentamento della fune o della catena del dispositivo di regolazione
dell’eccesso di velocità deve arrestare il montacarichi.

E.1.2 Elementi di sollevamento

E.1.2.1 Le funi o le catene dei montacarichi devono essere dimensionati in conformità ai codici di
calcolo riconosciuti nella prassi per la serie di carichi e per il tempo di funzionamento
previsto. Il rapporto tra il carico minimo di rottura e la massima forza statica per tutti gli
elementi di sollevamento deve essere di almeno 5. Quando è trasportata una persona, il
suddetto rapporto deve essere di 10.

E.1.2.2 Tutti gli elementi di sollevamento di una unità di sollevamento devono essere delle stesse
dimensioni, della stessa resistenza e delle stesse modalità costruttive.

E.1.2.3 Le funi d’acciaio di sospensione devono essere fatte di almeno 114 fili metallici. La
resistenza a trazione dei fili metallici della fune non deve essere minore di 1 570 N/mm2.

E.1.2.4 I tamburi della fune devono essere provvisti di una singola scanalatura continua a spirale
per ciascuna fune. La fune deve essere avvolta solo in un unico strato. Quando l’elemento
di trasporto e sollevamento si trova nella sua posizione più bassa, sul tamburo devono
trovarsi almeno due giri di ciascuna fune.

E.1.2.5 Il rapporto tra il diametro delle pulegge e dei tamburi, misurato sulla linea centrale della
fune e il diametro nominale della fune deve essere in conformità ai codici di calcolo ricono-
sciuti nella prassi per la serie di carichi ed il tempo di funzionamento previsti, ma non può
essere in nessun caso minore di 22:1.

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E.1.2.6 Devono essere messi a disposizione mezzi per rendere uguale la tensione degli elementi
di sollevamento nei casi in cui più di un elemento è fissato a un punto, e la loro posizione
deve essere tenuta sotto controllo.

E.1.2.7 Le catene utilizzate come elementi di sollevamento devono essere solo del tipo a foglia o
a rullo.

E.1.2.8 Le pulegge per le funi, le ruote per le catene o le ruote dentate devono essere provviste
di protezioni per impedire che le funi o le catene si allontanino dalle scanalature o dai
denti.

E.1.2.9 I capi delle funi o delle catene devono avere un carico di rottura minimo di almeno l’80%
del carico di rottura minimo della fune o della catena. I morsetti a U non devono essere
utilizzati per i capi delle funi che trasportano carichi.

E.2 Apparecchiature con trasmissioni idrauliche

E.2.1 I cilindri, le tubazioni, le valvole e gli accessori devono resistere, senza distorsioni e guasti
permanenti, a due volte la pressione di esercizio massima, in conformità alla EN 982.

E.2.2 Le manichette devono essere in grado di resistere ad almeno 3 volte la loro pressione di
esercizio massima.

E.2.3 Devono essere messi a disposizione mezzi per evacuare l’aria intrappolata dai circuiti
idraulici.

E.2.4 Una valvola di sicurezza per la pressione deve essere installata tra la pompa e la valvola
di non ritorno e deve funzionare ad una pressione non maggiore del 10% rispetto a quella
di esercizio.

E.2.5 Devono essere prese delle misure per impedire l’abbassamento della posizione degli
operatori in caso di guasto della tubazione o della manichetta, per esempio, mediante una
valvola collegata direttamente al cilindro di sollevamento o mediante dispositivo a
ganascia.

E.3 Apparecchiature con trasmissione a vite

E.3.1 Il rapporto tra il carico di rottura a trazione del materiale utilizzato e la sollecitazione di
progetto delle filettature delle viti e dei dadi, non deve essere minore di 6. Un fattore di
sicurezza minore, tuttavia non minore di 3, si può utilizzare su una macchina senza una
posizione di sollevamento dell’operatore, a meno che non vi sia pericolo per le persone.

E.3.2 Il meccanismo di trasmissione a vite deve essere progettato in modo da impedire la sua
separazione dal dispositivo di sollevamento nel corso dell’utilizzo normale.

E.3.3 Ogni trasmissione a vite deve avere un dado di supporto del carico e un dado di sicurezza
senza carico, dello stesso materiale e delle stesse dimensioni. Il dado di sicurezza deve
sostenere il carico solo nel caso il dado di supporto del carico si guasti. Non deve essere
possibile sollevare il dispositivo di sollevamento quando il dado di sicurezza è sotto carico.
La trasmissione a vite deve avere una resistenza all’usura più elevata dei dadi.

E.3.4 Deve essere possibile ispezionare la condizione del dado di supporto del carico senza
smontare parti importanti, per esempio, misurando lo spazio libero tra il dado di supporto
del carico e il dado di sicurezza.

E.3.5 Le trasmissioni a vite devono essere provviste ad entrambe le estremità di dispositivi che
impediscano ai dadi di sicurezza di svitarsi dalle viti di guida.

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E.4 Apparecchiature con trasmissione a cremagliera e pignone

E.4.1 Il rapporto tra la sollecitazione di rottura a trazione del materiale utilizzato e la sollecita-
zione di progetto delle cremagliere e dei pignoni non deve essere minore di 6.

E.4.2 In aggiunta ai normali meccanismi delle macchine, devono essere provvisti dei dispositivi
che agiscano in modo effettivo e impediscano al pignone di guida e al pignone che aziona
il meccanismo di sicurezza di sganciarsi dalla cremagliera. Tali dispositivi devono
garantire che il movimento assiale del pignone sia limitato, in modo che almeno ²⁄₃ della
larghezza del dente rimanga in presa. Essi devono inoltre limitare il movimento radiale del
pignone fuori dalla sua posizione di ingranamento, fino al massimo di ¹⁄₃ dell’altezza del
dente.

E.4.3 L’esame visivo dei pignoni deve essere possibile senza smontare i pignoni e senza
smontare componenti strutturali importanti.

E.5 Dispositivo di comando dell’elemento di trasporto


Per proteggere le persone dai pericoli di schiacciamento mentre viaggiano sull’elemento
di trasporto, devono essere disponibili dei dispositivi di comando fermo/in moto, che diano
sicurezza che non vi sia un funzionamento involontario. Deve essere possibile impedire il
comando simultaneo dall’esterno mediante un interruttore di selezione del modo, che può
essere lucchettato. L’andatura deve poter essere ridotta a velocità di spostamento molto
lento. Un dispositivo di comando di emergenza deve essere disponibile nella posizione di
comando sull’elemento di trasporto.

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APPENDICE F TIPICI ESEMPI DI PROGETTAZIONE DI TRASPORTATORI PER IMPEDIRE O


(normativa) SCORAGGIARE IL LORO UTILIZZO INDEBITO PER AVERE ACCESSO
ALLE AREE DI RISCHIO

F.1 Requisiti generali


a) L’accesso lungo i lati dei trasportatori deve essere ridotto al minimo usando le misure
descritte al punto seguente F.3.2.
b) Mediante protezioni fisse deve essere impedito di camminare sotto i trasportatori.
Nota I seguenti punti illustrano le misure di sicurezza maggiormente utilizzate per impedire o scoraggiare l’uso
indebito dei trasportatori per accedere alle aree di rischio ma non escludono altre misure.

F.1.1 Se l’altezza di ingresso/uscita del carico è al massimo di 0,5 m ed è conforme alla EN 294
per le distanze di sicurezza, non sono richieste ulteriori misure per la messa in sicurezza
(per esempio, vedere figura D.16).
Nota Se le zone a rischio possono essere raggiunte attraverso l’entrata o l’uscita del carico, si applicano i requisiti
di 5.1.

F.1.2 Se l’altezza dell’ingresso o dell’uscita del carico è maggiore di 0,5 m, l’accesso può essere
impedito da un dispositivo di interdizione/impedimento, alto almeno 1 m [vedere punto a)],
disposto in conformità alla EN 294:1992, prospetto 1. Tuttavia, se può verificarsi un utilizzo
indebito prevedibile, per esempio, un comportamento non corretto, che deriva da normale
negligenza o dal seguire una linea di minima resistenza [vedere punto b)] per avere
accesso o raggiungere zone di pericolo, l’accesso all’area di trasferimento del carico deve
essere messo in sicurezza con altri mezzi descritti nel punto seguente F.2:
a) Dispositivi di interdizione/impedimento
Quando l’interdizione o l’impedimento devono essere forniti dallo stesso traspor-
tatore, il trasportatore deve essere fissato stabilmente sul posto e deve essere
impedito l'accesso alle zone di pericolo da sotto o tra i lati del trasportatore e
l’apertura (per esempio, vedere figura D.15).
b) Accesso
L’accesso autorizzato attraverso una porta a interruzione automatica deve essere
reso il più conveniente possibile, per scoraggiare il personale dal tentativo di
accedere attraverso un’altra via.

F.1.3 Se le condizioni di cui in F.1.1 o F.1.2 non sono applicabili, si devono adottare misure in
conformità ad F.2 e il trasportatore deve avere una lunghezza minima di 1,2 m nella
direzione di trasporto; oppure una lunghezza minima di 2 m se l’altezza del trasportatore
è minore di 0,3 m.

F.2 Misure che dipendono dal tipo di trasportatore


Se la larghezza dell’intelaiatura è di 40 mm e maggiore, la possibilità di camminare
sull’intelaiatura del trasportatore deve essere ridotta al minimo dalla conformazione della
sua superficie (vedere figura F.1).

F.2.1 Trasportatori a rulli

F.2.1.1 Trasportatori a rulli a gravità


Con una lunghezza minima dei rulli di 0,85 m (cioè la larghezza del trasportatore) e una
distanza libera tra i rulli di 0,1 m, la possibilità di camminare sul trasportatore è scorag-
giata. Dove sono utilizzate le guide dei rulli, l’ingresso tra le guide deve essere scorag-
giato, per esempio, usando una rete o una stuoia di interdizione, come descritto in F.2.4.

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F.2.1.2 Trasportatori a rulli mobili


La distanza libera tra i rulli e il diametro dei rulli devono essere scelti in modo da ridurre al
minimo la possibilità di stare in piedi o di camminare sui rulli stessi (per esempio distanza
minima di 0,12 m). Le persone devono essere scoraggiate dal mettere i piedi tra i rulli, a
livelli di trasporto di 0,5 m o minori, per esempio, fissando una rete molto tesa, capace di
reggere una persona, oppure costruendo una stuoia di rinforzo con maglie di circa 0,15 m
sotto i rulli, all’altezza di circa 0,3 m sopra il pavimento.

F.2.2 Trasportatori a doppia catena


Per scoraggiare le persone dal camminare tra le catene nel caso di distanza tra le catene
maggiore di 0,85 m e larghezza delle catene minore di 40 mm, l’area tra le catene deve
essere attrezzata, per esempio, con uno dei seguenti mezzi (vedere figura F.2):
- rete o stuoia di interdizione, come descritto in F.2.4;
- lastre inclinate marcate con colori di allarme (giallo/nero);
- pavimento sensibile alla pressione, marcato con colori di allarme (giallo/nero - da
non utilizzare in caso di pericolo di caduta).
Per distanze libere tra le catene minori di 0,85 m e/o larghezze di catena di 40 mm o più,
si devono prendere in considerazione altri mezzi (vedere F.2.3).

F.2.3 Altri trasportatori


Nel caso di aree di rischio dietro le protezioni di sicurezza in F.2.3.1 e F.2.3.2, devono
essere disponibili distanze di sicurezza in conformità alla EN 294:1992, prospetto 1.

F.2.3.1 Messa in sicurezza mediante protezioni meccaniche


Nel caso di pericoli di schiacciamento e di cesoiamento provocati da parti del traspor-
tatore in movimento o di pericolo di caduta nell’apertura sul pavimento per i dispositivi di
trasferimento verticale, si devono utilizzare protezioni meccaniche, per esempio, cancelli,
porte oscillanti, protezioni che si abbassano o porte (vedere figura F.3). Il controllo della
protezione di sicurezza deve essere progettato in modo che la protezione debba essere
liberata o aperta solo per permettere il passaggio del materiale trasportato.

F.2.3.2 Messa in sicurezza con dispositivi di scatto automatico


Nel caso di pericoli di schiacciamento e/o di cesoiamento provocati da parti in movimento
del trasportatore, ma in assenza del pericolo di cadere nell’apertura del pavimento per i
dispositivi di trasferimento verticale, devono essere utilizzati dispositivi a scatto
automatico, per esempio, dispositivi fotoelettrici o dispositivi sensibili alla pressione
(vedere figura F.4).

F.2.4 Rete o stuoia di interdizione


Scoraggiare le persone dal camminare sul pavimento tra le parti del trasportatore o tra i
lati del trasportatore e gli oggetti circostanti, per esempio, recinzioni, può essere
realizzato mediante:
- una rete molto tesa di filo di acciaio o di corda di fibra; oppure
- costruendo una stuoia di rinforzo con maglie di circa 0,15 m.
Tali rete o stuoia devono essere in grado di sopportare un peso di 70 kg applicato su
un’area di dimensioni 0,1 m × 0,25 m, in qualsiasi punto della rete o della stuoia, senza
rottura del filo metallico o della corda. Quando si applica tale carico, la rete o la stuoia non
devono arrivare a contatto con il pavimento o con parti del sottostante trasportatore.

F.3 Misure per l’area a lato del trasportatore

F.3.1 Misure contro i pericoli di schiacciamento/cesoiamento


Se vi è una distanza minore di 0,5 m tra il materiale trasportato e le parti fisse
dell’ambiente circostante, per esempio, recinzioni, le zone di pericolo devono essere
messe in sicurezza, per esempio, con dispositivi a scatto automatico, quali fili metallici a
scatto automatico o dispositivi fotoelettrici.

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F.3.2 Misure per impedire l’accesso


L’area tra il trasportatore e la protezione fissa (recinzione) deve essere protetta per
impedire l’accesso, per esempio, con lastre inclinate marcate con colori di allarme
(giallo/nero - vedere figura F.5). Per distanze maggiori di 0,5 m, devono essere disponibili
reti o stuoie di interdizione, come descritto in F.2.4.
figura F.1 Struttura della superficie di una intelaiatura
Dimensioni in cm

figura F.2 Area tra le catene dei trasportatori a doppia catena


Legenda
1 Rete di filo di acciaio o di corda di fibra
2 Costruzione di una stuoia di rinforzo
3 Lastre inclinate
4 Pavimento sensibile alla pressione

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figura F.3 Protezioni meccaniche


Legenda
1 Cancello
2 Porta

figura F.4 Dispositivi a scatto automatico

figura F.5 Lastre inclinate

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APPENDICE G CONSIDERAZIONI PER UNA VALUTAZIONE DEI RISCHI NELLE


(informativa) APPARECCHIATURE DI MOVIMENTAZIONE CONTINUA DI CARICHI UNITARI

G.1 Pericoli di natura meccanica


È necessario distinguere tra:
- pericoli dovuti al sistema di trasmissione dell’energia (motore a ingranaggi, pignoni,
pulegge, ecc.); e
- pericoli dovuti al trasporto del carico.
Le parti di trasmissione dell’energia presentano un pericolo che è certo e localizzato.
Verranno dotate di protezioni fisse.
Il carico trasportato può causare lesioni fisiche mediante schiacciamento, cesoiamento.
Le lesioni dipendono da:
- i carichi stessi: le loro masse, le loro velocità, le forze di azionamento mediante i rulli,
le loro forme, le superfici di contatto, la durezza dei loro materiali, ecc.;
- il tipo di sollecitazione applicata: schiacciamento, cesoiamento, ecc.;
- la parte del corpo umano che è colpita: dito, mano, gomito, avambraccio, corpo, ecc.
In considerazione di tale grande numero di parametri, non è semplice determinare la
gravità di un pericolo. Ciò è tanto più difficile dal momento che vi sono solo pochi studi che
hanno qualche collegamento con il presente tema, cioè: EN 953 per le protezioni azionate
da forza motrice, per la forza necessaria per chiudere le porte dei veicoli di trasporto
pubblico e le porte dei garage, la biomeccanica dell’impatto del veicolo. Tali studi non
possono essere utilizzati direttamente.
D’altra parte, il comitato tecnico di normalizzazione CEN/TC 122 ha incluso una nuova
voce nel suo programma di lavoro: "Valori massimi delle forze attive delle macchine per
evitare lo schiacciamento di parti del corpo umano". A causa del necessario lavoro di
ricerca, non vi saranno risultati utilizzabili per diversi anni.
Prima di specificare le misure di sicurezza, c’è la necessità di valutare la gravità dei
pericoli e anche la probabilità che avvengano. I presenti due aspetti costituiscono parte
della valutazione del rischio.

G.2 Gravità del pericolo


La gravità è determinata usando un metodo approssimato, che prende in considerazione
quattro parametri:
- la velocità;
- il peso del carico;
- la forza applicata al carico da parte del trasportatore;
- il materiale di cui è fatto il carico.
Una "valutazione ponderata" da 1 a 5 è attribuita a ciascuno di tali quattro parametri, a
seconda del loro valore.
Per un dato carico in movimento, i pesi corrispondenti a ciascun parametro sono sommati
per ottenere un "indice di gravità". In tal modo l’"indice di gravità" varia da 4 (i quattro
parametri hanno il loro peso più basso) a 20 (i quattro parametri hanno il loro peso più
alto).
Per un certo numero di carichi diversi, si può ottenere una lista di "indici di gravità". I
presenti indici sono raggruppati in una scala con 5 livelli di gravità.

G.3 Probabilità di rischio


La probabilità di rischio dipende da quanto sono vicine le persone e con quale frequenza
si avvicinano.

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Si fa una distinzione tra aree con una media elevata e aree con probabilità bassa e
bassissima, a seconda della frequenza, del tempo di presenza e della distanza delle
persone.

G.4 Dispositivi di sicurezza da installare


Il dispositivo di sicurezza da installare dipende dalla gravità del pericolo ("livello di
gravità") e dall’area ("probabilità di rischio"). Le misure di sicurezza di più basso livello
sono adottate per bassa gravità e bassa probabilità di rischio; il livello più alto per gravità
elevata e per probabilità di rischio elevata.
Nota Vedere anche EN 954-1 e EN 1050.

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APPENDICE H VERIFICA DEI REQUISITI E/O DELLE MISURE DI SICUREZZA


(normativa)
I requisiti e/o le misure di sicurezza di 5 e 7 della presente norma devono essere verificati
sulla base del prospetto seguente. Esso comprende i seguenti tipi di verifica:
1) esame visivo, il cui risultato consiste unicamente nel constatare che qualcosa è
presente (per esempio: una protezione, una marcatura, un documento);
2) misurazione, il cui risultato è che i parametri misurabili stabiliti sono stati soddisfatti
(per esempio, le dimensioni geometriche);
3) prove funzionali, il cui risultato illustra che segnali adeguati che si volevano inviare al
sistema di comando principale della macchina completa sono disponibili e sono
conformi ai requisiti e alla documentazione tecnica;
4) verifica speciale, la cui procedura è fornita nella colonna "osservazioni" o nel punto
citato.
Poiché le apparecchiature o il sistema di movimentazione meccanica continua sono
generalmente montati nel loro luogo di utilizzo, la verifica deve essere eseguita preferibil-
mente nel momento opportuno:
- nella fase di progettazione (D);
- di fabbricazione (M);
- di montaggio (A); e/o
- di messa in esercizio (C).
Tutte le misure di sicurezza e le dimensioni dovrebbero essere verificate durante la fase di
progettazione.

Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
5, 2° paragrafo A C
5, 3° paragrafo D scelta dei mezzi di arresto
5.1.1.1, 1° paragrafo A
5.1.1.1, 2° paragrafo A A recinzione
5.1.1.1, 2° paragrafo A C protezioni a interruzione automatica
5.1.1.1, 2° paragrafo A C dispositivi a scatto automatico
5.1.1.2 A protezioni fisse
5.1.1.2 A C protezioni a interruzione automatica
5.1.1.3 A distanze libere
5.1.1.3 A C dispositivi a scatto automatico
5.1.1.4 A C
5.1.1.5 A
5.1.1.6 A
5.1.1.7 A (C) distanze di sicurezza
5.1.1.7 A installazione di protezioni
5.1.1.8 A protezione fissa
5.1.1.8 C dispositivi a interruzione automatica
5.1.1.9 A
5.1.2 A
5.1.3.1 A protezione fissa
5.1.3.1 A C protezione a interruzione automatica

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Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
5.1.3.2 A distanze libere
5.1.3.2 A C dispositivo a scatto automatico
5.1.3.3 A
5.1.3.4 A
5.1.3.5 A
5.1.3.6 A
5.1.3.7 A protezioni
5.1.3.7 M distanza libera
5.1.3.8 A
5.1.3.9 A A
5.1.3.10, 1° paragrafo A possibilità di deviazione
5.1.3.10, 2° paragrafo A
5.1.4.1 A dispositivi fissi
5.1.4.1 C dispositivi a scatto automatico, protezioni a inter-
ruzione automatica, comandi
5.1.4.2 A vedere appendice F
5.1.4.3 C
5.1.4.4 C
5.1.4.5 A
5.1.4.6, 1° paragrafo A protezioni fisse
5.1.4.6, 1° paragrafo C dispositivi a scatto automatico
5.1.4.6, 1° paragrafo (A) (C) ingresso/uscita del carico - vedere appendice F
5.1.4.6, 2° paragrafo C
5.1.4.6, 3° paragrafo A dispositivi fissi
5.1.4.6, 3° paragrafo C dispositivi a scatto automatico
5.1.5.1.1 A
5.1.5.1.2 A parti meccaniche
5.1.5.1.2 C con carichi
5.1.5.1.3 D calcolo di resistenza meccanica
5.1.5.1.4 M
5.1.5.1.5 A
5.1.5.1.6 A A parti meccaniche
5.1.5.1.6 C parti a interruzione automatica
5.1.5.1.7 A A parti meccaniche
5.1.5.1.7 C interruzioni automatiche, comandi
5.1.5.1.8 C
5.1.5.1.9 M prova di tipo per la costruzione in serie o prova
individuale per la costruzione non in serie
5.1.5.1.9 M prova individuale per la costruzione in serie
5.1.5.2.1 A
5.1.5.2.2 M
5.1.5.2.3 C
5.1.5.2.4 D calcolo

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Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
5.1.6 A
5.1.7.1 A
5.1.7.2 A A
5.1.7.3 A A
5.1.7.4 C
5.1.7.5 A
5.2.1, 2° paragrafo D scelta delle apparecchiature
5.2.1.1, 1° paragrafo M (A*) * se aggiunto durante il montaggio
5.2.1.1, 2° paragrafo A
5.2.1.1, 3° paragrafo A
5.2.1.2, 1° paragrafo M (A*) * se aggiunto durante il montaggio
5.2.1.2, 2° paragrafo C
5.2.1.2, 3° paragrafo D scelta delle apparecchiature
5.2.1.3 A
5.2.2 A
5.3 M vedere anche 6.3.5
5.4 C
5.5 C
5.6 D scelta dei mezzi
5.7.1 C
5.7.2 C
5.7.3 C
5.7.4 C
5.7.5 C
5.7.6 C
5.7.7.1 D diagrammi del circuito, scelta dei componenti
5.7.7.2 C vedere anche 6.3.4 per i dispositivi di trasferi-
mento verticale
5.7.7.3, 1° paragrafo A
5.7.7.3, 2° paragrafo C
5.7.7.3, 3° paragrafo C
5.7.7.4, 1° paragrafo D scelta dei mezzi di arresto
5.7.7.4, 1° paragrafo D scelta della categoria di arresto
5.7.7.4, 2° paragrafo C
5.7.7.4, 3° paragrafo C
5.7.7.5, 1° paragrafo D scelta dei mezzi di arresto
5.7.7.5, 2° paragrafo A
5.7.7.5, 3° paragrafo A
5.7.7.5, 4° paragrafo A C
5.7.7.6, 1° paragrafo C
5.7.7.6, 2° paragrafo C
5.7.7.6, 3° paragrafo A C

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Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
5.7.7.6, 4° paragrafo M, A
5.7.7.7 C
5.7.8.1, 1° paragrafo A
5.7.8.1, 2° paragrafo A C
5.7.8.1, 3° paragrafo A
5.7.8.1, 4° paragrafo A
5.7.8.1, 5° paragrafo A
5.7.8.1, 6° paragrafo A
5.7.8.1, 7° paragrafo C prova di pressione con fattore 1,1 sopra la
pressione massima di lavoro
5.7.8.1, 8° paragrafo A C
5.7.8.1, 9° paragrafo D progettazione del sistema
5.7.8.1, 10° paragrafo A C
5.7.8.2, 1° paragrafo D scelta delle apparecchiature
5.7.8.2, 2° paragrafo D scelta del fluido/gas
5.7.8.2, 3° paragrafo D capacità del serbatoio dei fluidi
5.7.8.2, 4° paragrafo D scelta delle apparecchiature
5.7.8.2, 5° paragrafo D scelta delle apparecchiature
5.7.8.3 D progettazione del sistema
5.7.8.3 A misure per impedire collegamenti errati
5.8.1 A C
5.8.2 A C
5.8.3 A appendice E
7.1.1 M verifica
7.1.2 M verifica
7.1.3 C verifica
7.1.4 C verifica
7.1.5 C verifica
7.1.6 A
7.1.7 A
7.1.8 A
7.1.9 C verifica
7.1.10 C verifica
7.1.11 A addestramento
7.2.1 C
7.2.2 C
7.2.3 C
7.2.4 C
7.2.5 C
E.1.1 D scelta del componente
E.1.1.1, 1° paragrafo C
E.1.1.1, 2° paragrafo D calcolo

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Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
E.1.1.1, 3° paragrafo A
E.1.1.1, 4° paragrafo D scelta dei componenti
E.1.1.2 A
E.1.1.3 C
E.1.1.4 C
E.1.2.1 D scelta dei componenti
E.1.2.2 D scelta dei componenti
E.1.2.3 D scelta dei componenti
E.1.2.4 C
E.1.2.5 D scelta dei componenti
E.1.2.6 A C
E.1.2.7 D scelta dei componenti
E.1.2.8 A
E.1.2.9 D scelta dei componenti
E.2.1 D scelta dei componenti
E.2.2 D scelta dei componenti
E.2.3 A
E.2.4 C
E.2.5 M prova di tipo per la costruzione in serie o prova
individuale per la costruzione non in serie
E.2.5 M prova individuale per la costruzione in serie
E.3.1 D scelta dei componenti
E.3.2 A
E.3.3 A D scelta dei componenti
E.3.4 A
E.3.5 A
E.4.1 D scelta dei componenti
E.4.2 A
E.4.3 A
E.5 A C
F.1 A
F.1.1 A A
F.1.2 A A
F.1.2 a) A
F.1.2 b) A C
F.1.3 A
F.2 A
F.2.1.1 A A
F.2.1.2 A A
F.2.2 A
F.2.3 A
F.2.3.1 C

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Punto Esame visivo Misurazione Prove Verifica Osservazioni


funzionali speciale
F.2.3.2 C
F.2.4 D vedere F.2.4 - prova di tipo con carico
F.2.4 A vedere F.2.4 - prova individuale: verifica di
montaggio/tensione
F.3.1 C
F.3.2 A

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APPENDICE ZA RELAZIONI DEL PRESENTE DOCUMENTO CON LE DIRETTIVE CE


(informativa)
La presente norma europea è stata elaborata nell'ambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio ed è di
supporto ai requisiti essenziali delle Direttive CE:
Direttiva macchine 98/37/CE, modificata da 98/79/CE
La conformità ai punti della presente norma fornisce un mezzo per soddisfare i requisiti
essenziali specifici della Direttiva interessata e dei regolamenti EFTA associati.
AVVERTENZA: Altri requisiti e altre Direttive CE possono essere applicabili ai
prodotti che rientrano nello scopo e campo di applicazione della presente norma.

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APPENDICE ZB PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA, CHE SI RIFERISCONO AI


(informativa) REQUISITI DI PROTEZIONE PRINCIPALE DELLA DIRETTIVA UE
COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA 89/336/CEE
La presente norma europea è stata elaborata nell'ambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dall'Associazione Europea di Libero Scambio ed è di
supporto ai requisiti essenziali delle Direttive CE:
Direttiva macchine 98/37/CE, modificata da 98/79/CE
I seguenti punti della presente norma possono essere di supporto ai requisiti della
Direttiva EMC 89/336/CE:
6.3.5.1 Prove in relazione alla Direttiva EMC
8 Requisiti di compatibilità elettromagnetica
La conformità ai punti della presente norma fornisce un mezzo per soddisfare i requisiti
essenziali specifici della Direttiva interessata e dei regolamenti EFTA associati.
AVVERTENZA: Altri requisiti e altre Direttive UE possono essere applicabili ai
prodotti che rientrano nello scopo e campo di applicazione della presente norma.

UNI EN 619:2004 © UNI Pagina 65


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UNI
Ente Nazionale Italiano La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
di Unificazione dell’Industria e dei Ministeri.
Via Battistotti Sassi, 11B Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 Nº 633 e successivi aggiornamenti.
20133 Milano, Italia

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