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Pressure equipment
Putting into service and use of pressure equipment and assemblies
Part 1: Assessment of integrity and efficiency of in-service pipelines for the
purposes of periodic requalification
TESTO ITALIANO
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Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
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in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
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Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
0 INTRODUZIONE 1
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 1
3 TERMINI E DEFINIZIONI 1
BIBLIOGRAFIA 27
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente specifica tecnica rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del
testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche
o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente
specifica tecnica come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale l'ultima
edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
UNI EN 473 Prove non distruttive - Qualificazione e certificazione del
personale addetto alle prove non distruttive - Principi generali
UNI EN 13480-1 Tubazioni industriali metalliche - Parte 1: Generalità
CEN/TR 14748 Non Destructive Testing - Methodology for qualification of non
destructive tests
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente specifica tecnica si applicano i termini e le seguenti definizioni.
Eventuali termini posti tra parentesi sono sinonimi.
3.2 classe della tubazione: Categoria nella quale la tubazione è classificata (definizione tratta
dalla UNI EN 13480-1).
Nota Per la corrispondenza tra la classe della tubazione e la categoria definita nel Decreto Legislativo
25 febbraio 2000, n. 93 "Attuazione della Direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione" vedere il
prospetto B.2-1 del CEN/TR 13480-7.
3.3 componente di tubazione: Elemento costruttivo singolo della tubazione (tubo, curva,
connessione a T o a Y, fondello, flangia, riduzione, ecc.).
3.6 data di riferimento della valutazione dello stato di conservazione (DRVC): Data meno
recente del controllo effettuato nell'ambito della sessione più remota tra quelle
considerate ai fini della verifica dei requisiti necessari per la valutazione dello stato di
conservazione.
Nota 1 DRVC è assunta come quella per la quale sono soddisfatti i previsti requisiti di cui al punto 5.2.2.3.4.5.2 per
poter effettuare la verifica tecnica di conservazione di cui al punto 5.2.3.
Nota 2 Nel caso in cui non sia mai stata condotta una precedente valutazione dello stato di conservazione cui riferirsi,
DRVC deve essere compresa in un periodo pregresso alla data della denuncia non maggiore dell'intervallo di
tempo massimo previsto dalla normativa vigente per la successiva verifica d'integrità.
3.7 denuncia: Dichiarazione effettuata dall'utilizzatore della tubazione ai sensi del punto c)
comma 2 dell'Articolo 16 del D.M. n. 329/2004.
3.8 dimensione nominale (DN): Designazione numerica della dimensione comune a tutti i
componenti di un sistema di tubazione diversi dai componenti indicati dai diametri esterni
o dalla filettatura.
Si tratta di un numero arrotondato per fini di riferimento e non è in stretta relazione con le
dimensioni di fabbricazione. È contrassegnata dalle iniziali DN seguite da un numero intero.
3.9 estensione del controllo di dettaglio (D ): Percentuale del numero dei componenti e/o
zone della tubazione sottoposti a un controllo di dettaglio rispetto al numero totale di
componenti e/o zone.
3.10 estensione del controllo di screening (S ): Percentuale della lunghezza complessiva dei
tratti della tubazione sottoposti a un controllo di screening rispetto alla lunghezza totale
della tubazione.
3.11 fluido: Gas, liquido o vapore allo stato puro o loro miscela. Un fluido può contenere una
sospensione di solidi. I fluidi si dividono in fluidi del gruppo 1 (punto 3.11.1) e fluidi del
gruppo 2 (punto 3.11.2).
3.12 ispezione visiva generale: Ispezione visiva finalizzata alla rilevazione immediata di
specifiche problematiche, danneggiamenti evidenti, anomalie di comportamento in
esercizio, nonché alla verifica del corretto assetto dei singoli supporti e sospensioni.
3.13 pressione massima ammissibile (PS ): Pressione massima per la quale l'attrezzatura a
pressione è progettata.
Nota Qualora PS non sia nota o disponibile, o per essa sia ridefinita una nuova condizione massima ammissibile,
il valore comunque assunto è quello utilizzato ai fini della verifica di stabilità.
3.15 sessione di controllo: Serie di controlli effettuati sulla tubazione in tempi molto ravvicinati
con uno stesso metodo o una stessa tecnica PND.
3.17 tratto di tubazione: Parte di tubazione compresa tra punti estremi definiti.
3.19 tubazione: Conduttura destinata al trasporto dei fluidi, inserita in un sistema a pressione.
Comprende in particolare un tubo o un insieme di tubi, condotti, accessori, giunti a
espansione, tubi flessibili o altri eventuali componenti sottoposti a pressione.
3.20 valutazione dello stato di conservazione: Giudizio sulle condizioni fisiche in cui la
tubazione si trova in un dato momento, rispetto alla sua stabilità a PS e TS max/TS min.
3.21 valutazione dello stato di efficienza: Giudizio che, basato sulla valutazione dello stato di
conservazione (punto 3.20) e in relazione all'azione evolutiva dei meccanismi di danno noti
e prevedibili in funzione del tempo, è finalizzato all'accertamento delle condizioni di esercizio
in sicurezza della tubazione fino alla successiva riqualificazione periodica d'integrità.
3.23 zona della tubazione: Parte della tubazione di particolare interesse ai fini del controllo
(giunzioni permanenti, staffaggi, supporti, punti d'iniezione, ecc.).
5.1 Generalità
5.1.1 La valutazione dello stato di conservazione ed efficienza si compone delle seguenti fasi:
Fase a) valutazione dello stato di conservazione (punto 5.2);
Fase b) valutazione dello stato di efficienza (punto 5.3).
A conclusione della valutazione dello stato di conservazione e di efficienza, deve essere
predisposto un dettagliato resoconto, in conformità al punto 5.4.
5.1.2 In alternativa a quanto indicato nei punti 5.2 e 5.3, l'approccio può essere conforme e
congruente a procedure normalizzate basate su analisi dei pericoli per la valutazione dei
rischi del tipo Risk Based Inspection (per esempio API RP 580, API PUBL 581,
API 579-1), o altre procedure di cui sia dimostrata almeno l'equivalenza agli esiti delle
valutazioni. In tal caso, visto il processo approfondito di valutazione del rischio,
l'identificazione delle tubazioni può avvenire secondo criteri di aggregazione per
omogeneità (medesimo fluido, materiale, esercizio e meccanismi di danno). Il circuito
risultante è da considerarsi come un'unica tubazione ai fini della definizione del piano dei
controlli e della valutazione dello stato di conservazione e di efficienza.
Comunque, anche per procedure normalizzate o altre procedure equivalenti, si applicano
i requisiti previsti ai successivi punti 5.2.2.3.5, 5.2.2.3.6, 5.2.2.3.7 e, relativamente
all'opportunità di utilizzo di più sessioni di controllo, deve essere indicata DRVC in
conformità a quanto specificato ai punti 3.6, 5.2.2.3.4.5.1 e 5.2.2.3.4.5.2.
Nel presente caso, il resoconto della valutazione dello stato di conservazione ed
efficienza, di cui al punto 5.4, deve essere elaborato in conformità alle procedure utilizzate
e deve essere disponibile presso il sito industriale ove la tubazione è installata.
5.2.1 Generalità
La valutazione dello stato di conservazione si compone delle seguenti fasi:
Fase a1) analisi tecnica di conservazione (punto 5.2.2);
Fase a2) verifica tecnica di conservazione (punto 5.2.3).
5.2.2.1 Generalità
L'analisi tecnica di conservazione si compone delle seguenti fasi:
Fase a1.1) analisi dei meccanismi di danno noti e prevedibili (punto 5.2.2.2);
Fase a1.2) elaborazione e attuazione del piano dei controlli (punto 5.2.2.3).
5.2.2.2.1 L'analisi dei meccanismi di danno noti e prevedibili è una fase di individuazione dei
processi di natura meccanica, termica e chimica che possono produrre degrado
strutturale del componente indagato per effetto della presenza dell'azione del fluido a
contatto e delle modalità di trasferimento (dinamiche), e dell'azione di fattori esterni
(agenti ambientali, coibentazione, supporti, staffaggi, ecc.).
L'analisi deve consentire di:
a) individuare i meccanismi di danno noti e prevedibili;
b) evidenziare zone e/o componenti della tubazione dove è ipotizzabile l'azione dei
meccanismi di danno noti e prevedibili.
5.2.2.2.2 L'analisi deve essere condotta tenendo conto, per quanto applicabile:
a) dei materiali costituenti la tubazione, ricavati da documenti di fabbricazione (per
esempio: specifica di linea o certificato del fabbricante della tubazione o disegni
costruttivi finali), o altra documentazione pertinente, o da un'analisi composizionale,
o da misure delle proprietà meccaniche dei materiali anche attraverso metodi
indiretti;
b) del fluido, la sua composizione, il suo stato fisico e le modalità di trasferimento
(dinamiche);
c) dei metodi di prevenzione del danno adottati all'atto della fabbricazione e
dell'installazione (coibentazione, scarichi di condense, drenaggi, rivestimenti,
refrattari, trattamenti termici, accessori di sicurezza, ecc.) e durante l'utilizzazione
(condizionamenti chimici, procedure o dispositivi di conduzione particolari, ed altri);
d) delle sollecitazioni generalizzate e/o localizzate;
e) delle condizioni di esercizio e/o delle condizioni massime ammissibili, da specificare;
f) della storia di esercizio della tubazione e dei pregressi rapporti di prova e resoconti
dei controlli eventualmente disponibili;
g) dell'eventuale esperienza di esercizio, manutenzione e controllo di famiglie di
tubazioni simili.
Nota A titolo informativo, un elenco di possibili meccanismi di danno è riportato nell'appendice B.
5.2.2.3.1 Generalità
5.2.2.3.1.1 Il piano dei controlli è un documento tecnico che, elaborato sulla base dell'analisi di cui al
punto 5.2.2.2, deve indicare:
a) I tratti di tubazione e/o le zone e i componenti da sottoporre al controllo (punto
5.2.2.3.2);
b) gli specifici metodi e tecniche PND (Prove Non Distruttive) di controllo, le relative
procedure e specifiche coerenti con i meccanismi di danno individuati come noti e
prevedibili (punto 5.2.2.3.3);
c) l'estensione dei controlli (punto 5.2.2.3.4).
5.2.2.3.1.2 Qualora l'analisi condotta in conformità al punto 5.2.2.2 non dovesse individuare
meccanismi di danno ragionevolmente prevedibili deve essere comunque definito un
piano dei controlli ridotto (punto 5.2.2.3.4.2).
5.2.2.3.3.1 Generalità
Il piano dei controlli deve comprendere almeno una o più ispezioni visive generali da
eseguirsi con frequenza definita o, di preferenza, preliminarmente alla prevista sessione
di controllo. L'ispezione visiva generale è eseguita sulla tubazione come installata, senza
necessariamente richiedere la rimozione di eventuali coibentazioni e limitandosi ai punti
facilmente accessibili. L'ispezione visiva generale non deve necessariamente essere
documentata con rapporto di prova da inserire nel resoconto del controllo della tubazione
elaborato in conformità al punto 5.2.2.3.7.
I controlli successivi possono essere in alternativa di screening o di dettaglio, o una
combinazione di entrambi, purché nel rispetto dei requisiti di cui al punto 5.2.2.3.4.
I controlli devono essere determinati tenendo conto anche degli esiti dell'ispezione visiva
generale.
Il controllo di dettaglio non necessariamente richiede preliminarmente un controllo di
screening.
I più diffusi metodi e tecniche PND per i controlli di screening e di dettaglio sono indicati
nel prospetto 1.
screening dettaglio
- Emissione Acustica (AT) - Correnti indotte (ET)
- Esame Visivo (VT)1) - Esame Visivo (VT)1)
- Onde Guidate (GW) - Liquidi penetranti (PT)
- Termografia (TT) - Magnetoscopia (MT)
- Radiografia (RT)
- Repliche metallografiche (RE)
- Rivelazione di fughe (LT)
- Spessimetria (ST)2)
- Ultrasuoni (UT)
1) Per VT si intende l'esame visivo da condurre direttamente sulla superficie della tubazione.
2) Sia di tipo UT, sia di tipo RT.
Classe della tubazione Gruppo di fluido Estensione minima S min del controllo di screening
I 1 15%
II 1 30%
III 1 45%
III 2 30%
L'estensione minima prevista può essere comunque conseguita con controlli condotti
indifferentemente dall'esterno o dall'interno della tubazione, anche combinando diversi
metodi e tecniche PND purché appartenenti allo stesso gruppo dei controlli di screening,
e sempre in coerenza con il piano dei controlli.
Classe della tubazione Gruppo di fluido Estensione minima D min del controllo di dettaglio
I 1 5%
II 1 10%
III 1 15%
III 2 10%
Ai fini del calcolo dell'estensione del controllo di dettaglio, un tratto rettilineo di tubazione,
anche se costituito da più componenti saldati, può essere considerato come un unico
componente fino ad una lunghezza massima di 200 m.
L'estensione minima prevista può essere comunque conseguita con controlli condotti
indifferentemente dall'esterno o dall'interno della tubazione, anche combinando diversi
metodi e tecniche PND purché appartenenti allo stesso gruppo dei controlli di dettaglio, e
sempre in coerenza con il piano dei controlli.
Classe della tubazione Gruppo di fluido Estensione minima C min della combinazione di controlli di
screening e di dettaglio
I 1 15%
II 1 30%
III 1 45%
III 2 30%
NC
- D Tot = ¦ Di nel caso in cui tutte le sessioni siano di solo dettaglio;
i=1
NC
- C Tot = ¦ Ci nel caso di combinazione di sessioni di screening e di dettaglio;
i=1
dove:
Ci è l’estensione della sessione i-esima, data da:
- C i = S i per una sessione di controllo di screening ;
- C i = 3 D i per una sessione di controllo di dettaglio;
S Tot è l’estensione totale, nel caso in cui tutte le sessioni di controllo siano di solo
screening ;
D Tot è l’estensione totale, nel caso in cui tutte le sessioni di controllo siano di solo
dettaglio;
C Tot è l’estensione totale, nel caso di combinazione di sessioni di controllo di screening
e di dettaglio;
N C è il numero totale delle sessioni di controllo, considerate ai fini della verifica di cui al
punto 5.2.2.3.4.5.2, svolte in un periodo successivo a DRVC, non maggiore
dell'intervallo di tempo massimo previsto dalla normativa vigente per la successiva
riqualificazione periodica.
5.3.1 Generalità
La valutazione dello stato di efficienza può essere condotta solo nel caso in cui la
valutazione dello stato di conservazione (punto 5.2) si è conclusa con esito positivo.
La valutazione dello stato di efficienza si compone delle seguenti fasi:
Fase b1) analisi tecnica di efficienza (punto 5.3.2);
Fase b2) verifica tecnica di efficienza (punto 5.3.3).
5.4.1 Documentazione
La valutazione dello stato di conservazione ed efficienza deve essere documentata da un
resoconto, contenente:
a) una identificazione e una descrizione della tubazione secondo le indicazioni del
punto 4;
b) una descrizione dell'analisi dei meccanismi di danno noti e prevedibili, svolta in
conformità al punto 5.2.2.2. Quando l'analisi condotta in conformità al punto 5.2.2.2
non dovesse individuare meccanismi di danno ragionevolmente prevedibili, la
descrizione deve motivare le ipotesi sostenute;
c) il piano dei controlli elaborato in conformità al punto 5.2.2.3;
d) il resoconto del controllo della tubazione raccolto in conformità al punto 5.2.2.3.7;
e) una descrizione del procedimento utilizzato per la verifica tecnica dello stato di
conservazione, svolto in conformità al punto 5.2.3;
f) una descrizione del procedimento utilizzato per la valutazione dello stato di
efficienza, svolto in conformità al punto 5.3;
g) un giudizio finale sullo stato di conservazione ed efficienza che consenta l'esercizio
in sicurezza della tubazione fino alla successiva verifica di riqualificazione periodica
d'integrità, ovvero la necessità di riparazione, dismissione, arresto, sostituzione;
h) la data di scadenza della validità della valutazione positiva dello stato di efficienza.
Tale data non può essere posteriore a quella della successiva verifica periodica
d'integrità prevista dalla normativa vigente.
Ulteriori informazioni concernenti i meccanismi di danno sono riportate nella API RP 571.
C.1 Generalità
Data la specificità delle tubazioni, si riportano alcune indicazioni sullo svolgimento dei
controlli con i metodi PND di seguito indicati, essenzialmente per il rilievo dei meccanismi
di danno corrosivi/erosivi:
- esame visivo (VT) (punto C.2);
- onde guidate (GW) (punto C.3);
- spessimetria (ST) (punto C.4).
C.2.2 Ad integrazione delle indicazioni fornite dalla UNI EN 13018, si dovrebbe assicurare che:
a) l'accessibilità alla tubazione ed agli accessori da esaminare sia sempre possibile
quando previsto dal piano di controllo, anche rimovendo eventuali ostacoli, o
servendosi di idonei ponteggi o scale (fisse o mobili). Per tubazioni, o tratti di queste,
installate su pipe rack, aereo e non, il VT dovrebbe essere eseguito preliminarmente
da terra o utilizzando tutti i piani calpestabili disponibili (per esempio passerelle,
ballatoi, camminamenti, piani di manovra);
b) se necessario, le superfici siano sottoposte a un appropriato trattamento che può
assumere caratteristiche di preparazione (molatura, sabbiatura, decapaggio, ecc.)
e/o di semplice pulizia (lavaggio, spazzolatura, ecc.), in quanto il trattamento delle
superfici da controllare è di fondamentale importanza per un accurato VT e una
corretta interpretazione delle discontinuità e della relativa valutazione dei risultati.
Può essere richiesto il controllo del grado di finitura superficiale utilizzando idonei
strumenti di misura della rugosità. In esercizio, eventuali vernici o altri tipi di
rivestimento possono essere tollerati purché non compromettano l'esito del VT;
c) per tubazioni, o tratti, con rivestimento in materiale coibente, il VT sia condotto, oltre
ai casi espressamente prescritti dal piano dei controlli, anche nei casi di sospetta
presenza di danno o di oggettiva loro evidenza, al fine di accertarne esattamente lo
stato di conservazione. Qualora siano rilevate zone diffuse di corrosione sotto
coibente, il VT dovrebbe essere esteso (rispetto a quanto previsto nel piano di
controllo) a tratti di tubazione adiacenti sino alla completa determinazione
dell'estensione del danno, nonché procedere, per tali aree, al controllo con metodi
PND di dettaglio. Eventuali situazioni di reale impedimento al VT dovrebbero essere
opportunamente riportate nel rapporto di prova;
d) il VT possa essere svolto anche all'interno dell'attrezzatura utilizzando particolari
strumenti ottici come: endoscopi, video-endoscopi, boroscopi o quant'altro consenta
una visione definita della superficie. Naturalmente, questo tipo di esame può
riguardare tratti brevi e specifici della tubazione attraverso punti di accesso all'uopo
utilizzabili, o più estesamente mediante carrelli a controllo remoto del tipo "pig
intelligente".
C.3.2 Ad integrazione delle indicazioni fornite dalla UNI/TS 11317, si dovrebbe assicurare che:
a) sia applicata la tecnica di esame più indicata. Nel prospetto C.1, in relazione ad
alcune installazioni sono riportate indicazioni per l'individuazione della tecnica;
prospetto C.1 Tecniche di esame con metodo GW
C.4.1 Generalità
Il ST consente un controllo di dettaglio in maniera efficace, rapida e facilmente ripetibile,
della misura radiale dello spessore della tubazione in corrispondenza di una specifica
locazione geometrica (punto di misura).
Il ST svolto con metodo UT dovrebbe essere condotto in conformità alla UNI EN 14127.
C.4.2 Rintracciabilità
Per ogni singolo componente selezionato, i rilievi di spessore dovrebbero essere effettuati
in corrispondenza di zone o punti ben identificabili e rintracciabili per successivi rilievi a
fini comparativi.
C.4.3.1 Generalità
Tipicamente, la misura di spessore è svolta secondo l'approccio a singola locazione (punto
C.4.3.2), o per specifici componenti (punto C.4.3.3), o lungo una generatrice (punto C.4.3.4).
C.4.3.3 ST su componenti
La misura degli spessori su componenti, dovrebbe essere svolta in conformità alle
indicazioni fornite nel prospetto C.2.
prospetto C.2 Punti di misura
Componente Descrizione dei punti di misura Rappresentazione grafica dei punti di misura
Tratto di tubazione Sezioni circolari con almeno 4 punti a 90°
rettilinea
Curva Almeno:
- 3 punti equidistanti su estradosso (A1, A2, A3);
- 1 punto su ciascun fianco per la mediana (A4 e A5);
- 1 punto su intradosso (A6)
N
¦
2
s m – s m,i
i=1
G = -------------------------------------- dispersione dei valori rispetto al valore medio;
N–1
G
V = -----------
0,5
- variabilità relativa degli spessori rispetto al valore medio.
N
si definisce lo spessore convenzionale s c lungo la generatrice:
- S c = S m - 3V, nel caso di tubazioni e curve contenenti fluidi del gruppo 1;
- S c = S m - 2V, nel caso di tubazioni e curve contenenti fluidi del gruppo 2.
Qualora la misura sia condotta su più generatrici di una stessa tubazione, il minor valore
s c,min dei valori s c è considerato quale valore dello spessore convenzionale dell'intera
tubazione.
Il minor valore s c,min dei 2 valori s c calcolati per le generatrici mediane di una curva, è
considerato quale valore dello spessore convenzionale della generatrice mediana della
stessa curva.
La verifica di stabilità dovrebbe essere condotta in coerenza con le norme di progetto
originali e/o con i criteri indicati nella Fase a2.3) di cui al punto 5.2.3, e/o nella Fase b2.3)
di cui al punto 5.3.3. Se non disponibili, una volta accertata la qualità del materiale come
richiesto nel punto 5.2.2.2.2 a), ai fini della verifica di stabilità, dovrebbero essere
contemporaneamente verificate le seguenti condizioni:
Condizione 1 per la verifica della stabilità del tubo dritto o della curva in corrispondenza
delle generatrici mediane:
2f
PS d -----------------------
Di
------------- + 1
s c,min
Condizione 2 per la verifica della stabilità della curva in corrispondenza dell'estradosso:
2f
PS d -------------------------------------------------------------------------
Di 4R + D i
1 + 0,5 ------------- ---------------------------------- -
s c,min 2R + D i + s c,e