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LAVORO IN EQUIPE

Simona Tedeschi
( Tratto da un lavoro di
Monia Isidori )
GRUPPO DI LAVORO

RIGUARDA IL COSA; E’ UN’ UNITA’


ORGANIZZATIVA

PREVEDE:

 Dimensioni ridotte (piccolo gruppo)


 Autonomia gestionale ed operativa
LAVORO DI GRUPPO

RIGUARDA IL “COME” CIOE’ E’ UN


METODO DI LAVORO

PREVEDE:
 Un obiettivo operativo
 Persone con scopi e bisogni
interdipendenti
 Coordinamento delle loro azioni
COS’E’ L’EQUIPE?
lavorare in équipe implica che non è una sola figura
professionale che si occupa del paziente, né che
molte figure se ne occupano indipendentemente
l’una dall’altra
MA
Significa che la cura viene effettuata da un gruppo
“integrato”, cioè persone che lavorano in modo
armonico tra loro e condizionano il proprio lavoro
attraverso una continua correlazione con gli altri,
fatta di scambi, confronti, suggerimenti.
STRUTTURA DELL’EQUIPE

Deve essere composta da tutte le


professionalità che lavorano in
quell’ambito.
Ogni operatore mette a disposizione
degli altri la propria professionalità
STRATEGIE DI LAVORO
IN GRUPPO

La strategia di lavoro può essere:


 COERCITIVA

 PERSUASIVA
COERCITIVA

Il gruppo è governato da un “capo” o da


regole burocratiche molto rigide

 Il potere “scende” e non si scambiano le


conoscenze
 Gli operatori non imparano a fronteggiare
l’incertezza
PERSUASIVA

Metodo di intervento centrato su:

 Negoziazione
 Collaborazione
 Condivisione degli obiettivi
 Responsabilizzazione
ORGANIZZAZIONE DEL
LAVORO D’EQUIPE

 INTERDISCIPLINARE
 PLURIDISCIPLINARE
INTERDISCIPLINARE

Tutti i membri del gruppo condividono:


 Scopi

 Modalità organizzative

 Suddivisione del lavoro

 Decisioni collettive

Predisposizione degli operatori ad una


certa flessibilità e al confronto
PLURIDISCIPLINARE

I PROFESSIONISTI INTERVENGONO
NELL’AMBITO DELLE PROPRIE
COMPETENZE SPECIALISTICHE
EQUIPE COMPOSTA DA VARIE
PROFESSIONALITA’, CHE HANNO BEN
DEFINITI I PROPRI SPAZI, TEMPI E
AMBITI DI ESPRESSIONE
EQUIPE DEGLI
OPERATORI
L’OSS si integra con due categorie
professionali:
 Gli operatori sanitari :
– Medici
– Infermieri e ostetriche
– Tecnici sanitari
– P. riabilitative

 Gli operatori non sanitari


 Infermiere responsabile dell’assistenza:
si occupa della prevenzione delle malattie,
dell’assistenza ai malati e disabili e di educazione
sanitaria;
si avvale di progetti assistenziali, partendo
dall’individuazione dei bisogni della persona e
pianificando gli interventi.
Nella pianificazione, sono previsti gli interventi svolti
dall’infermiere e quelli dell’OSS (varieranno a
seconda del contesto e dei membri dell’equipe).
L’OSS ha un ruolo chiave, occupandosi in
particolare dell’accudimento o assistenza di base
 Coordinatore infermieristico:
prima denominato caposala, con
funzioni orientate all’ambito
gestionale-organizzativo, predispone il
contesto e le risorse affinchè l’équipe
possa operare al meglio
 Ausiliario specializzato:
sono attribuite mansioni relative
all’ambiente (sanificazione,
smaltimento rifiuti) e al trasporto di
materiali all’interno dei presidi.
 OTA (operatore tecnico addetto
all’assistenza):
figura nata nel 1990, oggi in
esaurimento a seguito dell’introduzione
dell’OSS. E’ subordinata alla
valutazione dell’infermiere, responsabile
del suo operato
 Assistente sociale:
opera nella prevenzione, nel sostegno e nel
recupero di persone, gruppi sociali in
condizioni di disagio sociale.
L’OSS lo coadiuva occupandosi di interventi
integrativi, quali il sostegno a persone sole,
l’affiancamento nelle attività quotidiane,
l’animazione, le attività sociali
 Educatore professionale:
opera nei servizi socio-sanitari,
attraverso l'elaborazione di un
progetto educativo mette in atto
interventi educativi finalizzati alla
promozione della persona e al suo
benessere psico-fisico.
AREE DI COMPETENZA
DELL’OSS

 Comfort alberghiero
 Gestione di presidi e apparecchiature
 Cura e accudimento della persona
RESPONSABILITA’
 L’OSS partecipa all’azione dell’equipe socio-
sanitaria, con competenze specifiche
 La figura di riferimento definisce gli ambiti di
competenza dell’OSS e del diverso personale
all’interno delle strutture
 L’Oss ha competenza per l’accudimento alla
persona, ma non può modificare l’intervento
prescritto in quanto non può valutare il rischio e le
variabili individuali
REGOLE PER STARE IN
EQUIPE
 Rispettare l’altro e le diverse professionalità
 Riconoscere i propri limiti/errori
 Saper apprezzare il lavoro degli altri
 Saper ascoltare
 Essere disponibili alla collaborazione
 Essere disponibili alla negoziazione
 Esprimere il proprio parere
 Avere autocontrollo
CAPACITA’ PER STARE IN
EQUIPE
COMPETENZA RELAZIONALE
 COOPERAZIONE

 METTERSI IN DISCUSSIONE

 DARE IL GIUSTO PESO ALLE


CONFLITTUALITA’ E PROBLEMI
RIUNIONI D’EQUIPE

Momento nel quale ci si confronta e si


verifica il lavoro svolto

E’ fondamentale che l’equipe giunga ad una


sintesi decisionale, superando e mettendo
fine alle possibili discussioni, per poter
agire concretamente
ERRORI NELLE RIUNIONI
D’EQUIPE
 MONOPOLIZZARE CON MONOLOGHI
 IMPORRE SOLUZIONI
 CREARE UNO STATO DI TENSIONE SENZA
CHIARIRE
 MANTENERE INDIFFERENZA E DISINTERESSE
 INTERVENIRE CON ARGOMENTI NON
PERTINENTI
 ATTACCARE LE VARIE POSIZIONI
 NON ESSERE PUNTUALI
FATTORI CHE
FAVORISCONO IL
GRUPPO
 Individuali: percezione di essere accettati;
prospettiva di obiettivi desiderabili;
percezione di superiorità del gruppo
 Ambientali: successo del gruppo nel
controllare l’ambiente
 Del gruppo: clima cooperativo; omogeneità
di status; numero limitato di componenti
LEADER

 il leader è colui che influenza in maniera


determinante i membri e l'attività del
gruppo
 ha la funzione di armonizzare e mantenere il
gruppo come sistema
 stili di conduzione del gruppo: leader
autoritario, democratico e permissivo;
leader orientato al compito e leader
orientato alla relazione
RISCHIO PER L’OSS:
SINDROME DEL BURNOUT

Dall’inglese “bruciarsi”, descrive una


sindrome che può colpire una persona
sottoposta per lungo periodo a
situazioni particolarmente stressanti.
Un lavoro di équipe disfunzionale puo’
essere un accelleratore di burnout.
QUADRO DELLA SINDROME

Insieme di manifestazioni psicologiche e


comportamentali, raggruppabili in :
 esaurimento emotivo
 depersonalizzazione
 ridotta realizzazione personale
esaurimento emotivo

Consiste nel sentirsi emotivamente


svuotato e annullato dal proprio
lavoro, per effetto di un inaridimento
emotivo del rapporto con gli altri
depersonalizzazione

Atteggiamento di allontanamento e di
rifiuto (risposte comportamentali
negative e sgarbate) nei confronti di
coloro che richiedono la prestazione
professionale
ridotta realizzazione
personale

Riguarda la percezione di:


- una propria (ipotetica) inadeguatezza
al lavoro
- caduta dell’autostima

- sentimento di insuccesso nel lavoro


SINTOMI

 Somatici: tachicardia, cefalee,


stanchezza, apatia, insonnia, etc
 Psicologici: depressione, rabbia, bassa
autostima, difficoltà ad andare al
lavoro, isolamento, negativismo,
rigidità di pensiero, difficoltà di
relazione con utenti e/o colleghi,
cinismo, colpevolizzazione degli utenti
COME PREVENIRE IL
BURNOUT?
 Maggiore dialogo con i colleghi
 Stabilire riunioni d’equipe periodiche
per evitare l’isolamento
 Possibilità di staccare (avere qualche
paziente in meno, differenziare
l’attività)
 Possibilità di trasferimento
 Supervisione psicologica individuale o
di gruppo

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