Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006.
Firenze, FUP: Vol I, pp. 123-127
ll lessico gastronomico in ricettari meridionali tra Seicento e Ottocento Patricia Bianchi Universit di Napoli Federico II Abstract Larea lessicale riferita al cibo, cos come si presenta in alcuni ricettari meridionali, loggetto di questo articolo. Lindagine sul lessico gastronomico appare significativa sia per lo studio del lessico specifico sia per gli apporti alle indagini sulla variazione regionale dellitaliano in diacronia, anche nei rapporti con altre lingue. I ricettari considerati sono Lo scalco alla moderna di Antonio Latini, edito a Napoli nel 1629, Il cuoco galante di Vincenzo Corrado del 1786, La cucina casereccia del 1828 di un non meglio identificato M.T., il Nuovo libro per imparare la pratica di fare ogni sorte di dolci, confetture e sciroppate di Michele Somma, edito nel 1810, la Cucina teorico- pratica di Ippolito Cavalcanti del 1852, composti tra laltro da scriventi con gradi diversi di consapevolezza linguistica e padronanza della scrittura. Dopo una sintetica descrizione comparativa dei ricettari, sono indicate le strutture testuali e linguistiche caratterizzanti dei manuali meridionali che risultano complessivamente pi aperti allaccoglienza di apporti locali. Per il lessico si esemplificano le linee di continuit cronologica riferite a parole di tradizione locale, trasmesse anche da testi letterari ( pastiera, maccheroni), e fortunate innovazioni ottocentesche ( rag, tortiglioni, sfogliatelle).
descrittive, le digressioni, i commenti, le inserzioni di 1. Ricette di parole brevi racconti, di testi in versi, di proverbi che spesso Il lessico gastronomico un campo dindagine caratterizzano lorganizzazione espositiva dei ricettari privilegiato per osservare come italiano, dialetti e anche meridionali. lingue straniere, in particolare il francese, vivano nella La commistione lessicale appare dunque un elemento stessa realt linguistica, conosciuti e usati dai medesimi rilevante, anche al punto di vista metodologico, in quanto gruppi di parlanti, formando, con stratificazioni manifestazione dei processi di innovazione delle lingue. diacroniche, un lessico comune nella comunicazione sia La cucina medioevale e rinascimentale ha avuto pure con una sua cifra di specializzazione. comunque una dimensione universalistica (Frosini, Nei ricettari sono compresenti piani linguistici 2006) per cui non sono nette e definite, in questa sezione differenti, armonizzati tuttavia da una tensione temporale, le prevalenze di una o laltra tra le tradizioni comunicativa volta alla descrizione e allindicazione delle locali e regionali; a partire dal Seicento possibile invece procedure, alla chiarezza e alla precisione della rintracciare una maggiore consapevolezza della nomenclatura: sono dunque analizzabili anche come una dimensione nazionale e regionale della gastronomia e tipologia testuale specifica, con un sistema coesivo della sua descrizione lessicale nei ricettari. LOttocento organizzato con sistematici protocolli espositivi, in cui la poi rappresenta un punto di svolta non solo per selezione lessicale regolata sulla base dalla competenza laffermazione delle cucine regionali, con la conseguente sincronica dei parlanti e dei lettori, che ne diventano esibizione di regionalismi e dialettalismi terminologici, operativamente fruitori nella prassi della realizzazione ma soprattutto per laffermazione nell esposizione delle gastronomica. Dunque i ricettari, e nel caso specifico i ricette di un modello toscano, o meglio fiorentino, ricettari meridionali tra Seicento e Ottocento, ci improntato da un libro di larga diffusione come La scienza permettono di considerare, tra laltro, come italiano e in cucina e larte di mangiar bene di Pellegrino Artusi dialetti non vivano in mondi separati, ma nella stessa (1891), che risulta caratterizzato dal lessico e dalla sintassi realt linguistica delluso dei parlanti, poich, in linea orientati verso il fiorentino delluso colto, temperato da generale, la situazione italiana sempre stata termini popolari duso domestico ( cazzeruola, matterello, caratterizzata da un sostanziale bilinguismo (Bruni, 1992). frattaglia). E ancora in questi testi possibile osservare in Daltro canto non va dimenticato che a partire dal diacronia dinamiche della circolazione lessicale, che si Medioevo si era consolidato un lessico culinario di base, attuano con il passaggio nel lessico corrente italiano di composto ad esempio della terminologia relativa alle parole di origine dialettale, legate per lo pi alla cultura modalit di cottura, della denominazione dei pesi e delle gastronomica e ai prodotti locali nonch agli utensili e alle quantit, con prevalenza di alcune forme per i nomi degli modalit di preparazione, e, viceversa, si attiva con la ingredienti e delle spezie. Al lessico culinario di base cultura gastronomica il passaggio di parole italiane al andranno aggiunti due elementi che determinano la lessico dialettale con un progressivo radicamento. A commistione e libridazione tipica del lessico questa dinamica partecipano anche parole provenienti da gastronomico: il primo elemento senzaltro formato altre lingue, con prevalenza netta del francese, che si dallinsieme dei forestierismi, il secondo dalla consolidano nella loro circolazione nellitaliano e anche terminologia ripresa dai dialetti e dalle variet regionali. nei dialetti. La annotazioni che qui si presentano a Tra i termini stranieri, accanto ai francesismi proposito delle dinamiche variazionali del lessico sono prevalenti,assunti sin dalle origini sia per un fattore di finalizzata a una storia delle parole della gastronomia, moda e di prestigio, sia per il reale primato delle tecniche proposta in chiave di descrizione testuale oltre che di preparazione e la variet delle ricette, vanno ricordati filologica e etimologica, intendendo la storia della vita di gli ispanismi (e i catalanismi) e in epoche pi recenti gli una parola come il riflesso delle culture dei parlanti. Ci si anglicismi. Un esempio significativo di ibridazione a un limita qui a segnalare che, in questa prospettiva di studio, livello cronologico alto il ricettario del codice 1071 della potranno essere successivamente analizzate per i ricettari Biblioteca Riccardiana di Firenze, databile attorno al meridionali anche le particolari strutture narrative e 1338-39 (Morpurgo, 1890): questo testo, in volgare Patricia Bianchi fiorentino, presenta sul piano lessicale molti francesi. Questa inversione di tendenza resa esplicita, ad settentrionalismi ( raviuolo, vernaccia) e una serie di esempio, nella premessa delleditore al Cuoco Galante francesismi che si propagheranno nella tradizione (1786) di Vincenzo Corrado: gastronomica successiva ( blasmangiare, cialdello,
brodetto, morselllo). La nostra Italia resa in questa parte figlia della Francia, si Inoltre,come stato notato, gi dal XIII-XIV secolo il era contentata finora di accomodarsi al gusto di quella, su lessico della cucina mostra fenomeni di rideterminazione invenzione, e preparazione de cibi servendosi dei Francesi, semantica in senso specifico di unit appartenenti alla e de loro libri. Tuttad un tratto si vide sorgere di poi in Italia, e propriamente nel nostro Regno di Napoli un talento lingua comune, di specificazione merceologica e una raro, che scuotendo il giogo della servit antica, nuovi notevole presenza di forestierismi: tutti elementi che trovati propose, e nuove maniere invent da rendere grata, configurano sul piano lessicale una Fach-sprache o lingua ed oltre modo gustosa ogni vivanda. speciale (Frosini, 2006: 43). (Corrado, 1990: 3-4) Sul piano testuale, occorre considerare che nei
ricettari, sin dal Medioevo, insita anche una In area meridionale i ricettari di Antonio Latini, Lo intenzionalit di porsi come testo letterario: la scalco alla moderna overo larte di ben disporre li codificazione scritta delle ricette non fu dovuta solo all conviti, (Napoli, Parrino e Mutii, 1692-1694) e Vincenzo esigenza pratica di conservazione e fissazione di una Corrado, Il cuoco galante, (Napoli, Stamperia tradizione orale, ma anche all intenzione di trasmettere Raimondiana, 1780) delimitano una zona di transizione tra una ritualit sociale nella preparazione e nel consumo del vecchi e nuovi modelli gastronomici e conseguentemente cibo, e di utilizzare la stessa preparazione e il consumo del tra diverse opzioni lessicali. cibo come momento di aggregazione. Non un caso poi Per linflusso del Cuoco piemontese, in questi testi che i ricettari sin dal Trecento, e ancora di pi dal abbondano i francesismi, che avranno un largo uso in Quattrocento in poi, rispettino un ordinamento strutturale Cavalcanti (1852), costantemente riportati con adattamenti del testo, codificando un linguaggio tecnico ma anche grafici ( pasta bris, pasta bugn, pasta briosc, biscottini lasciando spazi per la digressione, il dialogo con il a la Saint- Cloud, la Tourons, bocconi alla sciantell, lettore, anche sotto forma di avvertimenti, consigli, salsa turn, bign di mela in sort, brul, entremets, osservazione dellautore. gratt, asc, gallinaccio in papigliotta, gatt, petit pat, I libri di cucina diventarono testi di larga diffusione a souffles, zuppa alla sant, pur, fricass, giulienne). partire dal Quattrocento, e sino al Settecento ne erano La resa grafica in generale riguarder sia stranierismi autori per lo pi degli addetti ai lavori di alta che dialettalismi. La trascrizione dei termini francesi professionalit che si rivolgevano principalmente a secondo la pronuncia era del resto un tratto diffuso, cuochi, scalchi, trincianti, credenzieri, cio a chi, nelle esplicitamente commentato dal famoso cuoco Francesco corti e nelle dimore nobiliari, era per mestiere addetto ai Leonardi, autore del maggior trattato di fine Settecento, riti sociali del cibo. Tra Sette e Ottocento cambia il profilo LApicio moderrno: degli autori di ricettari. Non pi solo cucinieri di
professione ma anche nobili, gentiluomini e borghesi che nomi de piatti,zuppe, salse, o altro si rende impossibile di trovano diletto nellimpiegare il loro tempo per la pratica cambiarli, dovendoseli dare quello che portano seco dalla di cucina, allargandola al governo e alleconomia della loro origine sia Italiano, Francese, o daltra Nazione. Lo casa e allapplicazione di nozioni di igiene, su cui stesso ho creduto di fare dellortografia francese, parimenti dispensano consigli e indicazioni. servendomi soltanto dei nomi tradotti in pronunzia Italiana, Tra Seicento e Ottocento le modalit di preparazione e ci per maggiore intelligenza di quelli, che non sanno quellidioma, onde non recher meraviglia di trovare detti dei cibi e la loro presentazione, la combinazione degli nomi come si pronunziano, e non come si scrivono. ingredienti e il gradimento di varie preparazioni subiscono
delle variazioni radicali, in sintonia anche con le (Leopardi, 1790: 10 ) variazioni degli stili di vita. Ricordiamo, tra laltro, la forte riduzione nelluso delle spezie, il prevalere delle erbe 2. Limpasto linguistico dei ricettari aromatiche, la decadenza delle preparazioni acide o in meridionali agro-dolce, la sostituzione delle salse acide alle salse grasse, limpiego crescente di mais, grano saraceno, patate Lapporto linguistico dei ricettari meridionali non e il lento ma progressivo affermarsi delle paste e del stato sino ad ora indagato sistematicamente, e se i testi pi pomodoro. antichi sono stati oggetto di indagini filologiche e In Italia, dopo quasi un secolo di ricettari ripetitivi dei linguistiche (Silvestri, 2002; Lubello, 2001 e 2002), i vecchi modelli, il nuovo corso gastronomico si manifesta ricettari tra Seicento e Ottocento sono stati meno osservati in Il cuoco piemontese perfezionato a Parigi, pubblicato a nella loro tessitura linguistica, nonostante si tratti di opere Torino nel 1766 e ristampato per quasi un secolo. Dopo il articolate e di grande estensione, spesso anche di rilievo prevalere nel Trecento della cucina toscana e veneziana, e allinterno di questo genere e di larga diffusione. delle imbandigioni della corte pontificia e dei prelati La ricerca di cui qui si presentano le linee romani nel Quattrocento, cresce il prestigio della programmatiche intende approntare un repertorio dei tradizione piemontese rinforzato dalla vicinanza alla termini gastronomici in area meridionale tra Seicento e scuola francese, e nella seconda met del XV secolo Ottocento utilizzando un corpus composto dai seguenti acquista importanza la tradizione gastronomica dellItalia testi: meridionale e di Napoli capitale, ricca di influssi iberici e ll lessico gastronomico in ricettari meridionali tra Seicento e Ottocento Antonio Latini, Lo scalco alla moderna overo larte di fenuto lo Calannarie de lle primme tre stagione, co la ben disporre li conviti. Napoli, Parrino e Mutii, 1692- lengua truscana, e accummenzammo quattro semmane co la 1694. bella lengua nostra Napoletana, facendo, che ogne semmana Vincenzo Corrado, Il cuoco galante, Napoli, diciarr quanto se po dd pe na stagione, e accoss terminer lo calannario de llauti tre mise, ncio, dicembre, Stamperia Raimondiana, 1780.
jennaro e fevraro. Amice mieje, lo capo mia ha fatto seccia, M.T., La cucina casereccia per istruzione di chi ama pe compen chisto quarto libbro, e cheste benedette unire al gusto la economia. Napoli, Giordano, 1828 semmane cchi me lo fanno perdere, ma pe content a tanta (settima edizione). amice, e de chille associate, che mhanno commannato, che Michele Somma, Nuovo libro per imparare la pratica nge mettesse no poco de Dialetto Napoletano, eccome cca, di fare ogni sorte di dolci, confetture e sciroppate. che nge lo metto comme meglio pozzo, avite pazienza, e Napoli, Stamperia Pergeriana, 1810. compatitemi. Ippolito Cavalcanti, Cucina teorico-pratica (Cavalcanti, 2002: 427) comulativamente col suo corrispondente riposto,
finalmente quattro settimane secondo le stagioni della La seconda tipologia ricettari con ripresa sistematica del lessico dialettale o dei regionalismi- pu essere vera cucina casereccia in dialetto napoletano. Napoli, esemplificata dalla Cucina casereccia di M.T., che cos Stabilimento tipografico di Domenico Capasso, 1852. scrive nellintroduzione:
La distribuzione cronologica dei ricettari cos Questa Opericciuola immaginata fra gli scherzi della lieta selezionati permette di mettere in evidenza i dati Compagnia, e menata a fine nelle ore di ozio, ha per oggetto linguistici pi significativi di innovazione e cambiamento il comodo di chi nelle famiglie porta la cura della Mensa. nella tradizione testuale della gastronomia. La scelta di Simili persone sono da supporsi madri di famiglia, o Donne scriventi con gradi diversi di consapevolezza linguistica e di governo, o Uomini, che, non portati alle cure pi gravi, si di padronanza della scrittura consente inoltre di sondare fanno dellarte di condire le vivande, una innocente sia testi di maggiore estensione e elaborazione sul piano occupazione:e quindi debbo crederle lontane dalla versatezza nel pretto Toscano. Per tal ragione, se mai nella descrittivo e procedurale (Latini, Cavalcanti) sia testi pi nomenclatura o negli ordini da cucina, o delle varie vivande, vicini alla dimensione delloralit e della dialettalit mi fossi servito di voci diverse da quelle, che ci d il nostro (Somma, M.T.). vernacolo, avrei posto chi deve servirsi della mia fatica nel Limpasto linguistico dei ricettari tra Rinascimento e bisogno o di adoperare un Interprete, o di spesso ricorrere Settecento consisteva prevalentemente in una lingua al vocabolario della Crusca. Pure, acciocch un qualche modellata sul toscano con inserzioni di lessico dialettale, amore Zoilo non imputi ad ignoranza di lingua ci ch un l dove insostituibile per nominare prodotti o utensili effetto di necessit, ho scritte in carattere corsivo quelle legati alla tradizione locale o dove inevitabile per un vuoto parole, che sono proprie nostre, e si allontanano dalla soggettivo nel patrimonio lessicale dello scrivente. purit del Linguaggio Italiano. Nell Ottocento il pubblico si allarga e gli autori si (M.T, 1993: 5-6) rivolgono non solo ai professionisti della cucina e dellarte
dei banchetti ma ai cultori della gastronomia, ai dilettanti, In ambedue queste tipologie, cos come sintetizzate alle famiglie con lintento di fornire anche un onesto qui, luso del registro dialettale, assoluto o variato con passatempo. In Campania, in questo nuovo clima di litaliano, deriva da una scelta consapevole, e dichiarata, ricezione, si pubblicano ricettari innovativi per le scelte degli autori, che proprio attraverso parole dialettali o linguistiche e per l esplicita adozione del dialetto non regionali si garantiscono la maggiore aderenza alluso solo in inserti lessicali ma in intere sezioni del testo. Tali linguistico della quotidianit di un nuovo pubblico di opzioni linguistiche sono, in alcuni casi, dichiarate lettori nonch realizzatori di attivit gastronomiche nelle esplicitamente dagli autori, che motivano le ragioni della cucine borghesi o della piccola nobilt cittadina. Diverso scelta. Il diverso orientamento nella ricezione del testo si il caso di Michele Somma, che uno speziale manuale, collega dunque a una superficie linguistica di maggiore regionalismo con cui si indicavano i droghieri, che si variazione spinta sino al cambio di codice dallitaliano al dichiara autodidatta. Il suo gusto per il racconto di novelle dialetto. Certamente non estranea a questo processo e facezie (Somma, 2000) si espande anche al manuale per lespansione e la diffusione pi consolidata nellitaliano, la preparazione di dolci, sciroppi e confetture, in cui che permette, per converso, operazioni culturali pi decise appunto si alternano novelle, brindisi, proverbi, in uno nella conservazione e nel recupero delle tradizioni e delle stile che cede alluso medio informale sino a forme di parlate locali. italiano popolare. Il manuale di Somma, proprio perch destinato tendenzialmente a uso di bottega e allistruzione 3. Lessico gastronomico meridionale: degli apprendenti speziali, una interessante attestazione continuit e innovazione delle forme in uso a Napoli e nellItalia meridionale per il lessico delle preparazioni dolci e degli sciroppi. Da un Secondo le linee di tendenza qui indicate come punto di vista comparativo, il manuale di Somma va caratterizzanti delle strutture testuali e linguistiche dei considerato come , una delle testimonianze di quella ricettari meridionali da fine Seicento allOttocento, evoluzione di abitudini gastronomiche che porta dalla possiamo esemplificare due diverse tipologie di manuali dolcificazione con il miele a quella con lo zucchero, e in gastronomici: la prima ricettari in dialetto- parallelo, dal declino della figura del credenziere come rappresentata dalla Cucina teorico- pratica del Cavalcanti dolciere privato delle case nobili alla diffusione degli del 1847 che nella sezione finale aggiunge un ricettario speziali e pasticceri con botteghe pubbliche nelle citt. interamente in dialetto: Una campionatura dei glossari del corpus mette in Patricia Bianchi evidenza dei tratti di tendenza del lessico dei ricettari di pesche), ficocedole (beccafichi),la forma con glossa meridionali. In primo luogo possibile indicare un dallitaliano al dialetto pere dette mastrantuono, e il insieme di lessemi gastronomici legati in maniera termine portogallo (arancia) diffusissimo nei manuali qualificante, alla tradizione locale che presentano una ottocenteschi. Per verdure e ortaggi registriamo in area rintracciabilit, sia per linee di continuit cronologica con ottocentesca un uso disinvolto di cocozze (zucca), i precedenti ricettari sia , per precoci attestazioni anche in cocozzate (canditi di zucca), molignane (melanzane), testi letterari. Tra i testi letterari hanno unattinenza pastinache (carote). particolare quelli che, per motivi di retorica di genere, Un alto tasso di dialettalismi e regionalismi si registra presentano delle elencazioni di vivande, a volte quasi dei poi nellOttocento per i nomi dei dolci, per lo pi della tronfi pittorici, ma non sono da trascurare commenti, tradizione napoletana natalizia o carnevalesca, riportati sia esposizioni, glosse e in genere tutte le scritture di da M.T. che da Cavalcanti e da Somma: anisi, diavoloni, divulgazione che riprendono parole di largo uso. Cos si ginetti, lattata di pinoli, migliaccio, mostaccere, rivelato particolarmente fruttuoso il riscontro con lo mostacciolo e mostacciuoletti, sanguinaccio, gliommero di Jacopo Sannazaro Licinio se l mio inzegno, struffoli,sosamielli. Va segnalata una particolare grazie all elencazione di cibi esibita, ma anche con il oscillazione semantica di due parole, tra laltro una di trecentesco commento dantesco del Maramauro . La provenienza francese e laltra tipicamente campana, cio tradizione della parola pastiera (De Blasi, 2006: 86-87) gatt e pizza: gi nellOttocento si diffonde, per questi in questo senso esemplare: la troviamo, inaspettatamente, termini, unalternanza tra francese e italiano e tra dolce e nel Commento allInferno al canto XXIX,74-75 (stavano salato, per cui il gatt, che dovrebbe designare un dolce, si apogiati a modo de una tegia de creta, a la qual se aporia estende alle preparazioni salate come gatt di patate, di un testo de creta per ascaldarse, per cocere pastiere o carote, di spinaci, mentre il termine pizza, oggi altra vivanda), e poi nello gliommero del Sannazaro, globalmente intesa come salata, viene applicato per Licinio se l mio inzegno ( Chillo colore biondo a le preparazioni dolci come pizza di cotogni, di pastiere/ te facea fiere fier satturare!), e successivamente biancomangiare o, in assoluto, pizza dolce. in Giovan Battista del Tufo nel Ritratto delle grandezze E infine vanno menzionate per il lessico e la creativit della citt di Napoli ( ma lodore e sapor delle pastiede/ gastronomica meridionale una serie di innovazioni ognaltro gusto eccede) e ancora in Vincenzo Braca nelle ottocentesche di successo, che in larga parte sino ad oggi Farse Cavaiole sino alle attestazioni che si avvicinano alla caratterizzano la gastronomia meridionale: rag al contemporaneit, in cui continua il nome, con una pomodoro (M.T.), zuppa incaciata, maccheroncelli, circolazione nazionale, ma rispetto alle origini cambia in cannaruni, taglierini, fettuccine, tortiglioni, schiaffoni, parte la ricetta, che oggi designa un dolce a base di ricotta, lasagnette, carne e sugo alla genovese, arancini di riso, uova, grano e canditi. Altri esempi di lessemi in continuit sart di riso, sfogliatelle (Cavalcanti). con la tradizione locale sono scapece, che designa una Le linee di continuit e di innovazione nel lessico dei modalit di preparazione in agrodolce, gi in una ricettari meridionali dal Seicento allOttocento, dunque, compilazione toscana trecentesca, e attestato nei ricettari sono marcate da una costante attenzione alle parole meridionali con crescente circolazione sino ad oggi; delluso locale e, tra Sette e Ottocento, da una precoce ancora la modalit del farcire o condire con il lardo da cui accoglienza dei dialettalismi e regionalismi gastronomici. lardare, lardiare, lardiato attestata da Sannazaro ai ricettari meridionali dal Seicento sino ad oggi; continua il 4. Riferimenti nome ma cambia la ricetta per i maccharoni, maccheroni, Beccarla, G.L. (2005). Lessico della gastronomia. In G.L da Sannazaro oggi; mentre la fortuna lessicale, e di Beccarla, A. Stella, U. 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