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Geopolitica delle prossime sfide

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La geografia politica fotografa un certo momento dello stato: studia lo stato. La geopolitica va oltre: tende a fare delle previsioni e programmazioni. Lo stato tenuto insieme da: economia, territorio, cultura e sovranit. Questo cambiato perch leconomia (elemento nuovo che solo da poco si prende in considerazione) si internazionalizzata e sta dividendo lo stato: infatti, essendo diviso in territori pi ricchi ed altri meno, quelli ricchi comunicano con territori di un altro paese che hanno lo stesso livello produttivo: avviene un allentamento tra territori ricchi e poveri (forze centrifughe). Inoltre la globalizzazione sta mettendo a rischio la sovranit dello stato. Lo sviluppo della tecnologia e della differenziazione della cultura indebolisce lo stato dividendo il popolo (inteso quello attivo, da non confondere con popolazione che linsieme delle persone che costituiscono uno stato). Prima la politica era nazionale, adesso deve essere internazionale: gli stati entrano in una dimensione internazionale per mantenere la propria integrit territoriale (anche partecipando a organizzazioni internazionali). Se da una parte lo stato subisce forze centrifughe esterne ed interne (movimenti di etnie e minoranza), dallaltra fa di tutto, anche concedendo deroghe alla sua sovranit, per mantenere la coesione statale. Lo stato un organizzazione sociale in grado di esercitare sovranit per un tempo ragionevolmente lungo su un territorio e un numero di persone sufficientemente ampio da costituire una popolazione (eccezioni: la citt del Vaticano non ha una sua popolazione e lo stato palestinese non ha avuto fino al 1993 un suo territorio con il trattato di Oslo ed ha ridotto controllo tuttora). diverso il caso dei microstati, i quali sono riconosciuti nel diritto internazionale anche se si sta mettendo in dubbio la legittimit del diritto che questi paesi consentano il trasferimento di capitali senza controllo (i paradisi fiscali sono presenti i Europa, Asia e America: stata stilata una lista nera che contiene per anche dei paesi di dimensioni pi grandi; inoltre sono presenti dei paesi, San Marino, Monaco, Svizzera, Lussemburgo, che sono presenti nelle liste grigie). La primavera araba: il popolo arrivato alla rivoluzione quando mancato il consenso: dovuto a mancanza di cibo, causato da problemi economici. Per esempio in Egitto c stata la templi sostituzione di Mubarak mentre in Tunisia il post-rivoluzione mette in evidenza una forte confusione (in poche parole: a differenza dellEgitto, dove la rivoluzione ha provocato la sostituzione del presidente, in Tunisia vanno valutate altre situazioni): si sono presentati ben 80 partiti. In Siria, la forte disgregazione dovuta allelite degli alauiti che detengono il potere e rappresentato il corpo forte dei militari da quando salito al governo Afiz al-Asad e seguito dal figlio Bashar: i sunniti sono il 70% e in quanto maggioranza reclamano pi privilegi (causa della rivoluzione): 86% di arabi, 7% di curdi e 3% di armeni: il problema non etnico ma religioso. Ma la

comunit internazionale non intervenuta, al contrario di quanto avvenuto in Libia: gli sciiti essendo alleati dellIran (in prevalenza sciita) causerebbe una guerra su ampia scala se loccidente dovesse spodestare il governo sciita di Bashar): sul mare ed fondamentale come sbocco sul mediterraneo per lIran. Inoltre la Russia e la Cina mettono il veto per un intervento delle nazioni unite perch: la Russia ha interessi economici avendo unimportante base navale a Tartus e non vuole rischiare di perderla e perch esporta in Siria materiale bellico che garantiscono introiti; la Cina per un motivo indiretto: riceve petrolio ed energie da Iran (protettore della Siria). Altri motivi sono che non ci sono risorse e ci sono buoni rapporti tra cristiani (5%) ed altre religioni predominanti. La Siria si estende su 185 mila km ed indipendente dal 1946. Forma nel 1958 la RAU con Egitto e Yemen del nord divisa nel 1961 per recesso della Siria per divergenze politiche. poi nel 1963 sale al potere, con un colpo di stato, del partito Bath (ispirazione socialista). Perde le alture del Golan della guerra dei 6 giorni (1967) e nel 1970 sal al potere Hafiz. Protezione territorio Molti stati, a causa delle ridotte dimensioni (Vaticano, Monaco, Timor est e paesi caraibici), non sono in grado di proteggere i loro territori da possibili invasioni esterne: li rende molto vulnerabili. Una soluzione, durante la guerra fredda, poteva essere quella di legarsi ad altri stati tramite le organizzazioni internazionali (Patto atlantico e patto di Varsavia). Lo scioglimento dellUnione Sovietica ha comportato il rafforzamento (da 16 a 28 membri) e lallargamento degli scopi della NATO: se prima si pensava a difendere il territorio da un invasione sovietica, successivamente sono state svolte molte operazioni (ISAF in Afghanistan, unified mission in Libia) per mantenere la sicurezza nel mondo e la pace. Spesso i paesi, data la loro debolezza e impotenza, possono richiedere forze di peace keeping che puntano a riportare e mantenere la pace su un determinato territorio: spesso lONU che decreta questo genere di missioni ma capitato (Balcani) che anche altre organizzazioni possano intervenire (Unione Europea: sempre sotto il patrocinio dellONU). Queste forze possono essere adottate solo con richiesta di una delle parti e devono essere rimosse se una delle due lo richiede: anche se questi principi non sono facili da applicare. Esempi sono quelli dellUNIFIL tra Libano e Israele e rafforzata nel 2006 (da 30 anni: dopo lo scontro con gli Hezbollah: il confine armistiziale perch non c un trattato di pace fra i due paesi). Altre sono a Gaza (confine tra Egitto e Israele), alture del Golan (Siria ed Israele), Timor Est (UNMIT: portando nel 1999 alla sua indipendenza dallIndonesia che, invece, voleva annetterlo). Molte sono in Africa e il finanziamento sempre dellONU (ce ne sono anche in Kosovo e Bosnia Erzegovina sotto legida dellONU e lUE): in particolare in Darfur (UNAMID: al confine con il Ciad) che ha decretato la divisione in due stati: Sudan e Sudan del Sud; tra Etiopia ed Eritrea; in Sierra Leone dove si occupa della smobilitazione delle milizie che hanno causato la guerra civile (UNIOSIL: diamanti insaguinati). Parallelo ai peace keeping c la sicurezza privata: questo dovuto al fatto che lo stato necessita di supporto. I contractors hanno modificato la strategia militare: si manda davanti lesercito regolare che viene coperto dalle truppe mercenarie che per scarseggiano in competenze, strategia e disciplina. La pi utilizzata la blackwater (in Afghanistan e Iraq).

Polizia internazionale (coniato da Roosvelt) L11 settembre ha legittimato lutilizzo di questo termine in quanto si ritiene che possibile utilizzare un esercito su territorio straniero, non per invadere, ma per punire coloro che hanno commesso dei crimini. In questo caso, gli Usa hanno giustificato lattacco in Afghanistan e Iraq. In entrambi le guerre per lorganizzazione che grarantisce la pace e la sicurezza nel mondo, ONU, non ha dato il suo consenso: gli Usa si sono autolegittimati dicendo che si tratta di guerra preventiva. Questo fa si che la sovranit di un paese, soprattutto anche con la globalizzazione, si va disgregando. In particolare va citato il caso della Somalia, stato fallito, che anche avendo un territorio e una popolazione, non presenta una sovranit (si contendono il potere i vari gruppi guerriglieri e i pirati: interessante notare come la missione dellUE e appoggiata da Iran e Giappone sia intervenuta in acque somale per fermare la pirateria; in questo caso la legittimazione pu essere stata data dai molteplici attacchi dei pirati a navi straniere). Fino al 2006-2007 lo stretto di Malacca era considerato il tratto pi pericoloso, le coste indonesiane quelle pi pericolose. In ribasso sono i caraibi e va detto che i tratti pi pericolosi sono quelli vicini i paesi pi poveri (anche le coste orientali della Nigeria, il mar cinese orientale e il golfo della Guinea e nella acque di Haiti): la pirateria un fattore di geopolitico di grande importanza (mettono in pericolo le tratti commerciali che sono per l85% via mare. Inoltre mettono in pericolo le petroliere che rischiano di danneggiare lambiente e avere ricadute sul prezzo del petrolio). Il covo principale rimane la Somalia i cui pirati che navigano nel golfo di Aden, controllano il canale di Suez: principale tratto per il commercio tra oriente e occidente. La guerra al terrorismo ha ampliato i poteri degli stati dandogli il diritto di giudicare i prigionieri non tanto come militari ma come delinquenti (non giudicabili con processi in quanto come non appartenenti a uno stato sovrano): questo il caso della prigione di Guantanamo in cui venivano portati molti prigionieri afgani incolpati di terrorismo: Obama dovette chiudere per violazioni dei diritti delluomo). Inoltre ha permesso a molti stati di dotarsi di armi di distruzione determinando due conseguenze: la sovranit del singolo stato viene sacrificata in nome della sicurezza collettiva (infatti il trattato di non proliferazione delle armi prevede dei protocolli che permettono il controllo e la sottomissione dello stato verso il trattato. Inoltre il timore della possibilit di non poter controllare le conseguenze delle armi formando una paura collettiva nello stato, il quale non pu usare i confini per fermare questo genere di paure. Il caso pi significativo quello della corea del nord la quale nel 1979 ha iniziato la sua corsa agli armamenti, ma nel 1985 aveva sottoscritto il TNP per poi ritirarsi, dopo che imped i controlli dellAIEA, nel 1995. Nel 2007 stata reintegrata ed eliminata dalla lista nera degli stati alimentatori del terrorismo accettando la richiesta di verifica da parte Usa in cambio di aiuti alimentari ed economici, ma nel 2009 ha testato dei missili balistici. Ha subito dallONU un blocco navale. LIran invece si attiene al TNP anche se provato che ha aperto dei siti per larricchimento delluranio e ha sviluppato una tecnologia a lungo raggio per i missili: per ha sempre ribadito che lo fa per scopi civili. Il paradosso sta nel fatto che lo stato ha bisogno di confini per esercitare le sue prerogative ma queste vengono abbandonate in nome della difesa del territorio e dei cittadini. Democrazie e globalizzazione

Allo stato spettano altre tre funzioni oltre quella della difesa del territorio: sviluppo economico, coesione sociale e libert individuale (Dahrendorf). Ma con lavvento della globalizzazione questi tre compiti sono difficili da realizzare e la democrazia rischia di perdere le sue fondamenta. Lo stesso Crocuh dice che la globalizzazione limita la democrazia in quanto non riesce ad affermarsi fuori dai confini nazionali: si individua uno stretto rapporto tra confini e democrazia. Ugo Spirito sostiene che non esistono un regime democratico ma esistono tanti tipi di regimi democratici quanti sono i tipi di minoranze capaci di guidare le maggioranze. La democrazia non costruita solo sulle elezioni e sul sistema politico ma sulle fonti del consenso: ecco perch si parla di democrazia mediatica e dei consumi. prevalente nel mondo occidentale anche se si sta diffondendo in quei paesi in cui arriva il messaggio occidentale. La cultura che passa attraverso i mass media diventa una cultura di integrazione estremismo di centro: si forma una classe facilmente manipolabile che tende a perdere quel senso di libert e democrazia in quanto non pensa pi autonomamente. Linformazione con la globalizzazione si sta internazionalizzando e i confini nazionali vanno disgregandosi. Un'altra novit riguarda internet che erode lo stato in quanto passa le informazioni anche quelle che lo stato, in quanto democratico, non pu controllare. Per ci sono dei paesi che limitano internet in quanto linformazione libera potrebbe incrinare il loro consenso (Iran, Cina, Myanmar). Internet lavora fra i gli stati i quali non possono definire i confini. Federalismo e dinamismo economico Se quindi lo stato, durante la globalizzazione, non riesce a mantenere la democrazia, spesso intervengono istituzioni internazionali che sembrano essere pi efficaci nel governare la complessit della globalizzazione. Per anche in questo caso le organizzazioni non sono democratiche anche in vista del sistema di voto: basta ricordare che nellOnu alcuni paesi hanno il diritto di veto, mentre in altre alcuni paesi hanno pi importanza dovuto a quanto denaro mettono a disposizione. Altre organizzazioni, come lUnione Europa dove il parlamento limitato nelle sue prerogative e la commissione si vista esautorata dai sempre pi frequenti consigli dei capi di stato e di governo . Quel che ne esce rafforzata la necessit di un reale schema federale, cio di un sistema che, dai livelli locali pi bassi a quelli pi generali, sappia mantenere una doppia catena di trasmissione dal basso verso lalto. Il federalismo nasce come forma di decentramento e sembrava garantire una maggiore partecipazione e rispetto delle minoranze: ma non significa isolare e preservare le specificit locali ma serve a mettere in relazione gruppi e interessi diversi per trovare nuove possibilit di relazioni economiche, politiche e culturali. Il dinamismo economico sta portando verso condizionamenti politici sempre pi forti: infatti i paesi hanno interessi sempre pi forti sulla rete degli oleodotti e gasdotti che attraversa il mondo in tutte le direzioni. La contiguit territoriale torna cos ad essere una precondizione di scelte strategiche che impongono un alto grado di coordinamento e una capacit di scelte comuni. Tra i pi rilevanti progetti che richiedono ununit di intenti c il Nabucco che ha lo scopo di portare il gas dal Caspio in Europa senza passare dalla Russia con un costo previsto di 8 miliardi. Le tubazioni dovrebbero passare per Turchia, Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria: a questi paesi (blocco antisovietico) si collegano i paesi fornitori come il Turkmenistan che sembra rappresentare il fornitore pi sicuro. Tra i fornitori lAzerbaigian non si

schierer contro la Russia, lIran una carta da giocare perch rimane un nemico degli Usa e lIraq potrebbe risultare ancora instabile. Insomma non facile parlare di indipendenza energetica senza la Russia: poi ci sono altri progetti come il south stream (passa sotto il mar nero aggirando lUcraina e collega la Russia con la Bulgaria e tutta lEuropa meridionale) e il north stream (passa sotto il mar baltico (unisce la Russia allEuropa settentrionale). Ma ci sono dei progetti che si scontrano con il south e north stream che non passano dalla Russia (Nabucco primo fra tutti). Il federalismo appare la risposta pi appropriata alla esigenza di democrazia e nel contempo al tramonto di un multiculturalismo in cui alcune culture erano considerate superiori alle altre. Lo stato di per s deve anche vedere dentro se stesso e come spesso succede allinterno ci sono molte minoranze verso le quali, lo stato deve cedere un po di sovranit per garantire la stabilit. Infatti potrebbe capitare che allinterno degli stati si formino delle zone grigie (quelle con basso reddito e istruzione: banlieu parigine): stati nello stato che sono le cause principali di disgregazione. E cos lo stato oltre a lasciare un po di autonomia internazionale (federalismo) per diversi motivi (principalmente economico), deve anche lasciarla verso linterno: una risposta alla globalizzazione. Ad esempio lUE ha mostrato come gli stati avessero a cuore la sovranit: se da un lato si assistito allunificazione monetaria (favorendo leconomia), dallaltro si assistito al fallimento della costituzione europea: infatti avrebbe determinato una perdita di sovranit degli stati in quanto una legge sovranazionale avrebbe prevaricato su quella nazionale. Quindi, se da un lato la risposta alla globalizzazione potrebbe essere il federalismo, dallaltro presenta grandi limiti: esercitano la loro forza solo verso i settori della societ pi deboli (gli euroscettici fanno leva su questo fattore: ci sono due tipi: coloro che sono a favore del nazionalismo e contro il federalismo e coloro che sono a favore dellintegrazione ma non attraverso lattuale indirizzo politico). Inoltre tutte le decisioni operative sono frutto di logoranti compromessi: non c un opposizione e non pu esistere dato che occorre laccordo generale. Se da una parte il federalismo pu apparire la risposta pi concreta alla globalizzazione, dallaltra anche il nazionalismo (che pu sembrare anacronistico) sembra essere ancora una risposta adeguata: si contrappone a quella perdita del senso di solidariet e di appartenenza che alimenta pericolose spinte secessioniste e stimola le pi perverse forme di malcontento. Insomma fa da contrappeso alla anomia dei rapporti sociali di cui parlava Durkheim (in cui anomia significa individuazione dei migliori e tribalizzazione dei perdenti: suicidio della societ). Questa anomia rappresenta una delle radici del sottosviluppo e del tribalismo (soprattutto nei paesi usciti dal colonialismo). Nel processo di decolonizzazione, il nazionalismo ha avuto un ruolo importante, quello di riformare le istituzioni presenti nate al momento dellindipendenza che costituiscono una somma di due sistemi completamente diversi: quello europeo e quello autoctono. Se allinizio il potere era sempre detenuto da un lite europea, con il passare del tempo le lite tradizionali (tribali) hanno preso il potere frammentandolo. Questo stato un ostacolo al progresso favorendo la criminalit e lintromissione di multinazionali: la democrazia ha coinciso con un tribalismo falsamente democratico e autoritario.

Alternativa autoritaria Inoltre lo stato si fa difensore delluguaglianza sociale contro la globalizzazione: se la societ contadina stata travolta da quella industriale, adesso questa sembra essere travolta dalla globalizzazione. Infatti il processo di industrializzazione si avviato grazie a fattori che non esistono pi a causa della forte natura transnazionale che sta assumendo leconomia. Un altro aspetto da tenere in considerazione il fatto che la globalizzazione ha favorito il moltiplicarsi dei flussi migratori: se prima questo poteva fungere del rafforzamento della coscienza nazionale, adesso, dato il grande numero di immigrati che sono la forza portante nel campo del lavoro, vanno a rendere meno stabile lo stato (dallinterno). Quindi si vanno a creare delle zone grigie che prima non esistevano come successo nelle banlieues parigine (i banliesards vengono chiamati maghrebini dando, in modo dispregiativo, una definizione generale. Ma loro preferiscono chiamarsi beurs (in dialetto)=arabe) nel 2005: processo di esclusione sociale. Queste si rispecchiano sul piano internazionale in quei paesi che si allontanano dalla comunit internazionale come lAfghanistan e la Corea del nord. Il problema principale dei ghetti urbani (anche favelas e bedonvilles) la disoccupazione e tutto questo rende una disgregazione allinterno dello stato: solo uno stato di stampo autoritario pu mantenere lunit e questo va ad evidenziare come la democrazia va disgregandosi. Inoltre per mantenere lintegrit gli stati vanno a riprendere quel senso di nazionalismo laddove le etnie e il popolo lo permetta: infatti pu succedere che non sempre ad uno stato corrisponda una nazione (da ricordare lesempio dellex Yugoslavia in cui si possono identificare diverse nazioni in uno stato). Per Manzoni il cardine della nazione era lunit di sangue, lingua, religione e una comune memoria del passato e un comune senso del futuro. Infatti per quanto riguarda gli Usa non si pu parlare di comune memoria, ma la loro unit riscontrabile nel desiderio di condividere il futuro. Infatti i grandi imperi hanno visto la loro disgregazione per la volont delle nazioni di creare uno stato proprio: si ricorda allunione sovietica non un impero) e limpero asburgico e quello ottomano. In questi due casi la disgregazione era dovuta anche dal fatto che erano molto decentrati anche se con un impostazione autoritaria. Al contrario da quanto avvenuto con lo scioglimento dellUrss, i due imperi si sono divisi seguendo le direzioni imposte dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale creando cos anche dei problemi di tipo pratico secondo i propri interessi. Dopo gli anni 90 si credeva di formare un nuovo ordine politico ed economico ma hanno prevalso i tribalismi e i nazionalismi. Per Stato si intende una comunit umana stanziata e organizzata spontaneamente su un territorio (territorio, sovranit e cultura): senza uno di questi elementi non si pu parlare di stato. Il Sahara occidentale era occupato dalla Spagna e poi occupato dal Marocco. ricco di fosfato e di risorse ittiche e petrolio. La Spagna lo ha lasciato nonostante le proteste del popolo Saharawi (autoctono): Franco si ricordato dellaiuto marocchino per la presa del potere. I Saharawi non sono rimasti e sono emigrati ed altri schiavizzati: sono fuggiti in Algeria nella valle del diavolo (tindouf: dove risiede il governo del Sahara occidentale in esilio) che un posto inospitale. LAlgeria ha dato asilo sul suo territorio perch in contrasto con il Marocco e non vuole che questo prenda la leadership del Maghreb: inoltre c uno scontro ideologico (lAlgeria pi integralista rispetto al laico e filo-

occidentale Marocco). Non si pu parlare di uno stato in quanto non presente lelemento territorio. Alcuni stati hanno sovranit limitata: i paesi ex-comunisti durante lURSS. Infatti la Russia manteneva pi controllo economico e traeva vantaggi da questi paesi. Si pu parlare anche di stati giovani (da poco nati), maturi (Usa, consolidati politicamente), vecchi (europei, non c ricambio generazionale), intensivi (Germania dopo II guerra con Ruhr, tendono a migliorare e crescere la propria ricchezza entro i propri confini), estensivi ( puntano allesterno, come i paesi colonizzatori). I confini perdono importanza con la globalizzazione: la democrazia si frantuma e si accentuano le differenze tra le classi. La nazione un espressione che riunisce elementi: storici, culturali, religiosi, linguistici, architettonici (moda e cucina). Il nazionalismo il braccio operativo della nazione: rappresenta lazione (aspetto dinamico). La Yugolslavia era formata da sette nazioni: esisteva uno stato yugoslavo ma non una nazione. Esiste una nazione statunitense nonostante le tante etnie presenti sul territorio: perch si riconoscono tutti negli Usa che invece non era avvenuto in Yugoslavia in cui le singole etnie si ritenevano appartenenti alla propria nazione. Lo stesso avvenne nellURSS in cui si ritrovano diverse nazioni. Esistono tante democrazie quante sono le minoranze che possono governare le maggioranze: non esiste una democrazia. La religione e la lingua sono parte della nazione ma non sono elementi essenziali: nel senso che non sono elementi che permettono la formazione della nazione. La lingua acquista importanza in quanto spinge le persone, di lingua differente, a pensare come coloro che parlano quella lingua: linglese un esempio (infatti indirizza verso un pensiero anglosassone). Anche la distribuzione sul territorio importante: pi distribuita omogeneamente, pi lo stato stabile. In questa ottica anche il clima tende ad omogeneizzare lo stato: pi ci sono climi diversi e territori diversi, pi le popolazioni sono diverse: lo stato non stabile. Il Per si estende su diverse tipologie di territorio: il popolo reagisce diversamente: sulla costa c pi contatto con lesterno, la cordigliera permette divisioni interne e cos anche la foresta della Sierra: forze centrifughe. Lo Stato si regge su sovranit, territorio e popolazione ma anche (come detto allinizio) sulleconomia e in particolare sulla produttivit. Prendendo ad esempio lItalia questa divisa in nord e sud, non tanto dal punto di vista del territorio ma da quello della produttivit: il nord, sentendo il sud come parassita, si avvicina sempre pi verso lEuropa. In particolare la lega nord (nata dallunione della lombarda e quella veneta nel 1980) ritiene che lo Stato soffoca la propria capacit di slancio in quanto ancorato al sud (acquista molti consensi in quanto si fa portatore delle proteste dei suoi membri). Lo stato si deve omogeneizzare per lunit: la produttivit assume importanza (il nord dellItalia accusa il sud di scarsa produttivit. Ma anche lURSS e la Yugoslavia si sono sciolte anche per fattori di produttivit oltre che per motivi etnici e anche religiosi). La conquista dello stato per ampliare i propri confini dipende non dalloccupazione del territorio: si nota come lelemento territorio perda valore. Infatti lEuropa perde coesione non perch invasa da qualche potenza (come accadeva nel passato), ma perch ci sono problemi economici (invasione del

mercato da Cina e India) e troppe diversit culturali. Inoltre non si reclamano pi determinati territori perch potrebbe causare rottura di rapporti economici: lItalia non ha reclamato lIstria dopo la dissoluzione della Yugoslavia (avrebbe potuto ottenere qualcosa) perch ha preferito mantenere rapporti economici privilegiati con i vicini. La Repubblica Irlanda divisa in 32 contee: 26 appartenenti allIrlanda e 6 allIrlanda del nord. I contrasti sono sorti tra unionisti (pro unione alla Gran Bretagna) e nazionalisti (pro unione allIrlanda) non solo per problemi religiosi tra protestanti (unionisti) e cattolici (nazionalisti) ma per fattori economici: gli unionisti sono pi ricchi perch protetti dagli inglesi. Laccordo di Pasqua del 1998: gli unionisti hanno preferito scendere a patti perch hanno percepito la difficolt di proteggere le contee dellIrlanda del nord da parte della Gran Bretagna (per crisi economica e problemi interni) e perch i nazionalisti hanno un tasso di nascita superiore. I nazionalisti hanno guadagnato una rappresentanza del 50% in parlamento. In India ci sono 28 stati e pi di 1100 lingue ma 15 sono ufficiali: nonostante ampi divari per religione, lingua, distribuzione ricchezza, caste ha una sua coesione. uno stato giovane (1948) ed riuscito a trovare un collante (consenso) nelleconomia e nello sviluppo produttivo. Il Belgio difficilmente tenuto: separazione netta tra valloni (francesi al sud) e fiamminghi (tedeschi/olandesi al nord) per fattori linguistici e di costumi. Ma soprattutto la tensione dovuta per leconomia: inizialmente il sud era pi ricco per miniere ma hanno avuto problemi e le miniere hanno chiuso, il nord invece, prima povero, adesso prevale sul sud per ottimi servizi che garantisce: leconomia divide come unisce in India e Usa. Il pi importante l'agglomerato di Anversa, che ha una struttura industriale orientata verso settori a elevata intensit di capitale e in stretto collegamento con le infrastrutture portuali (chimica, elettronica, agroalimentare); molto sviluppata e tipica dell'area la lavorazione delle pietre preziose. Il secondo polo industriale del Belgio quello della regione metropolitana di Bruxelles, basato principalmente su produzioni di largo consumo ad elevato contenuto tecnologico.

In Canada: in Quebec (francofono) isolato da sviluppo economico occidentale: ha chiesto la secessione ma il referendum ha fallito. Nonostante questo riuscito ad ottenere il titolo di nazione allinterno del Canada.

Non sempre per leconomia funge da collante: il livello di sviluppo non si pu mantenere tale con laumento della popolazione (sovrappopolazione): le risorse si esauriscono. Pi del 50% della popolazione vive nelle citt: la politica si deve svolgere nelle citt ma spesso si formano delle aree grigie: dove c malessere a causa del sovraffollamento. Le zone grigie formano dei ghetti e fanno calare la produttivit. Modello asiatico Si fonda principalmente sullautoritarismo che obbliga al sacrificio permettendo laccumulo di capitali. A differenza del modello occidentale, quello asiatico riesce meglio a integrarsi nel fenomeno della globalizzazione: non sopravviverebbe se si tornasse a misure protezionistiche. Non esiste in concreto in quanto non se ne pu identificare uno unico ma se ne possono trovare vari. Ad esempio il modello cinese ha rielaborato il sistema comunista in modo tale da epurarlo da tutte le specificit europee: si basa su un decisionismo sia in campo politico che economico che accelera notevolmente i tempi di firma di contratti rispetto agli standard occidentali: basta pensare che nel 2008 il volume degli scambi commerciali commerciali ha registrato un incremento annuo del 32% raggiungendo circa 110 miliardi di dollari. La Cina pu essere vista come un modello autoritario confuciano di sinistra al quale si affianca il modello confuciano di destra rappresentato da Singapore che ha influenzato le tigri del Sud-est (Corea del sud, Malaysia). Questo modello caratterizzato da paternalismo autoritario anzich di burocratismo autoritario: entrambi escludono la democrazia. In modo diverso lo interpreta il Giappone, il quale ha applicato la democrazia occidentale in Asia. Lindia rappresenta lunico caso di una grande nazione dove la modernizzazione economica, la liberalizzazione e lintegrazione in uneconomia globale di mercato sono avvenute sotto un governo liberal-democratico. Ma rispetto alla Cina il processo verso un capitalismo pi avanzato sembra essere andare pi lentamente questo perch: nonostante la formazione di unestesa classe media, rimane una grande porzione di popolazione in condizioni pessime; permangono focolai dovuti alle caste; il governo passa di famiglia (come sta avvenendo in molti stati: Sri Lanka, Cuba, Corea del nord, Filippine. Ma anche in occidente si verifica questo fenomeno: Usa con Bush, Kennedy e Clinton). Lo sviluppo del modello asiatico: popolazione, sovranit, territorio e produttivit. Per lAsia c anche il fattore religione/filosofia. Esistono tanti modelli asiatici e non uno: la Cina riuscita ad unire confucianesimo con la produttivit: una rielaborazione del modello occidentale adatto alla sua filosofia e bisogno. La Cina autoritaria (cittadini obbediscono a leggi. No totalitarismo in cui lo stato incide sulla vita dei cittadini e ne diventa parte essenziale) perch non entra nellindividuo ma impone il partito e le sue leggi: ognuno si regola la propria vita ma seguendo i dettami. Il Giappone lopposto: dimostra il sincretismo (di pi religioni) religioso che entra nella vita lavorativa: hanno inserito il sincretismo religioso nel capitalismo occidentale. La Cina e il Giappone hanno un proprio modello: utilizzano quello europeo per adattarlo alla loro cultura. In India si pu parlare di un modello dove quello occidentale (introdotto dagli inglesi) stato il punto di partenza mantenendo ferme le proprie radici: il modello ha formato la nazione.

Il Kashmir una regione della parte settentrionale del subcontinente indiano fra i territori di India e Pakistan, che rivendicano la sovranit sull'intera regione, e Cina che rivendica soltanto la porzione che controlla attualmente. Con la fine dal Raj britannico in India, il principato divenne oggetto di contesa tra tre diverse nazioni, India, Pakistan e Cina. La questione nacque nel momento in cui i principi delle regioni adiacenti ai confini scelsero a quale stato far parte. Nel Kashmir il maharaja ind esit e venne invaso immediatamente dalle trib islamiche locali e da irregolari pakistani, opt allora per l'India a patto che la sua scelta fosse ratificata per plebiscito dalla popolazione ma il Pakistan diede l'appoggio agli insorti e la situazione si stabilizz solo nel 1949, quando intervennero le Nazioni Unite ponendo fine al primo conflitto indo-pakistano conclusosi con la spartizione del territorio: 2/3 all'India, 1/3 al Pakistan. Le ragioni del conflitto sono causate da motivazioni strategiche ma anche religiose ed etniche. Il Kashmir infatti rappresenta per il Pakistan un elemento fondamentale per l'unit nazionale basata sullunione di tutti i musulmani del sub-continente, e la sua perdita potrebbe generare una grave situazione di instabilit interna. Per l'India che, al contrario uno stato nel quale presente una forte multi-religiosit composta dalla maggioranza ind e da consistenti minoranze islamiche, cristiane, sikh e buddiste, si verifica una situazione opposta nella quale il governo centrale cerca di limitare le tendenze centrifughe annettendosi uno stato musulmano e giustificando la forzata convivenza pacifica fra le varie etnie. Nel contesto strategico il Kashmir una regione che controlla laccesso alle pianure indiane dalle catene del Karakorum e dell'Himalaya e che per secoli ha reso difficoltose le comunicazioni con il Tibet ma ha anche frenato le ingerenze degli eserciti cinesi in India. La nazione che oggi il Pakistan, stata parte dell'India fino al 14 agosto 1947. I primi proponenti l'indipendenza di una nazione musulmana iniziarono ad apparire al tempo dell'India coloniale britannica. Tra essi vi era lo scrittore e filosofo Allma Muhammad Iqbal, che argomentava che una nazione separata per i musulmani era essenziale in un subcontinente altrimenti dominato dagli Ind. La causa trov una guida in Mohammad Ali Jinnah, che divenne noto come Padre della nazione e riusc a convincere i britannici a dividere la regione in due parti: il Pakistan, a maggioranza musulmana, e l'India, a maggioranza ind. Dal 14 agosto 1947 fino al 1971 (la Guerra di liberazione del Bangladesh fu un conflitto armato che vide schierati Pakistan dell'est ed India contro Pakistan dell'ovest. La guerra diede origine alla secessione del Pakistan dell'Est, che divenne il Bangladesh indipendente) la nazione fu costituita dal Pakistan occidentale e dal Pakistan orientale, essenzialmente bengalino, i cui territori erano per separati dal Bengala indiano. Nel 1971 il Pakistan orientale si ribell e, con l'aiuto di truppe indiane, divenne lo stato indipendente del Bangladesh, anche se l'India non concesse mai al suo Stato del Bengala di riunificarsi col Bangladesh. Il Pakistan popolato da diverse etnie e trib: i punjabi sono i pi ricchi che si contrastano con i Pashtun (molti provenienti da Afghanistan e accusati di appoggiare il terrorismo internazionale): la nazione non esiste per differenze etniche che producono rivalit.

Confini interfaccia della diversit Pi i confini sono visibili e chiari, pi ordinato lo spazio su cui ci muoviamo: permettono di distinguere i territori. Tanto pi sono marcati tanto pi danno sicurezza: un elemento costitutivo e non opzionale dello stato. Nelle societ primitive non si aveva una demarcazione del territorio, indicando solo che ci fosse una percezione del territorio. Le grandi civilt hanno iniziato a utilizzare i confini non tanto per la difesa del territorio ma anche per dare al popolo quel senso di appartenenza. Le guerre di confine stanno perdendo il significato di conquista territoriale nonostante ci siano state due guerre recenti che ricordano le guerre di confine in senso antico (guerra nel 1990 dellIraq in Kuwait: le truppe irachene entrano nel Kuwait e integrano il territorio conquistato. Il Kuwait chiese lintervento della comunit internazionale che ag comandata dagli Usa. Saddam contest il fatto che fu creato il Kuwait dopo la

colonizzazione britannica solo per interessi petroliferi e i confini erano del tutto arbitrari. Ma Saddam ometteva il fatto che lo stesso Iraq era il prodotto della disgregazione ottomana. Laltro contrasto era quello tra Russia e Georgia nel 2008: questa ultima ha invaso lOssezia del sud e lAbkhazia in cui presente una maggioranza russofona: lattacco fallito permise la dichiarazione dellindipendenza delle due regioni sotto tutela russa).

Il confine anche definito come unisobara (linea che unisce tutti i punti) politica che fissa per un determinato tempo (pu cambiare) lequilibrio tra due pressioni (un paese che prevale sullaltro non permette al confine di reggere). Gli stati instabili sono quelli che non scoprono la loro armonia: se larmonia stata trovata si pu avere la nazione anche se non si hanno i confini (esisteva la nazione della Polonia anche se non aveva un territorio). Una forma di equilibrio di pressioni fra due colossi come la Cina e la Russia: cera uno scontro di ideologie: la Cina accusa di rivisitazione del comunismo e Krusciov mand i militari sul confine ma non ci fu la guerra perch cera un forte equilibrio delle pressioni. Un altro contenzioso sui confini che riguarda Russia e Cina: ci furono i primi contrasti a causa della differenza ideologica di Mao e di Krushov nel 1968-69. Il programma nucleare cinese spinse la Russia ad ammassare truppe, da 12 diventarono 25, sul confine. Il fiume Ussuri divenne teatri di scontri a causa di due piccole disabitate chiamate dai cinesi Chenapao e Pacha e dalla Russia Damansky e Goldinski: entrambi rivendicavano la propria sovranit. Nel 1973 le divisioni salirono a 45 ma nel 1986 ci fu un allentamento delle tensioni). Secondo Bauman lordine spaziale implica una divisione istituzionalizzata che d diritto ad alcuni di stare in un luogo ed altri lo nega: ha lo scopo di evitare un rimescolamento. Inoltre bisogna distinguere il confine, che rimane fisso nel tempo, dalla frontiera che si muove nel tempo (cammina con gli uomini, le idee e il progresso: negli Usa il suo spostamento fu dovuto allampliamento delle ferrovie). Il sistema dei confini inamovibili formato dalle potenze coloniali in Africa sta andando in crisi a favore di frontiere in movimento: dovuto ai numerosi spostamenti di popolazioni. Si pu parlare di frontiere demografiche anche per quanto riguarda le aree che inizialmente erano abitate da minoranze, poi,

attraverso il potere centrale, si vanno a popolare (ad esempio lUnione sovietica port molte persone di nazionalit russa nelle repubbliche baltiche. Lo stesso fece la Cina verso il Tibet e il Turkestan orientale (Il Turkestan una regione dell'Asia centrale, che oggi generalmente abitata da popoli turchi. In particolare va preso in considerazione il Turkestan orientale (Lo Xinjiang, o Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, o Sinkiang che una regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese dal 1955, la cui maggioranza della popolazione uigura (45%)."Xinjiang" letteralmente significa "Nuova Frontiera", un nome dato durante la Dinastia Qing. Il nome considerato offensivo dai molti sostenitori dell'indipendenza che preferiscono usare nomi storici o etnici come Uiguristan, Turkestan Orientale, o Turkestan Cinese. Questi nomi, essendo associati al movimento di indipendenza sono considerati offensivi dal governo della Repubblica Popolare Cinese e dai molti residenti cinesi locali di etnia han (41% della popolazione).Grazie all'aiuto sovietico venne fondata nel 1944 la Seconda Repubblica del Turkestan Orientale (conosciuta anche come ribellione dei tre distretti) nel territorio dell'attuale prefettura autonoma di Ili Kazakh nel nord dello Xinjiang. L'esperienza della Seconda Repubblica del Turkestan Orientale si concluse nel 1949 quando l'Esercito di Liberazione Popolare prese il controllo dello Xinjiang. Secondo la Repubblica Popolare Cinese l'esercito popolare venne accolto con ospitalit e ricevette la cooperazione della Seconda Repubblica del Turkestan Orientale. Il processo conosciuto come la pacifica liberazione dello Xinjiang. La Repubblica Popolare Cinese considera l'esperienza della Seconda Repubblica del Turkestan Orientale positiva e parte integrante della rivoluzione comunista. Al contrario i sostenitori dell'indipendenza dello Xinjiang ritengono la Seconda Repubblica del Turkestan Orientale un tentativo per ottenere la piena indipendenza e considerano l'entrata dell'Esercito di Liberazione Popolare un'invasione. un esempio di come i confini siano considerati flessibili: la Cina ha inglobato la regione allinterno del suo stato. La stessa sorte tocc al Tibet invaso sempre dalla Cina): entrambi le regioni sono state ripopolate.

Un altro esempio lArunachal Pradesh: uno Stato dell'India posto nell'estremo nord-est del paese, e rivendicato dalla Cina. Dal 1913 al 1914 il rappresentante dell'amministrazione britannica Henry MacMahon fece tracciare la linea MacMahon quale confine tra l'India britannica e la Cina. I cinesi non accettarono la linea di confine e gli inglesi tracciarono la prima mappa che riportava la linea MacMahon come confine solo nel 1937. A seguito dell'indipendenza dell'India la linea di MacMahon venne adottata unilateralmente dall'India come confine nel 1950. Il problema della linea di confine port allo scoppio della guerra tra India e Cina del 1962. La regione venne amministrata dalla North East Frontier Agency fino al 1972 quando divenne un territorio dell'Unione Indiana. Lo stato dell'Arunachal Pradesh stato proclamato nel dicembre del 1986. Ad oggi la questione della sovranit sulla regione non ancora risolta e i cinesi chiamano la regione contesa Zangnan (Tibet meridionale). un esempio di come il confine possa creare dei problemi.

In Africa tutto un muro in quanto ci sono divisioni etniche e tribali: anche allinterno di uno stato ci sono dei confini che fanno si che ci siano divisioni insanabili. Infatti chi va al potere non lo fa per interesse della nazione ma del proprio clan: non c una vera democrazia e tanto meno uno stato e nazione. Ad esempio la Rep. Democratica del Congo dovrebbe essere una democrazia intendendo il suo nome, ma alcuni territori del nord-est (Kivu), formalmente hanno dei confini con i paesi vicini, ma invece sono presenti delle truppe di occupazione (rwandesi e ugandesi): non per motivi politici ma economici. Infatti il coltan una risorsa molto utilizzata per le nuove tecnologie e le multinazionali ne hanno il monopolio: infatti ci sono miniere di estrazione e il

minerale estratto viene caricato su degli aerei che arrivano e partono indisturbati. Il governo centrale non fa niente perch sa che se si dovesse opporre scoppierebbe una guerra: infatti la gran parte dei proventi vanno nelle casse dei ribelli e se, bloccando il loro commercio, si fermerebbe il movimento di opposizione da una parte, per, provocherebbe la guerra civile. La questione dello sfruttamento incontrollato delle risorse congolesi ha raggiunto un livello di gravit tale da interessare l'ONU che ha pubblicato, nell'ottobre 2002, un rapporto[17] che accusava le compagnie impegnate nello sfruttamento delle risorse naturali del paese africano - tra cui il coltan - di favorire indirettamente il prosieguo della guerra civile. Nell'inchiesta in merito all'acquisto di columbitetantalite venne coinvolta anche la H.C Starck, una sussidiaria della Bayer che si occupa della raffinazione di metalli di transizione quali il molibdeno, niobio, tantalio, tungsteno e renio e della produzione per il mercato dell'elettronica, dei semiconduttori e dei superconduttori, di parti di precisione in leghe speciali e componenti ceramici. Si tratta di un confine flessibile e facilmente attraversabile su cui il governo non ha pieno controllo e non riesce ad affermarsi. Poi ci sono confini che per motivi storici provocano guerre: quanto avviene per esempio tra Eritrea e Somalia. La lotta per l'indipendenza ebbe fine nel 1991, quando il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo scacci l'esercito etiope fuori dei confini eritrei, e si un agli altri movimenti etiopi di resistenza per rovesciare la dittatura del Derg che cadde nello stesso anno. Due anni dopo venne indetto un referendum, con la supervisione della missione delle Nazioni Unite denominata UNOVER. Al suffragio universale parteciparono sia le popolazioni residenti in Eritrea che quelle rifugiate in altre nazioni africane dopo la diaspora, ed in esso si decise se l'Eritrea dovesse essere un paese indipendente o dovesse mantenere la federazione con l'Etiopia.Oltre il 99% degli Eritrei vot per l'indipendenza, che venne dichiarata ufficialmente il 24 maggio 1993. Il leader dell'EPLF, Isaias Afewerki, divenne il Primo Presidente provvisorio dell'Eritrea ed il Fronte di Liberazione del Popolo Eritreo, ribattezzato Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia (PFDJ), diede vita al primo governo. Nel 1998 una guerra di confine con l'Etiopia per la citt di Badamm ha portato alla morte di circa 19.000 soldati eritrei, ad una pesante esodo di civili, oltre che ad un disastroso contraccolpo economico. Badamm (Badme) una localit del Corno d'Africa oggetto di una disputa territoriale fra Eritrea ed Etiopia. A causa dell'imprecisa definizione della frontiera stabilita nel 1902 fra l'Italia (allora potenza coloniale in Eritrea) e l'Impero d'Etiopia lo status della localit e delle aree circostanti non era del tutto chiaro. Il territorio sarebbe stato comunque riconosciuto come eritreo, nel 1977, da parte del Fronte di Liberazione del Tigray (TPLF precursore del Fronte Democratico Rivoluzionario d'Etiopia, attuale coalizione di governo di Addis Abeba), con un accordo di "cessione" in favore del Fronte Popolare di Liberazione Eritreo. Le due formazioni erano allora alleate contro il regime del Derg[1]. Con l'indipendenza eritrea, nel 1993, si pose il problema della definizione dei confini, sfociato nel 1998 nella guerra fra Etiopia ed Eritrea che ebbe fine nel 2000 con l' Accordo di Algeri. Il trattato ha rimesso la definizione delle frontiere ad una commissione ad hoc della Corte dell'Aia con l'invio, a garanzia del cessate il fuoco, della missione sotto l'egida dell'ONU denominata UNMEE. Nel 2002 la Commissione per i confini ha assegnato all'Eritrea il territorio conteso. L'Etiopia ha rifiutato di riconoscere le decisioni della Corte Internazionale di Giustizia e, nel 2008, cessata la missione UNMEE determinando, in pratica,

nuove gravissime tensioni e le condizioni per un ulteriore potenziale conflitto fra i due paesi. Attualmente (2011) la localit amministrata dall'Etiopia. I confini assumono anche un ruolo fondamentale in quanto vengono considerati aree privilegiate per la possibilit di scambi. Ma i confini stanno divenendo sempre pi fragili a causa della globalizzazione e lo stato tende a perdere la sua stabilit e coesione che aveva in passato. I confini dellodierno stato del Bangladesh sono stati stabiliti con la partizione tra Bengala e India nel 1947, quando la regione divenne la porzione orientale del neo-costituito Pakistan, sebbene separata dallo stato a occidente da ben 1.600 km attraverso l'India. Discriminazioni linguistiche, politiche ed economiche condussero ad agitazioni popolari contro Pakistan Occidentale, che portarono alla guerra per l'indipendenza nel 1971 e la costituzione dello Stato del Bangladesh. Tuttavia, il nuovo Stato ha dovuto sopportare carestie, catastrofi naturali e la povert diffusa, cos come sconvolgimenti politici e colpi di stato militari. Il ripristino della democrazia nel 1991 stato seguito da una relativa stabilit e progresso economico. Posizione relativa: la posizione di uno stato vista in relazione ad altri e che benefici ne pu trarre. Posizione assoluta: la posizione geografica e non si va ad analizzare i suoi possibili rapporti. I confini: demarcare: significa mettere dei paletti sul territorio in modo fisico, segnare significa riportare i confini su una carta geografica (spesso adattate secondo le esigenze di uno stato). Nel passato era pi funzionale dellattualit: non segnavano un limite politico ma la capacit di un re di manovrare pi gente possibile per le proprie finalit (manodopera= introiti). Dalla I guerra mondiale, il confine diventa una barriera invalicabile. Nellattualit sono defunzionalizzati: dove ci sono stati e popoli in lotta per motivi economici e politici per motivi economici e politici, il confine funzionale e forte. Ma dove gli stati hanno pi affinit culturali, economiche e politiche, il confine non pi una barriera ( defunzionalizzato: come tra Canada e Usa e nellUnione Europea). Ma tra Messico e Usa c un muro per evitare che gli immigrati attraversino il confine e non per motivi economici. Anche fra Cuba e Usa si pu parlare di confine funzionale: un muro ideologico che per sta diventando pi poroso e valicabile con la salita al potere di Raul Castro. Molti confini sono caduti con le organizzazioni geografiche (UE): la stessa Russia che sempre stata fuori dallEuropa sta aprendo i confini in modo da agevolare il passaggio delle risorse (gas e petrolio). Disordine internazionale Lidentificazione tra globalizzazione e disordine implica lidea che il tradizionale sistema di relazioni tra stati fosse un sistema ordinato e stabile: ma le due guerre hanno messo in discussione questo sistema. Il bipolarismo, anche se non ha visto conflitti, non stato per niente stabile in quanto era un periodo di forti tensioni (crisi di Cuba, 1962). Se perdono smalto i confini tradizionali in ragione di una loro oggettiva defunzionalizzazione, nascono e si consolidano altri confini: sono quelli spontanei e simbolici che non sono demarcati sul terreno. Altri possono essere quelli allinterno delle citt che, insieme ai due precedenti accennati, sono i pi pericolosi per la coesione dello stato. Sono invisibili che invece di avere la tradizionale funzione di dividere, invece tendono ad escludere (ad esempio le

periferie dalle citt). Si pu parlare anche di confini religiosi: quelli tra mondo musulmano e cristiano che stato messo in evidenza dalla globalizzazione. Questo fa s che ad esempio la Turchia non entra nellUnione Europea perch al di l del confine religioso. Ma sono anche questi confini nello stato: in quanto attraverso le migrazioni, le religioni si sono mescolate. I confini tra stati vengono a vedersi disgregare e perdono il loro valore a vantaggio di confini morali e invisibili: inoltre va identificato il fatto che linquinamento un altro fattore che supera i confini su cui gli stati non hanno il controllo. Sono le multinazionali che hanno il sopravvento e non gli stati ne traggono beneficio: lIndia uno degli stati che inquina di pi ma sono le multinazionali sul suo territorio che producono le emissioni di gas. Questo evidenzia come lo stato perda il suo potere verso le multinazionali che vanno ad intaccare la sua sovranit: la deteritorializzazione produttiva gestita dalle multinazionali non collega la fonte dellinquinamento a chi ne trae realmente beneficio. Esistono confini antecedenti allo stanziamento umano come il Sahara e lAustralia, altri susseguenti che sono quelli allo sviluppo umano (posti per ragioni politiche e storiche: come quello tra Slovacchia e Repubblica Ceca, tra Pakistan e India, tra Afghanistan e Pakistan (spacca in due la trib Pashtun: questo ha permesso ai telebani della trib pashtun di trovare appoggio in Pakistan). I confini dellex Yugoslvia non delimitano in maniera stabile le popolazioni che erano sparse su tutti i territori: nel momento in cui la federazione si spaccata nato il contrasto, dato che le popolazioni minoritarie si sono ritrovate in un altro stato e chiedevano appoggio al loro stato di appartenenza dove per cerano altre minoranze che chiedevano aiuto al loro stato. Non era facile trovare un accordo perch ogni stato aveva una minoranza nemica sul proprio territorio. In Bosnia-Erzigovina si complicato perch si formata una federazione nella federazione: la Presidenza della Repubblica esercitata a rotazione con turnazione di 8 mesi dai tre Presidenti, uno per ogni etnia, eletti direttamente dal corpo elettorale ogni 4 anni. Attraverso gli accordi di Dayton (1995) viene riconosciuta ufficialmente la presenza in Bosnia Erzegovina di due entit ben definite: la Federazione croato-musulmana che detiene il 51% del Territorio bosniaco e la Repubblica Srpska (49%). Esistono confini sui fiumi come quelli internazionali (Rio Bravo e Rio grande: lo stesso ma il primo chiamato dal Messico, laltro dagli Usa): ma il confine varia nel tempo per fattori metereologici e va ristabilito. Lo stato a monte non pu porre dighe per ridurre il flusso dacqua a valle. In Africa il Nilo stato trascurato dai paesi che hanno problemi interni: lEgitto sfruttava pi degli altri ma quando gli altri paesi hanno risolto i loro problemi richiedono pi disponibilit di acqua. LEgitto ha cercato di creare problemi interni a questi paesi in modo tale da distoglierli in modo da poter sfruttare meglio il fiume: ha disseminato di cellule che mettono zizzania. Ma adesso cambiato: perch con i nuovi mezzi di comunicazione non pi facile e i paesi hanno preso coscienza (paesi bagnati: Burundi, Ruanda, Tanzania, Uganda, Sudan del Sud, Sudan). LIraq e la Siria dipendono dalla Turchia attraverso il Tigri e lEufrate: nasce in Turchia presso il Tauro armeno, tocca per un breve tratto il confine siriano ed entra quindi in Iraq, dove sviluppa gran parte del suo corso e riceve alcuni affluenti. Qui raggiunge poi la grande pianura alluvionale della Mesopotamia meridionale. Bagna importanti citt irachene come Mossul, Baghdad e Bassora,

con un regime sempre soggetto a forti variazioni stagionali, creando le condizioni per piene catastrofiche in primavera, contrastate con la costruzione di diverse dighe lungo il suo corso. Prima di raggiungere la foce si unisce con l'altro grande fiume iracheno, l'Eufrate, cambiando nome in Shatt-Al Arab e sfociando cos nel Golfo Persico. Pur essendo pi corto e con un bacino meno esteso, ha una portata quasi doppia rispetto all'Eufrate. Shatt-al arab, in particolare, ha causato molte dispute territoriali e una guerra: lo Sha al- Arab, su cui si affaccia la citt irachena di Bassora, navigabile per un vasto tratto e ci lo rende prezioso per il traffico di petroliere della regione. Per questo motivo la zona che gravita intorno a questo corso d'acqua stata al centro della guerra che ha contrapposto l'Iraq all'Iran fra il 1980 e il 1988. Dopo la fine della guerra, il Regno Unito stata affidata la responsabilit, successivamente mandato delle Nazioni Unite della risoluzione 1723, per pattugliare il corso d'acqua e la zona del Golfo Persico che circondano la foce del fiume. Sono incaricate di assicurarsi che le navi nella zona non sono utilizzati per il trasporto di munizioni in Iraq. Le forze britanniche hanno anche addestrato le unit navali irachene ad assumere la responsabilit di custodire i loro corsi d'acqua. In due occasioni separate, le forze iraniane che operano sul Shatt alArab avevano catturato marinai della British Royal Navy accusandoli di aver sconfinato nel loro territorio. Nel giugno 2004, alcuni militari britannici si sono svolte per due giorni dopo presumibilmente sconfinare nella parte iraniana della via navigabile. Dopo essere stato inizialmente minacciato di azioni giudiziarie, essi sono stati rilasciati dopo colloqui ad alto livello tra il ministro degli Esteri britannico Jack Straw e ministro degli Esteri iraniano Kamal Kharrazi. Le armi dei marine sono state consegnate agli inglesi e le barche sono state confiscate. Nel 2007, un sequestro di quindici membri del personale britannico diventato una grave crisi diplomatica tra le due nazioni. stato risolto dopo tredici giorni in cui gli iraniani inaspettatamente hanno liberato i prigionieri sotto una "amnistia".

I confini aerei corrispondono con quelli terrestri: latmosfera si divide in tre fasce: nella troposfera (fino a 12 mila metri) c pieno controllo del proprio spazio aereo, fino a 120 mila metri la sovranit dipende dalle capacit tecnologiche di ogni singolo stato (non tutti possono circolare a quelle latitudini e quegli stati che possono, si mettono daccordo), lo stesso vale oltre i 120 mila metri in cui per il numero di stati pi limitato. Per i confini marittimi diverso rispetto al passato dove chi possedeva pi mezzi aveva il pieno dominio del mare: le grandi potenze erano Spagna, Gran Bretagna, Francia e Portogallo (dovette intervenire il papa Alessandro VI per dividere gli spazi con la Spagna nel 1500). Fra 1700 e 1800 si affermano Gran Bretagna, Olanda e Francia: si inizia a parlare di spazi circostanti i propri territori. La Gran Bretagna dice che lo spazio vicino allisola non accessibile; lOlanda dice che lo spazio di tutti coloro che hanno le tecnologie per dividerselo (Grozio). Questo principio sussistito fino a quando si iniziato a parlare del problema del mare vicino il territorio: stabilito fino a 3 miglia

(portata di cannone). Lo sviluppo ha portato la necessit di precisare i limiti: la Gran Bretagna ha posto 12 miglia, lIslanda a 20 miglia: ognuno per le proprie esigenze. Si volevano stabilire nuove zone di sovranit: nel 1956 a Ginevra si precisano i concetti fino a Montego Bay 1982. si stabilita la linea di base: linea netta che unisce tutti i punti delle sporgenze, poi da questo fino a 12 miglia delimita le acque territoriali (piena sovranit), poi oltre 12 miglia (acque contigue) dove il paese esercita funzioni di polizia. Dalle acque territoriali per 200 miglia, il paese esercita pieno potere estrattivo ed ittico (zona economica esclusiva), oltre ci sono le acque internazionali. Ma pu capitare che due paesi hanno in comune le acque di sovranit: si ricorre a linea mediana (massima profondit): per la contiguit degli stati, i confini non possono sempre essere rispettati e si ricorre a negoziazione dei confini. Le acque tra Slovenia e Croazia sono contese in quanto la Slovenia reclama delle acque in modo da poter avere un corridoio per le acque internazionali (senza questo non potrebbe raggiungere le acque internazionali). La Slovenia mette il veto allentrata della Croazia nellUnione Europea per questa questione. Per i golfi si uniscono le estremit del golfo e a met della linea si mette un compasso si forma un semicerchio. Se il semicerchio contiene il golfo si parte dalla linea di costa, se contenuto nel golfo si parte dalla linea di base.

Se un isolotto distante si calcolano le 12 miglia dallisola. Se vicino alla costa la linea di base si sposta fino allisola. La conferenza di Montego Bay ha stabilito che la gestione della ricchezza dei fondali marini patrimonio dellumanit: per prima era sorto il problema che i paesi sottosviluppati non hanno la tecnologia: se posto allora che tutte le ricchezze sono gestite da un ente internazionale che ripartisce i benefici. Un esempio di importanza delle isole dato dalle isole Curili (che non vengono contese per risorse ma per estendere le acque territoriali): tra l'agosto e il settembre del 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale, tenendo fede agli accordi presi a Jalta (in cui l'URSS si impegnava ad entrare in guerra contro il Giappone se al termine delle ostilit in Europa la guerra nel Pacifico fosse ancora in atto), l'Armata Rossa occup le isole Curili (Kiril) per assicurarsi definitivamente il controllo sugli stretti di fronte alla base navale di Vladivostok sul Pacifico, potentemente armata e vitale per il controllo dell'area nord del Mar del Giappone e del Pacifico nordoccidentale.Nel 1952 c'era stato il Trattato di San Francisco: in questa occasione il Giappone intendeva rinunciare a qualsiasi diritto sulle Curili. L'Unione Sovietica non volle firmare il trattato e quindi, secondo Tokyo, sulla questione bisogna fare riferimento al Trattato di Shimoda, del 1855, stipulato fra Giappone e Russia. Il trattato prevedeva una linea di confine che lasciava al Giappone le quattro isole pi meridionali delle Curili: Kunashiri, Iturup, Shikotan e Habomai. La posizione del Giappone che nei trattati di Jalta e Potsdam si parla rispettivamente di rinuncia giapponese Isole Curili (senza tuttavia menzionare l'accettazione della sovranit sovietica sull'arcipelago) nel primo e dei territori sottratti dal Giappone con la forza. Il Giappone (che ha sempre chiamato le quattro isole pi meridionali Territori del Nord) sostiene che le isole in questione tecnicamente non facevano parte delle Curili per ragioni amministrative e che esse non erano mai state sotto sovranit russa prima del 1945, quindi non si pu loro applicare n la definizione di Jalta n quella di Potsdam. La Russia sostiene che queste pretese sono infondate in quanto geograficamente le isole appartengono all'arcipelago menzionato dal trattato di Jalta e da quello non firmato di San Francisco (come dimostrato anche dalle cartine ivi proposte). Il Giappone, per secolari problemi di sovrappopolazione considera le isole una potenziale soluzione a questa situazione, dato che la vita nelle isole, dal clima molto rigido, sarebbe oggi molto pi accettabile che in passato. Dal 1956, nonostante siano state compiute lunghe trattative diplomatiche, non si riesce a trovare un accordo di pace per porre fine alla disputa. La Russia di recente ha proposto la restituzione di due sole isole (che costituiscono il 6% del territorio conteso) mentre il Giappone le reclama tutte e quattro.

Kastellorizo (castelrosso) unisola greca fondamentale per le acque territoriali in quanto la Turchia non mette in discussione le zone esclusive intorno allisola ma diventa un problema per le acque vicine in quanto sono presenti molte risorse presenti.

Nellocchio del ciclone il quadrante 12 (detto Afrodite) nella Zona Economica Esclusiva (Zee) della Repubblica di Cipro dove si trova la piattaforma Homer Ferrington, della compagnia texana Energy Noble, la quale ha avviato prospezioni di idrocarburi nelle acque cipriote su mandato di Nicosia. Lescalation di tensione nel Mediterraneo orientale, che vede protagoniste Israele, Cipro e Turchia, si deve dunque a questioni energetiche destinate a mutare gli assetti geopolitici del Medio Oriente, incrinando i rapporti tra Ankara e Atene e destando la viva preoccupazione di Bruxelles che, nella questione, parteggia per Nicosia. Per capire meglio la questione occorre fare un passo indietro.

A fine dicembre 2010 la texana Noble Energy, in partnership con le israeliane Delek Energy e Avner Oil Exploration, avevano confermato lesistenza di almeno due enormi giacimenti di gas naturale nelle acque del Mediterraneo Orientale. Una notizia destinata a far fibrillare le cancellerie mediorientali che gi da tempo stavano con lorecchio teso. E infatti dal 1998 che la Noble Energy trivella i fondali al largo di Israele ed proprio nelle acque israeliane che, in quellanno, scopr il giacimento detto Mary-B. I lavori di analisi e trivellazione sono durati per anni nella convinzione che un grande giacimento di idrocarburi si estendesse da Israele alla Grecia. Nel gennaio 2009, la societ Noble Energy e suoi partner, Delek Drilling, Avner Oil & Gas Ltd, Isramco, e Gas Dor Exploration, hanno segnalato la presenza di gas naturale nel giacimento Tamar-1 al nord della costa di Haifa, in Israele. Da quel momento in poi si susseguono le scoperte:dopo Tamar-1, le societ hanno portato alla luce il giacimento Dalit e, lo scorso 3 giugno, quello di Leviathan. La Noble ha annunciato la presenza di 453 miliardi di metri cubi di gas nelle riserve del giacimento di Leviathan e228 miliardi in quelle di Tamar-1. I giacimenti di Leviathan e Tamar si estendono sotto le acque tra Cipro, le coste siriane, libanesi ed ovviamente israeliane. Dal momento della scoperta la tensione salita alle stelle. Il governo di Ankara sta giocando in politica estera, sotto la guida del ministroDavutolu, una partita su pi livelli che ha visto la Turchia recentementeprotagonista dellespulsione dellambasciatore israeliano ad Ankara a seguito dei fatti della Mavi Marmara, del trionfale tour di Erdogan nei paesi delle primavere arabe, nonch della forte campagna diplomatica per il riconoscimento dello stato palestinese in sede Onu che, al momento, ha portato allingresso nellUnesco. A questo si devono aggiungere le tensioni con la Siria, linvasione dellIraq del nord (a caccia delle basi del Pkk curdo) e non da ultimo la questione cipriota che ha portato alla minaccia di congelamento delle relazioni con lUe nel caso il governo di Nicosia assumesse la guida di turno dellUnione nel secondo semestre 2012. La questione cipriota affonda le radici nellinvasione turca del 1974 a seguito del colpo di Stato ordito dalla Grecia dei Colonnelli. Da allora lisola divisa in due parti: quella greco-cipriota, oggi membro dellUnione Europea, e quella turco-cipriota riconosciuta solo da Ankara. In questo contesto lavvio delle trivellazioni da parte di Cipro sud non potevano che scatenare la reazione turca: Ankara teme levidente rischio che Turchia e Cipro nord vengano tagliate fuori dai benefici e dai proventi della torta energetica. Una torta che Israele, Cipro, Grecia ed Egitto hanno gi provveduto a spartirsi. La reazione del ministro Davutolu non si fatta attendere. Il 21 settembre scorso un comunicato del ministero degli Esteri turco anticipava la sigla di un accordo di delimitazione delle piattaforme territoriali tra la Turchia e la repubblica di Cipro Nord, stipulato tra Erdoan ed il presidente della repubblica di Cipro Nord, Dervi Erolu Un atto dovuto dal momento che lAmministrazione greco-cipriota ha iniziato lattivit di perforazione il 19 settembre recita il comunicato che conclude: [lamministrazione greco-cipriota] occorre che sospenda lattivit di perforazione in nome della pace e della riconciliazione invece di sprecare le proprie energie nel creare tensioni. Sar cos possibile giungere a una soluzione duratura che possa fare del Mediterraneo orientale uno spazio di cooperazione assicurando che le risorse naturali di Cipro siano equamente condivise dai due popoli dellisola.

Le rivendicazioni turche sono ritenute pretestuose dal governo di Nicosia ma anche dallUnione Europea e dagli Stati Uniti poich Ankara non ha mai voluto ratificare lUnclos, la carta che regola il diritto marittimo. Malgrado ci il presidente greco-ciprota, Dimistris Christofias, il 22 settembre scorso, si disse pronto a condividere con i turco-ciprioti i proventi delle attivit energetiche. Una posizione che ha suscitato lapprezzamento dei turco-ciprioti e che ha valso la promessa della ripresa dei negoziati bilaterali per la riunificazione dellisola dopo la plenaria Onu. Solo il giorno successivo, per, il primo ministro Erdogan, partecipando alla cerimonia di consegna della prima nave da guerra integralmente turca, ha riaffermato con forza dalle colonne dellHrriet il diritto turco a difendere i propri interessi marittimi, ivi compresi quelli energetici, mentre la motonave esplorativa Piri Reis entrava nelle acque del quadrante 12 Afrodite a sud di Cipro, ad una sessantina di km da dove i partner israeliani ed americani dei greco ciprioti stanno trivellando. Non solo, ad accompagnarla tre sottomarini e tre fregate (la Salih Reis, la Sokullu Mehmet Pasa e la Oncu) una delle quali si ancora pochi giorni dopo a sei miglia al largo della costa sud-occidentale di Cipro. Segno che quello che preme ad Ankara non tanto la riunificazione di Cipro o i diritti della popolazione turca dellisola (che paiono pi che altro strumentali), quanto la possibilit di mettere le mani sui giacimenti. In caso contrario i sogni di Ankara di affermarsi quale potenza regionale rischierebbero di svanire in un brusco risveglio.

Dove porta la crescita economica Non significa che tra stato e globalizzazione vi sia un contrasto insanabile e che uno prevarichi sullaltro: per trovare un piano di equilibrio bisognerebbe porre un freno alla disesguaglianza che porta la globalizzazione. A essere schiacciati dalla globalizzazione sono gli stati pi deboli economicamente, pi facilmente assoggettabili a forze esterne: un esempio sono le multinazionali. Un accusa che viene mossa alle multinazionali che agiscono in aree povere che distruggono, attraverso la corruzione, il sistema politico vigente. Infatti la corruzione sta diventando il principale fattore dellanti-stato. Si va formando in questo modo un insieme di stati-falliti in cui si sono potute insediare organizzazioni criminali (in Somalia) e le mafie internazionali e rafforzare quelle nazionali portando a stati criminali, in cui il governo totalmente corrotto: la sovranit dello stato va perdendosi in questi stati e in quelli in cui anche se c un apparato governativo sovrano, questo non basta ad abbattere la corruzione e la criminalit sul suo territorio. Uno degli stati pi corrotti la Russia ed ultimo il Myanmar. LItalia, secondo la classifica stilata da transparency international, al 55-esimo posto. La corruzione una della cause a livello globale di instabilit e insicurezza della societ perch mina le istituzioni e i valori della democrazia, mette a repentaglio lo sviluppo sostenibile e la prosperit economica. Lo stato-nazione ha trasformato la popolazione (entit politica e demografica) in popolo (attivo, presente e responsabile), labitante in cittadino: la globalizzazione ha riaperto la questione della sovranit popolare. Infatti il potere stato riconsegnato alle oligarchie che dominano leconomia globalizzata e la rete di informazione e la usano a loro beneficio. I parlamenti e i partiti, da sempre simbolo della sovranit popolare, si indeboliscono. Per emergono nuove forme di partecipazione al potere come i gruppi di interesse (lobby) che portano avanti i loro interessi. Si parla di post-democrazia (Crouch) che non significa mancanza di democrazia ma declino della sfera politica a vantaggio di quella economica. La politica diventa essa stessa un prodotto da vendere: per vincere le elezioni non si elabora un programma ma si ricorre ad esperti di comunicazione. Le aziende si sono trasformate da organizzazioni economiche a concentrazioni di potere. La crisi del 2008 ha messo in dubbio il processo di globalizzazione: il potere sta tornando allo stato e attua anche un pi ampio interventismo in economia. Anche se non si pu dire in discussione in quanto le sue forze trainanti rimangono: immigrazioni numerose, rivoluzione informatica (internet), aumento consumi energetici. Etnie A oggi non c stato che non si possa dire che al suo interno non ci siano diverse etnie (fino a casi estremi come 54 in Indonesia e 40 nelle Filippine). Perfino in Europa, terra dello stato-nazione, conserva 56 minoranze. I caratteri che definiscono letnia sono immateriali (cultura, lingua, religione, tradizione, costume alimentazione) e si trasmettono per vincolo parentale e tramite lapprendimento: si accompagna a comunanza culturale quella genetica. Il territorio fondamentale, come sede storica delletnia: la stanzialit importante. Per rilevare il fenomeno etnico, in regioni dove non c uno territorio che corrisponde a una sola etnia, si pu andare a studiare le zone in cui si parla la

stessa lingua o anche dove ci sono elementi comuni come insediamenti di luoghi di culto (per questo i serbi rivendicano il Kosovo perch ricco di monasteri e chiese ortodosse). Secondo la Gatto Trocchi per appartenere ad un etnia non basta farne parte ma essere consapevole di esserne membro. Secondo Barth letnia attraverso i confini definisce chi sta dentro e chi fuori: occorre avere unidentit per poter comunicare con un estraneo (per questo i Nuovi Zelandesi si fanno chiamare solo recentemente Maori in modo da distinguersi dai Britannici). Non solo la cultura distingue un gruppo da un altro ma anche altri elementi intervengono: la lingua infatti distingue i Castigliani dai Baschi (che dicono la loro lingua essere non di origine romanza), i berberi dagli arabi (in quanto la loro lingua di origine camitica). Letnia non desidera necessariamente dotarsi di uno stato proprio ma generalmente ricerca un livello di autocoscienza che rispecchi un livello di autoconservazione. La nazione vuole sempre una sua sovranit e quindi anche uno stato su cui esercitarla. I curdi ad esempio possono essere considerati un etnia in quanto possiedono tradizioni e una lingua comune (kurmanji) e vivono su un territorio omogeneo, ma a questo si aggiunge la volont di costituire uno stato: diventano una nazione (la questione curda nasce con la dissoluzione dellimpero ottomano e il popolo viene suddiviso in Turchia (19% della popolazione), Armenia (0,1%), Iraq (23%), Siria (7,3%). Negli ultimi anni si sono spostati dalle campagne alle citt andando a ingrossare le periferie: vengono meno i legami tribali ma aumenta un sentimento nazionale in quanto pi vicini. Lunica istituzione su cui possono contare il Curdistan iraqueno al contrario di quanto avviene in Turchia in cui hanno una condizione precaria dove non viene riconosciuta la loro identit: la loro debolezza deriva dalle differenze politiche che hanno. Hanno visto un evoluzione in Turchia con la posizione del partito curdo dei lavoratori (PKK) che porta avanti il riconoscimento del Curdistan iraqueno del governo turco e una piena autonomia dei curdi in Turchia). La nazione ha un grado operativo superiore alletnia: letnia diventa nazione quando persegue la piena sovranit e autodeterminazione. Secondo Cerretti la nazione un concetto prevalentemente ideologico-politico e pu formarsi formando le diverse etnie; per Anthony Smith la nazione invece ha una base etnica omogenea; Kellas sta a met: dice che la nazione si compone delle stesse caratteristiche di un etnia ma ha anche un aspetto della consapevolezza della nazione, lautocosciena. L nazione, avendo un progetto politico, pu portare ad una secessione cosa che non avviene con le etnie. La strategia adottata dagli stati multietnici (in cui il patto sociale si deve fondare non su un carattere etnico n nazionale: se no si avrebbe disgregazione) prevede in caso di frizioni interne una forma di legittimazione tramite il pluralismo culturale al posto dellomogeneit nazionale. Infatti il pluralismo pu portare alla disgregazione dello stato: in Belgio, il sistema federale adottato nel 1993, stato il modo per evitare la separazione tra i fiamminghi (57% della popolazione) e i valloni (32%). Tre regioni: una germanica con i fiamminghi, una francofona con i valloni e Bruxelles che rappresenta una zona autonoma. Ogni regione ha un proprio apparato amministrativo ed esecutivo. I fiamminghi, la parte pi sviluppata, soffrono della prevalenza francofona dello stato centrale: ecco che le Fiandre chiedono una secessione (pi estrema la poisione del partito fiammingo vlaams belang che chiede lunione delle Fiandre allOlanda).

Kellas nota il fallimento del tentativo di trasformare uno stato-nazione in uno stato plurietnico (Sri Lanka, Canada, Yugoslavia, Belgio, Libano) Lo stato nazione persiste fin quando le etnie al suo interno ritengono pi importante linteresse nazionale che il proprio (cosa non avvenuta in Belgio in cui c un diritto personale diretto alle singole comunit e non statale). Un caso particolare la Svizzera, fondata da Guglielmo Tell nel 1874. La sua posizione geografica da cui i Cantoni hanno sempre tratto profitto quella del passo di San Gottardo che permette il controllo dei traffici commerciali in quel quadrante alpino. La confederazione trov come punto di difesa rispetto ai vicini nellunione dei cantoni con posizioni neutrali. Per soprattutto negli ultimi anni lunione sembra venire meno essendo sopraffatta dalla crisi dello stato nazione a causa della globalizzazione e del libero movimento delle persone (trattato di schengen). Risveglio delle etnie Per spiegare il risveglio delle etnie nellultimo secolo si deve ampliare il concetto di etnia classico e si deve aggiungere un riferimento politico pi diretto: il sentimento di alterit della propria comunit stabilisce i confini di etnia (la comunit definisce i confini delletnia). Prima non cera la necessit di dotarsi di un territorio e la comunit non conosceva la possibilit di organizzare il territorio ai fini del controllo e di essere fonte di legittimit per il potere. Il risveglio dovuto a due fattori legati alla globalizzazione. Prima di tutto lindebolimento dello stato-nazione dovuto alleconomia globalizzata che si sottrae allintervento regolatore dello Stato che perde credibilit di fronte i propri cittadini. Questo ha suscitato un risveglio delle minoranze che richiedono un ruolo pi forte in economia andando a intaccare linteresse generale dello stato. Inoltre la globalizzazione mette in discussione le culture con il moltiplicarsi delle comunicazioni avvicinandolo tra loro e levando omogeneit ai luoghi. Qui esce fuori letnia che chiede un riconoscimento non solo per esprimere le proprie peculiarit ma anche per sopravvivere. Il risveglio delle etnie trova legittimazione nel principio condiviso espresso da Woodrow Wilson sullautodeterminazione dei popoli: ma questa utopia non considerava il fatto che pi etnie potrebbero richiedere la stessa porzione di terreno (Palestina, Kosovo): un concetto che non porta alla pace ma a nuovi conflitti e alla frammentazione della sovranit in quanto ogni popolo ritiene di detenere la sovranit su quel territorio in base alla propria visione. Il concetto dellautodeterminazione per difficile da limitare in quanto viene visto come un diritto dei popoli. Heraud disegn 5 fasi del rapporto tra etnie e autodeterminazione: 1) autoaffermazione: la comunit si dichiara cosciente di s e rivendica una propria identit politica (i corsi) 2) autodefinizione: il diritto della comunit a definire le proprie caratteristiche salienti, come il territorio (Palestina) 3) secessione: massima forma dellautodeterminazione con cui una comunit si separa dallo stato di appartenenza 4) autoorganizzazione: possibilit di darsi una legge autonomamente 5) autogestione: diritto di amministrarsi allinterno di uno statuto che la stessa comunit si dato La forza centrifuga delle etnie non pu essere limitata secondo il principio nazione dominatrice e minoranze dominate (contro diritti umani universali), ma

solo nella capacit dello stato di proporre un patto in grado di rendere la popolazione un unico corpo politico. Il diritto al riconoscimento che le etnie rivendicano deve amalgamarsi con un patto politico pi ampio. Quando le etnie diventano minoranze Il solo dato linguistico registra 800 comunit in Sud America che non parlano spagnolo, in Africa 600 e 2000 lingue diverse. La minoranza etnica non va vista solo dal punto di vista demografico (numerico) ma anche da quello socio-politico. La lingua e i costumi non sono sufficienti per definire una minoranza (allora anche le comunit dialettali entrerebbero nel conteggio aumentando il numero). Neanche lo stanziamento in un territorio valido (Curdi, Occitani, Ladini) perch alcune minoranze sono nomadi (Tuareg, Gitani). Capotorti diede una definizione soddisfacente: una minoranza etnico-linguistica un gruppo numericamente inferiore al resto della popolazione di stato, in posizione non dominante, i cui membri possiedono dal punto di vista etnico, religioso, linguistico caratteristiche che si differenziano dal resto della popolazione e manifestano un sentimento di solidariet con lo scopo di conservare la loro cultura, tradizione, religione e lingua. Quindi importante il fattore numerico e politico, che abbia autocoscienza di s, non sia dominante La posizione dominante di una comunit allinterno della struttura statale pu significare un integrazione tra stato e comunit. A questa si pu associare un integrazione socio-economica (come gli altoatesini in Italia). Altri esempi di integrazione sono i valdesi in Italia. Per gli altoatesini meglio parlare di etnia minoritaria piuttosto che di minoranza etnica: in Alto Adige ci sono 500 mila abitanti di cui il 70% parla tedesco che lingua ufficiale insieme allitaliano; lo statuto del 1972 permise alla regione di godere di vasta autonomia amministrativa e legislativa (trasporti, sanit, lavoro, viabilit, scuola). Lautonomia resa effettiva dallalta percentuale di tributi che rimane nella regione. Leuroregione Alto Adige/Sudtirol-Trentino-Tirolo (unisce la regione austriaca e le province di Trento e Bolzano) un esempio riuscito di integrazione regionale: ci sono progetti di cooperazione come nel turismo, nelluniversit, nellimportazione attraverso il tunnel del Brennero. Si ha la necessit di riequilibrare la predominanza nelle due aree tirolesi con una provincia italiana come Trento. Una minoranza per essere etnicizzata ha bisogno di stanziarsi su un territorio: questo serve a spiegare come gli emigrati non formano una minoranza: la loro presenza sul territorio dispersa e discontinua nel tempo (pu succedere che si formino dei quartieri etnicizzati). Basta pensare agli sloveni in Italia che occupando una fascia territoriale al confine con un paese slavo hanno rappresentato un problema nazionale. Mentre la Jugoslavia di Tito riusciva a comprimere gli italiani in quanto minoritari. Anche i nomadi (Tuareg, minoranze siberiane) possono essere classificate nelle minoranze etniche perch i nomadi a differenza dei gruppi stanziali hanno un territorio pi vasto a loro disposizione anche se con un minor controllo: ma un territorio esiste. La minoranza etnica cerca di mantenere una propria diversit rispetto allidentit dello stato nazionale, la minoranza nazionale (pi politica) tesa a realizzare un progetto nazionale (secessione).

I movimenti locali sono diversi dalle minoranze etniche perch, sebbene indeboliscono lo stato nazione, questa ha un origine culturale, politica e sociale mentre il movimento locale si giustifica in base a motivazioni economiche. Allora laddove diventano scomode le minoranze etniche che lo stato-nazione interviene con lo strumento della pulizia etnica. Ad esempio allinizio degli anni venti del 1900 ci sono stati scambi di popolazione tra Turchia e Grecia (questo un caso che ha visto un accordo tra gli stati senza conseguenze brutali). Nel caso che lo stato direttamente tratta le minoranze etniche con la pulizia etnica la violenza viene fuori. Generalmente le minoranze si concentrano in alcune aree contigue allinterno di uno Stato. Ma vi sar poi anche una vasta zona confinante tra il territorio della minoranza e quello della nazione ospite dove le due comunit tenderanno a mescolarsi. In questo caso difficile porre una linea di confine e accontentare tutti: la realt a decidere la linea confinaria, vale a dire i rapporti di forza momentanei. Ci sono stati alcuni accordi a partire dal 1800 a tutelare le minoranze (Congresso di Vienna 1815, Convenzione di Londra per la creazione del regno di Grecia 1830, Trattato di Berlino 1878). con la convenzione dei diritti delluomo dellOnu (1948) che i diritti delle minoranze vengono giuridicamente tutelati: in particolare si tutelano la pratica della religione, sviluppare propria cultura e parlare la propria lingua. La convenzione di Ginevra (1953) protesse le minoranze linguistiche. Fu interessante la risoluzione del parlamento europeo (1981) che disse che lintegrazione non contrasta lautonomia: la prima la capacit da parte di una comunit di guidare da s il processo allintegrazione con le altre comunit. La Russia dopo il dissolvimento dellUrss si mossa per ricostituire lunit della propria sovranit anche per contrastare il cordone sanitario americano ( una pratica per lisolamento attuata anche verso lUrss per evitare il contagio delle idee bolsceviche). La Cecenia per esempio si trova a sopportare una migrazione russa ed ucraina rendendo la regione etnicamente eterogenea facendo nascere conflitti. Inoltre i ceceni sono musulmano sunniti differenti dai russo-ortodossi. Questo serve a spiegare come la Russia giustifichi le repressioni in quanto vede in Cecenia la possibilit di un instaurazione terroristica. La Russia quindi ha sempre cercato di limitare le minoranze per raggiungere i propri interessi. Dopo il dissolvimento dellUrss, la federazione russa si era dotata di 7 distretti con allinterno 83 soggetti territoriali divisi in repubbliche e regioni: la formazione di una repubblica al suo interno garantito dal principio staliniano (costituzione 1936) della maggioranza etnica non russa su un dato territorio. Putin per tornato a un forte verticismo tanto che si parla di governo statale unitario con maschera federale. I distretti sono strutture di tipo prefettizio che dipendono direttamente dalla presidenza della federazione e hanno vasti poteri (pi degli organismi locali). Particolari problemi per la federazione lo rivestono il Caucaso del nord, il Tatarstan (tatari 52% e sono musulmani), il Bashkortostan (distretto sul volga e in maggioranza musulmano). Invece la Russia considera strategici quegli stati in cui forte la comunit russa per destabilizzare gli stati filo-occidentali come: Estonia (25,6% russi), Lettonia (28,3%), Lituania (5,1%), Ucraina (17,3%), Georgia (2,5%), Kazakistan (27,2%), Kirghizistan (12,5%). Sorgono trattati bilaterali quando un etnia maggioritaria in uno stato mentre in quello confinante minoritaria in modo da tutelarla: quello che accade con

gli sloveni in Friuli e con gli italiani in Istria. Ma non succede dove vicino non c uno stato etnicamente simile: Palestinesi, Curdi, Berberi. Integrazione e assimilazione Assimilazione: assunzione da parte di un gruppo minoritario delle caratteristiche dei quello maggioritario con scomparsa della minoranza. Integrazione: si basa sul rispetto del patto associativo dello stato nazione da parte della minoranza che potr rivendicare le proprie strutture statali. diversa dallautonomia che garantisce la sopravvivenza della minoranza dal punto di vista culturale e sociale non consentendo un momento di condivisione politica. Lintegrazione lo strumento dellequilibrio: garantisce anche alla minoranza i diritti. In merito lattuale legislazione del Quebec presenta dei limiti: ad esempio i francofoni non possono iscrivere i propri figli in una scuola inglese; le scritte devono essere bilingue; nelle imprese con pi di 50 dipendenti obbligatorio il francese. In questo caso c il rischio inverso: quello di cercare di tutelarsi ma rischia di compromettere i diritti civili facendo venire meno il legame politicoculturale con il paese. Si rileva oggi che lindebolirsi dello stato-nazione porta i gruppi minoritari a esprimere quellidentit che non hanno mai perso nel corso dei secoli. Ad esempio una parte del confine italiano (confinante con lAustria) occupata da popolazioni germanofone (Alto Adige). Ma dopo la prima guerra mondiale (quando lItalia ampli il confine) cera una forte influenza austriaca nella regione rendendo il confine debole (perch non era assicurato da una popolazione che si sentisse veramente italiana). Per questo che lItalia attuo una politica assimilazionista e non tanto di integrazione. La crisi dello stato-nazione ha portato le etnie a svolgere un ruolo di rappresentanza politica a un livello pi stretto che lo stato invece attua su tutto il territorio (ma non ne in grado). Il caso dei berberi emblematico: un popolo originario del nord-Africa che ha subito una forte influenza prima romana e poi islamica, mantenendo per sempre una sua identit (lingua propria e favorito dal suolo montagnoso che ha permesso di preservarsi e di non essere continuamente a contatto con altri popoli). Si stanziarono nel III millenio a.C. nel Maghreb e abitano una zona che va dalle Canarie allEgitto e li ha visti adottare lIslam ma cercando di mantenere una loro identit formando una setta: il khargismo. La colonizzazione francese port a una crisi delle loro strutture e dopo la decolonizzazione e con laffermazione degli stati-nazione si cercato di escludere in nome di una unit araba-musulmana. durante linstaurazione degli stati nazione nel nord-africa che la loro lingua, da sempre orale, stata trascritta anche in dizionari. La questione berbera maggiormente accentuata a Cabilia, anche grazie alla sua posizione geografica vedendosi sormontata dal massiccio del Djurdjura nel nord dellAlgeria (parte dellaltopiano dellAtlante). a Cabilia che scoppia la primavera nera nel 2001 quando morirono 100 cabili nello scontro con la gendarmeria algerina (fu la pi grande manifestazione di massa in Algeria). Il governo algerino ancora non riconosce costituzionalmente le specificit culturali dei berberi e il loro ruolo nella storia algerina; inoltre mette meno fondi per Cabilia. La crescente distanza dal governo centrale ha permesso ai cabili di rispolverare i vecchi comitati e strutture di villaggio (aarsh): dal 2001 il movimento della Cabilia

libera (MLK) e il movimento per lautonomia della Cabilia (MAK) chiedono unautonomia politica ed economica dal centro. Infine lassimilazione garantisce maggiore coesione allo stato ma priva le minoranze dei propri diritti culturali. anche non facile ripensare il patto politico su cui si fonda la nazione per dare pi libert e diritti alle minoranze: si pensa ad uno stato che comprenda pi nazioni. Ragioni del conflitto Ci che alla base del conflitto etnico lo anche per il risveglio delle etnie: riconoscimento politico (sovranit) rivolta allo Stato. Quando si davanti due gruppi etnici che hanno lo stesso peso numerico allora linstabilit sar alta perch ognuno vuole la supremazia: rischio divisione stato (es. Belgio). Quando invece c una minoranza (un quarto della popolazione totale) si ha invece un processo di assorbimento di questa da parte della maggioranza. Per la sua forza centrifuga aumenta se si trova in una posizione geografica che permetterebbe un sua difesa: questo accentuato nel caso in cui questa regione si trovi lungo il confine dello stato ospitante e avr pi possibilit di secessione (Montenegro: durante impero ottomano riusc a mantenere lindipendenza proprio per il dislocamento lungo il confine riuscendo a mantenere il sistema di governo basato sullautorit dei vescovi principi). Infine se ci sono pi gruppi allinterno dello stato si pu arrivare a una convivenza (Svizzera) o a scontri dovuti ad alleanza diverse tra i vari gruppi (Pakistan tra pashtun, punjabi, baluchi, sindhi). il sentimento comune che pu portare ad attriti o unioni: dipende dai fattori culturali. Ad esempio in Yugoslavia sebbene il croato e il serbo sono entrambi dialetti della lingua slava del sud, si sono compilati dizionari diversi per sancire la divisione dovuta al nazionalismo. Ma la separazione porta solo a una situazione statica: infatti per non rimanere chiusi in s importante che ci sia un interscambio per formare nuove esperienze. La globalizzazione favorisce questo processo anche se delle volte porta a conseguenze non ottimali in quanto la sua velocit troppo eccessiva: questo potrebbe portare avere un effetto contrario, vale a dire eliminare le minoranze invece di preservarle (sono necessari tempi normali e non forzature temporali per portare ad efficaci scambi culturali). Alcune minoranza sono riuscite a contrastare questo processo e a preservarsi: un esempio sono gli Inuit (sono di origine eschimese e vivono di inverno negli igloo mentre destate in tende sostenute da costole di balena e ricoperte di pelle di foca. La Danimarca ha cercato di minarne la cultura provando una nazionalizzazione della Groenlandia, prima colonia, attraverso una scolarizzazione forzata. Anche in Canada la comunit ha raggiunto una propria autonomia e nel 1999 stato istituito il Territorio Autonomo di Nunavut, nei territori del nord-ovest, con 31 mila abitanti). Sono 50 mila di cui 15 mila vivono a Nuuk (una delle capitali pi piccole del mondo): vivono nella fascia verde a sud-ovest in quanto l80% restante coperto da ghiacciai. Hanno recentemente ricevuto dalla Danimarca una reale autonomia dopo il riconoscimento formale del 1979: hanno la possibilit di gestire autonomamente i tribunali, la polizia e le risorse (recenti scoperte di giacimenti di petrolio offshore) lasciando alla Danimarca il controllo della difesa e degli esteri. Kosovo

I serbi allinizio del 1100 occupano gran parte della terra dei merli (Kosovo) facendolo subito il suo centro spirituale con la costruzione di monasteri con la maggiore densit in Europa. La Serbia diede vita a un grande regno tra il 12001300 che si estendeva dal Danubio alla Grecia finch non fu sconfitta sulla pina dei merli (Kosovo polje) dallesercito musulmano: tutta la migliore nobilt serba guidata dal principe Lazar Herbeljanovic venne distrutta passando alla leggenda (si dice che il principe abbia accettato di perdere il regno terreno per passare a quello celeste in seguito alla domanda di un angelo inviato da Dio: questo spiega perch i serbi considerano questa terra sacra. Nel corso del 1600 molti serbi kosovari decidono di lasciare la regione perch sotto il sempre pi forte potere ottomano: questa sar una questione di contrasto sulla rivendicazione della terra da parte dei serbi e dei kosovari secondo i quali i serbi lasciarono la terra spontaneamente e non come sostengono loro per le vessazioni ottomane che poi integrarono lo spopolamento sostenendo limmigrazione albanese. Nel 1900 la crescita della popolazione albanese fu esponenziale non permettendo un controllo del regime serbo e yugoslavo. Negli anni 1990 il Kosovo chiese lindipendenza forte di una larga maggioranza albanese. Lasprezza della repressione yugoslavia fece intervenire la comunit internazionale e la Nato che sinstaur nel territorio (sotto mandato Onu si present sia come forza in conflitto contro i serbi sia come garante della pace in Kosovo. I guerriglieri dellUCK si sentirono autorizzati alla vendetta verso i serbi e circa 200 mila di loro dovette fuggire insieme a 50 mila rom. In seguito i capiclan e guerriglieri albanesi riuscirono ad arrivare alle elezioni). Il Kosovo rappresenta un punto strategico nei balcani tanto che la Nato ha insediato la pi grande base militare in Europa (Camp Bondsteel): anche utile, come regione, per contrastare le mire russe da sempre vicino a Belgrado. Nel 2008 lindipendenza stata dichiarata nulla dalla Serbia e dallOnu ma non da altri stati come gli Usa. La missione militare della Nato (KFOR) avrebbe dovuto lasciare posto a una civile dellUnione Europea (EULEX) con lobiettivo di favorire la convivenza tra serbi e kosovari e sviluppare un sistema di polizia, giudiziario e commerciale multietnico. Ma non si capisce il fine politico dellEU e questo non permette un concreto sviluppo del progetto. Vorrebbero formare uno stato-nazione ma di difficile realizzazione: priva di risorse minerarie e i proventi vengono dagli aiuti internazionali e dai traffici illeciti: rischia la trasformazione in uno stato-mafia dato che una volta finiti gli aiuti e non avendo sbocchi sul mare non ha altre scelte che optare per un commercio illegale (ha confini poco rilevanti con Fyrom, Albania, Montenegro e ostili con la Serbia). Inoltre ci sono conflitti clanici e solo un intervento dellEU per formare un apparato economico potrebbe salvaguardare il Kosovo: ma ripongono pi fiducia negli Usa che nellEU. I serbi kosovari (minoranza) stanno nella stessa condizione dei Palestinesi in cisgiordania vivendo in isole etniche non collegate fra loro (hanno anche formato dlle strutture amministrative parallele a quelle kosovare: come avvenne in Italia nel Territorio Libero di Trieste in cui convivevano strutture amministrative italiane e yugoslave). Ci sono anche altre comunit come quella degli slavi musulmani (bosgnachi), dei rom (100 mila), turchi (20 mila), croati (500), goranci, ashkali: un crogiolo di etnie. un esempio di come la sovranit dello stato-nazione si sia indebolita: oltre alla disgregazione interna dello stato si verificata uningerenza della comunit internazionale che ha agito in nome di una ragione cosmopolita che ha superato la ragion di stato in nome del rispetto dei diritti umani (molti stati

non hanno riconosciuto lindipendenza per non fomentare le minoranze etniche nei loro territori).

Bosnia-Erzegovina Qua prevale una divisione religiosa che distingue i musulmani dai bosniaci. lunico paese al mondo il cui lOnu ha un potere esecutivo. La divisione religiosa permette di capire come sia difficile che si instauri un sentimento unitario nazionale: i maggiori incarichi istituzionali sono ripartiti sulla base dellappartenenza a una delle etnie maggioritarie nel paese (croata, serba, musulmana). I musulmani anche se sono distinti in base alla religione possono essere considerati unetnia perch la costituzione di Tito del 1974 li vedeva come una nazione; inoltre si vedono come una comunit politica in quanto chiedono unautodeterminazione e sovranit. Ci sono due entit amministrative territorialmente divise: la federazione bosniaco-croata che raccoglie la popolazione croata (17%) e quella bosniaca-musulmana (43%) e la Republika Srpska con etnia serba (31%). Ognuna ha un suo parlamento e governo e la

presidenza della repubblica composta da tre membri che rappresentano le tre etnie (la carica appartiene ad uno e ruota ogni 8 mesi). Il parlamento bosniaco (musulmano)-croato suddiviso in base al calcolo etnico e assomiglia a quello libanese. La costituzione, contenuta negli accordi di Dayton, non stata tradotta in serbo perch i bosniaci-musulmani non riconoscono la Republika Srpska. C sempre pi una richiesta, da parte bosniaco-musulmana, di superare le divisioni etniche e di formare delle istituzioni unitarie ma questo sentimento tende pi ad affermare il proprio potere sulle altre etnie piuttosto che formare un sentimento nazionale. La Republika Srpska ha fatto richiesta di inserire nella costituzione il diritto alla secessione: questo implicherebbe unannessione nella Serbia e un allargamento del confine serbo che andrebbe ad uncinare la Croazia. Ma finora non sembrano riafforati contrasti anche grazie allAlto Rappresentante dellOnu che detiene un forte potere politico cercando di far valere gli accordi di Dayton (1995). LUE cerca di superare i conflitti nei balcani cercando la stabilizzazione attraverso linclusione nelle strutture europee. Appare per contradditoria la posizione dellUE che vorrebbe concedere lindipendenza al Kosovo e nello stesso tempo non concederla alla Republika Srpska perch preferisce la multietnicit in Bosnia-Erzegovina.

Libano Il Libano di lingua araba ma diviso religiosamente: anche se difficile eseguire dei censimenti (perch le istituzioni non riescono a contenere le etnie). Per il 34% sciita, il 21% sunnita, il 23% cristiano maronita, l11,2% cristiano ortodossa, 7% drusa. Secondo il punta di vista possono essere etnie perch la fede viene trasmessa a livello parentale su un territorio definito e stabile nel tempo: le etnie vengono chiamate come gruppi etnicoconfessionali e si autoregolamentare (data la difesa data a loro). Il parlamento

(come in Bosnia) suddiviso in base ai gruppi etnici per non modificare gli equilibri di potere. Lo stesso vale anche per le cariche istituzionali: la costituzione del 1943 non basa lo stato sul concetto di nazione ma sembra accentuare le differenze. Lo stato libanese nasce dallEmirato del monte Libano che tra settecento e ottocento vedeva una forte integrazione delle confessioni. Ma la spinta francese a rendere i maroniti la loro testa di ponte nel Medioriente. Le contrapposizioni portarono al suo sfaldamento nel 1864 e alla creazione del Sangiaccato del monte Libano: questo ha portato il prevalere delle confessioni sulle trib (che rimangono) ed riscontrabile nella situazione politica attuale. Non va sottovalutato il ruolo di clan (centri dinteresse) capaci di attirare su di loro il consenso anche a livello transconfessionale, favoriti in questo dal sistema elettorale che premia i candidati moderati delle varie liste. La prima guerra civile scoppi per gli scontri tra cristiani e musulmani che propugnavano il disegno panarabo di Nasser (questo spaventava i cristiani perch li avrebbe inglobati in un mare arabo). La seconda, dal 1975 al 1990, scoppi tra le etnie soprattutto tra maroniti e palestinesi. Il conflitto si allarg in Israele (preoccupati per la forte presenza dei palestinesi al confine) e in Siria (interessata ad assumere un ruolo preponderante in Libano). I maroniti per paura di rimanere schiacciati dai palestinesi, sciiti e sunniti cerca alleanza attraverso Gemayel con Israele. La riappacificazione si ebbe nel 1989 con gli accordi di taif che ha portato a un bilanciamento dei maroniti e musulmani: i primi per perdono terreno a causa della bassa natalit ed emigrazione. La Siria ha reso il Libano un suo protettorato: gli israeliani hanno invaso nel 1982 e nel 2006 il sud del Libano per le molte controffensive degli Hezbollah sciiti appoggiati dalla Siria. Il Libano dipende sempre pi dai suoi vicini che alimentano gli scontri etnici in quanto influenzate da diverse potenze (Iran, Israele e Siria). Pesa anche il popolo palestinese (300 mila) che per non trovano un riconoscimento. In stati come questo e la Bosnia lunica soluzione per rendere effettivo lo stato il costituzionalismo etnico in cui le diverse etnie trovano spazio nel potere. Laspetto (accennato prima) importante il fatto che i cittadini non essendo uguali ma rappresentati secondo la propria etnia non permette la costituzione di uno stato unitario e di una identit: cos le singole etnie cercano appoggio alle nazioni madre come nel caso della Bosnia in cui i serbi chiedono supporto alla Serbia e i croati alla Croazia. In Libano le etnie cercano il paese in cui la loro confessione maggiore: gli sciiti verso lIran e Siria, i cristiani verso i paesi occidentali. Israele e Palestina La fondazione dIsraele avvenne dopo un duro scontro con i palestinesi gi residenti da secoli: lemigrazione (2 milioni) degli ebrei avvenne tra 1890 e 1948 (anno della fondazione). Nel 1949, larmistizio di Rodi sanciva la fine degli scontri e una linea verde che divise Gerusalemme in due parti (ovest sotto Israele) est (sotto la Palestina). Solo nel 1976 dopo la guerra dei sei giorni, Israele riusciva ad unificare la citt dove nel corso degli anni hanno pianificato una demografia di sicurezza basata su due ebrei ogni palestinese. Nel 1950 la legge del ritorno legittimava il diritto degli ebrei di rientrare in Israele divenendo cittadino: la politica demografica rappresenta un mezzo di salvezza per gli ebrei in un mondo arabo. Molti emigrati erano russi e questo conferma che per essere israeliani conta la professione dellebraismo: lo stato (laico) ha una dimensione religiosa. I cittadini non sono uguali tra di loro perch

per avere pieni diritti si deve essere ebrei (ad esempio gli arabi israeliani godono di meno diritti come nel diritto di propriet e hanno la facolt di non svolgere il servizio militare: lesercito in Israele rappresenta uno dei principali strumenti di identificazione; chi non ha servito lesercito non pu accedere a certe posizioni lavorative e ai piani di edilizia pubblica). Altri cittadini non hanno la cittadinanza israeliana: quelli di Gerusalemme est. Nella ricongiunzione con Israele nel 1967 hanno rifiutato di riconoscere la sovranit di Israele: sono considerati residenti ed hanno una particolare carta didentit. Possono partecipare alle elezioni municipali ma sono esclusi da quelle nazionali e non possono entrare nellesercito. Risulta essere disconnessa dalla rete urbana dellaltra Gerusalemme. Lo scontro tra i due paesi si basa sulle due diverse etnie e linsediamento delle colonie implica delle isole etniche in terra palestinese: letnia si identifica in base alla religione, letnia, la lingua e la discendenza. Allinterno degli israeliani vanno poi distinti gli ebrei askhenaziti (mitteleuropei), russi, sefarditi (Africa del Nord, Grecia, Spagna), etiopi.

Tibet e Xinjiang (corrisponde al turkestan orientale) La Cina ha un 91% di popolazione di etnia han ma trova in occidente le forze centrifughe (Tibet e Xinjiang). Hanno in comune il fatto di essere in posizione periferica, coprono vaste aree impervie (la posizione sullHimalaya del Tibet rese difficile la conquista cinese dal 1950 al 1958) e sono povere. Inoltre sono vicini a stati che gli permette di rivendicare la loro posizione. Nello Xinjiang (5 volte lItalia) la maggioranza, su 20 milioni, sono gli Uyghuri (turcofoni): sono presenti anche (300 mila) in Turchia e Kazakhistan (molti kazachi sono presenti in Xinjiang e questo spiega il forte mescolamento delle popolazioni nellAsia centrale). In nome del pan-turanismo (progenitore del popolo turco) la Turchia protegge il popolo in Xinjiang in quanto quella regione considerata lultima parte dellimpero ottomano: parlano lingue provenienti dallo stesso ceppo (uraloaltaico) e possiedono tratti comuni culturali. Ma la Turchia si trova isolata dato il fatto che la comunit internazionale poco interessata ai diritti umani in Cina e preferisce avere buoni rapporti economici. Inoltre per placare le rivolte nella regione la Cina le ha accomunate al terrorismo. In entrambi le regioni la Cina si rafforzata attraverso una migrazione forzata e immigrazioni han dalla Cina (passando dal 6% al 40%). Il Tibet al contrario non hanno appoggi di stati vicini: la Cina si muove per una lenta pulizia etnica cercando di integrare il territorio economicamente. I tibetani hanno una lingua autoctona e si fondano nella pratica del buddhismo lamaista e monasteri sparsi nella regione. La Cina oltre alla migrazione han

tiene sotto controllo la vita religiosa e culturale dei tibetani. Inoltre essendo il territorio montuoso i tibetani sono stati spesso nomadi per cercare nuovi terreni da coltivare: la Cina obbliga i nomadi ancora viventi a migrare verso le grandi citt e si dice che almeno un milione sia migrato (considerando che la popolazione tibetana conta sei milioni: 1/6 stato spostato e intanto gli han raggiungono il Tibet: della popolazione che vive nella zona si calcola che solo il 60% han. La situazione delle minoranze peggiorata quando la politica comunista internazionalista si affievolita lasciando spazio allaumento del suo ruolo politico ed economico; a questo si aggiunto il nuovo concetto di sovranit e autodeterminazione che questi popoli chiedono (come hanno fatto altri popoli prima di loro). Le due minoranze non richiedono lindipendenza ma unautonomia politica a livello locale, al poter esprimere la propria identit culturale e godere dei benefici del successo economico. I tibetani, gli inuit e i berberi hanno in comune il fatto che sono diventate etnie passando direttamente da forma di vita tradizionale (trib, clan e sistemi feudali) a forme moderne (dovute ai processi di decolonizzazione): i concetti di autodeterminazione e sovranit hanno spinto queste comunit a trasformarsi e a chiedere sempre pi diritti legittimi.

Sistema tribale e parentale Lo stato messo in crisi non solo dalla globalizzazione, regionalismi e deterritorializzazione ma in alcune realt anche da forze interne come le trib e i clan. Per spesso le cause della crisi possono essere altre e si commette lerrore di applicare il modello occidentale a quello di altre realt. Infatti lo stato arabo-islamico ha subito un percorso di formazione diverso da quello europeo: la religione ha assunto un ruolo fondante nella legittimazionedeligittimazione. Il sufismo (movimento mistico islamico) e gli ulama (dotti in scienze religiose) svolsero un ruolo di coesione in alcuni paesi mentre in altri di contrapposizione, rappresentando un contropotere, ben radicato, soprattutto, nelle realt locali delle trib. A differenza dellEuropa, dove la religione ha influenzato solo in parte, perdendo pian piano importanza, la sfera politica, nelluniverso musulmano ha assunto un peso sempre pi crescente: anche se sarebbe fuorviante identificare in questi paesi lislam con la politica. La trib pu essere definita come ununit sociale caratterizzata da un certo grado di omogeneit culturale, derivata ad esempio dalla presenza di una lingua comune, la cui coesione interna pu essere suggellata nel riconoscimento di un leader unico. Spesso diventa la principale forza di opposizione alla coesione statale.

Per clan si intende unentit collettiva nella quale un vincolo corporativo lega tra loro un insieme di individui uniti da una discendenza comune (lorigine comune di tipo mitico): pu rappresentare il principale artefice della coesione corporativa e di disgregazione nazionale: si basa su legami parentali. Il termine clan nel mondo occidentale associato alle famiglie mafiose o anche in forme diverse in Scozia e Irlanda. La particolarit del mondo islamico che la religione si dovuta innestare in un preesistente sistema tribale e parentale: lIslam ha mostrato la sua elasticit nelladattarsi dimostrando come si potuto diffondere in diverse situazioni. LIslam non soltanto religione ma anche dinamica sociale, collante delle diverse realt socio-culturali. LIslam non soltanto religione ma anche organizzazione della comunit: religione, stato e governo. Si possono distinguere 3 dimensioni di appartenenza alluniverso musulmano: si pu avere unappartenenza religiosa, una tribale e una statale. Per esempio quella tribale riscontrabile negli hazara: infatti la loro appartenenza tribale cos forte che nonostante siano sciiti non si fanno controllare dallIran (gli sciiti hanno un contatto diretto con Dio e sono suddivisi in tante sette mentre i sanniti riconoscono la mediazione religiosa e sono pi omogenei). LIslam riuscito a superare i confini nazionali ed adattarsi alle singole situazioni per il suo carattere elastico: il messaggio quello di unione per spezzare lunione tribale ma in alcuni casi la geografia ha impedito questa coesione permettendo un rafforzamento tribale (nel caso degli hazara). In Iraq c appartenenza religiosa che corrisponde a quella tribale; in Afghanistan invece c appartenenza tribale. Nel Qatar c appartenenza statale e religiosa: infatti si cerca lunit attraverso la religione che quasi del tutto sannita. Inoltre il tribalismo stato accantonato in quanto il paese molto ricco di risorse e i regnanti (al thani) hanno preferito concedere le risorse (in parte) per mantenere la pace interna. Inoltre c larma di al jazeera che rende lunit del popolo pi forte (va detto che il Qatar gioca un ruolo ambiguo: da un lato promuove le rivoluzioni e si schiera con il popolo dallaltro tace le inquietudini interne; inoltre appoggia lIran ma allo stesso tempo ha stretti rapporti con loccidente e lArabia Saudita). La famiglia il nucleo essenziale dello stato: quando si indebolisce la famiglia (clan) si indebolisce la nazione. Infatti attualmente gli stati sono in crisi perch fronteggiano le famiglie dando spazio alleconomia e alle produzioni; altri paesi invece che prediligono le famiglie e i legami sociali vedono un miglioramento e uno sviluppo: si rinsaldano i valori. La trib ununit sociale caratterizzata da un certo grado di omogeneit culturale: c il riconoscimento di un leader. Il clan unentit collettiva uniti da una discendenza comune: nelle scienze etnoantropologiche, un clan un gruppo di persone unite da parentela, che definita dalla discendenza percepita da un antenato comune. Spesso il fattore distintivo che un clan costituisce una parte pi piccola di una societ pi grande come una trib, un chiefdom, o uno stato. Nelle trib c omogeneit culturale (storico-politico), nel clan c discendenza parentale (appartenenza a una famiglia). In alcuni paesi il vincolo tribale importante in politica: la geografia isola i diversi clan formando vari clan allinterno di un paese: isolandoli non li mette a

contatto con altre popolazioni e la loro cultura e tradizioni rimangono stabili e inalterate. I territorio costituisce una forma di incentivo allinstaurarsi del clan laddove c divisione del territorio: pi il territorio facilita le comunicazioni e le relazioni, pi i clan trovano difficolt ad instaurarsi. Nelluniverso islamico il potere politico si contraddistingue per alcune caratteristiche che ne definiscono gli assetti interni ed in tali dinamiche che le forze clanico-tribali condizionano la loro evoluzione politica. Se da un lato pu deligettimare il potere statale, dallaltro lo pu consolidare diventando la base del potere. Alcune fazioni, infatti, possono servirsi dei vincoli tribali per rafforzare le proprie posizioni ai vertici (come nellesercito e in importanti cariche pubbliche); a queste spesso si accompagnano matrimoni di convenienza: per non sempre garantisce lequilibrio e la stabilit in quanto altre etnie e trib possono rivoltarsi. I vincoli tribali, parentali e la religione nelluniverso islamico costituiscono punti di stabilizzazione e destabilizzazione del potere. Queste logiche tribali sono ad esempio ravvisabili in Siria dove gli al-Asad monopolizza il potere dopo aver cementato forti vincoli parentali: appartiene agli sciiti alawtiti (sono vicini allismailismo e sono in gruppo minoritario rispetto ai sanniti: anche se riconoscono i cinque pilastri li vedono come doveri simbolici e non obbligatori cosa che li ha definiti un gruppo eretico. Hafiz dopo il golpe del 1970 rafforz il potere escludendo gli altri partiti delegandoli alla clandestinit). Quello che gli consent di mantenere il potere il fatto che a coloro che lo seguirono (non solo gli alawiti ma qualsiasi altro gruppo che lo avrebbe appoggiato), concesse le posizioni nevralgiche di controllo: il vincolo clanico-tribale stato lo strumento della legittimazione. Quindi le varie tensioni e la rivolta attuale sono dovute al mancato appoggio di alcune famiglie che prima erano favorevoli al potere e dalla maggioranza sannita rappresentata dai Fratelli musulmani. Uno spunto interessante dato dallIraq: qui infatti Saddam (figlio di un pastore) riusc a prendere il potere in un paese a maggioranza sciita mentre lui era sannita (situazione opposta alla Siria). Non ci si deve soffermare solo sulle etnie principali: sanniti, sciiti (a sud), e curdi (al nord vicino la Turchia). Si devono vedere i legami intertribali che hanno portato la trib di Saddam al potere (i tikriti). Prima delloccupazione americana del 2003 al vertice cerano tre trib oltre a quella di Saddam: gli a-majid, i khayrallah, gli ibrahim (discendenti di Saddam). Le trib al vertice per assicurarsi il potere dovettero fare delle concessioni ad altre trib (soprattutto quelle sannite che rappresentano la maggioranza): linstabilit non va quindi vista solo fra i contrasti tra le etnie (sciiti, sanniti, curdi). Lo stato di fronte alla concorrenza del sistema tribale reagisce in modi diversi: in alcuni paesi si cerca di rafforzare i rapporti tra trib, in altri, come il Bahrein e il Qatar, la concessione della cittadinanza uno degli strumenti per rafforzare il potere centrale. Ad esempio il Bahrein, la famiglia regnante (ali khalifa) sunnita ha deciso di concedere la cittadinanza del gruppo parentale dawasir per controbilanciare la maggioranza sciita (la quale ha protestato per maggiori diritti civili ed economici). Questi esempi sono significativi per spiegare come il potere tribale possa incidere nella gestione dello stato e che non pu essere trascurato. Fino a questo momento si parlato di paesi in cui i rapporti clanici hanno favorito la stabilizzazione dello stato. Ma la caratteristica principale quella di disgregare.

Yemen: un paese molto povero e desertico e la parte pi ricca dove ci sono pi precipitazioni. Si parla di tribalit di partito (persistono strutture clanicotribali che condizionano la vita politica rendendo conflittuale il rapporto tra potere e forze locali). Saleh ha governato avendo fondato un alleanza forte nel nord ma non riuscendo nel sud dove ci sono molte divisioni. lunico paese della zona che ha una repubblica ma non riesce a mantenere il potere centrale per un forte contrasto tribale (si discute se uno stato islamico possa essere democratico e repubblicano in quanto secondo alcuni considerano lislam antidemocratico: ma questo non vero in quanto presente una forte societ civile che non rinnega la religione. Lo Yemen, dal punto di vista geografico, si pu dividere in quattro regioni principali: le pianure costiere ad occidente, gli altipiani occidentali, quelli centrali e il deserto del Rub' al-Khali ad est. Non riesce a trovare stabilit lo Yemen. Dopo anni di guerra civile che ha afflitto il Nord del Paese prima della riunificazione del 1990, i combattimenti tra le forze secessioniste e il governo centrale sono ancora durissimi. Fino al 1990 esistono due Yemen: la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, lImpero Ottomano va in frantumi. I turchi abbandonano lo Yemen settentrionale, nelle loro mani da oltre tre secoli. Il Paese governato da un nuovo re, l''imam Yahya. La Gran Bretagna mantiene il protettorato su Aden, occupata dal 1839. Nel 1945 lo Yemen del Nord tra i fondatori della Lega araba e, due anni dopo, entra nell''Onu. Nello Yemen del Nord, nel 1962 un colpo di stato dell''esercito capeggiato dal colonnello Abdullah al-Sallal (appoggiato da lEgitto di Nasser e lUrss) spodesta l''imam Muhammad al-Badr (era appoggiato dallArabia Saudita) e proclama la Repubblica araba dello Yemen (Ray). Le forze fedeli al figlio dell''imam, sostenute da Gran Bretagna e Arabia Saudita scatenano la guerriglia contro il nuovo governo appoggiato dall''Egitto e dall''Unione Sovietica. Aumentano gli scontri tra Yemen e Protettorato di Aden a causa dei confini. La guerra civile ritarda lo sviluppo del Paese: ancora nel 1960 non ci sono strade asfaltate la situazione sanitaria terribile. Si arriver poi nel 1990 alla riunificazione ma nella sua storia lo Yemen stato attraversato da guerre delegate. Lo Yemen un paese diviso tra Sanaa (capitale) e Aden (sulla costa sud: si affaccia sul golfo omonimo): uno scontro tra nord tradizionalista e sud con un percorso storico diverso. Lunificazione nel 1990 di Ali Saleh dovuta a compromessi con le varie trib alle quali dovette riconoscere varie posizioni nellesercito, servizi di sicurezza e apparato amministrativo. Ma i dissidi rimangono perch i principali capi trib nelle zone periferiche non riconoscono il potere di Saleh: qua sta la contraddizione in quanto tutto il sistema ruota intorno ai legami tribali ma allo stesso tempo la causa primaria di precariet. Questo va anche integrato per le ingerenze delle potenze straniere come Arabia Saudita ed Egitto durante la storia dello Yemen a partire dalla rivoluzione del 1962: lo Yemen ricopre una posizione strategica ed ambita in quanto controlla lo stretto di Beb el Mandeb (collega il golfo di aden con il mar rosso: il canale di suez). LArabia Saudita ha sempre cercato di estendere la propria influenza politico-economico sullo Yemen ma dopo lunificazione del 1990 sempre meno riuscita nellintento (vedi dopo): adesso cerca dei appoggiare sempre di pi il regime di Saleh contro i rivoluzionari (soprattutto contro i zaiditi sciiti: infatti lIran vorrebbe accerchiare lArabia Saudita destabilizzando il potere).

Lunificazione per, come detto, non ha dato a questo Stato del Golfo Persico una pacificazione interna. Permangono infatti fortissime divisioni. Il Nord ancora preda della ribellione del gruppo degli Zaiditi (ramo dello sciismo), eredi della monarchia Mutawakkilite, mentre il resto del Paese divenuto territorio dei militanti di al-Qaeda. Difatti nonostante la presenza di un movimento organizzato che guida la ribellione delle popolazioni del Sud, il Southern Mobility Movement (SMM), al-Qaeda sta cavalcando le velleit secessionistiche di queste trib da sempre restie a farsi governare sia dal governo centrale che da suoi sponsor come Ryiadh. Dalla met degli anni 90 sono state numerose le rivolte delle popolazioni del Sud, soprattutto nelle regioni di Lahij, di al-Dhale, di Abyan e di Hadramawt. Recentemente, in una offensiva delle forze governative nel nord, sono stati uccisi oltre 100 ribelli sciiti. Il governo yemenita ha accusato direttamente lIran di finanziare e armare i rivoltosi, mentre i miliziani hanno invece attaccato lArabia Saudita per il sostegno che garantisce al Presidente Saleh. Lo Yemen risulta pertanto la nuova frontiera del confronto indiretto tra Iran e Arabia Saudita. LIran, attraverso la popolazione sciita locale (zaiditi), cercherebbe di allargare la sua influenza nel Golfo Persico favorendo un clima di instabilit regionale. LArabia Saudita, al contrario, sostiene il governo centrale sia in un ottica economica sia per contrastare i militanti di al-Qaeda autori, per parlare solamente dei fatti recenti, del fallito attentato al Principe Mohamed bin Nayef, Ministro dellInterno e responsabile dellantiterrorismo. Libano, Yemen e la questione nucleare (anche Ryiadh ha infatti annunciato un piano di sviluppo del nucleare per scopi civili), sembrano quindi i campi di confronto principali tra la wahabita e monarchica Arabia Saudita e lo sciita e rivoluzionario Iran. La densit della popolazione dello Yemen concentrata a ovest dove c pi acqua. Il fatto che la comunit internazionale non interviene nonostante si potrebbe per la giustificazione di Al quaeida: questo spiegato proprio per gli interessi che potrebbe avere: un territorio non facilmente controllabile ed povero (preferisce non spendere risorse se poi non ne ricava niente: la teoria del picco: una risorsa diventa utile, estraibile, quando il suo costo di estrazione inferiore al suo ricavo nella vendita: questo non il caso). Le debolezze sono emerse con la primavera araba ed Al quaeida (con la sua filiale Aqpa) riuscita a subentrare nella popolazione, spesso povera e analfabeta (nelle zone remote), anche perch laiuta attraverso dei finanziamenti. Saleh fuggito in Arabia Saudita dopo che il palazzo stato preso di mira ma tornato dopo il cessate il fuoco. riuscito a controllare le trib del nord ma poi a causa di dissensi interni si rotta la nuova alleanza: simile a Gheddafi in quanto anche lui dovette mettere insieme le varie trib con la differenza che in Libia ci sono solo sunniti. ravvisabile anche il fenomeno dei sequestri: questo serve alle trib emarginate dal potere di mettere pressioni al governo centrale per ottenere concessioni territoriali e politiche.

Somalia: lorigine della fragilit dello stato in Africa pu essere ricondotta al percorso storico e alleredit della colonizzazione: molte guerre in corso sono in parte dovute ai confini rigidi imposti dai colonizzatori (senza considerare le divisioni tribali e i valori che quelle popolazioni attribuiscono alla terra). Allinterno delle diverse etnie si possono ravvisare diverse trib e clan che complicano la situazione. Queste componenti non sono state considerate alla base della costruzione dei nuovi stati post-coloniali formando varie guerre: il fallimento degli stati africani dovuto principalmente alla mancata inclusione delle logiche tribali nella gestione del potere. Ma non avvenuto in tutti i paesi: in Botswana e in Ghana nellhouse of chief sono presenti tutti i capi trib per prendere le decisioni pi importanti. Per nella gran parte dei paesi lapparato clanico fondamentale per i giochi politici e fra questi salta allocchio la Somalia: dal punto di vista etnico, linguistico e religioso c una certa omogeneit, ma da un punto di vista clanico, le aree di confine tra Kenya, Etisia e Somalia sono territori piuttosto complessi. Se vero che queste zone sono abitate per lo pi da clan Darod, anni di lacerazioni e di scontri hanno prodotto cambiamenti consistenti sia nelle strutture sociali dei territori somali sia all'interno dei gruppi stanziati oltreconfine. Oltre ai clan Darod sono presenti anche Hawiye, i dir, i Rahanweyn e diversi gruppi che gli stessi somali definiscono minoranze, come i

Bajuni e i Bantu (o Jareer), i quali sono stati tra quelli pi colpiti dal conflitto civile.: non ci sono solo clan ma anche sottoclan. Ad esempio due dei maggiori clan, Hawiye e Darod, a loro volta si scindono nei sottoclan e fra questi stessi sorgono dei conflitti (conflitti interclanici). Unaltra caratteristica dei clan la loro territorialit: dir al confine tra somaliland e Gibuti, isaak nel somaliland, darod nel puntland e nellogaden (regione contesa tra Etiopia e Somalia), hawaiye presenti nella Somalia del centro-sud. Le divisioni claniche vanno ravvisate anche per il diverso percorso storico delle varie zone: la parte nord-occidentale del Somiland sotto la Gran Bretagna fino a 1960 diversa rispetto alla somalia italiana di Mogadiscio e Baidoa. La forza clanica in Somalia sta nel fatto che gli individui non si identificano con lo stato o un etnia ma con il clan di appartenenza: la nazione si indebolisce. Quando nel 1969 Siad Barre prese il potere si cerc di ricucire i rapporti tra clan usando a volte la forza. Allinizio degli anni ottanta aveva cercato con il compromesso e a volte lo scontro dei clan ancora ostili (tecnica utilizzata da Tito) La caduta del regime di Siad Barre nel 1991 ha prodotto un rimescolamento della conformazione clanica in diverse regioni: la caduta di regime ha accentuato le differenze e le diffienze. Nello stesso anno il Somaliland si diviso (secessione); negli anni successivi anche altre regioni si sono proclamate indipendenti (tutte come il Somaliland (si considera una repubblica) senza riconoscimento internazionale): il Puntland, il Maakhir, il Galguud, il Northland: La grande somalia andava sfaldandosi. Prendendo in considerazione il Somaliland allinterno di questa sono presenti gli isaak in prevalenza e spiega la relativa stabilit. A differenza il Maakhir e il Northland (entrambi contesi da Somaliland e Puntland) vedono diversi clan e sottoclan dei darod: le guerre sono frequenti. A differenza degli altri stati africani dove il principale punto di destabilizzazione letnia, in Somalia c ununica etnia ma i clan causano la mancata stabilit. Nemmeno lOnu riuscito ad arginare le guerre: lUNITAF (sostituiva UNOSOM I) sotto controllo Usa aveva lo scopo di migliorare la situazione politica e di arginare i problemi di carestia: la guerra ristoppi a causa della contesa di due sottoclan degli Hawiye (abgal: di citt, guidati da Ali Mahdi; haber: di campagna, guidati da Farah Ayiid): distrussero Mogadiscio. La missione partita nel 1992 incontr lopposizione dei signori della guerra e nel 1994 dovettero ritirarsi e fu sostituita da UNOSOM II che si arrese nel 1995. La complessit clanica lascia terreno facile alle corti islamiche, ai pirati e ai movimenti integralisti. Le corti islamiche (sconfitte nel 2006) sono nate per fattori clanici: sono una risposta alla forte insoddisfazione della popolazione nei confronti dei signori della guerra responsabili della generale instabilit. A queste violenze le corti nominano giudici dai singoli clan per garantire lordine pubblico: scelta determinante per la loro affermazione. Sono riuscite anche a ricucire i rapporti tra i sotoclan hawaiye (abgal e haber): ma sono state eliminate dai clan che erano stati esclusi e dal forte isolamento internazionale (nel 2006 lEtiopia, appoggiata dagli Usa, intervenuta militarmente occupando Mogadiscio per evitare lespansione islamica nellOgaden. Questa regione dal 1977 al centro dellirredentismo somalo e vede una forte presenza darod di origine somala: venne annessa all'Etiopia durante il regno di Menelik II nel 1897. Con la creazione dell'Africa Orientale Italiana in seguito alla guerra d'Etiopia l'Ogaden venne annesso alla Somalia italiana. Con la fine della seconda guerra mondiale ritorn all'Etiopia).

Il terrorismo si sta espandendo in Somalia con molta facilit ma da escludere che tutto il movimento delle corti appartenga ad al-qaeida (scusa utilizzata dagli Usa per appoggiare lEtiopia). In Somalia a partire dagli anni ottanta c stata una forte influenza di radicalismo (dallArabia Saudita, Sudan ed Egitto) ma non si pu identificare il terrorismo con il radicalismo: va inoltre detto che ci sono diverse sfumature da prendere in considerazione come la distinzione tra terrorismo politico (territorializzato) e quello transnazionale dovuto alla globalizzazione (deterritorializzato). Il primo interno legato alla pretesa di una maggiore partecipazione al potere; il secondo dovuto al processo di globalizzazione che dovuto alla reazione identitaria prodotta da questo processo: infatti si rifanno allIslam per contrapporsi allinvasione di valori occidentali. un errore dire che le corti sono terroristiche: infatti al suo sfaldamento ci furono due gruppi uno che venne appoggiato dagli Usa e un altro che si rifaceva ad al-qaida come al-shabab (giovani) Al-Shabaab che un gruppo insurrezionale islamista attivo in Somalia. Il gruppo si sviluppato a seguito alla sconfitta dell'Unione delle Corti Islamiche (UCI) ad opera del Governo Federale di Transizione (GFT) e dei suoi sostenitori, in primo luogo i militari dell'Etiopia, durante la guerra in Somalia.no degli obiettivi primari del gruppo la istituzione della regola della shari'a come legge delle stato somalo; altri fini sono la cacciata dei soldati stranieri dalla Somalia e il rovesciamento del Governo Federale di Transizione (GFT). Quindi si forma un quadro dove da un lato ci sono i clan, da un altro la contrapposizione tra corti islamiche e gruppi terroristici (che prima erano allinterno dello stesso gruppo): ma nel corso del tempo il terrorismo potrebbe trovare via facile grazie a questo chaos ma potrebbe anche trovare ostacoli nella sua espansione proprio per i clan: in poche parole sono i clan che decidono dove tira il vento. Adesso i vari clan trovano i finanziamenti grazie al commercio di droga ed armi e alla pirateria nel golfo di Aden: anche la pirateria una diretta conseguenza della fragilit del potere centrale che deriva dalla frammentazione clanica. La Somalia come lo Yemen in posizione strategica in quanto sono posizionati lungo lo stretto di beb el manded che congiunge il Mar Rosso, il Golfo di Aden e lo stesso Oceano Indiano. La pirateria tende pi ad attaccare la parte di mare pi vicina alle coste yemenite e questo spiega linstabilit dello Yemen che non permette un intervento della comunit internazionale: sono zone dove ogni anno transita il 30% del petrolio mondiale (questo ha aumentato anche il peso politico di un paese come il Gibuti: diventa indipendente nel 1977 ed stata lultima colonia francese in Africa; dopo lindipendenza ha visto un grande squilibrio interno soprattutto per lingerenza di Usa e Francia. Poi diventato un paese dove porre basi logistiche contro la pirateria, in particolare camp lemonier). La pirateria risulta soprattutto nelle zone del Puntland e Galguduud e in alcune citt costiere come Eyl e Hobyo. In particolare i pirati hanno trovato terreno facile nel Galguud (tra Puntland e sud della Somalia) perch appoggiati dai clan locali dopo essere stati cacciati dalle corti da Mogadiscio. La comunit internazionale intervenuta ma nel lungo tempo potrebbe non avere risultati in quanto non combattono i pirati sulla terraferma: e nel lungo tempo mantenere navi pattuglie potrebbe portare solo ad un aumento dei costi. uno stato che mette in bilico anche quelli vicini proprio per il fatto che i clan non sono presenti solo in Somalia ma si dividono tra lEtiopia, Eritrea, Gibuti e Kenya: inoltre anche la stessa al-qaida trova difficolt per lo strapotere dei clan.

uno stato che dipende dagli aiuti e interventi internazionali. Nella Somalia meridionale proseguono gli scontri tra l'esercito keniano e le milizie fedeli ad al-Shabaab. L'Operazione "Linda Nchi" (protezione della nazione) partita ufficialmente il 15 ottobre scorso, quando le autorit di Nairobi hanno ammesso di essere penetrate in territorio somalo con l'obiettivo di debellare la presenza Shabaab nelle regioni del Basso Giuba e del Gedo per porre in sicurezza il confine somalo-keniano. Le motivazioni che hanno spinto la Francia a un appoggio cos incondizionato all'operazione militare sono ormai note. Pi che l'ondata di rapimenti a scopo estorsivo verificatisi nellarea ai danni di cittadini francesi, a preoccupare Parigi sono soprattutto i rischi per gli ingenti investimenti allocati nell'arcipelago di Lamu. Il 21 settembre scorso la multinazionale Total annunciava l'acquisizione di un pacchetto di azioni (pari a un totale del 40%) in cinque blocchi di esplorazione offshore nel bacino di Lamu. La Total presente in Kenya dal 1955, ma la recente scoperta di cospicui giacimenti petroliferi offshore in Mozambico e in Tanzania ha reso i diritti di esplorazione keniani particolarmente ambiti, come ha dichiarato Marc Blaizot, vicepresidente per il settore esplorazioni della multinazionale francese.

Afghanistan: il vuoto di potere dopo la dissoluzione dellUrss ha accentuato le debolezze interne dei paesi dellAsia centrale: soprattutto la competizione delle potenze straniere per contendersi le risorse energetiche del mar caspio ha portato a scenari controversi. Sono frammentati etnicamente e questo stato favorito dal potere centrale russo e dal fatto che i russi si sono trasferiti in questi paesi formando delle spaccature: questa eterogeneit stata voluta dalla Russia per mantenere un migliore controllo sui territori. Un caso a parte lAfghanistan che ha visto solo una parentesi di contatto con la Russia (Dal 1979 al 1989). Non ci sono lotte etniche in quanto praticamente omogenea (a parte la divisione tra pashtun e tagiki), ma ci sono lotte tribali: allinterno di ogni etnia quindi sono presenti altre trib e fra queste (oltre che fra tagiki e pashtun) ci sono scontri per il controllo del potere. Densit: 43 abitanti per km Composta da afgani e pashtun (42%),e tagiki (27%),e hazara (9%),e uzbeki (9%), aimak(4%),e turkmeni(3%), baluchi (2%) e altri(4%). La religione musulmana sunnita 80% ma sono presenti minoranze di osservanza sciita 20% nel centro del paese e, a ovest, a ridosso del confine con l'Iran: questo aumenta le divisioni ma la eterogeneit tribale che caratterizza la frammentazione. Le lingue ufficiali sono il dari e il pashto.

LAfghanistan ha una posizione molto strategica: vicino al medioriente e allIran ( fondamentale avere basi in Afghanistan per contrastare lIran: contenimento). Inoltre serve ad avere pi contatti con la popolazione uygura dello Xinjiang che si oppone al potere centrale cinese: per destabilizzare la Cina. Ha una posizione assoluta che permette di dire che essendo al centro dellAsia fondamentale nella politica del continente (gli Usa hanno attaccato per avere predominio in Asia): da cerniera tra medioriente e subcontinente indiano. Anche se sono stati scoperti giacimenti minerari, la sua importanza non per le risorse (una delle economie pi povere al mondo). Inoltre risulta molto importante per il fatto che molte pipeline potrebbero passare sul suo territorio e quindi isolare sempre di pi la Russia. Le lotte tribali in Afghanistan fanno si che diventa un territorio difficile da controllare: le montagne rendono difficili le comunicazioni e dividono le trib che nascono per lisolamento geografico (anche nello Yemen e Libia. Il nodo dellHindukush costituisce un primo ostacolo naturale che ha favorito una chiusura verso lesterno e una divisione interna tra etnie, trib e clan. Si deve anche dire che spesso sono trib nomadi e questo spiega come non ci sia un legame con il territorio, indispensabile per formare unidentit nazionale). Sono quasi tutti Pashtun (etnia) ma essendo divisi si formano delle trib allinterno: per mantenere la pace, lISAF deve cercare di trovare accordi con i singoli capi trib e non solo con il governo centrale. Gli scontri delle trib nascono soprattutto per i commerci illegali di droga ed armi e per il loro controllo. Lo spirito tribale la rovina della coscienza nazionale cos come lidentit familiare (clanica) divide lo spirito tribale. Non c mai stato un governo anche se attraverso alleanze c stata in parte della stabilit. Quello che ha provato pi a portare stabilit stata lassemblea dei capi tribali afgani (loya jirga: gran consiglio) che assume pi importanza del parlamento ed una grande assemblea del popolo afghano, originariamente aperta solo ai gruppi pashtun, ma che poi ha incluso anche le altre etnie come i tagiki: ha legittimato il potere di Karzai. LArabia Saudita ha grande interesse per lAfghanistan perch sannita: vuole un appoggio contro lIran sciita. Il Pakistan appoggia i talebani per controllare lAfghanistan. I talebani, dopo una sanguinosa guerra civile che li ha visti prevalere su Tagiki ed Uzbeki, hanno governato su gran parte dell'Afghanistan (escluse le regioni pi a occidente e a settentrione) dal 1996 al 2001, ricevendo un riconoscimento diplomatico solo da parte di tre nazioni: Emirati Arabi Uniti, Pakistan e Arabia Saudita. Bisogna annotare le divisioni principalmente etniche tra pashtun e tagiki: i primi sono presenti in maggioranza nel centro sud, mentre i secondi al nord; ma lulteriore problema sorge per il fatto che alcuni clan pashtun sono presenti in altre zone del paese (a esclusione del nord) e cos anche dei tagiki: questo accentua il carattere disgregatore e le lotte interne. I clan pashtun che hanno fatto la storia del paese sono i Mohammadzi e i Popalzay. Nelle elezioni recenti i talebani (pashtun) hanno cercato di invalidarle in quelle zone dove non avevano un forte sostegno elettore al contrario di quelle zone dove la vittoria era certa (facendo vincere il pashtun Karzai). Queste strategie di eliminazione delle opposizioni possono essere viste anche con luccisione di Massoud (un forte oppositore tagiko al regime talebano che fu assassinato in un attentato suicida il 9 settembre 2001 da due arabi che si fingevano giornalisti di una emittente marocchina. La bomba era nascosta nella telecamera. Due giorni dopo, l'11 settembre, gli eventi di New York determineranno il diretto

intervento degli Stati Uniti. Nel 2002 venne candidato postumo al Premio Nobel per la pace ed al Premio Sacharov, istituito dal Parlamento europeo per coloro che si distinguono nel campo della lotta per dei diritti dell'uomo. Nello stesso anno, il 25 aprile, Ahmad Shah Massoud stato proclamato ufficialmente eroe nazionale). Un'altra figura chiave nel riunire i tagiki di Massoud e il resto dellAfghanistan stato Rabbani che fu eletto Presidente della Repubblica Islamica dell'Afghanistan per il periodo 1992-1996, per diventare poi Presidente del governo provvisorio dello Stato islamico dell'Afghanistan nel 2001; ma cadde vittima a Kabul di un attentato al plastico, prima di poter contribuire in modo pi concreto alla pacificazione del suo Paese (durante una riunione dei capi trib un paio di loro si erano nascosti sotto il turbante dellesplosivo). Dal punto di vista tribale gli hazara (sciiti) giocano un ruolo fondamentale in quanto hanno una forte appartenenza tribale (questo non permette allIran di controllarli). Le divisioni tra etnie (principale tra pashtun e tagiki) e poi quelle fra trib e clan hanno reso difficile comunicare con un capo centrale: infatti con la missione enduring freedom (nel 2001 dopo linvasione Usa che considera i talebani i maggiori sostenitori di Bin Laden e, quindi, di Al-qaida) anche se ci sono successi nelleliminare parte dellorganizzazione, non ci sono stati sul fronte della pacificazione interna (anche per la difficolt nel mettere daccordo e comunicare con i diversi capi trib). Gi la Gran Bretagna rinunci nel 1800 al controllo diretto del territorio assicurandosi il sostegno delle diverse fazioni; lUrss invece prov una politica di assoggettamento cercando di smantellare le istituzioni tribali e religiosei: il risultato fu linimicarsi sopratttutto delle gerarchie islamiche che si riunirono sotto i mujahdin. Infatti prima della guerra scoppiata nel 1979, lUrss impose come presidente Taraki che attu una politica socialista e modernizzatrice (abolita la decima a favore del latifondo, riforma agraria, concessione di voto alla donna, smantellamento delle istituzioni tribali e religiose, alfabetizzazione e scolarizzazione forzata (anche verso la donna): lerrore fu quello di cercare di assoggettare ed eliminare le trib, non di farle partecipare. I mujahidin e i talebani (affermati sempre di pi con la guerra contro lUrss, 1979) furono inizialmente sostenuti dagli Usa finanziariamente e logisticamente: oggi rappresentano il suo principale avversario in Afghanistan e Pakistan (che apparentemente sembra contrastarli: inizialmente, contro i russi, li appoggi con i servizi segreti ISI per poi servirsene nel Kashmir contro lIndia e avere una maggiore influenza in Asia centrale) dove si sono rifugiati principalmente nel Balucistan. Inoltre va considerato che i talebani non sono tutti appartenenti ad al-qaida e qua risalta la posizione ambigua del Pakistan: nel Waziristan li contrasta (vicino allAfghanistan) considerandoli appartenenti ad al-qaida; nel sud pi flessibile. Quanto detto prima porta a distinguere i talebani da al-qaida: il primo gruppo (taliban sta per studente delle scuole craniche) un movimento che dal 1996 riuscito a prendere il potere e riesce a rimanere in piedi grazie agli aiuti sauditi e del vicino Pakistan (dove ci sono numerosi pashtun che letnia che comprende anche i talebani); il secondo un gruppo di terrorismo a livello globale che si instaura in diversi posti (come ad esempio nella parte povera dello Yemen e in Somalia). Quindi i talebani risultano pi facilmente controllabili in quanto localizzabili e appartenenti alla stessa radice (pashtun), cosa che non avviene con al qaida che comprende etnie e gruppi diversi (vedere la Somalia per distinguere il terrorismo globale di al-qaida da quello

nazionale di alcuni gruppi che potrebbero essere i talebani e le corti islamiche (ma queste sono opinioni di alcuni: infatti generalizzare e dire che tutti questi gruppi sono totalmente terroristi un errore. Ad esempio nelle corti il gruppo degli shabab potrebbe essere considerato quello terroristico). Laffermazione politica, tra alcune trib pashtun, del movimento talebano e lincremento della produzione di oppiacei sono senza dubbio gli effetti pi significativi del fallimento dello stato afgano e sono fenomeni riconducibili a quei territori totalmente autonomi governati da capi trib che sono posti al confine con il Pakistan. Ad esempio nel Balucistan e Waziristan possono essere individuate le basi del terrorismo internazionale a cui offerta ampia protezione: la regione montagnosa di tora bora vera roccaforte talebana. Questo ha fatto si che il Pakistan stesso non riesce a controllare queste zone e cerca di contrastare il potere tribale. La difficolt del controllo di un gruppo implica la difficolt dello stato di controllare il territorio su cui il gruppo risiede: questo accentua il commercio delloppio che trova terreno facile in quanto senza controllo (lo stato diventa un narco-stato). Lo stesso accade in America Latina dove la produzione principale diventata loppio che non necessita una grande manutenzione e permette grandi guadagni: questo provoca problemi strutturali nel paese perch viene abbandonata lagricoltura di produzioni essenziali a favore dei soldi facili ricavati dalloppio. Per tutto questo oltre a non produrre generi alimentari blocca il pil del paese: il commercio illegale e lo stato non ne ricava niente. La necessit di smantellare il traffico di droga internazionale assume una valenza politica: se non si distruggono i feudi delloppio non si distrugger mai le basi del terrorismo.

Nel trialismo afgano e yemenita, nella composizione clanica della Somalia sono evidenti le maggiori contraddizioni della globalizzazione. Infatti, opponendosi a ogni forma di omologazione e mantenendo attivo il particolarismo locale come baluardo della propria identit, queste realt sono lemblema stesso del rifiuto verso le trasformazioni indotte dal sistema globale (globalizzazione). Il sistema clanico-tribale rappresenta uno scudo contro le minacce del globale. Queste

realt locali, anche se meno propense al cambiamento, subiscono inevitabilmente gli effetti della globalizzazione. Ad esempio i pirati somali attuano strategie teconologicamente sempre pi avanzate: questo va ricollegato al fatto che sempre pi flussi di risorse passano vicino alla Somalia in quanto si accentua la precariet dellequilibrio globale (i paesi hanno bisogno di risorse). Anche i talebani devono sottostare ai prezzi del mercato globale delloppio: questo ha un effetto diretto sul potere politico interno. Anche il terrorismo internazionale assume rilevanza globale in quanto proprio per opporsi alla globalizzazione che si rafforza: trova appoggio sempre pi dalle popolazioni che necessitano denaro in quanto intorno al movimento girano molti soldi. Globale e tribale diventano facce della stessa medaglia: la globalizzazione riduce le distanze colmando il distacco tra tali dinamiche.

Urbanizzazione ed economia globalizzata Leconomia muove la politica: nel passato cerano grandi stati che costituivano il centro delleconomia intorno al quale ruotavano i paesi semi-periferici (Cina, India e paesi comunisti), cerano poi i paesi periferici che erano marginali ma essenziali nel rifornire gli altri due gruppi di risorse: si realizzava uno scambio ineguale. Questo avveniva fino ai primi anni del 1990 ma poi questo sistema centralizzato ha cambiato il suo aspetto: non pi centro, semiperiferia e periferia. Gli attori si sono moltiplicati: da 3 centri si passati a pi centri in cui ciascun cerchio costituito da una rete pi articolata. Ad esempio se prima alcune risorse erano controllate da alcune multinazionali poi queste si sono moltiplicate: le multinazionali hanno internazionalizzato il commercio di risorse moltiplicando i centri di produzione e di estrazione. Questo non va a vantaggio della democrazia: se prima cera una multinazionale che controllava le risorse,

adesso ce ne sono molte che necessitano un moltiplicarsi di attori: si moltiplicata la rete che indebolisce la democrazia. Allinizio del 1900 la terra era abitata da quasi due miliardi di persone, agli inizi del 2000 la popolazione salita oltre i 6 miliardi di persone. Nel 2050 gli esperti dicono che ci saranno dieci miliardi di persone: questo aumento ha causato una forte urbanizzazione e consumo delle risorse. La popolazione urbana (quella residente in centri con almeno 5 mila abitanti) ai primi del novecento era solo un decimo di quella mondiale (in prevalenza in Europa ed in Usa). Nel 1950 la quota arriva al 30%. Adesso quella urbana uguaglia quella rurale: per la prima volta la popolazione urbana della terra superer numericamente quella rurale. Secondo stime delle Nazioni unite delle 25 metropoli con oltre 25 milione di abitanti, 18 saranno nel terzo mondo. Nel 1950 le citt con una popolazione superiore al milione di abitanti erano 86, oggi sono 400 e nel 2015 almeno 550: in poche parole le citt hanno assorbito i due terzi dellesplosione demografica. I dati indicano come nel 2030 lo sviluppo urbano riguarder soprattutto il continente africano ed asiatico: maggiore popolazione urbana significa maggiore pressione su sistemi locali che richiedono a loro volta pi risorse e infrastrutture. Se nelle regioni metropolitane dei paesi poveri convergono grandi masse di popolazione prevalentemente alla ricerca di opportunit per sopravvivere, le citt dei paesi sviluppati attirano individui in quanto luoghi deputati allinnovazione: nelleconomia globale le citt povere vengono escluse da ogni forma di transazione internazionale: le metropoli dei paesi sviluppati e quelle in via di sviluppo rappresentano la metafora dello sviluppo e del sottosviluppo. Dal punto di vista demografico la crescita dimensionale di queste citt scaturita dallabbandono delle campagne: unattrazione urbana frutto non soltanto del richiamo esercitato dalla possibilit di lavoro e dalla presenza di servizi sociali di base ma anche dai programmi di aiuto messi in atto dalle organizzazioni internazionali che si sono concentrate nelle citt. A differenza delle citt sviluppate, dove sta avvenendo un processo di controurbanizzazione e riurbanizzazione cosciente (a favore dellambiente), in quelle in via di sviluppo le citt espandono le periferie e lillegalit (avviene una crescita incontrollata delle citt attraverso le periferie degradate). Inoltre le citt dei paesi in via di sviluppo accumulano la gran parte della popolazione dello stato: Il Cairo con i suoi 27 milioni di abitanti raggruppa il 41% della popolazione egiziana e il 15% di tutta quella africana. Pur rimanendo il 65% della popolazione rurale, il continente africano accoglie 66 citt con oltre 1 milione di abitanti. Per bisogna registrare (stime dellOnu: la maggior parte della popolazione vive negli slums: 90% Yaound, 80% Lagos e Addis Abeba, 65% Bamako e Kinshasa) che i quartieri marginali rappresentano la gran parte delle zone abitate: sono un terreno di transizione tra il mondo rurale e quello urbano. La citt la prima a risentire degli effetti della globalizzazione che aumenta i gap tra periferia (slumizzazione: processo che porta molte persone a vivere nelle periferie) e centro citt: comporta conflitti sociali che sfociano in manifestazioni ed anche rivolte. La citt diventa anche il simbolo, oltre che dalla globalizzazione, anche dell occidente: infatti gli attacchi alle torri gemelle, alla sstazione ferroviaria di Madrid-Atocha e della metropolitana di Londra lo testimoniano (colpire i punti nevralgici).

LIndia rappresenta un esempio di contraddizione tra le punte ipermoderne del capitalismo e la miseria delle baracche. Le migrazioni campagna-citt si innestano su un elevatissimo tasso di natalit che testimonia il fallimento delle politiche di controllo della nascita attuate a partire dal 1951 (piano quinquennale: nel 1971 si vide il fallimento in quanto il tasso di incremento della popolazione cresceva del 2,3% allanno): le citt indiane fanno aumentare il pil nazionale annuo del 7% e sono seconde solamente a Shangai. Ma rimangono contraddizioni legate al fatto che lo sviluppo del paese non va di pari passo con il miglioramento delle condizioni della popolazione pi povera, mentre le lite accrescono la loro ricchezza (da considerare che un magante indiano ha fatto costruire a Mumbai una casa che vale 1 miliardo di dollari, con il valore pi alto in tutto il mondo). In Cina si rilevano problemi legati a politiche dirette a produrre rapidi processi di urbanizzazione e, al contrario, massicci esodi verso le campagne: questo ha prodotto un notevole squilibrio fra la terra arabile (23%) e contadini (si pensa che nel 1950 cerano 186 milioni di contadini distribuiti su 110 milioni di ettari di terra arabile. Nel 2000 erano 470 milioni su 95 milioni di ettari). Anche il progressivo invecchiamento rende la Cina debole in quanto deve affrontare problemi che ancora non ha affrontato: problematiche socio-economiche, previdenziali e sanitarie. La Cina sta attuando una seconda fase di urbanizzazione tendente a ad avere un urbanizzazione bilanciata regionale in modo da attuare un processo di cinesizzazione volto ad omogenizzare le regioni meno abitate: serve anche a placare le forze centrifughe che mettono in pericolo il potere centrale. Risorse per la citt Lesodo rurale la principale cause di urbanizzazione ed causato dal fatto che molti sono costretti a scappare perch i sistemi agrari non consentono la pratica dellagricoltura di sussistenza: dovuto a fallimento dei meccanismi di regolamentazione dei mercati: le multinazionali hanno pi potere degli stati. Neanche le politiche di aiuto esterne dei paesi pi ricchi hanno contribuito a limitare lesodo. Il modello dominante diventati quello dellagricoltura di mercato (da ricordare che esistono 4 tipi: agricoltura di sussistenza, ancora in molti paesi dellAfrica centrale, nellAsia tropicale e sugli altopiani indocinesi: dedica pi di due terzi allautoconsumo. Agricoltura di mercato, diffusa negli Usa e paesi anglofoni compresa lArgentina: il coltivatore commercializza pi di un terzo del prodotto e del terreno coltivato, caratterizzato da specializzazione e motorizzazione. Agricoltura di piantagione, destinata allesportazione dellunico prodotto. Agricoltura collettivista, era presente nei paesi comunisti e lo a Cuba e in alcune zone della Russia: gestione e propriet del terreno sono dellintera comunit). Lagricoltura ha perso il ruolo di maggiore settore produttivo diretto ai beni alimentari ma si trasformata in fornitore di materie prime allindustria alimentare perdendo la sua autonomia: anchessa appare piegata alle logiche delleconomia globalizzata: sono cambiati radicalmente i mezzi e lo scenario agricolo (serre e depositi di macchinari agricoli). La produttivit del settore agricolo non manifesta una crisi (secondo la FAO crescer del 70% entro il 2050) e le crisi alimentari non vanno spiegate con flessioni della produzione ma come il risultato della concomitanza di tre fattori: uno, va considerata la fragilit dei sistemi agricoli dei paesi in via di sviluppo

rispetto alla globalizzazione che subiscono il controllo delle multinazionali. In secondo luogo, perch le stesse multinazionali hanno convertito unalta percentuale di terreni in aree destinate alla produzione di biomasse (soia, mais, canna da zucchero) per la produzione di etanolo: in Brasile si hanno disboscamenti della foresta amazzonica in favore di queste colture dovuto alla crescita di domanda di biodiesel. Infine, lapplicazione diffusa di pratiche per la creazione di ogm (permettono colture resistenti ai fenomeni atmosferici (gli effetti a lungo termine non sono conosciuti: chi si schiera contro perch crede che distruggeranno il sistema agricolo e chi a favore) da una parte permette una maggiore produzione ma dallaltra causa lassoggettamento alle multinazionali chimiche. Il settore primario del terzo mondo ulteriormente messo in crisi dal fatto che i paesi pi ricchi e le multinazionali acquistano terreni off shore: nuovo colonialismo. Questo causa anche un forte dissenso da parte della popolazione locale nonostante gli accordi di affitto prevedono la cessione dei surplus ai mercati locali. Si ha un circolo vizioso: i paesi ricchi accrescono lurbanizzazione facendo diminuire la possibilit di coltivare, questo fa s che ci sia una richiesta di cibo che non pu essere soddisfatti allinterno e cos questi paesi si riversano, comprano terreni off shore, in altri paesi. Si nota come la Cina, non tanto per un fattore di urbanizzazione ma soprattutto per la mancanza di terre coltivabili, abbia concluso contratti di acquisto con la Rep. Democratica del Congo, il Mozambico, lUganda, il Camerun e la Zambia. Il Giappone opera invece in America latina, i paesi ricchi del golfo si riversano in Sudan, Pakistan e Indonesia, Cambogia e Myanmar. Problema idrico mondiale Nonostante che le citt ricoprano solo il 5% della superfice terrestre, sono le pi esposte a fenomeni atmosferici. Shangai ad esempio a rischio cicloni, straripamento del fiume Yangtze e a inondazioni del fiume Azzurro, Bangkok, come sta accadendo, a rischio inondazioni essendo posta tra 1 e1,5 metri sul livello del mare a causa dellinnalzamento del livello delle acque a un ritmo di 40 mm allanno (a questo si aggiunge lo sprofondamento generato dallutilizzo intensivo delle risorse idriche). Lagos rischia, a causa dellerosione delle coste e dellinnalzamento del livello del mare, di essere sommersa per 250 km, Dacca rischia, per il riscaldamento globale, alluvioni (scioglimento ghiacciai himalayani) e esondazioni Brahmaputra. Anche in questi casi i ceti pi poveri ne rimettono perch vivono nelle zone pi facilmente a rischio. La crescita urbana mette a rischio la sostenibilit dello sviluppo umano: lacqua inizia ad essere sempre pi utilizzabile (lago dAral: i suoi 68 mila km sono per il 70% prosciugati che ha fatto emergere depositi di sale che si sparso sul territorio con il vento ed ebbe la sua origine quando lUrss decise di deviare le acque dei due principali fiume tributari, amu dayra e sir dayra, per irrigare le piantagioni di riso e cotone. Si utilizzarono pesticidi che distrusse la fauna ittica. esposto a una forte evaporazione che i fiumi, deviati, non possono compensare. Il Kirzighistan, inoltre, ha sfruttato intensivamente le acque del syr dayra per produrre energia elettrica: lUzbekistan doveva fornire lenergia ma sia per linadempienza del governo sia per la scarsa qualit dei gasdotti non tenne fede al compito). Secondo la Banca Mondiale lurbanizzazione in Africa ha ridotto la disponibilit di acqua potabile del 50%: questo aggravato dalla mancanza di reti fognarie ed idriche, anche se alcune citt (Lagos, Kinshasa, Addis Abeba) sono poste vicino aree ricche di acqua. 3,5 circa muoiono a causa di malattie riconducibili

alla mancanza di acqua e molti esperti dicono che nel 2050 ci saranno 2 miliardi di persone che si troveranno senza acqua. Lacqua pu essere definita una risorsa rinnovabile non sostenibile: un tasso di riproduzione inferiore a quello di utilizzo. La Banca Mondiale, soprattutto per interessi propri, ha finanziato progetti di privatizzazione dellacqua che sembra essere pi efficiente di quella pubblica: per tende ad essere pi cara soprattutto in quei paesi in cui manca. Le multinazionali agiscono soprattutto nel ceto medio disinteressandosi dei ceti pi poveri i quali hanno reagito: a Cochabamba, Bolivia, i campesinos e il pueblo insorsero contro la multinazionale statunitense Betchel (1999). Una legge statale abol il suo controllo sulle risorse idriche cedendole tutte ai privati (anche imprese italiane come Edison-Aem): il prezzo dellacqua aument del 30% (prima guerra dellacqua: i ribelli vinsero costringendo la Betchel a ritirare il suo progetto. Nel 2005 scoppi la seconda guerra dellacqua). Il paradosso che organizzazioni come la FAO si preoccupa dei problemi del pianeta, dallaltro appoggia la privatizzazione in questi campi. Inoltre il problema dellacqua acutizza i divari sociali: in alcune citt sudamericane solo nei quartieri borghesi possibile vedere degli spazi verdi, mentre gli slums subiscono inondazioni ma non possono accedere allacqua: Vandana Shiva parla di mancanza di democrazia dellacqua. Le citt della globalizzazione La rete urbana mondiale con la divisione internazionale del lavoro, i movimenti di merci, i flussi finanziari, la rete di informazioni rappresenta lessenza della stessa globalizzazione.: il fenomeno urbano pu essere visto come linsieme dei nodi di una rete, dove centro e periferia si mescolano. Le citt globali rappresentano il sistema della societ e delleconomia. Ma soprattutto acquistano sempre pi importanza a livello politico: Mosca, Parigi, Londra, New York, Pechino rappresentano il centro dei poteri a livello decisionale. King il primo a utilizzare il termine citt globale attribuendo ai centri urbani un ruolo cardine in relazione alla nuova distribuzione dei flussi di capitale e di informazioni nelleconomia globale. Per lo scrittore, prima erano le citt imperiali centro di imperi coloniali e crocevia di commerci, capitali e informazioni. La Sassen pensa le citt globali come punti direzionali di organizzazione delleconomia globale: localit chiave per la societ dei servizi finanziari e luoghi di produzione ed innovazione. Mette in evidenza come le citt globali (come Londra e New York) si assomiglino pi tra di loro che con lo Stato di appartenenza. Secondo Manuel Castells, sociologo spagnolo, la citt globale risulta essere una rete di nodi urbani, a differenti livelli e con diverse funzioni, che si estende su tutto il pianeta e funge da centro nervoso della nuova economia: il sistema urbano globale una rete, non una piramide e i mutevoli rapporti con questa rete determinano il destino dei cittadini e delle citt. A differenza della Sassen, non esistono citt globali come Londra e New York ma un sistema urbano globale che configura ununica e reticolare citt globale. La caratteristica delle citt globali quella di concedere agli attori locali di potersi connettere a distanza con altre citt globali. Friedman distinse quelle: dominanti (Londra, New York, Tokyo), multinazionali (Francoforte, Singapore, Los Angeles, Amsterdam), nazionali (Milano, Parigi, Madrid, Seul). Le prime hanno anche importanza politica in quanto ospitano le sedi delle principali organizzazioni internazionali. Poi ognuna dei queste va considerata nei loro

sub-settori: infatti Milano se non pu essere collocata come sede di multinazionali, dallaltro la sede mondiale della moda. Bangalore una citt mondiale per i servizi informatici e tecnologici ma non per la finanza. Peter Taylor identifica alcuni caratteri: stabilit politica (Stoccolma) ed economica (Vienna), facilitazioni alle imprese (Singapore), flussi finanziari e di informazione (Londra, New York), presenza di business center (Hong Kong), qualit della vita (Vancouver, Dusseldorf) e della conoscenza. Megalopoli e globalopoli Queste citt si sviluppano indipendentemente dal loro territorio di appartenenza. Hanno in comune alcune caratteristiche che fanno si che si formino: efficienti infrastrutture di trasporto aereo, un sistema avanzato di telecomunicazioni, un eccellente sistema alberghiero, un tessuto residenziale sicuro ed accessibile. La citt globale organizzata per una societ in grado di pagare servizi di alto livello e di spendere in beni di lusso: a Giacarta, Singapore, San Paolo si ritrovano gli stessi prezzi di New York e Londra: la globalizzazione ha portato livelli di sviluppo in posti e in tempi inimmaginabili tempo fa. Si ha anche un effetto negativo: avere una polarizzazione e accentuata divisione tra ricchi e poveri formando due citt nella stessa: accanto alla citt lucente dei grattacieli si stende la citt degli altri (un nordsud interno alle citt). Secondo alcuni studiosi, nel 2050 si avranno fusioni di citt con le megalopoli vicine andando a formare spazi molto estesi e che necessitano maggiori servizi. Nel rapporto Habitat (2009) delle Nazioni Unite si sono identificati 40 corridoi urbani che collegano le principali metropoli (sono immensi bacini di lavoratori che rappresentano il fulcro delleconomia: ne identifica tra Mumbai e Nuova Delhi, tra Nigeria e Ghana identificandolo come la principale via economica dellAfrica, tra San Paolo e Rio de Janeiro). In futuro quindi si potr parlare non pi di megalopoli ma di globalopoli e si andranno a concentrare in Asia e Africa e corrisponderanno grosso modo a citt come Mumbai e Shangai (che per hanno assorbito altre citt). E ci si chiede se le nuove sfide che pongono, possano essere soddisfatte. Agglomerazione: citt che espandendosi raggiunge e ingloba i sobborghi urbani Conurbazione: saldatura tra agglomerati urbani indipendenti Citt allargata: area che comprende una citt abitante e un insieme di abitati vicini Metropoli: citt maggiore di rango intorno alla quale si sviluppano realt urbane indipendenti Regione urbana: area formata da pi nuclei urbani integrata a livello economico Megalopoli: area che comprende pi regioni urbane e molte citt di diverso livello Globalopoli: insieme di metropoli e megalopoli in stretta relazione funzionale e territoriale. Non una citt nel senso proprio ma va intesa rispetto al suo ruolo nellambito territoriale di riferimento: si forma attraverso relazioni grazie anche alla tecnologia nei trasporti. Il rischio della globalopoli che si formi un eccessiva polarizzazione: nel senso che il miglioramento avviene solo nei poli, mentre le citt attraversate dalla direttrice che unisce i poli non si sviluppano.

Trasporti per la rete urbana mondiale La globalizzazione ha portato internet come mezzo principale di comunicazione ma questo non ha srdaicato i principali mezzi di trasporto e comunicazione antichi. Va sottolineato che lesclusione di molti ambiti geografici dalla competizione economica dipende dalla mancanza di connettivit con il resto del mondo. Nel 1800 le megalopoli si sono sviluppate attraverso il sistema di collegamenti marittimi e terrestri, nel 1900 i collegamenti aerei sono stati fondamentali e successivamente i treni ad altra velocit. Senza lo sviluppo delle telecomunicazioni la globalizzazione sarebbe rimasta al suo primo stadio corrispondente al trasporto marittimo (mercantile: rapporto tra colonie e madrepatria, industriale: trasporto di prodotti semilavorati e petrolio). Il secondo livello lo ha raggiunto grazie al traffico marittimo di terzo livello (di container e crescita esponenziale dei trasporti standardizzati: primato dei paesi dellest asiatico come Singapore, Shangai e Hong Kong), alla crescita del traffico aereo e allo sviluppo delle reti ferroviarie. Le reti di trasporto riguardanti autostrade, ferrovie e idrovie permettono lo sviluppo di megalopoli secondarie, mentre il traffico aereo e ferroviario permette lo sviluppo di quelle primarie. Anche per nel caso di citt di secondo livello come Francoforte e Parigi ci sono reti di trasporto notevoli: Parigi non solo collegata a livello interplanetario ma anche a livello continentale (laeroporto Charles de Gaulle, oltre a essere un aeroporto di importanza internazionale e un importante nodo autostradale per la Francia del nord, ha anche al suo interno un importante stazione dellalta velocit che si connette con tutta lEuropa settentrionale). Si possono distinguere quattro fasi di sviluppo e infrastrutturale dei trasporti a partire dagli anni 1950: sviluppo container, sviluppo traffico aereo, alta velocit ferroviaria, trasporto intermodale (utilizzo di combinazioni di diversi mezzi di trasporto: questa la pi importante). Inoltre, secondo Hoover bisogna considerare due variabili: una fissa (costo infrastruttura, mezzi e personale) e una variabile (carburante e tariffe): questa ultima aumenta se aumenta la distanza (infatti pi aumenta la distanza pi carburante si consuma), la prima diminuisce se aumenta la distanza (non tanto diminuisce ma rimane invariabile): quindi si devono calcolare queste variabili e se per esempio il tragitto breve preferibile il trasporto stradale (in quanto ha bassi costi fissi ed alti variabili), mentre il trasporto marittimo preferibile per le lunghe tratte (elevati costi fissi e bassi variabili). Questo un modello fordista che stato superato da quelli post-fordisti in cui si predilige la velocit e la capillarit delle consegne che non sempre il treno e le navi garantiscono (infatti anche a prescindere delle distanze si predilige la strada). Per va detto che il commercio marittimo in alcuni casi obbligatorio, anche se quello aereo aumentato del 200% da qualche anno. Nellambito dei collegamenti intercontinentali il traffico aereo e quello navale si sono organizzati secondo il cosiddetto sistema hub-spoke (mozzo-raggio) che permette maggiori efficienze e quantit superiori di collegamenti rispetto al precedente point to point: le navi giramondo portacontainer percorrono rotte fisse around-world (percorrono gli oceani attraverso punti chiave come lo stretto di Gibilterra, il canale di Suez e quello di Panama) sostando in pochi porti (hub). Qui i carichi vengono spostati su navi pi piccole (feeder: il procedimento chiamato transhipment) impegnate in servizi di shuttle e di distribuzione verso i porti vicini ai mercati di destinazione. Fino agli anni 1980 latlantico era il principale tratto (America del Nord e porti del mare del nord)

poi con lascesa dei paesi asiatici, diventato il Pacifico. Le uniche a resistere sono Rotterdam (capace di restare il principale collettore del mercato europeo occidentale attraverso una efficace pianificazione delle infrastrutture) e Dubai (punto di transhpiment del golfo Persico). Scoppiano delle guerre per i porti: contrattazione tra compagnie e autorit portuali. Alcuni sono strategici come Port Said, non tanto per una crescita di domanda di beni ma per la sua vicinanza al canale di Suez. Anche Malta assume importanza in quanto posta al centro del Mediterraneo ed il principale porto di transhpiment (ma sfavorita in quanto non ha ampi spazi nellentroterra e poche connessioni terrestri). I porti acquistano importanza per la loro posizione geografica (va presa in considerazione). Modello di Weber: dice che ci sono triangoli di localizzazione (localizzazione industriale). Il punto di localizzazione di tutte le rette dei triangoli si colloca l dove il costo dei trasporti costano meno (ad esempio per lacciaio serve il carbone in maggioranza rispetto al ferro e quindi lindustria si posiziona pi vicino i siti di estrazione del carbone per spendere meno sui trasporti). Teoria di Crystaller: si pensava, durante terzo reich, su come omogenizzare la Germania meridionale. Si diede un principio gerarchico: si pensa ad un esaedro e allinterno di questo si formano tutte linee che uniscono gli angoli: dagli incroci delle linee si formano di punti di incontro che determinano le distanze uguali dai punti estremi: si cerca di dare una distribuzione equa delle risorse. Localizzazione: fattore umano che mette le industrie Ubicazione: per natura le risorse si trovano sul terreno Guerra delle risorse Negli anni 1970 quando lUrss cercava di ricavare dai paesi comunisti le risorse di cui necessitava come il grano (in quanto i contadini coltivavano per s perch se avessero coltivato di pi non avrebbero tratto benefici). E cos gli Usa bloccavano le esportazioni di grano imponendolo anche ai suoi alleati in modo tale da mettere in difficolt lUrss: la guerra delle risorse coinvolge pochi paesi ma le risorse rimangono un fattore fondamentale nei giochi politici. Alcuni paesi possono far fronte alla mancanza delle risorse perch ricchi, ma altri paesi (Africa) non possono permettersi lacquisto di risorse e in caso di siccit rischiano gravi crisi alimentari. Succede anche che i paesi pi ricchi e pi scarsi di risorse come la Cina ricorrono allacquisto di terreni fuori dal proprio territorio (land grabbing): causa proteste del popolo in quanto non ricevono benefici dallo stato che sfrutta il loro territorio (perch non vengono utilizzati come forza lavoro e perch non ricevono cibo). Trasporto aereo La relazione tra lo sviluppo delle citt globali e il traffico aereo di tipo circolare. Nonostante una leggera contrazione in seguito agli attentati del 2001 e alla sars nel 2003, il traffico aereo registr dal dopoguerrra un costante incremento: dovuto al sistema hub-spoke (tale modello ha rafforzato la posizione gerarchica di alcune citt globali che stabiliscono una significativa relazione con il proprio aeroporto. Riguarda principalmente le compagnie pi importanti, mentre quelle low cost sviluppano un proprio network tra aeroporti secondari). Per capita che si attribuisce il ruolo di hub a determinate citt (per scelte politihce: Milano al posto di Roma nel 2002) che per hanno effetti negativi. difficile che in uno stesso paese esistano pi di un hub: perch lhub rappresenta la base della compagnia di bandiera (la scelta delluno renderebbe

marginale laltro). Lhub si deve localizzare in posizione baricentrica e con pi di un hub vicino ci sarebbe il rischio di non raggiungere un traffico minimo. Una caratteristica degli hub che devono avere un ottimo apparato infrastrutturale per rendere pi efficace linterconnessione con il territorio regionale e nazionale. Vicino agli hub si sono formati centri direzionali di grande rilievo del terziario che rendono le citt di appartenenza delle business town. I voli low cost stanno acquisendo grande importanza e si calcola che il 25% dei voli mondiali siano low cost: questo permette maggiori spostamenti di persone influenzando notevolmente il turismo e favorendolo. Traffici regionali La crescita dello sviluppo del trasporto automobilistico ha accentuato problemi che gravano sulle citt: congestionamento e inquinamento. Alcune citt, per limitare queste difficolt, hanno posto dei pedaggi per entrare in citt (user pays). Gli stati dovrebbero creare efficienti reti di trasporto promuovendo i trasporti eco-sostenibili e non localizzare grandi centri commerciali, servizi sanitari e amministrativi, complessi residenziali in luoghi non accessibili al trasporto pubblico (comporta un utilizzo dei mezzi privati). Si va sempre pi promuovendo lintermodalit e la rete ferroviaria (soprattutto per lalta velocit) per limitare i problemi dei trasporti. Ma lalta velocit pone dei problemi in quei paesi in cui la distanza tra centri economici ravvicinata: in questi casi sarebbe inutile in quanto farebbe troppe soste. Per avvalorare lalta velocit si dovrebbero porre le stazioni fuori dai centri urbani, vicino a importanti nodi autostradali, in modo da favorire lintermodalit. Gerarchie di citt Un possibile approccio per uscire nella difficolt della classificazione delle citt globali pu essere quello che tiene conto dei parametri qualitativi (ambiente, conoscenze, tipologie di risorse) oltre che di tipo quantitativo (pil e funzioni economiche). 1 egemoni: metropoli appartenenti a Usa, Europa occidentale, Giappone) che hanno grande disponibilit di risorse, ottima qualit ambientale, presenza di infrastrutture, patrimonio di conoscenze consolidate e ottimi flussi economici. 2 trainanti: grandi citt costiere cinesi e delle tigri asiatiche: hanno saputo intercettare grazie alla divisione del lavoro e alla creazione di zone economiche sociali grandi flussi di investimento internazionale e grazie a questo hanno saputo modernizzare le infrastrutture. 3 trainate: metropoli emergenti dellAmerica latina, India e Insulindia. Hanno elevata crescita demografica e sviluppo economico che per ristretto solo allinterno della citt e non nelle zone circostanti. Hanno problemi di accesso alle risorse per la totalit della popolazione e ambienti periferici degradati. 4 escluse: metropoli del terzo mondo con tassi elevati di crescita demografica e una incapacit di controllo dellaccesso delle risorse. Presentano incontrollati flussi migratori tra citt e campagna. La globalizzazione a scala planetaria induce alti livelli di competizione urbana e al tempo stesso genera processi che tendono a riprodurre quanto gi avvenuto a livello industriale: le citt come le imprese sono destinate a crescere, a fondersi, a creare globalopoli dal futuro imprevedibile (sviluppo non facile da controllare).

Una citt si sviluppa grazie a aeroporti hub, rete urbana allavanguardia, se ha funzione di finanza e commercio, attrae investimenti, sede di multinazionali ed istituzioni politiche/economiche, ha accesso a risorse primarie, capace di reagire ad emergenze ambientali, ha propensione allo sviluppo e capacit di innovazione. Risorse e politiche energetiche Se si parte dai sumeri (inizio della storia) fino al 1600 le civilt non cambiano in modo radicale: sono la scoperta di nuove risorse che hanno cambiato la storia. La rivoluzione industriale stata resa possibile dalla scoperta del carbone che ha sostituito la forza animale e umana e la legna (da 1600 a 1800). La scoperta del petrolio nel 1870 ha portato alla seconda rivoluzione industriale ed stato abbinato allutilizzo dellenergia elettrica: ha permesso laffermazione del capitalismo occidentale. Una delle caratteristiche di questo modello che energivoro: si basa su una continua ed esponenziale crescita della domanda e dellofferta di energia. Si basa su un mix energetico (carbone, gas e petrolio) e necessita un crescente utilizzo: e cos che diventano fondamentali nei giochi geopolitici soprattutto in quelle zone dove scarseggia e in quelle dove in abbondanza. Il confronto mondiale per il controllo delle fonti energetiche e delle loro linee di trasporto (pipelines) ha preso il posto del confronto militare (le seguenti statistiche sono riferite fino al 2008): la competizione aumenta anche perch le risorse non sono distribuite in modo omogeneo, nel senso che dei paesi che non ne hanno bisogno possiedono pi risorse di quelli che ne sfruttano di pi. Un fatto che se il costo di estrazione non giustifica lestrazione di materia prima, si pu dire che quella risorsa diventata inutile per lumanit: se per estrarre 50 barili di petrolio il costo di 50 inutile sfruttare la riserva (teoria del picco); anche le terre marginali (difficili e costose da coltivare) diventano utili da coltivare quando tutte le altre terre sono state sfruttate e quindi diventano necessarie per produrre nuove risorse. Inoltre con la crisi degli stati sovrani, sono le forze sovranazionali come le multinazionali che decidono i prezzi di mercato. Infatti secondo una recente indagine della international energy agency (iea) uscito che il prezzo del petrolio influenzato da scommesse (avvengono attraverso i futures) sul prezzo che il petrolio assumer. Lo stesso vale anche per i prezzi di altri prodotti come avvenuto per il grano in Egitto: questi movimenti rischiano di mettere in crisi alcuni paesi. Sono le speculazioni (scommesse) che fanno aumentare i prezzi: infatti il prezzo (di carta) del petrolio varia molte volte prima di acquisire il prezzo del barile. La scoperta delle nuove risorse permette ad alcuni stati di svincolarsi da altri acquisendo pi indipendenza economica: ad esempio gli Usa hanno scoperto nello stato dellAlberta (Canada) nuovi giacimenti e potrebbero favorire la loro indipendenza di risorse: ma gli stati che dovrebbero essere attraversati dalloleodotto (transcanada keystone xl: con meta finale in Texas a Huston) e gli ambientalisti protestano per il fatto che si dovrebbe ricavare dalle sabbie bituminose (richiede un processo costoso e sono molto inquinate). Lindipendenza economica anche se costosa pu avvenire per avere unindipendenza politica: ragion di stato prevale (gli Usa si renderebbero indipendenti dal medioriente). Il fatto che la domanda sempre crescente mentre lofferta cala in quanto non sono risorse rinnovabili (come lacqua ad esempio che per anche questa

rischia di non soddisfare la domanda sempre crescente). Prima del 2008 il fabbisogno (domanda) mondiale si presentava: petrolio 34 %, carbone 26%, gas 21%, energie rinnovabili 10%, nucleare 6%, idroelettrico 2%, altro 1%. La distribuzione geografia : ocse (fanno parte 31 stati industrialmente avanzati ma non India e Cina) 45%, Cina 16%, Asia 11%, ex Unione Sovietica 9%, america latina 5%, africa 5%, medioriente 1%. In particolare il 45% della domanda dellocse : petrolio 37%, gas 24%, carbone 21%, nucleare 11%, energia rinnovabile 4%, idroelettrico 2%, altro 1%. Prendendo in considerazione il petrolio, la risorsa pi richiesta, questa prodotta per il 7% dagli Usa, 12% Russia, 13% Arabia Saudita, 5% Iran, fra l1% al 4% Qatar, Indonesia, Algeria, Brasile, Angola, Emirati Arabi, Canada, Libia, Iraq, 30% resto del mondo. I paesi esportatori: Arabia Saudita 17%, Iran 6%, Russia 13%, Nigeria 5%, Emirati 5%. I maggiori paesi importatori, invece, sono: 27% Usa, 8% Cina, 5% Germania, 4,5% Italia, 3,8% Francia, 10% Giappone, 5,5% Corea del sud, 5,8% India, 25% resto del mondo. Le riserve di petrolio invece appartengono a: 21% Arabia Saudita, 11% Iran, 9% Iraq, 8% Emirati Arabi Uniti, 8% Venezuela, 3% Usa. Per quanto riguarda la situazione dei gas naturali la situazione speculare a quella del petrolio. I paesi produttori sono: 20,9 % Russia, 18,5% Usa, 2,5% Qatar, 3,8% Iran, 5,6% Canada, 3,3% Norvegia, 2,4% Cina e Indonesia, 35% resto del mondo. I paesi esportatori: Russia 23%, Norvegia 12%, Canada 11%, Qatar 7%. I paesi importatori invece sono: 12% Giappone, 10% Germania, Usa e Italia, 7% Ucraina, 70% resto del mondo. Le riserve appartengono: 24% Russia, 17% Iran, 15% Qatar, 5% Turkmenistan ed Emirati Arabi Uniti. Per quanto riguarda il carbone, i paesi produttori sono: 43% Cina, 8% India, 4% Indonesia e Russia 17%, Usa, 5% Australia e Sud Africa. I paesi esportatori: Indonesia 23%, Russia 10%, 31% Australia, 9% Colombia. I paesi importatori: 23% Giappone, 13% Corea del sud, 8,4% Taiwan, 5,9% Germania, 7% India. Le riserve: 19% Russia, 14% Cina, 9% Australia, 7% India. Si pu riassumere dicendo che l81% delle risorse utilizzate sono petrolio, gas e carbone. Le maggiori economie industrializzate (Usa, Europa, Cina e India) sono le maggiori importatrici: fa eccezione la Russia che grande esportatrice di gas e petrolio (infatti va considerata la distinzione tra paese produttore ed esportatore: chi produce di pi non significa che esporta di pi: infatti i paesi pi industrializzati anche se producono molto, preferiscono tenersi le risorse piuttosto che rivenderle come invece preferiscono altri paesi che avendone in grande abbondanza optano di riempire le casse). Per quanto riguarda le altre risorse queste sono disposte pi in america latina, medioriente ed asia centrale. Leffetto della crescita della popolazione e del rapido sviluppo economico di aree geografiche prima in condizioni di povert causa laumento della domanda del 1,5% con un aumento complessivo del 40% entro il 2030. Anche se c lo sviluppo di fonti energetiche a bassa emissione di co2 e di fonti rinnovabili, per il 70% fino al 2050 le fonti principali rimangono le tre classiche. Risorsa: concentrazione di ritrovamenti di minerali solidi, liquidi e gassosi allinterno/sopra la superficie terrestre estraibili con facilit. Riserva: porzioni di risorse accertate sfruttabili in situazioni economiche favorevoli e con tecniche disponibili. La risorsa che sta acquistando una grande utilizzazione il carbone (soprattutto per lutilizzo della Cina e lIndia). La Cina nonostante lo produce in gran quantit lo ha iniziato anche ad importare per le sue necessit. Ma il

petrolio mantiene il suo primato in quanto utilizzato solo il 97% ne fa uso, anche se caler fino al 30% (da 34%). I paesi dellocse (continueranno a lungo a importarlo per un 2% del suo pil allanno) lo utilizzeranno di meno, al contrario del maggiore utilizzo di Cina ed India dovuto al maggiore utilizzo del trasporto privato. Entrambi i paesi nonostante siano paesi produttori di petrolio: dipendono dalle importazioni per il loro fabbisogno per il 60% (Cina) e 68% (India). Fra i paesi esportatori il Canada risulterebbe seconda solo allArabia Saudita, ma lestrazione dalle sabbie bituminose molto costosa: con la crisi gli investimenti in questo settore sono molto calati. Un ruolo di grande importanza iniziano a rivestire a lAfrica e lAmerica latina non tanto per le riserve accertate (solo 10% rispetto a tutto il mondo). LAfrica ha riserve appurate solo per il 10% di petrolio di tutte le riserve mondiali mentre il gas per il 12%: per ricopre un ruolo fondamentale anche la Cina si riversata nel continente) perch a partire dal 2004 ci sono state scoperte di nuovi pozzi e la sua produzione incrementa sempre di pi; le multinazionali sono pi incoraggiate a estrarre in quanto la sovranit degli stati africani fragile; le risorse sono distribuite lungo la costa mediterranea e del golfo di Guinea (dove il maggiore produttore rimane la Nigeria) zone lontane dai conflitti interni e quindi di pi facile e meno costosa lestrazione (non servono controlli dei gasdotti: infatti nei conflitti le truppe e il terrorismo colpiscono le risorse attraverso i gasdotti: ogni guerra si gioca sulle risorse). La produzione salita a ritmi sostenuti grazie alla scoperta di nuovi giacimenti e perch la sua importanza dipende dai suoi importatori principali (Usa e Cina: 50% in totale). La Cina soprattutto dallAngola estrae le risorse e questo ha avuto ripercussioni sul paese africnao. LAmerica latina sta tentando di emanciparsi dagli Usa: il Venezuela (maggiore produttore con 2613 barili al giorno) ha espulso multinazionali statunitensi anche se gli Usa rimangono il partner privilegiato. Vende sottocosto agli aderenti del Petrocaribe (alleanza con 15 paesi ai quali gli permesso di acquistare il petrolio in 25 anni con un interesse dell1% e con prodotti nazionali) e a nuovi importatori come lIran, lIndia e la Cina. riuscito a espellere due multinazionali degli Usa senza ricevere ritorsioni: laccoddiscenza si spiega con il fatto che la Cina (massimo esportatore del Venezuela) il massimo possessore del debito Usa Anche lEcuador si mosso sulla stessa linea. Il Brasile, dopo la scoperta a largo delle coste che vanno dallo stato di Santa Caterina a quello di Espirito Santo di giacimenti offshore, potrebbe diventare uno dei maggiori produttori. Si tratta di giacimenti che si trovano a 7 mila km di profondit in uno stato di presal (sormontato da un altro di sale di 2 mila km): di difficile e costosa penetrazione. Anche la Colombia ha acquisito grande importanza con lesportazione (prevalente spesso gli Usa) di 680 mila barili al giorno. Il Messico vende il 15% di petrolio agli Usa ed il settimo produttore mondiale. Inizia per un declino, soprattutto per il giacimento Cantarell, che ha gravi ricadute sulleconomia che si basa sul 40% dei proventi del petrolio. Per il gas, secondo lagenzia internazionale per lenergia, la domanda crescer da 3 mila miliardi del 2007 a 4 mila e 300 miliardi cubi per il 2030 con un aumento del 1,5% annuo: anche qui la richiesta sar per l80% dei paesi non ocse. Il problema non sta nelle dimensioni delle riserve che consentono ancora per decenni lestrazione ma nelle difficolt tecniche e politiche di trasformarle in risorse. Solo un terzo dei giacimenti attivi al momento sar utilizzabile nel

2030 e ci significa che ci dovr essere una sostituzione dei giacimenti: spiega limportanza geopolitica dei gasdotti euroasiatici e il ruolo che pu svolgere il gas non convenzionale. Questo pu essere (Usa e Canada detengono per il 45% le riserve mondiali) il colabed methane, il tight gas e lo shale gas: questo implica che nel prossimo futuro il nord America avr una predominanza in questo campo anche perch, favorendo politiche per le fonti rinnovabili, si avr un eccesso di offerta di gas naturale sul mercato (va a vantaggio degli Usa e Canada ma non dellEuropa). Il gas naturale in America latina un ruolo chiave detenuto dal Brasile (dipende anche se riuscir a migliorare le tecnologie per estrarre il gas liquefatto nello strato di presal) e dal Venezuela (detiene il maggior giacimento dellAmerica latina ma richiede un costoso processo di purificazione essendo associato al greggio). In Africa un ruolo predominante dellAlgeria che detiene un terzo di tutta lAfrica. Ci sar un incremento dellenergia elettrica soprattutto dai paesi non ocse (80%). Per un secolo i combustibili fossili saranno la fonte di energia prevalente e che intorno al 2050 il gas naturale sar la componente prevalente per il mix di energia. La domanda di energia dei paesi asiatici crescer nei prossimi anni del 2,5% allanno (oltre la media mondiale): un quinto della popolazione mondiale non ha accesso allelettricit. In dettaglio dal oggi fino al 2016 la domanda di petrolio crescer di 1,2 milioni di barili al giorno, quello di gas naturale di 500 milioni metri cubi allanno (2 volte e mezzo il volume del gas esportato dalla Russia). Si conferma che il petrolio in declino e si utilizza pi che altro per i trasporti, per il resto si utilizza il gas. Le societ pi avanzate hanno migliori tecnologie e quindi consumano meno (relativamente) rispetto ai paesi cha hanno tecnologie peggiori. Si calcola inoltre che la Cina da sola genera il 30% della domanda: questo spiega come lequilibrio mondiale si sposti verso questa potenza. I gasdotti sono rigidi e unalternativa il ricorso agli lng (gas liquefatto e trasformato in questa forma per essere gas abbassando le temperature; viene rigassificato a destinazione alzando la temperatura): in Italia il centro di rigassificazione sono a Rovigo e La Spezia poi da qui arriva in Austria. importante utilizzare le lng perch pi manovrabile (non statico come i gasdotti che dipendono dagli stati dove passano, ma dinamico perch dai centri pu essere trasportato con le navi). Stati uniti e Russia dopo la caduta del muro La regione del caucaso e in generale dellAsia centrale sono soprattutto negli ultimi anni di interesse degli Usa: hanno iniziato una politica di contenimento per ridurre la Russia al rango di media potenza e poi in una nuova guerra fredda culminata con il progetto di Bush di piazzare uno scudo missilistico (ribadito dalla NATO). Fra il 2003 e il 2005 gli Usa hanno fatto ricorso a una serie di cambi di governo pilotati (rivoluzioni colorate) finanziati attraverso alcune ONG. Gli esiti sono stati fallimentari dopo che furono cacciati i comandanti delle rivoluzioni colorate: resta solo la Georgia ma dopo lattacco alla Russia (fallito) per impadronirsi dellOssezia del sud ha perso credibilit. Agli Usa interessano le fonti energetiche delle due sponde del Caspio (Kazakistan e Uzbekistan), dellAsia centrale (Kirghizistan, Tagikistan e Turkmenistan) e del Caucaso (Azerbaigian). Il braccio di ferro tra Russia, che vuole mantenere il monopolio su queste regioni, e gli Usa serrato. Per gli expaesi sovietici hanno alzato il prezzo dei diritti di transito e usato le proprie

risorse per fare pressioni verso i paesi europei in funzione antirussa. Quindi gli Usa e la Russia cercano, per questultima, percorsi alternativi a quelli attuali che non transitino sui paesi ex-satelliti, per gli Usa percorsi che scavalchino il territorio russo. Gli Usa e lEuropa hanno installato tre gasdotti (BTC, BakuTiblisi-Ceyhan; BTS, Baku-Tiblisi-Supsa; Baku-Tiblisi-Erzurum (SCP) per escludere lIran e la Russia: prima guerra del tubo che ha visto la vittoria della Russia per il fallimento dei progetti (perch si pensato ad isolare la Russia cercando quindi di raggiungere un obbiettivo politico, ma non essendoci stati introiti (aspetto economico) la Russia non si vista ostacolata pi di tanto); laspetto politico ravvisabile quindi dal fatto che il ricavato era ridotto rispetto ai costi molto alti e dal fatto che si era formata una camera di commercio UsaAzerbaigian (con persone insigni come Kissinger, il consigliere di Bush, quello di Clinton Brizniesky. . in stallo il progetto Nabucco (gasdotto pensato dallUE su sollecitazione degli Usa chiamato TCP, trans-caspian pipelines): dovrebbe collegare Erzurum in Turchia con Baumgarten in Austria passando per la Bulgaria, Romania, Ungheria e Rep. Ceca: solo lAzerbaigian si era dichiarato favorevole come paese fornitore. La seconda guerra del tubo si aperta con il progetto Nabucco che non viene portato avanti anche perch ci sono contrasti tra il governo di Baku (Azerbaigian) e il Turkmenistan circa la propriet di alcuni giacimenti tant che questultimo vorrebbe portare laltro davanti la corte penale internazionale: inoltre la Russia ha risposto con il south e il north stream (guerra vinta da Russia). Ma i rapporti con gli Usa e la Turchia si sono deteriorati: con la Turchia perch questa ha rinunciato a premere sullArmenia a un ritiro delle sue truppe dal territorio azero (controllano il NagornoKarabakh: una repubblica autoproclamatasi indipendente situata nel Caucaso meridionale, quasi interamente circondata dallo stato dell'Azerbaigian. Assegnato all'Azerbaigian nel primo dopoguerra, dagli anni novanta il territorio sotto il controllo militare armeno, in seguito ad uno scontro con i vicini dell'Azerbaigian durante il quale, nel 1991 la popolazione locale aveva dichiarato la propria indipendenza. La contesa per la regione divamp quando sia l'Armenia sia l'Azerbaigian si resero indipendenti da Mosca nel 1991. Nel vuoto lasciato dal crollo sovietico, lo scontro tra le due neonate repubbliche fin con l'essere fortemente influenzato dalla politica militare della Federazione Russa. Si ritiene infatti che la Russia tese a manipolare le rivalit tra le parti, rifornendole entrambe di armi e riuscendo cos a tenere sotto controllo i due contendenti. Preceduto da atti di violenza e di pulizia etnica compiuti da entrambe le parti, il conflitto scoppi in seguito al voto del parlamento del Nagorno-Karabakh il quale approv il passaggio del territorio sotto la sovranit armena. Alla fine della guerra, nel1994, il Nagorno-Karabah diviene de facto territorio armeno mentre la comunit internazionale lo riconosce come territorio azero, l'Azerbaigian perse cos circa un sesto del suo territorio, tra cui sette provincie a maggioranza Azera. Le stime indicano che circa un Azero su otto costretto a vivere in campi profughi e gli sfollati armeni sono circa 230.000) aprendo i confini per normalizzare il rapporto con Yerevan; gli Usa perch hanno indotto la Turchia a questa scelta e non sono visti pi come mediatore. Questo ha portato lAzerbaigian ad avvicinarsi alla Russia e allIran (visto come mediatore migliore) facendo interrompere lutilizzo del BTC da parte di una compagnia americana per la tassazione imposta. Si vuole tagliare fuori la Russia solo politicamente e non tanto economicamente visti i costi e la probabilit dei ricavi.

Linsuccesso dato dal fatto di paesi, come lo stesso Azerbaigian e Kazakistan, preferiscono commerciare con la Russia. LAzerbaigian ha siglato un accordo attraverso la compagnia di stato SOCAR e la poco rilevante Gazprom (russa): laccordo si ampliato prevedendo il raddoppio di gas da esportare alla Russia (non ne ha molto bisogno ma attraverso questa politica vuole monopolizzare il commercio e far si che i paesi occidentali passino per la Russia per prendere il gas dallAsia centrale). Inoltre lAzerbaigian ha siglato un accordo con la Bulgaria e lIran il quale partener privilegiato della SCO (shangai cooperation organization). LAzerbaigian ha avvertito lEuropa che se non si sbriga a siglare un accordo, il gas del paese potrebbe dirottare in Asia. La competizione per la Russia per le risorse non viene tanto dagli Usa ma dalla Cina: la Russia inoltre controlla il 31% del CPC (caspian pipeline consortium: per il petrolio e collega Tengiz in Kazakistan con Novorossisk in Russia) che collega il Kazakistan (ne possiede 19%) alla Russia. Inoltre ha siglato accordi per il gas con Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan: in cambio ha promesso a ristrutturare il loro settore energetico.

BTC

Nabucco

BTS e Baku-Tiblisi-Erzurum (SCP: south caucasian pipeline: parallelo al BTC)

CPC (caspian pipeline consortium)

La Russia inoltre tiene in considerazione il fatto che la Siberia (vettore orientale) ha un quarto di tutte le risorse fossili russe: questo gli permette di portare una delle sue direttrici verso la Cina. La gazprom e la rosneft si occupano dello sfruttamento delle risorse: sono stati eliminati i progetti che vedevano un collegamento con la Cina e un altro con il Pacifico: la Russia vuole detenere il monopolio su il vettore orientale. Ma la Cina ha saputo costruire una sua rete di gasdotti: ha iniziato con un progetto con il Turkmenistan il quale esporta anche allIran (questo mette in difficolt il paese arabo). Inoltre la Cina ha inaugurato un nuovo gasdotto con il Kazakistan lungo 1450 km: per un ricavo di 15 miliardi di metri cubi. Europa: pipeline LEuropa dipende per il 50% dalle importazioni (di cui il 25% dalla Russia) e per l80% della sua energia dipende dal combustibile fossile. Sembra strano che lEuropa non abbia una comune politica in materia di sicurezza energetica se si pensa che allinizio nata con questo scopo (CECA nel 1951: comunit europea per il carbone e lacciaio. Poi la fondazione nel 1957 dellEuratom per lenergia atomica: ma nel 1965 con la formazione della comunit economica europea si spost il problema su unit economica). I rischi connessi della forte dipendenza risultarono chiari dallo shock del 1973 (i paesi dellOpec decisero di aumentare di molto i prezzi del petrolio): i paesi reagirono differentemente. La Francia

decise di buttarsi sul nucleare per ridurre la dipendenza, lItalia, allopposto, con un referendum vot contro il nucleare. Non meraviglia che le diverse posizioni non essendo facili da armonizzare non hanno portato a una comune politica europea. Anche nel trattato di Maastricht del 1992 non se ne parla e lEnergy Charter Treaty del 1998 rimasto in stallo in quanto la Russia si rifiutata di sottoscriverlo impedendo la regolazione dei flussi di idrocarburi. LEuropa rimane la maggiore importatrice di gas di tutto il mondo e dipende per il 23% dalla Russia, il 14% dalla Norvegia (essendo il terzo esportatore mondiale ci si aspetta un calo, nel lungo periodo, delle esportazioni per lesaurimento delle risorse) e il 10% dallAlgeria (esporta anche il 90% del suo petrolio verso lEuropa ed il principale esportatore di gas dei paesi dellEuropa sud-occidentale come lItalia e la Spagna: GALSI, nuovo gasdotto che si collega con la Sardegna e la Toscana). La forte dipendenza dalla Russia ha spinto i paesi europei a promuovere il progetto Nabucco (sopra) che per diversi motivi in stallo anche se il definitivo accordo intergovernativo, alla presenza del presidente della Commissione Europea Barroso, stato firmato nel 2009. Questo ha fatto si che si prediligano il north e south stream. Il north stream, gasdotto di 1220 km che passa sotto il Mar Baltico e giunge direttamente la Gerrmania (Greifswald), stato privilegiato nel quadro delle reti europee dellenergia: il gas viene distribuito al resto dellEuropa dallOPAL gestito da una compagnia tedesca. Il consorzio di tutto il gasdotto gestito dal 51% dalla Russia e dal 40% dalla Germania. Le opposizioni sono state dei paesi come la Svezia in quanto passa nelle sue acque senza avere in cambio dei profitti sostanziosi. Al di l delle questioni ambientali, la vera protesta il fatto che sono esclusi nel passaggio paesi come lUcraina e la Polonia i quali non possono avere potere di ricatto sulla Russia. Il south stream (ha provocato scandali perch la Russia lasci la presidenza del consorzio a Schreder che era il presidente della Germania: si parlato di conflitti di interessi) pi ambizioso: scavalca i territori non comunitari ed stato progettato dalla Gazprom e lENI. La condotta parte dal porto russo di Beregovaya e raggiunge quello bulgaro di Varna (dopo essere passato sotto il mar nero): dalla Bulgaria si sdoppia: da una parte va verso lAustria (attraversando la Bulgaria, Serbia, Ungheria e Slovenia), dallaltra arriva alla Grecia e allItalia (attraversando il canale di Otranto). Oltre agli accordi commerciali tra la Russia e i paesi attraversati, la Turchia ha firmato un accordo per il passaggio nelle sue acque. Un nuovo accordo tra la Gazprom e lENI prevede che si passi da 31 a 63 milioni di metri cubi di gas allanno; a entrare nellaccordo ci sar con il 20% la compagnia francese EDF. South stream

North stream

Un altro progetto avviato, il blue stream: frutto della collaborazione tra la Gazprom, lENI e la turca Botas che congiunge il porto russo di Stavropol ad Ankara passando Dzhugba sul Mar nero: il gasdotto che sta pi in profondit al mondo (210 sul fondo del Mar nero): stato per lappunto sviluppato un particolare termo-fluodinamico per regolare la temperatura e la pressione di pompaggio. un successo per lItalia perch giungendo fino al porto siciliano di Augusta farebbe dellItalia uno snodo importante per tutto il mediterraneo. La Francia non risulta molto dipendente dalle importazioni per una diversificazione delle fonti di approvvigionamento e da un ruolo centrale nella produzione dellenergia nucleare (41% del fabbisogno dellenergia del paese): le importazioni di petrolio sono suddivise in 51% Nord Africa e Medioriente, 32% mare del nord, 23% Russia; il gas invece: 22% Russia, 16% Algeria, 35% Norvegia, 21% Paesi Bassi. La Germania pi dipendente che oltretutto la gran parte delle importazioni vengono dalla Russia (33% petrolio, 35% gas) ed sempre pi orientata a investire in centrali elettriche alimentate a carbone: inoltre sembra orientata ad abbandonare il nucleare (12% del fabbisogno energetico) e comporterebbe una pi dipendenza.

Il Regno Unito sembra invece sta iniziando ad importare le risorse petrolifere dato che i suoi giacimenti, che gli avevano permesso da sempre una forte autonomia, stanno finendo. Si calcola che entro il 2020 lisola importer il 90% del suo fabbisogno di gas. LItalia rispetto allEuropa dipende sempre di pi dagli idrocarburi (90% al contrario dell80% della media europea). LItalia lunico paese di quelli pi industrializzati (g8) che non ha centrali nucleari per effetto del referendum. Nello scenario complessivo lItalia dipender sempre pi dal Nord Africa e dalla Russia per limportazione di gas e petrolio. Il cambiamento climatico e la crescita verde lIPPC (intergovernmental panel on climate change: formato dalle organizzazione dellONU della meteorologia mondiale, WMO, e dal programma delle nazioni unite per lambiente, UNEP: scopo quello di studiare il riscaldamento globale) ha detto che si continua a mantenere lo stesso livello di consumo di combustibili fossili per generare energia si avranno conseguenze disastrose: si avrebbe entro il 2100 un aumento della temperatura di 2,6 e che comporterebbe linnalzamento degli oceani, ampie zone desertificate e sconvolgimento climatico. LOCSE invece dice che laumento potrebbe essere dai 4 ai 6. Si arrivati al protocollo di Kyoto del 1997 (firmato da 160 paesi ma non dai principali produttori di gas serra: Usa e Cina) e poi al vertice di Copenaghen del 2010 richiedendo una maggiore partecipazione dei paesi e un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili. La principale fonte rinnovabile rimane quella idroelettrica la quale ha per un forte impatto ambientale: in Cina la costruzione della diga delle Tre Gole ha comportato lesodo forzato di 1 milione di persone. Il nucleare se comportava il 6% del fabbisogno globale, sembra per in calo dovuto al minor utilizzo dei paesi europei. Per lenergia elettrica sembra prende piede lenergia eolica e i biocarburanti che dovrebbero passare dal 2,5% (2007) a 8,6% (2030) secondo lAgenzia internazionale dellEnergia. Anche in questo settore la Cina ha superato i paesi che avevano un grande vantaggio come la Germania, la Spagna, la Danimarca e gli Usa. E dal 2008 il maggior produttore di pannelli solari: sta diventando un terreno fertile per gli insediamenti di multinazionali. Anche se sembrava poter avere un gran peso lutilizzo dei biocombustibili (sostituti della benzina come letanolo ricavabile dalla canna da zucchero: poca emissione di anidride carbonica) per tre fattori: perch richiede luso estensivo ed intensivo di terreni agricoli provocando ricadute sul mercato agricolo e sul prezzo dei cibi (si escludono i piccoli proprietari a vantaggio dei latifondisti e calano le altre produzioni: in Brasile, il maggiore produttore di etanolo insieme agli Usa, ha avuto una diminuzione del 12% per i fagioli e del 9% di riso e un aumento del prezzo dei terreni). Il secondo motivo va a scapito della biodiversit ai danni delle foreste, pascoli e zone umide. Infine sembra improbabile che si possa soddisfare la domanda globale soprattutto di quei paesi come la Cina e lIndia che non hanno la disponibilit di terreni per realizzare questi progetti (e dove ci sono terreni mancano le condizioni climatiche: Canada, Australia e Russia). Inoltre le teconologie sono ancora allo stato primitivo e si pensa irrealizzabile lipotesi di utilizzare biocombustibili entro il 2050 per il 20% della benzina. Il successo delleolico, come in Danimarca, oltre a fattori climatici dipende anche dalla interconnessione con altri tipi di energia come il carbone che pu

supplire in mancanza di vento. Va per specificato che in alcune zone la mancanza di vento non permette lutilizzo di questo tipo di energia: ad esempio il Sichuan (una delle zone pi popolate della Cina rivendicata dal Tibet autonomo) totalmente circondato da montagne. replicabile su scala europea ma non asiatica dove, inoltre, le reti dellalta tensione sono obsolete. ONU, spesso abbreviata in Nazioni Unite, la pi importante ed estesa organizzazione intergovernativa: sono infatti suoi membri 193 Stati del mondo su un totale di 201. Le Nazioni Unite hanno come fine il conseguimento della cooperazione internazionale in materia di sviluppo economico, progresso socioculturale, diritti umani e sicurezza internazionale. Relativamente alla sicurezza internazionale in particolare hanno come fine il mantenimento della pace mondiale anche attraverso efficaci misure di prevenzione e repressione delle minacce e violazioni ad essa rivolte. un organizzazione che soffre del finanziamento: alcuni stati contribuiscono pi di altri ma non abbastanza per supportare le spese dellorganizzazione. Inoltre vige il criterio di uno stato uno voto: se d la parit degli stati questo non utile in quanto ci sono stati che hanno una superficie pi ampia, pi popolazione e pi peso politico. La Santa Sede (in rappresentanza della Chiesa cattolica e dello Stato della Citt del Vaticano), gode dello status di "osservatore permanente delle Nazioni Unite" come "stato non membro". Anche l'Autorit Nazionale Palestinese gode dello status di "osservatore delle Nazioni Unite" come "entit". Organizzazioni Intergovernative con uffici permanenti presso le sedi ONU (19 in totale) Tra queste: l'Unione europea, la Lega degli Stati Arabi, il Segretariato del Commonwealth, l'Organizzazione della Conferenza Islamica, l'Unione Africana, la Comunit Caraibica e l'INTERPOL. Organizzazioni Intergovernative prive di uffici permanenti presso le sedi ONU (50 in totale) Tra queste: il Consiglio d'Europa e la Comunit degli Stati Sahelo-Sahariani. Altre entit con uffici permanenti presso le sedi ONU [8] (4 in totale)Tra queste: la Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Internazionale e il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta.[9] LAssemblea Generale il principale e pi rappresentativo dei cinque organi istituzionali di cui si compone l'Organizzazione delle Nazioni Unite. formata dai rappresentanti di tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite. considerata la principale Assemblea e si occupa di questioni fondamentali quali: segnalazioni di pace, entrata, sospensione o espulsione di Stati membri, problemi di bilancio. Ogni Stato ha il diritto ad avere 5 rappresentanti nell'Assemblea ma dispone di un solo voto. L 'Assemblea non pu fare uso della forza contro i Paesi ma pu solo dare loro delle segnalazioni e raccomandazioni. Il Consiglio di Sicurezza l'organo delle Nazioni Unite che ha maggiori poteri, avendo la competenza esclusiva a decidere contro gli stati colpevoli di aggressione o di minaccia alla pace.Lo scopo del Consiglio stabilito dall'articolo 24 dello Statuto, al consiglio viene conferita "la responsabilit principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionale". costituito da quindici Stati membri, di cui cinque sono membri permanenti, mentre i restanti dieci vengono eletti ogni due anni. I membri permanenti sono: Cina, Russia, Regno Unito, Stati Uniti d'America e Francia: hanno il diritto di

veto, e possono bloccare qualsiasi decisione loro sgradita e fare in modo che non venga discussa durante il riunirsi dell'Assemblea Generale presieduta da tutti gli Stati membri. Il Segretariato uno degli organi principali dell'Organizzazione: guidato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, ed costituito da un insieme di uffici e dipartimenti finalizzati alla gestione amministrativa dell'ONU. Il Consiglio Economico e Sociale composto da 54 membri nominati per tre anni ed l'organo consultivo e di coordinamento dell'attivit economica e sociale delle Nazioni Unite e delle varie organizzazioni ad esse collegate. In conformit all'articolo 68 della Carta, il Consiglio ha fondato molte organizzazioni di sussidio, tutte subordinate all'Assemblea Generale, che d loro le direttive. Alcuni esempi sono: la FAO, l'UNICEF, l'UNCTAD. La Corte Internazionale di Giustizia, conosciuta anche come Corte Mondiale, il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. situata all'Aja, nei Paesi Bassi. Fondata nel 1945 la sua funzione principale dirimere le dispute fra Stati membri delle Nazioni Unite che hanno accettato la sua giurisdizione. Essa esercita una funzione giurisdizionale riguardo all'applicazione e l'interpretazione del diritto internazionale. Tra gli organi principali, lo Statuto delle Nazioni Unite prevedeva anche il Consiglio di Amministrazione Fiduciaria. Questa istituzione ha di fatto cessato di esistere con la fine dei regimi di amministrazione fiduciaria - l'ultimo territorio in amministrazione fiduciaria stato Palau, che diventato indipendente dagli Stati Uniti il primo ottobre 1994 Le missioni di mantenimento della pace (operazioni di peacekeeping) portate avanti dalle Nazioni Unite hanno lo scopo di aiutare i Paesi colpiti da conflitti a creare le condizioni per una pacificazione stabile e sostenibile. I peacekeeper soldati, ufficiali di polizia e personale civile messi a disposizione dell'ONU dagli Stati membri - monitorano l'evoluzione del processo di pace instaurato al termine del conflitto ed aiutano le parti ad implementare gli accordi di pace firmati. La creazione di missioni di pace spetta al Consiglio di Sicurezza. Normalmente esse sono eseguite da personale che opera sotto le insegne dell'ONU. Tuttavia, in alcuni casi, il Consiglio di Sicurezza pu autorizzare organizzazioni regionali, come la NATO o la ECOWAS, o coalizioni di Stati a compiere operazioni di peacekeeping o peace enforcement. Molte sono fallite e si crede che sarebbe meglio dotarsi di un esercito proprio senza ricorrere ai caschi blu (truppe dei singoli stati messe insieme sotto la bandiera dellONU: mancano di organizzazione). Infatti lONU come esercito sta iniziando sempre pi ad utilizzare la NATO che pi organizzata in quanto un organizzazione militare. UNOSOM I (United Nations Operation in Somalia) stata la prima parte del tentativo condotto dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per fornire, facilitare e proteggere gli aiuti umanitari in Somalia e anche per monitorare il primo cessate il fuoco ottenuto con la mediazione ONU nel conflitto civile somalo nei primi anni novanta. L'operazione inizi nell'aprile 1992, con la risoluzione 751/92 e si protrasse finch, nel dicembre 1992, fu sostituita dalla missione UNITAF. A seguito dello scioglimento della UNITAF (maggio 1993) si apr un'ulteriore missione ONU nota come UNOSOM II.Durante l'operazione, costata complessivamente 42,9 milioni di dollari, persero la vita sei militari. L'UNOSOM II (United Nations Operation in Somalia) stata la seconda fase dell'intervento ONU in Somalia. Protrattasi dal marzo 1993 al marzo 1995, UNOSOM II fu il proseguimento della UNITAF (missione sotto il controllo

statunitense, ma sancita dall'ONU) che a sua volta aveva sostituito l'infruttuosa UNOSOM I. Tutti e tre questi interventi si prefiggevano l'obiettivo di creare un cordone di sicurezza attorno agli aiuti umanitari condotti per arginare la carestia dilagante nel paese e la condizione di anarchia nel paese. L'intervento UNOSOM II tristemente famoso per la battaglia di Mogadiscio e l'abbattimento di due elicotteri statunitensi Black Hawk. Di fronte alle notizie di numerose morti di soldati e alle riprese filmate dei soldati americani trascinati per le strade di Mogadiscio, con l'opinione pubblica americana che si mostrava contraria alla partecipazione attiva alla missione UNOSOM, il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton decise il ritiro delle forze americane, fissando la data del 31 marzo 1994 come termine ultimo per completare il loro ritiro ed altre nazioni, come Belgio, Francia e Svezia decisero di ritirare le proprie truppe. Nei primi mesi del 1994 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite fiss a marzo 1995 il termine per la fine della missione. Senza un reale progresso delle trattative e con il venir meno del sostegno da parte delle nazioni che partecipavano ad UNOSOM la missione ebbe termine nel mese di marzo 1995. La Forza di protezione delle Nazioni Unite, in inglese United Nations Protection Force,.! acronimo UNPROFOR, fu istituita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il 21 febbraio 1992 col compito di creare le condizioni di pace e sicurezza necessarie per raggiungere una soluzione complessiva della crisi jugoslava (in atto dopo la dissoluzione della Repubblica Federale Socialista di Jugoslavia e la conseguente secessione delle sue repubbliche: Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Macedonia). stata la prima forza di peacekeeping in Croazia e in Bosnia-Erzegovina durante le guerre Iugoslave. Ha operato dall'inizio del coinvolgimento ONU nei Balcani nel Febbraio 1992 fino al suo mutamento in altre forze nel marzo 1995. Le truppe ONU persero molti soldati e le forze di peacekeeping non riuscirono a fronteggiare la ferocia serba. La Missione degli Osservatori delle Nazioni Unite in Angola (MONUA dallo spagnolo Misin de observadores de las Naciones Unidas en Angola) stata una missione di pace dell'ONU decisa dal Consiglio di Sicurezza il 30 giugno 1997 con la risoluzione 1118. La missione si rese necessaria per placare le tensioni nel paese tra le diverse fazioni e garantire il cessate il fuoco nella nazione e garantire l'inizio di un processo democratico ed elettorale. La missione termin nel 1999; ed il costo totale fu di 239 milioni di dollari; durante la missione 17 peacekeepers hanno perso la vita. A causa della guerra civile in Angola rimangono 12 milioni di mine antiuomo. LONU chiede appoggio alla NATO: 24 marzo 1999: la NATO vede il suo primo impiego militare durante la guerra del Cossovo, dove per 11 settimane conduce, senza l'iniziale autorizzazione da parte del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e sulla base del concetto giuridico internazionale di "ingerenza umanitaria" in soccorso delle popolazioni cossovare oggetto di pulizia etnica da parte serba - una campagna di bombardamenti contro la Jugoslavia, composta ormai soltanto da Serbia e Montenegro che terminer l'11 giugno 1999 (Operazione Allied Force). L'Unione europea (abbreviata in UE o Ue) un soggetto politico a carattere sovranazionale ed intergovernativo che, dal 1 gennaio 2007, comprende 27

paesi membri indipendenti e democratici. La sua istituzione sotto il nome attuale risale al trattato di Maastricht del 7 febbraio 1992 (entrato in vigore il 1 novembre 1993), al quale tuttavia gli stati aderenti sono giunti dopo il lungo cammino delle Comunit europee precedentemente esistenti. L'Unione consiste attualmente in una zona di libero mercato, detto mercato comune, caratterizzata, tra l'altro, da una moneta unica, l'euro, regolamentata dalla Banca centrale europea e attualmente adottata da 17 dei 27 stati membri; essa presenta inoltre un'unione doganale nata gi con il trattato di Roma del 1957 ma completata fra i paesi aderenti agli accordi di Schengen, che garantiscono ai loro cittadini libert di movimento, lavoro e investimento all'interno degli stati membri. L'Unione presenta, inoltre, una politica agricola comune, una politica commerciale comune e una politica comune della pesca. L'Unione europea non una semplice organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite) n una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d'America), ma un organismo sui generis, alle cui istituzioni gli stati membri delegano parte della propria sovranit nazionale. Le sue competenze spaziano dagli affari esteri alla difesa, alle politiche economiche, all'agricoltura, al commercio e alla protezione ambientale. In alcuni di questi campi le funzioni dell'Unione europea la rendono simile a una federazione di stati (per esempio, per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali); in altri settori, invece, l'Unione pi vicina ad una confederazione (per esempio, per quanto riguarda gli affari interni) o a un'organizzazione internazionale (come per la politica estera). Gli organi principali dell'Unione comprendono il Consiglio dell'Unione europea (denominazione che ha sostituito quella di Consiglio dei Ministri da parte del Trattato di Maastricht), la Commissione, la Corte di Giustizia, il Parlamento, il Consiglio europeo e la Banca centrale europea. L'istituzione dell'Europarlamento risale al 1950 e dal 1979 i suoi membri sono democraticamente eletti, in tutti i territori dell'Unione, a suffragio universale, per una durata in carica di cinque anni. Oggi l'UE considerata una potenza leader in un mondo multipolare. La prima unione doganale fra paesi europei, la cosiddetta Comunit Economica Europea, fu istituita mediante il Trattato di Roma del 1957 e implementata nel 1958; successivamente rinominata Comunit europea, stata uno dei "tre pilastri" dell'Unione europea, secondo i dettami del Trattato di Maastricht che ha introdotto l'unione politica, nei campi della Giustizia e affari interni e della Politica estera e di sicurezza comune. Islanda: successivamente alla crisi, che ha colpito in maniera particolarmente dura l'isola, diversi politici islandesi hanno espresso, in parlamento e al governo, opinione favorevole all'ingresso nell'Unione europea e all'adozione dell'euro. In particolare, il 4 febbraio 2009, il primo ministro islandese, Jhanna Sigurardttir, del partito socialdemocratico, affermava che l'ingresso nell'Unione Europea e l'adozione della moneta unica avrebbero costituito "la migliore opzione" per l'Islanda.Il 16 luglio 2009, il parlamento di Reykjavik, con 33 voti a favore contro 28, ha autorizzato il governo a intraprendere i negoziati per l'ingresso dell'Islanda nell'Unione europea. La proposta del Partito dell'Indipendenza di organizzare un doppio referendum per autorizzare il governo a presentare richiesta di ingresso nell'UE, e per accettare l'adesione qualora la richiesta venga accettata stato respinto con 32 voti contro 30. Turchia: Turchia ed Unione europea hanno instaurato delle relazioni particolari dal 1963 quando la Comunit economica europea (CEE) predecessore dell'Unione europea firm il Trattato di

associazione con lo stato turco chiamato Accordo di Ankara. Dal 2005 si rimandano i negoziati per la piena adesione della Turchia al consenso europeo. Gli scettici (tra cui diverse associazioni umanitarie) rilevano invece come la salvaguardia dei diritti umani e civili in Turchia sia ancora insufficiente, come sia tuttora irrisolta la questione del coinvolgimento turco a Cipro (stato membro dell'UE), la cui parte settentrionale, sede della Repubblica Turca di Cipro Nord (internazionalmente riconosciuta solo dalla Turchia), fu oggetto nel 1974 di una secessione dalla parte meridionale a causa dell'invasione del nord dell'isola da parte dell'esercito turco, ancora oggi presente sull'isola (occupazione militare condannata dalla risoluzione ONU n.541 del 1983), e di come la minoranza curda sia tuttora repressa militarmente, culturalmente ed economicamente. Un altro punto nodale per l'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea riguarda il genocidio degli armeni e dei cristiano assiri, in Turchia infatti non solo questi genocidi non vengono riconosciuti, ma tramite l'articolo 301 del codice penale turco si persegue chi pubblicamente ne parla come accaduto anche nei confronti del premio nobel Orhan Pamuk. Nel 2002 Il Presidente della Convenzione Europea Giscard d'Estaing rilevando le ancora forti differenze culturali, dichiara pubblicamente la sua decisa contrariet all'entrata della Turchia nell'UE, sostenendo che un suo eventuale ingresso segnerebbe la fine dell'Unione europea rendendo impraticabile una vera integrazione politica (la Turchia diverrebbe lo stato pi esteso e il secondo pi popoloso dell'Unione), nella stessa circostanza Giscard d'Estaing fa inoltre notare come la Turchia non possa essere considerata un paese europeo avendo il 95% della propria popolazione e della superficie territoriale (oltre che la propria capitale) in un altro continente. Nel 2006 l'economia turca aumentata del 6% per poi soffrire della crisi economica del 2008 molto pi degli altri paesi europei. Croazia: La Croazia ha presentato la domanda d'adesione all'Unione europea il 21 febbraio 2003 e la Commissione europea ha suggerito di farla diventare candidato ufficiale il 20 aprile 2004. I negoziati di adesione vertono, principalmente, sui seguenti punti: Cooperazione col Tribunale Internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia: La Croazia ha dovuto estradare diversi suoi cittadini verso il Tribunale Internazionale sui crimini nella ex Jugoslavia, circostanza che ha creato diverse polemiche sulla scena della politica interna croata; pi volte l'UE aveva posto ci come condizione per l'apertura dei negoziati d'adesione. Il processo di ratifica dell'ASA con la Croazia era stato bloccato dopo il Consiglio europeo del 20 dicembre 2004, che aveva deliberato che i negoziati di adesione con la Croazia avrebbero avuto inizio il 17 marzo 2005. Il 16 marzo 2005 l'allora Procuratore Capo dell'ICTY Carla Del Ponte con una sua relazione, indusse l'UE a non aprire i negoziati d'adesione con la Croazia perch quest'ultima secondo la relazione della Del Ponte non cooperava abbastanza per la cattura di Ante Gotovina, generale croato accusato di crimini di guerra e contro l'umanit. Gotovina fu arrestato a Tenerife il 7 dicembre 2005 ed il giorno successivo stato estradato all'Aja. Importanti passi in avanti sono ancora da fare nella modernizzazione del sistema giudiziario e della pubblica amministrazione; nella lotta contro la criminalit organizzata e in una politica volta a favorire la tutela delle minoranze presenti nel paese. Le controversie inerenti al confine marino tra la nazione candidata e la confinante Slovenia sono state superate. In tal modo, essa ha ritirato il veto,

posto nel dicembre del 2008, all'ingresso del paese balcanico nell'Unione europea. LUE non una espressione geografica in quanto pu essere definita come il prolungamento dellAsia che per riuscita ad avere una storia comune: unespressione culturale in quanto hanno una storia comune. La Banca Mondiale (acronimo BM) comprende due istituzioni internazionali: la Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BIRS) traduzione inglese di International Bank of Reconstruction and Development (IBRD) e l'Agenzia Internazionale per lo Sviluppo (AID o IDA), create per lottare contro la povert e per organizzare aiuti e finanziamenti agli stati in difficolt. La sua sede a Washington; il presidente eletto per cinque anni dal consiglio di amministrazione della banca. Fa parte delle istituzioni specializzate dell'Organizzazione delle Nazioni Unite.La banca mondiale stata creata il 27 dicembre 1945 con il nome Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, dopo la firma dell'accordo di Bretton Woods, tra il 1 e il 22 luglio 1944. Il 9 maggio 1947 approv il suo primo prestito, che stato concesso alla Francia per $250 milioni (in termini di valore attuale, questo il pi grande prestito della Banca).La Banca Mondiale stata creata principalmente per aiutare Europa e Giappone nella loro ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, ma con il movimento della decolonizzazione degli anni sessanta, i paesi da finanziare aumentarono, occupandosi quindi dello sviluppo economico dei paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina. Gli obiettivi della Banca mondiale si sono evoluti nel corso degli anni. Si recentemente concentrata sulla riduzione della povert, abbandonando l'obiettivo unico della crescita economica. Supporta inoltre la creazione di imprese molto piccole. Ha sostenuto l'idea che l'acqua potabile, l'educazione e lo sviluppo sostenibile sono la chiave per la crescita economica, e ha cominciato a investire massicciamente in tali progetti. In risposta alle critiche, la Banca Mondiale ha adottato una serie di politiche a favore della tutela ambientale e sociale, per garantire che i loro progetti non peggiorino la situazione delle persone nei paesi di accoglienza. A dispetto di queste politiche, i progetti della Banca mondiale sono spesso criticati dalle organizzazioni non governative (ONG) di non lottare efficacemente contro la povert, e trascurare gli aspetti sociali e ambientali. Ha condonato alcuni debiti di paesi che non riuscivano a pagare gli interessi e presta soldi ai PVS con bassissimo tasso dinteresse. L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, in sigla FAO, un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttivit agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale. La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell'alimentazione e dellagricoltura. Fondata il 16 ottobre 1945 a Citt del Qubec, Qubec, Canada, dal 1951 la sua sede stata trasferita da Washington a Roma. Da novembre 2007[2], ne sono membri 191 paesi pi la Comunit Europea. Una funzione chiave della FAO fornire un forum neutrale di discussione in cui i paesi si possano incontrare in modo paritario per negoziare accordi internazionali. Questa neutralit particolarmente importante per quei problemi che travalicano le frontiere nazionali. La FAO ha

coordinato la risposta contro le infestazioni e malattie transfrontaliere di piante e animali, per esempio nel caso dellafta epizootica, dellemergenza locuste in Africa, della peste bovina e pi di recente, nel controllo a livello mondiale dellepidemia animale di influenza aviaria.Un altro aspetto importante delle attivit della FAO la definizione di norme e standard internazionali e di convenzioni. Garantire una gestione che protegga le risorse marine lobiettivo del Codice di condotta per la pesca responsabile. Per ridurre gli effetti nocivi dei pesticidi, la FAO ha promosso Convenzione di Rotterdam sulla procedura di consenso informato per i prodotti chimici pericolosi e i pesticidi nel commercio internazionale. La Commissione per il Codex Alimentarius, gestita congiuntamente dalla FAO e dallOMS, stabilisce le norme per rendere il cibo pi sicuro per i consumatori. Il Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per lalimentazione e lagricoltura, recentemente adottato, delinea i principi per garantire che le future generazioni abbiano accesso alle risorse genetiche, e che tutti ne condividano i vantaggi. L' Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec) un organismo per la cooperazione economica nell'area asiatico-pacifica, nato nel 1989, allo scopo di favorire la cooperazione (o, pi in generale, la crescita) economica, il libero scambio e gli investimenti nell'area medesima. Dal punto di vista del diritto internazionale l'Apec si definisce organismo e non organizzazione internazionale perch, essendo composto da economie e non da Stati, privo di una piena personalit giuridica. Ci spiega, fra l'altro, come mai possano farne parte contemporaneamente la Cina continentale, Hong Kong e Taiwan, ossia tre realt che, territorialmente (secondo Pechino e secondo tutti i governi che intrattengono relazioni diplomatiche con Pechino), appartengono a un unico Stato: la Repubblica Popolare di Cina. Sono membri dell'APEC le 21 economie seguenti: Australia Giappone Per Brunei Hong Kong Russia Canada Indonesia Singapore Cile Malesia Repubblica di Cina Repubblica Popolare Messico (Taiwan) Cinese Nuova Zelanda Thailandia Corea del Sud Stati Uniti Papua Nuova Filippine Vietnam Guinea ASEAN l'acronimo inglese di Association of South-East Asian Nations (in italiano: Associazione delle Nazioni dell'Asia Sud-Orientale), un'organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate nel Sud-est asiatico. stata fondata nel 1967 con lo scopo principale di promuovere la cooperazione e l'assistenza reciproca fra gli stati membri per accelerare il progresso economico e aumentare la stabilit della regione. Le nazioni che ne fanno parte si incontrano annualmente in un vertice nel mese di novembre. Gli attuali stati membri dell'ASEAN, in ordine di adesione, sono: Membri fondatori (8 agosto 1967): Indonesia Malesia Filippine Singapore Thailandia

Stati che vi hanno aderito in seguito: Brunei (7 gennaio 1984) Vietnam (28 luglio 1995) Laos (23 luglio 1997) Birmania (23 luglio 1997) Cambogia (30 aprile 1999) Papua Nuova Guinea stata ammessa con lo status di osservatore. L'ASEAN conduce regolarmente incontri di dialogo con altre nazioni, in un'organizzazione conosciuta collettivamente con il nome di ASEAN dialogue partners. L'ASEAN fu fondata l'8 agosto 1967, quando i ministri di Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Thailandia si incontrarono al Dipartimento degli Affari Esteri thailandese, in Bangkok, e firmarono la dichiarazione dell'ASEAN (conosciuta anche come Dichiarazione di Bangkok). Il limite sta nel fatto che i paesi producono le stesse cose e anche se c il libero scambio questo non produce grandi effetti positivi proprio perch la merce scambiata uguale. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (in inglese Gulf Cooperation Council, GCC), il cui nome completo Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo (in inglese Cooperation Council for the Arab States of the Gulf, CCASG) unorganizzazione internazionale regionale che riunisce sei stati arabi del Golfo Persico. Creata il 25 maggio 1981, sullimpulso dellArabia Saudita e sotto la pressione degli Stati Uniti, ha scopi essenzialmente economici e sociali (le questioni politiche sono raramente affrontate). Il Consiglio comprende gli stati del Golfo di Bahrain, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Questi sono spesso chiamati Paesi della Cooperazione del Golfo.Lorganizzazione ha per scopo linstaurazione nel Golfo di un mercato comune. Creata allepoca della guerra Iran-Iraq, ebbe anche lo scopo di contenere lespansionismo iraniano e il baathismo iracheno. Gli scopi sono anche di coordinamento economico, politico, culturale e in particolar modo militare (non come nelle precedenti organizzazioni) per linvadenza dellIran e prima dellIraq. Gli stati membri del Consiglio sono sei:

Arabia Saudita Bahrain Emirati Arabi Uniti Kuwait Oman Qatar

Il Mercato Comune dell'Africa Orientale e Meridionale (in inglese: Common Market for Eastern and Southern Africa - COMESA) un'area di commercio preferenziale con 19 stati membri che si snodano dalla Libia allo Zimbabwe. Il COMESA fu creato nel dicembre 1994, in sostituzione di un'area di commercio preferenziale gi esistente dal 1981. Nove degli stati membri formarono un'area di libero scambio nel 2000; Ruanda e Burundi aderirono a tale area nel 2004; Comore e Libia nel 2006. Il COMESA uno dei pilastri della Comunit Economica Africana (sono usciti il Lesotho, il Mozambico, la Namibia

e la Tanzania). Ha lo scopo di formare una zona di libero scambio (non ancora formata). Nel 2008 il COMESA ha aderito all'Area di Libero Scambio Africana (AFTZ), che include i membri di altri due blocchi commerciali africani: la Comunit dell'Africa Orientale (EAC) e la Comunit di Sviluppo dell'Africa Meridionale (SADC). La Lega Araba o Lega degli Stati Arabi un'organizzazione internazionale politica di stati del Nord-Africa, del Corno d'Africa e del Medio Oriente, nata il 22 marzo 1945. I primi 6 membri furono: Egitto Iraq Transgiordania (poi divenuta Giordania dopo il 1946), Libano Arabia Saudita Siria Il successivo 5 maggio vi ader anche lo Yemen. Altri paesi seguirono nel corso degli anni, taluni (Eritrea, India e Venezuela) vi si sono accostati solo a titolo di "osservatori". Lo scopo della Lega, secondo l'art. 2 del trattato costitutivo, di allestire relazioni pi strette fra i paesi aderenti, coordinando le attivit politiche di questi secondo principi di collaborazione, nonch di salvaguardare le rispettive sovranit e indipendenza e considerare in un'ottica generale gli affari e gli interessi dei paesi arabi. Le attivit riguardano fra l'altro il coordinamento dell'economia, dei trasporti e delle comunicazioni, delle relazioni internazionali, delle attivit culturali e sociali e della salute pubblica. Organizzata con un Consiglio composto di rappresentanti dei paesi membri, la Lega perviene alle sue determinazioni attraverso il voto consiliare ; nelle decisioni prese a maggioranza, le decisioni del Consiglio sono vincolanti soltanto per i paesi che le accettino, mentre le decisioni prese all'unanimit vincolano alla loro osservanza tutti i paesi membri. Il Mercosur (dizione spagnola, Mercosul secondo la dizione portoghese) il mercato comune del Sud (cio dell'America meridionale). erroneo interpretare l'acronimo come "mercato comune del Cono-Sud", intendendo l'estremit meridionale del continente (vedi Portal Oficial del Mercosur/Mercosul). Vi fanno parte in qualit di Stati membri Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. Hanno invece la qualit di Stati associati (osservatori) la Bolivia e il Cile dal 1996, la Colombia e l'Ecuador dal 2004 e il Per dal 2003. Il Venezuela stato invitato a diventare membro a pieno titolo dell'organizzazione nel 2006, ma il processo di ratifica non ancora stato completato. L'organizzazione fu istituita con il Trattato di Asuncin firmato il 26 marzo 1991 da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay. Nel 1995 sono stati contestualmente aboliti i dazi doganali tra i quattro Paesi e istituita una tariffa doganale comune verso paesi terzi. L'obiettivo del Mercosur la realizzazione di un mercato comune, anche se esistono ancora forti ostacoli protezionistici tra i vari stati. Esso potrebbe esser paragonato al vecchio MEC se non esistessero forti asimmetrie tra i vari Paesi; Infatti se possibile affermare che i tre maggiori Paesi del Mercato Europeo Comune erano piuttosto simili per esperienze economiche e storiche, non si pu dire la stessa cosa per

l'Argentina, il Brasile, l'Uruguay e il Paraguay: basti pensare che il Brasile da solo sviluppa circa il 77% del prodotto economico del gruppo, l'Argentina il 20%, l'Uruguay il 2% e il Paraguay l'1%. Le lingue ufficiali e di lavoro sono lo spagnolo ed il portoghese. Il North American Free Trade Agreement (Accordo nordamericano per il libero scambio), conosciuto anche con l'acronimo NAFTA e, nei paesi di lingua spagnola, come TLCAN (Tratado de Libre Comercio de Amrica del Norte o pi semplicemente TLC), un trattato di libero scambio commerciale stipulato tra Stati Uniti, Canada e Messico e modellato sul gi esistente accordo di libero commercio tra Canada e Stati Uniti (FTA), a sua volta ispirato al modello dell'Unione Europea. L'Accordo venne firmato dai Capi di Stato dei tre paesi (il Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il Presidente Messicano Carlos Salinas de Gortari e il Primo Ministro Canadese Brian Mulroney) il 17 dicembre 1992 ed entr in vigore il 1 gennaio 1994. Il giorno stesso della firma, simbolicamente iniziava nello stato messicano del Chiapas la rivolta zapatista da parte delle popolazioni indigene che vedevano nell'accordo (anche sulla base di precedenti esperienze simili) un ulteriore mezzo volto a trasferire la ricchezza dalle zone povere del Messico verso il Canada e, soprattutto, verso gli Stati Uniti. Laspetto che maggiormente caratterizza il NAFTA sicuramente legato alla progressiva eliminazione di tutte le barriere tariffarie fra i paesi che aderiscono allaccordo. Il NAFTA stato controverso sin da quando fu proposto. Societ transnazionali hanno teso a sostenere il NAFTA nella convinzione che dazi doganali inferiori avrebbero aumentato i loro profitti. I sindacati in Canada e negli Stati Uniti si sono opposti al NAFTA a causa del timore che i posti di lavoro venissero trasferiti fuori del paese a causa del minore costo del lavoro in Messico. Alcuni politici si sono opposti al libero commercio per il timore che trasformer paesi come il Canada in economie a impianti-filiale permanenti. Gli agricoltori del Messico si sono opposti e si oppongono tuttora al NAFTA perch i pesanti sussidi allagricoltura a favore degli agricoltori negli USA hanno causato una pressione verso il basso dei prezzi agricoli messicani, obbligando molti agricoltori a lasciare la loro attivit. Gli stipendi sono diminuiti fino al 20% in alcuni settori. Lapprovazione del NAFTA fu rapidamente seguita da una rivolta tra i rivoluzionari dellEsercito Zapatista e la tensione tra loro e il Governo messicano rimane un problema di primo piano. Inoltre, il NAFTA fu accompagnato da una drammatica riduzione dellinfluenza dei sindacati nelle aree urbane del Messico. AllAccordo ha fatto seguito un drammatico aumento dellimmigrazione illegale dal Messico agli USA; unampia percentuale di queste persone sono agricoltori costretti a lasciare le loro terre a causa di fallimenti conseguenti agli accordi sproporzionati a favore degli USA e del Canada, che hanno fatto sprofondare sempre pi le principali esportazioni messicane di anno in anno. Lopposizione al NAFTA viene pure dalle organizzazioni che difendono, tra gli altri, lambiente e la difesa sociale; queste credono che il NAFTA abbia impatti non economici dannosi alla salute pubblica, allambiente. L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (in inglese North Atlantic Treaty Organization, in sigla NATO,[2] in francese Organisation du Trait de l'Atlantique du Nord, in sigla OTAN), un'organizzazione internazionale per la collaborazione nella difesa. Il trattato istitutivo della

NATO, il Patto Atlantico, fu firmato a Washington, D.C. il 4 aprile 1949 ed entr in vigore il 24 agosto dello stesso anno. La causa del successo di tale Organizzazione internazionale, della sua lunga storia e della sua capacit di adattarsi alle continue mutazioni del panorama geopolitico di riferimento risiede nelle sue principali caratteristiche, ossia: ogni attivit dell'Alleanza avviene sulla base di decisioni prese a consenso unanime, anche ai livelli organizzativi pi bassi; ogni paese contribuisce alle capacit militari della NATO secondo un rigido principio di volontariet; le truppe o i materiali messi a disposizione della NATO dalle varie Nazioni sono sotto comando permanente della nazione che li esprime, e vengono assegnati alla NATO, ed impiegati da un Comandante NATO, solo in caso di necessit; le truppe assegnate alla NATO durante un'operazione (per esempio, ISAF) vengono impiegate dal comandante NATO secondo criteri di impiego delle truppe definiti in un piano operativo (OPLAN) approvato a livello di Comando strategico (Comando Alleato per le operazioni, Allied Command Operations, ACO);i costi di funzionamento dell'Alleanza sono ripartiti tra i paesi membri in funzione dei loro PIL; nessuna attivit (operativa, logistica e addestrativa) viene operata in ambito NATO senza che sia preceduta da un'apposita votazione in cui ogni paese membro esprime la propria volont; in un quadro in cui gli Stati Uniti esercitano in ambito NATO un indiscutibile ruolo di guida, tutti i paesi membri della NATO hanno la stessa importanza. Ognuno di essi esprime un voto nei vari momenti decisionali ed ogni Paese membro pu impedire che una decisione venga presa (anche quella pi importante) attraverso l'uso del veto. I membri della NATO sono attualmente 28. 21 di questi sono anche membri dell'Unione Europea, mentre 24 di questi sono membri a vario titolo (membri effettivi, membri associati, paesi osservatori, partner associati) dell'Unione dell'Europa Occidentale (UEO) che con il Trattato di Lisbona passata sotto il controllo UE. Per questo negli ultimi anni il peso dell'UE andato sempre pi in crescendo nelle decisioni Nato.Come procedura per i paesi che vogliono aderire (pre-adesione) esiste un meccanismo chiamato Piano d'azione per l'adesione o Membership Action Plan (MAP) che fu introdotto nel summit di Washington del 23-25 aprile 1999. La partecipazione al MAP prevede per un paese la presentazione di un rapporto annuale sui progressi fatti nel raggiungere i criteri stabiliti: la NATO provvede poi a rispondere a ciascun paese con suggerimenti tecnici e valuta singolarmente la situazione dei progressi.L'altro meccanismo di pre-adesione il Dialogo intensificato o Intensified Dialogue che visto come passo precedente prima di essere invitati al MAP.Un doppio schema tecnicodiplomatico di accordi stato creato per aiutare la cooperazione tra i membri NATO e altri "paesi partner".Il Partenariato Euro-Atlantico o Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC) fu creato il 27 maggio 1997 al vertice di Parigi ed un forum di regolare consultazione, coordinamento e dialogo tra la NATO e i partner esterni. la diretta conseguenza del partenariato per la pace.Il Partenariato per la pace o Partnership for Peace (PfP) fu creato nel 1994 ed basato su relazioni individuali e bilaterali tra la NATO e il paese partner: ciascuno stato pu decidere l'intensit della collaborazione. stato il primo tentativo di dialogo della NATO con paesi esterni, ma ora considerato il "braccio operativo" del partenariato Euro-Atlantico.la NATO ha una duplice struttura: politica e militare. In linea con quanto accade normalmente nell'ambito dei Sistemi istituzionali democratici dei Paesi membri, anche in questo caso la parte militare ha una posizione subordinata rispetto a quella

politica, che, nelle sue diverse articolazioni, espressione diretta della volont dei popoli dei Paesi membri. L'Alleanza governata dai suoi 28 Stati membri, ognuno dei quali ha una delegazione presso la sede centrale della NATO a Bruxelles. Il pi anziano membro di ciascuna delegazione chiamato "Rappresentante permanente". L'organizzazione politica della NATO basata sulla regola del consenso unanime e comprende: il Consiglio del Nord Atlantico (North Atlantic Council, NAC), formato dai Rappresentati permanenti ed l'organismo con l'effettivo potere politico all'interno della NATO. Si riunisce almeno una volta a settimana e occasionalmente vengono realizzati con l'integrazione di Ministri degli esteri, Ministri della difesa o Capi di stato e di governo: questi incontri sono quelli in cui solitamente l'alleanza prende le decisioni politiche pi importanti. il Segretario generale (Secretary General, NATO SG) proviene da uno dei Paesi membri europei. presiede il Consiglio e rappresenta la NATO a livello internazionale, ed affiancato dal Vice Segretario generale (Deputy Secretary General, NATO DSC).[9] l'Assemblea parlamentare (Parliamentary Assembly), formata da legislatori dei parlamenti dei Paesi membri integrati da quelli di 13 paesi associati. ufficialmente una struttura parallela ma staccata dalla NATO: il suo scopo quello di riunire deputati dei paesi NATO per discutere di temi relativi alla sicurezza e alla difesa. L'organizzazione militare della NATO comprende: il Comitato militare (Military Committee, MC), formato dai Rappresentati militari dei Paesi membri ed ha il compito di decidere le linee strategiche di politica militare della NATO. Provvede inoltre alla guida dei Comandanti strategici, i cui rappresentanti partecipano alle sedute del Comitato, ed responsabile per la conduzione degli affari militari dell'Alleanza. Il Rappresentante militare l'altra figura rilevante della delegazione permanente dei Paesi membri presso la NATO ed un ufficiale con il grado di Generale di Corpo d'Armata o corrispondente che proviene dalle forze armate di uno dei ciascun paese membro. Presidente del Comitato militare (Chairman of the Military Committee): presiede il Comitato, dirige le operazioni militari della NATO e coordina i due Comandi strategici. La carica attualmente ricoperta dall'Ammiraglio italiano Giampaolo Di Paola, gi Capo di Stato Maggiore della Difesa fino al 12 febbraio 2008. Prima del 2003 i due comandi strategici erano: il Comandante supremo alleato europeo o Supreme Allied Commander Europe (SACEUR) il Comandante supremo alleato atlantico o Supreme Allied Commander Atlantic (SACLANT) Attualmente, dopo l'abolizione dei sopracitati Comandi, esistono due comandi strategici: il Comando alleato per le operazioni alleate (Allied Command Operations, ACO), responsabile della condotta delle operazioni NATO a livello mondiale; il Comando Alleato per la trasformazione (Allied Command Transformation, ACT), responsabile della redazione delle strategie future e dell'elaborazione della dottrina operativa, logistica ed addestrativa NATO. Secondo larticolo 10 tutti gli stati europei possono essere invitati e poi si voter allunanimit: ma nella prassi si hanno dei protocolli che sono come

accordi firmati dallo stato che pretende di entrare e gli altri stati membri (si parla di organizzazione semichiusa). Secondo larticolo 11 lentrata in vigore decorre da quando la maggioranza degli stati deposita gli strumenti di ratifica presso gli Usa e fra questi devono esserci Benelux, Uk, Usa, Francia,Canada. Secondo larticolo 12 la revisione esercitatile dopo 10 anni dallentrata in vigore. Secondo larticolo 13 la rescissione possibile dopo 20 anni dellentrata in vigore e lo stato che ne faccia richiesta deve depositare almeno un anno prima gli strumenti di rescissione agli Usa (la Francia ne usc nel 1967 solo militarmente ma rimase fedele al patto e ai suoi scopi). Larticolo 5 per la difesa collettiva stato esercitato per la prima volta dopo l11 settembre per entrare in Afghanistan. Lo stretto di Hormuz nel Golfo Persico e lo stretto di Malacca che collega loceano Indiano al Pacifico sono i pi importanti. Tra gli altri, il Canale di Suez che unisce Mar Rosso e Mar Mediterraneo, lo stretto di Bab el-Mandab tra il Golfo di Aden ed il Mar Rosso, lo stretto del Bosforo che lega la regione del Mar Nero e del Mar Caspio al Mar Mediterraneo ed il Canale di Panama che congiunge loceano Atlantico al Pacifico. Premesso che la sicurezza uno dei fattori chiave nel trasporto energetico mondiale, si capisce come un blocco, anche solo temporaneo, di uno di questi stretti possa far alzare in modo sostanziale i costi con effetti rilevanti sui prezzi del petrolio. In aggiunta, le ridotte dimensioni rendono gli stretti particolarmente vulnerabili a furti di pirati, attacchi terroristici e turbolenze politiche quali guerre o altre forme di ostilit, cos come ad incidenti tra navi che possono provocare ingenti fuoriuscite di greggio. Stretto di Hormuz Questo stretto di gran lunga il pi strategico poich vi transitano circa 17 milioni di barili di petrolio al giorno, 2/5 del trasporto marittimo energetico del pianeta. Al centro tra Oman ed Iran, Hormuz collega il Golfo Persico al Golfo di Oman ed al Mar Arabico e nel suo punto pi stretto misura appena 21 miglia. La maggior parte del petrolio che lo attraversa ha per destinazione lAsia ed in misura ridotta gli Stati Uniti e lEuropa. Oggi, 3/4 dellimport giapponese proviene da questarea e viaggia su petroliere in grado di contenere fino a due milioni di barili, le cosiddette Very Large Crude Carriers (VLCC). Una eventuale chiusura di Hormuz costringerebbe allutilizzo di rotte pi lunghe e ad un inevitabile impennata dei costi di trasporto. Le rotte alternative oggi percorribili sono: la Est-West Pipeline per lArabia Saudita con una capacit di trasporto pari a 5 milioni di barili al giorno e la Abqaiq-Yanbu Pipeline sempre attraverso lArabia Saudita con una capacit pari a 290,000 barili al giorno; unaltra soluzione potrebbe essere la riattivazione della Iraqi Pipeline (IPSA) che, sempre via Arabia Saudita, raggiungerebbe una capacit di 1.65 milioni di barili al giorno e della Tapline via Libano che arriverebbe ad una capacit massima 500 mila barili al giorno.

Stretto di Malacca Lo stretto di Malacca, nel mezzo tra Indonesia, Malesia e Singapore, congiunge loceano Indiano al Mar Cinese meridionale e alloceano Pacifico. Malacca la rotta marittima pi vicina al mercato asiatico di Cina, Indonesia, Giappone e Corea del Sud. Via Malacca sono passati nel 2006 circa 15 milioni di barili al giorno. Nel suo punto pi stretto, il Phillips Channel, misura 1,7 miglia creando un bottleneck naturale, obiettivo potenziale per collisioni tra navi ed attacchi. Rapporti recenti dellInternational Chamber of Commerce indicano una concentrazione in questa zona degli attacchi pirateschi. Pi di 50,000 navi attraversano ogni anno Malacca. Se questo stretto dovesse restare chiuso, le due uniche rotte alternative sarebbero larcipelago indonesiano attraverso lo stretto di Lombok o lo stretto di Sunda tra Java e Sumatra. Societ saudite, malesi ed indonesiane hanno siglato nel 2007 un contratto di 7 miliardi di dollari per la costruzione di una pipeline che, attraversando il nord della Malesia ed il sud della Tailandia, ridurrebbe del 20% il traffico che registra

oggi Malacca.

Il Canale di Suez La chiusura del Canale di Suez e della Sumed Pipeline aggiungerebbe 6,000 miglia di tragitto intorno al continente africano. Il Canale di Suez si trova in Egitto e collega il Mar Rosso ed il Golfo di Suez al Mar Mediterraneo. Il Canale un capolavoro di ingegneria lungo 120 miglia. I carichi petroliferi del Golfo lo attraversano per raggiungere i porti europei e quelli americani. Nel 2006, circa 3.9 milioni di barili al giorno lo hanno percorso in direzione nord mentre 0.6 milioni di barili sono stati tradotti verso sud.

Pi di tre mila petroliere percorrono questo canale ogni anno. Con solo 1,000 piedi di larghezza nel punto pi stretto, le petroliere pi grandi non hanno via daccesso. LAutorit che controlla il canale ha in programma un suo allargamento per consentire il passaggio anche delle VLLC e delle Ultra Large Crude Carriers (ULCC). La Sumed Pipeline, lunga 200 miglia, collega Mar Rosso e Mar Mediterraneo attraverso il nord dellEgitto e rappresenta unalternativa concreta a Suez con una capacit di circa 3.1 milioni di barili al giorno. Nel 2006, quasi tutto il petrolio saudita ha percorso questa direttrice energetica, di propriet della Arab Petroleum Pipeline Co., una joint venture tra EGPC (Egitto), Saudi Aramco (Arabia Saudita), ADNOC (Abu Dhabi) ed alcune societ kuwaitiane. La chiusura di Suez e della Sumed Pipeline costringerebbe le petroliere alla circumnavigazione del Capo di Buona Speranza, con 6,000 miglia di rotta marittima in pi. Il Canale di Suez stato chiuso per 8 anni dopo la guerra dei Sei Giorni tra Israele e diversi Paesi arabi del 1967. Chiusura che cost all'incirca 12 miliardi di dollari dell'epoca (49 miliardi di oggi) in maggiori spese per il trasporto. Alla riapertura, nel 1975, gli egiziani scoprirono che i Paesi importatori avevano ormai puntato su navi da trasporto pi grandi e solo una petroliera su quattro di quelle in funzione poteva passare dal canale. Tentarono quindi di allargarlo per recuperare il traffico perduto. Oggi, solo il 16% delle navi che attraversano il Canale di Suez trasporta petrolio. Si stima che siano tra i 600 mila e un milione i barili di greggio che attraversano il canale via mare. L'oleodotto Suez-Mediterraneo, che corre parallelo al canale, trasporta tra 1 e 2 milioni di barili di greggio al giorno. Negli ultimi anni il Canale di Suez diventato un'importante via di transito per le navi che trasportano gas liquido, ma si stima che il mercato del gas sia in grado di non subire grandi contraccolpi da una chiusura del canale. Il transito delle navi organizzato in tre convogli alternati al giorno (da nord a sud. da sud a nord e ancora da nord a sud), che si incrociano al Grande Lago Amaro e al by-pass di al-Balla. Le navi si susseguono a una distanza di circa un miglio marino, e la velocit di circa nove nodi. Il transito dura in media circa 15 ore. Ogni nave imbarca alla partenza uno o due piloti, che sono responsabili del rispetto dell'ordine dei convogli e della puntualit dei passaggi ai vari semafori, o posti di segnalazione, presenti ogni 10 km circa; a Ismailia si ha un cambio di pilota. Per ovviare a qualsiasi avaria, partecipano ai convogli dei rimorchiatori locali e le navi devono imbarcare un elettricista. Anche le barche a vela devono imbarcare personale specializzato locale. Inoltre ogni imbarcazione deve avere un proiettore (noleggiabile), per ovviare alla bassa visibilit in caso di tempeste di sabbia.

Stretto di Bab el-Mandab Questo stretto al centro tra Yemen, Djibouti ed Eritrea e connette il Mar Rosso con il Golfo di Aden ed il Mar Arabico. Tutto lexport del Golfo Persico passa di qua prima di attraversare Suez e raggiungere i porti europei ed americani. Nel 2006 hanno preso questa direzione circa 2.1 milioni di barili di petrolio al giorno. Dopo lattacco ad una nave francese al largo delle coste yemenite nel 2002, la sicurezza diventata la priorit per tutte le compagnie di trasporto internazionali. La chiusura di questo stretto costringerebbe infatti le navi al periplo dellAfrica. Stretto del Bosforo e Dardanelli Laumento dellexport dalla regione del Mar Caspio ha fatto diventare lo stretto del Bosforo uno dei passaggi energetici pi strategici al mondo, attraverso il quale circolano circa 2.4 milioni di barili di petrolio al giorno. Lo stretto del Bosforo unisce il Mar Nero al Mar di Marmara mentre i Dardanelli uniscono il Mar di Marmara al Mar Egeo ed al Mar Mediterraneo. Il transito petrolifero si ridotto dal 2006 in conseguenza della preferenza russa per i porti baltici. Questo calo verrebbe, tuttavia, compensato da un aumento nellexport di Azerbaigian e Kazakistan. Con appena mezzo miglio di larghezza nel punto pi stretto, questi due stretti a sovranit turca formano uno dei passaggi pi critici causa della geografia

sinuosa che li caratterizza. Li varcano pi di 50,000 navi allanno rendendoli uno dei passaggi energetici pi trafficati al mondo. Pur non essendoci rotte alternative verso lEuropa dal Mar Nero e dal Mar Caspio, sono in fase di sviluppo diversi progetti di pipeline. Nel 2008, prevista la costruzione della pipeline Albania-Macedonia-Bulgaria (AMB), lunga 570 miglia con una capacit di trasporto di circa 750 mila barili di petrolio al giorno, che collegherebbe il porto di Burgas nel Mar Nero con il porto albanese di Vlore. In pi, la Federazione Russa ha iniziato trattative con Bulgaria e Grecia per una pipeline di 173 miglia.

rosso: Bosforo, giallo: dardanelli Canale di Panama Gli Stati Uniti sono il primo paese di origine e di destinazione di tutto il trasporto energetico che attraversa il Canale di Panama. Questo canale rappresenta un passaggio importante che collega loceano Pacifico con il Mar dei Caraibi e loceano Atlantico. Secondo la Panama Canal Authority, sono transitati mezzo milione di barili di petrolio nel 2006. Tuttavia, la rilevanza di questo canale diminuita, in quanto le navi pi moderne sono di stazza pi grande rispetto alla capacit massima del canale. La nave pi grande che pu percorrere senza difficolt il canale nota con il nome di PANAMX-size (navi da 50,000 a 80,000 tonnellate di stazza e lunghe non pi di 108 piedi). Il Canale di Panama lungo 50 miglia e largo solo 110 piedi nel suo punto pi stretto, il Culebra Cut. Circa 14,000 navi attraversano il Canale ogni anno, met delle quali destinate al mercato americano. Nel settembre 2007 il governo di Panama ha iniziato i lavori per un progetto di espansione del Canale di 5 miliardi di dollari. Verr aggiunta una terza linea di transito che consentir lattraversamento alle navi di dimensioni maggiori, incrementando di pi del doppio lattuale volume di traffico. Gas naturale liquefatto e carbone proveniente dalla Colombia troverebbero la loro strada facilitata da questo nuovo passaggio. La chiusura del Canale di Panama incrementerebbe enormemente i tempi ed i costi di trasporto, aggiungendo ben 8,000 miglia di tragitto. Le navi dovrebbero

passare per lo Stretto di Magellano, Capo Horn e per il Passaggio di Drake in Sud America.

Il mondo diventato confine Per la geopolitica meglio parlare non di religione ma di aree culturalireligiose: corrispondono a spazi con frontiere non ben delimitate che raggruppano individui capaci di condividere il modo di vita, la lingua, la religione. Si afferma in queste aeree una rappresentazione simbolica fondata su valori comuni e sul sentimento di appartenenza alla stessa comunit: un sentimento che si basa su uneredit storica, politica, religiosa, su uno stesso tessuto sociale. Sono le circostanze storiche a determinare quali siano gli elementi prevalenti di unarea culturale: pu essere la religione in un momento, in un altro la lingua. Le aree culturali si intersecano e tendono a infrangere i muri eretti dai dogmi religiosi. Si parla di mondo islamico, cristiano: si appropriano di unarea e la colonizzano. Nelle zone di confine si creano equilibri instabili. Si radicano nel territorio senza rispettare i confini nazionali ma conferiscono alle popolazioni una precisa identit. sbagliato parlare di civilt come fece Huntington suddividendo in: cristiano occidentale, africano subshariana, sino-confuciana, hindu, buddista, ortodossa, musulmana. Questa divisione non mette in evidenza le molte divisioni interne diversi elementi politici ed economici. sempre pi difficile fare una classificazione delle aree-culturali e civilt in quanto la globalizzazione evidenza la mescolanza di individui che iniziano ad assumere sempre pi un ruolo: la deterritorializzazione non riguarda solo lo spostamento di industrie ed attivit ma di intere famiglie.

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