La L. n.241/1990 dett per la prima volta le disposizioni generali in relazione ad una vasta attivit amministrativa, precedentemente soggetta ad una disciplina prodotta e continuamente affinata dalla giurisprudenza e dalla dottrina. Questa disciplina richiedeva un diretto intervento del legislatore che le assicurasse maggiore certezza.
La legge opera su due versanti, l'uno tende a rendere l'azione amministrativa pi semplice, rapida, economica, efficiente: l'altro tende a renderla pi trasparente, partecipata, paritaria, democratica.
Al primo convincimento la 241 risponde con una serie di disposizioni, quali quelle riguardanti - i criteri di economicit e di efficacia (art. 1, comma 1); - il divieto di aggravamento del procedimento (art.1 comma 2); - il termine per la conclusione dello stesso (art 2, comma 2 e 3); - le conferenze di servizi (art 14 e successive aggiunte, fino a 14quater); - gli accordi tra amministrazioni (art 15); - il silenzio facoltativo in tema di pareri (art 16) e quello devolutivo in tema di valutazioni tecniche (art.17); - l'autocertificazione (art 18); la DIA (art 19); - il silenzio assenso (art 20).
Dal secondo versante discendono le disposizioni relative - al criterio di pubblicit (art 1 comma 1); - al dovere di procedimento con un provvedimento espresso (art 2, comma 1); - alla necessit della motivazione (art 3); - all'identificazione del responsabile del procedimento (artt 4-6); - alla partecipazione (artt 7-10); - agli accordi procedimentali (art 11); - alla predeterminazione dei criteri per l'attribuzione di vantaggi economici (art 12) - al diritto di accesso (artt 22-28)