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l'intesa degli Stati afroasiatici sui punti della coesistenza e della non
interferenza, e in parte dalle prove di anti-imperialismo venute dall'azione di
governo di alcuni regimi borghesi del gruppo neutralista; la funzione
emblematica del socialismo fu ulteriormente rivalutata dalla vittoria del
comunismo in Cina, in uno Stato semi-coloniale e aperto all'interferenza
degli imperialismi occidentale e giapponese; intanto, nello stesso frangente,
l'assistenza americana a Chiang Kai-shek aveva confermato il sospetto di una
potenziale tendenza neo-imperialista degli Stati Uniti e la coincidenza
necessaria fra capitalismo e colonialismo.
2. La Conferenza afroasiatica di Bandung e l'emergere del "non
allineamento"
Una funzione importante nella formazione del nuovo clima internazionale in
cui la questione coloniale si sarebbe sviluppata ebbe la Conferenza che
ebbe luogo tra il 18 ed il 24 aprile 1955 a Bandung, in Indonesia. La
Conferenza, convocata su iniziativa di India, Pakistan, Ceylon (oggi Sri Lanka),
Birmania e Indonesia, scaturiva dalla fase finale della crisi indocinese e dalle
discussioni che l'avevano caratterizzata, culminate nella firma del trattato
istitutivo della SEATO (settembre 1954); in origine essa non era ispirata da
alcun comune progetto di non allineamento rispetto agli schieramenti della
Guerra Fredda (basti pensare che fra gli Stati invitati alcuni, come il Pakistan,
le Filippine ed il Giappone, erano legati all'Occidente, altri, come la Cina,
palesemente schierati con l'URSS) e prevedeva la partecipazione dei soli
paesi asiatici di recente indipendenza; l'estensione dall'ambito asiatico a
quello afroasiatico ebbe luogo con l' iniziativa di invitare alcuni paesi arabi e
africani di recente o prossima indipendenza o di importanza risolutiva per
l'ampliamento dei consensi (si unirono cos alla Conferenza Egitto, Siria,
Libano, Liberia, Sudan, Etiopia e Costa d'Oro oggi Ghana - ). Malgrado
l'eterogeneit di provenienza e linea politica internazionale delle delegazioni
presenti, tutte consideravano di importanza capitale il tema degli
schieramenti nell'assetto bipolare e la valutazione dei costi impropri
che lo scontro sovietico-americano imponeva a tutto il globo,
compromettendo le eventuali iniziative di sviluppo (come il piano di Colombo,
nato nel 1950 su iniziativa britannica e coinvolgente i paesi asiatici del
Commonwealth, dal quale gli stessi promotori della Conferenza di Bandung
avevano tratto ispirazione). A tali temi alcuni tra i partecipanti pi illustri
(Nehru, Sukarno, Nasser, U Nu e Zhou Enlai) affiancarono nel corso del
dibattito l'analisi di alcuni principi generali (in particolare diritto di
autodeterminazione nazionale e condanna del colonialismo) che avrebbero
dovuto svilupparsi quali linee-guida del non allineamento, il quale si
configurava, testualmente, come l'astensione "dal partecipare ad accordi di
difesa collettiva volti a servire gli interessi particolari delle grandi potenze".
Nonostante il suo valore prevalentemente simbolico, la Conferenza ebbe
dunque un impatto notevole sul panorama internazionale e sul delineamento
dei principi del suo futuro ordinamento, non solo per il manifestarsi della
nascente coalizione neutralistica ma anche per l'emergere dei primi segnali
della volont cinese di sviluppare nel mondo afroasiatico una politica non del
tutto omogenea rispetto a quella sovietica.
2.1 Lo svolgimento dei lavori
I paesi presenti a Bandung furono 29, di cui 6 rappresentanti l'Africa (3 di
essi erano arabi); precisamente, parteciparono: Birmania, Ceylon, India,
Indonesia, Pakistan, Afghanistan, Arabia Saudita, Cambogia, Cina, Egitto,
Etiopia, Filippine, Ghana, Giappone, Giordania, Iraq, Iran, Laos, Libano,
Liberia, Libia, Nepal, Siria, Sudan, Thailandia, Turchia, Vietnam del nord,
Vietnam del sud, Yemen; le varie delegazioni erano guidate dai rispettivi primi
ministri, o, in assenza di essi, da ministri di grado elevato; in qualit di
osservatori erano stati ammessi a Bandung i rappresentanti dei movimenti di
liberazione d'Algeria, Marocco e Tunisia. Mancando un ordine del giorno, le
potenze invitanti avevano provveduto a redigere qualche giorno prima
dell'apertura dei lavori l'elenco di quelle che sarebbero state le tematiche
salienti:
cooperazione economica
cooperazione culturale
energia nucleare