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Lutero e l’indungenza tedesca del 1517

La dottrina delle indulgenze.


l’evento che ha causato la nascita dell’Europa moderna è stato: La riforma luterana. Questa ha rotto l’unità
cristiana che aveva segnato il medioevo, segnando così una svolta. La riforma aveva fatto esplodere, tutte in
una volta, tensioni e polemiche che erano rimaste sopite per tanto tempo e che dividevano internamente la
Chiesa. La dottrina delle indulgenze aveva causato questa scissione. Essa, nel XV sec., era ormai una pratica
consolidata, diceva che Gesù ed i santi avevano, con le loro buone azioni, accumulato un “tesoro” di
indulgenze con le quali si potevano rimettere i peccati e diminuire le pene del purgatorio. Intorno a questa
dottrina si erano sviluppate però una lunga serie di credenze che la Chiesa tollerava comunque.
Nel 1515 Alberto di Hohenzollern, già titolare di due vescovadi, aveva chiesto il vescovado di Magonza, il
più importante in Germania. Pur non potendo, per regola, ognuno, sostenere più di due vescovadi, Leone X
accettò la proposta di Alberto, a patto che egli gli pagasse 10000 monete d’oro. Alberto se le fece anticipare
dal banchiere Jacob Fugger, le diede al Papa, e questi concordò con lui il bando di un’indulgenza della durata
di due anni, gli introiti di quest’indulgenza sarebbero stati poi divisi a metà tra Fugger, per saldare il debito, e
il Papa, che con questi voleva completare la costruzione di San Pietro.

Le 95 tesi di Martin Lutero.


Nel 1517 i frati dominicani che dovevano diffondere le indulgenze, assunsero una forma di propaganda
particolarmente scandalosa. Fu così che Martin Lutero, monaco agostiniano, si affrettò a mettere in guardia i
suoi parrocchiani condannando tali pratiche. Egli argomentò il suo punto di vista scrivendo, in latino, 95 tesi.
Era la fine dell’ottobre del 1517. Non era stata la prima volta che, intorno alle indulgenze erano scoppiate
polemiche, ma questa volta, dalla parte di Lutero, vi era stata l’invenzione della stampa, grazie a questo, in
breve tempo vi fu una diffusione capillare delle idee di Lutero, che, nel frattempo erano state tradotte in
tedesco. Lutero nelle sue tesi diceva che: Il Papa non poteva cancellare nessuna colpa, che chi credeva nelle
indulgenze era dannato in eterno, che il Papa non doveva procurarsi denaro con mezzi tanto empi.

La condanna papale alle tesi luterane.


Le tesi furono così inviate a Roma, perciò, nel 1518, la corte pontificia emise una prima condanna dove
invitava Lutero a venire a Roma a discolparsi. Quest’ultimo ebbe però l’appoggio di un principe della
Sassonia, Federico il Savio, inoltre eventi politici di maggior importanza misero in secondo piano la sua
polemica. Fu così che, nel 1520, da Roma venne elaborata una seconda condanna più articolata, ma ancora
Federico difese il suo protetto e chiese che Lutero venisse ascoltato all’assemblea della Dieta nel 1521.

Le ripercussioni politiche della protesta di Lutero.


Quando egli venne ascoltato dalla Dieta, erano ormai passati più di tre anni, nei quali le tesi luterane si erano
inserite in processi di modificazione culturale e politica assai complessi. In primo luogo solo nel versante
tedesco. Infatti la Germania era un paese assai arretrato politicamente, diviso in centinaia di staterelli.
L’unico aspetto che attestava una finta unità territoriale era l’autorità imperiale, che però derivava dal
lontano potere del Papa di Roma. In questo scenario vi era la tendenza alla formazione di autonomie
regionali coincidenti con i grandi ducati. Inoltre, troppo denaro tedesco prendeva la via di Roma. Per tutto
ciò, le idee di Lutero, che condannava l’avidità papale, ottennero grande prestigio tra i prìncipi, che avevano
tutti gli interessi ad appoggiarle. Inoltre Lutero ottenne l’appoggio dei Ritter (nobiltà dei cavalieri). Essi
erano una classe in crisi a causa dell’ammodernamento dello stato e per via dell’evoluzione dei sistemi
militari, pertanto appoggiavano le idee luterane sperando di riuscire così ad impossessarsi dei beni
ecclesiastici in Germania.

La corruzione della chiesa e i papi del Rinascimento.


Inoltre vi era nella chiesa un problema più generale che favorì la diffusione delle idee luterane, la
corruzione. Ormai la chiesa era un regno italiano, il papa un principe. Quindi vi furono tanti personaggi che
tentarono di porre rimedio a questa situazione con una riforma nella chiesa, anche prima di Lutero, ma
evitando lacerazioni interne, ma non vi riuscirono. Tipico è l’esempio dell’umanista Erasmo da Rotterdam.

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La teologia luterana
La formazione religiosa di Lutero.
Martin Lutero nacque il 10 novembre 1483 in Sassonia, nel 1505 si fece monaco presso gli agostiniani,
mostrando i segni di una religiosità molto drammatica, tipica dell’uomo medievale. Nel 1507 diventò
sacerdote, dopodichè studiò teologia trasferitosi a Wittenberg. Lutero raccontava violente angosce, che gli
impedivano di trovare la pace. Era perseguitato dal senso del peccato e si confessava in continuazione. Per
via di questa visione, col tempo, si convinse che nessun uomo può essere privo di pulsioni malvagie,
qualunque cosa faccia, e che è impossibile salvarsi con le proprie forze, questo perché i comandamenti
sono impossibili da adempiere con le proprie forze.

La fede e la promessa di Dio.


Lutero, nel 1510 fece un viaggio a Roma, qui non trovò conforto alle sue angosce, così, tornato a Wittenberg,
nel 1513 iniziò a insegnare teologia. In questi anni egli trovò la soluzione al problema della giustificazione
(*) a partire dalla frase dalle lettere di San Paolo ai Romani: “il giusto vivrà nella fede”. Il senso del
cristianesimo cambiò completamente nella visione di Lutero, perché infatti, secondo lui, inutili erano le
buone opere, in quanto l’uomo è di natura malvagia. Pertanto i comandamenti erano stati, secondo Lutero,
preordinati affinché l’uomo riconoscesse la propria impotenza rispetto al bene e imparasse a disperare di se
stesso. Per Lutero, l’unico mezzo per la salvezza è credere, ma per farlo devi essere scelto da Dio, in quanto
l’uomo non può far nulla per trovare, da solo, la fede. Quindi una sorta di negazione del libero arbitrio.
*(vedi scheda: “Giustificazione”, a pag. 264 del libro.)

Lutero ed Erasmo da Rotterdam.


Vi erano parecchie concordanze tra Erasmo da Rotterdam e Lutero. Nel 1516 Erasmo aveva pubblicato
un’edizione del Nuovo Testamento che includeva, oltre la versione in latino, l’originale in greco, cosicché
ogni persona potesse interpretare liberamente, senza dover ascoltare necessariamente ciò che dicevano i
teologi. Lo stesso doveva fare il cristiano nella vita di tutti i giorni, e cioè liberarsi di tutto ciò che è estraneo
e deformante alla vera fede (culto di reliquie ecc.). Fra Erasmo e Lutero vi erano comunque sostanziali
differenze, il primo infatti non accettava le visioni luterane per cui l’uomo è privo di libero arbitrio ed è
totalmente corrotto sin dalla nascita.

La dottrina luterana dei sacramenti.


Lutero “nega” quasi tutti i sacramenti. Per Lutero essi si sono ridotti solo a delle specie di riti magici, validi a
prescindere dalla fede di colui che li riceve. Secondo Lutero invece essi sono riconducibili ad uno solo:
l’accettazione tramite la fede, delle promesse divine. Così vengono accettati i sacramenti dove è il fedele a
ricevere ciò che Dio ci offre e aboliti quelli che ci fanno credere di fare un opera buona “apprezzata” da Dio.

Il sacerdozio universale e il libero esame delle scritture.


Lutero critica anche l’ordinazione sacerdotale. Per Lutero i sacerdoti sono solo ministri col compito di
insegnare e predicare, che non devono però introdursi nel rapporto tra il singolo e Dio. Così, con Lutero, il
sacerdozio è universale, ognuno, col battesimo, può divenire sacerdote. Questo è strettamente legato al libero
esame delle scritture da parte di ognuno. In base a questo Lutero abolisce gli ordini monastici e qualunque
tipo di voto perché la visione di Lutero del “primato della fede”, faceva sì che egli diffidasse da tutto ciò che
tendeva a trasformare il cristianesimo in una forma di vita eccezionale. Infine Lutero esalta il lavoro, ogni
uomo deve sposarsi, avere figli e lavorare, conseguentemente, abolisce il divieto del matrimonio per i
sacerdoti.

La fede, le opere e i veri sacramenti.


Per Lutero i veri sacramenti sono: - L’eucaristia. Egli non mette in dubbio la presenza reale del corpo e del
sangue di cristo nel pane e nel vino. Il significato della Messa però cambia, essa diviene semplicemente la
manifestazione della propria fede nella promessa divina. - Il battesimo. Non è più un rito che lava il peccato,
ma è simbolo della morte e della resurrezione.
Infine la confessione cambia radicalmente, ciò che conta è solo la fede nella promessa del perdono. Il
confessore non ha più il potere di cancellare i peccati, ma può solo dare conforto. Il penitente amministra da
sé tale sacramento, con la propria fede.

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L’appello ai principi tedeschi.
Lutero, infine, attacca direttamente il papa, trova l’ascolto dei principi tedeschi, ai quali chiedeva di
intervenire negli ordinamenti terreni della chiesa, facendo ciò che aveva teorizzato in quegli anni, abolendo
monasteri, requisendo le ricchezze della chiesa di Roma in Germania ecc. Ormai l’assemblea della Dieta, col
nuovo re Carlo V, era prossima.

La riforma in Germania
La risonanza dell’”affare Lutero” e la dieta di Worms.
Il 6 gennaio 1521 Lutero venne scomunicato, il 27 gennaio si tenne la Dieta di Worms. Durante il periodo
dalle pubblicazione delle tesi, la questione aperta da Lutero era diventata una questione nazionale. Le sue
polemiche erano basate su argomenti molto sentiti da tutti i fedeli d’Europa, e contava inoltre sull’appoggio
delle forze umanistiche, desiderose di aprire il problema sulla riforma della chiesa. Lutero presentava i favori
dell’opinione pubblica, che era stanca delle ingerenze della chiesa sugli affari interni tedeschi, al punto che
molti principi si erano convinti toccasse alla Dieta giudicare Lutero stesso, non alla curia romana, in quanto
egli aveva aperto delle polemiche interne alla Germania. Preso in considerazione questo, se Lutero avesse
accettato di attenuare alcuni aspetti delle sue tesi, la Dieta l’avrebbe “assolto”, e questa sarebbe stata
l’occasione per dare una sonora sconfitta alla chiesa romana. Lutero però non rivisitò le sue teorie, pertanto
fu dato ordine di catturarlo. Ancora una volta Federico di Sassonia lo salvò nascondendolo in un suo castello.
Qui Lutero tradusse in tedesco la Bibbia, cosicché ognuno, da quel momento, sarebbe stato in grado di
interpretare a proprio modo la parola di Dio. Lutero aveva raggiunto il suo ultimo obbiettivo.

La diffusione della Riforma e la rivolta dei cavalieri.


Quando Lutero tornò, nel 1522, a Wittenberg, i suoi seguaci erano decisamente aumentati. Nel corso degli
anni ’20, in Germania, i segni dell’antico modo di vivere la religione furono distrutti o dispersi. Il clero fu
spesso costretto a recitare la messa in tedesco e a prendere moglie. Frati e monaci furono riportati alla vita
laica con la forza. Lo stesso Lutero si sposò con una ex-suora. Oltre a tutto questo, vi furono risvolti anche
“non spirituali”. Infatti, i Ritter renani assaltarono l’arcivescono di Treviri per impossessarsi dei suoi
possedimenti, quest’attacco fu stroncato da un intervento armato dei maggiori principi, che volevano
sfruttare la riforma luterana come una spinta verso lo stato, non come un ritorno al passato cavalleresco.

La guerra contadina tedesca.


Quando vi fu la rivolta dei cavalieri, Lutero si schierò con i principi, lo stesso avvenne durante la rivolta
sociale avvenuta tra il 1524 e il 1525. Questa ebbe come protagonista Thomas Muntzer, il quale predicava
alle comunità di fedeli di poter fare a meno del clero in toto, e di poter amministrare da sé le cose sacre,
superando anche la mediazione delle sacre scritture (e staccandosi così anche dalle credenze apportate dalla
riforma luterana). Muntzer fomentò la folla, fino a trovarsi protagonista di una delle principali rivolte del
tempo, che aveva assunto l’aspetto di un sollevamento totale del popolo in nome del Vangelo e di ciò che
esso predicava, massacrando e distruggendo, in preda al furore, tutto ciò che trovava sul loro passaggio.

Lutero contro la sollevazione sociale.


La piccola e grande nobiltà fondiaria non riuscì a trasformare in senso moderno la gestione delle loro terre,
così aumentò le tasse feudali, cosicché i contadini presentarono dei progetti di riforma sociale, tra i quali, da
ricordare i Dodici articoli dei ribelli della Svevia. Nel ’25 quando la rivolta aveva raggiunto il culmine,
Lutero la giudicò come un flagello di dio contro l’avidità dei signori, ma invitò i contadini a non farsi
trasportare dai fanatici, per non cadere nel male dell’anarchia. In seguito però Lutero, per sottrarsi
dall’accusa di essere causa della rivolta, il mese successivo pubblicò un opuscolo dove chiamava i principi
alla carneficina. Fu così che, nel maggio del ’25 i rivoltosi furono sconfitti e sterminati, Muntzer fu torturato
come eretico e poi anch’esso ucciso.

La dottrina politica di Lutero e la rottura con Erasmo.


Per Lutero l’uomo è schiavo del peccato nei rapporti sociali, per questo Dio ha creato il potere temporale
dello stato, dando allo stesso la spada per esercitarlo, sopprimendo i rivoltosi. Questo era visto male dagli
umanisti. Erasmo pubblicò così il de libero arbitrio, dove diceva che la fede è basata sulla libera scelta, a cui
Lutero rispose con il de servo arbitrio, dove giudicava le teorie umaniste peggiori di quelle papiste ecc.

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L’intervento dei principi tedeschi in difesa della Riforma.
Sempre più la riforma era sostenuta dai principi. Per le autorità, seguire la riforma, voleva dire, non solo
appoggiare un numero sempre maggiore di tedeschi, ma anche abolire il ceto cattolico e impossessarsi dei
suoi beni. Comunque, nonostante l’asprezza delle polemiche, sia luterani che cattolici tentavano di
salvaguardare l’unità della chiesa e venire incontro ai desideri dell’imperatore, che continuava a rimanere
un’autorità non contestata, anche per i luterani. Comunque non riuscirono a trovare un compromesso valido
per entrambe le fazioni.

Lai Mattia 3° F

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