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La morte di Atahualpa

Atahualpa probabilmente nacque nella città di Quito, nell’attuale Ecuador.


Non si sa con esattezza la sua data di nascita, però alcune fonti scritte dai
conquistadores, coloro che occuparono il centro e sud America, ci
descrivono Atahualpa, durante la sua prigionia, come un uomo di circa
trent’anni, quindi possiamo stabilire che nacque agli inizi del 1500, più
precisamente il 1502.
Fu l’ultimo imperatore Inca, e con la sua morte si ‘’estinse’’ pure l’impero
Inca, anche a causa della conquista da parte degli spagnoli di tutto il Perù.
Giunse al potere dopo uno scontro con il fratellastro Huascar, a causa di
una guerra civile scoppiata dopo la morte del padre, che fu colpito da una
malattia infettiva, probabilmente portata dai conquistadores.
Il suo regno durò solo un anno, poiché durante la guerra civile, gli spagnoli si erano già messi in
marcia alla ricerca dell’impero Inca, il quale era descritto come il più ricco, insieme a quello
Azteco, quindi li aspettarono nella città di Cajamarca.
Francisco Pizarro, capo di questa spedizione, decise di mandare un contingente d’esercito con a
capo due uomini, tra cui il fratello di Pizarro e il frate Vincente de Valverde. I due uomini, a
cavallo, vennero accettati da Atahualpa, e questi avanzando di fronte all’esercito di Atahualpa
fecero indietreggiare alcuni uomini dell’imperatore, che furono condannati dallo stesso Atahualpa
per la loro codardia. Inoltre i due uomini a cavallo, parlarono con Atahualpa, dicendo che erano
l’esercito di Dio, mandato dal Papa per convertire al Cristianesimo tutti questi popoli. Un frate
mostrò la Bibbia all’imperatore che dopo averla presa fra le mani, la buttò a terra.
Vincente de Valverde, dopo esser tornato da Pizarro, convinse questo di attaccare gli Inca. Difatti
già dalla notte prima, egli, aveva pensato di preparare un agguato, anche a causa del gesto
commesso dall’imperatore Inca.
Il giorno dopo, nella piazza principale di Cajamarca, gli spagnoli attaccarono gli Inca, grazie anche
all’artiglieria che predisponevano, e riuscirono così a catturare Atahualpa. Gli spagnoli chiesero il
riscatto, infatti l’imperatore dichiarò che nella stanza dove egli veniva tenuto prigioniero sarebbe
stata riempita di metalli preziosi, solo se fosse stato liberato. Così avvenne, ma l’imperatore non
venne liberato ugualmente, anzi, fu processato con l’accusa di tradimento, pena: la morte sul rogo.
Hernando de Soto, non era d’accordo con la scelta dei capitani spagnoli, poco dopo De Soto partì
per un viaggio di spedizione.
Pizarro in persona comunicò la sentenza all’imperatore Inca, che in un primo momento fu colpito da
questa decisione.
Vincente de Valverde, riuscì a convincere Atahualpa a convertirsi al Cattolicesimo e a battezzarsi,
così che la sua pena fu cambiata, infatti, il 26 luglio 1533 Atahualpa fu giustiziato mediante garrota.
Hernando de Soto venuto a conoscenza dell’uccisione dell’imperatore Inca, minacciò i suoi
compagni di comunicare tutto all’imperatore Spagnolo. Così fece. A
questa accusa tutti i maggiori protagonisti si incolparono l’un l’altro,
dando uno spettacolo d’iposcrisia.
Alessandro Porceddu III F.
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Atahualpa
http://www.instoria.it/home/crepuscolo_Inca.html
http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?
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