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La morte di Atahualpa

Atahualpa probabilmente nacque nella città di Quito, nell’attuale Ecuador. Non si sa con esattezza la sua data
di nascita, però alcune fonti scritte da conquistadores, coloro che occuparono il centro e sud america, ci
descrivono Atahualpa, come un uomo di circa trent’anni, quindi possiamo stabilire la data di nascita agli
inizi del 1500. Fu l’ultimo imperatore Inca, e con la sua morte si ‘’estinse’’ pure l’impero Inca, anche a causa
della conquista da parte degli spagnoli di tutto il Perù.
Giunse al potere dopo uno scontro con il fratellastro Huascar, a causa di una guerra civile scoppiata dopo la
morte del padre, che fu colpito da una malattia infettiva, probabilmente portata dai conquistadores.
Il suo regno durò solo un anno, poiché durante la guerra civile, gli spagnoli si erano già messi in marcia alla
ricerca dell’impero Inca, il quale era descritto come il più ricco, insieme a quello Azteco, quindi li
aspettarono nella città di Cajamarca.
Francisco Pizarro, capo di questa spedizione, decise di mandare un contingente d’esercito con a capo due
uomini, tra cui il fratello di Pizarro e il frate Vincente de Valverde. I due uomini, a cavallo, vennero accettati
da Atahualpa, e questi avanzando di fronte all’esercito di Atahualpa fecero indietreggiare alcuni uomini
dell’imperatore, che furono condannati dallo stesso Atahualpa per la loro codardia. Inoltre i due uomini a
cavallo, parlarono con Atahualpa, dicendo che erano l’esercito di Dio, mandato dal Papa per convertire al
Cristianesimo tutti questi popoli. Un frate mostrò la Bibbia all’imperatore che dopo averla presa fra le mani,
la buttò a terra.
Vincente de Valverde, dopo esser tornato da Pizarro, convinse questo di attaccare gli Inca. Difatti già dalla
notte prima, egli, aveva pensato di preparare un agguato, anche a causa del gesto commesso dall’imperatore
Inca.
Il giorno dopo, nella piazza principale di Cajamarca, gli spagnoli attaccarono gli Inca, grazie anche
all’artiglieria che predisponevano, e riuscirono così a catturare Atahualpa. Gli spagnoli chiesero il riscatto,
infatti l’imperatore dichiarò che nella stanza dove egli veniva tenuto prigioniero sarebbe stata riempita di
metalli preziosi, solo se fosse stato liberato. Così avvenne, ma l’imperatore non venne liberato ugualmente,
anzi, fu processato con l’accusa di tradimento, pena: la morte sul rogo. Hernando de Soto, non era d’accordo
con la scelta dei capitani spagnoli, poco dopo De Soto partì per un viaggio di spedizione.
Pizarro in persona comunicò la sentenza all’imperatore Inca, che in un primo momento fu colpito da questa
decisione.
Vincente de Valverde, riuscì a convincere Atahualpa a convertirsi al Cattolicesimo e a battezzarsi, così che la
sua pena fu cambiata, infatti, il 26 luglio 1533 Atahualpa fu giustiziato mediante garrota.
Hernando de Soto venuto a conoscenza dell’uccisione dell’imperatore Inca, minacciò i suoi compagni di
comunicare tutto all’imperatore Spagnolo. Così fece. A questa accusa tutti i maggiori protagonisti si
incolparono l’un l’altro, dando uno spettacolo d’iposcrisia.

Alessandro Porceddu III F.

Fonti:

http://it.wikipedia.org/wiki/Atahualpa
http://www.instoria.it/home/crepuscolo_Inca.htm
http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?
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