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Lo Zenit di Spalletti: orizzonti di gloria


di Alessandro Pane e Massimo Lucchesi
o Zenit San Pietroburgo di Luciano Spalletti, in vista della ripresa del campionato russo e in particolare del doppio confronto dei quarti di finale di Champions League contro il Benfica (15 febbraio 2012 a San Pietroburgo, 6 marzo a Lisbona), si allenato al Centro Tecnico di Coverciano dal 30 gennaio al 7 febbraio. Purtroppo leccezionale ondata di freddo che a fine gennaio ha colpito tutta lItalia e che ha addirittura imbiancato copiosamente anche Roma non ha risparmiato la Toscana e ci ha condizionato il lavoro della squadra russa sul campo. LAllenatore non si per fatta sfuggire loccasione di poter seguire da vicino le sedute della squadra di Spalletti ed ha inviato sul campo Pane e Lucchesi che hanno realizzato il seguente report. Spalletti: una guida trionfale Luciano Spalletti ha iniziato il suo cammino alla guida della squadra russa a gennaio 2010. Al suo primo anno alla guida dello Zenit il mister di Certaldo ha centrato la vittoria sia del campionato che della coppa nazionale, mentre il cammino in Europa League si interrotto agli ottavi di finale. In questa stagione lo Zenit ha bissato il successo nel campionato russo e raggiunto, per la prima volta nella sua storia, gli ottavi di finale di Champions League. Lottimo lavoro svolto da Spalletti e dal suo staff ha convinto la societ (malgrado leliminazione dello Zenit da parte di un Benfica veramente in palla) a rinnovare lincarico al tecnico italiano per altri tre anni e mezzo.

Lo staff tecnico dello Zenit


Allenatore: Allenatore in seconda: Allenatore in seconda: Assistente: Assistente: Preparatore dei portieri: Preparatore atletico: Luciano Spalletti Daniele Baldini Marco Domenichini Igor Simutenkov Nikolay Vorobyov Mikhail Biryukov Alberto Bartali

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Il programma di lavoro in Italia Lo Zenit arrivato in Italia il 30 gennaio. La squadra ha alloggiato in un hotel a Firenze: effettuato il lavoro tecnico-tattico sui campi del Centro Tecnico di Coverciano, ripartita per la Russia il 7 di febbraio. La fase di preparazione in Italia successiva a quella effettuata dalla squadra negli Emirati Arabi dal 15 al 26 gennaio. Questi i giocatori convocati da Spalletti e che insieme allo staff hanno raggiunto lItalia: portieri: Vyacheslav Malafeev, Yuri Zhevnov, Dmitry Borodin, Artyom Leonov; difensori: Alexander Anyukov, Bruno Alves, Dmitry Telegin, Nicolas Lombaerts, Domenico Criscito, Aleksandar Lukovi, Tom Huboan; centrocampisti: Roman Shirokov, Alessandro Rosina, Konstantin Zyryanov, Alexey Kayukov, Viktor Fayzulin, Miguel Danny, Szabolcs Huszti, Sergey Semak, Igor Denisov, Vladimir Bystrov; attaccanti: Danko Lazovi, Maxim Kanunnikov, Alexander Kerzhakov, Alexander Bukharov.

La metodologia operativa Dopo aver assistito alle sessioni pratiche sui campi del Centro Tecnico di Coverciano, per approfondire obiettivi e metodologia di lavoro abbiamo incontrato Spalletti e il suo staff, composto da Marco Domenichini, Daniele Baldini (allenatori in seconda) e Alberto Bartali (preparatore atletico). Queste, in sintesi, le riflessioni e gli spunti pi interessanti emersi dal colloquio. Il calcio russo , per storia, clima e cultura, pi fisico rispetto a quello italiano. La squadre sono molto generose per mentalit, avvezze a non risparmiarsi e a dare tutto da un punto di vista atletico. Vi la giusta attenzione ai particolari, ma non si schiavi degli stessi, per cui ad esempio i giocatori non hanno nessun problema a giocare una settimana sul sintetico e quella dopo sullerba o ad allenarsi in un centro dove si allenano contemporaneamente anche altri team oppure a svolgere le sedute di allenamento anche se le condizioni climatiche sono estremamente rigide. Tutto ci fa parte della cultura del lavoro che il giocatore russo ha ben consolidata allinterno di s. I ragazzi sono estremamente rapidi a recepire le indicazioni e a metterle in pratica. Inoltre c un invidiabile spirito di adattamento e, come gi anticipato, uninnata cultura del lavoro, figlia anche dellambiente sociale. Da un punto di vista tecnico-tattico abbiamo perseguito e stiamo perseguendo la filosofia del gioco, sposandola peraltro con le attitudini tipiche del calcio russo e con le particolari condizioni climatiche e ambientali in cui si gioca. Da un punto di vista metodologico lidea quella di allenare le situazioni di gioco. Si allena la continuit e al tempo stesso si ricerca la specificit del gioco passando dal globale al settoriale. Da un punto di vista fisico il lavoro effettuato in questa seconda fase della stagione stato molto

Fig. 1. I giocatori dello Zenit San Pietroburgo in allenamento a Coverciano.

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diverso da quello effettuato lo scorso anno. Il fatto di giocare lottavo di finale di Champions League contro il Benfica e le dodici rimanenti gare del campionato, tra le quali latteso e importantissimo debutto contro il CSKA, ci impone di essere subito pronti. In questo periodo diventa quindi fondamentale fare poco volume e utilizzare mezzi ad alta specificit (navette, multibalzi su sabbia, forza veloce) ricercando piccoli adattamenti allinterno di una specificit motoria. Oltre al lavoro di prevenzione diventa quindi fondamentale aggiustare la preparazione del calciatore in rapporto a quello che sono le proposte tecnico-tattiche che la squadra svolge sempre a ritmi sostenuti. Si tratta in pratica di completare il lavoro di Spalletti sottolineano i suoi collaboratori tenendo conto che i nostri intermittenti migliori sono quelli effettuati dalla squadra col pallone. Le proposte pratiche Ecco alcune delle proposte tecnico-tattiche che la squadra ha effettuato sui campi di Coverciano. Occorre ancora una volta sottolineare come leccezionale ondata di freddo che ha colpito la nostra nazione a fine gennaio abbia inevitabilmente condizionato il lavoro dello Zenit.
ESERCITAZIONE PER LA COSTRUZIONE BASSA

Schema 1. Esercitazione per la costruzione bassa: 1 portiere pi 5 contro 4 attaccanti.

1 portiere pi 5 contro 4 attaccanti Lesercitazione realizzata su un campo di m 65x50, suddiviso in due met. I quattro giocatori del reparto difensivo, coadiuvati dal mediano e supportati dal portiere, sono ostacolati da quattro attaccanti avversari e hanno lobiettivo di superare la met campo per sviluppare unazione-ombra nella met campo offensiva in collaborazione con quattro attaccanti. Una volta effettuata la conclusione gli attaccanti devono prontamente riposizionarsi e opporsi alla costruzione bassa degli avversari che a loro volta dovranno guadagnare la linea per sviluppare unazione ombra. Se gli attaccanti riescono invece a intercettare la palla giocano attivamente con lobiettivo di fare goal.

Fig. 2. I giocatori dello Zenit durante lesercitazione.


ESERCITAZIONE PER LA COSTRUZIONE BASSA

1 portiere pi 7 contro 6 attaccanti Lesercitazione realizzata su un campo di m 65x50, suddiviso in due met. Lesercitazione vede impegnati quattro difensori e tre centrocampisti che hanno lobiettivo di portare la palla nella met campo offensiva superando lopposizione di sei avversari. Al raggiungimento dellobiettivo la squadra si completa con i tre attaccanti e va a sviluppare

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unazione-ombra finalizzata alla conclusione. A seguito di ci lesercitazione continua nella met campo opposta con le squadre che sinvertono i ruoli. Se viceversa i sei (centrocampisti e attaccanti) deputati a intercettare la sfera riescono a raggiungere il loro scopo cercano, a loro volta, di sviluppare e finalizzare col goal la successiva azione.

ESERCITAZIONI PER DIFENDERE E VERTICALIZZARE

1 portiere pi 5 contro 6 attaccanti In una met campo offensiva sei elementi (centrocampisti e attaccanti) sono chiamati a sviluppare lazione di attacco e a superare lopposizione del reparto difensivo avversario supportato da un mediano. Qualora i difendenti riescano a intercettare la sfera, lobiettivo diventa quello di verticalizzare immediatamente per i compagni posti nella met campo offensiva che, a loro volta, dovranno superare lopposizione dei cinque difensori avversari.

Schema 2. Esercitazione per la costruzione bassa: 1 portiere pi 7 contro 6 attaccanti.

Schema 3. Esercitazione per difendere e verticalizzare: 1 portiere pi 5 contro 6 attaccanti.

Fig. 3. I giocatori dello Zenit durante lesercitazione sullerba di Coverciano.

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Lesercitazione riprende quindi sul versante opposto con un nuovo sviluppo. Tutti i giocatori ruotano alternandosi nei vari ruoli e la squadra lavora alternando i vari sviluppi offensivi utilizzati in partita.

Fig. 4. Durante lesercitazione per difendere e verticalizzare.

ESERCITAZIONE PER GLI SVILUPPI OFFENSIVI

Lesercitazione ha inizio col possessore di palla che effettua lo slalom dei birilli posti di fianco alla linea verticale dellarea di rigore. Giunto in prossimit della sagoma, il possessore scarica la palla al compagno posto davanti a lui e lazione prosegue con uno sviluppo preordinato finalizzato alla conclusione (esempio: A gioca su B che a sua volta verticalizza per C che dopo un movimento di smarcamento attacca la profondit).

Schema 4. Esercitazione per gli sviluppi offensivi.

Analisi e spunti di riflessione


Poter assistere alle sessioni di lavoro di mister Spalletti, oltre che un piacere e un privilegio, sempre un momento di crescita e di approfondimento. Personalmente riteniamo che unesercitazione sia idonea e di conseguenza

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San Pietroburgo, lo Stadio Petrovsky, FC Zenit.

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funzionale quando stimola nel giocatore delle risposte che lo inducono a migliorare gli aspetti per le quali sono state utilizzate. In ambito calcistico la prestazione influenzata da fattori tecnici, tattici, fisici e psicologici. Unesercitazione funzionale da un punto di vista tattico quando sono rispettati determinati vincoli come: lo schieramento (totale o parziale) dei giocatori sul campo; le distanze, gli spazi e i tempi di gioco. Inoltre le esercitazioni tattiche devono: far s che siano attivi e rispettati i vincoli tattici tra i giocatori (per coppie, reparto, catena); impegnare i giocatori nellinteriorizzare meccanismi e sviluppi utili alla risoluzione di specifici contesti di gioco. Da un punto di vista tecnico lesercitazione funzionale quando: stimola i giocatori a effettuare le gestualit utilizzate e utilizzabili in partita; gli spazi di gioco costringono i giocatori a lavorare in condizioni simili a quelle di gara o ancora pi complicate. Oltre a tutto ci, il carattere competitivo e allo stesso tempo ludico delle esercitazioni di Spalletti riesce a coinvolgere mentalmente e fisicamente i giocatori, avendo per come fina-

lit principale quella di far assorbire alla squadra, in relazione alle specificit dellesercitazione, gli sviluppi, i comportamenti e i percorsi di gioco utilizzabili e riproducibili in gara. Un ulteriore dettaglio importantissimo relativo a circoscrivere la situazione di gioco e di conseguenza a estrapolare dei contesti estremamente specifici e mirati. In particolare, la capacit di creare competizione su un aspetto specifico obbliga il calciatore a focalizzare il lavoro e lattenzione su dettagli che la globalit della partita farebbe disperdere. La ripetizione del lavoro specifico in regime ludico-competitivo ha come diretta conseguenza di produrre lassorbimento dei comportamenti e delle tracce di gioco che dal livello conscio e razionale passano a quello istintivo, condizionando di conseguenza il comportamento del giocatore in gara.

Domenico Mimmo Criscito difensore dello Zenit di Luciano Spalletti.

Gli autori
Nato a Tripoli il 20 novembre 1967. Ex-calciatore professionista, ha conseguito successivamente il diploma di allenatore professionista. Da tecnico, oltre alle giovanili dellEmpoli, ha guidato per due stagioni la Cuoiopelli in C2 prima di approdare alla Reggiana con la quale ha disputato tre esaltanti stagioni, vincendo il campionato di C2 nella stagione 2007-2008 e sfiorando la promozione in serie B lanno successivo. In questa stagione ha guidato per cinque mesi lAscoli in serie B. Nel 2008 stato insignito del premio Panchina dargento come miglior tecnico della serie C2, lodierna Lega Pro Seconda Divisione. Nato a Viareggio il 25 gennaio 1968. Allenatore di base. Autore di numerosi libri e DVD inerenti gli aspetti tecnico-tattici del gioco del calcio tradotti e pubblicati anche in inglese, tedesco, russo, greco e croato. Editore e direttore del sito www.allenatore.net e della omonima casa editrice. Ha partecipato come relatore a numerosi seminari, prevalentemente allestero.

Alessandro Pane

Massimo Lucchesi

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Spalletti: la mia via russa al calcio


Limmagine immediata e semplice, ma non c dubbio che Luciano Spalletti appare sempre pi lo Zar di San Pietroburgo. Il tecnico di Certaldo, cinquantatre anni, ha appena bissato il successo nel campionato russo alla guida dello Zenit, in un torneo infinito, giustificando cos al meglio il recente rinnovo di contratto fino al 2015, con un ruolo di allenatore-manager, coadiuvato dal suo staff (Domenichini, Baldini, Bartali e linterprete Simutenkov, ex-Reggiana). Ne ha fatta di strada, Spalletti, in questi suoi quasi ventanni in panchina, iniziati in C a Empoli (portato in A e salvato), passando poi attraverso le difficili stagioni nella Samp e a Venezia e nella sua prima esperienza a Udine, toccando la B ad Ancona, fino al trampolino di lancio di Udine, alla consacrazione nella Roma e il raggiungimento della dimensione internazionale con lo Zenit, col quale ha questanno sfiorato lingresso nei quarti di Champions. Spalletti ha raccontato cos, a la Repubblica (30 aprile), lemozione del suo ultimo successo: Sono soddisfatto. stato un campionato lungo un anno e mezzo, perch il calcio russo prender la stessa stagionalit di quello europeo. Confermarsi anche pi difficile. Il secondo scudetto un piccolo capolavoro, come uno dei tanti di questa citt bellissima. Quando arrivai qui due anni fa mi facevo molte domande, ora mi sento cambiato e rafforzato da questa esperienza. Il livello di questo calcio meno conosciuto ma alto. I calciatori russi lottano, hanno fisico e carattere. Nel 2018 ci saranno i mondiali. Forse per competere a livello europeo si dovr cambiare la regola dei cinque russi sempre in campo che diventa penalizzante. Il lavoro mio e quello del mio staff sempre lo stesso, ho potuto incidere tatticamente. Parlo qualche parola di russo, un po dinglese: fondamentale il briefing di cinque-dieci minuti ogni giorno con la squadra in cui comunichi due, tre concetti chiari, diretti. Poi campo. Io manager allinglese? S, allestero lallenatore ha molti pi compiti e responsabilit. Dico sempre: se devo allenare un giocatore voglio anche sceglierlo. Lo stress? Pu logorare, anche io ne ho sofferto. Adesso ho trovato un certo equilibrio. Tutti parlano della tensione che c in Italia. Quando si vedono le scene di Genova, vi assicuro che allestero colpiscono di pi. Questanno poi in serie A hanno quasi tutti cambiato allenatore. Tornare? Io ormai sono vecchio. In Italia ci sono tanti bravi allenatori.

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