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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 25
8 settembre 2009

edizione stampabile

in questo numero Editoriale L.B.G. MILANO. UN AUTUNNO DIFFICILE DallArcipelago Franco DAlfonso ZERO TOLERANCE PER CHI CACCIA BALLE Approfondimenti Walter Marossi QUANTO COSTA LA CAMPAGNA ELETTORALE. CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE Economia - Mario De Gaspari - EL LADRILLO! EL LADRILLO! (NON) FARE COME LA SPAGNA Societ Francesco Miggiani STIPENDI PUBBLICI: LA TRASPARENZA NON BASTA Mobilit - Marco Ponti FUSIONI PER LA MOBILIT O PER LIMMOBILIT Urban. & architettura Piero Cafiero LA FINE DEL TUNNEL? Lavoro - Franco Morganti - UTILI E COMPARTECIPAZIONE Citt Michele Sacerdoti MOLTO RUMORE PER TUTTI Scuola Vincenzo Viola SOTTO IL SOLLEONE

YouTube S. MARTIA DELLE GRAZIE: UN SET ECCEZIONALE Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Editoriale MILANO. UN AUTUNNO DIFFICILE L.B.G


Lautunno milanese sar un autunno difficile, niente reale ripresa se non quella degli annunci rassicuranti non certo qualcosa di percepibile, anzi. Loccupazione andr sempre peggio e baster camminare per la citt per contare quante saracinesche non si sono alzate dopo le ferie estive. Milano avr sempre di pi limpressione di essere una remota provincia dellimpero, nemmeno lExpo sar un evento con una forte impronta milanese ma il risultato di decisioni e mediazioni che avverranno altrove: Milano subir lExpo correndo il rischio di esserne vittima e non il principale beneficiario. Si capir una volta per tutte che lanelito autonomista/federale della Lega si trasformato solo in tattica, la tattica di avvicinamento al potere di un leader e dei suoi affini - che ha saputo cavalcare e cullare il peggio dellanimo umano: la grettezza. Dietro la politica di Bossi ci sono un grande cinismo, un giudizio impietoso sulluomo, un giudizio che alla fine diventato il collante della politica di alleanza con Berlusconi: si governa tenendo per la cavezza degli istinti peggiori e della paura. Una realt umiliante per Milano, quella che una volta era la capitale morale: la stagione della Milano da bere non stata la peggiore ma solo quella del non ritorno. Il mese di agosto ci ha regalato le esternazioni di una Giunta che confonde il governo della citt con leffimero delle apparenze e degli annunci: il verde chiesto da Abbado diventato la follia dei vasi di Via Vittor Pisani, il tunnel sotto la citt, la ruota al Parco Sempione, la linea 4 della MM rimasta senza finanziamenti, la chiusura delle Scuole Civiche, il balbettamento sulle piscine comunali chiuse nel momento del maggior caldo, il programma di riassetto di dieci piazze che nasconde la difficolt di trovare in bilancio i soldi per lindispensabile manutenzione facendo passare tutto per investimento in capitale, i proclami contro lalcool ai minorenni, la richiesta di maggior severit niente patteggiamento per gli spacciatori. Una lunga lista, incompleta questa, di maldestri tentativi di rincorsa elettorale tra i partiti di governo e la ricerca di nuove alleanze ed equilibri: il tutto sulla pelle della citt. Perch ci dobbiamo dimenticare dei parcheggi sotterranei, di quello di Piazza XXV aprile, di quello delle Darsena e degli altri che spalancano i loro scavi infiniti? Quanto deve durare ancora la tragedia milanese? Certo fino alle prossime elezioni comunali del 2011 a meno che il sindaco Letizia Moratti, con un sussulto di dignit, non dia le dimissioni prima, stufa delloltraggio di una maggioranza che la tiene costantemente sulla corda e che paralizza gli assessore che le sono pi vicini. Andandosene ora questo gesto potrebbe riscattare un triennio fatto molto pi di ombre che di luci. Sar dunque un autunno di sofferenza per Milano ma il peggio lo vedremo allavvicinarsi di Natale. Cosa ci prepara questa Giunta dopo averci ammannito un agosto da strapaese? Delle luminarie firmate da qualche architetto di grido? Un albero della cuccagna in piazza del Duomo? Cosa inventeranno per la fiera degli Oh bej, Oh bej! ? Come sar il men del pranzo di gala per la prima di SantAmbrogio? Di questo si occuperanno come se nulla fosse, come se il Natale del 2009 non rischiasse di essere uno dei pi tristi del dopo guerra. Poco possiamo anche aspettarci dallopposizione, impegnata nella solita ricerca didentit e preoccupata solo di come spartirsi i posti in vista delle candidature alle elezioni regionali. E ormai un film, una sorta di "The Rocky Horror Picture Show" della politica: come appassionati anche questo lo rivediamo da 25 anni, ne conosciamo a memoria le battute e gli attori, ci porteremo i nostri figli, meglio che niente ma non il futuro.

DallArcipelago ZERO TOLERANCE PER CHI CACCIA BALLE Franco DAlfonso


Non possibile pi tollerare la sfilata di facce di bronzo che seminano balle sesquipedali per stupire e far passare in secondo piano una realt non cos brillante. Al presidente Formigoni che entusiasta presenta il Pirellone Due come il primo palazzo pubblico costruito dopo la Villa Reale di Monza, occorre chiedere subito se sul serio pensa che sia stata cosa furba impiegare milioni di euro pubblici in volumetria commerciale, in una citt dove i metri cubi di vani uffici vuoti si contano, appunto, a milioni.E magari spiegare allemulo di Maria Teresa che a duecento metri dal palazzo (pubblico) costruito dal Comune di Milano negli anni novecentosessanta esami di procuratore legale nella Catanzaro dei tutti promossi mentre un sessantottino doc come Mario Capanna allEuroparlamento ha tenuto un discorso di due ore e dieci minuti dai contenuti politici certamente discutibili ma in perfetta lingua latina. Al difensore della fede e delle radici cristiane Calderoli invece non sar inutile rinfacciare le foto del suo matrimonio celtico, con tanto di druido impersonato dal ministro Castelli presente. E gi che siamo sullargomento

Alla ministra Gelmini che ci rifila lennesima tirata sul ritorno alla scuola seria svilita dallignoranza sessantottina sar ora di ricordare che andata a sostenere pochi anni fa gli

ricordare a Bossi & Co. che le famose invitte trib del Nord non hanno toccato palla dai tempi di Brenno n sui campi di battaglia n su quelli della costruzione civica e culturale, avendo lasciato come unico segnale gli omini oggettivamente un po datati delle caverne camune . Quanto alle sciocchezze provenienti da Palazzo Marino si rischia di non riuscire a starvi dietro: la favola del Nuovo Rinascimento stenta ad affermarsi, ma che dire della necessit di case per 700 mila milanesi che devono rientrare nel pomerio di Milano nei prossimi cinque anni, idea dellineffabile assessore Masseroli, il nuovo Mos dei milanesi a 10 mila euro al mq? Perch non ricordargli un po ruvidamente che un esodo di queste proporzioni (il 60% della popolazione attuale !!) non avvenuto nemmeno dopo la ricostruzione di Dresda o le inondazioni di Calcutta ?

Sorvolando, senza ironia, su Malpensa e Alitalia, dove mettere in fila le falsit propinate dai difensori della compagnia di bandiera e dai capitani coraggiosi ancora troppo, si plana nellavanspettacolo della corte governativa, senza per divertirsi minimamente. Tra il direttore di Avvenire che fa la morale sui costumi sessuali con alle spalle una condanna per molestie e gli amici del premier che trovano un fidanzato alla vergine Boemi direttamente dal cast di Maria De Filippi, essendo in entrambi i casi smascherati nel giro di pochi minuti, ci si aspetterebbe almeno un ma mi faccia il piacere ! collettivo: invece parte un turbinio di solidariet verso comici e capocomici qualificati come illustrissimi etc., ennesima e farsesca riproposizione di Vizi privati e pubbliche virt. Per finire (finire?) allora cerchiamo di urlare, con la voce che resta, ogni volta che il Presidente del Consiglio o Tremonti dicono che tutto va bene, la

crisi finita e lItalia se la passa meglio degli altri, che larretramento sul Pil 2008 in percentuale per lItalia il peggiore di tutta lUe ed il doppio di quello di Francia e Germania. Perch queste balle sono molto, molto gravi e preoccupanti e quasi nessuno ha le carte in regola per contestarle, men che meno la grande stampa nazionale controllata dai torinesi, impegnati come sono a tutelare la figura dellAvvocato dalle crisi isteriche della non abbastanza diletta figliola e, soprattutto, il paio di miliardini di euro esentasse messi da parte per i tempi duri mentre si mettevano al loro posto i partiti politici con Tangentopoli. E arrivato il tempo della Zero tolerance anche per i ragionevoli e il vostro Giano Bifronte pensa che sia venuto il tempo di aprire le porte del suo tempio, inequivocabile segnale che il popolo (romano, ma adattiamoci ) in armi e vuole verit e giustizia

Approfondimenti QUANTO COSTA LA CAMPAGNA ELETTORALE REGIONALE. CHI CI GUADAGNA E CHI CI PERDE Walter Marossi

Tra pochi mesi voteremo per le elezioni regionali, mentre il centrodestra da il via al solito rituale di trattative interne tese a ridurre il governatore lombardo ad un semplice esecutore delle volont bosso berlusconiane, il centro sinistra con curiosa strategia non ha ancora deciso come scegliere il candidato, scelta che presumibilmente far come al solito troppo tardi. Poich per gi molti si esercitano a tracciare lidentikit del candidato, facciamo una cosa diversa: parliamo dei costi della campagna elettorale. Tema non nobile, scarsamente frequentato dagli strateghi, ma di non piccola rilevanza, se si vuole partecipare con qualche speranza alla competizione. Il titolo di questo articolo

un po criptico ma se avrete la costanza di leggerlo tutto ne scoprirete che le ragioni. PREMESSA La legge 43 del 23 2 1995 disciplina nel dettaglio la campagna elettorale regionale sia dettando norme apposite sia rinviando alla disciplina delle campagne elettorali per Camera e Senato. In pratica per quanto riguarda i costi vengono fissati dei limiti di spesa di campagna elettorale per quanto riguarda i singoli candidati e per le liste. Il controllo, obbligatorio si limita alla verifica della documentazione prodotta dai soggetti obbligati. Le sanzioni previste per le viola-

zioni commesse dalle liste sono amministrative, graduate secondo un criterio di gravit; le sanzioni commesse da un partito/lista che abbia diritto al contributo dello stato vengono recuperate attraverso una decurtazione del contributo. La sanzione (della sospensione dei contributi) di competenza dei Presidenti delle Camere.Il controllo si applica esclusivamente sulle spese di campagna elettorale svoltesi nei termini di apertura formale della stessa, gli ultimi 30 giorni, tutte le spese sostenute precedentemente sono libere da controlli.

I RIMBORSI ELETTORALI Questo per quanto le spese, per quanto riguarda i rimborsi occorre fare sommariamente un po di storia: 1. Nel 1993 un referendum popolare aveva abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Nel 1999 viene istituito il rimborso delle spese elettorali . Nel 2002 il rimborso viene fissato in 1 euro per voto, per le elezioni europee, del senato, della camera, regionali. Il rimborso viene erogato annualmente e non una tantum. Il rimborso non relazionato con i voti effettivamente espressi ma con gli aventi diritto. Nel 2006 si decide che il rimborso viene erogato anche nel caso di scioglimento delle camere , cio a dire che nel caso di scioglimento anticipato delle camere un partito parlamentarmente scomparso continua a percepire il rimborso per tutta la durata teorica della legislatura . lordine di grandezza dei rimborsi elettorali per le elezioni politiche dello scorso anno al netto dei contributi che i partiti/liste percepiranno per la legislatura precedente interrotta, di circa 407 milioni di euro nellarco dei 5 anni. I rimborsi del 2006 per Camera e senato, verranno percepiti fino al 2011, in questo caso per i danari andranno alle vecchie sigle, che quindi si suppone almeno formalmente continuano ad esistere ed ad avere un proprio bilancio. La somma complessiva che finanzia i partiti presto fatta grossomodo, 1 euro a elettore per 4 elezioni (camera, senato,

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europee, regionali) fa un assegno da oltre 200 milioni anno per 5 anni. Bush e Kerry hanno raccolto, tra primarie e presidenziali, rispettivamente 345 e 310 milioni di dollari, entrambi i candidati, nel 2004, hanno fatto ricorso nella fase delle presidenziali al finanziamento pubblico. McCain ha speso 345 milioni con 85 di contributi federali, Obamha 735 milioni senza contributi federali perch aveva scelto di superare i limiti di spesa avendo raccolto da contributi individuali 656 milioni. Insomma il sistema politico elettorale italiano costa quasi quanto quello statunitense. Non previsto alcun rapporto tra la rendicontazione delle spese sostenute e i rimborsi elettorali: quindi vi sono partiti che hanno investito somme trascurabili e che in virt di circostanze favorevoli godono di significativi rimborso. Un esempio: Il Movimento politico LISTA CONSUMATORI ha partecipato alle elezioni del 2006 per il rinnovo delle Camere in alcune circoscrizioni. Sulla base dei risultati elettorali conseguiti dal movimento stato assegnato il contributo dello Stato di euro 113.676,43 per le elezioni del Senato della Repubblica da corrispondere annualmente dal 2006 al 2010. Il legale rappresentante ha dichiarato di non aver sostenuto spese e di non aver ricevuto nessun finanziamento. La legge per le elezioni politiche fissa dei limiti di spesa per i singoli e le liste,

la legge per le elezioni regionali segue questo stesso schema. Curiosamente non sono invece previsti limiti di spesa e neppure rimborsi per le elezioni comunali. QUANTO COSTA UNA CAMPAGNA PER LE ELEZIONI REGIONALI? Ognuno pu fare le proprie ipotesi ma la reale contendibilit, i meccanismi interni alle liste, le preferenze, il peso politico e lautonomia reale dei candidati rendono questo esercizio troppo complesso per un articolo; personalmente ho le mie idee maturate nel corso degli anni, risalendo la prima campagna elettorale regionale nella quale ho avuto responsabilit operative al 1980, ma proprio per questo so che non esistono molti dati certi sui quali si possa lavorare comparando le diverse campagne. Gli unici sono appunto le dichiarazioni ai collegi di controllo competenti che come detto, prendono in considerazione gli ultimi 30 giorni. Limite questo significativo perch la precampagna pu costare pi della campagna vera e propria. Tralasciando le spese dei singoli candidati, che pure sono curiose e di cui magari parleremo un'altra volta, passiamo direttamente alle liste. Il limite di spesa per una lista presente a tutti i livelli su tutto il territorio lombardo nel 2005 era di 7638813 euro. Il limite di spesa per i candidati era di 52000 euro pi 0,01 per cittadino residente nella circoscrizione. larticolazione delle spese prevista parzialmente per legge: le spese relative alle sedi elettorali, viaggi, soggiorni, telefoniche, postali sono calcolate in misura del 30% dellammontare complessivo delle spese ammissibili e documentate (ci vuol dire che anche le spese di affitto ad esempio sostenute preventivamente ovvero correlate alla normale

attivit politica, a prescindere dalla ricorrenza o meno, della campagna elettoralevengono computate forfettariamente), e che la corte ha deciso che: debbano essere compresi gli sconti e le prestazioni gratuite, il cui importo deve essere necessariamente computato ai fini della verifica del rispetto del limite massimo consentito. SPESE SOSTENUTE DALLE LISTE E DOCUMENTATE Sulla base delle dichiarazioni alla corte dei conti e le spese sostenute dai partiti /liste per le elezioni regionali lombarde sono state le seguenti,: AN 1364269 rimborso annuo dello stato 688975 (pari a un totale nei 5 anni di circa 3444875) Lista Mussolini 35 918 nessun rimborso Comunisti italiani 63250 (per questa lista la corte dei conti ha inviato al presidente della camera una nota perch non era arrivata alcuna documentazione violando nella forma pi grave la legge: in pratica si sono dimenticati di inviare 4 cartuscelle, che presumo prima o poi avranno inviato)rimborso annuo di 188955 Federazione dei verdi 3150,16 per la Federazione nazionale dei verdi dichiara spese sostenute per la Lombardia di 487362 euro, rimborso annuo di 231598 Forza Italia spese per 4871180 rimborso annuo 2057405 Lega Nord spese per 720622 euro, rimborso annuo 1254120 Lega Padana lombarda la corte ha ritenuto irregolare il conto presentato pari a 15000 euro. Nuovo Psi spese per 77919 euro nessun rimborso

Italia dei valori spese per 36008 euro rimborso annuo 111080 Partito pensionati spese per 221080 rimborso annuo di 208849 Rifondazione comunista spese per 98433 rimborso annuo 449783 Udc 710040 euro di spesa per un rimborso di 301589 annui Uniti nellulivo 1034242 di spesa, rimborso dello stato di 2146433 annui. Caso limite quello della lista dei liberaldemocratici che ottenenne lo 0,26% dei voti (13936), che per dichiarazione dello stesso candidato alla presidenza: non ha usufruito di alcun contributo ne ha sostenuto alcuna spesa. Fantastico! non hanno fatto nemmeno una telefonata, ne spedito una lettera ,ne preso un tram ne goduto di prestazioni gratuite che andrebbero documentate.

attraverso i contributi elettorali precedentemente percepiti. Gianmario 36000 euro Invernizzi ha speso

Da queste rendicontazioni emerge che:

Vi sono poi le spese dei candidati presidenti o per meglio dire della lista del presidente, che non hanno diritto al rimborso delle spese dello stato e che sono state per Sarfatti o meglio LUnione Lombardia di 1238681 Per Formigoni o meglio la lista per la Lombardia, la corte dei conti ha formalizzato la contestazione per la mancata presentazione del consuntivo. Dopo immaginiamo affannose ricerche la lista ha per replicato che le spese erano rendicontate nel consuntivo dellassociazione la casa delle libert presentato dallon Scaiola pari a 101,40 (leggasi centouno, non errore di battitura) di cui 78 debiti verso fornitori con un disavanzo di 23,40 euro (leggasi ventitreeuro e quaranta centesimi) ripianato

Il meccanismo delle dichiarazioni e dei controlli diciamo cos abbastanza discutibile e spesso i collegi di controllo delle diverse elezioni hanno espresse idee diverse tra loro Le varie inadempienze nella rendicontazione delle spese e le incongruit sono spesso frutto del dilettantismo con cui viene affrontata la parte amministrativa-contabile delle campagne elettorali e non fanno grande differenza tra cs e cd. Nonostante la corte affermi che il Collegio, nell'espletamento della sua attivit, pu riscontrare irregolarit fiscali specifiche, quali: la mancata applicazione della ritenuta di acconto IRPEF; lomessa fatturazione; lomessa applicazione dell'imposta di bollo; tenuto, ad attivare le prescritte comunicazioni ai competenti Uffici finanziari e, se del caso, anche al giudice penale non si ha notizia di nulla di tutto ci. Queste dichiarazioni tuttavia danno un ordine di grandezza realistico della campagna regionale. Se infatti negli ultimi 30 giorni il centro destra dichiara di aver speso circa 7 milioni di euro senza considerare le spese dei candidati e la campagna nazionale possiamo pensare che il costo complessivo delle elezioni

regionali in Lombardia sia di (fate voi). Il fund raising oggetto di discussione accanita nei partiti solo quando riguarda le elezioni americane. Nella pratica infatti sconosciuto. Solo Forza italia e Sarfatti hanno fatto nelle scorse regionali del fund raising elettorale significativo a livello regionale, tutti gli altri contano principalmente sul finanziamento pubblico gestito nazionalmente Nessuna lista che abbia avuto eletti ha speso pi di quanto abbia incassato come rimborso. La sinistra la parte politica in cui si registrano i differenziali pi alti tra spese e incassi. Ovviamente questo si spiega anche con i diversi modelli organizzativi dei partiti ed il diverso approccio che hanno alle campagne elettorali, poich tuttavia i risultati elettorali sono quelli che sono, una qualche riflessione sui propri modelli la sinistra dovrebbe avviarla. Chi spende di pi tra i partiti in relazione ai voti ottenuti Forza Italia circa 4,2 euro per voto. Un voto udc prevede un investimento di 4 euro;Verdi (nazionale) 3,8;AN 3,6;Nuovo PSI 2,2;Partito pensionati 1,91; lega 1;Uniti nellulivo 0,90 Comunisti italiani 0,60; idv di 0,59;Rifondazione 0,40. Occorre comunque considerare che proquota alle spese dei partiti del centro sinistra potrebbe essere aggiunta la spesa della lista del presidente, Sarfatti infatti ha speso circa 0,54 eu-

ro a voto, Formigoni 0,000036. Grosso modo lattuale pdl a fronte id una spesa di 6,235 milioni di euro ottiene rimborsi per 13,600, lattuale pd a fronte di spese per 1 milioni di euro ottiene rimborsi per circa 10 milioni di euro (cifra non precisa perch nella coalizione partecipavano anche i socialisti di Boselli con accordi particolari).E indimostrabile ma chiss se la differenza in voti in Lombardia non corrisponde in parte anche alla differenza di investimento. Se ben ricordo nelle elezioni comunali Ferrante spese un ventesimo della Moratti e perse per .. voti. . Formigoni alla fame (spende per la campagna elettorale meno che per un pranzo per due in trattoria)ed un genio del marketing politico visto quello che riesce a fare con 101 euro di spesa. In realt la dichiarazione delle spese della lista Formigoni (ma anche di comunisti italiani, verdi e via dicendo) evidenzia lincongruit di un meccanismo di controllo che non riesce a fare chiarezza tra spese sostenute dai partiti locali, dalle liste, dai partiti nazionali etc, tra figure giuridiche diverse e confuse. Le sanzioni sono spesso teoriche. Basti pensare che per la Corte dei Conti lunico interlocutore formalmente responsabile, per liste che non siano espressione univoca di un partito, il presentatore della lista che 9 volte su 10 non sa ne

cosa rischia ne di cosa si parla. Per le liste di partito: legittimato passivo al procedimento per lapplicazione delle sanzioni chi rappresenta la formazione politica al momento della commissione dellillecito. Se il rappresentante si dimette o la formazione politica si scioglie dopo lo svolgimento delle elezioni, il fatto non esonera il rappresentante pro tempore dalle responsabilit . Particolare curioso di tutto questo meccanismo che in un imperante clima di federalismo, pressoch nessuno di questi rimborsi resta poi in Lombardia. i quattrini finiscono ai tesorieri nazionali. Questo spiega forse perch alcuni partiti invece che spendere per la campagna elettorale, capitalizzano: I soldi vanno a pagare le campagne delle regioni pi contendibili. Forse per questo, lo statuto Lombardo del PD impegna il segretario a presentare un simbolo che non consenta alla direzione nazionale di mettere le mani sul tesoretto. Se c fosse vero non sappiamo quanto coster la campagna del PD nel marzo prossimo, ma sappiamo sulla base dei rimborsi presumibili quanto potrebbe spendere.

Molte altre cose vi sarebbero da dire, a cominciare da come si spendono i danari in campagna elettorale, dalle spese dei candidati, dal ruolo dei candidati minori, delle liste minori, delle gerarchie che le elezioni ridefiniscono, del costo delle preferenze,etc. quindi alla prossima.

Economia EL LADRILLO! EL LADRILLO!1 (NON) FARE COME LA SPAGNA Mario De Gaspari


Per qualche anno abbiamo invidiato la Spagna, fino a farne il nostro modello ideale di riferimento: capacit di utilizzare le risorse comunitarie, attrattivit turistica, crescita delle infrastrutture, sviluppo immobiliare impetuoso, erano gli aspetti che pi ci colpivano nel paese che in poco tempo passato dallessere il sud del primo mondo alla competizione economica con le nazioni pi forti dellEuropa. Ora fatichiamo a interiorizzare, pur conoscendoli, i difetti e le tare di quel modello: il luccichio di successi troppo recenti ci abbaglia ancora e non rivela del tutto le difficolt del presente. Negli ultimi anni, leconomia spagnola cresciuta pi della media europea per tre fattori: trasferimenti di risorse dallUnione Europea, immigrazione e boom delle costruzioni.2 Per quanto concerne i trasferimenti comunitari, per il periodo 2007-2013, la Spagna il paese pi penalizzato, divenendo paese finanziatore e cedendo la propria posizione di privilegio. Anche per quanto riguarda limmigrazione in futuro il paese non potr pi contare sullaiuto che questa ha fornito alla crescita del consumo e della produzione globale. Ma soffermiamoci sul boom del sector constructor-inmobiliario. Qui vale la pena dire qualcosa di pi. Alla fine degli anni Novanta si costruivano 350.000 abitazioni lanno; nel periodo 2000-2004, agli inizi del boom, se ne costruivano 500.000; nel 2006 circa 700.000; nel 2007, si arriv a 850.000. Non si voleva riconoscere che i benefici del mattone prima o poi si sarebbero esauriti. Intanto sia lindustria nazionale che lagricoltura simpoverivano e leconomia spagnola accentuava sempre pi la propria dipendenza dallestero, dal turismo e dagli investimenti immobiliari. Il contributo del settore delle costruzioni allammontare del PIL spagnolo passa dall11,50% del 1997 al 19,2% del 2007, mentre la produzione di beni passa nello stesso periodo dal 25% al 19%. Da questi dati si capisce chiaramente come il modello di crescita degli ultimi anni fosse basato, in gran parte, sul settore delle costruzioni e dei servizi, a danno della produzione, soprattutto quella industriale, che ha ridotto il suo apporto al PIL e che, di fatto, sinscrive in un processo di deindustrializzazione abbastanza accelerato al confronto con altri modelli di crescita come quello tedesco, nel quale avvenuto lesatto opposto (aumento della percentuale di produzione industriale nellammontare del PIL negli ultimi tre o quattro anni). Inoltre, il settore delle costruzioni ha contribuito tra il 28 e il 30% allaumento del PIL (2000-2007), vale a dire che cresciuto praticamente il doppio degli altri settori produttivi. In definitiva, leconomia spagnola cresce, crea lavoro e mantiene una posizione apparentemente sana. Apparentemente la diagnosi macroeconomica sembra corretta e inizialmente sembra offrirci una visione generalizzata di prosperit. Ma guardiamo alla struttura, ai fondamentali delleconomia spagnola e facciamo una prima affermazione decisiva: Il modello di crescita economica basato sul settore delle costruzioni e immobiliare non sostenibile e si pu affermare che giunto alla fine.. Secondo altri autori3, se la crisi in Spagna non stata ancora peggiore i meriti sono essenzialmente della banca centrale, vaccinata dagli effetti della crisi bancaria del 1977 che, secondo uno studio molto autorevole, sarebbe da collocarsi tra le cinque pi gravi a livello mondiale4, prima di quella globale del 2008. Per, non ostante la prudenza del Banco de Espana, che vincolava le banche a mantenere ingenti riserve per i periodi difficili, se fino al 2000 praticamente la totalit dei crediti delle banche spagnole era coperta dai depositi dei clienti, gi nel 2002 non meno dell80% del credito non poteva pi essere finanziato con i depositi. Lossessione per linvestimento nel mattone in Spagna ha creato lillusione di una falsa prosperit al punto che, a fronte di una crescita del potere dacquisto delle famiglie di appena lo 0,4% tra il 1997 e il 2006, si riscontrata una crescita inverosimile dellindebitamento, e in particolare dellindebitamento ipotecario. Come abbiamo visto, in Italia la situazione notevolmente differente, il settore delle costruzioni rappresenta solo il 5% del PIL, il boom degli immobili, che pure stato rilevante, ben lontano dai livelli di Spagna e Gran Bretagna, lindebitamento delle famiglie rimane contenuto pur essendo cresciuto notevolmente5. Resta tuttavia la considerazione che, invece di fare di questa differenza un punto di forza per un piano di rilancio delleconomia del paese, sembra ancora prevalere lobbiettivo di voler ridurre questo gap. Ci sono paesi che hanno speculato molto pi di noi, diamoci da fare! Una visione di corto respiro che, come gi accaduto per la Spagna, potr mascherare per qualche tempo lentit di un Prodotto Lordo nazionale che, strutturalmente, destinato ad indebolirsi.

1 Ladrillo, in spagnolo, significa mattone. 2 J.P.Marcet, Llego la crisis!, Granica (traduzione mia) 3 M.A.lorente, J.R.Capella, El crack del ano ocho. La crisis. El futuro, Minima Trotta 4 Le altre crisi sarebbero quella di Norvegia (1987), Finlandia (1991), Svezia (1991), Giappone (1992). 5 Secondo la CGIA di Mestre lindebitamento medio delle famiglie tra il 1 gennaio 2002, introduzione delleuro, e il 31 dicembre 2008 aumentato dell81,28% superando la soglia dei 15.000 euro.

Societ STIPENDI PUBBLICI: LA TRASPARENZA NON BASTA Francesco Miggiani

In queste ultime settimane sono stati pubblicati dai quotidiani i primi risultati delloperazione trasparenza del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. In particolare sono state evidenziate le retribuzioni e le incentivazioni percepite dai dirigenti, come pure i compensi pagati per collaborazioni esterne; questo unitamente ad altre utili informazioni sui curricula e sui tassi dassenteismo degli uffici pubblici a livello centrale e locale. Secondo alcuni commentatori questi compensi e premi sono da ritenersi decisamente alti, soprattutto considerando il periodo di difficolt economica che il paese sta attraversando e le perduranti e fondamentali esigenze dequit sociale (e conseguentemente retributiva) che devono caratterizzare un Paese civile. Quanto accaduto ci da modo di sviluppare alcune considerazioni sul mercato delle retribuzioni, sullefficacia delle azioni di riforma attualmente in corso, sulle strategie complessive di cambiamento nel mondo pubblico. Partiamo da questa considerazione: va dato atto al ministro Brunetta di perseguire i suoi obiettivi con forte determinazione, non questa infatti la prima volta che viene decisa per legge la trasparenza delle retribuzioni del management pubblico. La norma esiste da parecchi anni ed stata sostanzialmente elusa da gran parte delle amministrazioni. Chi scrive lo sa bene perch ha curato numerose analisi delle retribuzioni del settore pubblico a livello europeo: per quanto

riguarda i dati italiani, nonostante la trasparenza sono sempre riuscito ad ottenerli con grande fatica. Sembra ora che le cose si stiano muovendo diversamente, e questo positivo. Una seconda considerazione che la trasparenza sicuramente un bene, non solo in s ma soprattutto se consente di comprendere correttamente i problemi e avviare interventi seri e organici a fronte dei problemi che le pubbliche amministrazioni stanno affrontando. Nel nostro Paese purtroppo le cose non vanno sempre cos: in particolare sul tema delle retribuzioni si oramai consolidato un filone letterario/mediatico/scandalistico caratterizzato da uninsofferenza aprioristica in cui si fa un gran calderone tra retribuzioni, incentivazioni fuori misura (tipiche per daltri mondi, in special modo la finanza), paracaduti doro che tutelano alla fine solo incompetenza, e cos via. Devo dire in tutta sincerit che tutto questo non mi piace: avverto, infatti, il pericolo di cadere in un banale e generico moralismo. Soprattutto cos si eludono i veri problemi e s' invertono paradossalmente i termini della faccenda, scatenando lopinione pubblica contro i sintomi(le alte retribuzioni) e trascurando i problemi reali ( la qualit reale dei servizi al cittadino e conseguentemente la corretta necessit di premiare i risultati conseguiti, a condizione che siano risultati reali). Un approccio organico e risolutivo a questo problema dovrebbe guardare invece al rapporto tra costi e i risultati

ottenuti e stimolare le persone a tutti i livelli a comportamenti responsabili. E sicuramente una situazione sulla quale necessario rimettere ordine: licenziare i fannulloni, fare ricorso alleffetto annuncio sicuramente non sufficiente a fronte di un tema cos complesso. Il sociologo Michel Crozier (che essendo di nazionalit francese, ben sintende di pubblica amministrazione) sostiene che lamministrazione non si cambia per decreto, tanto meno si cambia per contratto. Serve un paziente e continuo lavoro di una dirigenza competente, motivata e legittimata a svolgere il proprio ruolo. Su valutazione del personale, riconoscimenti del merito, retribuzioni variabili, contratti di natura privatistica si legiferato e negoziato anche troppo, in passato, con il solo risultato di incrementare i costi complessivi del personale della pubblica amministrazione e di creare situazioni di possibile sperequazione, con persone che svolgono ruoli di simile rilievo e impatto economico che possono essere retribuite in modo anche significativamente diverso.I tentativi di riforma del passato non hanno consentito, nei fatti, di superare la logica tradizionale, legalistica e di conformit alle regole, a favore di una logica di risultato e di performance management. La soluzione non pu che partire da una seria analisi culturale (la grande assente del periodo precedente), e a partire da questa finalizzare strutture, sistemi operativi, stili direzionali al risultato e gestione delle risorse verso un preciso obiettivo di cambiamento.

E necessario adottare una strategia (e quindi strumenti diversi) che costringa a riconsiderare tutte le priorit di spesa (operazione difficile perch le spese hanno una loro inerzia e tutti danno per scontato che crescano e si ripetano nel tempo). Solo imboccando la strada dei vincoli di spesa invalicabili, un sistema di budget per implementarli, procedure di monitoraggio che creeranno le condizioni di verifica pubblica dei risultati, di benchmarking tra amministrazioni sui risultati complessivi, ci sar una buo-

na ragione per attivare pratiche di valutazione delle risorse umane da affidare ad una dirigenza da rilegittimare nel suo ruolo (e da retribuire/incentivare in modo coerente). In questa prospettiva deve essere considerata con molta cautela lattivazione di entit quali lorganismo indipendente di valutazione della performance, la commissione per la valutazione, la trasparenza e lintegrit delle Amministrazioni Pubbliche, che rischiano di rappre-

sentare sovrastrutture burocratiche deresponsabilizzanti e alla fine foglie di fico a copertura di decisioni daltra natura. Quindi, attenzione alle scorciatoie, ai quick fix, allestetica organizzativa: vero che viviamo nellepoca dellintangibile, per i bisogni dei cittadini (soprattutto nei momenti di crisi economica) e i costi dei servizi erogati sono invece molto tangibili.

Mobilit FUSIONI PER LA MOBILITA, O PER LIMMOBILITA? Marco Ponti


Favorire la competizione forse il motivo economico pi rilevante a fondamento dellUnione Europea, ma sembra essere stato rapidamente sommerso dalla pressione degli interessi costituiti, soprattutto nel settore pubblico e in specialissimo modo nel settore dei trasporti italiano. Nella regione lombarda in particolare, si avanzano iniziative pionieristiche che vanno addirittura attivamente in direzione opposta. La prima stata il progetto di fusione tra lATM e lazienda torinese, attualmente in stallo nonostante le cattive intenzioni, a causa essenzialmente di gelosie localistiche. Tale fusione, presentata come un modo per rafforzare le due aziende ed ottenere grandi risparmi per le economie di scala, ha in realt una funzione eminentemente anticoncorrenziale. Ma per non perder tempo, si partiti con uniniziativa analoga, questa volta con pieno successo: la fusione per i servizi di trasporto locali tra Ferrovie Nord, di propriet della regione, e FS, di propriet dello stato. Se mai ci fosse una gara, come ha annunciato di fare il Piemonte nonostante una sciagurata legge dellattuale governo che autorizza a non far gare per 12 anni, chi competerebbe contro FS+Nord unite, entrambe pubbliche e politicamente protette? Occorre adesso ricordare che la concorrenza di cui parliamo per i trasporti pubblici italiani una versione in realt moderatissima: nessunapertura al libero mercato allinglese, ma solo la messa in gara periodica di servizi con prefissate tariffe, frequenze, fermate ecc. Tutto molto pubblico (tecnicamente, si chiama competizione per il mercato, come contrapposta a competizione nel mercato). La necessit di introdurre elementi di competizione nel settore deriva da fatti evidenti: gli altissimi costi per i contribuenti (non per gli utenti) e la bassa qualit dei servizi sono fatte ricadere su cittadini e utenti proprio per lassenza di competizione e per la natura pubblica delle imprese. Perch preoccuparsi delle multe per i disservizi, che pur ci sono state, se poi le paga lo stato? Perch preoccuparsi di costi eccessivi, se limpresa non pu fallire (i sussidi a ripiano arrivano comunque, o cresce il debito con le banche, che alla fine la stessa cosa)?Ma allora le fusioni non bisogna mai farle? Siamo condannati al nanismo? No certo: basta farle fare al mercato, come insegnano molte esperienze. A Londra sono stati messi in gara, con grandi risparmi, 550 lotti di servizi di TPL (un superspezzatino), ma poi molte imprese hanno vinto pi lotti, per un totale alla fine di meno di 10 operatori. In altre parole le economie di scala, o sinergie, sono nate dal processo concorrenziale, non sono state decise a tavolino dai monopolisti o dai loro padroni pubblici, che ovviamente poi dichiarano che tutto si fa per il bene degli utenti, e non per perpetuare il controllo politico sulle imprese, con voti di scambio, posti nei consigli di amministrazione, o peggio. Se qualcosa si poteva fondere poi erano piuttosto le reti delle due im-

prese, che sono monopolio naturale, ma non certo i servizi. Rimane il virtuoso esempio piemontese di cui si gi accennato, di uno spezzatino parola che viene usata in modo negativo dai decisori fatto

proprio per favorire la concorrenza e le imprese private non protette: curioso che sia stato fatto da unamministrazione di sinistra, quindi teoricamente anti-mercato, nello stesso momento in cui la Lombardia campione di liberismo proponeva un

modello centralistico e anticompetitivo. Ma si sa, il mondo complesso e anche contro il tentativo piemontese sono in corso forti pressioni per farlo fallire: potrebbe essere un precedente molto pericoloso per i monopolisti italiani.

Urbanistica e architettura LA FINE DEL TUNNEL? Piero Cafiero


Sul tunnel automobilistico che dovrebbe attraversare Milano si gi scritto molto, anche su queste pagine. Lidea di attraversare in una lunga diagonale sotterranea le viscere della citt, partendo da Cascina Merlata, quadrante nord-ovest, per riemergere a Linate dopo aver percorso 14 chilometri, intrufolandosi tra metropolitane e passanti ferroviari, aggirando fogne e acquedotti in un doppio tunnel di cemento armato di 12 metri di diametro, allo stesso tempo affascinante e preoccupante. Il fascino di uninfrastruttura cos ambiziosa (velleitaria?), da realizzarsi secondo le intenzioni (speranze?) del Comune in soli 5 anni -pronta per lExpo-, innegabile. Qui per parliamo di ci che preoccupa e inquieta. Lidea di scavare sotto la citt per risolvere i problemi del traffico non n nuova, n originale. Nel 1848 lIng. Carlo Mira progetta di utilizzare lalveo prosciugato e coperto della Martesana come ippovia di rapida penetrazione fino alla darsena di San Marco. Di pochi anni successivi la proposta del Ten. Coll. Gandini di svuotare i navigli e coprirli per usarli per il trasporto delle merci su pesanti carri. Nel 1873 lArch. Brocca riprende lidea di Gandini, ma prevede una tramvia sotterranea a cavalli sempre nelle cerchie dei navigli. Senza dimenticare le proposte degli anni 80 e 90 del COCIS (Comitato per la Citt Sotterranea), possiamo arrivare al 2007, quando iniziano a circolare i primi progetti preliminari, che prevedono un tunnel da viale Certosa (autostrade) sino a piazza della Repubblica, per poi inserirsi in un sistema di circonvallazione sotterranea sotto tutta la cerchia dei Bastioni (pare infatti che il parcheggio interrato di viale Maino comprenda al suo interno uno svincolo e un tratto di questa fantomatica circonvallazione). La versione definitiva (?) del tunnel, quella inserita nel PGT (ma non si capisce con quale valenza), vede gli svincoli intermedi ridursi da 14 a 9 e la scomparsa (per ora) della galleria circolare dei Bastioni. Rimangono i 14 chilometri di sviluppo lineare e i 40 metri di profondit massima. getti concreti sono degli anni 60, ma fino agli anni 80 non iniziano i lavori, che si trascineranno poi per quasi trentanni, attraversando la storia politica recente del capoluogo lombardo, Tangentopoli compresa. singolare come il tracciato del tunnel automobilistico riprenda quasi la stessa traccia del Passante. C da sperare che non ne ricalchi anche gli stessi accadimenti. Certo che nel caso del Passante, abbiamo assistito a notevoli speculazioni sulle aree interessate dal suo passaggio, con forti incrementi della rendita del suolo. Nel caso del tunnel ci potrebbe essere il rischio contrario, con una decisa svalutazione immobiliare delle zone in cui sorgeranno gli svincoli, inevitabili generatori di traffico. Non da escludere per la corsa allacquisizione delle stesse aree per potersele poi fare espropriare a caro prezzo. Quello che sicuramente non si ancora visto un documento del Comune che (di)mostri quale impatto urbanistico una realizzazione del genere avr sulla citt. Intanto vorrei porre alcune questioni. La scelta del tracciato terr sicuramente conto della fattibilit tecnica dellopera, ma mi chiedo: perch da

Tutto questo ricorda ai milanesi la famosa e famigerata vicenda del Passante Ferroviario, opera appena terminata, ma gi nata vecchia, visto che sul Passante si inizia a ragionare gi con linaugurazione della nuova Stazione Centrale nel 1931. I primi pro-

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Cascina Merlata a Linate? C veramente un flusso di traffico tale su questa direttrice da giustificare la realizzazione di un tunnel? E perch allora non farne uno da Sesto S. Giovanni (autostrada) fino a Famagosta, ovvero sulla diagonale opposta? A Linate, un aeroporto dal futuro incerto, dovrebbero arrivare per il 2015, e negli anni successivi, non solo il tunnel, ma anche la linea 4 della metropolitana. Che senso ha concentrare investimenti significativi su un infrastruttura a rischio di chiusura o di sottoutilizzo? Mi chiedo poi quale impatto avranno gli svincoli intermedi a livello di flussi di traffico sulla gi intasata circolazione urbana. Perche facilitare laccesso di altre macchine in citt, con un sistema che permette alle automobili di sgorgare direttamente in punti nevralgici e sovraccarichi, senza il deterrente delle quotidiane code sugli assi di penetrazione?

un fatto abbastanza noto che aumentare la capacit di una strada tende ad attrarre nuovo traffico pi che a fluidificare quello che gi c. Un domani potr arrivare da nord in autostrada, prendere il tunnel e pagare il pedaggio, uscire in piazza della Repubblica o in Porta Venezia (gli svincoli e le rampe li facciamo nei Giardini?) e, pagato lEcopass, andare in piazza S. Babila e, ovviamente, parcheggiare in un silos a pagamento. Perch mai dovrei lasciare la mia comoda macchina a Lampugnano per prendere la M1 fino al Duomo quando basta aprire il portafoglio? Io vedo una certa contraddizione nel riempire la citt di strisce blu, anche in zone periferiche, con il lodevole scopo dichiarato di scoraggiare luso dellautomobile, e contemporaneamente escogitare un sistema che invogli ad usare la macchina anche per andare in centro.

Lunico modo per risolvere la contraddizione pensare al bilancio del Comune di Milano. E a proposito di quattrini, lascio agli economisti il compito di spiegare la fattibilit e la redditivit del tunnel (si parla di un pedaggio di 7 euro per tutta la tratta), ma se dobbiamo guardare allesempio pi famoso di una analoga opera, il Big Dig di Boston, sapere che i 6 miliardi di dollari iniziali sono diventati 22, non certo confortante. Inoltre se il Big Dig, pur essendo lungo solo 6 chilometri, costato 22 miliardi di dollari, come mai per fare i 14 chilometri meneghini di miliardi di euro ne bastano 1,5? Non credo che ci si possa spiegare solo col cambio favorevole.

Lavoro UTILI: COMPARTECIPAZIONE Franco Morganti

Sode a destra uno squillo di tromba: Giulio Tremonti al Festival di Rimini ha lanciato lidea di favorire la compartecipazione dei lavoratori agli utili aziendali. Idea invero non peregrina, di cui si discute da circa trentanni (qualcuno di voi ricorda la VII Direttiva Cee?). Nel codice civile ce n addirittura traccia dal 1942. A sinistra risponde uno squillo: un altro ministro, Maurizio Sacconi, ha prontamente risposto di guardare con estremo favore alla proposta di Tremonti e preannunciato una legge en-

tro lanno. Oddio, che lo squillo venga da sinistra dubbio: Sacconi non parlava in unofficina meccanica del bresciano, ma alle serate cortinesi, piene di signore dalto bordo, stimolate da quel temibile rivoluzionario che Enrico Cisnetto. Mi pare di ricordare quando, in era socialista, si presentava una proposta al sindaco di Milano Pillitteri, che in due - tre giorni annunciava in conferenzastampa che su quella proposta esisteva un progetto della Giunta. Dove lavr studiato Sacconi fra il 28 e il

29 agosto? Mah, forse lavr affidato a Brunetta, lo Speedy Gonzales del governo. Del resto tutti e tre i ministri sono ex-socialisti ed giusto che in un governo cosiddetto liberale trovino spazio le loro idee. I primi commenti sono stati tiepidi, salvo quelli di Raffaele Bonanni, capo della Cisl, da sempre favorevole alla cogestione. Qualche favore anche da Angeletti della Uil. La Cgil zittina. Forse pensano che i lavoratori siano chiamati anche alla compartecipazione alle perdite. Bombassei per Con-

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findustria si detto disponibile a approfondire, ma cauto sul disegno di legge messo a punto dal senatore Pietro Ichino (Pd) che regola la partecipazione dei lavoratori, su base volontaria, al controllo sulla gestione dellimpresa, a diverse forme di partecipazione azionaria, ai risultati dei piani industriali e agli utili, con varie esenzioni e detrazioni fiscali. Ma Tremonti, pur senza citare Ichino,

esclude la cogestione. Forse voleva proprio prendere le distanze da questo, ma la sua iniziativa, secondo la tecnica in cui maestro il Presidente del Consiglio, ha presentato come uniniziativa di sinistra quella che forse solo una presa di distanza dalla sinistra. La Confapi non si pronunciata, ma il suo presidente Paolo Galassi, quando si parlato di

detassare gli utili reinvestiti, ha detto: Ma quali utili? Ma allora, per evitare confusioni, cogestioni e malintesi, non meglio parlare semplicemente di stock grant, cio di azioni distribuite gratuitamente ai dipendenti, come ha fatto Vodafone Italia negli ultimi cinque anni? I dipendenti diventano azionisti, nel bene e nel male.

Citt MOLTO RUMORE PER TUTTI Michele Sacerdoti

Il Comune non vuole mettere sotto controllo il rumore cittadino, presentiamo una valanga di osservazioni !E' stato adottato il 22 luglio in consiglio comunale il piano del rumore di Milano, obbligatorio per legge ma sul quale il Comune in ritardo di anni.Il primo piano era stato preparato addirittura nel 1996 ma non mai stato approvato e negli anni il Comune si limitato ad adeguarlo alle nuove norme statali e regionali che sono uscite.

La citt stata divisa in isolati e ad ognuno stato dato un livello massimo di rumore legato ad una classificazione in 6 classi:

1: area particolarmente protetta (residenze anziani, parchi pubblici) 2: aree destinata ad uso prevalentemente residenziale (commercio limitato, assenza di attivit industriali e artigianali, traffico locale)

3: area di tipo misto (commercio, uffici, attivit artigianali limitate, traffico locale e di attraversamento) 4: area di intensa attivit umana (elevata presenza di commercio e uffici, limitata presenza di piccole industrie e attivit artigianali, traffico intenso) 5: area prevalentemente industriale 6: area esclusivamente industriale

Classe

Decibel max. diurni ore 6-22 (Leq eq) 50 55 60 65 70 70

Decibel max. notturini ore 22-6 (Leq eq) 40 45 50 55 60 70

1 2 3 4 5 6

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Il 58,3% della popolazione residente stato classificato in classe 4, il 30,8% in classe 3 e solo il 5,1 in classe 2 (zone prevalentemente residenziali). Persino i parchi pubblici, che dovevano essere in classe 1, sono stati inseriti in classe 3. Le zone residenziali non sono state assolutamente tutelate, con la scusa del traffico e della presenza di attivit commerciali, artigianali e terziarie un po dovunque, anche se quelle artigianali sono ormai solo presenti sul

piano regolatore. La presenza di uffici nelle zone residenziali stata sovrastimata, ritenendo che una parte consistente degli appartamenti sia stata trasformata in uffici, cosa che vale forse nel centro storico ma non in altre zone della citt. La divisione in isolati ha poi fatto s che, se un isolato si affaccia su un lato su una strada di grande traffico, anche i lati sulle strade interne assumono la stessa classificazione. Comunque, anche adottando il criterio

dellisolato per motivi di semplicit e di gestione, vi sono numerosi isolati che si affacciano su tutti i lati a strade locali che sono stati inseriti nella classe 4 invece che nella 3. La circolare regionale del 2002 con i criteri di assegnazione delle classi stata solo parzialmente rispettata (vedi tabella).

Alcuni Consigli di Zona hanno espresso osservazioni dettagliate ma sono state tutte respinte. In particolare la Zona 3 ha prodotto una mappa indicando tutti gli isolati residenziali che affacciandosi su strade locali dovevano essere inseriti in classe 3. Si tenga conto che labbassamento di una classe corrisponde ad un dimezzamento del rumore massimo consentito.

Ho pubblicato sul sito www.msacerdoti.it/notizie.htm#01/08 /09 la delibera, la relazione, le tavole della classificazione acustica adottata e i criteri regionali. Entro il 22 settembre chiunque pu presentare osservazioni. Sar opportuno che i residenti, eventualmente a livello di condominio, preparino osservazioni motivate per chiedere

labbassamento della classe acustica del proprio isolato e tutelare la propria tranquillit. La classificazione sar importante per poter far valere le proprie ragioni in eventuali cause legali contro i disturbatori della quiete pubblica.

Scuola SOTTO IL SOLLEONE Vincenzo Viola


In tutti i Paesi civili listituzione scolastica sinonimo di unit nazionale. Negli Stati Uniti, in Francia, in Germania la presenza a scuola strettamente associata alla bandiera e ai simboli della Nazione. In Italia, invece, la scuola diventata sinonimo di divisione nel corpo della Nazione. Se ne sono dette tante sulla scuola questestate sotto il solleone: soprattutto nellagosto padano non si sono risparmiate bordate dogni tipo. Ha cominciato in luglio la deputata leghista Paola Goisis a chiedere il controllo culturale, ideologico, politico sugli insegnanti, in un contesto espressamente razzista testimoniato dallaffermazione che "non possibi-

le che la maggior parte dei professori che insegna al nord sia meridionale". Naturalmente, a parere dellonorevole proponente, i titoli di studio non costituiscono una garanzia sulla preparazione dellinsegnante perch spesso risultano comprati (probabilmente ha avuto informazioni di prima mano dallon. Gelmini, che andata a procacciarsi labilitazione professionale in Calabria...), mentre una bella pronuncia dialettale, soprattutto se approvata da una commissione in camicia verde la prova determinante della solidit della preparazione di un futuro docente. Cos finalmente potremo presentarci a testa alta nel confronto con le scuole di altri Paesi europei. A fare chiarezza sullo stato della scuola italiana comunque ci ha pensato lInvalsi col gioco delle tre tavolette: i risultati dei test sui ragazzi di terza media davano una sostanziale omogeneit tra i tre tronconi dItalia? Tutto ci non va bene sul piano politico: ma basta cambiare i risultati, scoprendo che al sud si copia... al nord, notoriamente, sono tutti animati da rigoroso spirito kantiano e nessuno ha mai copiato, soprattutto agli esami! Ma non ancora soddisfatti del risultato i ricercatori hanno notato che alcuni esiti delle regioni del nord sono pi bassi del previsto perch i ragazzi provenienti da famiglie che non parlano italiano hanno una minore competenza della nostra lingua e quindi fanno pi fatica anche a rispondere alle domande di logica e di matematica, contribuendo a peggiora-

re il quadro complessivo. Che intuizione! E se si fossero formulate quelle domande almeno in inglese, francese e spagnolo (non arrivo a pensare allarabo, al russo e al romeno...)? Magari quei ragazzini avrebbero risposto meglio. Ma no, che idee strane, del tutto aberranti per un Paese moderno: anzi per fare emergere proprio i migliori lanno prossimo una buona parte delle domande saranno formulate in dialetto. Ecco, ecco laltro tormentone estivo: bisogna insegnare i dialetti, una buona volta! Cota dixit, e, se parla Cota, Manzoni deve tacere! Ma s, mettiamo un po da parte quel celebrato monumento della cultura milanese, soprattutto nella sua ingombrante versione scolastica che gi Gadda deplorava! Forse, e non scherzo, un po meno Manzoni e un po pi di dialetti, farebbero bene alla scuola italiana. Il mio, lo ammetto, non un auspicio del tutto imparziale perch ho la passione per i dialetti. Mi affascina quello del Porta, modulato in molteplici registri espressivi, e quello con cui Delio Tessa settantanni fa gi diceva allItalia: Quist hinn che te comanda, / mediatur de tossann, mercant de coca!; mi commuove il romagnolo aspro con cui Baldini e Guerra esprimono i sentimenti pi teneri e quello antichissimo di Tursi, in Basilicata, usato da Pierro per ritrovare le sue origini, la sua giovinezza. E carico di unespressivit infinita nella sua implacabile fissit il romanesco di Belli, bello il ligure di Firpo, scoppiettan-

te di suoni, ricco il dialetto quasi personale con cui Biagio Marin ci fa respirare laria di Grado, sono dolenti e attraversati da sonorit sfumate il friulano di Pasolini e il triestino di Giotti, diversi tra loro ed espressioni di due volti della citt il napoletano di Di Giacomo e quello di De Filippo, un urlo dindignazione il siciliano di Buttitta, ironico, graffiante il veneziano personalissimo di Giacomo Noventa. S, i dialetti sono una ricchezza immensa e il loro insieme la pi straordinaria manifestazione dellinfinita variet delle radici della cultura italiana e degli apporti che lhanno arricchita: greci e celti, arabi e latini, germanici e francesi, slavi, spagnoli, nordici, africani... con tutte le tradizioni, le religioni, le dominazioni, le sventure, le arti, gli studi, le trasmigrazioni possibili! Il continuo intreccio dei dialetti e le costanti modifiche allinterno della stessa area dialettale ci dicono che un Paese vivo solo se si espone ad una continua contaminazione tra persone, lingue e culture per conseguire un continuo arricchimento umano. Questo il contributo che la conoscenza della realt dei dialetti pu sicuramente dare alla scuola. E il risultato opposto a quello desiderato da Cota e Borghezio (e sotto sotto anche dalla Gelmini)? Mi spiace, ma questa una seria proposta culturale, tutto il resto ciarpame (ops...) propagandistico.

RUBRICHE
ARTE
Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

Prima o poi vengono fuori, da dietro le copertine che hanno inventato e che li hanno riparati per anni. Oltre un trentennio in Mondadori, nel caso di Ferenc Pintr, illustratore italoungherese il cui tratto incisivo sta

dietro a tanti volumetti del Commissario Maigret di Simenon, ma anche delle collane Omnibus e Omnibus Gialli, per non dire degli Oscar Mondadori, i primi pocket venduti anche in edicola: sue le copertine dei libri di

Pavese, Deledda, Soldati, Steinbeck, Faulkner, Ibsen e cento altri. A un anno e oltre dalla morte di Pintr, si inaugura la prima ampia retrospettiva, a cura di Giampaolo Mascheroni e Peppo Peduzzi, dedicata al suo la-

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voro nel campo della grafica editoriale, ma anche e soprattutto nella produzione di manifesti di carattere politico, sociale e culturale, attivit nella quale Pintr si pure costantemente impegnato (per esempio, le campagne a favore di Solidarnosc o i manifesti dedicati a Sacharov). In mostra una cinquantina di tempere su carta che preludono ai manifesti e altrettanti bossetti per le copertine dei libri. Ferenc Pintr. Manifesti e altro. Cant, Villa Calvi (ex Municipio), via Roma 8 orario: da luned a venerd 16/19; sabato e domenica 10.30/12.30 e 16/19. Fino al 4 ottobre.

ni, Turcato, Scanavino e Cavaliere, ma non mancano, in una sezione a s stante, le acquisizioni pi recenti e una trentina di opere di collezioni private milanesi da Sironi a Funi, De Pisis, Morlotti, Marini, Melotti, Fautrier, Christo e altri. Il Museo e gli amici. Artisti e collezionisti. Permanente, via Turati 34 orario: marted-domenica 10/13 e 14.30/18, chiuso tutti i luned e il 15 agosto. Fino al 13 settembre. dedicata alla lunga stagione trascorsa da Monet a Giverny la mostra di Palazzo Reale. Una rassegna che allinea 20 grandi tele dellartista provenienti dal Museo Marmottan di Parigi, dipinte tra il 1887 e il 1923 quando la costruzione del giardino di Giverny, con i salici piangenti, i sentieri delimitati dai roseti, lo stagno con le ninfee, il ponte giapponese, i fiori di ciliegio e gli iris trova pieno corrispettivo nella tavolozza multicolore di Monet, portando alle estreme conseguenze quellattitudine innata che lo induceva, ancora ragazzino, a disegnare dal vivo il porto di Le Havre, piuttosto che seguire in studio le lezioni dei maestri. Il tempo della magnifica ossessione di Giverny una piccola citt sulle rive della Senna dove Monet spese la maggior parte del suo tempo e dove costru il suo pi volte immortalato giardino - le cui immagini si possono confrontare con una serie di fotografie ottocentesche di giardini giapponesi. Non senza percepirne la familiarit con la tradizione giapponese dellukiyo-e, rappresentata da 56 stampe di Hokusai e Hiroshige, prestate dal Museo Guimet di Parigi ed esposte a rotazione per ragioni conservative. Sono in arrivo a breve dal Guimet 28 nuove opere di Hiroshige e Hokusai che saranno esposte da luned 27 luglio, sostituendo i fogli attualmente in mostra. Monet. Il tempo delle ninfee. Palazzo Reale orario: luned 14.30/19.30, marted-domenica 9.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 27 settembre. Milano culla della Scapigliatura. Movimento artistico e letterario cui dedicata lampia rassegna a cura di Annie-Paule Quinsac e di un variegato comitato scientifico costituito da esperti di musica, letteratura, teatro e

A 10 km da Bellinzona, sulla strada che porta al Passo del San Bernardino. Li si trova Roveredo, nel Canton Grigioni, che in un parco agricoloboschivo di oltre 100mila metri quadri ospita, fino all11 ottobre, la 9 edizione di OpenArt. Curata da Luigi a Marca, artista e promotore culturale che ha ideato questa manifestazione e lha vista crescere negli anni, OpenArt ospita i lavori di una cinquantina di artisti di varie nazionalit, a Marca incluso, spesso e volentieri ai loro primi passi. aperto, per, e anche proficuo il confronto con le installazioni permanenti di maestri riconosciuti, come Arman, Rotella, Spoerri, Schumacher. Alle sculture, realizzate in pietra, legno, bronzo o ferro, si aggiungono opere video e fotografiche, ma anche installazioni e performance che si svolgono nel corso della manifestazione. Aggiornamenti on line: www.openart.ch

Artisti di ieri e di oggi, ma generosit di sempre. La raccolta darte della Permanente il frutto delle donazioni effettuate negli anni dai soci - mecenati, collezionisti e artisti milanesi oltre che dei premi attribuiti nelle varie Biennali di Milano, succedutesi dal dopoguerra, eredi delle storiche Biennali di Brera. Sono quasi 400 le opere oggi custodite in via Turati. Non tutte esposte, salvo la selezione di dipinti e sculture presentata in questoccasione, concentrata soprattutto sulla parte storica della raccolta. Il nucleo centrale si sviluppa attorno a Gola, Alciati, Carr, Casorati, Rosai, Sironi e ancora Fontana, Milani, Cassinari, Chighine, Fabbri, Reggia-

architettura. Una denominazione che rinviando a chiome disordinate, allude in realt a vite dissolute e scapestrate. Ribelli, appunto, come i protagonisti del romanzo di Cletto Arrighi La Scapigliatura e il 6 febbraio (1861-62) che ha dato il nome a questo mix di fermento intellettuale, impegno socio-politico e arte, destinato a scompigliare come un pandemonio la Milano tardo ottocentesca. La mostra documenta lintera stagione, a partire dagli anni 60 dell800 fino allinizio del 900. 250 opere, tra dipinti, sculture e lavori grafici, dalla pittura sfumata del Piccio allintensit coloristica di Faruffini, alle innovazioni di Carcano, fino Ranzoni, Cremona, Grandi che segnano il momento doro della Scapigliatura, ma anche Paolo Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Medardo Rosso, Eugenio Pellini, Camillo Rapetti. Una sezione della mostra ricostruisce la vicenda del travagliato progetto del Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi, gessi compresi. Ulteriori approfondimenti, in ambito letterario e giornalistico, si trovano alla Biblioteca di via Senato che espone il Fondo delleditore Angelo Sommaruga, ricco di lettere, biglietti postali, cartoline, volumi e riviste, oltre una sezione dedicata alla caricatura e ad alcune opere di artisti fra cui Ranzoni, Troubetzkoy e Conconi. Scapigliatura. Un pandemonio per cambiare larte. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: luned 14.30/19.30; marteddomenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30. La Scapigliatura e Angelo Sommaruga. Dalla bohme milanese alla Roma bizantina. Fondazione Biblioteca di via Senato, via Senato 14 orario: marted- domenica: 10/18. Fino al 22 novembre.

Il British Council possiede una collezione darte decisamente cospicua. Circa 8mila opere acquisite a partire dalla met degli anni 30. Per festeggiare i suoi 75 anni di attivit e altrettanti di acquisizioni di opere di pittura, scultura, fotografia e di installazioni, il British Council ha organizzato dapprima una mostra alla Whitechapel di Londra e adesso una rassegna a Milano, nella quale presenta una selezione dei lavori raccolti in

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questi anni. Lattenzione puntata sullarte britannica del XX e XXI secolo, esponendo le opere corredate di passaporto: il che non significa solo sapere in quali musei e gallerie sono state ospitate negli anni, ma anche il prezzo pagato per esse dal British Council. Si noter la differenza! Nel 1948, 158 sterline bastavano per un quadro di Lucien Freud, oggi uno dei pi quotati artisti viventi. Nel caso specifico si tratta di un ritratto di Kitty, la prima moglie dellartista, un dipinto che ha viaggiato in pi di 25 paesi ed stato esposto in oltre 80 mostre da che nelle mani del British Council. Ma ci sono anche opere di Henry Moore, Anish Kapoor, David Hockney, Gilbert & George, Richard Long, Steve McQueen, Sean Scully, Damien Hirst e non solo. Passports. In viaggio con larte. 75 anni di pittura, scultura, fotografia e installazioni dalla collezione del British Council. Padiglione dArte Contemporanea, via Palestro 16 - orario: luned 14.30/19.30; marted-domenica 9.30/19.30; gioved 9.30/22.30. Fino al 13 settembre. Un nuovo appuntamento nellambito delle celebrazioni per il bicentenario della fondazione della Pinacoteca di Brera. Loccasione sta suggerendo un modus operandi che si vorrebbe appartenere alla quotidianit di un museo, tra scavo e ricerca sul proprio patrimonio, ma anche capacit di dare conto dei risultati con attitudine divulgativa. Lattenzione si sposta questa volta su Giuseppe Bossi, figura chiave della storia braidense, uno dei primi segretari dellAccademia di Belle Arti succeduto a Carlo Bianconi, sospettato di sentimenti filo austriaci cui si deve, fra laltro, la presenza nelle collezioni di Brera del Cristo morto del Mantegna e dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, al cui acquisto partecip attivamente. La rassegna ricostruisce la raccolta di ritratti e autoritratti di artisti che Bossi concep come incentivo alla ricognizione storica degli antichi maestri della scuola milanese per gli allievi dellAccademia. In tutto 34 ritratti, 25 dei quali raffiguravano infatti maestri lombardi o loro familiari, dei quali si presto persa memoria, se vero che gi nel catalogo della Pinacoteca del 1816 non sono pi registrati come nucleo autonomo. Le cu-

ratrici della mostra, Simonetta Coppa e Mariolina Olivari, li hanno rintracciati, spesso dimenticati in uffici pubblici e ne presentano 24, restaurati per loccasione, oltre a un Autoritratto di Giuseppe Bossi. Il Gabinetto dei ritratti dei pittori di Giuseppe Bossi. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: 8.30/19.15, chiuso luned (la biglietteria chiude 45 minuti prima). Fino al 20 settembre.

A cura di Philippe Daverio con Elena Agudio e Jean Blanchaert, la rassegna propone tuttaltro che una lettura univoca e compiuta dellarte sudamericana; semmai un ritratto dautore che ricorda artisti di ieri e protagonisti delle ultime generazioni, insistendo su alcuni temi condivisi: sangue, morte, anima, natura, citt. E sempre e comunque con grande passione sociale e attenzione per la storia. Non ununica America Latina, ma tante Americhe Latine, cos come molto diversificato e variegato il panorama artistico del continente sudamericano. Arrivano dal Brasile, da Cuba, dalla Colombia, dal Cile, dal Venezuela e dal Messico le oltre cento opere esposte. Una cinquantina gli artisti rappresentati, concettuali, astratti, figurativi nel senso pi tradizionale del termine, pittori, scultori, fotografi o amanti delle sperimentazioni linguistiche. Ecco, dunque, la cubana Tania Bruguera, largentina Nicola Costantino, la brasiliana Adriana Varejo fino a Beatriz Milhares, Vik Muniz, al fotografo guatemalteco Louis Gonzales Palma, al cileno Demian Schopf. C anche Alessandro Kokocinsky, cresciuto in Argentina, ma nato in Italia dove tuttora vive e lavora, che trasferisce nelle sue opere dolenti i tormenti vissuti in prima persona. Nella sala cinematografica dello Spazio Oberdan la sezione video curata da Paz A. Guevara e Elena Agudio. Americas Latinas. Las fatigas del querce. Spazio Oberdan, via Vittorio Veneto 2 - orario: 10/19.30, marted e gioved fino alle 22, chiuso luned. Fino al 4 ottobre. Si fa sempre pi fitto il dialogo tra arte antica e moderna, almeno quanto a iniziative che vedono a confronto tradizione e modernit. Come la mo-

stra allestita in questi giorni allAccademia Tadini di Lovere. Una rassegna nata dalla collaborazione tra il museo lombardo, aperto nel 1828 da un collezionista di allora, il conte Luigi Tadini, e tre galleristi/collezionisti di oggi, Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli. Ecco dunque che le opere di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon, conservate in permanenza allAccademia Tadini, si trovano per qualche mese faccia a faccia con quelle di Giulio Paolini, Carla Accardi, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Arturo Martini, Sol LeWitt e molti altri maestri del XX e XXI secolo. Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto Lovere (Bergamo), Accademia di Belle Arti Tadini, Palazzo dell'Accademia, via Tadini 40 (Lungolago) orario: marted-sabato 15/19, domenica 10/12 e 15/19. Fino al 4 ottobre. I suoi celebri Bleu hanno addirittura richiesto una tonalit di blu creata ad hoc, che porta a tuttoggi il suo nome (International Klein Blue). Laspirazione alla purezza e allassoluto hanno contraddistinto lintera e brevissima vicenda creativa di Yves Klein, suggerendo pi di unaffinit con Piero Manzoni, e non soltanto perch sono morti, quasi coetanei, a un anno di distanza luno dallaltro: nel 62, a Parigi, il trentaquattrenne Klein; nel 63, a Milano, Manzoni appena ventinovenne. A Yves Klein, capofila del Nouveau Ralisme, sebbene ne sia uscito un anno dopo la fondazione e antesignano della pittura monocroma, dedicata unampia retrospettiva che oltre a presentare un centinaio di opere del maestro francese, provenienti dallArchivio Yves Klein di Parigi e da collezioni internazionali, affianca loro, nelle piazze e nei giardini della citt, una selezione di sculture metalliche della moglie Rotraut Uecker che con Klein condivise anche la vocazione artistica e immaginifica. Sui tre piani del museo, le opere di Klein sono presentate per nuclei tematici: i Monochrome realizzati con pigmenti puri fino ad arrivare al solo blu, alternato con loro in foglia; i quadri realizzati con il fuoco a contatto diretto con la tela; le Anthropomtrie, tele su cui sono impressi i corpi

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delle modelle cosparse di colore dallartista durante veri e propri happening; e ancora i Relief plantaire, le Sculpture ponge, insieme a filmati e fotografie a documentarne le

azioni, mentre un ricco apparato documentario permetter di seguire le tappe del percorso artistico e personale di Klein.

Yves Klein & Rotraut Lugano, Museo dArte, Riva Caccia 5 orario: marted-domenica 10/18, luned chiuso. Fino al 13 settembre.

MUSICA Questa rubrica curata da Paolo Viola MI.TO

In agosto eravamo tutti - chi pi chi meno - in vacanza quando Enrico Girardi sul Corriere della Sera considerava come, mentre grandi paesi europei hanno la buona abitudine di concentrare impegni e risorse in un unico grande festival estivo di grandissima qualit e di considerevole appeal - lAustria a Salisburgo, la Germania a Bayreuth, la Francia a Aix en Provence, lInghilterra a Glyndebourne, la Svizzera a Lucerna, ecc. - lItalia distribuisce invece impegni e risorse in mille piccoli festivalini, da Cortina dAmpezzo a Siracusa, senza riuscire a produrne uno di rilevanza internazionale. Poi capita che al rientro, prima ancora di avere disfatto i bagagli, ci imbattiamo in questo ormai mitico Festival Internazionale della Musica Milano-Torino (il MI.TO appunto) che, pubblicizzato come un campionato mondiale di calcio, propone oltre duecento concerti in 22 giorni (quasi 10 al giorno dal 3 al 24 settembre, mediamente cinque concerti quotidiani a Milano e cinque a Torino) e non ci raccapezziamo proprio pi! Allora vediamo di capire di che si tratta. Grandi direttori (Yuri Temirkanov, Gianandrea Noseda, Daniel Harding,

Myung-Whun Chun, Antonio Pappano che ha dovuto rinunciare per motivi di salute), grandi interpreti (Natalia Gutman, Murray Perraya, Viktoria Mullova, Ottavio Dantone, lonnipresente Salvatore Accardo, ecc.) e grandi orchestre come la Filarmonica di San Pietroburgo, lAcademy of St.Martin in the Fields, la Royal Philarmonic Orchestra, la Sinfonica della Radio Svedese e ovviamente la Filarmonica della Scala e la Sinfonica Nazionale della RAI di Torino. E anche magnifici programmi, con una prima esecuzione assoluta e due prime italiane (ma solo a Milano, che dimostrerebbe cos di avere un pubblico meno conservatore di quello torinese). Ma poi, alternati alla grande musica sinfonica e da camera, troviamo i recital di Gino Paoli e di Paolo Conte, il Teatro N, la misura del gesto, Larte dei grandi tamburi taiko, Gagaku, lo spirito del Giappone, e ancora una Maratona Jazz, i 13 Most Beautiful Songs for Andy Warhols Screen Test, e per finire la Grande Festa Finale Swing Will you dance with ... Benny Goodman and Glenn Miller. Mah... Prima di tutto sembra la fiera degli Oh-bej-Oh-bej, di cara memoria, do-

ve si trovavano pezzi di straordinario antiquariato insieme ai ricambi di giradischi e lampadari; e bisogna riconoscere che di fatto ci andavano tutti, perch ognuno vi trovava qualcosa di proprio interesse, anche i bambini che impazzivano per lo zucchero filato. Poi sembrano curiose queste date settembrine che non sono n in stagione, quando reduci dalle vacanze abbiamo gi rimesso in ordine il guardaroba e ripreso le nostre abitudini, n fuori stagione, quando le due citt sono invase da turisti alla disperata ricerca di eventi e sarebbero lieti di visitare le nostre belle sale di teatro e da concerto, note in tutto il mondo e tuttavia invisibili o scarsamente visibili nel mese di agosto. Da un altro punto di vista, possiamo immaginare musicofili che attraversano le Alpi per passare qualche giorno di settembre, a Milano o a Torino, spinti dal fascino di questo MI.TO? E noi, musicofili indigeni reduci da uno di quei festival europei di cui si diceva - e in procinto di goderci le nostre stagioni musicali cittadine in quanti siamo attratti da questo minestrone di fine estate?Limpressione che sembra doversi ricavare che si tratti di uno di quegli eventi che tanto piacciono ai nostri politici amministratori (a proposito il

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23, al Dal Verme, la voce recitante del concerto sar quella di Letizia Moratti - unomonimia?), basati su unimpressionante batteria di sponsor dai nomi altisonanti, cui parteci-

pano ottimi artisti - che con i tempi che corrono faticano a declinare gli inviti quali che siano - e altri meno celebri che giustamente usano queste occasioni come vetrine.

Tanto per ricordarci che anche la musica consumo. 8 settembre

TEATRO Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi Tramedautore Festival Internazionale di drammaturgia contemporanea
La manifestazione si pone nel panorama italiano come una delle pi rappresentative per la promozione del teatro contemporaneo nazionale ed internazionale. La IX edizione, che si concluder gioved 10 settembre, esplora lincontro tra terre lontane e lovest del mondo. La storia di un barbone nero africano, Gadua (marted 8 settembre, ore19.30) di Rufin Doh Zynouin, un toccante monologo che affronta non solo un percorso di sofferenza, ma getta i semi per una vera e propria redenzione. La bellezza, laccettazione del diverso e il razzismo dolce dellOccidente evoluto, sono invece i temi dello spettacolo Bambi, elle est noire mais elle est belle (marted 8 settembre, ore 21), scritto e interpretato da una straordinaria Mamouna Gueye Con Gone too far! (mercoled 9 settembre, ore 19.30) di Bola Agbaje, il periscopio riemerge dal fondo per osservare la superficie di un mondo abitato da giovani immigrati, soprattutto di seconda generazione. Diverso il caso de La confession dAbraham (mercoled 9 settembre, ore 21) di Mohamed Kacimi, un testo che affronta temi importanti con leggerezza e umorismo sottile, affidati alla voce di Moni Ovadia. Le Carrefour (gioved 10 settembre, ore 19.30) un testo scritto in carcere da Kossi Efoui che si rivede nel personaggio del protagonista e che dichiara: La mia vita si strutturata sulla dimensione dellesilio. Il fitto programma si chiude con El Mona Dialoghi sullabisso (gioved 10 settembre, ore 21) di Koffi Kwahul, un testo senza storia che coglie listante confuso e contraddittorio di una giornata in un luogo di confine. Per tutta la durata del Festival e oltre, il pubblico di Tramedautore potr testare le tradizioni culinarie africane, avvalendosi di sconti (10% - 20%) presso i ristoranti africani di Milano che hanno aderito alliniziativa. Sar sufficiente presentare il biglietto dingresso di uno degli spettacoli in programma. Piccolo Teatro Studio, via Rivoli 6 Info: www.outis.it Biglietti: 7/5 euro Le Notti Bianche Corrado dElia legge Fdor Dostoevskij Durante lestate nel nord della Russia ci sono notti in cui la luce non scompare mai del tutto dallorizzonte: sono le notti bianche. In quattro di queste notti ambientato il romanzo breve di Dostoevskij che ha per protagonisti due giovani sognatori: una donna dal cuore spezzato che per crede ancora nellamore e Info: www.bibliotecadiviasenato.it Ingresso libero con prenotazione obbligatoria dal giorno precedente lo spettacolo ai numeri 02.76.02.07.94 / 02.76.31.88.93. un giovane impiegato che ascolta la sua amara vicenda. Nelle brevi passeggiate alla luce bianca delle notti estive si profila la possibilit di un nuovo inizio e di una vita insieme per due anime che, incontratesi casualmente, sembrano riconoscersi. Ma il sogno - come le mirabili notti bianche - termina improvvisamente, e il giovane impiegato torna a vivere la sua vita da eterno sognatore perso in una realt solo sua. Corrado dElia si fa voce del romanzo sentimentale giovanile del pi grande romanziere russo dellOttocento. In scena gioved 10 settembre alle 21 Fondazione Biblioteca di Via Senato, via Senato 14

Io, Hitler di Filippo Del Corno testo di Giuseppe Genna Io, Hitler un'azione di teatro musicale che racconta la vita del dittatore dal 1905 al 1933, poco prima della

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definitiva presa del potere. Vengono messi a fuoco, con accurata precisione storica, elementi poco noti della vita di Hitler, senza alcuna concessione a curiosit morbose o invenzioni fittizie. Hitler non un'icona mitica, e neanche una maschera grottesca. un uomo consapevole e responsabile della serie di crimini con cui si ap-

presta a provocare una delle pi efferate tragedie della storia. L'attore, solo sul palcoscenico, impersona Hitler con mimesi iperrealista, avvolto in una continua rifrazione di immagini video e immerso in una vischiosa lava sonora intessuta nelle regioni pi gravi degli strumenti.

In scena mercoled 9 e gioved 10 settembre alle 21 Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14 Info: www.teatrofrancoparenti.com

Biglietti: 10 euro

CINEMA Questa rubrica curata da Simone Mancuso Videocracy di Erik Gandini

Tutta italiana questa produzione svedese, non solo nel regista, ma soprattutto nel soggetto che tratta. La democrazia del video in Italia, in cui ci che conta a livello politico e sociale limmagine di se che un politico o un personaggio riescono a dare alla gente. E questa la trasformazione socioculturale che ha subito lItalia negli ultimi quindici anni. Si trasformata in una societ in cui si diventa popolari non necessariamente per meriti lavorativi, culturali, sociali o politici, ma per il fatto di essere stati parte della televisione, del video e del suo

potere, che di fatto trasforma la nostra democracy in una videocracy. Un film sviluppato in maniera molto interessante dal punto di vista estetico, perch Gandini, non solo non cade nella trappola del documentario anti-governativo, ma anzi, con delle scelte stilistiche che usano magnificamente immagini e musica, sposta lattenzione sul quotidiano, per rilevare linquietudine degli esseri umani che popolano la videocracy. Esseri umani di cui ti senti inevitabilmente

parte integrante dopo questo film, che fa riflettere sul potere sempre pi dilagante della televisione sulle masse, e dellassenza da parte di questultime, di strumenti critici che renderebbero la visione della vita, e la vita stessa, pi cosciente e consapevole. Qualsiasi idea o appartenenza politica abbiate non importa, questo un film da vedere, prima di tutto perch fatto molto bene ed in maniera originale, e poi perch fa riflettere, ed ogni tanto non fa male.

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S. MARIA DELLE GRAZIE: UN SET ECCEZIONALE

http://www.youtube.com/watch?v=uSW2KQYqd-M

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