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tata una gara di velocit tra chi cerca di finire in tempo i lavori e la magistratura che insegue i rei. Uno
spettacolo edificante, soprattutto per
i giovani, gli startupper, dei quali
abbiamo grande bisogno, e che
pensano alla meritocrazia vincente
in un sano mercato!
Non ho richiamato a caso il decreto
231 perch, se il modello organizzativo di cui parla e che Expo senza
dubbio ha adottato e poi aggiornato
a seguito degli ultimi accadimenti,
non protegger gli amministratori, i
danni causati dai loro sottoposti ricadranno sulle loro spalle e qui certamente di danni si parla non tanto
e non solo di danni di immagine ma
di tutti i maggiori costi che i rallentamenti dovuti a questi incidenti
giudiziari provocheranno e stanno
provocando
magari
solo
per
lindispensabile ricorso al lavoro
straordinario, ben pi costoso per gli
operatori e che gli stessi vorranno
recuperare.
Unultima notazione. Rubare su Expo 2015, visto il tema, vuol dire oltretutto appropriarsi di risorse che la
collettivit ha destinato (o almeno
avrebbe voluto destinare) per risolvere uno dei pi gravi problemi del
pianeta: dar da mangiare a chi ha
fame. C chi dorme tranquillo.
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senziali la massima trasparenza di
gestione.
Cos, la relazione del Comitato alterna osservazioni e suggerimenti
molto concreti ad analisi e proposte
di pi ampia veduta. Le prime sono
soprattutto rivolte, manco a dirlo,
allExpo 2015 S.p.A., cui viene comunque riconosciuto il coraggio di
rilanciare Open Expo, programma
avveniristico che si svilupper sulla
base di una convenzione firmata lo
scorso luglio da Expo 2015 S.p.A. e
lassociazione Wikitalia e presentato
a Roma l11 settembre scorso. Il
risultato dovrebbe essere quello di
poter intentare un processo di pubblicazione integrale in formato open
data, di tutti i dati legati alla gestione, progettazione e organizzazione
dellevento.
Le seconde, correttamente, guardano invece pi globalmente a quel
complesso di societ controllate dal
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riscontrabile con i percorsi riformatori seguiti in altri paesi europei avanzati: Francia, Germania e paesi
nordici fra i primi. Milano e la sua
comunit metropolitana (i suoi cittadini, i suoi amministratori, chi si occupa di urbanistica e di qualit ur-
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sa a disposizione di tutti. Ed un
discorso che andrebbe applicato in
ogni sfera decisionale non solo
per limitarci a Milano - nel processo
partecipativo Garibaldi e lIsolapartecipata, dove effettivamente ci abbiamo provato con esiti universal-
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* la produzione di diritti edificatori
(che non costa nulla) in mano ad
amministrazioni irresponsabili o
compiacenti diventerebbe quindi
una sorta di zecca urbanistica (nel
senso di creazione di moneta);
* facile infine immaginare la distrazione di risorse finanziarie dalle faticose e relativamente poco remunerative attivit di sviluppo e riqualificazione urbana a una pi facile
ancorch fittizia creazione di valori
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un
tipo
dinsediamento nuovo e diverso da
quello urbano o cittadino. Non si
vista poi lombra, n nel testo di
legge e nel dibattito parlamentare,
n tampoco nello stento dibattito
pubblico che ne seguito, di quello
sforzo teso ad acchiappare la pecu-
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liare natura di quellentit che sempre Guido Martinotti proponeva, per
evidenziarne la sfuggente novit, di
chiamare meta-citt.
Il Gruppo Petofi, i cui articoli Arcipelago ospita regolarmente da
qualche mese nella rubrica Dialoghi sulla Citt Metropolitana, nasce
sulla base di questa consapevolezza, della necessit cio di nutrire la
citt metropolitana con il suggerimento di qualche angolo prospettico
diverso, avanzando qualche dubbio,
tentando di mettere in circolo qualche idea critica e qualche proposta,
cercando di stimolare una discussione pubblica che vada oltre la
gabbia amministrativa (sempre
Martinotti) del mentecatto burocrate (De Finetti).
A cogliere analiticamente la tensione, e il conflitto anche, che legano i
due termini, citt e metropoli, sono
intesi in particolare i contributi venuti
da Giancarlo Consonni. La locuzione citt metropolitana - egli scrive piuttosto recente I due termini
non sono sinonimi. Semmai, se si
guarda alle logiche e alle tensioni
costitutive, si tratta di realt in conflitto. Citt ha a che vedere soprattutto con le relazioni di prossimit
I luoghi urbani sono per eccellenza i
luoghi del vivere condiviso, luoghi
sicuri in quanto presidiati naturalmente, quotidianamente dagli abitanti della citt. La citt esiste in
quanto sistema di luoghi ed la
qualit dei luoghi, e il loro costituirsi
come spina dorsale dei tessuti insediativi, a fare la qualit delle citt.
Laltro versante quello della metropoli
Ora, nel dibattito seppur ristretto, fin
qui avvenuto un certo peso hanno
avuto gli argomenti che tentano di
cogliere i nuovi caratteri della morfologia fisica della citt metropolitana,
con la dinamica tensione tra la citt
classica, con il suo core: la piazza, il
Duomo, il broletto, e la metropoli
economica. Una minore attenzione
mi sembra di cogliere invece nei
confronti della morfologia sociale
come si va rapidamente trasformando sotto la spinta prepotente,
ulteriormente accelerata in questa
fase di crisi, degli interessi e delle
esigenze del neocapitalismo finanziario. E anche, o soprattutto, su
questi aspetti che ritengo di richiamare lattenzione.
Le mie domande. Quali sono, mi
chiedo, le caratteristiche essenziali
che emergono nella societ di oggi
e sono sotto i nostri occhi? Accentramento della ricchezza e del potere in poche mani, in quelle della societ dell1 per cento, secondo la
definizione precisa e fortunata di
Occupy Wall Street; messa in que-
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disarmati e gettati nella rassegnazione. Lattuale societ dei mezzi
senza fini produce cos questa
somma
alienazione:
lespropriazione degli uomini della
loro natura teleologica; della loro
costante vocazione a dare senso e
significati alla vita e al mondo. Economia senza filosofia (non in senso
stretto), questo descrive bene la situazione: abbondanza straripante di
mezzi (quanto ingiustamente distribuiti!) e penuria di fini. Ma come ancora una volta osserva Giancarlo
Consonni il ragionamento sui fini
stato posto sotto ricatto: classificato
come ideologia e messo allindice.
Anche sulla Citt Metropolitana non
si ragiona sugli obiettivi mentre ci si
accanisce su architetture istituzionali fondate sul nulla. La legittimazione
democratica importante, ma senza una presa di responsabilit sui
fini una scatola vuota.
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acque, lo straordinario patrimonio
storico e architettonico, le filiere
produttive che hanno saputo reagire
alla fortissima crisi che ancora viviamo rappresentano una risorsa
non solo per i comuni della pianura
irrigua, ma per tutta la regione urbana milanese, nella prospettiva
auspicabile di uno sviluppo disac-
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Tutte pi che degne del livello medio dei pregiudizi italiani sul tema: i
diritti e i doveri, la svizzera, il rispetto delle leggi, la cultura di sinistra e,
per non sbagliare, quella di destra, i
dannati dell'auto, ecc. ecc.
Fantastica poi la cosa della "ricerca
del nemico nellautomobilista para-
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gonato a un talebano"; basta farsi
un giro su internet per verificare esattamente il contrario, cio un numero notevole di pagine facebook e
siti che inneggiano all'odio verso i
ciclisti. Vi prego di segnalarmi casi
opposti, se li trovate. proprio vero
che non si pu migliorare con il nostro schifo di educazione (per parafrasare "Pigro" di Ivan Graziani); allora continuiamo cos, facciamoci
del male (questa non sto neanche a
dirlo). Desolante la chiusa dell'articolo, con la paralizzante determina-
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MUSICA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
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Un ajkovskij italo-cinese
LaVerdi ha scelto di dedicare a ajkovskij una buona parte della lunga
stagione che appena iniziata e
che, per accompagnare lEXPO,
abbraccer tutto il 2015 con
lintegrale delle Sinfonie e dei Concerti. Ha esordito la settimana scorsa alla Scala, con la Marcia slava
opera 31, il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in sol maggiore
opera 44 e la Quinta Sinfonia in mi
minore opera 64, mentre nel primo
concerto in sede (nella propria sede dellAuditorium in largo Mahler)
ha eseguito il Capriccio Italiano opera 45, il Concerto per pianoforte n.1
in Si bemolle minore opera 23 e la
Seconda Sinfonia in do minore opera 17. Una bella abbuffata di cui,
bisogna dirlo, non ci si deve lamentare perch ajkovskij - per anni
trascurato tanto quanto, per esempio, stato esibito Mahler - aveva
proprio bisogno di essere ripensato
e valorizzato.
Potremmo anche dire che ajkovskij abbia avuto qualche responsabilit per la disattenzione di cui
stato vittima, con quella voglia di
compiacere il pubblico, lamore per i
temi facili, la ricerca continua di ci
che oggi chiameremmo effetti speciali nelle orchestrazioni e ancor
pi nelluso della tastiera. Ma nonostante queste arcinote sue debolezze resta pur sempre un compositore
straordinario che pi lo si conosce e
pi lo si ama. Purch e qui sta il
punto venga eseguito con la dovuta prudenza.
LOrchestra Verdi, in questa occasione, ha messo in campo il suo direttore stabile Zhang Xian e, in prosieguo, si affider anche a John Axelrod e a Oleg Caetani; i due concerti per pianoforte li ha affidati a
Giuseppe Andaloro, esordiente nella nostra citt, il concerto per violino
sar eseguito dalla ormai collaudata
Francesca Dego.
Del concerto alla Scala ha gi riferito Enrico Girardi sul Corriere della
Sera, e non mi pare abbia manifestato un grande entusiasmo; del
concerto allAuditorium mi ha molto
colpito la sorprendente contraddittoriet. C stato qualcosa di poco
comprensibile che cercher di approfondire.
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e la passione possibili; forse bisogna anche capire quali sono gli autori e le musiche che possiamo affrontare a partire dal brodo culturale nel quale siamo immersi e limitare il nostro repertorio a quegli autori
e a quelle epoche di cui siamo certi
di avere assimilato fino in fondo il
linguaggio, non solo quello musicale. Con buona pace della globalizzazione.
Post scriptum Anche lavventura
romana di Riccardo Muti - detto il
Maestro - finita come quella milanese, con le dimissioni date in piena
situazione di caos nella vita del Teatro: della crisi alla Scala, nel 2005,
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
rubriche@arcipelagomilano.org
Perch il Museo del Duomo un grande museo
Inaugurato nel 1953 e chiuso per
restauri nel 2005, luned 4 novembre, festa di San Carlo, ha riaperto
le sue porte e le sue collezioni il
Grande Museo del Duomo. Ospitato
negli spazi di Palazzo Reale, proprio sotto il primo porticato, il Museo
del Duomo si presenta con numeri e
cifre di tutto rispetto. Duemila metri
quadri di spazi espostivi, ventisette
sale e tredici aree tematiche per
mostrare al pubblico una storia fatta
darte, di fede e di persone, dal
quattordicesimo secolo a oggi.
Perch riaprire proprio ora? Nel
2015 Milano ospiter lExpo, diventando punto di attrazione mondiale
per il futuro, cos come, in passato,
Milano stata anche legata a doppio filo a quelleditto di Costantino
che questanno celebra il suo
1700esimo anniversario, con celebrazioni e convegni. Non a caso la
Veneranda Fabbrica ha scelto di
inserirsi in questa felice congiuntura
temporale, significativa per la citt,
dopo otto anni di restauri e un investimento da 12 milioni di euro.
Il Museo un piccolo gioiello, per la
qualit delle opere esposte cos
come per la scelta espositiva.
Larchitetto Guido Canalico lo ha
concepito come polo aperto verso
quella variet di generi e linguaggi
in cui riassunta la vera anima del
Duomo: oltre duecento sculture, pi
di settecento modelli in gesso, pitture, vetrate, oreficerie, arazzi e modelli architettonici che spaziano dal
XV secolo alla contemporaneit.
E lallestimento colpisce e coinvolge
gi dalle prime sale. Ci si trova circondati, spiati e osservati da statue
di santi e cherubini, da apostoli, da
monumentali gargoyles - doccioni,
tutti appesi a diversi livelli attraverso
un sistema di sostegni metallici e di
attaccaglie a vista, di mensole e
supporti metallici che fanno sentire
losservatore piccolo ma allo stesso
tempo prossimo allopera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
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la Triennale di Milano offre tante valide opportunit. Ricco come sempre il ventaglio delle mostre tempo-
ranee di architettura, ma interessante ancor di pi il nuovo allestimento del TDM, il Triennale Design Mu-
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seum, giunto alla sua settima edizione.
Dopo La sindrome dellinfluenza,
tema delanno scorso, per la nuova
versione ci si concentrati su temi
quanto mai cruciali, che hanno a
che fare molto e soprattutto con gli
ultimi anni: Autarchia, austerit, autoproduzione sono le parole chiave
che fanno da titolo e da fondo
alledizione di questanno. Un racconto concentrato sul tema dell'autosufficienza produttiva, declinato e
affrontato in modo diverso in tre periodi storici cruciali: gli anni trenta,
gli anni settanta e gli anni zero. La
crisi ai giorni nostri, insomma.
Sotto la direzione di Silvana Annichiarico, con la curatela scientifica
di Beppe Finessi, lidea alla base
che il progettare negli anni delle crisi economiche sia una condizione
particolarmente favorevole allo stimolo della creativit progettuale: da
sempre condizioni difficili stimolano
lingegno, e se questo vero nelle
piccole cose, evidente ancor di pi
parlando del design made in Italy.
Dal design negli anni trenta, in cui
grandi progettisti hanno realizzato
opere esemplari, ai distretti produttivi (nati negli anni settanta in piccole
aree geografiche tra patrimoni basati su tradizioni locali e disponibilit
diretta di materie prime) per arrivare
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
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Simon Schama
La storia degli ebrei
In cerca delle parole dalle origini al 1492
Le Scie - Mondadori, agosto 2014 - I volume
pp. 581, euro 30
Simon Schama appartiene a pieno
titolo a quella specie rara e preziosa
degli storici-scrittori, come Michelet
e Burckhardt nel passato o Kobb e
Najemy nei nostri giorni. Cos,
quando nel 2009 la BBC lo incaric
- con un contratto sontuoso che suscit scandalo nell'ambiente - di
mettere mano a un monumentale
documentario dedicato alla storia
della cultura e del popolo ebraico (5
ore di trasmissione, due volumi a
stampa), le aspettative furono vivissime, non solo nel mondo accademico e in quello dei media , ma in
tutta l'opinione pubblica del Regno
Unito.
Lo storico della Columbia University
non ha tradito le attese, replicando il
successo che il pubblico e la critica
aveva tributato ai suoi "Cittadini" del
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alcune forme di paganesimo e anche con il cristianesimo delle origini".
impressionante la cura minuziosa
e quasi ossessiva con cui lo storico
della Columbia enumeri reperti e
documenti utili alla sua ricostruzione: dalla corrispondenza di un giovane soldato ebreo, di stanza sul
Nilo, ad Elephantina, con la sua famiglia residente a Migdal; ai noccioli
di olive bruciati, trovati tra le rovine
della fortezza di Qeijafa, datati "da
severi esami al carbonio, nella lontana Oxford", al tardo XII o primo XI
sec. a.C.; ai quaderni di esercizio di
ebraico di un bambino arabo prove-
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
L'ultimo testo di Dario Fo
Al Piccolo continua il Festival Tramedautore con un importantissimo
debutto. Mercoled 24 sar in fatti in
scena Storia di Qu, il nuovo testo di
Dario Fo, scritto con Franca Rame,
diretto da Massimo Navone.
Lo spettacolo un ambizioso tentativo di collaborazione fra alcune importanti realt culturali cittadine,
come la Scuola di teatro Paolo
Grassi, la Scuola di scenografia
dellAccademia di Belle Arti di Brera
e la Scuola di musica Claudio Ab-
CINEMA
questa rubrica a cura degli Anonimi milanesi
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Frances Ha
di Noah Baumbach [U.S.A., 2013, 86']
con Greta Gerwig, Mickey Sumner, Adam Driver, Michael Zegen
Frances ha ventisette anni e un sogno: diventare una ballerina, tirocinante in una compagnia di danza
e per vivere insegna alle allieve pi
piccole. La sua vita non molto diversa da quella del college anche
se dalla California si trasferita nella Grande mela. Vive con Sophie, la
sua migliore amica che ha un lavoro
presso la Random House. Insieme
scherzano, frequentano locali e
party e si raccontano dei loro amori.
Ma le esigenze cambiano almeno
per Sophie, che decide di andare a
vivere con il suo ragazzo nellambto
quartiere Tribeca. Frances (che aveva rifiutato una proposta simile)
ha pochi soldi e non riesce a vivere
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e in questo suo fluttuare ascoltiamo
alcuni dei dialoghi pi freschi, spiritosi e ironici degli ultimi tempi.
ph_Marco Menghi
VIDEO
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