Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
org
www.arcipelagomilano.org
mandarini, ne decretavano la provvisoriet degli incarichi, per contenerne i poteri che altrimenti sarebbero stati sconfinati.
Per diventare funzionari imperiali
bisognava partecipare a un rigoroso
concorso pubblico e superare esami
molto difficili . La selezione si basava sulla cultura generale e sulla
conoscenza dei testi del VI - V secolo a.C. del filosofo Confucio, della
letteratura e della storia. La cultura
era considerata, infatti, uno dei requisiti essenziali di un buon funzionario . Ai vincitori era assegnato
il governo di una provincia, dove era
loro proibito avere possedimenti
personali. Non potevano governare
la stessa provincia per pi di tre anni, per evitare che consolidassero
posizioni di dominio e sviluppassero
interessi personali (www.treccani.it).
I nostri mandarini, ahim, godono
invece di unintoccabilit quasi as2
www.arcipelagomilano.org
soluta; e di interessi personali si
visto che almeno alcuni ne hanno
coltivato e ne coltivano parecchi.
Esaurita questa premessa di carattere generale, veniamo ai governi
locali e, nello specifico, a quello della nostra citt.
Se Renzi, che facile immaginare
stia incontrando resistenze di ogni
genere, sta almeno provando a
scalzare il sistema di poteri e di forze che da decenni inficia il lavoro
della buona politica centrale, perch non dovremmo provare a farlo
anche noi a Milano?
Davvero il pensare a una modifica
del regolamento comunale che introduca una sorta di spoil system, o
che perlomeno assicuri la rotazione
(triennale?) dei dirigenti dei vari settori, una proposta fantascientifica?
Io credo sia la strada giusta, quella
da percorrere a tutti i costi.
Non ci pi consentito, infatti, ignorare un problema che di giorno in
giorno si fa pi macroscopico:
lostruzionismo messo in atto
dallapparato burocratico acutamente sentito dai cittadini, e spesso
anche dai loro rappresentanti politici, come il maggiore ostacolo al
raggiungimento di ogni obiettivo. Lo
dico per esperienza diretta.
I Consigli di Zona sono lanello di
congiunzione tra cittadini e Pubblica
Amministrazione, e sono strumenti
efficaci per monitorare il territorio,
per conoscerne le esigenze e le criticit; ai Consigli di Zona che arrivano segnalazioni, richieste, proteste, proposte; dai Consigli di Zona
che spesso partono quei progetti di
collaborazione che possono fare del
n. 15 VI - 16 aprile 2014
strutturale, fino a diventare un processo naturale per qualsiasi iter decisionale dellente pubblico. Questo
ultimo deve essere disponibile a cedere una quota, seppur piccola, della propria sovranit per garantire un
peso politico a quanto il processo
partecipativo elabora e per far s
che la partecipazione non sia solo
una buona intenzione, ma giunga a
concreti risultati. Dal punto di vista
pratico, necessario costruire spazi
che abilitino alla partecipazione, per
i quali Internet uno strumento di
estensione e non di sostituzione: in
un tempo in cui il rinchiudersi nel
privato pare diventata una regola
generale, individuare modalit accessibili di partecipazione non affatto scontato.
www.arcipelagomilano.org
La logica vincente, in questo senso,
ha ricordato Fiorello Cortiana, non
pu che essere quella della rete in
cui tutti hanno diritto di parola e di
protagonismo, indipendentemente
dal ruolo ricoperto. Una logica che
dovrebbe essere elemento caratterizzante anche un cammino complesso come quello della costruzione della Citt Metropolitana a Milano. Solo un ente locale capace di
comunicare con chiarezza le proprie
intenzioni e di raccontare con trasparenza i passi fatti pu suscitare
partecipazione e recuperare un rapporto con i cittadini del proprio territorio. bene diffidare da una pratica
della partecipazione che emerga
solo occasionalmente e non sia in
grado di costruire percorsi e processi chiaramente identificabili.
La mancanza di partecipazione e di
trasparenza crea inevitabilmente
conflittualit e tensione sociale. Vicende come quella delle vie dacqua
per lExpo o dei 54 impianti (tra siti
di smaltimento rifiuti, cave o simili)
attualmente contestati in Lombardia
rezionale e come leffettiva possibilit di interloquire con listituzione locale rimanga spesso una buona intenzione.
Non mancano, per, eccezioni degne di nota, a partire da due esperienze raccontate nellincontro di
mercoled scorso, quelle dei comuni
di Rho e Canegrate, in provincia di
Milano. Con modalit e strumenti
diversi, le due amministrazioni hanno coinvolto i cittadini nella definizione di politiche concrete dintervento sulla propria realt locale, impegnandosi a utilizzare in tal senso
una quota del proprio bilancio annuale. Uno sforzo, a quanto stato
raccontato, che ha dato buoni frutti
in termini di coinvolgimento dei cittadini e di buona immagine dellamministrazione. Il cammino della possibile legge regionale sulla partecipazione ancora agli inizi, da parte
della maggioranza che sostiene Maroni non c grande entusiasmo, ma
il cammino pare inevitabile.
n. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
evento presieduto dal Sindaco della
citt, Giuliano Pisapia, in cui sono
emersi alcuni segnali interessanti.
1. Di quel patrimonio azionista la
comunit ed essa deve essere resa
partecipe (tante sono le forme moderne dell'ascolto) di una vera interazione
sull'interpretazione
del
cambiamento (qualcuno dir che
questo pi facile a sinistra che a
destra, ma in realt ci dipende da
forze e persone in campo non da
schematismi).
2. L'obiettivo della interpretazione
un nuovo racconto, che ha l'opportunit di Expo per avviarsi ma riguarda i tempi medio - lunghi (essendo, come si sa il medio - lungo
l'unico scenario possibile del riformismo, perch ogni conservazione
- di destra come di sinistra - agisce
invece nell'hic et nunc).
3. Il diritto di proposta (Brand Milano mette sul tavolo ricerche, mostre, eventi e un forum per discutere) chiede alla fine l'intervento di
mediatori dediti all'interesse pubbli-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
cambiate: lascolto domestico universalmente possibile, e non raro
vedere per strada o sul treno persone che ascoltano una web radio attraverso il proprio smartphone. Il
web ha accolto alcune realt storiche che avevano difficolt a proseguire secondo il formato classico in
FM (citiamo ad esempio lindimenticabile Radio dei Navigli, che
trasmette ora solo in streaming), ma
il web ha anche saputo affrancarsi
dallo scomodo ruolo di scelta di ripiego per emittenti a corto di risorse. Il web ha paradossalmente raccolto l'eredit delle radio libere degli
albori: lespressione del territorio,
n. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
Affrontare il giorno nuovo, con l'obiettivo di scoprire la citt; non la
ricerca di una brandello della citt
storica celato alla vista, ma di una
parte in divenire che dovrebbe rappresentare il prossimo cuore pulsante di quella che si preannuncia
come la Milano del futuro, ormai
prossimo. C' l'Expo a Milano - o
meglio ci sar - e la curiosit spinge
sul campo a vedere cosa succede
realmente. Non solo manifesti,
brand, primi punti di contatto, ora
desideriamo vedere il luogo fisico
reale che rappresenter la nostra
citt, il nostro paese tra 15 mesi.
Il viaggio non pianificato, si parte
solo annusando la strada, seguendo una direzione indicata.
Mentre percorriamo le strade di Milano vediamo i segni del cambiamento in atto: Citylife, il Portello,
tanti interventi diffusi in molte zone
diverse che stanno mutando pelle
della citt. come se il tessuto si
stesse trasformando. La domanda
che ci accompagna : ma quale sar la natura di questa citt? Expo
rappresenter l'occasione per dare
una chiave di lettura sul suo volgersi
verso il futuro?
Le strade si srotolano davanti a noi
portandoci ai margini di Milano. Da
semplici turisti per caso ci domandiamo: Dov' questo Expo? Ci aggiriamo cos per la periferia cittadina
tra cantieri e strade sterrate, chiedendoci se finalmente, in questa
occasione speciale, larchitettura
moderna sar capace di riappacificarsi con i cittadini che a volte la
vivono come una violenza, una imposizione, una rottura di un equilibrio raggiunto.
Perch durante il viaggio il dubbio
che sorge spontaneo loperazione
Expo avr la capacit di raccogliere stimoli, fascinazione per trasformarli in esperienza reale? Le esposizioni internazionali hanno sempre
ricercato di esprimere la capacit
delle nostre societ di realizzare
una trasformazione molto estesa
nello spazio, in un tempo breve, efficacemente (1), ma Milano riuscir
a trasformarsi?
Lincontro fisico che abbiamo avuto
con Expo inevitabilmente con la
sua Porta ideale, la prima strutturaarchitettura, che ne sta caratterizzando lapparire e che congiunge la
citt e lesposizione: il nuovo ponte
di collegamento con Milano, il cui
compito ricucire la cesura provocata dal nodo autostradale dellA4 e
A8. Per la suo sedime, tra il sito di
Expo e la citt di Milano questopera
infrastrutturale si pone metaforicamente come il ponte tra lesistente e
il futuro, dovrebbe essere suo com-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
(1) Roberto Collov, Lisbona 1998
Expo, Testo & Immagine, 1998
Giorgio Goggi
Sono sempre stato favorevole a
nuove aree pedonali in Milano, ma il
progetto di pedonalizzazione di
Piazza Castello mi suscita pi duna
perplessit. Le pedonalizzazioni si
fanno dove sono presenti molte attivit, pubblici esercizi, funzioni attrattive la cui efficacia pu essere amplificata ed estesa a un maggior
numero di persone proprio dalla
fruizione pedonale. Queste, per esempio erano le caratteristiche di
Corso Como e Corso Garibaldi.
In Piazza Castello non c' nulla di
tutto questo, tranne un paio di bar
allangolo di via Beltrami. Mancando
i presupposti, le funzioni dovranno
essere create artificialmente. Si potranno montare dei gazebo o altri
padiglioni, per i giorni di festa, ma in
quelli feriali sar difficile sfuggire
allaspetto di una fiera abbandonata.
Poi c il traffico. Per le caratteristiche morfologiche di Milano, sono
pochissimi gli itinerari che collegano
lEst e lOvest della citt e quindi i
flussi si concentrano in alcune
strozzature, come questa (soprattutto dopo la - giusta - chiusura al traffico di viale Gadio; non a caso in
passato qualcuno aveva pensato di
sottopassare il parco). Questo itinerario conta su una divisione dei flus-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
Gae si darebbe indignata per quella
attribuzione, magari invece ella si
sarebbe vergognata di prendere
nome in Cadorna, dove ha messo in
piazza (figurativamente) i binari del
treno piuttosto che la hall della stazione, come sarebbe stato forse pi
giusto. Quell'abnorme piazza alla
Stazione Garibaldi, come la chiama
Caruso (tralascio la restante parte
del percorso da Corso Como, che in
effetti non brilla) ha, per lui stesso,
"un successo popolare straordinario". Ora non so se abbia assecondato o meno, come dice, "i sentimenti antiurbani e antimilanesi"; ma
se ha avuto successo, chapeau! Mi
pare che meno successo l'abbia avuto quella sorta di "diamante" che
invece chiude,in faccia alla chiesa di
San Gioachimo, l'infilata di Porta
nuova. Cio, per dirla con don Alfonso in Cos fan tutte "v'han delle
differenze in ogni cosa". E io credo
che bisogna guardare a queste differenze, perch ogni volta in esse
viene sollecitata la nostra comprensione: e l'idea di citt deve assumerle come contraddizioni positive, come dato reale nel nostro campo di
lavoro: una citt complessa e nuova, che certo non pi quella indicata dal Beruto e, peraltro, contraddetta da subito dalla Commissione
Pirelli e pochi decenni dopo dal Piano Albertini del 1936.
In tutto ci, riconosco che nella seconda parte del suo articolo, Caruso
entra proprio in queste contraddizioni, riportandole per tutte al dato
morfologico, sia pure ritenendolo
indotto dal "programma liberista e
n. 15 VI - 16 aprile 2014
partito dei sindaci non una novit. Ci aveva provato con la nota
perspicacia Massimo Cacciari agli
albori della seconda repubblica, allorch i partiti politici tradizionali avevano dato forfait sulle macerie di
Tangentopoli e l'elezione diretta dei
primi cittadini aveva riattivato su
nuovi binari i bisogni elementari di
partecipazione e coesione sociale.
Tuttavia tale partito, sebbene in
una fase iniziale abbia svolto una
funzione positiva per rompere il
vecchio centralismo e avvicinare i
cittadini alle istituzioni locali, ha ben
presto ha esaurito la sua spinta
propulsiva.
Per altro la battaglia per l'autonomia
locale era stata a lungo un tema
della sinistra contro il centralismo
originario, che aveva guidato l'unit
nazionale (Cavour e Mazzini versus
Gioberti e Cattaneo) proseguito col
www.arcipelagomilano.org
ne, generando nuovi centralismi regionali insieme a ripetuti fenomeni
di sprechi e scandali, mentre l'altra
parte riguardante gli enti intermedi
rimasta lettera morta. Le Citt metropolitane sono rimaste al palo
mentre le Province, invece di assumere ruolo politico e poteri di coordinamento sovraordinati rispetto ai
Comuni, si sono semplicemente
moltiplicate di numero pur rimanendo politicamente marginali e funzionalmente quasi inutili. Pertanto ora
facile volerle svuotare sopprimendone gli organi politici elettivi e il rilievo costituzionale. Al contrario l'autonomia comunale si paradossalmente accresciuta in misura inversamente proporzionale alla disponibilit di risorse trasferite dal centro.
Il patto scellerato tra Stato e comuni
si tacitamente attuato: taglio delle
risorse contro libert pressoch assoluta di disporre della citt e del
PER NUTRIRE LA CITT METROPOLITANA. LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE DI MILANO
Gruppo Petofi
Attesa da decenni, la Citt Metropolitana offrir unoccasione per costituire finalmente il governo di organismi urbani complessi, attraversati
da flussi e attivit globali, che sopravanzano quindi gli attuali confini
amministrativi. La Citt metropolitana condizione necessaria per avviare una nuova fase dello sviluppo
sociale ed economico.
La citt intesa come bene comune
schiude un nuovo orizzonte di senso che pu rilanciare il ruolo culturale e civile dellItalia.
In questa fase di transizione, ancora
segnata da notevoli incertezze, ci
preme richiamare due questioni,
due possibili emergenze: una sociale e una democratica.
Ci preoccupano i vuoti nella legge,
come pure la debolezza di alcune
parti del testo normativo. La mancata attribuzione di talune funzioni e
responsabilit, pu tradursi nella
mancata erogazione di servizi fondamentali, la cui assenza finirebbe
col colpire proprio le fasce pi deboli della popolazione. La legge non
assegna alla Citt Metropolitana le
funzioni di programmazione e ancor
meno di gestione dei servizi sociali,
anche di quelli che la Provincia, invece, ha finora assicurato. Si apre
una fase, speriamo non troppo lunga, in cui dovranno essere ridefinite,
o nuovamente delegate dalla Regione, alcune importanti competenze e funzioni. Ci riferiamo, come
esempio, ai servizi a favore dei disabili sensoriali. poco probabile,
temiamo, che ad essi possano
n. 15 VI - 16 aprile 2014
provvedere i singoli Comuni, ciascuno per s, e tampoco che si riesca a farlo fin dallinizio del prossimo anno. altrettanto improbabile
che il personale oggi assegnato alla
Provincia venga ricollocato per tempo e quindi messo nelle condizioni
di operare da subito con immediata
efficacia. Analogo discorso vale per
la programmazione dei servizi relativi alla formazione e al collocamento al lavoro.
In generale temiamo che, per tutte
le funzioni attribuite dalla legge o
delegate dalle Regioni, che ora sono garantite e assolte dalle Province, si possa creare una lunga fase
di incertezza generatrice di gravi
disservizi e disfunzioni.
La legge assegna alle Citt Metropolitane, oltre alle funzioni fondamentali delle Province, anche compiti nuovi di grande rilevanza. In particolare meritano di essere segnalati
quelli previsti dallarticolo 44, commi
a e b. Con il primo comma si attribuisce alla Citt Metropolitana il
compito di adozione e aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio metropolitano, che costituisce atto di indirizzo
per lente e per i comuni. Ci pare,
questo piano, del tutto simile al
PTCP provinciale, forse ulteriormente declassato e indebolito.
Nel comma successivo, per, previsto che la Citt Metropolitana realizzi la pianificazione territoriale generale. E questa una grande novit. Tale piano comprende le
strutture di comunicazione, le reti
10
www.arcipelagomilano.org
dellautonomia amministrativa e
funzionale delle Zone.
Da tutto questo deriva la preoccupazione che la Citt Metropolitana mancante com, nella sua attuale
configurazione, di un substrato democratico reale - venga gestita tecnocraticamente e/o addirittura trasformata in una stanza di compensazione e di scambio.
Per affrontare i compiti di pianificazione generale - territoriale, economica, sociale - la Citt MetropolitanA richiede una visione unitaria, alta
e globale, del territorio e della vita
della comunit. Su questo non pu
non preoccupare sia lassenza di
analisi che il ritardo nella definizione
delle linee programmatiche e
nellassunzione di responsabilit da
parte delle forze politiche. Al vuoto
politico sembrano corrispondere anche gravi carenze sul piano della
ricerca e della cultura.
nostra convinzione che la formazione della Citt Metropolitana sia
un processo in divenire perfezionabile, anche attraverso la partecipazione dei cittadini e attraverso il
confronto tra le istituzioni e la societ. Perch questo avvenga occorre
che da subito le forze politiche e le
istituzioni si impegnino ad aprire seriamente e su tutto il territorio metropolitano il pi largo dibattito democratico.
Da qui la richiesta alle forze politiche democratiche di intervenire
concretamente e con adeguate iniziative per avviare quanto prima il
pi ampio confronto pubblico.
Il Gruppo di persone che sottoscrive
questa lettera, prende il nome dal
poeta Sandor Petofi per la semplice
ragione di essersi riunito per la prima volta in una sala della Provincia
di Milano dedicata al giovane poeta
risorgimentale
ungherese.
Non
manca per, nella determinazione di
questa scelta, lidea che la Citt Metropolitana potrebbe trarre qualche
giovamento se nascesse sotto il segno protettivo di ... almeno un poco
di poesia. Lobiettivo del Gruppo,
che aperto e inclusivo, nonch
alla sue prime battute, di tentare
di delucidare temi e problemi della
Citt Metropolitana.
Ci piacerebbe, insomma, contribuire
a presentare qualche proposta utile
a Nutrire la Citt Metropolitana.
Pierluigi Angiuoni, Consiglio di Gestione
Parco Nord Milano
n. 15 VI - 16 aprile 2014
quest'anno metter a tema il rapporto tra agricoltura e ristorazione, proponendo un nuovo modello di locale
e con un focus sulla cucina orientata al benessere e alla riscoperta delle aree verdi intorno a Milano.
Al SuperOrtoPi in occasione del
Fuorisalone del Design stata data
dall'AIAPP, Associazione Italiana di
Architettura del Paesaggio, anche
qualche anticipazione del Congresso Mondiale del Paesaggio , che
sar ospitato da Torino nel 2016.
Sull'eco dei temi di EXPO il filone
centrale del Congresso sar 'nutrirsi
di paesaggio'. Oltre la logica dei padiglioni, si parler di paesaggio diffuso come luogo di incontro tra natura e uomo, di salvaguardia dei
contenitori che consentono la sopravvivenza di prodotti tipici protetti,
come i pascoli del bitto della Valtellina e gli agrumeti del Gargano, di
superamento del paesaggio industriale, di giardini che nascono dal
recupero di aree industriali, di nuovi
modelli e di un nuovo ecosistema
urbano, di agricoltura di quartiere, di
campagna e orti che contaminano la
citt. Proprio come SuperOrtoPi.
11
www.arcipelagomilano.org
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
rubriche@arcipelagomilano.org
In grazia di Dio
di Edoardo Winspeare [Italia, 2014, 127']
con Barbara De Matteis, Laura Licchetta, Gustavo Caputo, Celeste Casciaro
Presentato al festival di Berlino, sezione Panorama.
n. 15 VI - 16 aprile 2014
12
www.arcipelagomilano.org
la storia di quattro donne della
stessa famiglia, molto diverse tra
loro. incidentalmente anche un
film sulla crisi. Anzi la crisi la premessa della storia. Adele lavora con
il fratello e la sorella nellazienda
tessile di famiglia, i conti non tornano pi, sono terzisti, e le grandi aziende commissionano i lavori
allinarrivabile concorrenza cinese. I
debiti si accumulano e in un attimo
sono perse sia lazienda sia la casa
di famiglia.
Il fratello sceglie la via dellemigrazione, le due donne quella del ritorno alla terra insieme alla madre vedova e alla figlia di Adele, Ina. Dal
paese si trasferiscono in una casa
di campagna malridotta, lavoreranno la terra per vivere come si faceva una volta. Adele si fa carico di
tutto e organizza il lavoro nei campi
sul modello dellimpresa. La madre
sembra riallacciare antichi fili e trova
una naturalit nelle cose da fare.
Quelle che proprio non sopportano
la retrocessione al mondo agricolo
sono la sorella Maria Concetta, aspirante attrice e in costante attesa
di una chiamata da Ozpetek, e Ina,
quattro donne che, in una quotidianit che non avevano scelto e molto
lontana dalle loro aspettative, non
facevano che ferirsi e deludersi.
Unica eccezione Salvatrice che affronta le cose cos come vengono,
un passo alla volta, memore di una
concezione della vita che va oltre il
contingente, con lo sguardo lungo
che minimizza ci che accade e lo
supera in funzione del tutto. La sua
una lezione che viene dal mondo
di sempre, la campagna salentina
qui fotografata al meglio.
Il bambino che verr diventa un
progetto comune, cos come pian
piano lo diventata la loro terra sul
mare, che rifiutano di vendere anche se lofferta e economica sembra
allettante.
La recitazione di attori non professionisti intensa, enfatizzata anche
dal ritmo della parlata e da una gestualit che sembra non ammiccare
mai allo spettatore. Tant che a volte pare di entrare nella vita reale
dei protagonisti e la narrazione
sembra talvolta sfiorare il racconto
documentario.
Dorothy Parker
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
Festa della musica
Questo un appello a tutti gli effetti:
se tra voi lettori vi sono musicisti
non professionisti che praticano con
passione uno strumento, magari in
gruppi di musica da camera pi o
meno estesi, questo il vostro momento!
Il 21 giugno la Festa Europea della Musica, una manifestazione nata
a Parigi nel 1982. Dallo scorso anno, un gruppo di musicisti, a Milano,
ha scelto di interpretare questa festa in chiave amatoriale offrendo
alle diverse realt non professionali
della citt un palcoscenico sul quale
esibirsi. La Festa di questanno sar
ancora pi grande e aperta a tutti
quei gruppi che vorranno partecipare.
Facciamo un passo indietro e vediamo un po di storia. Il mondo della musica classica in Italia soffre da
anni di un crescente disinteresse da
parte del grande pubblico. Questo
distacco, insieme alla crisi economica, ha avuto come conseguenze il
progressivo svuotamento delle sale
da concerto e la chiusura di numerose stagioni storiche e blasonate
delle quali le nostre citt, fino a
qualche anno fa, erano orgogliosa-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
mente piene. Per anni tutti noi operatori del settore abbiamo scritto
fiumi di parole piangendo a gran voce il disastro culturale del quale
siamo stati spettatori, mentre commentavamo con la stessa tristezza il
ridimensionamento di cartelloni un
tempo molto prestigiosi e la disperante idiozia di uomini politici che
facevano bandiera di affermazioni
come: con la cultura non si mangia.
evidente che un cos importante
disamore per la musica classica non
si cura con poca fatica: si tratta di
un grave problema culturale che si
pu affrontare solo su diversi fronti
e con lo sforzo di tutti gli operatori
del settore.
Uno di questi fronti - la notizia felice - senzaltro quello della rivalutazione della pratica della musica
amatoriale. Nel mondo della musica
amatoriale troviamo quellinteresse,
quella passione e quella dedizione
che sono componente fondamentale della cultura musicale, soprattutto
a livello collettivo: quella cultura
musicale che non dote esclusiva
dei professionisti ma patrimonio collettivo della popolazione. Quella
13
www.arcipelagomilano.org
Carisch, e con il sostegno efficace
del settore Musei del Comune di
Milano, il 21 giugno del 2013 prende
forma la prima Festa della Musica
Amatoriale nelle sale e nei cortili del
Castello Sforzesco di Milano: un
successo di pubblico al di sopra di
qualsiasi aspettativa e fin da subito
si comincia a progettare la festa del
2014.
Nicola Kitharatzis
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Umberto Bottazzini e Pietro Nastasi
La patria ci vuole eroi
Matematici e vita politica nell'Italia del Risorgimento
Saggi Zanichelli, 2013
pp. 432, euro 27
Mercoled 16 aprile, ore 18,15, il libro verr presentato a Palazzo
Sormani, Sala del Grechetto, Via F.
Sforza 7, Milano con Giuseppe Ferrari,Giulio Giorello, Armando Massarenti, modera Paolo Bonaccorsi a
cura di Unione Lettori Italiani Milano
Due storici della matematica, Umberto Bottazzini, dell'Universit Statale di Milano e Pietro Nastasi
dell'Universit di Palermo, affrontano in una stupenda cavalcata storica il tema, troppo spesso lasciato
nell'ombra, dell'apporto degli uomini
di scienza, e in primo luogo dei matematici, al Risorgimento politico e
civile italiano, dal periodo napoleonico al compimento dell'Unit.
Lo studio, agile pi di un romanzo, e
documentato pi di una dissertazione accademica, copre il secolo che
va dall'ingresso del Bonaparte in
Italia alla formazione e al consolidamento del Regno unitario. Attraverso il tumultuoso succedersi degli
eventi, rievocati - lo ricordiamo ancora- con il piglio e l'efficacia del
miglior romanzo storico, eventi che
vanno dalla nascita delle "repubbliche sorelle" di quella francese, alla
fiammata del '48, al miracolo rivoluzionario (come lo defin Manzoni)
del '59-'61, gli Autori introducono il
lettore nel cuore di quello straordinario fenomeno di modernizzazione
accelerata del nostro Paese, che
siamo abituati a chiamare, un po'
distrattamente, Risorgimento.
Il processo rivoluzionario italiano del
secolo XIX, del resto, non fu frutto di
un'insorgenza a scala vasta di ceti
emergenti contro un "ancien rgime", n la rottura di un secolare or-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
14
www.arcipelagomilano.org
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
Intervista a Davide Carnevali
Dal 15 aprile sarai in scena al
Franco Parenti con Saccarina.
un testo che hai scritto anni fa,
che nel 2007 stato finalista al
Premio Riccione ma che finora
non era mai stato rappresentato.
Come nato questo progetto? Io
conoscevo Silvia Giulia Mendola da
tanti anni, perch nel 2002 eravamo
tra le persone che avevano aperto
una piccola sala a Milano, che si
chiamava Scalo 10, intorno a cui si
era radunato un piccolo gruppo di
attori e registi che venivano dalla
scuola del Teatro Libero e dei Filodrammatici, e dove noi mettevamo
in scena le nostre cose. Quindi avevamo gi lavorato insieme. Due anni fa mi ha chiesto se avevo un testo per lei e le ho dato Saccarina,
che non era mai stato messo in
scena. Glielho fatto leggere e le
piaciuto.
La versione che va in scena la
stessa del 2007 o hai cambiato
qualcosa? Ho aggiornato semplicemente alcune cose, riferimenti al
contesto politico milanese, soprattutto per quanto riguarda lExpo.
L'opera gi affrontava il discorso
sullevoluzione urbana di una citt,
su come viene concepita, se a misura duomo oppure no. Cos il tema
dellExpo in realt si inserito perfettamente su questa base gi presente nella versione originale.
Da cosa nascono di solito i tuoi
testi? Da cosa parti a scrivere?
Saccarina nato in un periodo in
cui stavo studiando, mi stavo formando come drammaturgo a Barcellona, alla Sala Beckett, per cui
come struttura e come modalit di
raccontare una storia un testo figlio di quei corsi che stavo facendo:
impianto realista, ambientazione
urbana, plot semplice e un po' intimista, senza grandi giochi formali.
Poi una storia che parla di attori,
perch in quel momento io vivevo
quel mondo l, venivo appunto
dall'esperienza di Scalo 10. Si tratta
di una storia che io ho vissuto, perch, pur non essendo attore, ero
stato a stretto contatto con gli attori.
Poi volevo raccontare una storia su
Milano, sulla realt che mi stava intorno. un testo molto in piccolo,
molto autoreferenziale, poco immaginativo rispetto ad altri che ho scritto dopo. Nasce da unesigenza pi
viscerale e meno teorica.
E invece i testi successivi? Variazioni sul modello di Krapelin e
Sweet Home Europa, ad esemn. 15 VI - 16 aprile 2014
www.arcipelagomilano.org
strativo, cambiano le decisioni. Cos
i progetti possono apparire e scomparire magicamente nellarco di una
giornata. Questo sinceramente negli
altri paesi non mi capitato. Nel
senso che quando qualcuno ha detto metto in scena il tuo testo, poi
lha messo in scena. Con un processo naturale di produzione e ricerca di fondi, ma in maniera molto
semplice, in realt. Anche con i pagamenti rispetto ai diritti dautore
molto pi semplice. Sono mondi
completamente differenti. Sto dicendo cose ovvie e che sanno tutti.
Lo so.
E riguardo linteresse per la nuova drammaturgia? Dipende. In
Germania c una tradizione drammaturgica molto pi forte che in Italia. In Argentina anche. In Francia
un po pi che da noi. Nessun posto
il paradiso, eh. Per secondo me
lItalia non un buon posto per un
autore di teatro. Cos come un ar-
chitetto se vuole studiare architettura viene in Italia, un autore dovrebbe andare da un'altra parte per inserirsi in una tradizione interessante:
in Germania, Gran Bretagna o in
Argentina. Non dico che dobbiamo
abbandonare tutti questo paese.
Per non ci si pu lavorare se non
ci sono le condizioni minime che ti
garantiscano che quello dell'autore
di teatro sia considerato un lavoro.
Io continuo a scrivere in italiano e
sono contento che quello che scrivo
venga messo in scena qui, ma l'Italia non sar mai il mio primo punto
di riferimento, se voglio pensare che
il mio sia un lavoro. In ogni caso la
tristezza e la delusione dei drammaturghi non poi cos grave, pi grave la tristezza e la delusione degli
spettatori.
Secondo te la crisi economica
pu essere unoccasione di rinnovamento? S, pu essere un ottimo punto di svolta. quello che
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
rubriche@arcipelagomilano.org
Rondini colorate per salvare larte antica
Dopo le lumache e le rane, Milano
invasa dalle rondini: quelle plasticose e multicolor di Cracking Art,
gruppo artistico nato ventanni fa e
con allattivo interventi in grandi citt, con opere che fanno dialogare
arte e ambiente. Lultimo progetto
a favore soprattutto dellarte, nello
specifico quella antica, con lo scopo
di promuovere e sostenere economicamente il restauro conservativo
del monumento equestre di Bernab Visconti, realizzato in marmo da
Bonino da Campione nel 1363, simbolo del museo di arte antica del
Castello e posto allingresso delle
sale espositive.
Loperazione si intitola: Deponi un
uovo, fai rinascere un monumento,
e tutti i cittadini sono invitati, insieme alle autorit cittadine e agli artisti di Cracking Art, a contribuire alla
rigenerazione del monumento al
Castello Sforzesco, deponendo un
uovo di rondine.
Il progetto Rigeneramento di
Cracking Art ha un mantra ben preciso: l'Arte che rigenera l'arte, ovvero un obbiettivo che anche il nuovo corso del movimento, inaugurato
nell'ottobre 2012 fra le guglie del
Duomo di Milano, per sostenere con
fondi nuovi il restauro della guglia
maggiore. Operazione proseguita
anche la primavera successiva (aprile 2013), con una invasione di
migliaia di rane colorate nelle acque
del Naviglio, fino alla Darsena, con
l'obbiettivo di contribuire al recupero
delle chiuse leonardesche alla Conca dell'Incoronata, in San Marco a
Milano.
In questo caso Cracking Art assume
limpegno sociale e culturale di portare larte contemporanea a un confronto attivo con larte antica e monumentale, e anche questa volta
ogni parte sociale chiamata a partecipare in modo attivo per unottima
causa.
n. 15 VI - 16 aprile 2014
16
www.arcipelagomilano.org
succedeva a Milano e dintorni agli
inizi del 500.
Quello sviluppato in mostra un
percorso ricco e vario, che oltre a
moltissime opere del Luini, presenta
anche il lavoro dei suoi contemporanei pi famosi, Vincenzo Foppa,
Bramantino, Lorenzo Lotto, Andrea
Solario, Giovanni Francesco Caroto,
Cesare da Sesto e molti altri, che
spesso giocarono un ruolo chiave
nel definire lestetica artistica milanese.
Un percorso lungo quasi un secolo,
che dalla prima opera di Bernardino,
datata 1500, arriva a coprire anche
le orme del figlio Aurelio, vero continuatore dellattivit di bottega, se
pur gi contaminato da quel Manierismo che stava dilagando nella penisola.
La mostra occuper lintero piano
nobile di Palazzo Reale, e si concluder in maniera scenografica nel-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
17
www.arcipelagomilano.org
n. 15 VI - 16 aprile 2014
ne che offre una panoramica completa dellevoluzione dellartista, partito da una figurazione semplice e
legata alla tradizione, ma che arrivato a concepire alcune delle teorie
artistiche pi interessanti del 900.
Un percorso di ricerca lungo e fatto
di molte sperimentazioni, che caratterizza larte di Kandinsky come
qualcosa di complesso ed estremamente affascinante.
Lapertura di grande impatto, con
la ricostruzione, per la prima volta
portata
fuori
dalla
Francia,
18
www.arcipelagomilano.org
ve con unattenzione ai temi leggendari e legati al passato, come ad
esempio i cavalieri, soggetti che si
trova ad affrontare allinizio del 900.
Abbandonata la Russia, Monaco
sembra offrire una vita migliore a
Kandinsky, che frequenta lAccademia di Belle Arti e si lega ad artisti
che sperimentano con lui un tipo di
arte ancora di gusto Art Nouveau:
il momento del gruppo Phalanx.
Dopo viaggi che lo conducono in
giro per il mondo insieme alla nuova
compagna, la pittrice Gabriele Munter, Kandinsky si trasferisce a Murnau, in Baviera, ed l che, passo
dopo passo, nascer lastrattismo.
Gradatamente i disegni si fanno
piatti, il colore prende piede e nel
1910 vedr la luce il primo acquerello astratto, dipinto con i colori primari che hanno, agli occhi dellartista,
una valenza e un significato unico e
fondamentale.
Nel 1912, in compagnia dellamico
Franz Marc, nascer il celebre
Blaue Reiter, quel Cavaliere Azzurro protagonista degli esordi di Kan-
n. 15 VI - 16 aprile 2014
di settecento modelli in gesso, pitture, vetrate, oreficerie, arazzi e modelli architettonici che spaziano dal
XV secolo alla contemporaneit.
E lallestimento colpisce e coinvolge
gi dalle prime sale. Ci si trova circondati, spiati e osservati da statue
di santi e cherubini, da apostoli, da
monumentali gargoyles - doccioni,
tutti appesi a diversi livelli attraverso
un sistema di sostegni metallici e di
attaccaglie a vista, di mensole e
supporti metallici che fanno sentire
losservatore piccolo ma allo stesso
tempo prossimo allopera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
19
www.arcipelagomilano.org
GALLERY
VIDEO
n. 15 VI - 16 aprile 2014
20