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n. 35 VI - 15 ottobre 2014
co di una media citt emiliana mentre il pi importante sindaco metropolitano predestinato dormiva.
Si tratta allora di verificare, con metodo verosimilmente sperimentale,
dove risieda il centro reale del sistema e di conseguenza come girino le orbite dei soggetti istituzionali
vaganti nell'universo (si fa per dire)
sub-regionale. Vale la pena di abbozzare una piccola rivoluzione
copernicana, un passaggio possibile nella cultura politico-amministrativa ben pi rilevante e sostanziale
della versione cartacea della grida
manzoniana di turno. A partire
dall'osservazione oggettiva della
realt territoriale per pervenire a
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sono infatti le funzioni fondamentali
delle province (pianificazione territoriale di puro coordinamento, infrastrutture interne e servizi di mobilit,
ambiente, rete scolastica). Di nuovo
e sostanziale troviamo:
- il piano strategico: uno strumento
di coordinamento e di indirizzo, che
possibile (e utilissimo) attivare anche in assenza di rivoluzioni istituzionali, come ha dimostrato la recentissima esperienza realizzata
con qualche successo dalla Provincia e dal Comune di Bologna;
- la promozione dello sviluppo e il
supporto alle attivit economiche e
di ricerca innovative, ma lasciati totalmente senza risorse;
- la pianificazione territoriale generale, non meglio definita e dimenticata allart. 1 comma 2 della legge
laddove si elencano funzioni e finalit istituzionali generali; una funzione
che duplica e rischia di appiattirsi
sulla vecchia pianificazione di coordinamento provinciale.
La attribuzione del compito della
pianificazione territoriale a istituzioni
di secondo livello (governate dai
sindaci) accettabile, ma a condizione che se ne definiscano i veri
poteri, le funzioni conferite dal livello
comunale e dal livello regionale, il
sistema di incentivi e, in sintesi, che
si evidenzi ladeguatezza del nuovo
ente per queste funzioni (ricordiamo
che il livello comunale non quello
adeguato per effettuare una pianificazione territoriale efficace). Si sarebbe anche potuto assimilarla alla
pianificazione intercomunale di
struttura prevista in alcune Leggi
regionali, come era stato autorevolmente ma inutilmente suggerito
da molti.
Esiste poi un potenziale conflitto di
interessi, non solo in ambito pianificatorio, fra le cariche di sindaco e
consigliere metropolitano da una
parte e le stesse cariche ricoperte a
livello comunale dalle stesse persone dallaltra. La soluzione pi democratica, consistente nel passare
allelezione a suffragio universale
del sindaco e dei consiglieri, per
ostacolata dalla imposizione di inutili
condizionalit: larticolazione del
comune centrale in pi comuni (o in
zone dotate di autonomia amministrativa per le citt maggiori) (art. 1
comma 22): unidea antica e confutabile, che indebolirebbe il comune
centrale allinterno di una istituzione
metropolitana gi debole.
Sul fronte finanziario e fiscale le risorse a disposizione della CM sarebbero in prima istanza quelle delle
attuali province: non si indicano
nuove risorse fiscali proprie, n si
impongono partecipazioni a risorse
attualmente in capo a Comuni e
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zier la possibilit di attribuire alle
CM funzioni e risorse oggi in capo ai
Comuni, le Conferenze metropolitane che adottano gli Statuti approvati
dai Consigli, le Conferenze Statutarie da eleggere, che redigono la
prima proposta di Statuto, ma anche
le Regioni e lo Stato nel caso di una
negoziazione su nuove competenze
e risorse.
Sulla base di quanto detto in precedenza, suggerisco che gli Statuti
metropolitani includano almeno
questi nuovi obiettivi e competenze:
- una forte competenza di pianificazione territoriale di struttura, con
deleghe dal basso per una efficace
pianificazione intercomunale;
- una competenza delegata (dai
Comuni, dalle Regioni e dallo Stato)
sulla fiscalit locale diretta agli operatori immobiliari in materia di trasformazioni urbanistiche e delle relative rendite e capital gain, adeguatamente negoziata. Da una parte
oggi questa fiscalit mantenuta a
livelli incompatibili col finanziamento
finanche delle infrastrutture di base
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liana a livello europeo, si trover ad
essere la pi piccola tra quelle Italiane (dopo Napoli) cio con le dimensioni della ex Provincia esistente.
La Citt Metropolitana milanese se
volesse coprire la sua reale dimensione economica dovrebbe riassorbire in toto le ex Provincie di Monza
Brianza e di Lodi - ma anche molti
Comuni della parte sud delle ex
Provincie di Como, Lecco e Varese
nonch della parte nord di quelle di
Cremona e Pavia.
Luned 14 luglio presso l'Assimpredil, nell'occasione della presentazione del nuovo PTCP, si percepiva
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Mentre il prossimo 19 novembre, a
Francoforte, con la proclamazione
del vincitore dell'International Highrise Award 2014, con cui si premier l'edificio a torre pi bello e innovativo del mondo realizzato nel
2014, nella cui lista dei cinque favoriti spicca "il Bosco Verticale" progettato dallo studio Boeri, si avvier
trionfalmente a conclusione la stagione immobiliare del developer
americano Hines, relativa allo sviluppo dell'area denominata Porta
Nuova, non altrettanto chiara, risultata la scelta degli ultimi progetti,
esiti di procedure concorsuali pubbliche a completamento di due aree
situate ai margini della suddetta trasformazione urbana, da parte
dell'Amministrazione comunale Milanese.
Se da un lato infatti troviamo una
serie di edifici stilisticamente riconducibili a scelte di campo ben precise, legate al marketing territoriale e
alla ricerca di una fotogenia delle
immagini iper-iconiche proposte,
dall'altro, ci chiediamo, quale sia
stata la musa ispiratrice, ovvero l'idea di citt, secondo la quale sono
stati premiati i progetti, al di l del
giudizio forzatamente sintetico rilasciato dalle giurie.
I progetti in questione sono quelli
per il nuovo Centro Civico e la sistemazione superficiale del cavalcavia Eugenio Bussa. Il primo, sep-
NON BASTA FARE DEL BENE, SERVE FARE BENE DEL BENE: FINANZA D'IMPATTO
Sergio Murelli
Impatto, impatto: un termine che
dice tutto e dice niente, tanto che
qualcuno tentato ad associarlo al
Carneade di manzoniana memoria.
Se consultiamo la Treccani troviamo
almeno sette definizioni che spaziano dalla balistica allastronautica,
dal linguaggio marinaro a quello
comune di influenza esercitata da
qualche cosa.
Eppure in questi ultimi tempi si parla
insistentemente di impatto con riferimento alla sfera sociale e cresce,
piano piano, addirittura una cultura
della finanza d'impatto intesa come
quell'insieme di investimenti che come dice Alessandro Messina di
Vita - si preoccupano anche dei
ritorni sociali e ambientali oltre che
di quelli finanziari. importante sottolineare la parolina anche, che
serve a distinguere linvestimento
(impact investment) dalle tradizionali forme di charity basate sulla gratuit che si esaurisce con latto di
donare.
LImpact Investing, secondo lapproccio SDA Bocconi, significa defi-
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nire modelli scalabili, in grado di attrarre investitori proponendo la generazione di valore attraverso innovazioni di prodotto, servizio e processo in mercati un tempo occupati
prevalentemente dal settore pubblico o non-profit tradizionalmente inteso, come leducazione, la sanit, il
welfare, la cura degli anziani,
lhousing sociale.
Ma esattamente di cosa stiamo parlando in soldoni, tanto per usare
una terminologia che anche in questo campo suona meno blasfema?
Secondo l'ultimo report pubblicato
dal Global Impact Investing Network
(Giin) ammontano a 46 mld di dollari
gli asset impiegati a fine 2013 e si
prevede una crescita di circa il 20%
durante il 2014 (fonte Vita). Purtroppo solo l'8% degli investimenti
riguarda l'Europa, (contro il 22% gli
Stati Uniti d'America e il restante
70% tra in America Latina, Africa,
Asia, Europa dell'Est) e dei 125 operatori all lover the world, nessuno
italiano (fonte Vita).
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tizzazione rivolto a 50 soggetti. Tutti
e 50 frequentano i corsi: bene, abbiamo raggiunto il risultato! No, abbiamo solo raccolto un output!
Quanti, una volta finito il corso, saranno effettivamente in grado di
leggere e scrivere? In altre parole
quale sar loutcome della attivit
svolta?
E se in questo banale esempio non
sar difficile ottenere una misurazione realistica, esistono situazioni
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so e trasformato in commercio al
dettaglio di qualit.
Fondamentale in questa prospettiva
il ruolo dellAmministrazione Comunale con la messa in campo di politiche attive per il commercio, quali
forme di incentivazione ad hoc (abbattimento dellIMU commerciale,
della tassa smaltimento rifiuti, utilizzo di forme di sostegno pubblico
agli affitti specie nei tanti immobili di
propriet comunale, convenzioni
con gli enti erogatori delle pubbliche
utenze tipo gas, luce, ecc.) atte sia
a rendere attrattivo il ritorno di alcuni operatori commerciali e culturali
specializzati sia sopratutto a favorire
insediamenti di imprenditoria giovanile e di imprenditoria multietnica di
qualit non solo cinese cos da fare
del quartiere un incrocio di culture
diverse che si contaminano senza
sopraffarsi ma salvaguardando le
peculiarit di tutti. Questo anche in
linea con la reale composizione del
quartiere ove solo meno del 15%
sono cittadini cinesi come confermato dalle rilevazioni dell'ultimo
censimento.
Lo strumento del Distretto Urbano
del Commercio, oggi ridotto a occuparsi della pulizia del suolo pubblico
(sigh!) dovrebbe essere da subito
rivitalizzato e diventare, in accordo
alla sua vocazione originaria, motore primo per un ruolo propositivo in
tal senso, come gi avviene in Italia
e all'estero (Vital'Quartier a Parigi).
Sono idee e proposte sinora rimaste
lettera morta: e pensare che erano
condivise da politici che oggi rivestono anche cariche assessorili! Ma
se c' la volont politica, forse non
troppo tardi!
*Presidente associazione Vivisarpi
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dimostra la profondit della sua crisi; crisi di fiducia, di speranza e soprattutto, crisi di visione. Gli editorialisti criticano, rivolti al passato; forse
per dar loro ragione, gli eletti al
Consiglio Metropolitano si inabissano, come un fiume carsico.
Staniamoli e costringiamoli, Sindaco
in testa, a discutere pubblicamente
lo Statuto, perche roba nostra!
Costringiamoli a patteggiare con i
Consigli di Zona, che aspettano da
secoli politici di assumere respon-
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are una discussione in citt per rimettere mano al Ptg basandosi "su
quattro cardini: la riduzione del consumo di suolo, la rigenerazione urbana, il riassetto ambientale e idrogeologico e una risposta efficace
alla domanda di casa". Se saranno
solo parole non lo so. Sinceramente
da cittadina spero che non sia cos.
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MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
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Scarlatti e Isotta
Alessandro Scarlatti (Palermo o
Trapani, 1660-1725), Johann Sebastian Bach (Eisenach, 1685-1750) e
Franois Couperin (Parigi, 16681733), appartenevano a tre famiglie
che si tramandavano da una generazione allaltra lesercizio della professione musicale (M. Mila); interessante osservare come queste
tre grandi famiglie - praticamente
contemporanee - fossero rispettivamente una italiana, una tedesca e
laltra francese. Inoltre Scarlatti aveva solo un anno meno di Henry
Purcell (nato e vissuto in Inghilterra,
morto come Mozart a soli trentasei
anni) ed era un po pi vecchio degli
altri due; ma curiosamente suo figlio
Domenico (che fin per diventare
prima portoghese e poi spagnolo)
era nato lo stesso anno in cui nacquero Bach e Hndel (questultimo,
per trovare nuovi spazi professionali, era di fatto diventato inglese), sicch a cavallo dellanno 1700 questi
pochi grandissimi musicisti occupavano praticamente lintera area europea.
Interessa anche osservare che
Couperin ha vissuto sempre a Parigi, molto vicino alla Corte e alla nobilt francese; Bach stato un musicista altrettanto stanziale, avendo consumato la vita fra la Turingia
e la Sassonia, in un raggio di qualche decina di chilometri; ma anche
Alessandro Scarlatti, pur spostandosi in continuazione dalla Sicilia a
Roma, da Firenze a Napoli (dove
morir ritirato allombra Vesuvio),
non ha girato molto e ha vissuto
sempre in Italia.
La storia comparata di questi tre
musicisti offre anche altri spunti di
riflessione; in particolare vale la pena di ricordare che mentre Bach
tocca una ampissima gamma di generi musicali, dal sacro al profano,
escludendo praticamente il solo melodramma, e mentre al contrario
Couperin scrive quasi esclusivamente musiche per clavicembalo,
Alessandro Scarlatti ha scritto ben
60 opere liriche diventando il padre
nobile di questo genere e il fondatore della scuola napoletana e dunque
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ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
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Viaggio nellAfrica ignota
In anteprima per lItalia si inaugura
l11 ottobre la mostra Viaggio
nellAfrica Ignota. Il continente nero
tra 800 e 900 nelle immagini della
Societ Geografica Italiana. Composta di 54 riproduzioni digitali di
fotografie dellepoca, lesposizione
racconta lAfrica nera e ancora misteriosa della fine dell800 e dei
primi del 900 attraverso una selezione degli scatti pi belli conservati
dalla Societ Geografica Italiana.
Realizzate per la maggior parte nel
corso di missioni esplorative italiane
e internazionali, le fotografie - di ritratto, di reportage e di paesaggio mostrano come dovessero apparire
ai primi visitatori occidentali le popolazioni e i panorami di quello che
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di settecento modelli in gesso, pitture, vetrate, oreficerie, arazzi e modelli architettonici che spaziano dal
XV secolo alla contemporaneit.
E lallestimento colpisce e coinvolge
gi dalle prime sale. Ci si trova circondati, spiati e osservati da statue
di santi e cherubini, da apostoli, da
monumentali gargoyles - doccioni,
tutti appesi a diversi livelli attraverso
un sistema di sostegni metallici e di
attaccaglie a vista, di mensole e
supporti metallici che fanno sentire
losservatore piccolo ma allo stesso
tempo prossimo allopera, permettendo una visione altrimenti impossibile di ci che stato sul tetto del
Duomo per tanti secoli.
Si poi conquistati dalla bellezza di
opere come il Crocifisso di Ariberto
e il calice in avorio di san Carlo; si
possono vedere a pochi centimetri
di distanze le meravigliose guglie in
marmo di Candoglia, e una sala altamente scenografica espone le vetrate del 400 e 500, alcune su disegno dellArcimboldo, sopraffini
esempi di grazia e potenza espressiva su vetro.
C anche il Cerano con uno dei
Quadroni dedicati a San Carlo,
compagno di quelli pi famosi esposti in Duomo; c un Tintoretto ritrovato in fortunate circostanze, durante la Seconda Guerra mondiale, nella sagrestia del Duomo. Attraverso
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In mezzo, un racconto fatto di corridoi, box e vetrine, che mette in scena i diversi protagonisti che, dagli
anni trenta a oggi, hanno saputo
sperimentare in modo libero creando nuovi linguaggi e nuove modalit
di produrre. Uno fra tutti Enzo Mari
con la sua semplice e disarmante
autoprogettazione.
Il percorso si arricchisce anche di
momenti dedicati ai diversi materiali, alle diverse aree regionali, alle
varie tecniche o citt che hanno dato vita a opere irripetibili, quasi uniche, come recitano i pannelli esplicativi.
Anche lallestimento segue il concept di base: sono stati scelti infatti
materiali che rievocano il lavoro artigianale e autoprodotto: il metallo e
lOSB (materiale composito di pezzi
di legno di pioppo del Monferrato).
Dopo aver risposto alla domanda
Che Cosa il Design Italiano? con
Le Sette Ossessioni del Design Italiano, Serie Fuori Serie, Quali cose
siamo, Le fabbriche dei sogni,
TDM5: grafica italiana e Design, La
sindrome dellinfluenza, arriviamo a
scoprire come il design si salva al
tempo della crisi.
Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, austerit, autoproduzione
Triennale Design Museum, Orari:
Martedi - Domenica 10.30 - 20.30
Gioved 10.30 - 23.00 Biglietti: 8,00
euro intero, 6,50 euro ridotto
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Luigi Rainero Fossati
MAL D'ALCOL
Il racconto di un grande medico per non cadere nella trappola
Salani Editore, 2013
pp.182, euro 12
Il libro verr presentato mercoled
15 ottobre, ore 18, presso Palazzo
Sormani, sala del rechetto,via F.
Sforza 7,Milano con Isabella Bossi
Fedrigotti, Valentina Fortichiari, Mariagrazia Mazzitelli, a cura di Unione
Lettori Italiani Milano
Un'opera semplice, agile, esemplare. Luigi Rainero Fassati, Ordinario
di Chirurgia all'Universit di Milano,
Direttore del Dipartimento Trapianti
dell'Ospedale Policlinico e storico
maestro dei trapianti di fegato, affronta il drammatico tema dell'alcolismo giovanile. "La mia esperienza
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scono da un lato uno spaccato significativo del nostro sistema terapeutico e, dall'altro, gli innumerevoli
rischi e trabocchetti che l'uso e l'abuso dei superalcolici, anche occasionali, provoca alle giovani vite. La
prima la storia di Alex, 18 anni,
che vive il dramma della dipendenza dall'alcol e dei rischi , sempre
dietro l'angolo, delle ricadute dopo
apparenti guarigioni. Nella seconda,
Viola, la protagonista, per una bravata dimostrativa, seguita a una banale lite in famiglia, va in coma per
overdose etilica.
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L'accattivante ricostruzione dei due
casi, clinici e umani, attuata con
un metodo e uno stile diretti, che
alternano nella medesima pagina le
riflessioni e le emozioni che attraversano la mente del medico, nel
corso delle terapie, e i gesti, le attese e i drammi dei due pazienti e dei
loro famigliari. Le 182 pagine del
volume scorrono cos senza un attimo di tregua fino alla diversa conclusione delle due vicende, entrambe ricche di una morale profonda e
umanissima.
Non mancano riflessioni amare che
Fassati riserva alla deplorevole subordinazione dei media e della Istituzioni di fronte all'onnipotenza del
mercato dell'alcol. "Sono sorpreso e
indignato - scrive l'Autore - che ci
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
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Lemozione infinita del Romeo e Giulietta
Venerd 10 ottobre andata in scena la prima del Romeo e Giulietta di
Sir Kenneth MacMillan con ltoile
internazionale Roberto Bolle (La
Scala di Milano e ABT di New York)
e la prima ballerina Alina Somova
(Mariinskij di San Pietroburgo) nei
ruoli di testa. Grandi anche gli altri
artisti che danzeranno questo spettacolo a Milano, quasi una seconda
e terza prima: sabato 11 ottobre
con Claudio Coviello (primo ballerino Teatro alla Scala di Milano) e
Natalja Osipova (principal ROH
Londra e Michajlovskij di San Pietroburgo), e mercoled 21 ottobre
con Massimo Murru (toile Teatro
alla Scala di Milano) e Marianela
Nez (principal ROH Londra).
La storia quella di Shakespeare,
della tragedia che - forse pi di altre
- ha reso celebre il bardo inglese in
tutto il mondo e a tutti i livelli culturali. Il Romeo e Giulietta non solo la
tragedia dei due amanti contrastati,
perch centinaia sono le storie cos
in tutta larte del mondo; nel dramma shakespeariano entrano in gioco
e si mescolano tutte le altre emozioni che lumanit pu provare, un
compendio delle emozioni. Ed forse questa la peculiarit della tragedia e la sua sempre grande fortuna
sotto qualunque altra Musa il Romeo e Giulietta venga espresso.
Lodio ancestrale e irrazionale di
due famiglie rivali che si perde in un
passato remoto, di cui si sono perse
le reali cause, linnamoramento e
poi lamore, lamicizia, lassassinio e
la vendetta, la spesso difficile situazione della donna nel passato, la
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CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
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Della cattiveria o dello stato di cattivit degli (anti)eroi seriali
Guardando True detective passando attraverso House of cards
Torna lautunno e ci ritroviamo ancora volta dipendenti dalla dose settimanale di buone serie tv americane gi amate la scorsa stagione,
che riprendono con nuovi episodi
dopo unestate sospesa, con la
consolazione delle repliche che alimentano la curiosit e aiutano a
meglio comprender plot intricati e
ricchi di colpi di scena.
Avevamo gi raccontato qui della
predisposizione ad affezionarsi a
personaggi negativi, disposti a perdonare qualsiasi odioso comportamento in cambio di un manifesto e
indiscusso carisma del ruolo e degli
attori che sono diventati nostri beniamini in poco tempo, prefigurando
che alla ripresa della stagione ai
passati amori se ne aggiungessero
di nuovi, annunciati dai media e gi
blasonati nella patria di origine. Ecco dunque che altri protagonisti affiancano quelli gi noti, figure complesse che ancora una volta ci conquistano per i loro lati oscuri neanche troppo occultati, anzi pi spesso
ostentati o rivelati dopo poche battute.
Disponibili ad accettare che la cattiveria di Frank Underwood (protagonista di House of Cards impersonato da Kevin Spacey), capogruppo
dei Dem Usa nella passata serie ora
promosso Vicepresidente, gi a livelli di guardia nella prima serie,
cresca di puntata in puntata e diventi ancora pi densa. Pi aumenta il
numero dei delitti cinicamente compiuti, pi si azzerano gli scrupoli, pi
siamo affascinati dalla sua prepotente e sottile brama del potere per
il potere.
Ma altre figure inquiete si affacciano, e la nuova stagione porta con s
una nuova serie dirompente, i cui
protagonisti, due uomini in coppia,
sono destinati a contendere a Frank
il primato del personaggio pi cool e
dark delle tv series. La prima tornata di True detective, serie al top
negli States, dove ha raccolto audience di quasi 11 milioni a puntata,
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