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n. 43 VI - 10 dicembre 2014
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risposte. Oltre agli aspetti di rendicontazione, l'accountability presuppone dunque anche trasparenza (i
decision-makers devono rendere
pubbliche le loro decisioni e motivazioni) e partecipazione (devono esistere spazi pubblici per la comunicazione, la critica, il contraddittorio).
Come affermato nella premessa,
questo concetto per il momento
estraneo completamente alla politica italiana, sia a sinistra come a destra.
Anche nelle aziende, anche in quelle dove sono presenti codici etici,
che impongono di usare carta riciclata e di non accettare neanche un
caff da un fornitore, ma non di
vendere titoli tossici, far produrre da
aziende che sfruttano bambini, dare
tangenti perch si glocal e ci si
deve adeguare al tessuto culturale,
anche se corrotto, c sempre una
deroga per qualcuno, per qualche
amico degli amici; per, se questi
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biliare e dai Fondi, quale stato il
rapporto tra questi e lurbanistica (e
amministrazione in genere)? assoluta diffidenza reciproca (e paradossale esempio sono proprio i Fondi
ad apporto del Comune di Milano,
poco brillanti esempi del genere sia
per gli scopi che per i metodi).
I Fondi Immobiliari pubblici sono i
grandi assenti dallo scenario (non
considerando quelli statali o di Cassa Depositi, che seguono altre loro
logiche) che pur sarebbero oggi gli
unici in grado di attuare politiche di
trasformazione del territorio: ma
mancanza di competenza, disinteresse, pastoie burocratiche impedi-
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di studio e sperimentazione, un
format estendibile ad altre realt urbane.
Abbiamo creato relazioni con associazioni, professioniste/i, residenti,
che sia hanno condiviso idealmente
il nostro progetto sia sono entrati a
farne parte con i loro contributi e
idee.
E abbiamo individuato in citt un
luogo ideale, la Piazza dArmi della
caserma Perrucchetti , una vasta
area di circa 60 ettari, dismessa dal
Ministero della Difesa ,in zona 7.
Era sito di esercitazioni militari, cessate da circa trentanni, e quello che
prima era un campo spoglio, brullo
e pietroso, ha visto una rinaturalizzazione spontanea. Nel corso degli
anni stata riabitata da pioppi, salici, robinie, vegetazione e fauna
stanziale, che costituiscono quel
terzo paesaggio che Gilles Clment
ha definito come il terreno di rifugio
della diversit, respinta dagli spazi
dominati dalluomo.
Questarea attualmente oggetto di
un protocollo dintesa tra il Comune
e il Ministero della Difesa che ne
chiede un piano di riuso, con un ritorno economico, in cambio della
cessione. Il rientro economico deriverebbe dalla edificabilit del 50%
consentita dallattuale PGT.
Ma noi abbiamo trasformato questo
acronimo secondo una filosofia e
una pratica che prevede una diversa visione di citt del futuro, dove i
pochi vuoti rimasti rimangano spazio aperto, dove prevalga la cultura
del riuso, dove un grande terreno
verde non diventi lennesimo giardino condominiale diffuso a servizio di
una nuova lottizzazione. Inutile in un
mercato dellimmobiliare saturo fermo, e dannosa sia perch sottrae
ulteriore suolo rendendolo impermeabile sia perch porta con s
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Arte sostenibile, percorso didattico
su innovazione ambientale, casa
dellacqua.
Parte degli attuali magazzini, di cui
alcuni sottoposti a vincolo architettonico diventerebbero sede di diverse funzioni e attivit, a seconda degli interessi e delle richieste. Potrebbe esserci agrinido, ostello, caseificio e luoghi di trasformazione
dei prodotti agricoli e pastorali, mercato dei prodotti, officina del riciclo e
del riuso, punto di aggregazione per
anziani. Ma il progetto pi ambizio-
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mitigazioni e infrastrutture, che mi
sembra urgente.
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renze politiche che finirebbero per
perpetuare lattuale impasse.
Gli orientamenti emersi dalle dichiarazioni recentemente rilasciate dal
vicesindaco Ada Lucia de Cesaris
testimoniano della volont di evitare
di limitarsi al puro, ma improbabile,
recupero dellinvestimento in assenza di un progetto che possa produr-
Ma credo sia chiaro a tutti che questa una delle questioni che, ancor
pi del successo o meno di Expo,
condizioneranno in modo determinante le scelte degli elettori per il
rinnovo dellAmministrazione comunale e dellarea metropolitana alla
scadenza del 2016.
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viare un processo che ha radici profonde temo stia facendo s che la
riflessione non tocchi gli aspetti essenziali.
L'obiettivo di dotarsi di una configurazione che renda la nostra area
capace di competere al meglio con
le altre citt metropolitane europee
sul terreno della dinamicit economica e culturale e della qualit della
vita. Questo riguarda la generale
funzione di programmazione, di cui
peraltro non mi paiono adeguatamente riconosciuto gli obiettivi,
quanto la sua capacit reale di funzionamento e di stimolo agli elementi propulsivi e alle molte eccellenze esistenti.
Oggi, ancora temporalmente lontani
dal momento della definizione degli
strumenti di programmazione, il nodo di fondo quello istituzionale e
riguarda innanzitutto le aree e le
municipalit. Partiamo da qualche
constatazione.
I confini attuali della citt presentano profonde smagliature e intere
aree gravitano sia verso linterno,
cos come un territorio pi vasto della citt metropolitana, ma anche
verso lesterno che presenta punti di
dinamicit spesso maggiori. Le zone di decentramento comunale non
riflettono alcunch di questo. Addi-
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ve sia conveniente intensificare volumi e funzioni da quelle dove necessario rigenerare i tessuti insediativi e sociali.
Listituzione dellarea metropolitana
- come lindividuazione delle aree
omogenee in sostituzione delle province - pu essere loccasione per
sperimentare una pianificazione e
una programmazione che affronti il
rinnovamento del sistema delle reti
contestualmente alla riqualificazione
dei tessuti urbani e dei servizi entro
il perimetro del territorio gi costruito. lipotesi di uno scenario multipolare nella prospettiva di mettere in
relazione i centri urbani storici e
quelli delle nuove polarit e di riorganizzare la frammentazione delle
propriet e la diffusione insediativa.
In tale scenario lobiettivo del no al
consumo di nuovo suolo pu essere
declinato in modo differenziato, in
alcuni casi pi rigidamente - per esempio quando si deve far fronte a
problemi di gestione delle acque e
di presenza di rischi naturali e antropici - in altri con regole pi articolate che incentivino la sostituzione
dellesistente e la sua rigenerazione, anche energetica, a partire dal
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patrimonio pubblico esistente e abbandonato.
Le politiche di sistema richiedono
una programmazione con protocolli
di intesa tra pi centri di investimento e pi livelli amministrativi, non
soggetti ai troppo frequenti cambiamenti di governo, per garantire il
completamento delle opere e
linnovazione tecnologica. La semplificazione delle norme e la chiarezza delle responsabilit nelle fasi
delle procedure, certamente neces-
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costretti in una ragnatela di adempimenti relativi alle scadenze temporali di PII, Dia, Permessi di costruire, Opere di urbanizzazione a
Nell'edilizia la semplificazione potrebbe essere profonda ma tale assunto non mi pare sia chiaro a chi
decide. Altra necessaria modifica di
cultura giuridica che la norma deve essere considerata un mezzo
non un fine e che l'amministrazione
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Risponde ArcipelagoMilano
Gentile Alberto Lipparini, pure avendovi scritto un articolo col quale
ella
si
smentisce
da
s
(http://www.arcipelagomilano.org/ar
chives/22607), lei non un lettore
troppo attento di ArcipelagoMilano
che, ospitando articoli di volta in vol-
gli eredi Tognella; n il loro architetto Belli-Paci ai quali noi non avevamo chiesto di rinunciare all'intervento ma soltanto di apportare alcune
piccole modifiche per ridurne le
dannose conseguenze; n infine la
Facolt di Architettura di Milano,
nessuno di questi organi ci ha sostenuto per raggiungere quel compromesso che poteva salvare almeno i dettagli esterni della casa, pur
sapendo noi con dispiacere che l'in-
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
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Una settimana piena di musica
Molto difficile raccontare le emozioni
musicali di questa ultima settimana:
fortemente contraddittorie, apparte-
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giornate intere di echi e di riflessioni.
Cominciamo dal Requiem di Mozart
che una (a me) sconosciuta Orchestra dellAssociazione Mozart Italia
di Milano insieme a un coro (a me)
altrettanto sconosciuto Canticum
Novum (ma con molti elementi del
Coro della Verdi, compresa la sua
brava direttrice Erica Gambarini) ha
eseguito gioved 27 novembre nella
basilica di San Marco.
I milanesi sono abituati soprattutto
quando si tratta di musica classica
allo scrupoloso rispetto della puntualit e a un certo rigore nella organizzazione del concerto; sconcertante dunque che alle 20.30, a chiesa mezza piena, si stesse ancora
provando un concerto che doveva
iniziare alle 21. Coro e orchestra
sono poi entrati alle 21.20 e per altri
10 minuti siamo rimasti tutti in rispettoso silenzio ad aspettare il direttore. Ma lirritazione non si fermata l perch lesecuzione stata
letteralmente funestata da fotografi
che andavano, venivano e si agitavano come fossero alla premiazione
di miss Italia. E se disturbavano i
fotografi ancor pi distraeva - e rendeva problematico lascolto un inconsueto e scomposto agitarsi sul
podio dello (a me) sconosciuto direttore, Aldo Bernardi, che sembrava
un ballerino senza averne il fisico e
che lasciava trapelare lo smodato
desiderio di avere almeno dieci
braccia e venti mani al posto della
normale dotazione assegnatagli da
madre natura.
Insomma una serata partita molto
male eppure ( ecco perch ne
parlo)
proseguita
in
modo
nientaffatto negativo perch il Requiem ha rivelato nonostante tutto
un certo fascino; mancava, vero,
quella grazia e quella ironia cui Mozart non rinuncia neanche davanti
alla contemplazione della morte ma
in compenso, grazie alla scelta di
tempi un po pi lenti del solito, toccava momenti di drammaticit e di
tensione molto suggestivi. Belle le
voci di Daniela Bruera e di Laura
Verrecchia, deboluccia quella tenorile di Giovanni Botta, un po troppo
discreto il basso Alessio Cacciamani, nellinsieme si rivelato un
bellesempio di quel magnifico dire
che, a dispetto di qualsiasi malafatta, musica vincet semper!
***
ARTE
questa rubrica a cura di Benedetta Marchesi
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A lasciare senza fiato anche il visitatore meno coinvolto per il piccolissimo frammento di suolo lunare
esposto in una piccola palla trasparente. Nel 1973, come segno di fratellanza e collaborazione da parte
degli Stati Uniti, il presidente Richard Nixon dona al Governo Italiano e poi al Museo il frammento di
basalto portato sulla Terra dagli astronauti dellApollo 17. Proveniva
dallarea chiamata 'Taurus Littrow
Valley', raccolto dal comandante
Eugene Cernan al termine della
missione (7-19 dicembre 1972).
Se anche non si appassionati astronomi, o profondi conoscitori delle vicende del cielo certo che quel
piccolo pezzetto di luna non lascia
indifferenti ma, anzi, il poterla vedere cos da vicino innesca unemozione indescrivibile.
Museo Nazionale della Scienza e
della Tecnologia Leonardo da
Vinci Da marted a venerd 9.30-17
| sabato e festivi 9.30-18.30 Biglietti
dingresso 10,00/7,50/4,50
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un momento ludico di intrattenimento educativo, adatto sia per bambini
che per adulti.
Quasi 500 mq ricchi di modelli tridimensionali e pannelli multimediali
che permettono realmente di scoprire le molteplici sfaccettature del
pensiero e delloperato leonardesco:
macchine volanti o articolati strumenti musicali possono essere
smontate e rimontate; riproduzioni
del Codice Atlantico e di altri manoscritti sono tutte da sfogliare, ingrandire e leggere; ci sono giochi di
ruolo a schermo nei quali i visitatori
vestono i panni dello stesso Da Vinci. La produzione artistica non dimenticata, anzi: unintera sala de-
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chiara il periodo e i lavori del pittore,
offrendo tal volta una descrizione,
tal volta un approfondimento nelle
voci della curatrice Claudia Zevi o
dellerede dellartista, Meret Meyer.
La mostra racconta anche la poliedricit dellartista: attraverso i costumi, i decori e le grandi scenografie che lartista ha realizzato per il
Teatro Ebraico Kamerny di Mosca
emerge lo Chagall sostenitore entusiasta e attivo protagonista in ambi-
to culturale della Rivoluzione dottobre; nelle illustrazioni per le Favole di La Fontaine e nelle incisioni
per Ma vie (la sua autobiografia) si
incontra un altro Chagall ancora,
che non teme in nessun modo il
mettersi alla prova con qualcosa di
nuovo e diverso.
Uomo e artista che si fondono in
una personalit quasi magica che al
termine della percorso espositivo
non si pu non apprezzare e che
sesti ripetuti a giorni alterni. Al fianco delle proiezioni vengono presentate una selezione di opere di artisti
che hanno scelto il video come
mezzo espressivo ma che si avvalgono anche delloggetto come concretizzazione tangibile dellidea artistica.
Tra le opere di maggiore impatto:
Mastequoia Op. 09-013, una lunga
striscia di frame selezionati da un
girato di 54 ore su un viaggio compiuto dai tre artisti tra Rotterdam,
Fs e Tokyo (vero e proprio film,
vincitore del premio Lo schermo
dellarte 2013); attraverso luso del
VHS come supporto la qualit perde
molta definizione acquisendo per
un velo quasi melanconico e onirico,
oltre che di ricordo che si va lentamente sbiadendo.
Per rendere pi esaustivo il tema
stato presentato poi un fitto palinsesto di proiezioni e performance che
vanno ad ampliare ancora di pi la
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compagnati dallo scandire degli accadimenti della vita dellartista, oppure seguendo le sette sezioni tematiche in cui lesposizione suddivisa: Gli esordi, Il ritratto, Il vero ripensato, Natura e vita dei campi,
Natura e Simbolo attraverso i pannelli chiari e lineari che accompagnano ciascun gruppo di sale; o ancora, lasciandosi trasportare dalluso magistrale della tavolozza dei
colori, che ha reso Segantini il maggiore esponente del divisionismo
italiano. una delle poche occasioni dove le scelte curatoriali e allestitive consentono al visitatore di unire
la vita e il lavoro dellartista creando
un percorso omogeneo dal quale
emerge la complessit del carattere
dellartista, composto, come tutti gli
uomini, da vari ruoli: figlio, padre,
uomo, artista. Qualsiasi modalit si
sia scelta per la fruizione della mostra se ne uscir con appagata la
necessit di bellezza e colore, ma
pi vivida quella di percorrere le
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montagna e le valli tanto amate
dallartista.
Una nota positiva: i toni alle pareti
che vengono giustapposti uno dopo
l'altro, stanza dopo stanza, creando
come una rappresentazione visiva
al sedimentarsi delle conoscenze
dellartista.
Una nota negativa: nessuna segnalazione allingresso della mostra sul
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
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Jared Diamond
Armi, acciao e malattie
Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni
Introduzione di Luca e Francesco Cavalli Sforza
Einaudi 2014, 4 edizione
pp. 400, euro 13,50
La fortunatissima opera di giunta
alla quarta edizione italiana e appare oggi arricchita di due nuovi preziosi capitoli. Uno dedicato alle vicende del Giappone antico e moderno. L 'altro, in forma di postfazione, dedicato dal grande biologo californiano al dibattito sviluppatosi dopo il 1987 tra gli storici, gli economisti e persino tra i managers, sulle
stimolanti tesi esposte nel volume.
Ne prova la recensione ad "Armi,
acciaio e malattie" che Bill Gates
scrisse nel 1997.
Tutto nasce nel 1972, racconta
Diamond, quando Yali, un giovane
politico della Nuova Guinea gli chiese, durante una passeggiata lungo
le spiagge dell'isola come mai la
sua terra, abitata da almeno mille
popolazioni indipendenti nel corso
degli ultimi sessantamila anni, sia
stata conquistata dagli europei in
meno di due secoli.
"Armi, acciao e malattie" intende
rispondere a quella domanda e alle
molte altre connesse a quella: perch stato un italiano a scoprire il
nuovo mondo? Perch un capitano
spagnolo con 168 uomini si impadronito dell'impero Inca e del suo
imperatore, difeso da un esercito di
80.000 soldati? Perch gli Europei
hanno conquistato almeno due terzi
del mondo in 400 anni e non accaduto il contrario?
Diamond respinge -.come ricordano
nella illuminante introduzione Luca
e Francesco Cavalli Sforza - le tesi
sulla "Ineguaglianza delle razze
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SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
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Quando arriva la rvrence: Sylvie Guillem e il suo addio alle scene
Una lezione di danza classica comincia con il riscaldamento e risveglio muscolare, poi alla sbarra si
svolgono esercizi dedicati al rinforzo
e allallungamento di tendini e muscoli graduati per difficolt, partendo
dai plis e arrivando agli adagi in
centro e tutti gli allegri - piccoli e
grandi salti e figure. Alla fine prima
di andare via arriva il momento della
rvrence, il saluto di congedo dalla
lezione e ringraziamento allinsegnante.
La rvrence arriva solitamente dopo il picco della lezione, dopo che si
sono fatti i grandi salti, giri veloci in
centro o in diagonale e i manges.
Se si dovesse descrivere una lezione di danza con un diagramma, si
noterebbe lasimmetria di una linea
crescente che attraversa i vari punti
- esercizi e tra il penultimo e lultimo
punto una vistosa caduta in verticale.
Alla acme della sua carriera, dopo
che il pubblico per oltre trentanni
lha amata e applaudita, qualcuno
lha criticata - ma anche questo fa
parte della vita di palcoscenico -,
Sylvie Guillem ha deciso di fare la
sua rvrence.
Famosa per essere stata la pi giovane prima ballerina toile del mon-
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
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Magic in the moonlight
di Woody Allen [USA, 2014, 98']
con Colin Firth, Emma Stone
1928. Stanley Crawford, in arte Wei
Ling Soo a Berlino con il suo spettacolo di magia. Fa sparire elefanti
sul palco e incanta il pubblico elegante con esperimenti di levitazione. Misantropo e colto, ritiene che la
gran parte dellumanit si affidi al
divino e alla magia per tollerare il
pensiero dellinutilit della vita e del
vuoto dopo la morte.
Howard Burkan, suo amico e collega, gli propone di aiutarlo a smascherare i trucchi di una giovane
medium che sta incantando i membri di una ricca famiglia statunitense
che risiede nel Midi francese, con
lobiettivo di farsi finanziare.
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Sembra quasi che, per quanto riguarda i personaggi, Woody Allen
abbia giocato il registro del clich: il
giovane rampollo americano, ricco
di seconda generazione, un ingenuo nullafacente dedito solo a scrivere serenate per la sua bella; la
mamma di Sophie una scaltra
donna daffari che sfrutta il talento
della figlia per uscire da uno stato di
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