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Stafilococchi

Generalit: Genere a cui appartengono 32 differenti specie. Batteri di forma sferica, riuniti in ammassi irregolari, in grappoli Dm 0,8-1, privi di capsula evidente. Asporigeni/NO Mob A/Afac. C+/O+ Producono colonie in terreni solidi di 2-3mm rotonde, a margini netti, opache con pigmentazione aurea/bianca/citrea. To 30-37C; Pho 7/7,5 Resistenti in ambiente esterno: Alofilia ([NaCl] a 7,5% sopportate).

Stafilococcus Aureus
Generalit: Nome deriva da caratteristico pigmento carotenoide giallo-oro Uomo continuamente esposto ad infezioni di S.A che colonizza normalmente cute e nasofaringe della maggior parte degli adulti. Capsula: polimeri di acido uronico, 11 Ag diversi. Potere antifagocitario (neutralizzato da opportuni Ab). Abbondante negli stipiti 1 e 2 (mucosi), visualizzabile con colorazione negativa con inchiostro di china. Gli stipiti patogeni pi comuni tipo capsulare 5 ed 8. Proteine: Adesine (fibronectina, vinblastina, laminina, fibrinogeno) Clumping Factor[d](causa precipitazione del fibrinogeno; in vitro, sospensione batterica + goccia plasma, determina formazione di grossi aggregati interazione fibrinogeno/Cf). Proteina A 1) lega con alta affinit porzione Fc Ab IgG meno con IgA2 E IgM 2)attiva complemento3) inibisce fagocitosi 4) innesca reazioni di ipersensibilit 5) azione mitogena sui linfociti

Stafilococcus Aureus
Patogenesi: S.A alla base di differenti quadri morbosi. S.A moltiplicandosi negli spazi intercellulari focolai di infezione pigenica acuta (subacuta ingravescente se non trattati) a diversa localizzazione (cute, scheletro, SNC, apparato respiratorio, vie urinarie) Fattori di virulenza 1) Catalasi, SOD anti-burst ossidativo 2) Tossine Emolisine alfa (be sfingomielinasi di tipo C, ga, de in alcuni stipiti) emolisina-O labile, monomerica, polimerizza formando pori a carico delle cellule, Leucocidina PV (fosfolipasi A2 + formazione di pori che consentono efflusso
ioni K+; azione citolitica su emazie e leucociti secrezione citochine) 3) Esozimi: 1. Stafilocoagulasi fibrinogeno in fibrina con presenza fattore plasmatico CRF; 2. Stafilochinasi[d] plasminogeno in plasmina. Entrambi importanti strumenti di invasivit volti ad eliminare induito fibrinogeno-fibrina. 3. Lipasi (attiva su TAG, PLC) 4. Nucleasi[d] termoresistente su RNA e DNA
su legame peptidico con aa dicarbossilico in C-terminale.

5. Ureasi degrada urea, importante infezioni apparato genitourinario 6. Jaluronidasi 7. Serino-proteinasi

4) Tossine stipite-specifiche 1. Tossine epidermolitiche A e B attiva su desmogleina-1 degrada desmosomi (sin di Ritter neonato, Lyell giovane; necrolisi epidermica acuta. Anche adulti immunocompromessi distacco di ampie aree epidermiche a insulti minimi; impetigine bollosa/eritema immunocompetenti). 2. Tossina dello shock tossico TSST-1, superantigene che diffonde in circolo con molta facilit. Sindrome Shock Tossico eritemi cutanei,
disfunzione a carico di pi organi, shock emodinamico, elevatissima mortalit [associata ad uso di tamponi assorbenti intravaginali; colonizzazione batterica di ustioni e immunodepressi] (S. Aureus) 3. Enterotossine prodotti da stipiti enterotossigeni SEA,B,C1/2/3,D,E,G,H

-> cibi ricchi di lipidi (crema e panna) non correttamente conservati. Termoresistenti, resistenti a succhi gastrici; caratteri di pirogenicit/superantigenicit -> cellule M -> organi linfoidi -> secr. Citochine, lesioni enteriche.

Stafilococcus Aureus
Clinica Necessarie condizioni predisponenti: diabete, infezioni virali vie respiratorie (influenze) 1) Manifestazioni cutanee: impetigini, favi (follicoli piliferi e ghiandole sebacee; enzimi lipolitici degradano il sebo), necrolisi epidermica acuta, sovrainfezioni ferite ed ustioni 2) Gastrointestinali: gastroenterite da intossicazione 3) Infezioni nosocomiali: presenza di stipiti resistenti a diversi chemiobiotici epidemie 4) Genitourinario: ascesso renale, cistiti 5) SNC: ascessi cerebrali ed epidurali, rara meningite 6) Sindrome shock settico 7) Scheletrico: osteomieliti 8) Polmonare: polmoniti embolica Diagnosi
1) Microscopia ottica per raccolte ascessuali chiuse 2) Esame colturale con agar 1. normale (pigmentazione aurea) addizionato con 2. sangue di coniglio s'evidenza un alone di emolisi 2. [NaCl] al 7% per selezionare i batteri nel materiale fecale 3. terreno di Chapman aggiunta di mannite [fermentato] e rosso fenolo (indicatore pH) permette diagnosi differenziale per S. epidermidis. Colorazione Gram disposizione a grappolo 3) Analisi Biochimiche Ricerca di stafilocoagulasi, clumping-factor Diagnosi differenziale con 1. streptococchi e penumococchi produzione di catalasi 2. microccocchi: capacit anaerobiche glucosio fermentato in acidi 4) Agglutinazione passiva microparticelle in lattice o emazie ricoperte di Cfac, proteina A, Ig specifiche (Ag somatico 18, capsulare 5 ceppi meticillina resistenti). 5) Dimostrazione stipiti produttori di TSST-1 o tossina epidermolitica: ricerca terreno di coltura con ELISA, agglutinazione passiva.

Stafilococcus Aureus

Terapia Necessario studio antibiogramma per via della eterogeneicit dei vari stipiti in quanto a farmaco-sensibilit e farmaco-resistenza. Profilassi Non c' vaccino. Creazione uno per gli stipiti capsulari 5 ed 8 associato ad anatossina di P. Aeruginosa.

Stafilococchi coagulasi-negativi e Microccochi


Stafilococchi coagulasi-negativi
Importanti nelle infezioni nosocomiali, come agenti infettivi associati a impianti protesici profondi. Il grado di manifestazione specie-specifico. I fattori di virulenza corrispondono ad emolisine ed esoenzimi (fosfatasi, lipasi, galattosidasi, decarbossilarsi). Farmaco-Resistenze multiple. La specie pi frequente rappresentata dallo stafilococcus epidermidis. L'identificazione prevede l'analisi biochimica.

Microccochi
Riuniti in coppie, tetradi o piccole catenelle sono aerobi obbligati. Saprofiti cutanei che si configurano come patogeni opportunisti. Specie pi frequenti: - Microccus varians - Micrococcus luteus

Streptococchi
Generalit Batteri G+ del dm di 1-1,5, disposti in coppie o catenelle (lunghezza proporzionale a richezza terreno, pi lunghe
colture liquide)

Capsulati, NO Mob, asporigeni. O-/C- A/An facoltativi; preferenzialmente anaerobiosi Nelle colture di streptococchi preferibile addizionare sangue, liquido ascitico o siero. Hanno sede generalmente nella popolazione microbica: 0) cutanea 1) orale 2) faringea 3) intestinale 4) vaginale. Generalmente commensali, importanti formazione carie dentali talvolta entrano in circolo determinando batterimie, ascessi addominali ed endocarditi. Gli streptococchi sicuramente patogeni sono: - S. Piogene - S. Agalaczie - S. Pneumoniae Classificazione Basata su alone di emolisi in piastre agar-sangue alfa (alone incompleto: s. viridanti, S. pneumoniae; coloritura verdastra metabolita Hb)/beta(alone completo; S. Piogene)/gamma(assenza alone S. Agalaczie) emolitici. Antigene polisaccardico di tipo C estrazione mediante idrolisi acida a caldo (reazione di Lancefild) streptococchi
sono ricondotti ad una ventina di gruppi indicate con le lettere dell'alfabeto. Pyogenes tipo A n-acetilglucosammina Agalaczie tipo B Pneumonie no antigene C
S. equisimilis/zooepidemicus tipo C, causa di faringite

abbastanza insensibili a pi o meno presenza di O2 -

Streptococcus Pyogenes
Generalit
Classificato come S. beta-emolitico; di gruppo A.

Responsabile di manifestazioni piogeniche acute a cui seguono a distanza di 1-3 settimane sintomi non-suppurativi. Capsula: azione antifagocitaria, non immunogena (costituita da acido ialuronico, mimetismo molecolare) Fattori di virulenza 1) Adesina: Proteina F media interazione Fibrinogeno e superficie cellulare. 2) Fibrille, adesive, costituita da proteina fibrillare Proteina M (complessata ad acidi teicoici,
antifagocitaria 4) lega, albumina, fibrinogeno, il fattore H (inibizione C3b), porzione Fc di molte immunoglobuline. Estremit N-terminale ipervariabile 100 diversi sierotipi di proteina M,

attribuisce orletto a spazzola con ME al batterio). Diverse funzioni: 1) coaggregazione batteri 2) immunogena 3)

possibilit di reinfezione da S. Pyogene. I vari sierotipi proteina M sono distinguibili in due classi: 1. classe I, con C-terminale che presenta epitopi immunogeni, e analogie di sequenza con catena pesante miosina, cheratina di tipo 1 e tropomiosina-alfa Reazioni autoimmuni (presenza di autoanticorpi corss-reattivi): Febbre reumatica e cardiopatia reumatica. 2. classe II, associata a produzione di OF (opacity factor) lipoproteinasi che determina rilascio porzione lipidica con opacizzazione del terreno di coltura.

Streptococcus Pyogenes

3) Esotossine: Streptolisina-O (tiol-dipendente) formazione di pori cheratinociti (infiammazione cutanea) e leucociti (escape); fortemente immunogena [d]; Streptolisina-S (siero-dipendente) liberata nel mezzo solo in presenza di albumina e alfa-lipoproteina, O-stabile (alone in aerobiosi) attiva praticamente su tutte le cellule ematiche, cellule parenchimali e mitocondri. 4) Esoenzimi: 1. Streptochinasi: plasminogeno plasmina (degradazione fibrina); 2. SPE-B che degrada diversi costituenti MEC e attiva IL-1beta 3) 3. jaluronidasi 4. neuroaminidasi 5. C5a peptidasi (degrada l'anafilotossina) 6. NADasi depleta le riserve di NAD dei leucociti che hanno fagocitato S. P. determinandone l'inibizione del burst ossidativo 7. DNAsi (DNAsi B[d]) 5) Tossine priogene: SPE-A(eritrogenica)/B/C/F (insufficienza respiratoria acuta ed edema polmonare emorragico nel shock tossico), superantigene streptococcico: possono causare sindrome da shock tossico

Streptococcus Pyogenes
Clinica Manifestazioni suppurative rappresentate da: 1) Angina Streptococcica (et pediatrica) con faringite, tonsillite, adenopatia satellite. Se stipite produce tossina eritrogenica SPE-A innesca una reazione di ipersensibilit ritardata con eruzione maculo-papulare eritematosa il quadro assume nome di Scarlattina. Con complicanze: ascessi peritonsillari, otite media, mastoidite, meningite, batterimia con localizzazione batterica a livello del tessuto valvolare cardiaco endocardite acuta ulcerativa. 2) Manifestazioni cutanee Impetigene, ersipela, Eritema perineale ricorrente, Eritema desquamante recalcitrante episodi batteriemici con complicanze. 3) Sindrome da shock tossico stipiti produttori di tossina pirogena A. 4) Fascite necrotizzante: streptococchi killer di classe M1 con produzione di SPE-B e produzione massiva di materiale capsulare biofilm lungo le fasce connettivali muscolari con gravi lesioni necrotiche. Manifestazioni non suppurative: 1) Febbre Reumatica Acuta con cardiomiopatia reumatica [pregresso focolaio piogeneico] (con shock emodinamici importanti come trombosi e infarti settici); lesioni a carico tessuti connettivali/muscolari noduli di Aschoff (aree di degenerazione fibrinoide centrale con infiltrato di leucociti e
monociti)

2) Glomerulonefrite streptococcica [pregresso focolaio piogeneico] eccessiva formazione di immunocomplessi con


richiamo di notevoli quantit di complemento (e diminuizione sierica) processo infiamamtorio localizzato con distruzione del parenchima renale.

3) Eritemi nodosi [specie arti inferiori]: formazione di immunocomplessi a carico capillari derma e sottocutaneo -< panniculite e
vasculite

Streptococcus Pyogenes
Clinica Manifestazioni suppurative rappresentate da: 1) Angina Streptococcica (et pediatrica) con faringite, tonsillite, adenopatia satellite. Se stipite produce tossina eritrogenica SPE-A innesca una reazione di ipersensibilit ritardata con eruzione maculo-papulare eritematosa il quadro assume nome di Scarlattina. Con complicanze: ascessi peritonsillari, otite media, mastoidite, meningite, batterimia con localizzazione batterica a livello del tessuto valvolare cardiaco endocardite acuta ulcerativa. 2) Manifestazioni cutanee Impetigene, ersipela, Eritema perineale ricorrente, Eritema desquamante recalcitrante episodi batteriemici con complicanze. 3) Sindrome da shock tossico stipiti produttori di tossina pirogena A. 4) Fascite necrotizzante: streptococchi killer di classe M1 con produzione di SPE-B e produzione massiva di materiale capsulare biofilm lungo le fasce connettivali muscolari con gravi lesioni necrotiche. Manifestazioni non suppurative: 1) Febbre Reumatica Acuta con cardiomiopatia reumatica [pregresso focolaio piogeneico] (con shock emodinamici importanti come trombosi e infarti settici); lesioni a carico tessuti connettivali/muscolari noduli di Aschoff (aree di degenerazione fibrinoide centrale con infiltrato di leucociti e 2) Glomerulonefrite streptococcica [pregresso focolaio piogeneico con streptococchi nefritogeni]
eccessiva formazione di immunocomplessi con richiamo di notevoli quantit di complemento (e diminuizione sierica) processo infiamamtorio localizzato con distruzione del parenchima renale.

monociti)

3) Eritemi nodosi [specie arti inferiori]: formazione di immunocomplessi a carico capillari derma e sottocutaneo -< panniculite e
vasculite

Streptococcus Pyogene
Diagnosi Reperto: essudato faringeo e zone cutanee infette 1) Microscopia 2) Esame colturale: 1. agar-sangue (pecora al 5%, inibisce proliferazione H. Influenzae) 1-2 mm, alone betaemolisi. 2. agar-batteri: sospensione batterica + piccola quantit brodo s'insemenza provettone con agar liquefatto e

latice (Ab anti-polisaccaride di tipo Aadsorbiti su polistirolo); 3 coagglutinazione (utilizzo di stipiti stafilococco con proteina A associata a Ab antigene-polisaccaridico specifico + antigene); 4 IF con isotiocianato di fluorescina con dimostrazione antigene C di tipo A. Maggiore sensibilit S.P alla bacitracina. 3) Sierologia: 1. Ricerca Ab anti streptolisina-O. Sospensione batterica con streptolisina e sangue coniglio fatta
reagire con quantit scalari di siero e se ne valuta la diluizione minima per impedire la beta-emolisi. E' possibile cos conoscere il titolo anticorpale anti-Streptolisina-B. 2. Altri antigeni: DNAsi, NADasi, streptochinasi, ialuronidasi

raffreddato, si agigunge sangue di pecora colonie in profondit appariranno con un alone di beta-emolisi molto pi evidente ed avranno forma di navetta. 3. Determinazione del tipo di streptococco: 1 Reazione di Lancefield; 2 test al

Terapia Penicillina Eritromicina Sulfamidici Tetracicline

Streptococcus Agalactie
Generalit Streptococco non emolitico (raramente beta-emolitico), con antigene polisaccaridico C di tipo B. Produce fattore CAMP che determina emolisi completa in presenza dell'emolisina beta di stipiti stafilococcici. Esistono 5 differenti sierotipi con stipite III a maggiore potenziale patogeno. Presente popolazione microbica di uretra maschile e vagina Trasmissione sessuale e verticale. Nel neonato: 1) Sindrome polmonare acuta a 2-3 gg da nascita con sepsi e meningite . Elevata mortalit 2) Meningite purulenta a 2-3 mesi da nascita. Minor mortalit. Danni neurologici permanenti. La diagnosi basata sul 1) riconoscimento dell'antigene polisaccaridico 2) CAMP test dimostrazione di alone completa durante emolisi stafilococcica con stafilococchi dotati di emolisina beta. Importante screening pre-parto con profilassi antibiotica.

Streptococchi viridanti
Presentano un antigene polisaccaridico C di tipo differente dai pi comuni tipi A e C. Sono isolati di frequente nel cavo orale. S. mutans, S. salivarius, S. sanguis patogenesi carie dentali ed endocarditi S. milleri ascessi paradontali, intestinali, cerebrali Diagnosi su base biochimica, Alone di alfa-emolisi. Generalmente sensibili ai beta-lattamici.

Enterococchi
Generalit Appartengono al genere streptococcico con antigene polisaccaidico C di tipo D [acidi teicoici]. Non emolitici e raramente Beta-emolitici. Alofilia [NaCL] : 6,5%, Termoresistenza (sopravvivono a 45C e a 60 C per 30 minuti). Classificazioni Importanti in patologia umana sono E. fecalis e E. fecium commensali intestino crasso. Clinica Talvolta sono causa di processi infettivi piogenici: - ascessi - mastoiditi - endocarditi - infezioni basse vie urinarie+ Diagnosi 1) Identificazione antigene di Lanciefiel 2) Possibilit di degradare esculina 3) per distinguere fra E. fecalis ed E. faecium ci si rif ai profili biochimici dei due. Terapia: necessario antibiogramma

Pneumococchi
Generalit Batteri G+, diplococchi o corte catenelle. Singole cellule forma piriforme, appaiate per regione pi esapansa. Costantemente capsulati; C-/O-; possono avviare reazioni ossidative mediante uso di enzimi flavinici accumulo di perossido diidrogeno (evitare morte batterica: aggiunta di sangue emazie dotate di catalasi), prodotti acidi fermentazione sono battericidi occorrono trapianti frequenti delle colonie. Colonie piccole 1mm, mucose, alone alfa-emolisi/ beta-emolisi in anaerobiosi (produzione di pneumolisina-O labile). Colonie pi vecchie morfologia a pedina di dama: centro depresso per fenomeni autolitici dei batteri pi anziani. Parete cellulare: presenta antigene polisaccaridico C, formato da acidi teicoici assemblati a NAM (diverso da Ag Lancefield). Presenza di fosforilcolina 1) interazione con opsonina proteina C-reattiva, 2) permette funzione autolisina pneumococcica antigene di Forssmann ne
impedisce attivazione per cellule in attiva replicazione -

Capsula: sulla cui base si distinguono 90 sierotipi differenti, azione antifagocitaria essenziale, immunogena. Identificazione: 1) agglutinazione su vetro con Ab sierotipo-specifici. 2) test di Neufeld: sospensione batterica miscelata con antisiero antipneumococcico e blu di metilene: capsula appare ingrossata. Fattori di virulenza 1) Capsula 2) IgA(s) tipo1 proteasi 3) pneumolisina 4) neuroaminidasi, con effetto mucolitico ed attacca gp e gl membrana, effetto citotossico 5) jaluronidasi 6) autolisina morte del batterio: rilascio della pneumolisina, elementi parete cellulare con attivazione del complemento (via alternativa) 7) attivit proteolitica contro componente C3 complemento

Pneumococchi

Epidemiologia Colonizza di frequente le prime vie respiratorie di portatori sani (30-70%). Forme sporadiche, epidemie nei luoghi frequentati da soggetti immunocompromessi (ospizi, determinati reparti opsedalieri) Clinica Copresenza di fattori predisponenti (situazioni associate ad edema polmonare: infezioni respiratorie virali, anestetici irritanti, traumi toracici, insufficienza cardiaca sinistra; situazioni associate ad immunocompromissioni ) 1) Polmonite ed eventuali pleuriti 2) Complicanze: Dalle lesioni polmonari 1) mediante i seni Otite Media [sierotipo 3] (complicanze mastoiditi, meningiti) 2) l'infezione pu metastatizzare a linfonodi mediastinici dotto toracico batterimia [sierotipo 1] (complicanze: endocardite, pericarditi, meningiti [sierotipo 23], peritoniti, artriti)

Pneumococchi
Diagnosi 1) Microscopia ottica in soggetti affetti da polmonite che evidenza presenza di diplococchi lanceolati G+ in balsa, liquido pleurico ed espettorato purulento sufficiente. Criteri di Bartlett (si preleva con ansa le parti pi purulente, le si allestiscono in vetrino, le si colorano, ingrandimento 2) Coltura con terreni selettivi come l'acido nalidixico, utilizzo di optochina per selezionare negativamente gli streptococchi viridanti. incubati al 5% di CO2; 3) Agglutinazione con Omniserum siero in grado di agglutinare tutti i tipi di pneumococchi 4) Identificazione biochimica 5) Test agli acidi biliari: i pneumococchi ne sono rapidamente lisati 5) Emoagglutinazione 6) Metodi immunocromatografici 7) Prova biologica su cavia Terapia - Penicilline (aumento della resistenza a beta-lattamici) Profilassi Vaccini con polisaccaride capsulare per 29 sierotipi differenti. Protezione per 9 anni. Non valido immunodepressi, non molto efficente. Attualmente: vaccino per 7 sierotipi differenti coniugati a proteine atte ad aumentare immunogenicit.
microscipio 10x, +25 leucociti -20 cellule epiteliali: campione valido e rappresentativo basse vie respiratorie..)

Generalit Bacilli G+ A/An Fac, Generalmente Mobili (fuorch per B. Antracis), sporigeni spore in
posizione cnetrale o paracentrale, di dimensioni inferiori allo sporangio.

Bacillus Antracis/Cereus

Bacillus Antracis
Generalit Bacillo di notevole dimensioni 3-10x1-1,5; disposizione in catene anche molto lunghe poich estremit sono squadrate morfologia a canna di bamb. Immobile, capsulati (capsula evidente e ad azione antifagocitaria). Colonie grandi di 3-4 mm, aspetto rugoso aspetto caratteristico a caput meduse. Cresce meglio in condizioni Aerobie condizione necessaria alla produzione di spore. Ag con cross-reattivit per N-acetilglucosammina. Clinica #1 Il bacillus antracis agente eziologico del carbonchio/antrace (colo rosso vivo delle pustole). Manifestazione setticemica di animali domestici/non in seguito ad ingestione alimenti contaminati con spore e pentrazione delle spore per via percutanea (soluzioni di continuo). L'uomo pu accidentalmente infettarsi per ingestione di carni infette malattia professionale
per contadini, allevatori, conciatori di pelle..

1) Intenso eritema con edema circostante 2) Febbre, malessere, adenopatia satellite guarigione spontanea

Bacillus Antracis
Clinica #2 L'infezione da antrace pu avverarsi anche per o via inalatoria. In quest'ultimo caso: Esordio con 1 )modesta affezione respiratoria. In seguito a disseminazione a livello dei linfonodi mediastinici circolo setticemia con gravi segni di tossemia: 1) febbre elevata 2) dispnea 3) collasso cardiocircolatorio a mortalit elevatissima Patogenesi Le spore che hanno accesso per via transcutanea forma vegetativa a livello intercellulare: impossibilitata la fagocitosi (azione antifagocitaria della capsula). Per via inalatoria: spore macrofagi alveolari al cui interno forme vegetative liberazione per morte macrofago (tossina carbonchiosa) accesso al circolo mediante barriera alveolare. B. Antracis possiede anche alcuni esoenzimi importanti: 1) fosfolipasi C 2) collagenasi 3) proteasi. Tossina carbonchiosa: costituita dai fattori I (edematogeno), fattore II (protective antigen), fattore III (fattore
letale). Il fattore II lega un recettore specifico sui macrofagi ATR. Subisce clivaggio mediato da proteasi si configura quale recettore, permette l'endocitosi mediata di fattore I e III. Fattore I adenilato ciclasi, aumento cAMP, determina formazione edema. Fattore III una metalloproteinasi che degrada MAPKK1/2 produzione abnorme di TNFalfa e IL-1beta massiccia attivazione cellule infiammatorie danno da ROS, rilascio di citochine mediatrici shock settico.

Bacillus Antracis
Diagnosi 1) Esame microscopio essudato della pustola, sangue (forme sistemiche), liquor (forme meningee) bacilli con morfologia B. Antracis 2) Isolamento colturale con piastre di agar-sangue: morfologia a captus meduse 3) Diagnosi differenziale Immobile (B. cereus pu talvolta essere immobile per perdita di flagelli peritrichi, DD con B. emolitico in agar-sangue e insensibile a penicilline), Analisi biochimica. 4) Prova biologica in cavia: morte in 24-48, con bacillo repertabile. 5) IF diretta Terapia Penicilline Tetracicline Siero carbonchioso per forme setticemiche avanzate Profilassi Controllo delle infezioni animali in allevamento. I vaccini sono stati per lo pi allestiti come prevenzione nei confronti di paventato utilizzo di spore carbonchiose nelle guerre biologiche e in atti di bioterrorismo. In progettazione vaccini basati su fattore II della tossina carbonchiosa ottenuta mediante tecniche del DNA ricombinante.

Bacillus Cereus

Generalit Prende il nome dall'aspetto e colorito della patina nella coltura in terreni solidi. E' un batterio ampiamente diffuso sulle superfici del suolo e nei vegetali. Patogenesi: Scarsamente virulento, apatogeno, produce alcune sostanze esotossiche: 1) emolisina 2) cereolisina 3) PL C 4) sfingomielinasi Clinica: Responsabile di alcune intossicazioni alimentari con due forme cliniche: 1) Affezione classica (ingestione di carni, budini, creme vegetali e zuppe) Diarrea Acuta (P.I 10-15h), con dolori addominali e raramente vomito. 2) Gastrite/Gastroenterite (infezione di riso cotto) con nausea, dolori addominali e vomito simula l'intossicazione stafilococcica -.

Corinebatteri

Generalit Bacilli di lunghezza variabile 1-5, clavati dilatazione ad uno dei due estremi. G+/Gvar facilmente decolorabili all'azione prolungata dell'alcol -; A/An(fac) C+. Crescono in presenza di tellurio di potassio riducendolo in tellurio metallico che viene accumulato nella cellula come microcristalli. sprovvisti di capsula

La divisione cellulare si avvera per scollamento progressivo lungo il piano in cui sono formato le nuove membrane, le due cellule sono portate a ruotare facendo perno sulla zona a distacco pi tardivo, specie per una tendenza a rimanere riunite per la presenza a carico delle loro pareti cellulari di glicolipidi simili al fattore cordale dei micobatteri le cellule assumono disposizione a L o V: raggruppamento a lettere cinesi.

In condizioni di rallentato sviluppo o in presenza di terreni ricchi di polifosfati alcuni Corinebatteri fra cui Corinebacterium difterie presentano granulazioni metacromatiche.

Corinebacterium difteriae

Generalit
(Vedi Corinebatteri)

Antigeni: E' possibile distinguere due importanti antigeni: 1) Antigene O: ovvero il complesso polisaccaridico (arabinogalactani, ramificati con AG saturi acidi corinemicolico e corinemicolenico.) Rappresenta essendo comune per diversi corinebatteri all'Ag di gruppo. 2) Antigene K: fa riferimento ad uno strato proteico superficiale alla porzione polisaccaridica (dove sono presenti diversi diesteri del trealoso disaccaride costituita da due unit di glucosio in forma piranica). Quest'ultimo un antigene tipo-specifico che permette di distinguere i Corinebatteri difterie in pi
sierotipi.

Corinebacterium difteriae
Clinica Il corinebacterium difterie l'agente eziologico di una patologia esclusivamente umana, tipica et infantile difterite. Sorgente di infezione sono pertanto portatori sani del batterio o soggetti con la malattia conclamata. Epidemiologicamente: la presenza di immunit conseguente
al primo contatto con il rinverdirsi della stessa nelle successive reinfezioni subclinico lascia poco spazio all'attecchimento della difterite con crollo della prevalenza di quest'ultima.

L'infezione difterica coinvolge: - naso-faringe (sino a raggiungere talvolta la porzione prossima del laringe con croup difterico ostacolo della respirazione) - velopendulo ed ugola - tonsille [occasionalmente: orecchio medio, congiuntiva e (climi tropicali) cute] Consiste nella necrosi di un epitelio e nell'inclusione di quest'ultimo in un aggregato fibrinoide con infiltrato leucocitario e formazione di una pseudomembrana che aderisce saldamente a livello
della sottomucosa.

I bacilli difterici rimangono localizzati senza alcuna tendenza alla diffusione e l'azione patogenica affidata alla tossina difterica che determina gravi lesioni degenerative a carico di 1) miocardio ad elevata mortalit - 2) fegato 3) reni 4) ghiandole surrenali 5) nervi cranici (paralisi del palato molle e dei muscoli oculari) e periferici (paralisi arti). Patogenesi: la tossina difterica diffonde attraverso le lesioni dell'epitelio mucoso e raggiunge il circolo emo-linfatico legandosi con particolari recettori gp circa universali. Sintetizzata come singolo peptide, in seguito ad interazione, viene clivata in 2 componenti, dove la componente A possiede attivit ADPribosilante che agisce a carico del fattore EF2, con inibizione sintesi proteica

Corinebacterium difteriae
Diagnosi 1) Esame microscopio: materiale pseudomembrana. Reperto G+ con morfologia e aggruppamento tipiche dei corinebatteri: si avanza il sospetto di difterite. 2) IF, marcando con fluorescina Ig anti-tossina. 3) Esame colturale con terreno di Loeffler (siero coagulato di vitello) in cui i corinebatteri crescono pi velocemente che gli altri batteri presenti nell'essudato naso-faringeo il batterio poi trasferito in piastra agarsangue-tellurito di potassio (o agar cioccolato scaldato a 60C in maniera tale da far effluire importanti metaboliti dalle emazie) Le colonie appaiono 1) dm 2-3 mm, rotonde, a margini netti e a calotta convessa (mite) 2) dm di 3-4 mm con centro rilevato, margini frastagliati e percorsi da pliche radiali (grave) DD con corinebatteri componenti della popolazione oro-faringea normale: C. xerosis, C. pseudodiphftericum identificazione tossina difterica 1. attuata mediante prova biologica [2 cavie,
entrambe sottoposte a inoculazione di brodicoltura del batterio in esame; in una delle due cavie, sono inoculate anche 500-1000 unit di antisiero. Lesioni e morte nella cavia non immunizzata e assenza di sintomi nella seconda permette diagnosi sicura] 2. prova di precipitazione in agar-siero carta bibula con antitossina su fondo piastra, addizzionato agar-siero sottoposto a solidificazione per raffreddamento. Si insemenza poi con sospensione batterica tale piastra con direzione perpendicolare alla carta bibula. Eventuale tossina ed antitossina diffondo per le direttrici perpendicolari e nei punti d'intersezione formano precipitati particolarmente individuabili O ancora con analisi biochimiche: Difterie fermenta glucosio ma non saccarosio; Xerosis entrambi; Pseudodiphtericum nessuno.l Reazione di Shick: inoculazione di tossina difterica nella sua 50esima parte dose letale per cavia su parte volare avambraccio. Soggetti immunizzati non presentano alcuna reazione. Non immuni, papula e zona necrotica. Terapia: penicilline, cefalosporine, eritromicina, tetracicline. Importante per utilizzo di sieri iperimmuni in caso di diffusione tossina.

Profilassi: Vaccini a base di anatossine

Listeria Monocitogenes

Generalit Un tempo classificata assieme ai corinebatteri per via della disposizione a palizzata o a V. Sono baciletti G+ piccoli (1-1,5), pleomorfi A/AnFac C+, Mob (presenza di flagelli polari). Colonie 0,5-1 mm dm, rotonde, margini netti, alone di emolisi torbida che si fenomenizza seconda
giornata e diviene completa nella terza giornata.

Il nome assegnato alla L. Monocytogenes deriva dalla presenza di elevato numero di monociti di grosse dimensioni in circolo, condizione esclusiva delle listeriosi. Epidemiologia La malattia molto diffusa fra mammiferi ed uccelli. La trasmissione della malattia avviene per ingestione di carni fresche, insaccati e latticini.

Listeria Monocitogenes
Fattori di virulenza 1) Produzione di listeriolisina-O, una emolisina tiol-dipendente che conduce ad aloni di emolisi completa. La listeriolisina fondamentale in quanto permette alla L. M., parassita endocellulare, di fuoriuscire dagli endosomi ove si localizzano appena endocitati dalle cellule dell'ospite (particolar modo epiteli mucosi). Il batterio, si presenta a livello citosolico determinando polimerizzazione dell'actina mediante fosforilazione proteina ActA.
La Lysteria si riveste di un induito di actina polimerizzata una sorta di coda di 40micon- con la quale si sposta entro la cellula, raggiunge il plasmalemma e mediante determina formazione di una protuberanza che determina un introflettersi nella membrana della cellula contigua. Si ha la formazione quindi di una vescicola dalla doppia membrana entro la seconda cellula e quindi traslocazione del batterio. 2) Alcuni lipidi di membrana della L. M sembrano avere un effetto sulla secrezione di

glicosteroidi con diminuizione gluconeogenesi, ipoglicemia, iperuricemia. 3) Il gliceride A sembra il responsabile della monocitosi.

Clinica L. M responsabile di 1) Meningiti purulenti 2) Meningoencefaliti 3) Episodi setticemici 4) Aborto causa pi frequente negli ultimi mesi di gestazione per prima infezione della madre (in questa v' solo sintomatologia flue-like) -, il batterio ha spiccato tropismo per tessuti embrionali e determina una forma setticemica granulomatosa generalizzata granulomatosi infantisettica.

Lysteria monocitogenes

Diagnosi 1) Esame colturale previa preincubazione a 4 C in sospensione di brodo di peptoni (arricchimento colturale per le L. in grado di moltiplicarsi a queste T; promozione della lisi delle cellule parassitate); piastrate in agar-sangue per evidenziare alone emolisi. DD Corinebacteri pseudodifterie immobili Enterococchi C2) Agglutinazione con sieri anti-Listerie 3) Prova biologica in conigli in cui si sviluppa la granulomatosi setticemica con moncitosi periferica. Terapia ?

Gardnerella Vaginalis
Generalit Baciletto (1-2 x 0,3-0,6) Gvar (studi in ME ne confermano una struttura G+) Immobile, Cresce solo in terreni arricchiti di siero e sangue (uomo, coniglio ma non pecora) ivi producendo alone beta-emolisi. C- OClassificazione Se ne conoscono almeno 7 biotipi differenti e diversi gruppi antigene. Clinica Causa una vaginite purulenta aspecifica, a trasmissione sessuale (Gardnerella vaginalis stata repertata anche nell'uretra maschile) con un pH di circa 4,5, secrezioni grigiastre ed un tipico odore sgradevole.
Quest'ultimo conseguenza della promozione, nelle infezioni da gardnerella, dello sviluppo di batteri anerobi (specie Mobiluncus) e della formazione di cataboliti amminici a partire da quest'ultimi.

Terapia Farmaco di elezione rappresentato dal Metronidazolo (agisce come inibitore sintesi DNA ed RNA, molto attivo su batteri anaerobi) e Diamminoprimidine (trimethoprim inibitore diidrofolico reduttasi)

Neisserie

Generalit Cocchi, G-, forma cellulare reniforme, con appaiamento a due a due per le regioni pianoconcava conformazione a chicco di caff. A/AnFac, NO Mob, C+ O+, spesso capsulati In genere sono apotegeni, commensali delle vie aeree (N. sicca, N. mucosa, N flavescens, N. subflava) colonie secche e pigmenti gialli, crescono senza particolari condizioni colturali. 2 specie interessano la patologia umana: Neisseria Gonorrhea e Meningitidis.

Neisseria Meningitidis
Generalit Antigene nella membrana esterna comune a tutte le Neisserie (porzione polisaccaridica di LPS). Antigeni polisaccaridici capsulari permettono di distinguere 13 diversi sierogruppi di Nessirie. I pi diffusi e virulenti sono i serioti A,B,C,Y,W135. Azione patogena 1) Azione antifagocitaria delle capsule 2) LPS Clinica 1) Meningite cerebrospinale epidemica ovvero un infiammazione purulenta delle meningi con lesioni infiammatorie a carico di encefalo e midollo spinale. Sintomi tipici sono: 1) cefalea 2) rigidit nucale 3) febbre 4) vomito 5) nausea 6) disturbi mentali . V' anche associazione con un esantema prima maculo-papulare, poi petecchie che confluiscono con estese aree di necrosi cutanea. Rapidamente mortale. Epidemiologia: Pu essere di tipo sporadico o in focolai epidemici Infezione frequente nelle collettivit chiuse come scuole, prigioni, ospedali, caserme. Pu diffondere anche nella stessa citt, provincia e regione. Incidenza 3/100mila in Italia (meno
che media Europea)

Neisseria Meningitidis
Diagnosi 1) Esame microscopico liquor con diplococchi G- (possibilit che il reperto sia da riferirsi ad altri batteri o a Neisseria gonorree 2) IF con sieri specifici 3) Isolamento colturale: estremamente delicato perch il batterio molto labile nell'ambiente esterno su agar-ascite o agar-cioccolato (cotto a 60C), incubate a 37C e con una pCO2 del 5% Colonie rotondeggianti con dm di 2-3 mm, translucide e aspetto mucoso. 4) Dimostrazione attivit ossidasica: possibile identificare le Neisserie perch hanno la capacit di convertire taluni specifici composti aromatici in indofenolo colorandosi di blu. DD con neisserie apatogene studio fermentazione zuccheri e indagine sierologiche con sieri specifici. Terapia Penicilline e sulfamidici (sulfadiazine) anche come profilassi nelle collettivit in cui vi sia stato almeno un episodio. Acquisizione resistenza (rifampicina, cloramfenicolo) Profilassi : vaccino con antigeni capsulari A,C,Y,W135 scarsamente immunogeno nei bambini; adulti immunit di breve durata (3-4 anni) ambito militare

Neisseria Gonorree
Antigeni Difficolt nello studio di quest'ultimi. Facile che colonie di tipo S mutino in colonie di tipo R in coltura le varianti sono antigenicamente differenti -. L'antigene capsula polisaccardico K perso rapidamente. Fattori di virulenza 1) Azione antifagocitaria dell'antigene K 2) LPS 3) Pili fungono da adesine per la colonizzazione delle mucose genitali. 4) IgA1 proteasi Clinica Neisseria Gonorree responsabile della gonorrea o blenoraggia, malattia venera tipica dell'et adulta a trasmissione sessuale, verticale o scambio di indumenti contaminati nelle donne prepubere (con vulvovaginiti) Nell'uomo il batterio penetra l'epitelio colonnare stratificato dell'uretra cavernosa, localizzandosi a livello subepiteliale flogosi acuta con importante infiltrato leucocitario. 1) secrezione purulenta dell'uretra entro 3 giorni. L'infezione pu diffondere causando 1) orchiti con impotentia generandi 2) meningiti 3) endocarditi 4) artriti a capo del polso Nella donna la localizzazione iniziale a carico delle ghiandole del Bartolini laterali all'orifizio vaginale e la ghiandola di Skene prima porzione meato uretrale -; spesso asintomatica o modesta, pu determinare importanti salpingo-ooforite con sterilit Nei neonati che hanno attraversato il canale da parto durante un infezione attuale da N. G. oftalmo-blenorrea.

Micobatteri
Generalit Bacilli lunghi 2-4 micron, molto sottili. Talune specie si presentano in forme filamentose lunghe anche 10-15 micrometri simile ad ife da cui nome di micobatteri o batteri fungisimili ovvero formazioni cordali con numerosi bacilli allineati per presenza di particolari derivati degli acidi micolici (dimicoliltrealoso) che sono il fattore cordale. Composizione degli involucri esterni e conseguenze I micobatteri presentono una peculiare composizione lipidica negli involucri esterni, tale da attribuirne particolari proriet tintoriali. Cellule fissate per essere colorate devono essere trattate con acido fenico a 70-80C Una volta colorati, i batteri sono difficilmente decolorabili batteri acido-resistenti La colorazione ad hoc per i micobatteri la colorazione di Zhiel Nielsen

[carbolfucsina (fuxina + a. fenico) per 2-3 minuti riscaldare fino ad emissione di vapori, lavaggio in acqua, decolorazione con acido cloridico al 3% in alcol 30-60s, utilizzo di colorante di contrasto (blu di metilene)]

La particolare imperviet degli strati esterni del micobatterio ne determinano scambi metabolici rallentati e una velocit di replicazione assai bassa (sviluppo microbico apprezzabile solo dopo 3-4 settimane come colonia dall'aspetto rigoglioso e con una leggere pigmentazione gialla).

Micobatteri
Terreni di coltura Non eccessivamente esigenti M. leprae non attualmente coltivabile in vitro -. La sospensione batterica prima trattata con acidi e basi forti (espettorato miscelato con 3-4 volumi di N-acetil cisteina o altri mucolitici con 2-3% di idrossido di sodio, in agitazione per 10 min e neutralizzato da acido cloridrico) a cui i micobatteri risultano insensibili, per selezionare positivamente quest'ultimi. Terreni con base di tuorlo d'uovo come fonte lipidica con soluzione tampone, coagulata in provetta a circa
65C + glicerolo/piruvato per promuovere sviluppo rispettivamente di M. tubercolosis o di M. bovis + verde di malachite per inibire sviluppo ulteriori batteri
catalasi.

Terreni a composizione chimica definita: soluzione tampone con acido oleico + albumina bovina, destroso e Classificazione I micobatteri sono spesso saprofiti degli strati superficiali del terreno, alcuni commensali apatogeni nell'uomo (M. Smegmatis). Rientrano nella categoria dei micobatteri patogeni per l'uomo: 1) Complesso dei micobatteri tubercolari: Mycobacterium tubercolarsi bovis e africanum. 2) Complesso dei micobatteri non-tubercolari: generalmente contaminanti ambienti o parassiti di diversi animali sono patogeni opportunisti per l'uomo 3) Mycobacterium leprae

Mycobacterium tuberculosis
M. tubercolosis, o bacillo di Koch, l'agente eziologico della tubercolosi, una delle malattie in passato pi temute e che negli ultimi anni si riteneva se non eradicata quantomeno contenuta. L'aumento dei flussi migratori, la creazione di nuove sacche di povert e l'aumento della prevalenza delle malattie di immunodepressione Antigeni Presentano due classi d'antigeni: polisaccaridica e proteica. I lipidi adiuvano l'azione immunogeneica di tali antigeni Azione patogena #1 Nonostante la produzione di alcune emolisine e il rilascio di taluni lipasi, il vero fattore di virulenza distintivo del M. tubercolosis consiste nella capacit di resistere al killing intracellulare attraverso: 1) inibizione della fusione del fagosoma con il lisosoma 2) inibizione acidificazione del fagolisosoma 3) tossicit da fattore cordale Il M. T viene contratto per via inalatoria deposizione negli spazi alveolari determina inzialmente una flogosi acuta con successivo accumolo di macrofagi attivati e reazione granulomatosa.
Granuloma molto ordinato in cui si osserva centralmente la presenza di cellule giganti di Langhans dai nuclei periferici con disposizione a ferro di cavallo, attorno si descrive la presenza di cellule epiteloidi, di un vallo linfatico e di uno fibrotico. Il granuloma pu andare incontro a necrosi caseosa, un particolare tipo di necrosi coagulativa, in cui il tessuto necrotico assume un aspetto biancastro che infine procede a calcificazione.

Mycobacterium tubercolosis
Azione patogena #2 L'infiammazione tubercolare rimane localizzata raramente diffonde ai linfonodi mediastinici - complesso primario. L'infiammazione pu cronicizzarsi in un infiammazione pacuibacillare vitali per decenni anche se scarsamente metabolizzanti e il cui contenimento prevede l'impiego di macrofagi, linfociti CD4, CD8 e cellule di memoria. Talune condizioni di immunodeficienza (HIV su tutte) -> riattivazione del complesso primario, con lesioni granulomatose multiple che confluiscono vanno incontro a necrosi caseosa e possono svuotare il loro contenuto in circolo con diffusione in altre sedi polmonari, nelle cavit bronchiali (produzione di espettorato infettivo) e non con: 1) tubercolosi miliare 2) renale 3) meningea 4) ossea etc.. Risposta cellulo-mediata, essenziale nel contenimento del complesso primario e alla base delle lesioni tissutali a carico dei parenchimi con quadri sintomatologici eterogenei.

Vi potrebbe essere un ruolo degli antigeni tubercolari e la genesi di diverse malattie autoimmuni (proteina imputata HSP)

Diagnosi 1) Microscopia su reperto rappresentato da espettorato, liquor, biopsia. I batteri acido-resistenti non si localizzano in tali aree. Differentemente per campione urinario che potrebbe essere contaminato dal M. smegmatis. Zhiel-Nielsen o IF. 2) Esame colturale allestito per la maggiore sensibilit e specificit 3) Eventuale utilizzo di analisi biochimiche e PCR

Mycobacterium tubercolosis
Azione patogena #2 L'infiammazione tubercolare rimane localizzata raramente diffonde ai linfonodi mediastinici - complesso primario. L'infiammazione pu cronicizzarsi in un infiammazione pacuibacillare vitali per decenni anche se scarsamente metabolizzanti e il cui contenimento prevede l'impiego di macrofagi, linfociti CD4, CD8 e cellule di memoria. Talune condizioni di immunodeficienza (HIV su tutte) -> riattivazione del complesso primario, con lesioni granulomatose multiple che confluiscono vanno incontro a necrosi caseosa e possono svuotare il loro contenuto in circolo con diffusione in altre sedi polmonari, nelle cavit bronchiali (produzione di espettorato infettivo) e non con: 1) tubercolosi miliare 2) renale 3) meningea 4) ossea etc.. Risposta cellulo-mediata, essenziale nel contenimento del complesso primario e alla base delle lesioni tissutali a carico dei parenchimi con quadri sintomatologici eterogenei.

Vi potrebbe essere un ruolo degli antigeni tubercolari e la genesi di diverse malattie autoimmuni (proteina imputata HSP)

Diagnosi 1) Microscopia su reperto rappresentato da espettorato, liquor, biopsia. I batteri acido-resistenti non si localizzano in tali aree. Differentemente per campione urinario che potrebbe essere contaminato dal M. smegmatis. 2) Esame colturale allestito per la maggiore sensibilit e specificit 3) Eventuale utilizzo di analisi biochimiche e PCR

M. Tubercolosis
4) Reazione di Manteaux (o alla tuberocolina): iniziezione percutanea

x)

(su parte volare avambraccio) di 0,1 ml tubercolina ovvero di proteine micobatteriche purificate. Il fenomenizzaresi in 24-48h di una papula eritematosa con eventuali segni necrotici il soggetto ha gi subito infezione da M. T Pu avere importanza diagnostica per soggetti negativi divenuti positivi in breve periodo di tempo et infantile.

Terapia (previo antibiogramma) Antibiotici:, rifampicina, treptomicina. Chemiobiotici: isoniazide, pirazinamina, etambutolo. Vaccino Variante apatogena di M. bovis. Non utilizzata nei Paesi industrializzati ove v' piuttosto un controllo capillare dell'eventuale presenza del micobatterio mediante test di Manteaux.

Micobatteri non tubercolotici


Complesso dei micobatteri non-tubercolari: generalmente contaminanti ambienti o parassiti di diversi animali sono patogeni spesso opportunisti per l'uomo Seguono una classificazione che li distingue in crescita lenta, crescita rapida (7 giorni come colture primarie), fotocromogeni (intensa produzione di pigmento giallo dopo esposizione con sorgente luminosa) e scotocromogeni (il pigmento prodotto anche in assenza di luce) Alcuni micobatteri NT: fotocromogeni a crescita lenta: M. kansasii polmonite cronicqa scotocromogeni a crescita rapida : M. Szulgai polmonite cronica, M. pseudotubercolosis agente eziologicio del morbo di Chron. Linfadenite prima infanzia Non cromogeni: M. hemofilum, genevense, M. avium+ infezioni disseminate nei sieriopositivi A crescita rapida: M. abscessus, M. fortuitum infezione tessuti molli, disseminate in sieropositivi, otite media, polmonite cronica. Diagnosi 1) Isolamento colturale: spesso casuale ed associata a ricerca di M. Tubercolosis. Alcuni (genvense, hemofilum) presentano peculiari esigenze metaboliche e condizioni colturali. 2) Identificazione analisi biochimica e sonde a DNA previa PCR. Terapia Antibiogramma. Per M. avium complex chinolonici/macrolidi.

M. Leprae
Agente eziologico della lebbra: malattia cronica a lungo decorso e P.I di diversi anni. Lesioni granulomatose cutanee o mucose (lepromi) che vanno incontro a ulcerazione 1) mutilazioni deformanti ed 2) anestesia cutanea. Trasmissione: contagio interumano Si localizza nel citoplasma dei macrofagi (cellule leprose) dove si amassa in gruppi parallelil mazzo di sigari. Diagnosi Non coltivabile. La diagnosi prettamente clinica confermata da reperto di bacilli da granulomi (cellule leprose). Terapia: 50mg/die clofazimina 100mg/die dapsone 600mg rifampicina/mese 300mg/mese clofazimina per due anni.

M. Ulcerans

Isolato da pazienti con ulcere cutanee necrotizzanti ulcere di Buruli (area Uguanda) Centro e Sud America, Africa tropicale e subtropicale, Sud-Est Asiatico. Lesioni cutanee interessanti solo la cute inizialmente e che divengono fascite necrotizzante raggiungendo t. muscolare ed osseo. Ulcere indolori per anestesia cutanea. Diagnosi 1) clinica 2) osservazione presenza bacilli acido-resistenti nell'essudato della lesione ulcerosa. 3) analisi biochimiche Terapia: Escissione chirugica tessuto necrotizzato Isoniazide + streptomicina Ossi/Tetracicline + dapsone/Cotrimossazolo.

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