Sono nate queste classificazioni che non valutano soltanto la menomazione o
lesione in maniera clinica e basta ma in base anche al gesto dell’atleta. Abbiamo varie disabilità che sono presi in considerazioni: fisico-motorie che sono le lesioni celebrali, midollari e le amputazioni, intellettive-relazionali che riguardano il ritardo mentale; sensoriali che riguardano l’udito e la vista. Le classificazioni funzionali vengono fatte per avere una squadra al più possibile omogenea anche per il gesto atletico e far sentire a proprio agio l’atleta giusto per non creare delle grosse differenze. Le disabilità fisico-motorie sono disabilità che colpiscono soprattutto la muscolatura volontario e quindi sono causate di solito da lesioni del midollo osseo ma non solo e anche causate da incidenti, traumi e sono delle lesioni a carico del sistema nervoso centrale. Se il danno è di origine periferica va ad originare delle paretesi agli arti o anche delle distrofie Per le lesioni midollari e quindi si parla di tetraplegia (detta anche quadriplegia) è una paralisi del dorso e di tutti e quattro gli arti conseguente a un trauma o a una malattia; e la paraplegia è una paralisi parziale o completa che degli arti inferiori e della porzione inferiore del corpo e avviene con un trauma del midollo a livello dorsale o lombo-sacrale Le lesioni cerebrali possono essere causate da vari problematiche e sicuramente da quelli che avvengono nella nascita quindi un coinvolgimento prenatale (prima della nascita) o postnatale (1-2 giorni dopo della nascita) o anche un trauma o infezione a livello cerebrale o lesione del midollo quindi possono causare queste lesioni e si possono avere delle sindrome importanti come quelle: • SPASTICHE: non sono altro che dei movimenti incontrollati della muscolatura causati da un danno cerebrale (alterazione della funzionalità delle vie piramidali (che sono le strutture piramidali ed extrapiramidali del cervelletto e le tre strutture fondamentali che controllano il movimento e ognuna delle quali ha un coinvolgimento nel movimento e anche nell’equilibrio e anche nella coordinazione motoria)) o Possiamo avere delle paralisi cerebrali spastiche: contrazioni involontarie toniche o cloniche dei muscoli con aumento dei riflessi e del tono muscolare (cioè rapide contrazioni e rilasci della muscolatura e infatti un esempio la crisi epilettica) • Le sindromi discinetiche sono delle alterazioni del movimento, infatti, hanno un disturbo della via extra-piramidale e questi le possiamo dividere in: o Paralisi cerebrali atetosiche significa che non stabili e sono delle paralisi che causano un movimento non stabile quindi hanno dei movimenti lenti e continui e anche convulsivi e vanno a interessare mani, braccia, muscoli della faccia. o Paralisi cerebrali rigide si ha una tensione molto forte del muscolo e che rimane rigido o Paralisi cerebrali atoniche senza la tonicità muscolare o Paralisi cerebrali distoniche alterazioni del tono muscolare con dei movimenti rapidi • Sindrome atassica che è causata dal danno al cervelletto e quindi va a causare dei deficit alla coordinazione e all’equilibrio e quindi queste problematiche sono a discapito del cervelletto. o Paralisi cerebrali atassiche: l’atassia è una mancata coordinazione del movimento e che poi sfocia in quello che è un disordine dell’equilibrio. Questo si manifesta sotto forma di dismetria (difficoltà nel compiere movimenti fini e rapidi e con la mancanza di misura nel superare l’obiettivo prefissato), la dis- diadococinesia (la difficoltà di eseguire i movimenti rapidi e alternati e con una impossibilità ad eseguire movimenti complessi in maniera normale ma vengono eseguiti scomponendo quel movimento) e infine la disartria (difficoltà nel linguaggio) La distribuzione topografica-corporea va a significare la zona coinvolta nel corpo umano e quindi parleremo di: A. MONOPEGIA: si ha una paralisi di un singolo arto e di solito è l’arto inferiore ed è anche una condizione molto rara B. PARAPLEGIA: paralisi completa degli arti inferiori o superiori C. EMIPLEGIA: paralisi solo di metà lato D. TRIPLEGIA: quando vengono coinvolti tre arti E. TETRAPLEGIA: paralisi dei quattro arti F. DIPLEGIA: paralisi bilaterale del tono e del movimento di due arti e prevalentemente negli arti inferiori ma di solito se spesso un arto è coinvolto maggiormente lo sarà anche l’altro G. PARESI: paralisi non complete e soprattutto possono essere reversibili H. ANCHILOSI: blocco dell’articolazione Tutto questo viene utilizzato per la classificazione funzionale nei differenti sport e quindi vediamo che gli sport dei disabili sono classificati sia per la lesione ma poi vi sono delle sotto classi che vanno ad identificare la lesione dell’arto Il sistema piramidale è un sistema che parte dal cervello ovvero dalla corteccia motoria e manda gli impulsi al midollo spinale e li ci sono i motoneuroni che regolano il movimento. Si chiamano piramidali proprio per il percorso che fanno perché nella parte del bulbo ci sono delle strutture che appunto vengono chiamate piramide e quindi siccome li attraversa sono state chiamate cosi Le extrapiramidali che hanno lo stesso percorso e sono parallele ma non passano attraverso le piramidi. Le vie di trasmissione che regolano il tono posturale, movimenti volontari, automatici e semiautomatici e i movimenti della mimica facciale mentre i gangli della base che sono delle cellule nervose localizzate in profondità nel cervello vanno a contribuire alla fluidità degli stessi. Il cervelletto che si trova al di sotto del cervello e ha diverse funzioni come coordinamento, equilibrio, regolazione del linguaggio e anche paura o piacere ma il coinvolgimento maggiore c’è l’ha a cura del movimento. Il danno cerebrale va a causare il deficit nel movimento fine, nell’equilibrio, nella postura e nell’apprendimento motorio e in aggiunta linguaggio, attenzione, memoria Le lesioni cerebrali vengono classificate in varie categorie a seconda della zona interessate: CP1, CP2, CP3, CP4, ecc.. quindi si classificano a seconda del tipo di lesione e spasticità e di quale area è coinvolta. Le amputazioni ovviamente hanno delle classificazione a seconda se sia degli arti superiori o inferiori oppure uno dei due dello stesso lato o da un lato e l’altro e anche se l’amputazione è dopo il ginocchio o gomito o caviglia. A1 identifichiamo una amputazione bilaterale cioè di tutti e due arti e sopra il ginocchio, A2 amputazione monolaterale sopra il ginocchio e poi così via fino ad arrivare ad A9 che sono delle amputazioni combinate arti superiori e inferiori. Le classificazioni funzionali abbiamo detto che si basano sulla capacità del gesto atletico e vengono valutate da una condizione in quanto l’atleta viene sottoposto a una condizione di similgara (mettere l’atleta a una condizione che possa svolgere al massimo le proprie capacità) e lui esprime al meglio la sua capacità. La funzione motoria variabile sono forza muscolare, mobilità articolare e coordinazione motoria. Le categorie paraolimpiche possono avere tanti livelli e tante sigle a seconda dello sport e ognuno delle quali va ad identificare il tipo di disabilità e anche la gravità della disabilità e funzionalità fisiche. Inizialmente erano individuate 6 gruppi di disabilità e che poi vengono ampliate per avere possibile un’idea maggiore dell’atleta e della capacità che ha l’atleta. Inizialmente si consideravano: • Amputati • Cerebrolesi • Persone con infortuni o danni speciali (tetraplegici o paraplegici, poliomelitici, persone con spina bifida e più in generale persone in carrozzina) • Persone con menomazioni visive (ipovedenti e non vedenti) • Persone con disabilità intellettiva • Les autres (quelli che non rientrano nelle categorie sopra citate) Le prime visite di idoneità sono state effettuate nelle paralimpiadi di Seul 1988 e poi solo nel 2007 l’international paralympic commitee va ad approvare due documenti ufficiali con lo scopo di portare coesione al sistema di classificazione. Ad oggi sono molto di più gli impedimenti quindi si parla di: • Disabilità motorie o Diminuzione della forza o Diminuzione range del movimento o Deficienze degli arti, amputazioni o Differente lunghezza degli arti o Ipertonia cioè ossa anomali aumenti della tensione muscolare e una ridotta capacità nell’allungare il muscolo o Atassia la mancanza di coordinazione del movimento o Atetosi sono dei movimenti incontrollati con difficoltà a mantenere una postura stabile o Bassa statura cioè il nanismo • Disabilità visive che vengono valutate con visita oculistica • Disabilità intellettive valutate attraverso dei test specifici che vanno a valutare il quoziente intellettivo e se è minore di 70 viene identificato come patologia Per classificare le persone con disabilità ci sono le lettere e i numeri che nel caso di un’atleta con amputazione sopra il ginocchio e come attività fa atletica leggera sarà: T (track-pista) o P (pentathlon) e F (sport di lancio) vengono associata ad un numero che indica la lesione e il secondo numero che indica la localizzazione della lesione. Per la disabilità visiva e intellettiva le categorie paralimpiche seguono criteri a sé stanti infatti la visiva viene diagnosticata con una visita oculistica e classificati b1, b2, b3. Se i b1 hanno bassissima o assente percezione visiva e quindi sono ciechi totali e non vedono niente arriviamo ai b2 che hanno bassa percezione della vista e si inizia a dire che hanno un residuo visivo non superiore a 2 sessantesimi e/o un campo visivo non superiore a 5 gradi (il normo vedente ha un campo visivo di 180 e chiaramente nelle classificazioni visive avranno un campo visivo ridotto e acuità visiva ridotta) Intendiamo per acutezza visiva la capacità dell’occhio di distinguere i particolari e percepire i dettagli fini di un oggetto e dipende direttamente dalla nitidezza dell’immagine proiettata sulla retina. Per queste analisi viene utilizzata la tabella di Snellen e lei valuta l’acutezza visiva morfoscopica. La vista normale in decimi è 10 e al di sotto non è considerata normale ma con diverse gravità. Tutto va a ripercuotersi sulla retina dell’occhio • Cieco assoluto non vede nulla e può solo percepire una fonte luminosa o il movimento di qualcosa che occluda l’occhio • cieco parziale che ha un visus inferiore a 1/20 si dice 1/ventesimo perché quando è al di sotto di 1/decimo allora si passa alla misura più inferiore • ipovedente grave con un visus non superiore a 1/decimo o riduzione del campo visivo tra 50 e 60% • l’ipovedente medio-grave con un visus compreso tra 1/decimo 2/decimo o riduzione del campo visivo tra 30 e 50% • ipovedente lieve con un visus compreso tra 2/10 e 3/10 o riduzione del campo visivo tra 10% e il 30% per quanto riguarda invece la disabilità intellettiva tutto si basa sul grado di eleggibilità cioè quanto è eleggibile quando è in grado di partecipare alla competizione sportiva anche il disabile e questo viene fatto con test sull’intelligenza e anche quando è danneggiato il linguaggio e l’equilibrio. Queste valutazioni per la disabilità intellettiva vengono fatti da entri prestabiliti uno di quali è l’INAS e poi recepita dall’IPIC e fra i criteri fondamentali di diagnosi c’è il ritardo mentale e che potrà essere grave, lieve e moderata. I criteri fondamentali sono un QI uguale o inferiore a 70; un carente funzionamento adattivo e un esordio prima dei 18 anni e chiaramente si deve tenere conto quanto è in grado il soggetto a relazionarsi con la squadra. La valutazione nella disabilità intellettiva viene fatta da due test: 1. valutazione cognitiva che viene effettuata con test del quoziente intellettivo 2. valutazione tecniche per vedere come reagisce l’atleta nella gara e quindi come reagisce allo stress oppure al tipo di lavoro che deve effettuare vi sono due metodi di sviluppo dei sistemi di classificazione e può essere generale e qui la valutazione è prettamente medica e si riferisce semplicemente al tipo e al grado della disabilità oppure specifica per lo sport quindi è chiaro che ogni sport abbia una sua classificazione autonoma che poi sarà differente da sport in sport. La procedura di valutazione intellettiva deve coinvolgere diverse figure professionali che sono l’allenatore in primis, un medico dello sport, nel caso dei bambini ci deve essere un neuropsichiatra infantile e poi viene valutata la forza muscolare, prestazione sportiva in allenamento o in contesto simile alla gara dove l’atleta si impegna a dare al massimo le proprie capacità così come ci sono i test di controllo della mobilità del tronco e degli arti superiori. Queste classificazioni ovviamente non sono fisse perché a seconda di un miglioramento o di un peggioramento della disabilità la classe funzionale andrà a variare Gli special olympics diciamo che la pratiche sportive per i disabili intellettivi hanno avuto un po' di tempo prima che iniziassero e infatti nel 1968 ci furono i primi giochi internazionali chiamati Special Olympics International e finanziati dalla fondazione Kennedy e lo scopo è di offrire agli atleti con disabilità intellettiva la possibilità di stare insieme e affrontare piccole difficoltà e fare piccoli sacrifici senza stress tipico delle competizioni agonistiche Ci sono gli sport classificati per categoria funzionali e vengono divise in tre gruppi cioè gruppo 1,2,3 e nei quali sono correlati diversi sport. • Gruppo 1 (atletica leggera paralimpica, basket in carrozzina, biathlon, boccia, calcio a 5, calcio a 7, ciclismo, equitazione) • Gruppo 2 (nuoto, para-canoa, canottaggio, pesistica, rugby in carrozzina, scherma in carrozzina, sci nordico e alpino) • Gruppo 3 (tennis in carrozzina, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco, vela) Tra i vari gruppi si aumenta l’intensità e il diverso lavoro che si va a fare e ovviamente per ogni sport c’è una classificazione diversa Per gareggiare nell’atletica leggera quanto a volte non si riesce a raggiungere il numero sufficiente di componenti e possibile cercare altre categorie quindi a quel punto si avrà una completa numerosità degli atleti ma ovviamente si avrà una classifica per singola categoria. Per quanto riguarda il basket in carrozzina è stato uno dei primi sport importanti istituiti dopo la seconda guerra mondiale e qui in Europa il basket arrivò con Guttman che era un medico neurologo dell’ospedale di Stoke Mandeville in Inghilterra e che vennero organizzati i giochi per i disabili di Stole Mandeville del 1958. In Italia il primo esempio di basket in carrozzina va a trovare riscontro nell’attività del centro paraplegici di Ostia In questo caso la classificazione è a punti quindi ogni atleta riceve un punteggio in base alle sue capacità e all’interno del gruppo non possono esserci più di 14 punti e quindi gli atleti devono essere equiparati più o meno nelle loro possibilità. La classificazione del basket in carrozzina consiste di raggruppare i giocatori in categorie basate sulla capacità fisica dei giocatori di eseguire movimenti come spingere la carrozzina, eseguire il palleggio, tiro a canestro, passaggio della palla, rimbalzo e razione al contatto. Lo scopo è di assicurare che ciascun giocatore idoneo ha gli stessi diritti e opportunità di essere membro integrante della squadra ed equiparare il potenziale funzionale di quest’ultima Per quanto riguarda il gioco: il canestro e i fondamentali sono uguali a quelli dei normodotati l’unica cosa che hanno in più è la carrozzina. La grossa difficoltà sta anche nei palleggi per quelli che non hanno gli arti superiori e quindi vanno a trovare un altro metodo. Lo schieramento sarà che per gli atleti con maggiore disabilità saranno messi in difesa, quelli che hanno un maggiore movimento vengono messi in attacco per aumentare la capacità e la prestazione della squadra. La classificazione è a punti e comprende una serie di particolarità. In qualsiasi incontro, i cinque giocatori in campo non devono superare un totale di 14,5 punti mentre è concesso un numero inferiore. L’elemento valutazione del volume d’azione di ciascun giocatore è il limite nel quale il giocatore può muoversi volontariamente in qualsiasi direzione ritornando in posizione seduta eretta in maniera controllata senza ad afferrare la carrozzina per supportare o agevolare il movimento. Ci saranno giocatori con punti 1,2,3,4 e alcuni che avranno mezzi punti in più qualora non si potrà classificarli in alcuni di queste categorie. Più basso è il punteggio e maggiore sarà la disabilità quindi gli atleti con maggiore disabilità (giocatori con punti 1) vengono più sfruttati nella difesa e quindi significa che non hanno un controllo del tronco e del piano frontale, non possono ruotare il busto e qui il giocatore si affida alle braccia per ritornare in posizione eretta in caso di perdita di equilibrio. I giocatori con punto 2 hanno dei movimenti in direzione frontale anche qui non riescono a controllare la rotazione del tronco e hanno assenza dei movimenti laterali. I giocatori dei punti 3 avranno un buon movimento completo del tronco in direzione frontale e anche una buona rotazione del tronco e anche una assenza di controllo nei movimenti laterali I giocatori dei punti 4 avranno un normale movimento del tronco ma ha generalmente difficoltà a controllare i movimenti laterali verso un lato a seguito di menomazioni di un arto inferiore Come detto prima chi non riesce a rientrare in tutte queste categorie può avere un mezzo punto in più e infatti ci sono degli atleti italiani nostri che hanno un punteggio di 4,5 e l’esempio nostro è quello di Matteo Cavagnini che a seguito di un incidente in motorino perde la gamba sinistra e infatti è un giocatore con punti 4,5 Il biathlon paralimpico è uno sport invernale che combina scii di fondo e sessione di tiro a segno e per chi non ha la possibilità di usare le gambe ha la possibilità di usare lo slittino montato su uno scii di fondo e invece le persone che soffrono di cecità hanno la possibilità di avere un dispositivo elettronico che è un dispositivo di puntamento acustico per fargli capire se si avvicinano o meno Le categorie del biathlon sono • Disabili visivi o B1: non vedenti totali o B2: ipovedenti gravi o B3: ipovedenti lievi • Possono esserci dei disabili in piedi chiamati STANDING e la classificazione sarà in base all’amputazione • Disabili in seduti e chiaramente questi atleti gareggiano in maniera seduta per la disabilità negli arti inferiori o che non possono mantenere la postura Esempio di atleta che gareggia in questa categoria è pamela novaglio che a seguito di un incidente sciistico riportò una paralisi del braccio sinistro e quindi gareggia nella categoria Standing LW6 Le altre categorie di sport quindi si parla del Gruppo 2 fanno parte: nuoto, para-canoa, canottaggio, pesistica, rugby in carrozzina, scherma in carrozzina, sci nordico e alpino. Per quanto riguarda il nuoto la classificazione è di tipo funzionale solo per gli atleti con disabilità fisica ai quali viene assegnato dei numeri che vanno da 1 a 10, dove il numero 1 è la tipologia più grave Gli atleti non vedenti gareggiano nella categoria 11,12 e 13 che sono sottoposti a una visita specialistica mentre la categoria 14 appartiene ai nuotatori con disabilità intellettive dei quali vengono solamente accertati i previsti requisiti. In questa specialità vi sono altre tre sottoclassi che vengono definiti con 3 lettere: • S (stroke) per lo stile libero, il dorso e la farfalla • SB (breakstroke) per la rana • SM (medley) per il misto I nuotatori sono classificati in base alla loro disabilità infatti vi sono nuotatori che hanno amputazioni a entrambi arti, un braccio solo o menomazione fisica intesa come differenza di lunghezza degli arti inferiori. Le categorie sono tante però possono rientrare nelle varie categorie dei nuotatori con gravi problemi di coordinazione dei quattro arti ma hanno un minimo uso delle spalle infatti nuotano prevalentemente il dorso. Vi sono nuotatori che sono capaci di usare solo le braccia. La categoria S3 SB2 SM3 va a complicarsi di più perché sono nuotatori hanno un’adeguata bracciata del movimento che però mancano di una buona presa di bracciata, non vanno ad utilizzare le gambe, il controllo del tronco è assente. Questi nuotatori devono partire necessariamente dall’acqua altri invece necessariamente da fuori vasca. L’ultima categoria del nuoto paralimpico è S10 SB9 SM10 che sono quelli con lievissimi problemi di debolezza alle gambe, nuotatori che portano a una riduzione dei movimenti, con piedi deformati e con una amputazione minima. Un esempio di nuotatrice paralimpica è Arjola Trimi che ha una tetrapresi spastica degenerativa e nuota nella categoria S4. Il sitting volley è uno sport derivato dalla pallavolo, inventato nei Paesi Bassi nel 1957 come sport adattato per la pratica sportiva delle persone diversamente abili, è uno sport paralimpico dal 1980 Questo gioco consiste in una pallavolo giocata stando seduti sul pavimento con il campo più piccolo e con la rete più bassa. Il giocatore che tocca la palla deve trovarsi con le natiche a contatto con il pavimento nel momento in cui tocca la palla. Per la sua particolarità questo sport va a favorire l’integrazione sociale delle persone diversamente abili, dato che viene pratico senza distinzione di diverse categorie di diverse abilità (amputati, poliomielitici, paraplegici, cerebrolesi) e allo stesso tempo anche da soggetti normodotati, non richiedono l’utilizzo di strumenti specifici come sedie e ruote. Lo possiamo considerare come sport “open” dato che nella stessa squadra si possono trovare spazio dei soggetti normodotati e soggetti diversamente abili con qualsiasi forma di diversa abilità. Il torball è un gioco sportivo a squadre per non vedenti, in cui si vanno a fronteggiare due squadre composti ciascuno da 3 giocatori (3 riserve). È lo sport più praticato dai non vedenti in Italia e a differenza del Goalball non è mai entrato nel programma dei giochi olimpici Nel torball vi è l’impiego di un pallone sferico di 500 grammi al cui interno sono presenti dei campanelli in modo che col suono la traiettoria del pallone venga percepita e intuita dai giocatori. Il campo di gioco è diviso in due metà da tre cordicelle tese dotate da campanellini con una lunghezza di 16 metri e larghezza di 7 metri. La porta ha la stessa larghezza del campo e un’altezza di 1,30 metri. I giocatori (possono essere non vedenti assoluti o ipovedenti) sono dotati da una benda per oscurare gli occhi e come orientamento ha un tappetino. Lo scopo è di tirare con le mani la palla verso la porta avversaria per segnare i gol e facendola passare sotto le cordicelle che dividono il campo. Se il pallone tocca le cordicelle si commette un fallo con l’uscita momentanei di chi ha effettuato il tiro per la durata dell’azione successiva (punizione a tempo fermo) in modo da scontare la penalità. Se si commettano 3 falli viene da un rigore agli avversari (punizione di squadra a tempo fermo con un solo giocatore per squadra in campo). La partita dura 10 minuti effettivi di gioco ed è divisa in due tempi, le punizioni si eseguono a tempo fermo. Sarà vincitrice la squadra che effettua il maggior numero di reti. Il goalball va a detenere la primazia a livello mondiale tanto che ha i requisiti per poter partecipare nel programma paraolimpico. Il concetto di base di gioco è molto simile al toarball cioè due squadra da tre persone a difesa di una porta che lanciano una palla munita di sonagli all’interno. Però cambia il peso della sfera 1,250 chilogrammi, la dimensione del terreno di gioco in quanto il campo è lungo 18 metri e largo 9 e l’assenza di corde e tappeti disposte davanti alle porte. Il campo viene diviso in tre settori lunghi 6 metri ciascuno: il primo settore dove si trova la squadra difendente, il secondo che rimarrà neutro e infine il terzo in cui troviamo gli avversari. Il gioco si svolge con un tiratore che lancia la palla facendola rimbalzare prima della dei 6 metri e prima di quella dei 12 e se non avviene abbiamo la penalità della nullità del tiro con la conseguenza di un rigore per gli avversari. Ultima differenza con il torball e che nel goalball è che la durata dei match è prevista in due tempi da sette minuti effettivi ciascuno.