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METAMORFOSI

ITALIANO
(pioggia nel pineto)
La lirica appartiene alla sezione centrale di Alcyone, dedicata all’estate.

La poesia descrive un momento dell’estate del 1902, trascorsa dal poeta con Eleonora
Duse, l’attrice amata da D’Annunzio. Per D’Annunzio questa vacanza è un momento
di tregua, vissuto in mezzo alla natura, lontano da ogni ribalta. La lirica rappresenta
un momento del percorso formativo che D’Annunzio compie verso la fusione con le
forze primordiali della natura.

il poeta nella lirica, è insieme a una donna chiamata Ermione (il mito racconta che
Ermione è la bella figlia di Elena e Menelao), è sorpreso dalla pioggia mentre
passeggia nella pineta di Marina di Pisa. L’elemento centrale della lirica può
sembrare l’amore tra Ermione e il poeta ma gli spunti risultano trasfigurare in una
dimensione mitica e sensuale. D’Annunzio si rivela un poeta di sensazioni più che di
sentimenti.

Metricamente la canzone è formata da quattro strofe di 32 versi liberi ciascuna.


L’ultimo verso di ogni strofa è costituito dal nome di Ermione.

Il tema dominante di questa poesia è proprio l’acquazzone estivo nella pineta, che il
poeta vuole rendere in chiave musicale, attraverso una serie di sensazioni uditive.
Durante una passeggiata ai margini di una pineta sul litorale tirrenico, il poeta
interrompe la conversazione con la sua amata invitandola a tacere e ad ascoltare
parole diverse da quelle umane (parole più nuove): è il suono delle gocce di pioggia
che cominciano a cadere sulla vegetazione e che a poco a poco si fanno più fitte.
Il poeta invita Ermione a tacere e ad ascoltare le varie modulazioni che le gocce di
pioggia producono sulle piante del bosco, cui si unisce il verso della cicala e della
rana. La sinfonia dei suoni li conduce gradualmente in una dimensione di sogno,
entro la quale avvengono i riti metamorfici: entrambi si fondono nella rigogliosa vita
vegetale, che avviluppa i loro corpi (il cuore è come una pèsca, gli occhi sono come
sorgenti, i denti sono mandorle acerbe) e il loro essere (i pensieri, l’anima). La lirica
si chiude con la ripresa del tema della pioggia, quasi a prolungare quello stato di
estasi cui il poeta e la compagna sono pervenuti.
Alla conclusione della lirica si individua finalmente il vero tema della poesia: la
metamorfosi dell’umano in vegetale in una sensazione panica che annulla l’identità
dell’individuo. Il poeta conduce Ermione in questa dimensione superiore grazie al
suo ruolo di superuomo.

LATINO
L’opera:
La fama di Apuleio è legata soprattutto alla metamorfosi conosciuta anche sotto il
titolo di asino d’oro dato da Agostino la trama del romanzo presenta notevoli
somiglianze con un’operetta greca, Lucio o l’asino. Le due opere risalgono ad una
fonte comune ma differiscono considerevolmente: il romanzo di Apuleio è più ampio
perché integrato e variato da una serie di narrazioni secondarie inserite nella trama
principale come novelle o digressioni. Molto importante è il suo rapporto con la
fabula Milesia: l’autore stesso fa riferimento a questo genere letterario fin dal
Proemio. La fabula Milesia di solito tratta argomenti erotici, tuttavia, l’opera di
Apuleio, sia per la sua struttura sia per il messaggio religioso non sembra potersi
ridurre a questa unica matrice.
La storia:
Lucio è in viaggio per Ipata, città famosa nell'antichità per la presenza delle maghe,
ed è colto dal desiderio di imparare l'arte della magia, Giunto a lpata, è ospitato nella
casa di una maga; grazie alla serva Fotide, con cui ha una relazione, riesce a provare
le arti della padrona, ma per errore è mutato in asino, anziché in uccello (gufo), e
apprende che ritroverà la forma primitiva cibandosi di rose. Dopo la trasformazione
in asino viene catturato da una banda di briganti ed è costretto a dure fatiche per
giungere nell’abitazione dei briganti per liberarsi. Qui sente raccontare da una
vecchia la fabula di Amore e Psiche. Liberatosi dai briganti, cade successivamente in
balia di altri padroni. Disperato, Lucio si getta in mare e invoca la luna. Iside, di cui
la luna è simbolo, ha pietà di lui e lo istruisce: il giorno dopo dovrà recarsi a una festa
solenne in onore della dea, dove potrà mangiare le rose e ritornare alla forma umana.
In effetti così avviene.
Il significato:
Lucio ceduto alla propria eccessiva inclinazione verso la curiositas che gli ha
procurato disavventure danni di ogni genere si è abbassato a perseguire serviles
voluptates ha cercato di violare le leggi della natura ricorrendo alla magia. Per questo
egli è stato mutato nell’animale più brutto disprezzato, simbolo di ignoranza, fino a
che la provvidenza della dea Iside gli è venuta in soccorso.
Apuleio sceglie la forma letteraria del romanzo. Una forma che cede in balia lo
strumento di intrattenimento prediletto da un vasto pubblico. Coesistono nell’opera
due intenti differenti: il primo il piacere di raccontare divertire lettore e l’intento serio
e edificante. Il primo aspetto corrisponde di proporre il proemio ricollegandosi alla
tradizione delle fabulae Milesiae. L’aspetto e l’intento edificanti si rilevano invece
nella conclusione del romanzo.
Nella novella di amore psiche si può leggere come una sorta di reduplicazione la
trama principale è: prima un’avventura erotica poi la curiositas punita con la perdita
della condizione beata, poi le peripezie e la sofferenza, poi la conclusione dell’azione
e la salvezza avvenuta da un Dio. Il significato religioso è evidente nell'intervento
finale di Amore che, come Iside, prende l'iniziativa di salvare chi è caduto e lo fa di
sua spontanea volontà.

Il tema delle metamorfosi nella letteratura classica:


La trasformazione di Lucio rappresenta uno dei tanti esempi di metamorfosi
dell’antichità classica nella trasformazione in porci dei compagni di Ulisse, gli
animali parlanti di Esopo e di Fedro nelle fabulae, le metamorfosi di Ovidio e il
racconto del lupo mannaro nel satiricon di Petronio.

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