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Come Callimaco rientra nella raffinatezza e nell’erudizione, è un poeta doctus ed è un innovatore. Abbiamo
un nuovo genere letterario: la poesia bucolica in cui ci sono tutte le caratteristiche trovate in Callimaco come
la varietà, la contaminazione dei generi ecc… Luogo idealizzato, in quella in cui si può provare la distentio
animi (come la chiamerà Virgilio), un locus amoenus. Pastori poeti, che producono canti che descrivono la
loro vita, non reale, ma fatta di sentimenti, desideri, amore e tutte le emozioni che ne derivano.
Un grammatico di età augustea, Teone, aveva sostenuto che l’origine di questi canti pastorali fosse da
ritrovare nei culti per la dea Artemide, ma sembra un po’ forzata perché sembra voler copiare Aristotele e la
sua teoria sull’origine della tragedia nei culti per il dio Dioniso. La “Poetica” di Aristotele è un’analisi
dell’arte completamente libera dall’etica morale, un trattato ad uso didattico. Sulla sua scia anche gli altri
studiosi hanno voluto cercare l’origine dei generi.
Teocrito nasce a Siracusa (intorno al 310 a.C.) dove c’è l’influenza dei canti dei bovari, dei pastori a fini
apotropaici per la fertilità del suolo, e ha innovato secondo l’usanza dell’ellenismo creando questo genere.
Si sposta ad Alessandria dove viene in contatto con Callimaco e con le opere della biblioteca. Possiamo
affermare che Teocrito non muore prima del 260 dato che cita Arsinoe, la moglie di Tolomeo che era morta
intorno al 270.
È difficile fare una distinzione tra i generi di Teocrito proprio per la πολυειδεια, contaminazione. Questa
distinzione è stata fatta, ma bisogna sapere che non c’è un rispetto totale del genere.
Idilli bucolici (termine di idillio usato da Plinio il giovane riferendosi al componimento breve.
Letteralmente significa piccolo quadro e dà bene l’idea di quello che voleva fare Teocrito: descrivere
in modo ideale le storie di questi pastori, sempre con la ricerca della brevitas).
Le Talisie, idillio VII: Ci sono 2 pastori che si incontrano e si parlano: Simichida, che
nasconde Teocrito, e Licida. (pag. 316 descrizione del locus amoenus e incontro dei due a
Cos). Licida è descritto con gli abiti tipici di un capraio e “con una luce negli occhi, mentre
un riso gli stava sulle labbra”. Licida gli vuole donare il suo bastone (λαγοβωλον) che
assume il valore di uno scettro per fargli vedere com’è realmente. Simichida è una pianta
giovane forgiata di verità e ricevendo lo scettro può cantare (come nei poemi epici).
Pag. 312: descrizione di un amore corrisposto e di un amore non corrisposto. Dopo di ché
percezione di tranquillità, tema dell’amore non corrisposto come porta chiusa. Effetto
apotropaico di allontanamento dei mali tramite lo sputo, in particolare di una persona che ha
vissuto.
Tirsi e Dafni, idillio I: Dafni è un personaggio che arriva addirittura a morire, ma non per
qualcosa di eroico o bellico, ma per amore. È l’eroe dei cantori bucolici. C’è un ritornello,
refrain. Il paesaggio si sta animando sempre di più per diventare partecipe dell’animo umano
emulato da Virgilio, nel passo in cui Enea e Didone si uniscono nella caverna e il
paesaggio sembra sconvolto dall’anima sconvolta dalla passione di Didone. Corrispondenza
tra mondo umano e mondo divino che è possibile solo in un ambiente bucolico. Dafni si
condanna all’infelicità quando potrebbe essere felice perché si strugge per chi non lo ama,
ma altri vorrebbero amarlo (come i soffioni nell’idillio VI che non si lasciano prendere da
chi li vuole prendere, ma poi si attaccano).
Epilli
Mimi: porta in poesia la vita e i discorsi quotidiani. Come Callimaco (vedi epigramma della trottola),
Teocrito è poeta di verità che significa innanzitutto seguire le proprie predisposizioni senza cercare
di imitare, ma soprattutto c’è l’intenzione di riprodurre la vita con le sue gioie e i suoi dolori, senza
veli. Trasposizione letteraria di un momento attraverso un rispetto totale della verità.
Idillio 2 (pag. 320): protagonista è una donna di nome Simeta che è stata abbandonata dal
suo uomo Delfi. Invoca Ecate, la luna che ha una parte oscura e una parte luminosa, è segno
di cambiamento, e viene invocata per dare sofferenza e morte a Delfi. Teocrito ci mostra
Simeta in un momento di delirio: mentre augura la morte mostra il suo amore che non può
finire nemmeno dopo l’abbandono, e che anzi diventa più forte. Ogni 5 versi c’è un refrain.
Idillio 15 (pag. 323): Adone è amato da Afrodite e Persefone e Ares lo uccide. Resuscita e
gli viene concesso di vivere metà anno con una dea e l’altra con l’altra. In questo brano ci
sono 2 donne alla festa di Adone, Gorgò e Prassinoa
Carmi eolici
C’è innovazione e volontà di sperimentare anche nell’uso della lingua (dorico e ionico) e dell’esametro.
L’uso dell’esametro è particolarmente importante perché Teocrito usa il metro tipico dell’epica riferito a dei
pastori. Vuole farci sentire il tono alto dell’epica con un effetto straniante. In questo esperimento c’è novità,
ma anche l’ironia e la leggerezza che voleva comunicare. Il dialetto utilizzato da Teocrito è il dorico, l’unico
dialetto non utilizzato nell’epos.
Il paesaggio in Teocrito è quello della Sicilia, un paesaggio reale dove viviamo la distentio animi (ασυχια).
Questo termine verrà usato anche da Virgilio che però fa la proiezione dell’animo umano sulla realtà e quindi
non è un luogo reale.