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UNIVERSITÀ DI SPALATO

FACOLTÀ DI STUDI UMANISTICI E SOCIALI


DIPARTIMENTO DI ITALIANISTICA
CORSO: AUTORI E MOVIMENTI LETTERARI IN ITALIA
DALL'ARCADIA AL VERISMO

IL SABATO DEL VILLAGGIO DI GIACOMO


LEOPARDI. GLI ELEMENTI DEL ROMANTICISMO
NELLA POESIA.

STUDENTESSA: TUTOR:
FRANKA POLIĆ PROF.SSA NIKICA
MIHALJEVIĆ
SPALATO,GENNAIO 2022
INDICE

1. INTRODUZIONE

2. ELABORAZIONE DELL’ARGOMENTO

2.1.GIACOMO LEOPARDI

2.2.IL ROMANTICISMO

3.LA TRAMA

4. GLI ELEMENTI DEL ROMANTICISMO NELLA POESIA

5. FIGURE RETORICHE

6. CONCLUSIONE

7. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI.......................................................................................12

7.1. SITOGRAFIA....................................................................................................................12
1. INTRODUZIONE

Lo scopo di questa tesina è quello di analizzare gli elementi del romanticismo nella poesia il
Sabato del villaggio. Prima dell'analisi verrà presentata la vita dello scrittore Giacomo
Leopardi e le caratteristiche del romanticismo. Attraverso l'analisi della poesia si cercherà di
spiegare la visione del mondo e della felicità di Leopardi. Dopo l'analisi della poesia, vengono
descritti e spiegati gli elementi del romanticismo nella poesia e alla fine vengono presentate le
figure retoriche.
2. ELABORAZIONE DELL'ARGOMENTO

2.1. GIACOMO LEOPARDI

“Giacomo Leopardi nacque a Recanati il 29 giugno 1798, primogenito della più illustre casata
del piccolo centro marchigiano. Il padre, austero e politicamente reazionario, fu, insieme con i
precettori ecclesiastici, il suo primo insegnante.ˮ1 Già da ragazzo Leopardi iniziò ad avere
problemi emotivi derivanti dalla sua incapacità di adattarsi al mondo reale. Leopardi
concentrò tutto il suo dolore sull'apprendimento nella biblioteca di famiglia, dove iniziò “sette
anni di studio matto e disperatissimo.ˮ Già all'età di 15 anni Leopardi divenne un fenomenale
autodidatta, esperto in lingue classiche, ebraico, lingue moderne, storia, filosofia e filologia
(nonché scienze naturali e astronomia). In questo periodo Leopardi scrisse le sue prime
opere: Storia dell'astronomia nel 1813 e Saggio sopra gli errori popolari degli antichi nel
2
1815. Già nel 1816 Leopardi conobbe la prima grande svolta della sua vita: il passaggio
“dall’erudizione al belloˮ. Questa grande svolta si riferisce alla sua scoperta della poesia, cioè
del bello. Nel 1817 conobbe Pietro Giordani, con il quale stringè amicizia e iniziò la stesura
dello Zibaldone. Dopo la prima crisi interiore in cui scoprì la poesia, Leopardi visse un altro
cambiamento, che lui stesso chiamò il passaggio “dal bello al vero”, cioè il passaggio “dalla
poesia d'immaginazione alla poesia di sentimento.” 3 Nel 1818. scrisse le canzoni All’Italia,
Sopra il monumento di Dante e Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica. Nel
1919 Leopardo tentò di scappare di casa, dopo il quale visse quel passaggio “dal bello al
vero” e scrisse le canzone Alla luna e L'infinito.4 Nel 1922 poeta andò a Roma. Lì, ha
difficoltà ad adattarsi alla realtà e alle persone intorno a lui, e si chiuse ulteriormente e iniziò a
5
considerare il suo problema come qualcosa che è stato storicamente causato. Nel 1823.
Leopardi torna a Recanati e lì inizia a scrivere Le operette morali. In questo periodo il
pessimismo storico di Leopardi si sviluppa ai massimi livelli, lui ora vede come motivo della
sua disgrazia le circostanze storiche. Ben presto Leopardi entra in una fase di pessimismo
assoluto (detto anche cosmico), in cui anche la natura è colpevole per la sofferenza dell’uomo.
1
Maria Agostinelli, Note bibliografiche di Giacomo Leopardi, reperibile al:
https://www.liberliber.it/online/autori/autori-l/giacomo-leopardi/ (25/1/ 2022/)
2
Cfr.Ibid
3
Cfr. Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, Storia della letteraria italiana, Palermo, Palumbo, 1991,
pp. 633.-634.
4
Cfr.Maria Agostinelli, Note bibliografiche di Giacomo Leopardi, op.cit.
5
Cfr. Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, Storia della letteraria italiana, op. cit, p. 634.
Nel 1825 lasciò nuovamente Recanati, andò prima a Milano, poi a Bologna, dove pubblicò i
Versi, poi a Firenze dove scrisse le altre due operette morali e a Pisa dove scrisse Le
ricordanze, A Silvia, Il sabato del villaggio e La quiete dopo la tempesta. Nel 1830 si recò a
Firenze dove si innamorò di Fanny Tozzeta, che ispirò il ciclo d'Aspasia. Subito dopo il ciclo
d’Aspasia scrisse il Dialogo di Tristano e di un amico. Nel 1836. scrisse La Ginestra, Il
tramonto della luna e probabilmente I nuovi credenti. Morì a Napoli il 14 giugno del 1837.6

2.2. IL ROMANTICISMO

“Nato in Germania e in Inghilterra alla fine del secolo XVIII, il movimento romantico si
diffuse in Europa nei primi decenni del secolo XIX, accompagnando nel corso del secolo i
grandi rivolgimenti della storia d’Europa: l’ascesa e la caduta di Napoleone, le lotte per
l’indipendenza e l’unità politica in Germania e in Italia, le rivolte sociali e i cambiamenti di
governo. Da questi mutamenti ebbe origine una nuova sensibilità, attenta all’identità delle
nazioni e agli individui, ai loro sentimenti, ai sogni, all’immaginazione. Il
termine romantico nacque in Inghilterra nel Seicento per criticare le immagini bizzarre e
strampalate dei romanzi cavallereschi Per i romantici, l’arte e la vita dovevano fondarsi sul
sentimento, cioè su quello che ogni individuo ha di più personale e irrinunciabile. La banalità
della vita quotidiana suscitava in loro insoddisfazione e malinconia e li spingeva a cercare
un’evasione nelle grandi passioni. Essi vivevano l’amore come ricerca dell’unione assoluta
con un’anima gemella, superando ostacoli e convenzioni sociali. L’arte romantica non seguiva
i canoni classici della bellezza , ma accoglieva anche il brutto e il deforme, perché ogni
aspetto della vita è reso poetico dal sentimento. Il romanticismo esalta infatti la forza creativa
dell’individuo, il suo conflitto nei confronti della società e della natura, la ricerca di un
paradiso perduto, l’attrazione per il passato e il mistero, il profondo desiderio di affermare i
valori della libertà e dell’espressione.ˮ7

Si può dire che il carattere, l'opera e lo stile di scrittura di Leopardi corrispondono alle
caratteristiche del romanticismo. Leopardi, come individuo che rifiutava la realtà e che aveva
una visione pessimistica del mondo, rappresenta in realtà il carattere di uno scrittore eroico
che vive in una sorta di resistenza al resto della società. Leopardi già da bambino sviluppò

6
Cfr.Maria Agostinelli, Note bibliografiche di Giacomo Leopardi, op.cit.
7
Sergio Parmentola, Antonella Sbrilli, Romanticismo, Enciclopedia dei ragazzi, 2006, reperibile al:
https://www.treccani.it/enciclopedia/romanticismo_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29/ (25/1/2022)
una forte sensibilità emotiva che influenzò in pieno la sua creazione letteraria. Già da giovane
era consapevole del dolore che sentiva e che non è solo un suo problema, ma in questa dolore
coinvolse anche l'intera società e in definitiva la natura stessa. Quel dolore che viene definito
“dolore mondialeˮ è qualcosa che è presente nelle sue opere. Si deve menzionere che
Leopardi migliorò la sua concezione del dolore e del pessimismo attraverso il suo sviluppo
personale. Leopardi dal pessimismo individuale sviluppò il pessimismo storico e poi il
pessimismo assoluto. Vede il destino umano come qualcosa che è già destinato, e alla fine ci
condanna tutti allo stesso fine cioè la morte, ma d'altra parte si deve sottolineare che
riconosce la lotta per la felicità, che è irraggiungibile, ma la lotta stessa è in realtà il
significato della vita. Questo è il tema della poesia, di cui ci occuperemo più avanti nella
tesina.

3. LA TRAMA

“Il Sabato del villaggio viene composto a Recanati tra il 20 e 29 settembre nel 1829, subito
dopo la Quiete. Fa parte del ciclo pisano recantese dei Canti. La fresca tensione della poesia è
frutto del particolare atteggamento del poeta che, conscio della vanità di ogni speranza, ne
contempla con commozione il continuo risorgere negli uomoni semplici, non forniti degli
strumenti intelletuali che portano alla giusta, amara coscenza del vero. Questo momento di
solidarietà si risolve nell’invito finale al garzoncello scherzoso a vivere intensamente le
speranze e i sogni da lui posti nella sopravvivente giovinezza.8
Ora la poesia viene analizzata e si apre con la descrizione di una giovane ragazza che torna a
casa dopo aver lavorato nel campo e si prepara per il giorno di festa.

La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole,


col suo fascio dell’erba;
e reca in mano un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani,
al dì di festa, il petto e il crine

Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella


8
Fernando Bandini, Leopardi, Canti, Milano, Garzanti, 1993, p. 221.
incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai dì della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei

ch’ebbe compagni nell’età più bella.

Già tutta l'aria imbruna,


Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
Giù da' colli e da' tetti,
Al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno

della festa che viene;

ed a quel suon diresti

che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta,

e qua e là saltando,

fanno un lieto romore;

e intanto riede alla sua parca mensa,

fischiando, il zappatore,

e seco pensa al dì del suo riposo.9

All'inizio della poesia Leopardi usa diminutivo con vago sapore d'Arcadia. Infatti, la ragazza
che descrive come parte di natura idilliaca, ricorda alle ninfe e le pastorelle che fanno parte
dei drammi pastorali dell'epoca dell'Arcadia.10

Lo scrittore all'inizio della poesia usa il presente per descrivere la situazione attuale, in cui
descrive come già è detto una giovane ragazza che torna a casa dopo il lavoro nei campi e
porta piante per animali, e rose e viole, con cui si addornerà al giorno della festa. Si può dire
9
Ivi, pp. 223.-225.
10
Cfr. Ivi, p.221.
che lo stato presente rappresenta per il Leopardi una sorta di felicità irreversibile, un tempo
che non può essere restituito, e che quindi descrive al verbo del presente una ragazza che si
prepara per la festa e vive inconsciamente la parte più bella della vita umana, la giovinezza in
cui tutti dovrebbero essere sani, giovani e pieni di speranza per il futuro, ma elaborando la
poesia si vedrà come questa speranza porti la persona a uno stato di disperazione, cioè la
vecchiaia, che secondo il Leopardi rappresenta la tristezza e una rapida fine della vita umana.
Dopo una descrizione idillica di una ragazza giovane e di un paesaggio bucolico , Leopardi
introduce nella poesia una vecchia, che ha vissuto la sua giovinezza, e ora non le resta che
piangere per ciò che è passato e aspettare la morte. Comparando queste due descrizioni, della
ragazza e della vecchia signora si può notare un altro contrasto, cioè il contrasto della natura,
che ci crea giovani e pieni di speranze e poi la stessa natura ci porta tutto e ci fa solo ad
aspettare la morte. Dopo le descrizioni della ragazza giovane è della vecchia signora,
Leopardi dedica una parte per descrivere solo il paesaggio paesano. In questi versi usa tante
figure stilistiche che vengono elaborate dopo. Dopo aver descritto la natura, Leopardi ci
regala l'immagine di un paese dove il suono di una campana risveglia i sentimenti positivi
degli abitanti, poiché li ricorda della festa che sta arrivando. Nei versi seguenti lo scrittore fa
un paragone di ragazzi ancora spensierati e di un contandino stanco ma felice perché è la fine
della sua settimana lavorativa e domani avrà un giorno libero.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,

e tutto l’altro tace, odi il martel picchiare,

odi la sega del legnaiuol,

che veglia nella chiusa bottega alla lucerna,

e s’affretta, e s’adopra di fornir l’opra anzi il chiarir dell’alba11

Leopardi prosegue con la descrizione della vita dei paesani, e presenta un falegname che
durante la notte, nel silenzio più assoluto mentre tutti dormono, sta ancora lavorando nella sua
bottega per poter finire il lavoro prima dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,

pien di speme e di gioia:

diman tristezza e noia recheran l’ore,


11
Ivi, p.225
ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.12

In questi versi si vede che per Leopardi il sabato è in realtà il giorno più bello della settimana
perché è pieno delle speranze, e la domenica è quella che porta il peso della nuova
settimana lavorativa. Quindi in questa parte si può concludere che il sabato per Leopardi è
qualcosa di più di un semplice giorno della settimana, rappresenta la giovinezza, in cui le
persone sono piene di speranza mentre la domenica è quella che rappresenta l'età adulta
perché porta una nuova settimana lavorativa e nuove preoccupazioni.

Garzoncello scherzoso,

cotesta età fiorita è come un giorno d’allegrezza pieno,

giorno chiaro, sereno, che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio;

stato soave, stagion lieta è cotesta.

Altro dirti non vo’;

ma la tua festa ch’anco tardi a venir non ti sia grave.13

Nell'ultima parte del poema, lo scrittore si rivolge per la prima volta direttamente al ragazzo,
invitandolo a godersi la giovinezza spensierata finché può, e gli dice che è meglio che cresca
il più tardi possibile.

4. GLI ELEMENTI DEL ROMANTICISMO NELLA POESIA

12
Ibid.
13
Ibid
Nella poesia sono presenti molti elementi di romanticismo. Lo scrittore presta grande
attenzione alle descrizioni della natura. Leopardi attraverso la descrizione della natura,
descrive in realtà la bellezza del suo villaggio e la vita dei suoi abitanti. Quindi, la natura ha
un ruolo importante nella filosofia leopardiana, come già detto nell'analisi, la natura crea
persone per vivere una vita piena di speranza e anticipazione di qualcosa di bello, e pòi la
stessa natura ci porta via tutto ciò che ci ha dato all'inizio. Dopo le descrizioni del paesaggio
nella poesia incontriamo forti emozioni, come la gioia di una giovane ragazza che torna dal
campo e dei ragazzi ancora giovani che giocano spensierati in piazza, mentre dall'altra parta
c'è tristezza, sofferenza e malincolia che sente la vecchia signora. Nella poesia c'è anche il
sentimento di insicurezza e forse anche di paura di una nuova settimana e di nuove
preoccupazioni. Ma va sottolineato che il più presente in tutta la poesia è il sentimento
dell’attesa, che suscita emozioni positive in tutti gli abitanti del paese e rappresenta la felicità.
E questa attesa nella filosofia di Leopardi è l'unica felicità nella vita umana e per questo il
sabato è il giorno più bello della settimana perché è pieno di speranza e la domenica è quella
che in realtà cancella ogni speranza perché porta una nuova settimana piena di preoccupazioni
e problemi. Si deve menzionare che una delle caratteristiche principali del romanticismo è
l'eroe e l’amore tragico. Quindi non c'è una rappresentazione diretta dell'eroe e dell'amore
tragico nella poesia, ma si può dire che la poesia crea il sentimento che ogni uomo sia un
eroe, perché ognuno è nella propria ricerca di identità e felicità, anche lo scrittore stesso.
Inoltre non c'è una rappresentazione dell'amore tragico, ma la poesia crea comunque un senso
di tragedia che è inevitabile, che in questo caso non è amore, ma secondo il Leopardi è fatale
perché nessuna delle persone può evitarlo, cioè l’anticipazione di qualcosa che non accadrà
mai, la crescita e la fine della vita umana, la morte. Ovviamente è importante menzionare il
“dolore mondialeˮ, una caratteristica del romanticismo che è molto presente in questa
canzone ma anche in tutta la filosofia di Leopardi. Come già detto Leopardi vede la sua
disgrazia come un problema e dolore di tutte le persone. Il dolore si riferisce alla ricerca della
felicità e dell'identità, che secondo la filosofia di Leopardi è irraggiungibile per le persone, ma
la lotta, la ricerca e l'attesa di qualcosa di meglio è la fonte dell'unica felicità nella vita.

5. LE FIGURE RETORICHE
Per quanto riguarda le figure retoriche nella poesia sono presente: allitterazione, assonanza ,
enjambement, metonomia, metafora, chiasmo e ossimoro.

La donzelletta vien dalla campagna,


In sul calar del sole,
Col suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole, ( enjambament)
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine su la scala a filar la vecchierella

incontro là dove si perde il giorno;

e novellando vien del suo buon tempo,

quando ai dì della festa ella si ornava,

ed ancor sana e snella solea danzar la sera intra di quei

ch’ebbe compagni nell’età più bella. ( metafora della giovinezza)

Nelle parole sottolineate si ripetono le consonanti ll e si ha l'alliterazione e nelle parole


“ornavaˮ,“danzarˮ, “sanaˮ si ha l'assonanza.

Già tutta l'aria imbruna,


Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre ( metonimia del cielo, l’anafora)
Giù da' colli e da' tetti, (metonimia delle case, l’anafora)
Al biancheggiar della recente luna.

I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta,

e qua e là saltando,
fanno un lieto romore; ( ossimoro)

e intanto riede alla sua parca mensa,

fischiando, il zappatore,

e seco pensa al dì del suo riposo.

Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
È come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita. (metafora, maturità)
Godi, fanciullo mio; stato soave, (chiasmo)
Stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

Oltre alle figure retoriche, nel poema è presente la rima baciata: “violaˮ, “suoleˮ, “crineˮ,
“vicinaˮ, rima alternativa: “suolaˮ, “violaˮ e rima al mezzo: “aprestaˮ, “festaˮ.
6. CONCLUSIONE

Alla fine si può concludere che la poesia elaborata è davvero uno specchio dei pensieri e degli
atteggiamenti di Leopardi nei confronti della vita, della natura e del passare del tempo.
Possiamo dire che in modo molto semplice, con l'esempio del sabato e della domenica, mostra
il senso della vita umana, che secondo lui, sebbene pessimista, non è sempre così. Vediamo
che Leopardi crede ancora nelle parti belle e felici della vita che sono irreversibili ma esistono
ancora e per loro vale la pena di essere vissute. Inoltre, alla fine possiamo solo confermare
che molte caratteristiche del romanticismo delineano il carattere e la creatività del Leopardi e
sono largamente presenti nella poesia analizzata.
7. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:

Fernando Bandini, Leopardi, Canti, Milano, Garzanti, 1993.

Giuseppe Petronio, L'attivita letteraria in Italia, Storia della letteraria italiana, Palermo,
Palumbo, 1991.

7.1. SITOGRAFIA

Maria Agostinelli, Note bibliografiche di Giacomo Leopardi, reperibile al:


https://www.liberliber.it/online/autori/autori-l/giacomo-leopardi/ (25/12022)

Sergio Parmentola, Antonella Sbrilli, Romanticismo, Enciclopedia dei ragazzi, 2006,


reperibile al: https://www.treccani.it/enciclopedia/romanticismo_%28Enciclopedia-dei-
ragazzi%29/ (25/1/2022)

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