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A.A. 2009-10
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IL COMPLEMENTO: Background
Il plasma dei vertebrati contiene diverse proteine che,
attivandosi sequenzialmente, svolgono una determinata
funzione (sistemi di attivazione). Particolarmente
importanti per lo sviluppo e controllo di una risposta
infiammatoria sono il sistema della coagulazione (in cui
una serie di proteine plasmatiche si attivano con
conseguente formazione del coagulo che blocca il flusso
ematico in tessuti danneggiati), il sistema fibrinolitico (che
scioglie il coagulo che non e' più necessario e che
potrebbe danneggiare la circolazione sanguigna per la
formazione di piccoli trombi), il sistema delle bradichinine
(che aumenta la permeabilità vasale agendo sulla
muscolatura liscia dei piccoli vasi), ed il sistema
complementare (per la distruzione di microrganismi in
collaborazione diretta o indiretta con gli anticorpi). .
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Proprietà sistemi di attivazione
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Storia (1)
Alla fine del 1800 Nuttal aveva capito che era presente
qualcosa di litico nel siero degli animali o delle
persone immunizzate contro qualche agente
patogeno. Si è però dovuto aspettare un po’ di tempo
per capire che nel siero c’era un’attività termolabile, in
grado di lisare i batteri, quando gli animali erano
sensibilizzati contro quei batteri. Termolabile significa
che, prendendo il siero, e scaldandolo, ad esempio,
per mezz’ora a 56°C, veniva persa la capacità di
uccidere i batteri. Ciò significa che nel siero è
presente una componente termolabile, unitamente ad
una componente termostabile (ovvero gli anticorpi)
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Storia (2)
L’esperimento era più o meno fatto in questo modo:
venivano presi dei batteri, e del siero iperimmune
(ovvero da un animale immunizzato più volte) verso i
batteri, tale siero uccideva i batteri. Tale siero perdeva
la sua attività litica con un riscaldamento a 56°C per
mezz’ora. Un altro siero proveniente da un animale
non immunizzato non uccide ovviamente i batteri, ma
è capace di "complementare" l’attività litica del siero
scaldato.
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Storia (3)
Questo dimostrava come nel siero fossero presenti due
componenti:
- termolabile, aspecifica
- termostabile, specifica
Quella termolabile è data appunto dalle proteine del
complemento, quella termostabile è data invece dagli
anticorpi.
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Il complemento
Il termine Complemento deriva dal concetto classico di
"fattore complementare all'azione degli anticorpi". Il
Complemento e' composto da una serie di molecole
che si attivano a cascata. Alcuni dei componenti
complementari (C4, C2 e fattore B) sono codificati
all'interno del MHC (antigeni di classe III). I componenti
complementari hanno alcune caratteristiche in comune:
• interagiscono a livello delle membrane cellulari;
• posseggono attivita' localizzata nella zona di innesco;
• hanno una emivita nell'ordine dei millisecondi;
• sono regolati da inibitori.
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Nomenclatura
I componenti della via classica sono designati con una C seguita
da un numero (p. es. C1, C3). A causa dell'ordine con il
quale sono stati via via identificati, i primi quattro
componenti sono numerati come C1, C4, C2 e C3.
I componenti della via alternativa sono designati con una lettera
(p. es. B, P, D). Alcuni componenti vengono denominati
fattori (p. es. fattore B, fattore D).
I frammenti di clivaggio sono designati con una lettera minuscola
dopo il nome del componente da cui derivano (p. es. C3a e
C3b sono frammenti del C3). Il C3b inattivo è designato
come iC3b.
I recettori della membrana cellulare per il Complemento sono
abbreviati come CR1, CR2, CR3 e CR4.
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Le vie del complemento
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La via classica (1)
La Via Classica (specifica) di attivazione del complemento
richiede l'intervento del complesso immune (Ag + 2 IgG
o 1 IgM) o complessi formati da Ig aggregate o
denaturate. Il meccanismo iniziale di attivazione
consiste nell'aggregazione di più molecole Ig che
quindi presentano più punti recettoriali per i filamenti di
C1q con conseguente modificazione conformazionale
e attivazione di tale proteina. L'alto contenuto di
aminoacidi "collageno-simili" (glicina-prolina) di C1q
facilita la formazione di un complesso con le altre due
molecole C1r e C1s.
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La via classica (2)
A parte C1q, tutte le proteine complementari svolgono attività
enzimatica: nella forma inattiva (proenzima) il sito
dell'enzima che si deve legare al substrato é nascosto
all'interno della molecola, ma viene esposta in seguito al
taglio della catena peptidica determinato dal fattore
precedente. Il C1s attivato taglia un piccolo frammento di
C4 (C4a) mentre il rimanente C4b rimane attaccato alla
membrana (tramite ponte tioestere, C4A:proteine,
C4B:carboidrati). In assenza di Ig o di membrane C4b si
inattiva con l’H2O (mC4b).Contemporaneamente il C1s
agisce su C2 tagliandolo in C2b e C2a che si attacca al
C4b formando il complesso C4b2a (C3 convertasi della
via classica).
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La via classica (3)
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La via classica
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La via alternativa (1)
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La via alternativa (2)
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Le tre vie
1. La Via Classica: Prende origine dal complesso
antigene-anticorpo.
2. La Via Alternativa: Innescata da molecole presenti
sulla superficie di agenti patogeni.
3. La Via della MBL: Ovvero: MANNAN BINDING
LECTINE, ovvero lectine che legano il mannosio. Tali
lectine, che sono normali costituenti del siero, sono
capaci di legare in maniera specifica il mannosio,
presente in alcuni batteri capsulati.
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Convergenza delle tre vie: C5b e MAC
Le vie di attivazione del complemento portano alla formazione di
quello che viene definito “Complesso di Attacco alla
Membrana": MAC.
La fase litica del complemento inizia con la produzione del
fattore C5b da parte delle C5 convertasi e la formazione del
complesso C5bC6C7 che si lega alla membrana e fissa una
molecola di C8 e sei molecole di C9. Il complesso
C5bC6C7C8C9 forma un cilindro con zone in grado di
legare ed inserirsi nel doppio strato lipidico causando dei
fori di circa 10 nm di diametro che permettono il passaggio
di acqua e sali con conseguente lisi osmotica della cellula o
del batterio.
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Convergenza delle tre vie: C5b
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Convergenza delle tre vie: MAC
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Attività biologiche del complemento (1)
Innanzitutto, la capacità di provocare la lisi delle cellule
bersaglio.
Ovviamente non si tratta solo di cellule batteriche, ma il
complemento interviene soprattutto nei meccanismi di
citotossicità anticorpo-mediata (ADCC): ad esempio,
nella glomerulo-nefrite, nelle cardiopatie post-
streptococciche, o nella miastenia grave. In tutti
questi casi si ha l’attivazione del complemento, e il
problema è dato dal fatto che in questo caso l’anticorpo
reagisce contro componenti proprie dell’organismo, e si
parlerà, come vedremo, di auto-immunità. Nella
emoglobinuria parossistica notturna l’emolisi è
dovuta ad assenza di DAF. 21
Attività biologiche del complemento (2)
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Recettori per il complemento (3)
CR3 (CD11b/CD18) lega il C3b ed é presente sui
neutrofili, eosinofili, monociti, linfociti T citotossici e
cellule NK. Il CR3 interviene nella fagocitosi,
mediando l'adesione delle particelle rivestite di C3b
destinate a essere fagocitate.
CR4 lega il C3b, è distribuito sulle cellule della linea
mieloide e linfoide con la massima espressione sui
monociti tissutali dove può funzionare da recettore per
le particelle opsonizzate con C3b (fagocitosi).
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Recettori per il complemento (4)
C5a-R e C3a/C4a-R presenti sui mastociti, sui
neutrofili e monociti giocano un ruolo importante
nelle risposte infiammatorie e nel danno tissutale ad
esse legato.
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Controllo genico del complemento
C'e' almeno un locus per ogni componente
complementare. I loci complementari sono suddivisi in
almeno quattro gruppi di cui il più interessante è quello
inserito nel MHC come molecole di classe III (fattore B,
C2 e C4).
Le singole catene di molti componenti polipeptidici (C3,
C4, C5) sono codificati dal medesimo locus, trascritti in
un singolo mRNA e tradotti in una singola catena che
viene successivamente scissa in due o tre catene.
Delezione o inattivazione di un particolare gene
complementare puo' causare la non produzione di un
fattore complementare con conseguente
immunodeficienza.
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