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Nello spessore della parete del canale digerente troviamo due plessi nervosi:
• il plesso sottomucoso o di Meissner, nella sottomucosa;
• il plesso mienterico o di Auerbach, tra i due strati principali di muscolatura della muscolaris
esterna.
Questi due plessi, formati prevalentemente da bre nervose parasimpatiche, controllano e
coordinano la motilità e le secrezioni del canale digerente. In particolare, vista la posizione che
occupano, il plesso sottomucoso controlla attività di tipo secretorio, il plesso mioenterico
coordina attività di tipo motorio.
PERISTALSI
Consiste nella propagazione longitudinale di un’onda pressoria che forza il contenuto del canale
in senso aborale, cioè opposto alla bocca. La muscolatura circolare si contrae dietro il segmento
da muovere, che viene spinto verso una sezione dove la muscolatura è rilassata. Le onde
peristaltiche sono costituite da due diversi eventi meccanici, che si realizzano “a monte” ed “a
valle” del bolo.
“A monte” si ha contrazione della muscolatura circolare, che determina riduzione del lume, e
rilasciamento della muscolatura longitudinale, che determina allungamento.
“A valle” si ha rilasciamento della muscolatura circolare, che determina aumento del lume, e
contrazione della muscolatura longitudinale, che determina accorciamento.
Le onde peristaltiche sono dovute a ri essi spinali, i ri essi peristaltici, che si servono di
recettori di stiramento e chemocettori. Secondo la legge dell’intestino, infatti, la presenza del
bolo determina distensione, e quindi peristalsi. I recettori attivano localmente i neuroni motori
e erenti che controllano l’attività motoria della parete vasale contraendo la muscolatura liscia
circolare “a monte” e rilasciando lo stesso tipo di muscolatura “a valle”. Il contrario accade per la
muscolatura longitudinale.
SEGMENTAZIONE
Contrazioni della parete che suddividono il contenuto del tubo in varie porzioni. Viene così favorito
il rimescolamento del cibo, senza nessun movimento netto in avanti; l’attività è ritmica e alternata,
tra contrazione e rilasciamento: il contenuto è spinto avanti e indietro e quindi rimescolato con le
secrezioni.
MOTILITA’ ESOFAGEA
L’esofago veicola il bolo dalla faringe allo stomaco con un’attività peristaltica di due tipi:
• la peristalsi primaria, che inizia dopo un atto volontario di deglutizione, indipendentemente
dalla presenza di bolo;
• la peristalsi secondaria, innescata da meccanocettori della parete esofagea.
Da un punto di vista funzionale si può dividere l’esofago in 3 porzioni:
- s ntere esofageo superiore
- corpo dell’esofago
- s ntere esofageo inferiore.
Quando non si ha deglutizione gli s nteri sono in contrazione tonica, mentre la muscolatura del
corpo è rilasciata; il rilasciamento degli s nteri è sempre necessario per il transito del materiale
deglutito, ma per i liquidi questo non è sempre valido.
MOTILITA’ GASTRICA
Dal punto di vista della motilità, si può dividere lo stomaco in due regioni:
- serbatoio (fondo e 1/3 prossimale del corpo), dove si hanno contrazioni toniche della
muscolatura;
- pompa antrale (2/3 distali di corpo, antro e piloro), dove si hanno invece contrazioni fasiche a
scopo propulsivo.
Il serbatoio ha due funzioni: ricevere il materiale ingerito (senza aumento di pressione intragastrica
o distensione della parete) e esercitarvi una pressione per spingerlo nella pompa antrale. La
muscolatura del serbatoio gastrico è innervata da motoneuroni del SNE per regolare il volume e la
pressione. A livello della pompa antrale, i potenziali d’azione originano da un pacemaker
dominante, nella metà distale del corpo gastrico (3/min, ciascuno di durata 5s). Questi si
propagano a tutta la circonferenza dello stomaco innescando contrazioni ad anello, e poi migrano
lentamente verso il piloro. L’insorgenza dei potenziali d’azione è di natura miogena, ma può
essere modulata dai neurotrasmettitori rilasciati dai motoneuroni enterici.
CONTROLLO NERVOSO
Il controllo nervoso intrinseco del sistema digerente è mediato dal SNE,
che coordina le funzioni motorie, secretorie e di assorbimento,
reclutando la muscolatura, le ghiandole secretorie e il sistema vascolare.
Il SNE si trova interamente nella parete del tessuto, ha inizio nell’esofago
e continua no all’ano con circa 100 milioni di neuroni, e comprende i
due plessi nervosi, il mioenterico e il sottomucoso. In entrambi i plessi
nervosi sono presenti 3 tipi di neuroni: sensoriali, motori, e interneuroni,
che sono alla base di ri essi necessari alla peristalsi, ai movimenti di
segmentazione, al vomito e alla defecazione. Questi neuroni sono uniti
fra loro da sinapsi chimiche e i loro corpi cellulari si trovano nei gangli
sottomucoso e mioenterico.
• Neuroni sensoriali o a erenti: ricevono informazioni dai recettori
sensoriali locali, chimici e meccanici (osmocettori, chemocettori,
meccanocettori) della mucosa e comunicano direttamente con i
motoneuroni enterici o con interneuroni.
• Neuroni motori o e erenti: innervano le cellule muscolari lisce, le ghiandole esocrine ed
endocrine e i vasi sanguigni; alcuni sono eccitatori, altri inibitori.
• Neuroni di associazione o interneuroni: integrano l’informazione fra neuroni sensoriali e motori.
I due plessi del SNE cooperano con il SNA nel regolare le funzioni motorie e secretorie.
Fibre parasimpatiche e simpatiche connettono il SNC e il SNE oppure il SNC direttamente al
sistema digestivo. Questo determina per esempio la possibilità di inviare al tratto digestivo
informazioni provenienti dall’ambiente esterno. Ad esempio, la vista del cibo evoca secrezione
gastrica.
Il controllo nervoso estrinseco del sistema digerente è, invece, mediato dal SNA: il parasimpatico
ha attività stimolante sulla motilità e secrezione, il simpatico ha azione inibitrice.
L’innervazione parasimpatica comprende:
• bre parasimpatiche craniali, che
originano dal bulbo e decorrono quasi
interamente nel nervo vago, ad eccezione
di alcune bre che innervano bocca e
faringe, ed innervano esofago, stomaco,
pancreas, intestino tenue e la prima metà
dell’intestino crasso;
• bre parasimpatiche sacrali, che
originano nel II, III e IV segmento sacrale
del midollo e decorrono nei nervi pelvici e
innervano la seconda metà dell’intestino
crasso.
Le bre pre-gangliari si portano nel tratto GI
dove fanno sinapsi con neuroni della parete
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del GI, facenti parte del SNE; i neuroni post-gangliari sono localizzati nei plessi mienterico e
sottomucoso e la loro stimolazione determina un aumento nell’attività del sistema nervoso
enterico e quindi della maggior parte delle funzioni digerenti. Infatti, la componente parasimpatica
agisce sempre tramite i neuroni del sistema nervoso enterico. Di norma, sia il neurone
pregangliare che quello postgangliare utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina. Le bre
simpatiche originano nella colonna vertebrale (tra T5-L2) e poi passano nei gangli celiaco e
mesenterici. Da qui, le bre dei neuroni post-gangliari si portano a vari livelli del tubo digerente ad
innervare i neuroni dei plessi o direttamente gli organi e ettori (muscolo liscio, vasi, ghiandole),
causando generale inibizione della funzione digestiva rilasciando norepinefrina.
Una forte stimolazione del sistema simpatico può produrre blocco del cibo nel canale alimentare.
CONTROLLO ORMONALE
La funzione digestiva è in uenzata da molti ormoni secreti entro il tratto GI che rappresenta il più
grande organo endocrino dell’organismo. Si parla, infatti, di sistema endocrino enterico.
Si tratta di un sistema di uso, con cellule secernenti di use fra altri tipi di cellule epiteliali della
mucosa gastrica e intestinale.
Gli ormoni dello stomaco sono:
• gastrina, prodotta dalle cellule endocrine G, che si trovano sparse nella mucosa gastrica e
duodenale. È stimolata da aa nello stomaco, distensione della parete gastrica, scarica del
nervo vago ed inibita da acido nello stomaco, peptidi quali GIP, il peptide inibitorio gastrico,
VIP, il peptide intestinale vasoattivo, secretina, somatostatina, glucagone;
- stimola il rilascio di HCl e del fattore intrinseco emopoietico da parte delle cellule
parietali1 della mucosa gastrica;
- stimola la motilità dell’antro pilorico;
- stimola la produzione di enzimi pancreatici e insulina;
• grelina, scoperta nel 1999, è rilasciata dalle cellule gastriche in condizioni di digiuno, agisce
sull’ipotalamo dove induce l’espressione di peptidi oressizzanti, cioè che stimolano l’appetito,
come il neuropeptide y, NPY, e l’orexina, e inibisce l’espressione di peptidi anoressizzanti, cioè
che riducono l’appetito, come la pro-opiomelanocortina, POMC, e l’a-MSH, l’ormone
melanotropo;
• leptina, rilasciata dalle cellule adipose, induce senso di sazietà.
1Le cellule parietali sono cellule presenti nello stomaco deputate alla produzione dei succhi
gastrici e del fattore intrinseco e quindi in grado di favorire la digestione. Il fattore intrinseco è una
molecola necessaria per l'assorbimento della vitamina B12 dagli alimenti.
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SOSTANZE PARACRINE
• ISTAMINA: prodotta dalle cellule simil-croma ni dello
stomaco, stimola la secrezione acida.
• SOMATOSTATINA: prodotta dalle cellule D dell’ileo e del
colon, inibisce la secrezione acida.
NEUROPEPTIDI
• Il peptide YY (PYY) è prodotto dalle cellule L dell’ileo e
del colon dopo un pasto. Inibisce contrazioni intestinali,
secrezioni pancreatiche e gastriche e riduce l'appetito.
• La neurotensina, prodotta dalle cellule N, è indotta dai
costituenti lipidici del pasto. Nell'intestino tenue aumenta
la secrezione esocrina e pancreatica, la motilità,
l'assorbimento dei lipidi e il usso ematico. Inoltre induce
vasodilatazione con incremento della permeabilità vasale
e ipotensione arteriosa, provoca iperglicemia stimolando
la liberazione di glucagone, inibisce la produzione di
insulina.
1. I ri essi intrinseci si attuano totalmente all’interno del SNE, in quanto gli impulsi, dai neuroni
sensitivi, vengono inviati ai plessi di Meissner e di Auerbach. Hanno un ruolo su:
• controllo secrezioni;
• peristalsi;
• rimescolamento.
2. I ri essi estrinseci brevi vanno dall’intestino ai gangli simpatici e indietro al tratto GI; ne sono
un esempio:
• ri esso gastro-colico, indotto dal riempimento dello stomaco, induce evacuazione,
quindi l’aumento della motilità dell’intestino crasso in seguito a distensione gastrica;
• ri esso duodeno-colico, che induce l’aumento della motilità dell’intestino crasso in
seguito a distensione del duodeno;
• ri esso entero-gastrico, in grado di inibire la peristalsi, e quindi lo svuotamento gastrico,
in seguito alla distensione delle pareti del duodeno;
• ri esso colon-ileale, che inibisce il passaggio attraverso la valvola ileo-cecale, in seguito
a segnali provenienti dal colon.
3. I ri essi estrinseci lunghi vanno dal tubo digerente al midollo spinale o al SNC e ritorno; ne
fanno parte:
• ri esso della defecazione;
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• ri esso vago-vagale, in cui le bre a erenti registrano la presenza di cibo nello stomaco
e inviano informazioni al nucleo dorsale del vago che fa aumentare la secrezione di
succo gastrico.
SECREZIONI SALIVARI
La bocca ha la funzione di triturare il cibo e, attraverso la saliva, umettarlo e
omogenizzarlo per prepararlo alla successiva digestione. La saliva è prodotta
da tre coppie di ghiandole salivari: parotidi, sottomandibolari, sottolinguali.
La produzione di saliva è sotto il controllo del SNA, sia simpatico sia
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parasimpatico, che stimolano la secrezione; il parasimpatico ha, però, un ruolo dominante, in
quanto stimola una più abbondante secrezione. Non c’è controllo ormonale.
La produzione di saliva è continua anche in assenza di cibo, grazie al parasimpatico, e può
aumentare se stimolata per via ri essa. Vista, odore, pensiero del cibo stimolano la secrezione
salivare.
Sindrome di Sjogren è una patologia immunitaria che inibisce le ghiandole salivari.
DEGLUTIZIONE
La deglutizione è sotto il controllo del centro bulbare, che attiva in modo sequenziale i diversi
muscoli coinvolti in tale funzione. L’inizio del processo è volontario, ma una volta iniziato, la
sequenza motoria è completamente automatica. Distinguiamo tre fasi:
1. fase orale, che comprende la masticazione e la fase propulsiva. Con la masticazione gli
alimenti sono arricchiti di saliva e sottoposti all’azione triturante dei denti; ciò aumenta la
super cie di attacco, su cui possono agire gli enzimi digestivi. Nella fase propulsiva il bolo è
spinto in alto e indietro, verso la faringe, ad opera della lingua;
2. fase faringea, in cui il passaggio del bolo nella faringe stimola recettori sensibili alla
distensione delle pareti, che danno inizio al ri esso della deglutizione e nello stesso tempo
inibiscono il centro respiratorio per circa 2 sec; il ri esso della deglutizione è sotto il controllo
del SNA: è attivato volontariamente, ma non può essere arrestato (se giunge nella parte
posteriore della faringe induce deglutizione involontaria);
3. fase esofagea, che interessa dall’esofago allo stomaco, in cui
l’avanzamento del bolo è dovuto all’azione peristaltica coordinata
dei diversi segmenti.
ESOFAGO
L’esofago è situato nella cavità toracica, attraversa il diaframma e si
unisce allo stomaco nella cavità addominale. La muscolatura è striata
nella parte superiore e liscia in quella inferiore, è provvisto di s nteri
sia all’ingresso, detto faringo-esofageo, che all’uscita, detto cardias.
• Quando il cibo deve entrare nell’esofago, lo s ntere esofageo
superiore si rilascia e inizia una contrazione peristaltica che fa
avanzare il bolo.
• Quando il cibo è entrato nell’esofago, lo s ntere esofageo
superiore si chiude e le vie respiratorie si aprono.
• Quando il cibo deve entrare nello stomaco, lo s ntere esofageo
inferiore si rilascia e fa rilassare anche la parte prossimale dello
stomaco.
• Alla ne lo s ntere inferiore si contrae e si chiude.
STOMACO
Lo stomaco rappresenta una dilatazione del tubo digerente interposto tra esofago e intestino,
lungo circa 25 cm e può contenere circa 4 litri.
Si distinguono:
• cardias
• fondo, parte cefalica a forma di cupola
• corpo, parte mediana
• antro, parte caudale
• piloro.
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A livello gastrico, oltre allo strato muscolare
circolare e longitudinale, è presente un terzo strato,
cioè lo strato obliquo che si trova localizzato a
livello del fondo dello stomaco. Quando le bre
oblique si distendono, il fondo si espande e può
accogliere così più bolo.
SECREZIONE DI HCl
La membrana apicale delle cellule parietali contiene
una H+/K+-ATPasi, una pompa protonica, e canali
per il Cl. La membrana basolaterale contiene, invece,
la Na+/K+-ATPasi e scambiatori Cl-/HCO3-; le
cellule contengono anidrasi carbonica, che converte
la CO2 e l’H2O derivanti dal metabolismo in H2CO3,
l’acido carbonico, che viene scisso in H+ e HCO3-.
HCO3- viene riassorbito per gradiente chimico
attraverso un antiporto con il cloro e va a formare la
marea alcalina, NaHCO3, il bicarbonato di sodio,
che si osserva nel sangue venoso gastrico dopo un
pasto. In seguito verrà riversato nel lume intestinale
dalle secrezioni pancreatiche. Lo ione Cl- è secreto
attraverso dei canali speci ci.
Lo ione H+ viene secreto dalla pompa H+/K+-ATPasi
nel lume; questa pompa, è in grado di abbassare il pH
del lume no a 1, concentra protoni no a un milione di volte, creando il gradiente
transmembranario più alto negli eucarioti. Alla ne, si ha secrezione netta di HCl e
riassorbimento di HCO3-.
ULCERA
La barriera mucosale può essere penetrata provocando l’ulcera da fattori quali:
• aumento della secrezione di HCl;
• insu ciente protezione della mucosa contro l’acido gastrico;
• infezione da Helicobacter pylori.
Farmaci antiulcera
- Farmaci antiacidi, farmaci sintomatici2, non curativi, usati per neutralizzare l’iperacidità
gastrica.
- Antagonisti dei recettori H2, si trovano principalmente nelle cellule parietali; la stimolazione dei
recettori H2 da parte dell’istamina aumenta cAMP intracellulare che, a sua volta, attiva la H+/
K+ ATPasi, che determina secrezione di acido gastrico.
- Inibitori della pompa protonica, bloccano la secrezione acida indotta da un qualunque
mediatore chimico ed anche la secrezione basale3 di acido gastrico, per cui sono agenti
terapeutici molto potenti e di ampia portata.
- Farmaci vari quali antimuscarinici, come la pirenzepina che riduce la secrezione sia HCl sia di
pepsina, antigastrinici, come il proglumide, che riduce il volume, l’acidità ed il potere
proteolitico del succo gastrico, e protettori della mucosa.
- Farmaci antimicrobici: il concetto di sterilità dello stomaco, come conseguenza del succo
gastrico, è perdurato per decenni, n quando fu dimostrato che la mucosa gastrica può
essere colonizzata dall’Helicobacter pylori, un batterio di 0,2-0,5 μm di lunghezza,
spiraliforme, che si localizza negli strati profondi del gel di muco che riveste la mucosa
gastrica e sulla super cie apicale delle cellule epiteliali della mucosa. La resistenza a un pH di
1 o 2 è dovuta alla produzione, da parte di questo batterio, dell'enzima ureasi, che converte
l'urea in ammoniaca, in grado di tamponare gli acidi gastrici, diminuendo il pH nello spazio
che lo circonda.
Il danno alla mucosa gastrica è dovuto alla produzione di:
✓ ureasi, che altera le cellule epiteliali mucose a causa degli ioni OH– generati dalla
reazione tra acqua e ammoniaca;
✓ superossidi, proteasi e fosfolipasi che degradano il complesso glicoproteine-lipidi dello
strato di gel mucoso; ciò riduce lo spessore e la viscosità del gel di muco gastrico
protettivo che sovrasta le cellule della mucosa gastrica.
2I farmaci sintomatici controllano i sintomi provocati dall'in ammazione ma non sono in grado di
agire sulla malattia.
3La secrezione acida basale è quella che si ha in assenza di qualsiasi stimolazione, compresa
quella siologica rappresentata dal pasto.
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