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SISTEMA DIGERENTE

Il sistema digerente quattro importanti funzioni:


• assunzione del cibo
• digestione
• assorbimento
• eliminazione ri uti.
Il sistema digerente prepara il cibo per essere utilizzato dalle cellule del corpo.
La modi cazione sica e chimica degli alimenti dipende da secrezioni esocrine ed endocrine e
da movimenti controllati del cibo attraverso il sistema digerente. In particolare, per ogni fase
della digestione, gli alimenti modi cati prenderanno nomi diversi:
• bolo, la poltiglia di cibo frammisto a saliva che si forma in bocca durante la masticazione,
grazie all'attività meccanica dei denti, compattante della lingua e lubri cante della saliva;
• chimo, il liquido acido in cui il bolo si è trasformato ad opera degli acidi e degli enzimi
digestivi dello stomaco;
• chilo, il liquido basico e ricco di nutrienti che si viene a formare dall’azione delle secrezioni del
pancreas, del fegato e delle ghiandole intestinali sul chimo, nell’intestino tenue;
• feci, il prodotto di ri uto formatosi in seguito all’assorbimento dei nutrienti da parte dei villi
intestinali nel tenue, alla perdita di acqua e sali minerali e all’azione della ora batterica nel
crasso.

DIGESTIONE INTRACELLULARE VS DIGESTIONE EXTRACELLULARE


• Con il termine di digestione intracellulare ci riferiamo al processo di assunzione di nutrienti
all’interno della cellula, direttamente dal mezzo circostante attraverso le pareti corporee per
assunzione diretta o per endocitosi. La funzione alimentare è svolta dalla membrana
plasmatica e l’eliminazione dei ri uti avviene per esocitosi. Questo meccanismo è tipico di
alcuni protozoi, endoparassiti e alcuni invertebrati acquatici (poriferi, celenterati, molluschi
bivalvi e gasteropodi, echinodermi).
• La digestione extracellulare, invece, richiede un sistema alimentare anatomicamente esterno
al corpo; è caratterizzata da s nteri ed altri dispositivi che controllano l’entrata e l’uscita dal
canale regolando gli scambi e il materiale ingerito è soggetto a trattamenti meccanici, chimici
e batterici. Avviene nel lume del canale dove, successivamente, vengono assorbite le
sostanze nutrienti e eliminati i ri uti per defecazione. Questo meccanismo è tipico di crostacei,
molluschi cefalopodi e tutti i vertebrati.

ANATOMIA DEL SISTEMA DIGERENTE


Il sistema digerente inizia con la cavità orale, che comprende bocca
e faringe e funge da ricettacolo per gli alimenti. Il cibo ingerito entra
nel tratto gastrointestinale costituito dall'esofago, dallo stomaco e
dagli intestini tenue e crasso. Lo stomaco è suddiviso in tre sezioni:
il fondo in alto, il corpo centrale e l'antro in basso; l'intestino tenue
è suddiviso in tre sezioni: il duodeno, il digiuno e l’ileo; l’intestino
crasso è suddiviso in tre sezioni: cieco, colon e retto.
Lungo questo percorso, al cibo ingerito vengono aggiunte le
secrezioni delle cellule epiteliali secretorie e degli organi ghiandolari
accessori che includono ghiandole salivari, fegato, cistifellea e
pancreas.
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Il passaggio unidirezionale nel canale digerente è regolato da
s nteri, la cui contrazione tonica è controllata dal SN e da stimoli
endocrini.
1. Lo s ntere esofageo superiore e quello anale esterno sono
striati, quindi sotto il controllo volontario; gli altri sotto il
controllo nervoso autonomo e ormonale.
2. Lo s ntere esofageo inferiore, detto cardias, previene il
re usso gastrico.
3. Lo s ntere pilorico previene il re usso di succo duodenale
nello stomaco.
4. Lo s ntere ileocecale impedisce il re usso delle feci dal
colon all’ileo.
5. Lo s ntere di Oddi impedisce il passaggio del contenuto
duodenale nei dotti biliari e pancreatico.

Dal punto di vista anatomo-funzionale, la struttura è analoga


lungo tutto il tubo digerente, con la sola eccezione della bocca
che ha una struttura ed un ruolo estremamente speci ci. La
parete gastrointestinale è costituita da quattro strati:
1. uno strato interno di mucosa, che si a accia sul lume;
2. uno strato intermedio de nito sottomucosa;
3. strati di muscolatura liscia che formano la tonaca muscolare;
4. uno strato esterno di tessuto connettivo ed epiteliale de nito tonaca sierosa.

La mucosa è formata da:


- un singolo strato di cellule epiteliali;
- la lamina propria, tessuto connettivo contenente vasi sanguigni e linfatici, macrofagi,
linfociti e raggruppamenti di tessuto linfoide dette placche di Peyer;
- la muscolaris mucosae, un sottile strato di muscolo liscio;
- foveole o fossette gastriche, cioè avvallamenti della mucosa, rivestite da cellule mucose
di super cie, che rappresentano l’apertura di un dotto di una o più ghiandole gastriche.
La sottomucosa è costituita da tessuto connettivo contenente vasi sanguigni e linfatici più grandi
e il plesso sottomucoso, una rete nervosa.
La muscolaris esterna è formata da due strati di muscolo liscio, circolare e longitudinale, tra i quali
è presente il plesso mioenterico, una rete nervosa.
La sierosa è un’estensione della membrana peritoneale che riveste la cavità addominale, quindi
tessuto connettivo.

Dal punto di vista della funzione secernente, la mucosa gastrica


può essere divisa in:
• area del cardias, con ghiandole che secernono muco ed
elettroliti;
• area del fondo e corpo, che rappresenta il 75% della mucosa
gastrica, con cellule mucose, parietali e principali (che
contengono il pepsinogeno, la forma inattiva della pepsina);
• area pilorica, con cellule mucipare, cellule G (gastrina) e
cellule D (somatostatina).
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La muscolatura liscia del tratto GI è costituita da piccole cellule fusiformi accoppiate
meccanicamente ed elettricamente attraverso le gap junctions.
I fasci di bre si fondono formando un sincizio in cui un potenziale d’azione si propaga con
estrema velocità. La muscolatura liscia del tratto GI di tipo unitario, dotata di attività “autonoma”,
è capace di generare dei segnali elettrici in maniera spontanea.
Nell’apparato digerente è presente anche muscolatura scheletrica, ma solo nel tratto iniziale, dalla
bocca no al terzo superiore dell’esofago, e nella parte terminale, a livello dell’ori zio anale,
la muscolatura scheletrica è innervata dal sistema nervoso centrale.

Nello spessore della parete del canale digerente troviamo due plessi nervosi:
• il plesso sottomucoso o di Meissner, nella sottomucosa;
• il plesso mienterico o di Auerbach, tra i due strati principali di muscolatura della muscolaris
esterna.
Questi due plessi, formati prevalentemente da bre nervose parasimpatiche, controllano e
coordinano la motilità e le secrezioni del canale digerente. In particolare, vista la posizione che
occupano, il plesso sottomucoso controlla attività di tipo secretorio, il plesso mioenterico
coordina attività di tipo motorio.

MOTILITA’ DEL CANALE DIGERENTE


La normale motilità deriva dall’azione coordinata di contrazioni del muscolo liscio che dipendono,
a loro volta, da due pattern elettrici particolari: onde lente e spikes.
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Le cellule muscolari del tratto GI sono caratterizzate da un potenziale di riposo compreso fra -50 e
-60mV che, a di erenza di altre cellule, uttua spontaneamente di 5-15mV.
Essendo le cellule accoppiate elettricamente, queste uttuazioni interessano via via le varie parti
del muscolo generando le onde lente. Bisogna notare che le onde lente non determinano
contrazione; piuttosto esse coordinano e sincronizzano le contrazioni muscolari determinando
l’insorgenza degli spikes, veri potenziali d’azione innescati da un potenziale di membrana della
bra muscolare che diviene più positivo di -40mV. Più positivo diviene il potenziale, più frequente
diviene la sequenza degli spikes. Hanno una durata 10-40 volte superiore a quella degli spikes di
bre nervose.
I tre tipi più importanti di motilità del tratto gastroenterico sono:
• la peristalsi, che interessa esofago, stomaco distale, intestino tenue e crasso;
• la segmentazione o movimenti di rimescolamento, contrazioni ritmiche dello strato muscolare
circolare che si veri cano solo nell’intestino;
• la contrazione tonica, che si veri ca nello stomaco prossimale e negli s nteri, per impedire il
passaggio del contenuto da un compartimento all’altro, quindi prevenire il re usso.

PERISTALSI
Consiste nella propagazione longitudinale di un’onda pressoria che forza il contenuto del canale
in senso aborale, cioè opposto alla bocca. La muscolatura circolare si contrae dietro il segmento
da muovere, che viene spinto verso una sezione dove la muscolatura è rilassata. Le onde
peristaltiche sono costituite da due diversi eventi meccanici, che si realizzano “a monte” ed “a
valle” del bolo.
“A monte” si ha contrazione della muscolatura circolare, che determina riduzione del lume, e
rilasciamento della muscolatura longitudinale, che determina allungamento.
“A valle” si ha rilasciamento della muscolatura circolare, che determina aumento del lume, e
contrazione della muscolatura longitudinale, che determina accorciamento.
Le onde peristaltiche sono dovute a ri essi spinali, i ri essi peristaltici, che si servono di
recettori di stiramento e chemocettori. Secondo la legge dell’intestino, infatti, la presenza del
bolo determina distensione, e quindi peristalsi. I recettori attivano localmente i neuroni motori
e erenti che controllano l’attività motoria della parete vasale contraendo la muscolatura liscia
circolare “a monte” e rilasciando lo stesso tipo di muscolatura “a valle”. Il contrario accade per la
muscolatura longitudinale.

SEGMENTAZIONE
Contrazioni della parete che suddividono il contenuto del tubo in varie porzioni. Viene così favorito
il rimescolamento del cibo, senza nessun movimento netto in avanti; l’attività è ritmica e alternata,
tra contrazione e rilasciamento: il contenuto è spinto avanti e indietro e quindi rimescolato con le
secrezioni.

Altri tipi di movimenti sono:


• complessi motori migranti (CMM), onde di contrazione che percorrono il sistema digerente,
dallo stomaco alla valvola ileo-cecale, per liberarlo dai residui di cibo rimasti, dal muco e dalle
cellule sfaldate e, a livello del tenue, per limitare la crescita di ora batterica. Prendono origine
dal pacemaker gastrico, si propagano distalmente e si veri cano circa ogni 2 ore. Di eriscono
dalla peristalsi perché quest’ultima interessa brevi tratti di intestino o di stomaco, mentre i
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CMM si propagano, a partire dallo stomaco distale, no a tutto l’intestino tenue. Si veri cano
nei periodi interprandiali e sono modulati da ormoni quali la motilina che ne aumentano la
frequenza e la gastrina e la CCK, colecistochinina, che li diminuiscono;
• austrazioni, nei segmenti più prossimali del colon, simili alla segmentazione, ma i segmenti
sono già de niti da pieghe della parete intestinale;
• movimenti di massa, onde peristaltiche che interessano colon trasverso e discendente e si
veri cano 3-4 volte al giorno.

La motilità cambia se ci troviamo nella fase prandiale o interprandiale.


La fase prandiale è scandita dall’arrivo del bolo ed è caratterizzata dall’innesco della motilità tipica
del periodo digestivo, che comprende movimenti di segmentazione e movimenti peristaltici.
Invece, nella fase interprandiale, cioè quando si è a digiuno, queste attività non si veri cano, ma
sono sostituite dal complesso motorio migrante; inutile mantenere attivo un meccanismo così
complesso senza nulla da propellere o rimescolare.

MOTILITA’ ESOFAGEA
L’esofago veicola il bolo dalla faringe allo stomaco con un’attività peristaltica di due tipi:
• la peristalsi primaria, che inizia dopo un atto volontario di deglutizione, indipendentemente
dalla presenza di bolo;
• la peristalsi secondaria, innescata da meccanocettori della parete esofagea.
Da un punto di vista funzionale si può dividere l’esofago in 3 porzioni:
- s ntere esofageo superiore
- corpo dell’esofago
- s ntere esofageo inferiore.
Quando non si ha deglutizione gli s nteri sono in contrazione tonica, mentre la muscolatura del
corpo è rilasciata; il rilasciamento degli s nteri è sempre necessario per il transito del materiale
deglutito, ma per i liquidi questo non è sempre valido.

MOTILITA’ GASTRICA
Dal punto di vista della motilità, si può dividere lo stomaco in due regioni:
- serbatoio (fondo e 1/3 prossimale del corpo), dove si hanno contrazioni toniche della
muscolatura;
- pompa antrale (2/3 distali di corpo, antro e piloro), dove si hanno invece contrazioni fasiche a
scopo propulsivo.
Il serbatoio ha due funzioni: ricevere il materiale ingerito (senza aumento di pressione intragastrica
o distensione della parete) e esercitarvi una pressione per spingerlo nella pompa antrale. La
muscolatura del serbatoio gastrico è innervata da motoneuroni del SNE per regolare il volume e la
pressione. A livello della pompa antrale, i potenziali d’azione originano da un pacemaker
dominante, nella metà distale del corpo gastrico (3/min, ciascuno di durata 5s). Questi si
propagano a tutta la circonferenza dello stomaco innescando contrazioni ad anello, e poi migrano
lentamente verso il piloro. L’insorgenza dei potenziali d’azione è di natura miogena, ma può
essere modulata dai neurotrasmettitori rilasciati dai motoneuroni enterici.

MOTILITÀ DELL’INTESTINO TENUE


L’intestino tenue è una struttura tubulare, lungo dai 3 ai 7 metri circa, che si estende dal piloro alla
valvola ileo-cecale. Il transito del contenuto luminale nel tenue dipende da tre tipi di motilità:
- motilità interdigestiva e complesso motorio migrante;
- motilità digestiva e movimenti di segmentazione;
- peristalsi e movimenti di massa.

MOTILITÀ DELL’INTESTINO CRASSO


L’intestino crasso è caratterizzato da un’attività motoria pressoché
continua, in cui il contenuto luminale si mescola, anche quello di
diversi pasti.
È una struttura tubulare di circa 1 m, che va dalla valvola ileo-cecale
all’ano ed è diviso in cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon
discendente, colon sigmoideo e retto. Il diametro è maggiore del
tenue, le pareti presentano estro essioni sacculari de nite haustra e
le tenie, tre nastri longitudinali di bre muscolari.
In condizioni siologiche, occorrono 36-48 ore per attraversare tutto
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il crasso. Raggiunto il colon trasverso, il materiale vi rimane per circa 24 ore: è principalmente
deputato al riassorbimento di acqua ed elettroliti e all’accumulo di materiale fecale. Lo
spostamento molto lento è dovuto ai particolari movimenti di segmentazione, detti austrazioni ed
è, inoltre, dotato di movimenti di massa (generati dal SNE).

REGOLAZIONE DELLA FUNZIONE DIGESTIVA


La regolazione della funzione digestiva riguarda secrezione e motilità; distinguiamo tre tipologie di
controllo:
1. Controllo autonomo, intrinseco e solo sulla motilità;
2. Controllo nervoso, intrinseco da parte del SNE ed estrinseco da parte del SNA;
3. Controllo ormonale.

Controllo autonomo della motilità


La muscolatura liscia è dotata di attività autonoma, cioè presenta alcune cellule pacemaker
che possono innescare potenziali d’azione che si propagano tra i fasci di bre.
Queste cellule sono chiamate cellule interstiziali di Cajal, sono poste tra lo strato muscolare
longitudinale e circolare e nella sottomucosa,
sono de nite pacemaker non neurali, perchè
hanno una funzione simile al pacemaker
cardiaco, cioè hanno un potenziale instabile,
intorno ai –50, –55 mV, il quale
spontaneamente, ritmicamente, ma in una
maniera molto lenta si porta verso la soglia,
intorno ai –40 mV, ma che spesso non
raggiunge. Questa attività di base determina
leggere contrazioni che rappresentano il tono
della parete del tratto digerente; solo
quando queste depolarizzazioni spontanee
raggiungono la soglia e fanno nascere il
potenziale d’azione, si innescano le
contrazioni fasiche, essendo le cellule di Cajal
elettricamente accoppiate alle cellule
muscolari lisce.
Il potenziale a onde lente è detto ritmo
elettrico di base (REB): non è un potenziale
d’azione, ma sono variazioni del potenziale di
membrana che si allontana o si avvicina al valore soglia. Il raggiungimento del valore soglia, che
scatena il PdA e quindi la contrazione, è dovuto a fattori meccanici, quali la presenza o meno di
cibo, ormonali e nervosi.
I canali responsabili dello scatenarsi dello spikes sono canali lenti del calcio e del sodio. Entrambi
gli ioni permeano attraverso questi canali con una cinetica molto più lenta di quella dei relativi
canali nervosi, sia nella fase di apertura che nella fase di chiusura, giusti cando così la maggior
durata dello spike. Inoltre, il calcio che entra è fondamentale per il meccanismo di contrazione.

Frequenza delle onde lente


Nello stomaco, intestino tenue e nel crasso le onde lente di depolarizzazione, si trasmettono agli
strati di muscolatura longitudinale e circolare.
• Stomaco: 3/min
• Duodeno: 16-18/min
• Ileo terminale: 8/min
• Cieco e colon prossimale: 6/min
• Colon sigmoideo: 10-12/min
Nel tenue il gradiente da 16-18 onde/min del duodeno alle 8 onde/min dell’ileo terminale,
favorisce lo spostamento aborale; nel crasso, invece, il gradiente (6 onde/min nel cieco e colon
prossimale e 10-12 onde/min nel sigmoideo) favorisce il rimescolamento ottimizzando il
compattamento delle feci.

Si de nisce ileo siologico l’assenza di attività contrattile dell'intestino tenue e crasso,


programmata dal SNE. Infatti, l'ileo siologico scompare dopo rimozione chirurgica o
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inattivazione del SNE o quando questo è danneggiato da un processo patologico.
L’assenza di motilità è determinata da motoneuroni inibitori e solo quando questi sono inattivati
dal SNE, si veri ca la contrazione. Nell’ileo siologico, i motoneuroni inibitori sono in continua
attività determinando, in corrispondenza delle onde elettriche lente, l'assenza di risposta
contrattile dello strato di muscolatura circolare.
L'ileo siologico è presente in di erenti tratti intestinali, per periodi di tempo di durata variabile, e
dipende da vari fattori, primo fra tutti il tempo intercorso dall'ultimo pasto. L'ileo siologico può
trasformarsi in ileo paralitico quando l'assenza di attività motoria si prolunga eccessivamente nel
tempo per un anomalo persistere dell’inattivazione. In questa condizione si ha una attività
continua dei motoneuroni inibitori, che impedisce ogni attività miogena.
Invece si parla di ileo meccanico quando si veri ca un'occlusione intestinale.
Il contrario accade a livello degli s nteri: qui, i motoneuroni inibitori sono normalmente silenti e gli
s nteri, perciò, contratti e solo quando necessario entrano in attività, permettendo agli s nteri di
rilasciarsi. La direzione lungo la quale tali neuroni agiscono determina la direzione di insorgenza
delle contrazioni. Normalmente tale evento procede lentamente in direzione aborale, ma in alcuni
casi (ad esempio nel vomito) avviene il contrario.

CONTROLLO NERVOSO
Il controllo nervoso intrinseco del sistema digerente è mediato dal SNE,
che coordina le funzioni motorie, secretorie e di assorbimento,
reclutando la muscolatura, le ghiandole secretorie e il sistema vascolare.
Il SNE si trova interamente nella parete del tessuto, ha inizio nell’esofago
e continua no all’ano con circa 100 milioni di neuroni, e comprende i
due plessi nervosi, il mioenterico e il sottomucoso. In entrambi i plessi
nervosi sono presenti 3 tipi di neuroni: sensoriali, motori, e interneuroni,
che sono alla base di ri essi necessari alla peristalsi, ai movimenti di
segmentazione, al vomito e alla defecazione. Questi neuroni sono uniti
fra loro da sinapsi chimiche e i loro corpi cellulari si trovano nei gangli
sottomucoso e mioenterico.
• Neuroni sensoriali o a erenti: ricevono informazioni dai recettori
sensoriali locali, chimici e meccanici (osmocettori, chemocettori,
meccanocettori) della mucosa e comunicano direttamente con i
motoneuroni enterici o con interneuroni.
• Neuroni motori o e erenti: innervano le cellule muscolari lisce, le ghiandole esocrine ed
endocrine e i vasi sanguigni; alcuni sono eccitatori, altri inibitori.
• Neuroni di associazione o interneuroni: integrano l’informazione fra neuroni sensoriali e motori.

I due plessi del SNE cooperano con il SNA nel regolare le funzioni motorie e secretorie.
Fibre parasimpatiche e simpatiche connettono il SNC e il SNE oppure il SNC direttamente al
sistema digestivo. Questo determina per esempio la possibilità di inviare al tratto digestivo
informazioni provenienti dall’ambiente esterno. Ad esempio, la vista del cibo evoca secrezione
gastrica.

Il controllo nervoso estrinseco del sistema digerente è, invece, mediato dal SNA: il parasimpatico
ha attività stimolante sulla motilità e secrezione, il simpatico ha azione inibitrice.
L’innervazione parasimpatica comprende:
• bre parasimpatiche craniali, che
originano dal bulbo e decorrono quasi
interamente nel nervo vago, ad eccezione
di alcune bre che innervano bocca e
faringe, ed innervano esofago, stomaco,
pancreas, intestino tenue e la prima metà
dell’intestino crasso;
• bre parasimpatiche sacrali, che
originano nel II, III e IV segmento sacrale
del midollo e decorrono nei nervi pelvici e
innervano la seconda metà dell’intestino
crasso.
Le bre pre-gangliari si portano nel tratto GI
dove fanno sinapsi con neuroni della parete
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del GI, facenti parte del SNE; i neuroni post-gangliari sono localizzati nei plessi mienterico e
sottomucoso e la loro stimolazione determina un aumento nell’attività del sistema nervoso
enterico e quindi della maggior parte delle funzioni digerenti. Infatti, la componente parasimpatica
agisce sempre tramite i neuroni del sistema nervoso enterico. Di norma, sia il neurone
pregangliare che quello postgangliare utilizzano come neurotrasmettitore l'acetilcolina. Le bre
simpatiche originano nella colonna vertebrale (tra T5-L2) e poi passano nei gangli celiaco e
mesenterici. Da qui, le bre dei neuroni post-gangliari si portano a vari livelli del tubo digerente ad
innervare i neuroni dei plessi o direttamente gli organi e ettori (muscolo liscio, vasi, ghiandole),
causando generale inibizione della funzione digestiva rilasciando norepinefrina.
Una forte stimolazione del sistema simpatico può produrre blocco del cibo nel canale alimentare.

CONTROLLO ORMONALE
La funzione digestiva è in uenzata da molti ormoni secreti entro il tratto GI che rappresenta il più
grande organo endocrino dell’organismo. Si parla, infatti, di sistema endocrino enterico.
Si tratta di un sistema di uso, con cellule secernenti di use fra altri tipi di cellule epiteliali della
mucosa gastrica e intestinale.
Gli ormoni dello stomaco sono:
• gastrina, prodotta dalle cellule endocrine G, che si trovano sparse nella mucosa gastrica e
duodenale. È stimolata da aa nello stomaco, distensione della parete gastrica, scarica del
nervo vago ed inibita da acido nello stomaco, peptidi quali GIP, il peptide inibitorio gastrico,
VIP, il peptide intestinale vasoattivo, secretina, somatostatina, glucagone;
- stimola il rilascio di HCl e del fattore intrinseco emopoietico da parte delle cellule
parietali1 della mucosa gastrica;
- stimola la motilità dell’antro pilorico;
- stimola la produzione di enzimi pancreatici e insulina;
• grelina, scoperta nel 1999, è rilasciata dalle cellule gastriche in condizioni di digiuno, agisce
sull’ipotalamo dove induce l’espressione di peptidi oressizzanti, cioè che stimolano l’appetito,
come il neuropeptide y, NPY, e l’orexina, e inibisce l’espressione di peptidi anoressizzanti, cioè
che riducono l’appetito, come la pro-opiomelanocortina, POMC, e l’a-MSH, l’ormone
melanotropo;
• leptina, rilasciata dalle cellule adipose, induce senso di sazietà.

Gli ormoni dell’intestino tenue sono:


• secretina, prodotta dalle cellule S dell’intestino tenue, localizzate nelle cripte duodenali, in
seguito a diminuzione del pH del lume duodenale e in presenza di aa. Stimola la produzione
del succo pancreatico, ricco di bicarbonato e acqua, che alcalinizza il contenuto duodenale.
Potenzia l’e etto della CCK sulla secrezione pancretica di enzimi e inibisce la secrezione
gastrica di HCl.
• CCK, le colecistochine, famiglia di peptidi prodotta dalle cellule I del duodeno e digiuno in
risposta ad aa, peptidi e grassi, H+ nel lume intestinale;
- stimola la contrazione della cistifellea e del piloro;
- stimola la produzione del succo pancreatico;
- ritarda lo svuotamento gastrico;
- diminuisce l’assunzione di cibo tramite il vago, infatti è stato il primo ormone identi cato
come fattore di sazietà.
• GIP, il peptide inibitore gastrico, secreto dalle cellule endocrine K del duodeno e digiuno in
risposta a acidi grassi, aa e carboidrati;
- stimola la liberazione dell’insulina;
- inibisce l’azione della gastrina;
- stimola la contrazione del piloro, rallentando lo svuotamento gastrico.
• MOTILINA, prodotta dalle cellule M;
- coinvolta nella regolazione dei CMM;
- stimola la contrazione della muscolatura liscia del GI.

1Le cellule parietali sono cellule presenti nello stomaco deputate alla produzione dei succhi
gastrici e del fattore intrinseco e quindi in grado di favorire la digestione. Il fattore intrinseco è una
molecola necessaria per l'assorbimento della vitamina B12 dagli alimenti.
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SOSTANZE PARACRINE
• ISTAMINA: prodotta dalle cellule simil-croma ni dello
stomaco, stimola la secrezione acida.
• SOMATOSTATINA: prodotta dalle cellule D dell’ileo e del
colon, inibisce la secrezione acida.

NEUROPEPTIDI
• Il peptide YY (PYY) è prodotto dalle cellule L dell’ileo e
del colon dopo un pasto. Inibisce contrazioni intestinali,
secrezioni pancreatiche e gastriche e riduce l'appetito.
• La neurotensina, prodotta dalle cellule N, è indotta dai
costituenti lipidici del pasto. Nell'intestino tenue aumenta
la secrezione esocrina e pancreatica, la motilità,
l'assorbimento dei lipidi e il usso ematico. Inoltre induce
vasodilatazione con incremento della permeabilità vasale
e ipotensione arteriosa, provoca iperglicemia stimolando
la liberazione di glucagone, inibisce la produzione di
insulina.

L’ATTIVITÀ DIGESTIVA È MODULATA DA RIFLESSI NERVOSI


Le relazioni tra SNE, SNA e SNC determinano ri essi fondamentali per il controllo
gastrointestinale; i ri essi GI sono indotti da stimoli quali:
• distensione della parete;
• osmolarità del chimo;
• acidità del chimo;
• concentrazione di monosaccaridi, acidi grassi, peptidi, aa.
Questi diversi stimoli agiscono su 3 tipi di recettori sensoriali presenti nella parete
gastrointestinale:
1. meccanocettori;
2. chemocettori;
3. osmocettori.
La loro stimolazione induce ri essi nervosi che modi cano l’attività delle cellule e ettrici sulla
motilità delle cellule muscolari lisce, sulle secrezioni di enzimi da parte delle ghiandole esocrine,
sulla secrezione di ormoni da parte delle ghiandole endocrine. La loro attivazione induce due
tipologie diverse di ri essi:
• intrinseci, cioè indotti solo dalle reti nervose intrinseche;
• estrinseci, che si distinguono in brevi o lunghi e nei quali interviene anche il SNC; infatti questi
vanno dai recettori al SNC, attraverso i neuroni a erenti, e dal SNC ai plessi nervosi e alle
cellule e ettrici, attraverso le bre del SNA.

1. I ri essi intrinseci si attuano totalmente all’interno del SNE, in quanto gli impulsi, dai neuroni
sensitivi, vengono inviati ai plessi di Meissner e di Auerbach. Hanno un ruolo su:
• controllo secrezioni;
• peristalsi;
• rimescolamento.
2. I ri essi estrinseci brevi vanno dall’intestino ai gangli simpatici e indietro al tratto GI; ne sono
un esempio:
• ri esso gastro-colico, indotto dal riempimento dello stomaco, induce evacuazione,
quindi l’aumento della motilità dell’intestino crasso in seguito a distensione gastrica;
• ri esso duodeno-colico, che induce l’aumento della motilità dell’intestino crasso in
seguito a distensione del duodeno;
• ri esso entero-gastrico, in grado di inibire la peristalsi, e quindi lo svuotamento gastrico,
in seguito alla distensione delle pareti del duodeno;
• ri esso colon-ileale, che inibisce il passaggio attraverso la valvola ileo-cecale, in seguito
a segnali provenienti dal colon.
3. I ri essi estrinseci lunghi vanno dal tubo digerente al midollo spinale o al SNC e ritorno; ne
fanno parte:
• ri esso della defecazione;
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• ri esso vago-vagale, in cui le bre a erenti registrano la presenza di cibo nello stomaco
e inviano informazioni al nucleo dorsale del vago che fa aumentare la secrezione di
succo gastrico.

Ri essi nervosi indotti da stimoli esterni al GI


Non tutti i ri essi nervosi sono indotti da stimoli interni al GI: fame, vista, odore del cibo o lo stato
emozionale possono in uenzare il GI, e gli e etti sono mediati dal SNC attraverso i neuroni del
SNA.

SECREZIONI DEL SISTEMA GI


Ogni giorno il sistema gastrointestinale produce circa 7-10 litri di secrezioni tra saliva, succo
gastrico, succo pancreatico, bile e secrezioni intestinali, riversate a vari livelli del tubo digerente. A
queste si aggiunge l’acqua che introduciamo. Di questo contenuto liquido, ne vengono escreti
solo 100 ml al giorno.

SECREZIONI SALIVARI
La bocca ha la funzione di triturare il cibo e, attraverso la saliva, umettarlo e
omogenizzarlo per prepararlo alla successiva digestione. La saliva è prodotta
da tre coppie di ghiandole salivari: parotidi, sottomandibolari, sottolinguali.
La produzione di saliva è sotto il controllo del SNA, sia simpatico sia
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parasimpatico, che stimolano la secrezione; il parasimpatico ha, però, un ruolo dominante, in
quanto stimola una più abbondante secrezione. Non c’è controllo ormonale.
La produzione di saliva è continua anche in assenza di cibo, grazie al parasimpatico, e può
aumentare se stimolata per via ri essa. Vista, odore, pensiero del cibo stimolano la secrezione
salivare.
Sindrome di Sjogren è una patologia immunitaria che inibisce le ghiandole salivari.

• STRUTTURA DELLE GHIANDOLE


Le ghiandole salivari producono circa 1-1,5 L di saliva al giorno. Le
ghiandole parotidi producono secrezione sierosa, mentre le ghiandole
sottomandibolari e sottolinguali secrezione mista, sierosa e mucosa.
Le ghiandole salivari sono composte da salivoni, unità funzionali
formate da un acino e da un dotto; le cellule acinari possono essere
mucose, che producono mucina, o sierose, che contengono granuli di
zimogeno. Le cellule sierose sono presenti in tutte le ghiandole salivari
e producono secrezione acquosa con elettroliti ed enzima amilasi,
mentre le cellule mucose sono presenti solo nelle ghiandole a
secrezione mista. Segue poi il dotto intercalare, rivestito da piccole
cellule cubiche, il dotto striato, che assume calibro maggiore e il dotto
escretore.

• SECREZIONE DELLA SALIVA


Le cellule secernenti degli acini producono una secrezione primaria
che è isotonica rispetto al plasma con una composizione in Na+, K+, HCO3-, Cl- simile a quella
plasmatica. I dotti striati, quasi completamente impermeabili all’acqua, modi cano la
composizione della secrezione primaria riassorbendo
Na+ e Cl-, e secernendo K+ e HCO3-. Non viene
modi cato il volume per cui la saliva diventa ipotonica.
Ne sono prodotti grandi volumi grazie all’elevato usso
ematico.
I costituenti più importanti della saliva sono:
- Acqua (99.5%)
- Elettroliti e proteine (0.5%)
La concentrazione di NaCl è solo 1/7 di quella del
plasma, il che facilita la percezione del salato, mentre
l’assenza di glucosio favorisce quella del sapore dolce.
Tra le proteine, le più importanti sono:
- Ptialina (a-amilasi salivare)
- Lipasi linguale
- Mucina, glicoproteina con azione lubri cante
- Lisozima, enzima antibatterico
Tra i composti organici secreti ci sono anche callicreina, che converte il chininogeno, proteina
plasmatica, in lisil-bradichinina, potente vasodilatatore, e la proteina R o aptocorrina, che lega la
B12 libera nello stomaco.

• FUNZIONI DELLA SALIVA


- Lubri ca il cibo, grazie alla presenza di muco, facilitando la deglutizione.
- Inizia la digestione chimica dei carboidrati, per la presenza dell’enzima ptialina.
- Contiene la lipasi salivare che scinde i lipidi, che ha pH ottimale acido, per cui rimane
attiva nello stomaco. E’ un enzima molto Importante nei bambini, dove la lipasi
pancreatica è poco sviluppata.
- Fornisce una prima barriera di difesa verso agenti estranei che vengono ingeriti con
l’alimentazione, grazie alla presenza di una sostanza antibatterica, il lisozima muramidasi,
ed una antivirale, l’interferone.
- Neutralizza l’acidità dei cibi, perchè contiene bicarbonati, prevenendo la carie dentaria.
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• AZIONE DELL’AMILASI
L’amilasi inizia la digestione dei carboidrati
complessi, come l’amido, formando maltosio,
maltotriosio ed oligosaccaridi. L'attività
dell'enzima inizia nel cavo orale, dove tuttavia è
limitata da un pH elevato, dato che il suo pH
ottimale è 7, e da un tempo di permanenza del
bolo troppo breve; continua nella parte superiore
dello stomaco, dove, il bolo deglutito rimane per
un tempo su ciente a nché si raggiunga
gradualmente e il valore di acidità ottimale per la
funzione enzimatica. La digestione dei carboidrati
si blocca nello stomaco, a causa dell'acidità dei
succhi gastrici e poi viene completata nel piccolo
intestino, dove il pancreas secerne bicarbonato,
che neutralizza l'acidità del contenuto gastrico.
L’amilasi può idrolizzare il 75% dell’amido ingerito.

DEGLUTIZIONE
La deglutizione è sotto il controllo del centro bulbare, che attiva in modo sequenziale i diversi
muscoli coinvolti in tale funzione. L’inizio del processo è volontario, ma una volta iniziato, la
sequenza motoria è completamente automatica. Distinguiamo tre fasi:
1. fase orale, che comprende la masticazione e la fase propulsiva. Con la masticazione gli
alimenti sono arricchiti di saliva e sottoposti all’azione triturante dei denti; ciò aumenta la
super cie di attacco, su cui possono agire gli enzimi digestivi. Nella fase propulsiva il bolo è
spinto in alto e indietro, verso la faringe, ad opera della lingua;
2. fase faringea, in cui il passaggio del bolo nella faringe stimola recettori sensibili alla
distensione delle pareti, che danno inizio al ri esso della deglutizione e nello stesso tempo
inibiscono il centro respiratorio per circa 2 sec; il ri esso della deglutizione è sotto il controllo
del SNA: è attivato volontariamente, ma non può essere arrestato (se giunge nella parte
posteriore della faringe induce deglutizione involontaria);
3. fase esofagea, che interessa dall’esofago allo stomaco, in cui
l’avanzamento del bolo è dovuto all’azione peristaltica coordinata
dei diversi segmenti.

ESOFAGO
L’esofago è situato nella cavità toracica, attraversa il diaframma e si
unisce allo stomaco nella cavità addominale. La muscolatura è striata
nella parte superiore e liscia in quella inferiore, è provvisto di s nteri
sia all’ingresso, detto faringo-esofageo, che all’uscita, detto cardias.
• Quando il cibo deve entrare nell’esofago, lo s ntere esofageo
superiore si rilascia e inizia una contrazione peristaltica che fa
avanzare il bolo.
• Quando il cibo è entrato nell’esofago, lo s ntere esofageo
superiore si chiude e le vie respiratorie si aprono.
• Quando il cibo deve entrare nello stomaco, lo s ntere esofageo
inferiore si rilascia e fa rilassare anche la parte prossimale dello
stomaco.
• Alla ne lo s ntere inferiore si contrae e si chiude.

STOMACO
Lo stomaco rappresenta una dilatazione del tubo digerente interposto tra esofago e intestino,
lungo circa 25 cm e può contenere circa 4 litri.
Si distinguono:
• cardias
• fondo, parte cefalica a forma di cupola
• corpo, parte mediana
• antro, parte caudale
• piloro.
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A livello gastrico, oltre allo strato muscolare
circolare e longitudinale, è presente un terzo strato,
cioè lo strato obliquo che si trova localizzato a
livello del fondo dello stomaco. Quando le bre
oblique si distendono, il fondo si espande e può
accogliere così più bolo.

Le funzioni di base dello stomaco sono:


- serbatoio per conservare gli alimenti per un
breve periodo;
- digestione chimica ed enzimatica;
- azione meccanica di rimescolamento;
- rilascio controllato del materiale nell’intestino.
Il serbatoio, anche detto regione orale, ha
muscolatura più sottile e serve ad accogliere il bolo;
la pompa antrale, o regione caudale, ha
muscolatura più spessa e genera contrazioni
necessarie per il mescolamento e digestione, che diventano più vigorose andando verso il piloro.
Lo svuotamento non è immediato perché le contrazioni chiudono il piloro e il contenuto torna
indietro (retropulsione). In particolare, lo svuotamento gastrico è operato da due successive
onde di contrazione della muscolatura circolare:
1. la prima onda di contrazione raggiunge il piloro che, nelle fasi di digiuno non è chiuso del tutto
ma si mantiene semiaperto, determinando il passaggio di poco materiale nel duodeno e la sua
completa chiusura;
2. la seconda onda di contrazione trova lo s ntere pilorico chiuso, che causa retropulsione,
favorendo il mescolamento e quindi la produzione del chimo gastrico.
La stimolazione parasimpatica, attraverso il nervo vago, aumenta la motilità e la secrezione
gastrica, mentre la stimolazione simpatica, attraverso il plesso celiaco, inibisce la motilità e la
secrezione gastrica.

LUME DELLO STOMACO


Il lume dello stomaco è la sola parte del tratto GI il cui contenuto è acido, necessario per
convertire il pepsinogeno nella sua forma attiva, la pepsina. La funzione della pepsina è quella di
denaturare le proteine contenute nel cibo ed uccidere alcuni batteri presenti. Non si ha
autodigestione acida e proteolitica, in quanto lo stomaco è protetto da una barriera mucosale
gastrica: è una barriera chimico- sica di muco, ricco in bicarbonato, che tampona l’acidità,
impedisce alla pepsina di venire in contatto con l’epitelio e la neutralizza. Le cellule indi erenziate
ricostituiscono rapidamente l’epitelio grazie alla rapida migrazione di nuove cellule.
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La barriera mucosale gastrica è composta da tre
strati:
1. strato di muco e bicarbonato, sulla cui
super cie luminale, per interazione di cariche, si
dispongono fosfolipidi a formare un monostrato
idrofobico che ostacola la di usione di H+;
2. strato di cellule mucose di super cie, dotate di
giunzioni strette sulle membrane apicali, che
favoriranno una bassissima permeabilità ionica,
quindi agli ioni H+, impedendo all’HCl di
penetrare.
3. usso ematico microvascolare, che può
rimuovere agenti aggressivi penetrati e
preservare l’integrità della mucosa.

Farmaci come agonisti adrenergici, aspirina, anti-


in ammatori non steroidei riducono la concentrazione di
HCO3-. La secrezione di HCO3- e muco da parte
delle cellule mucose super ciali viene aumentata dalla
stimolazione del nervo vago.

SECREZIONE DI HCl
La membrana apicale delle cellule parietali contiene
una H+/K+-ATPasi, una pompa protonica, e canali
per il Cl. La membrana basolaterale contiene, invece,
la Na+/K+-ATPasi e scambiatori Cl-/HCO3-; le
cellule contengono anidrasi carbonica, che converte
la CO2 e l’H2O derivanti dal metabolismo in H2CO3,
l’acido carbonico, che viene scisso in H+ e HCO3-.
HCO3- viene riassorbito per gradiente chimico
attraverso un antiporto con il cloro e va a formare la
marea alcalina, NaHCO3, il bicarbonato di sodio,
che si osserva nel sangue venoso gastrico dopo un
pasto. In seguito verrà riversato nel lume intestinale
dalle secrezioni pancreatiche. Lo ione Cl- è secreto
attraverso dei canali speci ci.
Lo ione H+ viene secreto dalla pompa H+/K+-ATPasi
nel lume; questa pompa, è in grado di abbassare il pH
del lume no a 1, concentra protoni no a un milione di volte, creando il gradiente
transmembranario più alto negli eucarioti. Alla ne, si ha secrezione netta di HCl e
riassorbimento di HCO3-.

REGOLAZIONE DELLA SECREZIONE DI HCl


La secrezione di HCl è stimolata dal nervo vago, dall’istamina e dalla gastrina, ed è inibita dalla
somatostatina.

CONTROLLO DELLA SECREZIONE ACIDA DELLO STOMACO


Possiamo distinguere tre fasi di secrezione acida gastrica:
1. fase cefalica, in cui la secrezione è evocata in assenza di cibo, ma solo dalla vista, dall’odore
o dal sapore del cibo. Il SNA, tramite bre colinergiche, stimola la secrezione di HCl sia
direttamente, sulle cellule parietali, sia indirettamente, attraverso il SNE, stimolando il rilascio
di gastrina e istamina. Questa secrezione abbassa velocemente il pH che inibisce l’ulteriore
secrezione di HCl. Nella fase cefalica si veri ca all’incirca il 30% della secrezione.
2. fase gastrica, che inizia quando il cibo arriva nello stomaco. È mediata dalla distensione delle
pareti dello stomaco e dalla presenza di aa e peptidi, generati dall’azione delle pepsine. Le
bre di meccanocettori e chemocettori che vi partecipano rappresentano la via a erente di
ri essi sia locali (SNE) che centrali (SNA). L’attivazione di questi ri essi determina il rilascio di
ACh che agisce sia direttamente, stimolando le cellule parietali a secernere HCl, sia
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indirettamente agendo sulle cellule G e quindi
stimolando il rilascio di gastrina. Nella fase gastrica si
veri ca all’incirca il 60% della secrezione che segue
ad un pasto.
3. fase intestinale, in cui la secrezione è modulata dalla
presenza di chimo nel duodeno che inizia una serie di
risposte nervose ed ormonali, che dapprima stimolano
e poi inibiscono la secrezione di HCl nello stomaco.
Anche i prodotti della digestione proteica che vengono
assorbiti stimolano la secrezione acida per via ematica. Nella fase intestinale si veri ca
all’incirca il 10% della secrezione che segue ad un pasto.

ULCERA
La barriera mucosale può essere penetrata provocando l’ulcera da fattori quali:
• aumento della secrezione di HCl;
• insu ciente protezione della mucosa contro l’acido gastrico;
• infezione da Helicobacter pylori.

Farmaci antiulcera
- Farmaci antiacidi, farmaci sintomatici2, non curativi, usati per neutralizzare l’iperacidità
gastrica.
- Antagonisti dei recettori H2, si trovano principalmente nelle cellule parietali; la stimolazione dei
recettori H2 da parte dell’istamina aumenta cAMP intracellulare che, a sua volta, attiva la H+/
K+ ATPasi, che determina secrezione di acido gastrico.
- Inibitori della pompa protonica, bloccano la secrezione acida indotta da un qualunque
mediatore chimico ed anche la secrezione basale3 di acido gastrico, per cui sono agenti
terapeutici molto potenti e di ampia portata.
- Farmaci vari quali antimuscarinici, come la pirenzepina che riduce la secrezione sia HCl sia di
pepsina, antigastrinici, come il proglumide, che riduce il volume, l’acidità ed il potere
proteolitico del succo gastrico, e protettori della mucosa.
- Farmaci antimicrobici: il concetto di sterilità dello stomaco, come conseguenza del succo
gastrico, è perdurato per decenni, n quando fu dimostrato che la mucosa gastrica può
essere colonizzata dall’Helicobacter pylori, un batterio di 0,2-0,5 μm di lunghezza,
spiraliforme, che si localizza negli strati profondi del gel di muco che riveste la mucosa
gastrica e sulla super cie apicale delle cellule epiteliali della mucosa. La resistenza a un pH di
1 o 2 è dovuta alla produzione, da parte di questo batterio, dell'enzima ureasi, che converte
l'urea in ammoniaca, in grado di tamponare gli acidi gastrici, diminuendo il pH nello spazio
che lo circonda.
Il danno alla mucosa gastrica è dovuto alla produzione di:
✓ ureasi, che altera le cellule epiteliali mucose a causa degli ioni OH– generati dalla
reazione tra acqua e ammoniaca;
✓ superossidi, proteasi e fosfolipasi che degradano il complesso glicoproteine-lipidi dello
strato di gel mucoso; ciò riduce lo spessore e la viscosità del gel di muco gastrico
protettivo che sovrasta le cellule della mucosa gastrica.

2I farmaci sintomatici controllano i sintomi provocati dall'in ammazione ma non sono in grado di
agire sulla malattia.
3La secrezione acida basale è quella che si ha in assenza di qualsiasi stimolazione, compresa
quella siologica rappresentata dal pasto.
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