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Stein
L’empatia è un atto concreto e originario, per mezzo del quale possiamo cogliere in modo non
originario il vissuto estraneo.
L'empatia non ha il carattere di percezione esterna, per quanto ,1bbia con essa una qualche analogia, nel
senso cioè che il suo Oggetto si rivela hic et nunc. Abbiamo così conosciuto che la perce- 11ione esterna è
un atto originario offerente. Comunque, ammesso the l'empatia non sia una percezione esterna, non si può
ancora dire rhe ad essa manchi il carattere dell'«originarietà».
possiamo ritornare a chiederci: è possibile attribuire all'empatia l'originarietà e in che senso questa deve
essere intesa?
il ricordo resta pur sempre una presentificazione il cui il soggetto è non originario in contrapposizione col
soggetto che compie l’atto del ricordare.
Lo stesso ricordare può avere carattere di dubbio, di congettura, di verisimiglianza, ma mai carattere di
essere
Per la fantasia:
l'Io nel momento in cui crea un mondo fantastico è originario, mentre l'Io che vive in esso è non-originario
Il soggetto del vissuto empatizzato però è diverso dal empatizzante; questo differenzia l’empatia dal ricordo,
attesa e fantasia.
Mentre io vivo quella gioia che è provata da un altro, non avverto alcuna gioia originaria. È l'altro Soggetto
quello che prova in maniera viva l'originarietà, sebbene io non viva tale originarietà; la sua gioia che
scaturisce da lui è originaria, sebbene io non la viva come originaria
Lipps descrive l'empatia come «partecipazione interiore» ai vissuti estranei, che coincide probabilmente col
grado di attuazione più elevato dell'empatia da noi descritto, grado in cui ci troviamo presso il Soggetto
estraneo e siamo rivolti assieme a lui al suo oggetto. Egli pone l'accento sull'oggettività, ovvero sul carattere
di “esigenza” dell'empatia e con ciò non fa che ripetere quel che 11ffermiamo noi, cioè che l'empatia consiste
in una specie di atti esperienziali, e ancora sottolinea il fatto che l'empatia ha una certa affinità con il ricordo
e l'attesa
Empatia e co-sentire
Nel co-gioire, le quantità protrebbero essere diverse fra i soggetti; l’altro potrebbe gioire più o meno
di me.
La gioia empatizzata invece è identica alla gioia colta, cambia solo il modus di datità.