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Aleksander Dugin

IL SOLE DI MEZZANOTTE
Aurora del Soggetto Radicale

Selezione dei brani a cura di:


Francesco Marotta
Andrea Scarabeili
Luca Siniscalco
Introibo

Il volumetto che state per leggere intende condensare brevemen­


te, in pochi punti affilati e taglienti, la visione del mondo sottesa a
Teoria e fenomenologia del Soggetto Radicale di Aleksandr Dugin
(AGA, 2019), studio tanto complesso quanto essenziale per muo­
verci nel mondo contemporaneo, preda di una transizione paradig­
matica abissale: a una modernità sempre più esangue segue una
postmodernità che non è stata ancora indagata adeguatamente,
soprattutto nel suo complesso e chiaroscurale rapporto con la pre-
modemità tradizionale. Aleksandr Dugin si muove proprio in que­
sta direzione, offrendo agli uomini (post)modemi una chiave di let­
tura per decifrare le mostruosità di un mondo spersonalizzato e
nemico del sacro, dell’identità e dei popoli. Un’autentica Rivolta
contro il mondo ,p
dernper così dire, epocale, fondamentale
ostm
e intransigente come poche altre, indispensabile per orientarsi nella
descensio ad inferos dei tempi ultimi.
Proprio in considerazione della sua importanza abbiamo pensato
di realizzarne la versione condensata che avete tra le mani: racco-

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Il Sole di Mezzanotte

Per cogliere l'essenza meta-dialettica e meta-razionale del


Soggetto Radicale, v'invito a meditare su un simbolo molto poten­
te. il Sole di Mezzanotte. Esso indica qualcosa di assolutamente
paradossale. Di notte, infatti, il Sole non c ’è. La logica suggerisce
che questa espressione descriva un’anomalia. Parlando del Sole di
Mezzanotte, ci riferiamo a qualcosa d ’inesistente, a una sorta di
miracolo che non può mai verificarsi, a un’ontologia delf inesisten­
za che ci riporta dritti al mondo del mito. Se, insomma, non e pos­
sibile pensare questo paradosso alla luce della razionalità, possiamo
tuttavia concepirlo addentrandoci nella notte del mito.
Per comprendere l’idea di un Sole che risplende a Mezzanotte,
paniamo allora dal giorno, la cui essenza e il dominio della luce
sulla tenebra: il giorno è Apollo verticalità, razionalità; qui vige
un ordine preciso, le cose sono ben definite. Quando scende la
Il Sole di Mezzanotte

notte, l’ordine si dilegua. Entriam o così in lim„


,uugo senza h
il Sole non dom ina più. La m ezzanotte scena il i lce"lnt»i
^®na il culmine deli-
solare, l’apice radicale e fondam entale del suo declin C'"1'0
È il dom inio di D io n iso 1 — nei Misteri greci chiamato neS° rab'le
della Notte — nonché del Soggetto Radicale. ^ W'
Fin qui abbiam o parlato della ____ notte_come mera negazione,
negazione come
assenza di: luce.
Ii . ao Il
li m
m itm n Sole
itico A't M ezzanotte,
Qnlr» di .---- - *invece, ci spinge a

distinguere due tipi di negazione. Se la prima è la negazione del


giorno ad opera della notte, la seconda, invece, è la negazione della
notte da parte di qualcosa che è più nero della notte stessa. Questa
forza negante non esiste m a, al tem po stesso, è il punto piu radicale
e fondam entale di tutti - è il Solstizio d ’inverno dell’Essere, la
M ezzanotte d e ll’anno, il regno di G iano. Qui risiedono due notti. la
prima solare e la second a notturna: Luna è assenza di Sole, l’altra e
assenza di notte. Sono due d iv erse sfum ature di nero. Una nota for­
mula alchem ica p arla di un «nero più nero del nero» (\igrum
nigrius nigro ): è il Sole di M ezzanotte, che splende di notte, pur non
facendone parte.
Dove cercare questo S ole N ero ? D a nessuna parte: non esiste, al
pari d ell’Iperborea che tan to affascinò N ietzsche. Secondo Pindaro,
è im possibile im battersi in essa, in m are com e in terra. Eppure

1Ne ha parlato Friedrich Nietzsche ne La nascita della dia dell**761*1


apporti
it.: Adelphi, Milano 1977) discutendo sia di Dioniso s , t0 ai caos pmnl£
Apollo. 11primo “notturno”, il secondo "solare , jj Prl .,mboleggldn° coirai?
nio e alla sfrenatezza, il secondo all’ordine e al limite, s ^ duplicità mlZl
due linee fondamentali nel mondo greco, incarnando anc
tica originaria.
10
Alek sancir f)tJK,n

sembrerà paradossale — è il continente più importante, l'essenza


stessa di tutti gli altri continenti. Lo stesso diseorso vale per il Sole
di Mezzanotte, più essenziale c profondo di quello diurno.
Quest’ultimo può esistere solo di giorno, seduto sul suo trono; al
crepuscolo, muore. Il Sole di Mezzanotte, invece, sopravvive alla
morte. O, meglio, vive di giorno c di notte. Non coincide con il Sole
diurno ma, per cosi dire, brilla occultamente al suo interno, soprav­
vivendo anche alla sua negazione.
Tutti questi aspetti ci avvicinano al Soggetto Radicale, ben diver­
so dal soggetto ordinario, che si dimostra incapace di sopravvivere
al proprio crepuscolo. Il Soggetto Radicale è immortale, attraversa
la morte e costituisce la radice del soggetto normale — è un Soie
Nero situato nell’abisso più profondo e interiore. È un soggette
apofatico (termine che indica il non-ancora-manifestato) situato
all’interno del soggetto positivo, di cui costituisce la radice immor­
tale, invisibile e indistruttibile.

***

Aristotele parla di due tipi di mente, una passiva e l’altra attiva


(nouspoietikos). La prima — corrispondente al soggetto cartesiano
riflette la realtà esteriore e opera entro i suoi stretti confini. Il nous
poietikos, invece, non percepisce la realtà, ma la crea. È un demiur­
go interiore, che plasma sia il m ondo esterno sia i nostri stessi orga-
1percettivi. Ebbene, il Soggetto Radicale è quella forza che fa sor-
8ere 11 soggetto — come il Sole di M ezzanotte, che contiene r e s ­

ti
Il Sole di Mezzanotte

senza della luce del giorno, nella sua totalità, e perciò è più impor
tante e fondamentale del Sole diurno, avendolo in se stesso, allo
stato non-manifestato.
Nel contempo, il Sole di Mezzanotte non coincide con la notte
Essa, infatti, è incapace di produrre alcunché, così come la Terra,
che genera dal suo ventre solo Titani e mostri. Per fare nascere il
divino, occorre avere in sé il seme del Sole di Mezzanotte, il
Soggetto Radicale.
Il Sole di Mezzanotte è il cielo che entra nella terra, il processo
che dà vita al limpido cielo diurno. È la base, il fondamento
(Grund) dell’Essere. Non l ’Essere in se stesso, ma quella dimensio­
ne che lo rende possibile. È l ’abisso più abissale di cui
parla Heidegger: per trovarlo, occorre spingersi sempre più in pro­
fondità, di fondamento in fondamento, fino a raggiungere ciò che
è privo di fondamento. Ecco il Soggetto Radicale, da un punto di
vista mitologico e metafisico.

***

Se analizziamo storicamente l ’aurora del Soggetto Radicale, ci


imbattiamo in una situazione analoga. Nel mondo in cui v iv ia o si
sta verificando un mutamento paradigmatico, dalla modernità alle
postmodernità. È il passaggio dalle cose ai simulacri, dalla raziona
lità alla morte del soggetto. Secondo il liberalismo, dovremmo libe
rare la nostra soggettività. Ma la soggettività di oggi c
corso della transizione, infatti, il soggetto moderno, chiuso

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stesso, svanisce, lasciando il posto a una sogget t i v i t à
senzasoggeto.L’architettura del postm oderno è priva di un centro.
di equilibrio e arm onia.

La postm odernità è la Mezzanotte. La modernità corrisponde alla


sera, al tram onto del Sole: vi sono ancora residui del mondo tradi­
zionale, della luce, della soggettività, della razionalità e dell’inte­
rezza. Esistono famiglie, società, Stati e uomini. Nella postmoder­
nità tutto ciò viene soppiantato da dividui, cyborg ed entità post­
umane. Al posto della realtà c ’è la virtualità; al posto dell’intelli­
genza, l’Intelligenza Artificiale; al posto dell’uomo, il post-uomo;
al posto del razionalism o moderno, la schizofrenia di Deleuze e
Guattari. È una società liquida (Bauman) in cui tutto si dissolve. In
realtà, non è nem m eno una società, m a una distruzione caotica delle
strutture che sprigiona una gran quantità di energia, subito dissolta
in un processo entropico. È u n ’ininterrotta caduta verso il basso.

* * *

Il Sole di M ezzanotte sorge solo al culm ine di questo processo


discendente. Non nel tram onto, nella m odernità, dove sopravvivo
no gli ultimi bagliori del Sole diurno. La modernità è crepuscolare,
non notturna', è il crepuscolo degli idoli (Nietzsche), il tramonto
( Vntergang). E l’O ccidente è Abendland, la “terra della sera”, il
lu°go in cui nasce la m odernità2. Il sim bolism o storico coincide

Riferimento all’opera di Oswald Spengler Untergang des Abendlandes iis

É
ln due volumi tra il 1918 e il 1922 e fradotta da Julius Evola nel 1957 per

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li Soli' Ji Mestinone

con quello mitieo-trndizionule. Secondo la dottrina cristiana |a


caduta di Lucifero avviene a Occidente. Durante il battesimo orto
dosso, quando si rinuncia al demonio, si stende la mano verso
Occidente, dicendo: «Nego Satana». È come dire: «Rifiuto il dia­
volo. rOccidcntc, il tramonto, la modernità, il progresso luciferi­
no, il liberalismo, schierandomi con il Dio dell’Oriente, con la
luce»3. Dopo la fine del tramonto non c’è più nulla. Nel cuore della
notte, come ha scritto Martin Heidegger, gli uomini dimenticano
totalmente cosa sia la luce. Precipitano allora nella società del con­
sumismo, del comfort, diventando gli ultimi uomini raffigurati da
Nietzsche in Così parlò Zarathustra. Il culmine della notte coinci­
de con l’oblio totale dell’Essere, della luce. Nessuno ne sente più

Longanesi (ultima ed. it.: Il tramonto d e ll’Occidente, Longanesi, Milano 2008).


E bene ricordare che il filosofo romano, traducendo e curando l’opera, ne sotto­
lineò pregi e difetti. Tra i primi rientrava l’idea di aver introdotto nella filosofia
della storia l’idea di ciclicità - mutuandola da Giambattista Vico - opponendosi
al culto del progresso proprio alla modernità. Non tanto negandolo, ma facendo­
ne un paradigma, per così dire, “regionale”, non applicabile all’intera storia mon­
diale. Nondimeno, di Spengler criticò un eccessivo biologismo, notando come |e
sue civiltà si sviluppassero secondo un’ineluttabilità organica (retaggio e a
Lehensphilosophie che influenzò profondamente Spengler) del tutto sprovv!sta 1
qualsiasi riferimento alla trascendenza. Sull’argomento cfr. Andrea cara ^
Julius Evola e la ricezione italiana di Oswald Spengler, tesi disponi 1 e
della Fondazione Julius Evola.

3 Vale la pena ricordare le suggestive parole di Marco Dotti, ^ u s ' <<Ex Oriente
il 15 giugno 2015, nell’articolo Ex Oriente Lux, ex Occidenteu — ^ risaiente
Lux, la luce viene da Oriente. Così recita la prima parte i u ^ Roma — viene,
all’epoca medioevale. E da Occidente? Da Occidente os; y na curio-
o meglio: veniva, l’ordine, la legge. Ex Oriente lux, ex ^ ^ identificato
sità: Fédor Dostoevskij aveva contrapposto la luce e ma airaccetam
l’Ortodossia e la Madre Russia, non alle tenebre) 0 a ^ celebre “f? .^ evic
dell’Occidente. 11 sole che sorge diventa il sole c e ^ [eninista e 0
venire”: ex Oriente lux entrerà nell’iconografia sim

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Aleksandr Dugin

la mancanza, la nostalgìa , infatti, appartiene al tramonto ; la notte


è la fwe.
Eppure, proprio in questo momento più nero del nero, quando
tutto è perduto e l’oblio dell’Essere è totale, appare il Soggetto
Radicale, fenomeno della Tradizione calato nella postmodernità.
Non appartiene al tradizionalism o, difesa crepuscolare della
Tradizione possibile solo di sera, quando sussiste ancora la nostal­
gia, la memoria ultima della luce. A mezzanotte non è possibile
nulla del genere, poiché la Tradizione è ormai del tutto scomparsa.
Nella notte assoluta della postm odernità non c ’è più nulla da difen­
dere o da conservare - sussistono solo simulacri e parodie.
Julius Evola ha intravisto questa possibilità in una delle sue ulti­
me opere, Cavalcare la tigre, parlando dell’«orno differenziato,
l’uomo della Tradizione senza Tradizione. Per quanto ai suoi tem pi,
in realtà, esistesse ancora una m em oria tradizionale — un ultimo
I
bagliore nel tramonto — , Evola pensò al futuro parlando dell ' uomo
differenziato, che infatti appare solo nella postm odernità, dove non
esiste più la Tradizione, ma solo lo sm em bram ento della m odernità.
r?
u°mo differenziato lotta contro la postm odernità, contro un
m°ndo Privo di luce. Non ha alcun tipo di appoggio esterno, né può
Spellarsi al cielo, coperto dalla perdita della m em oria, scagliato al
u°ri dell orizzonte storico. L’unica possibilità che gli resta è tro-
una scintilla sacra nella propria interiorità. Tutto m uore, salvo
" S° k di Mezzanotte.

* * *
Il Sole di Mezzanotte

Prima dì procedere, una piccola puntualizzazione. L'orizzonte


entro cui ci stiamo muovendo non ha nulla a che fare con la trascen­
denza Stiamo parlando dell’uomo, di noi. Nella postmodernità è
impossibile far riferimento a D ìo. «Dio è morto» (Nietzsche), ben­
ché solo per noi,nella cultura - o post-cultura - ,n cui ci trov
mo Dio è morto — ma solo nell'inferno in cui viviamo noi. Nel
f a g g i o dalla modernità alla postmodernità, fase tinaie del ciclo
cosmico, ultimo atto dell'ontologia, non è possìbile fare affidamen­
to su nulla. Né sulla cultura, né sulle tradizioni — oggi simulacri -
e nemmeno su società o comunità. Tutte le identità culturali si sono
dissolte: le comunità nazionali, uccise dal cosmopolitismo, quelle
religiose, familiari, addirittura sessuali...
La dissoluzione del sesso, d'altronde, non può essere arrestata
facendo riferimento alla differenza organica e biologica tra uomo e
donna. Gli argomenti dei consen atori contro il movimento LGBT o
le femministe postmoderne sono del tutto inutili. Il sesso non è un
fenomeno soltanto corporale ma anzitutto metafisico (come ha scritto
sempre Evola in Metafisica del sesso)', esiste grazie ad archetipi che
denotano una diversità tra uomini e donne, dèi e dee. Se neghiamo
questa dimensione spirituale, è inutile battersi per la famiglia 'tradi

aonafe”
del tutto laHbase
femminismo
del <K*erno vincerà, perché abbiamo perso
naturale” non esso' La lotta per difendere la famiglia sedicente
cammina a • *)° r*en* nessuna parte: l ’uomo “naturale" è solo il
m° discendente
Quando r chp
ne a - • conduce al demoniaco.
divino
nerri 010 ne8a la propria relazione con la trascendenza,
FcrQe se s te rri La
Mr dissoluzione
j-) * delV identità sessuale e umana e* il*.

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Aleksandr Dugin

preludiodel post-uma aesimo. Fino a v e r n a i fa era


immaginare che il gender sarebbe diventato o s i " " P0SSit"'e
dibattito politico. Chi avesse sostennto una cosa de, Z ™ '
stato preso p er un ,dieta totale. Nel invece c, a t t a
poliuca che imporrà in modo to,alitorio la to„eran “ a l
categorie ancora - ad esempio, gli extra,en-estri Chi no •c
per i diritti degli Ufo sarà chiamato -razzisto" e T a s c W o“
puesta prospettiva ci diverte. Domani sarà criminale riderci s o p r i

Passo dopo passo, ci avviciniamo al momento ultimo, al culmine


assoluto, quando perderemo l ’identità, la sola distinzione che anco­
ra ci resta. Nel post-umanesimo non ci saranno più culture, civiltà,
uomini o donne, ma regnerà solo un nichilismo trionfante. Se nella
modernità l ’uomo si libera da Dio, dalla Chiesa, dallo Stato o dalla
nazione, nel postmoderno si libera da se stesso: ecco il programma
del liberalismo contemporaneo.
Quando questo processo raggiunge l ’apice, appare il Soggetto
Radicale, sola forma di opposizione possibile. Non intende salvare
la modernità, la sera — ossia il preludio della Mezzanotte — , ma
s°ttoporsi a un’esperienza più fondamentale, mettendosi alla prova.
È la ,
sua v°Jontà trascendente ad ambire a ll’abisso ontologico più
s f0nd°- Privo di ogni appoggio formale, l ’uomo vuole provare a
CSSo dl essere diverso da quest’abisso. Il Soggetto Radicale —
*n Q|j| .
■siedono il Sole, la luce e la Tradizione — è questa prova

17
Il Sole d< M e l o n e

cstrcma |a fine della discesa ciclica c, forse, il bagliore di un Nuovo


Inizio. È una realtà che va creata, tramite una mente attiva, radicale,
che appare solo nel momento più critico del ciclo cosmico.

***

Vorrei concludere con un’ultima immagine, sempre tratta dalla


notte del mitolo. Gli Antichi credevano che il Sole non sorgesse da
sé ma solo se propiziato da un rito , operato dalla comunità. Per
farlo nascere, occorreva lavorare sodo, con una grande concentra­
zione spirituale. In caso contrario, il Sole avrebbe potuto non sor­
gere mai più4. In una prospettiva ontologica e sacra, albe e tramonti
non sono processi meccanici (al pari dell’uomo, che non è un ente
tra gli altri ma fa parte del processo cosmico). Se l’uomo non prega,
in sostanza, il Sole diurno non sorge.
Lo stesso discorso vale per il Sole di Mezzanotte. Dobbiamo
celebrare un rito incentrato sul Soggetto Radicale, dio oscuro e
occulto, il Deus adveniens di Heidegger, l’ultimo Dio. Questa figu­
ra filosofica, fondamentale e metafisica dev’essere al centro di un
rituale specifico, di un culto ignoto. Ciò non ha nulla a che fare con
una nuova religione; è piuttosto u n ’ontologia escatologica, basata
sulla necessità di stabilirci nella M ezzanotte senza confonderci con
essa, attualizzando radicalmente, ritualmente e metafisicamente il
Soggetto Radicale. Ecco la sfida dei tempi ultimi.

Gli antichi sostenevano esplicitamente questa funzione duranteJL^omag-


nvemo: vegliavano nella notte più lunga per '‘aiutare , con esp
, il Sole a risorgere.

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Tavola tratta dal Mutus liber (1677).
Aurora del Soggetto Radicale

Il Soggetto Radicale nasce nel punto più estremo e polare de


ciclo cosmico. Esso appare quando è ormai troppo tardi e tutto il
resto è scomparso. Non emerge perché pianificato, ma viene risve­
gliato dalla volontà post-sacrale, che non coincide con il sacro, ma
nemmeno con il nulla. È l ’attributo principale del Superuomo.
La volontà post-sacrale non è generata dalla Tradizione, né
ammessa dalle religioni; essa viene emanata dal Soggetto Radicale,
a cui fa ritorno: esige un risveglio immediato e incondizionato. Il
suo senso più profondo risiede nell’essere slegata dalla Tradizione.
Sorge in assenza della Tradizione, dopo che si è già verificato l’oc­
cultamento del paradigma premoderno e tradizionale, ma anche
dopo 'a f'ne del moderno, nel corso della transizione verso la fase
P u Orribile il postmoderno. Nulla risveglia il Soggetto Radicale
eccezione di questa volontà post-sacrale.

21
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^ ( IMno tr ic o t I» f ig « « <*' P a r o m a « D io che è unità, è
tximf lfl h8^ d d ii luce. I» h a * delle tenebre è come fosse il nulla
i r„ [ìio e il nulla congetturiamo vi siano tutte le creature. Il mondo
supremo e pieno di luce; tuttavia non e del tutto privo di tenebra,
vhbent essa appaia assorbita nella luce, per la sua semplicità Nel
mondo piu basso. in\ecc. regnano le tenebre, sebbene anch’esse
non siam' senza luce del tutto; la figura mostra, però, che nella tene­
bra questo lume è nascosto e non vi si manifesta. Nel mondo di
mezzo tra luce e tenebra c 'c una relazione mediana».
Ci stiamo avvicinando pian piano al culmine metafisico del ciclo
%
cosmico un punto radicale e “drastico”. E la radicalità stessa della
nostra condizione esistenziale, ontologica e ciclica a spingerci
verso questi temi, perlopiù ignorati dalla tradizione storica comune.
Sono condizioniuniche, in cui le questioni metafisiche vengono
risolte in modo peculiare.
Legata al Soggetto Radicale, la N uova M etafisica di cut ho par­
lato piu volte può essere chiamata Metafisica dello Fine. Essa s in-
essa a una sola fase della storia d e ll’ Essere — quella che nel
Paradigma coincide con Pintersezione del vertice del triangolo
chiaro con la base del triangolo nero. Questo punto rappresenta la
densità massima della Nuova M etafisica.
Quando il culmine del ciclo storico sta per essere ragg

22
Aleksandr Dugin

per quanto non lo aia mai del tolto! _ appare uno sp tó o in


spalanca un approccio fonda,non,a,menu, dive™ a queali process
Si apre, insomma, la prospettiva de! Soggetto Radicale

lì Soggetto Radicale non va associato a un’immagine religiosa,


né a una figura del tradizionalismo classico. Egli partecipa a un pro­
cesso traumatico del tutto insormontabile, senza pari, in un certo
senso situato al di fuori — o, quantomeno, all’estrema periferia —
della metafisica tradizionale.
Il Soggetto Radicale è il vertice del triangolo chiaro del
Paradigma', si percepisce come un punto bianco, assolutamente
indiscernibile dall’infinito numero di punti neri che formano il
fondo oscuro del processo storico. Esso spalanca un mondo comple­
tamente nuovo, privo di durata, che non può esistere nel tempo, in
cui si affacciano riflessioni specifiche, possibili solo a un certo
punto del ciclo cosmico. Tutto ciò che è accaduto prima e tutto ciò
che accadrà poi (ammesso che vi sarà ancora qualcosa), in linea di
principio, non è di grande importanza, a fronte di questo problema
fondamentale che stravolge in modo assoluto tutti i concetti tradi­
zionali della metafisica.
11 Soggetto Radicale afferm a la propria differenza assoluta e
^dicale rispetto alla base del triangolo oscuro. Eppure, al tempo
ess° , nonha la certezza ontologica di essere il punto bianco, ossia
ertlce del triangolo luminoso. Pari che sia l ’apice del trian-

23
Il Sol' di A4efMmì1fi
Soggctio R ad icale nc è certo - m a forse non lo è...
*,10 di luce è un azzardo m etafisico fondamentale. Un

^ ^ o H v o .u n o n .n o d c H o n .0 .0 * * ..
coniprcndcrc la questione, in realtà, occorre abbandonare la
stessa ontologia, cosi conte la m etafisica c tutte le im m agini mito­
logiche c religiose classiche. E sse possono descrivere tutte le situa­
zioni. salvo questo momento critico. D o b b ia m o , in sostanza, cerca-

re nuove formule.

+* *

Occorre realizzare il Soggetto R a d ica le a proprio rischio e pen­


colo, comportandosi come se si appartenesse al triangolo bianco. In
epoca postmoderna, la m odestia tip ica del tradizionalism o deve
includere il non vantare un ’appartenenza diretta alla Tradizione.
Possiamo appartenere alla T rad izio n e o credere di appartenervi ma,
in senso stretto, non abbiam o il diritto d i dichiararlo, nemmeno a
noi stessi. Dobbiamo difendere le posizioni del Soggetto Radicale
pui non avendo alcuna certezza — interna o esterna — di poterlo
Jaie. In altre parole, ci attende un atto del tutto volontaristico.

* * *

Nel premoderno (lo sp azio d e lla Tradizione!’ d ^ ^


Radicale si trova al centro del cerchio, della società, dell uoim

>1un coincide m ai con questo centro. Sta al centro, Pu0 Pr0,tH<l


24
Aleksandr Dugin

cerchio inforno a sé. È d'accordo con questa sua posizione — con


l'essere il punto centrale, il soggetto - eppure si differenzia sostan­
zialmente da essa. È qualcos’altro, d ’indipendente e libero - anche
dalla propria centralità.

***

Nel mondo moderno, il Soggetto Radicale si sposta dal centro


alla periferia del cerchio, dell’Essere, della società, della cultura e
dell'uomo. Vive ai margini, in condizioni semi-umane, tra rovine,
rivoluzionari, artisti, uomini di terz’ordine che non partecipano ai
processi produttivi, non costruiscono ferrovie, non hanno utilità
alcuna. Leggermente confuso, non ha nulla da spartire con i terro­
risti e gli alcolizzati che vivono con lui — da cui, anzi, tiene a
distanziarsi. A differenziarlo dal mondo circostante è il fatto che,
nella modernità, mantiene intatte le proprie qualità interiori, come
se si trovasse nello spazio della Tradizione: è una specie di angelo
perduto...

***

Nel postmoderno, il Soggetto Radicale abbandona archetipica


niente l ’umano e la periferia. Come accade al post-uomo (o ultimo
nomo), anch’egli perde ipropri attributi umani, oltrepassa il limite

e brancola nel buio.


Non è solo il crudele Soggetto Radicale a diventare inumano,

25
A Mv~Tiin0^*
^ « •* h « * " " • * CM,cma- 11 * * * *
■ "* ,„,« > • I» I'"'!’" » * ,CmP" ' men,r' • * ,
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'“T w e 'u It™"" vcrrt SC''ar" " ’ l'a" a P” ' a ' ChC "a ,Ì gCni" a " ' l
" ,S"’n . anche il lapn ih fuoco si ritrarrà, inorridito
di fuoco* t > ,
„ soggetto Radicale è il grano. H .1 la radice dell uo-
mo; non dipende dall'uomo ma ne e la condizione d. possibile
assoluta Un uomo senza Soggetto Radicale e un'impossibilità pura.
11 passaggio alla post-modernità lo proverà.

***

Le cose cambiano, tutto cambia, ma non il Soggetto Radicale, che


si mantiene uguale a se stesso, attraversando come un’ombra i tre
paradigmi (Tradizione, modernità e postmodernità). Non si perde in
questi spazi, né cambia la propria natura. Rimane in tutto e per tutto
sempre se stesso, transitando attraverso le tre fasi. Cambia posizio­
ne, si sposta dal centro alla periferia, ma rimane esattamente lo stes­
so, comportandosi sempre come se si trovasse nello spazio della
Tradizione. È un re mendicante, che nasconde la propria origine
regale sotto i miserabili stracci di un servo.

***

£
bi epoca moderna, il Soggetto Radicale ha la morte ^ L(ì
Un assassino. Poiché gli uomini, ai suoi occhi, svalutano i

26
Aleksanclr Dugin

t0 della vita, per dimostrar loro quanto sia preziosa, quale sia il
su0 valore, li uccide.
All'inizio di ( osiparlò Zarathustr
do delinquente, seduto di fronte a un giudice rosso. Costui dice:
«Perché questo delinquente ha assassinato? tigli voleva rapinare».
Zarathustra aggiunge: «La sua anima voleva sangue, non rapina;
egli agognava la felicità del coltello». E infatti ruba solo dopo aver
assassinato, incapace di vivere sapendo di aver commesso un omi­
cidio per nulla. Se si tosse limitato a rubare, il giudice non lo avreb­
be messo a morte; se avesse rubato e ucciso, lo avrebbero giustizia­
to; se avesse ucciso e basta, sarebbe stato un Soggetto Radicale.
L'ipostasi dell’assassino che restituisce all’uomo il gusto della
vita è una funzione fondamentale del Soggetto Radicale. Egli non è
un guerriero — concetto, ai suoi occhi, troppo plebeo — ma un
assassino privo di scopi, freddo, spersonalizzato, al soldo di nessu­
no. È un angelo distruttore, un angelo terrificante.

***

Il Soggetto Radicale dona all’uomo moderno il senso della


morte, ma anche della vita — sennonché, si tratta di una vita tal­
mente frenetica da risultare più terribile della morte stessa, una vita
che lacera lo stesso laceramento. Non è la vita normale, che nella
Adizione riunisce ciò che è sparso e nella modernità si trascina per
marzia, ma una vita particolare che esacerba la rottura. Meglio non
ayvicinarvisi: è terribile. Ha per nome quella forza che lega tutto,

27
Il Saledi Mezzanotte
simboleggiata dal Fascio Littorio, le cui verghe indicano i d0(r

segni zodiacali...

* * *

La metafisica deU’Eurasiatismo è leg ata a u n ’interpretazione


particolare del tradizionalismo. In generale, il tradizionalism o è

una visione del mondo che vede nella storia un regresso.


Inizialmente vi è una pienezza, u n ’E tà d ell’O ro: il mondo se ne
distacca, incamminandosi, attraverso le E tà d ell’Argento e del
\

Bronzo, verso l'Età del Ferro. E il Solstizio d ’inverno dell’Essere.


La storia del mondo ha conosciuto periodi terribili, m a mai come
quelli di oggi. 11 limite a cui ci stiam o avvicinando è chiamato dal
tradizionalismo Grande Mezzanotte.
Le fasi principali della nostra lotta sono due: anzitutto, compren­
dere che ci troviamo nella Grande M ezzanotte cosmica; infine,
distanziarti da essa. Q uesto è il program m a fondamentale
dell Eurasiatismo metafisico, che potrebbe essere definito, in altri
termini, Teoria del Soggetto Radicale.

***

11 risveglio del Soggetto Radicale cade nei domini dell'im


bilitùi caratteristica di questa metafisica, impossibile P
ne' essendo in tutto e per tutto imprevista. adical'
E impossibilità del trionfo da parte del Soggelt
OSl

L
Alck«an<lr Dugin

dal rapporto metafìsico tra possibilità e impossibilità. Il Soggetto


Radicale sorge fuori da ogni logica ciclica; non qualcosa, ma
oltre ogni probabilità — contro tutto e tutti. Non solo contro l’uma­
nità, smarrita e agonizzante, ma soprattutto contro le fasi metafìsi­
che dell'Uovo del Mondo (aperto dall’alto nella Tradizione, chiuso
nella modernità e aperto dal basso nel paradigma postmoderno) di
cui ha parlato René Guénon — nella cui logica complessiva non c’è
nulla di programmato, salvo il capovolgimento finale.
L’impossibilità del Soggetto Radicale non coincide con il capo-
volgimento ciclico, ma è qualcosa di fondamentalmente diverso, un
inaudito stravolgimento metafìsico degli scenari tradizionali e delle
pulsazioni dell’Essere. Insolita e inattesa, questa metafìsica è il cen­
tro del nostro lavoro spirituale. È una dimensione interiore e sacra,
post-sacrale, ancora più profonda del tradizionalismo e della nostra
lotta contro il mondo moderno e postmoderno.

***

In Cavalcare la tigre Julius Evola parla àeW'uomo differenziato,


costretto a vivere nella modernità pur appartenendo a un mondo diffe­
rente. Proprio a partire da questa idea nasce il Soggetto radicale, vale
a d‘re l’uomo della Tradizione gettato in un mondo senza Tradizione.
Com è possibile per un tipo umano del genere vivere in un mondo in
CUI ^ d izio n e non è presente, senza cioè aver ricevuto alcun tipo di
«■adizione...? nSoggetto Radicale non si risveglia quando il fuoco del
^^cro '
e acceso, ma quando fuori di sé non trova niente.

29
Il Sole di Mezzanotte

t proprio quando sali» la trasm issione regolare delle forme del


sacro che appare il Soggetto Radicale. E un uom o differenziato, oggi
forse addirinura più importante della T radizione stessa. Forse la
Tradizione è scomparsa solo per cedere il passo al Soggetto Radicale.
Da questo punto di vista, paradossalm ente, il tradizionalism o è più
importante della stessa Tradizione. Tutte queste idee, dedotte da
Cavalcare la tigre, non implicano quindi la restaurazione di ciò che
fu, ma la scoperta di aspetti che nel passato nem m eno esistevano. Noi
non vogliamo restaurare alcunché, m a far ritorno all’Eterno, che è
sempre fresco, sempre nuovo: questo ritorno è dunque da intendersi
come un procedere in avanti, non a ritroso.

11 Soggetto Radicale si m anifesta tra il ciclo che finisce e quello


che nasce. Questo spazio liminale è più importante di tutto ciò che
sta prima e di tutto ciò che verrà dopo. La restaurazione dell’Età
dell Oro, da questo punto di vista, è meno rilevante rispetto allo
spazio che sta tra la fine dell’Età del Ferro e l’inizio della stessa Età
dell Oro. Che poi è lo spazio in cui viviamo noi.1

centrale nel Nuovo


11 Soggetto Radicale occupa un posto
compila ta Ora, pian
Programma di Filosofia. Esso è già stato
la sua presenza nel
Piano, viene annunciato. 11 movimento c e
A le k s a n d r D u g m

mondo è effettiva. C ’è il ruggito, l’inconscio e il corrispondente


mosaico di forze fondamentali. È un programma e un progetto, i cui
punti sono:
1) la comprensione dell’essenza catastrofista dell'ontologia e del­
l’antropologia moderne, la com prensione della massima di
Heidegger: «I vecchi dèi si sono ritirati, ma i nuovi non sono ancora
giunti»; laGrande ;M
ezanot
2) la mappatura retrospettiva della direzione delle tenebre, l'esat­
ta genealogia della degenerazione umana;
3) I’autoriflessione del soggetto che esegue le due precedenti
operazioni; la chiarificazione accurata e corretta della motivazione
e dell’arbitrarietà ( volntarieà)del suo stato ontologico;
4) la consapevolezza della volontà post-sacrale, guida segreta e
linea direttrice di questo processo;
5) il deciframento del super-obiettivo imposto dal Principio
Supremo nel processo di degenerazione, inteso come prova e puri­
ficazione;
6) la raccolta della luce sommersa;
7) la concentrazione della volontà post-sacrale in “nuovi schiera-
menti” e la sua condensazione;
8) il risveglio del nuovo fuoco, che distruggerà l’antico mondo;
arresto dei cicli cosmici; nascita del Soggetto Radicale; inizio della
realtà impossibile.
Questi punti perm etteranno di erigere nuovi argini alla vita, edi­
ficati dalla rete aurea d ’intuizioni sovrumane, dai ricordi antidilu-
viani di città allagate e di continenti dissoluti scomparsi, dai fioc-

31
ItSnlrHi Mrrranf’ltr

( h- di neve, da una gioia infinita, dalla pelle martoriata di chi ha


fallito, dalle lacrime delle stelle, da ciò che non e “uomo" o
“mondo", dalla pura fonte dell'Essere assoluto, di fronte al quale i
nostri processi sono polvere e nulla, buoni solo per la danza divi
na... Vedo solo candele e ombre, suoni argentei giunti da lontan
appelli rivolti alle nostre pinne di cristallo provenienti da abiss'
.gnot. a loro stessi. Essi richiamano gli uni e gli altri attraverso rf'
noi. oltre noi, invece di noi... Nella voce delle Tue casrat„ '
cataractarum tuarum. W VOce
La Voce deir Abisso

Secondo René Guénon, il mondo della Tradizione, che noi difen­


diamo, amiamo e sosteniamo, coincide con la fase in cui l'Uovo del
Mondo è aperto dall’alto e il principio divino interagisce fluida­
mente con il mondo terreno. Gli Antichi ripetevano le parole di
Ermete Trismegisto: «Ciò che è in alto è come ciò che è in basso».
11 basso non esisteva in sé, essendo solo il riflesso speculare della
luce superiore. Non esistevano le cose materiali, grezze e grossola­
ne che conosciamo oggi: tutto era simbolo.
Guénon paragona materialismo e Illuminismo (i Tempi Nuovi)
alla chiusura d e ll’Uovo del Mondo d a ll’alto. È il paradigma del
m°ndo moderno e dell’Illuminismo, di cui l’umanità occidentale va
^'niente fiera da volerlo imporre a tutti — compresi quei popoli e
ClVlltà per cui l’Uovo del Mondo è ancora aperto dall’alto — trami-
te un colonialismo militare, politico e culturale. L’Occidente ha

35
„soie <iìw*an°"e ^ pwno pretende che glialtri taccia-
Atoso l'Uovo W ico della modernizzazione-, Vlm.
no lo s'^O' ECC° ''J m„dcmi so scala globale,
posizione di Stan * ^ una terza fase, m cui l ’Uovo del
Mia fine de' ^ ^ p postm oderno corrisponde esattam ente a
Mondo si «P,x ‘ 4 ^ ,a dell’invasione «delle orde devastatrici di
questo stadio. ^ p U o v o dei M ondo d a sotto, daiia parte

- t C e i o , iniziando a sm em brare i\ tessu to deità realtà. La


inferiore
cluusura ocli uov ' Mondo, propria alia cultura modernista e illu-„
3 ,-, - f e t o , cedendo il passo al postmoderno - il quale, p,u che à,
un caos, ha le fattezze di una vera e propria invasione demoniaca.
Quando l’Uovo del M ondo è aperto, l’uomo è più-che-uomo,
portatore del Divino, una coppa aperta della Divinità; nell’epoca
della sua chiusura, è il soggetto di una “tragedia ottimistica”, dotato
di una gamma di sentimenti e la m orte come destino esistenziale —
ma resta pur sempre un uomo. È destinato a essere sostituito da
qualcosa di più terribile, dal post-uomo — orinatoio del demonio,
campo di battaglia delle orde di G og e Magog. L’uomo (o, meglio,
il post-uomo) non contiene più Dio m a un complesso diabolico, una
legione di demoni, ognuno dei quali intona una propria mel
tutto slegata dalle altre; in questa cacofonia di urla,
dori casuali nasce la civiltà globale, il nuovo ordine ^ ^ p-ne dei
M ia dissoluzione finale, secondo la T r a d i z i o n e , ^
Tempi. Allora si rivela la vera struttura ciclica ricoi
del Mondo viene capovolto, il ciclo si chiù
eia. Inizia una nuova L tà dell’Oro.

36
Aleksandr Dugin

***

In questo schema s inseiisce il Superuomo di Nietzsche, «vinci­


tore di Dio e del nulla», un efficace tentativo di descrivere il
Soggetto Radicale, cogliendone 1 unicità, in realtà estranea tanto al
tradizionalismo, in senso stretto, quanto al superomismo: è un pro­
cesso completamente diverso, che cerca un’apertura intuitiva, para­
dossale e terribile.
Quest’idea introduce nel quadro della dissoluzione una dimensio­
ne completamente nuova, assente nell’antropologia e nella metafi­
sica classiche. Da un punto di vista tradizionale, la degradazione del
mondo è un processo puramente negativo. Quando raggiunge l’api­
ce, si apre un nuovo ciclo. Ma nell’idea di Superuomo emerge qual-
cos ’altro: egli è, infatti, vincitore di , è dunque colui che rinun­
cia all’apertura dell’Uovo del Mondo dall’alto.
Si potrebbe vedere in lui un personaggio distruttivo, nemico
dell’Essere e del sacro. Sennonché, al tempo stesso, il Superuomo
è vincitore del nulla, di quello stesso nulla prodotto dall’uccisione
di Dio, che a rigor di logica dovrebbe distruggere l’uomo.

* * *

Mentre riflettevo su questi argomenti, a un certo punto fui rag­


giunto, per così dire, da una visione metafisica che predeterminò il
percorso della mia filosofia: oltre al suo contenuto negativo, il pro-

37
Il S o l e ili M

cesso discendente dispone di una peculiare teleologia


&d positi^
sorta di super-obiettivo. In quella visione, il super-obietf '^
essere essenzialmente una prova. 81r'Ve|^
Immaginiamoci l'Età dell’Oro, l’Uovo del Mondo
to. 11 soggetto vive in un mondo ricco di erotismo aPen° ^ al.
tutto è interconnesso, ciclo e terra, dove si celebrano 'n Cu
versali, arde il fuoco e brilla la nienewa „ , n°ZZe Uni
f c»ezza assoluta deli’c
L‘uomo-dio — androgino — vive in uno stato tSseTe
immortale... Quanta leggerezza, quando tutto va bene'^18'300’ '
parlare di grandezza in un mondo in cui tuttn , • ^ Ma si pu<
uuo viene donata
tamente all'uomo, solo perché è creato ex deol Se • • ^
in modo gratuito la realtà divina, insieme a un
merito ne abbiamo noi? Fu forse mentre q u e s f u o m o ^
che la completezza de, suo essere, in senso superiore, o t o d j
una logica sodile, lo cosirinse a fare un esperimento. Si chte*
«Sapre, conservare questa grandezza, la dignità regale «Esser,
celeste, scendendo più in basso, in luoghi proibiti?».
Senza venir meno a se stesso, si limitò a mormorare (io ho visti
tutto ciò): «In quel luogo proibito la mia qualità interiore resisterà ■
Sarò in grado di esistere al di fuori del Paradiso, conserverò la mia
dignità celeste?». E agì.

* * *

niù in basso”,
Il peggio non si fece attendere. Una volta sces .
si trovo, Per * a
l’Uovo del Mondo si chiuse e il sogge

38
Aleksandr Dugin

imprigionato. La sua fisicità divenne irreversibile, facendo di lui un


essere mortale, agonizzante, indifeso e tremante. Conobbe una fase
nuova: sottoposto a pene e torture, patì la fame, il freddo e la paura.
E ogni volta si verificava la stessa situazione: a ciascuna tappa della
caduta si affacciava lo possibilità del ritorno. Una parte di lui ambi­
va a tornare agli stati precedenti, ma u n ’altra ripeteva con insisten­
za: «No, voglio qualcosa di ancor più terribile. La mia grandezza
w o le giungere sino alla fine, assaporando Vultimo abisso». Giunse
così, volontariamente, al postm oderno, all’apertura dell’Uovo del
Mondo dal basso, e iniziò a tremare, rendendosi conto dello stato
spaventoso dei tempi ultimi (è la nostra realtà, il mondo globalista
americanoide o la Russia “riform ata”).
A questo punto, il soggetto si fonde quasi totalmente con il cre­
puscolo esterno. Sembra non distinguersi dai “demoni” che lo cir­
condano, coi quali è integrato a vari livelli. Per quanto la serie di
prove stia per concludersi, l ’aspetto paradossale di quest’uomo è
che, pur essendo praticam ente indistinguibile dal paesaggio post­
umano, da Gog e Magog, è fondamentalmente diverso da loro.
La sua distinzione, tuttavia, non deriva dagli attributi che posse­
deva nell’Età dell’Oro, m a è completamente diversa, basata su una
fenomenologia difficile da comprendere ed estremamente sottile
anche perché, formalmente, è identico al mondo demoniaco e apo­
calittico.

* * *

39
■ di questo pellegrinaggio ncU'abtsso non e legata al tra.
dirilnXmoclassico, che offre Ut speranza (oggi impossibile) del
lisnw - ...... categorico è: «indietro, sempre piu indie-
ritorno 11 suo impera"' 0 '
. \’aviva magica ^ conservatorismo. Sennonché,
vr0». Oa dcn' a w eroico di quest’appello, parte del sog-
pur compK"àC"ÌOJ „ atalneiUe in una direzione diversa. Non vuole
getto si muove o.

farritorno- ^ appreso come questa tendenza abbia per


NcUa m’a ' ' Radicale. È un soggetto che non perde la propria
nome Sogge ^ è sostenuto dalle condizioni assolute dell’est-
identità- “ sacri> né in condizioni diametralmente opposte.
T s l g e t t o Radicale è una fiamm a che brucia sia quando il fuoco è
acceso sia quando è spento. N em m eno dove la fiamma è estinta
eoli cessa di ardere.

* * *

Jzzzzr dclico di <ie8radazione « « •


*1 Soggetto Radicale? E^equesto
un infpm
“ 7
qttestt^jsoggetto ddl'a,v“ ,“"
generasse i vari piani di
tura ri ° P‘Ù COndensato al fine - singolare, forse addirti-
tura riprovevole__ h; mettersi
^ • alla prova nell’abisso della realtà?

2a ^ ° ^ ^ rezi°ne dell’Età del Ferro — creandola, in sostan-


jj ’ ntnbue”do all ’istituzione del Kali Yuga e del postmoderno -
cale *^ ^ ac^ cale cerca di affermare qualcosa di assoluto e radi
n sé, non legato interam ente alle condizioni paradisiache ii

40
A le k s a n d r D u g in

cui la sua natura regale era evidente. In altre parole, egli intende
mostrare la propria natura superiore non sul trono regale ma nelle
vesti di un contadino, di uno spazzacamino, di un mendicante, di un

mostro.
Fautore della chiusura dell’Uovo del Mondo dall’alto e della sua
apertura dal basso, il Soggetto Radicale è vincitore di Dio, ma
anche del nula, nel senso che, pur provocando l’arrivo della Fine
dei Tempi, non vi s ’identifica. È un uomo differenziato (Evola), un
uomo integrale.
Non intende ripristinare alcunché, né tornare indietro, ma ambi­
sce a dimostrare l ’indimostrabile, ciò che non è passibile di verifi­
ca; la possibilità di essere assolutamente se stessi, sperimentare la
grandezza dell’auto-identificazione anche in condizioni fondamen­
talmente avverse.
Il Soggetto Radicale attende la desacralizzazione del mondo per
affermare se stesso, la purezza d ’acciaio del suo spirito, sempre
identico a sé e assolutamente invincibile. Il suo essere ama il mate­
rialismo, vedendovi una sfida — gli piace meno l’idealismo, perché
lo dà per scontato. Il suo spirito brama l’ultimà prova, la prova più
terribile: l’immersione nella gelida cascata delle acque materiali e
infernali. E li che affermerà la propria dignità e un’incomparabile
superiorità.
In Cavalcare la tigre Julius Evola parla dell'uomo differenziato,
costretto a vivere nella modernità pur appartenendo a un mondo
differente.
Proprio a partire da questa idea nasce il Soggetto Radicale, vale a
dire l’uomo della Tradizione gettato in un m ondo senza Tradizione.
Com’è possibile per un tipo umano del genere vivere in un mondo
in cui la Tradizione non è presente, senza cioè aver ricevuto alcun
tipo di tradizione...?

Il Soggetto Radicale non si risveglia quando il fuoco del sacro è


acceso, ma quando fuori di sé non trova niente.

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