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La clausola consiste nel trattamento che uno Stato (c.d. Stato concedente) si
obbliga a concedere ad un altro Stato (c.d. Stato beneficiario), o a persona o
cosa vincolata con quest’ultimo, tutti i benefici, i vantaggi e le franchigie che
ha concesso o concederà in futuro ad un qualsiasi Stato terzo concede a sua
volta un trattamento non meno favorevole.
Nella normativa del Gatt attraverso questa clausola ogni stato è obbligato a concedere
agli altri membri OMC il trattamento riservato a qualsiasi paese terzo. Il campo
d’applicazione tende a coincidere con tutte le materie disciplinate dagli accordi OMC.
Per quanto concerne le modalità di applicazione la regola per cui i vantaggi non sono
permanenti ma sono legati all’evolversi dei rapporti subisce un temperamento
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attraverso il CONSOLIDAMENTO che prevede che i benefici concessi possono essere
revocati o modificati solo dopo 3 anni e con l’assenso degli stati.
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fissare requisiti che ritengono opportuni, purchè li applichino anche ai prodotti
nazionali. ECCEZIONE: non si applica agli acquisti pubblici cioè ai prodotti
acquistati da organismi governativi per necessità pubbliche e non destinati alla
commercializzazione.
IL PRINCIPIO DI RECIPROCITA’
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La portata degli effetti protezionistici va ricollegata anche alla forma con la quale
vengono attuati:
L’integrazione del sistema si è avuta con l’applicazione della DSU a tutta una
serie di ACCORDI CONTEMPLATI cioè a tutti gli accordi OMC escludendo il
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meccanismo di esame delle politiche commerciali in quanto non suscettibile di
produrre controversie tra Stati.
Per quanto concerne il profilo temporale si applica alle controversie sorte dopo
l’entrata in vigore dell’Accordi OMC conformemente al principio di non
retroattività delle norme giuridiche. (i diritti antidumping per quanto riguarda
l’applicazione della DSU fa riferimento alla data di avvio della procedura
d’inchiesta all’interno dello stato che vi ricorra).
L’unità del sistema incontra dei limiti nell’esistenza di norme e procedure
speciali previste dai diversi accordi o dalla stessa DSU in relazione ai paesi in
via di sviluppo.
Considerata la centralità dell’obiettivo d’integrazione ci si chiede perchè non sia
stata percorsa in toto la strada dell’unificazione o dell’armonizzazione. Contro
questa soluzione c’è il timore che l’opera di codificazione, comportando la
revisione degli accordi, potesse rimettere in discussione le regole accettate
dagli stati. In secondo luogo c’è da ritenere che la specificità sia da giustificare
sulla base della specificità delle materie.
Trattamento particolare è riservato ai Paesi in via di sviluppo e la novità
risiede nel fatto che è stata individuata la categoria dei “paesi meno avanzati”
cui il trattamento favorevole consiste in raccomandazioni ai Paesi
industrializzati; mentre nel GATT 1947 la posizione dei paesi in via di sviluppo
è equiparata a quella di tutte le altre parti inizialmente, poi con il tempo si è
andata differenziando nettamente.
La pluralità delle regole applicabili non comporta inconvenienti seri per la
certezza del sistema perché sono state previste alcune NORME DI CONFLITTO
che dovrebbero consentire di superare qualsiasi dubbio circa le norme e
procedure da applicare. A proposito sono state distinte 2 ipotesi diverse di
conflitto:
1. CONTRASTO TRA DISPOSIZIONI DSU E DISPOSIZIONI SPECIALI che
verrà risolto facendo prevalere queste ultime a titolo di lex specialis;
nella prassi si è cercato di circoscrivere il ricorso a tali disposizioni al fine
di preservare l’unità del sistema. Quindi la legge speciale deve prevalere
solo in presenza di comprovata incompatibilità che renda materialmente
impossibile l’attuazione simultanea.
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CODIFICATO per cui le soluzioni raggiunte devono essere compatibili con le
disposizioni contenute negli accordi OMC.
In questa prospettiva si colloca la novità cioè l’aggancio dell’attività
interpretativa degli organi di soluzione alle norme d’interpretazione abituale. Le
interpretazione fornite in sede di contenzioso sono sottoposte infatti a due
limiti:
1. NON POSSONO COMPORTARE Né UN AMPLIAMENTO Né UNA RIDUZIONE
DEI DIRITTI PREVISTI DALL’ACCORDO OMC perché talvolta gli organi
possono modificare il contenuto degli accordi facendo primeggiare lo
sviluppo delle norme piuttosto che l’interpretazione.
4. FASE ESECUTIVA
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Le fasi successive presentano elementi di novità rispetto al GATT 1947 poiché
oltre alla previsione del Secondo grado di giudizio, le principali innovazioni
riguardano regole introdotte per agevolare lo svolgimento dei procedimenti che
servono a stabilire anche i tempi per la durata del procedimento mediante la
fissazione di termini.
Decisiva è la procedura del consensus (particolare forma di deliberazione
all’unanimità) che viene invertita dal consensus negativo (necessità di
unanimità per il rigetto) al consensus in positivo (unanimità per adottare la
proposta) in relazione all’istituzione dei panel, all’approvazione del suo
rapporto, autorizzazione delle contromisure. Con l’inversione del consensus si
ribalta anche la posizione delle parti, infatti si è passati dal diritto di veto al
“diritto al panel” in capo al ricorrente.
FASE GIUDICANTE DI PRIMO GRADO: (davanti ai panel). Tale procedura si
può aprire solo dopo che sia fallito il tentativo delle consultazioni dirette. La
domanda va presentata al DSB per iscritto contenente precise indicazioni circa
l’eventuale svolgimento di consultazioni. Il DSB decide in merito (nella stessa
riunione in cui è stata presentata la domanda) però si tratta di una decisione
formalmente necessaria poiché l’accoglimento resta un atto dovuto (diritto al
panel). Proprio a causa dell’automaticità dei panel, il DSB non ha modo di
procedere ad una valutazione di conformità delle domande ai requisiti richiesti.
Ogni stato è legittimato ad agire ogniqualvolta ritenga verificarsi:
PREGIUDIZIO O ANNULLAMENTO di un vantaggio risultante da un
accordo contemplato
Tali disposizioni non conferiscono rilievo alla repressione degli illeciti bensì ai
benefici che traggono gli stati. Le prescrizioni della DSU si basano sui reclami
relativi ad infrazioni di obblighi, mentre i reclami senza infrazione sono
marginali e quindi soggetti a regole ad hoc.
LA LEGITTIMAZIONE ATTIVA:Le fattispecie in esame fanno riferimento
all’esistenza di un pregiudizio o annullamento, quindi legittimati attivamente
sono gli Stati che hanno di fatto subito. Il presupposto decisivo è quindi il
danno come evidenziato dai ricorsi senza infrazione che consentono l’avvio
della procedura anche senza illecito (infatti come nel GATT l’illecito non è preso
in considerazione in sé per sé, bensì in rapporto al prodursi del danno per i
Membri).
Qual è la posizione nella controversia dei SOGGETTI DIVERSI DAGLI STATI?
Tale sistema opera esclusivamente sul piano interstatale e di conseguenza la
legittimazione attiva spetta solo agli stati membri dell’OMC, mentre la tutela
dei soggetti non statali e delle loro posizioni giuridiche può realizzarsi in
maniera indiretta ed eventuale nell’ambito degli ordinamenti interni o
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comunque con forme che non implicano un potere di azionamento di tali
procedimenti.
Dal punto di vista della LEGITTIMAZIONE PASSIVA gli stati membri sono gli
unici protagonisti. Tuttavia la normativa DSU presenta particolarità rispetto al
regime ordinario di responsabilità statale sia per quanto riguarda l’ELEMENTO
OGGETTIVO (L’illiceità della condotta non ha rilievo in sé, bensì va considerata
in relazione agli affetti pregiudizievoli sugli scambi internazionali diventando di
rilievo esclusivo nel caso di ricorsi senza infrazione) e per quanto riguarda
L’ELEMENTO SOGGETTIVO (l’imputabilità del comportamento. Ai sensi del
diritto internazionale generale la responsabilità di uno stato si ha nel momento
in cui il comportamento è imputabile ad uno dei suoi organi. Nel GATT
attraverso la clausola federale s’imponeva ai governi di adottare le misure
necessarie per assicurare l’esecuzione dell’accordo. Tali limiti sono oggi caduti.
Comunque il Gatt 1994 prevedeva la piena responsabilità di diritto
internazionale per gli stati per gli atti compiuti in violazione, viene così
conferita di fatto l’obbligo di risultato con la piena applicabilità della procedura
di soluzione delle controversie. Sono stati regolati anche gli effetti, stabilendo
che in caso di condanna lo stato leso potrà comunque far valere le
conseguenze dell’illecito così come regolate dal DSU).
E’ stato discusso sulla possibilità della creazione di un sistema, in deroga
all’ordinario, per i casi di responsabilità degli stati per la condotta dei privati. E’
fuori discussione infatti che anche i comportamenti dei privati possono incidere
sugli scambi internazionali. Nella prassi si sono verificati abbastanza casi che
però non hanno condotto ad un esito positivo. Alla luce di questi elementi gran
parte della dottrina nega le differenze strutturali del regime di responsabilità
nell’OMC e nel diritto internazionale generale.
I PANEL: è un organo composto da individui che operano a titolo individuale e
non come rappresentanti dello stato. La principale funzione è quella di istruire
la causa svolgendo importanti indagini con ampi poteri conoscitivi finalizzate
alla ricostruzione oggettiva degli elementi della controversia. Allo stesso tempo
esercita una costante attività di conciliazione procedendo a regolari
consultazioni tra le parti per giungere ad una soluzione. (i suoi compiti sono
regolati di volta in volta dal DSB).
Qualora però le parti non concordino un mandato speciale il panel si vedrà
assegnato un mandato standard fissato dalla DSU.
L’inchiesta dai panel è improntata sul principio del contraddittorio e si svolge in
due fasi:
1. presentazione di memorie scritte
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Se le parti hanno invece raggiunto un accordo il rapporto si configura come
verbale di conciliazione.
LA FASE D’APPELLO:è uno degli elementi di maggiore novità in quanto
accentua la tutela delle parti in quanto l’organo si avvicina ai tribunali
internazionali.
L’organo d’appello è costituito dal DSB composto da 7 membri ( per 4 anni
rinnovabile) scelto da criteri di imparzialità , indipendenza e competenza. Tre
membri scelti in modo casuale si occupano a rotazione del caso di specie,
quindi non si prevede decisione plenaria anche se sono convocate riunioni
periodiche e consultazioni collegiali al fine di garantire maggiore uniformità.
Il ricorso può essere proposto da qualsiasi parte della controversia e non solo
dalla soccombente, mentre è escluso per i terzi.
La funzione dell’Organo sono strettamente giudiziali, infatti non svolge attività
di conciliazione tra le parti ma è chiamato solo per esaminare le questioni
contemplate dalla relazione dei panel. Non è previsto un riesame del caso,
quindi in breve possiamo dire che funziona come la Corte di cassazione.
La durata della procedura è più ridotta perché non super 60 giorni e sfocia in
un rapporto finale adottato dal DSB.
La disciplina DSU non usa il termine sentenza né quello di giudici.
Sorge il problema di determinare l’esatta portata delle competenze dell’organo
d’appello rispetto all’esigenza di attenersi o meno al petitum formulato dalle
parti in prima istanza e il problema di stabilire se le questioni giuridiche di sua
competenza comprendano solo l’interpretazione del diritto sostanziale o anche
aspetti diversi.
L’organo ha esercitato questa competenza in modo troppo estensivo rispetto ai
limiti del mandato (almeno tutte le volte che risulti necessario ad assicurare
una soluzione positiva) sconfinando in funzioni di tipo quasi-normativo.
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SLIDE 3 Esaminiamo le forme di sovvenzioni statali più frequentemente usate nella
prassi distinguendole:
1. A seconda del carattere specifico o meno delle sovvenzioni e cioè a seconda
che siano destinate a particolari soggetti o meno. Solo le sovvenzioni specifiche
sono suscettibili di conferire vantaggi competitivi.
2. A seconda delle modalità di erogazione Le sovvenzioni infatti possono
essere dirette consistendo in vere e proprie attribuzioni di denaro, oppure
indirette quando le imprese beneficiano di una riduzione dei costi e oneri.
3. A seconda che siano sovvenzioni all’esportazione o sovvenzioni interne
Infatti nel caso di sovvenzioni all’esportazione l’aiuto viene concesso per
incrementare le esportazioni consentendo alle imprese di vendere i loro prodotti
sul mercato mondiale ad un prezzo inferiore a quello interno e quindi più
concorrenziale (questo tipo di sovvenzioni sono anche necessariamente
specifiche). La seconda tipologia invece è finalizzata allo sviluppo dell’industria
nazionale.
SLIDE 4 Tuttavia la linea di confine tra le due tipologie non è sempre chiara e
una tecnica spesso utilizzata per sopperire all’indeterminatezza è quella di ricorrere
ad elenchi esemplificativi di fattispecie che possono farsi rientrare nell’una o l’altra
categoria.
In occasione del Tokio Round è stato annesso al Codice e poi all’Accordo OMC il
seguente elenco esemplificativo:
SLIDE 6Incentivi non fiscali: si tratta di crediti e tassi agevolati concessi dallo
Stato direttamente. Un caso di credito agevolato si realizza attraverso forme di
partecipazione statale alla proprietà di imprese (acquisto da parte del Governo di titoli
o azioni). Vantaggi analoghi si hanno nel caso di assicurazione dei crediti
all’esportazione contro i rischi politici e commerciali.
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Una forma di agevolazione delle esportazioni che racchiude in sé varie misure è
costituita dalle zone franche di trasformazione (si istituiscono aree in cui entrano
prodotti stranieri destinati ad essere assemblati o trasformati in prodotti di
esportazione, senza dazi).
SLIDE 7 Ma l’intervento pubblico in un’ottica liberistica è avvertito come fattore
distorsivo della concorrenza capace di alterare il prezzo e provocare danno economico
alle imprese straniere produttrici di beni similari
SLIDE 12 Le misure di ritorsione poste in essere dallo Stato leso da una
sovvenzione divengono a loro volta fonte di restrizione poiché non si limitano a
neutralizzare il danno ma colpiscono i prodotti dell’altro Stato in modo
eccessivo. Lo stato potrà porre in essere dazi compensativi.
SLIDE 13 La volontà di evitare queste situazioni è alla base del tentativo del GATT
1947 di disciplinare in modo multilaterale la questione tenendo conto comunque di
differenti esigenze:
1. UTILITA’ ECONOMICA DELLE SOVVENZIONI
2. TUTELA DEGLI STATI COLPITI DAGLI EVENTUALI EFFETTI
PREGIUDIZIEVOLI
3. TUTELA DEGLI STATI EROGATORI DI SOVVENZIONI
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Prima della Seconda Guerra Mondiale la materia era disciplinata dalla LEGISLAZIONI
STATALI dedicate ai “DIRITTI ANTIDUMPING” (che non disciplinavano delle
sovvenzioni in sé bensì consentivano allo Stato d’imporre dazi su prodotti importati ad
un prezzo inferiore a quello di mercato).
SLIDE 15 Con il Gatt 19847 si ha la prima regolamentazione che però denota un
approccio verso il mantenimento delle prerogative statali in quanto si limita a
prevedere l’obbligo degli Stati di redigere un rapporto sulle sovvenzioni erogate (da
notificare poi alle Parti Contraenti) nonché di aprirsi alla consultazione con gli Stati che
potessero subire pregiudizio (non si trattava quindi di limiti all’uso delle sovvenzioni
ma di obblighi strumentali).
SLIDE 16 Con il Gatt 1995 si vietarono le sovvenzioni all’esportazione dei prodotti
manifatturieri che avessero come conseguenza la vendita di tali prodotti ad un prezzo
inferiore a quello del mercato interno. Tali prodotti erano distinti dai prodotti di base
per i quali le sovvenzioni erano consentite purchè non avessero l’effetto di far ottenere
allo Stato “più di una parte equa del commercio mondiale”.
Tale distinzione non fu mai accettata dai paesi in via di sviluppo perché ritenuta
discriminante in quanto favoriva le produzioni agricole dei Paesi industrializzati.
Avveniva esattamente il contrario per i prodotti del settore manifatturiero.
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Restava tuttavia irrisolta la questione della dimostrazione della relazione causale tra le
sovvenzioni concesse e il conseguimento di una quota di mercato superiore.
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VERDI
Anche in questo caso rileva la nozione di specificità (che si applica solo alle
sovvenzioni interne) perché solo le sovvenzioni specifiche possono ricadere sotto
questi regimi.
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recenti perché potremmo avere come risultato solo il concedere un vantaggio
concorrenziale piuttosto che superare il vantaggio)
SLIDE 30 I MEZZI DI RICORSO E IL SISTEMA DI CONTROMISURE: l’Accordo
conferma l’opzione del Codice 1979 a favore di due tipi di procedimenti:
1. IL PROCEDIEMENTO D’IMPOSIZIONE UNILATERALE di misure
compensative per neutralizzare gli effetti. Questo non può essere usato
per tutti i tipi di sovvenzione. Il campo d’azione è limitato a chi ha subito
il pregiudizio
2. IL PROCEDIMENTO MULTILATERALE PER LA SOLUZIONE DELLE
CONTROVERSIE TRA I MEMBRI OMC.
I due procedimenti non sono necessariamente alternativi poiché in presenza di
alcuni requisiti possono svolgersi contemporaneamente.
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I DAZI COMPENSATIVI invece sono attuabili solo dallo Stato importatore (poiché
strumento di difesa unilaterale) e se gli obiettivi realizzati da queste misure non sono
dissimili da quelle autorizzate, potrebbero essere considerati come “espressione di un
mandato diretto conferito dall’OMC e dai suoi Membri”.
SLIDE 35 IL COUNTER-SUBSIDY: è una prassi diffusa quale mezzo di tutela non
istituzionale e unilaterale. Consiste nel concedere alle imprese del paese importatore
sovvenzioni analoghe a quelle di un altro Paese per recuperare lo svantaggio
competitivo. Tale mezzo è stato condannato dal GATT e oggi risulta come
inammissibile.
SLIDE 36 LA PROCEDURA PER L’IMPOSIZIONE DI DAZI COMPENSATIVI: La
procedura prescritta dall’Accordo SCM è articolata in due fasi:
1. INCHIESTA PRELIMINARE
2. IMPOSIZIONE E RISCOSSIONE DEI DAZI
SLIDE 37 La procedura si apre su istanza dei produttori o delle autorità competenti
dello Stato importatore a cui spetta anche esaminare le istanze le quali devono
rispondere a requisiti SOGGETTIVI (la legittimazione) e OGGETTIVI (le domande
devono contenere la prova dell’esistenza della sovvenzione, del pregiudizio e del nesso
di causalità).
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Le misure non possono essere retroattive e possono applicarsi solo ai prodotti dopo
l’entrata in vigore della decisione.
In mancanza di rispetto di tali regole devono essere previsti dei MEZZI DI ROCORSO
INTERNI
SLIDE 40 L’Accordo prende in considerazione le esigenze dei Paesi in via di
sviluppo riconoscendo il ruolo importante delle sovvenzioni per loro e quindi ha
previsto un regime speciale in fatto di esenzioni totali e deroghe provvisorie
(incondizionate) per le quali è previsto l’obbligo di rimozione al verificarsi di
determinati presupposti (il Paese sia diventato competitivo).
Sono previste deroghe anche per i Paesi in fase di Transizione .
Tale trattamento speciale si è verificato inefficace perché tali Paesi non hanno rimosso
le sovvenzioni gradualmente.
SLIDE 41 IL PRINCIPALE ORGANO: Si tratta del COMITATO per le sovvenzioni e le
misure compensative.
Composto dai rappresentanti di tutti gli Stati membri ed è un faro di consultazione.
COMPITI PRINCIPALI: vigilanza sulle politiche di sovvenzionamento agevolata dalla
previsione di obblighi di trasparenza, pubblicità e notifica soprattutto dei programmi
d’aiuto già esistenti prima dell’entrata in vigore dell’Accordo.
IL GRUPPO PERMANENTE DI ESPERTI: Il Comitato può servirsi di organi sussidiari, tra
cui spicca il GPE che è composto da persone qualificate con funzioni consultive.
SLIDE 42 In conclusione l’Accordi SCM non ha eliminato del tutto i problemi da
sempre connessi a tale materia perché:
1. L’equilibrio che si è creato è ancora fragile
2. la disciplina è limitata ai prodotti manifatturieri facendo restare esclusi altri
settori come servizi e prodotti agricoli.
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