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in merito alle modalità alternative di “conclusione” del contratto contemplate dalla norma
(la possibilità per il consumatore di concludere il contratto per iscritto) e senza che sia
acquisita la sua rinuncia esplicita alla forma scritta, non soddisfano il requisito di cui all’art.
51, comma 6, del Codice del Consumo.
Effetti delle decisioni sulla tutela dei diritti.Ferma, ovviamente, la possibilità per le
compagnie sanzionate di ricorrere alla giustizia amministrativa per contestare la
ricostruzione dei fatti ed eventualmente la qualificazione degli stessi, resta da chiedersi se il
provvedimento (non impugnato ovvero eventualmente confermato dal giudice del ricorso)
possa spiegare una qualche efficacia nei confronti del consumatore che intende agire in
giudizio in relazione ai fatti oggetto dei provvedimenti.
Ed infatti, in casi come questi la possibilità che il consumatore possa agire in giudizio è
fortemente condizionata dalla possibilità di fornire la prova delle proprie affermazioni (ad
esempio: del vocal order seguito dall’operatore nel caso di specie).
Diviene quindi importante poter fare «affidamento» sul provvedimento sebbene quel
provvedimento non abbia un’efficacia processuale prossima al giudicato.
Tutt’al più – mancando nel settore delle prassi commerciali (scorrette e/o aggressive) una
norma simile all’art. 7 d.lgs. n. 3/2017 che riconosce ai provvedimenti dell’AGCM in
materia antitrust un’efficacia equiparabile a quella del giudicato – potrà essere riconosciuta
un’efficacia di prova privilegiata e da sola sufficiente (se non emergono fatti contrari relativi
al caso singolo) a fondare un’eventuale impugnativa contrattuale.
Del resto, soltanto rendendo efficaci (quantomeno) le azioni follow-on anche in materia di
pratiche commerciali scorrette (ed ammettendo senz’altro che la violazione delle norme del
codice del consumo, oltre alle sanzioni tipiche eventualmente previste, possa avere una
diretta incidenza sul contratto) potremmo ottenere un sistema che garantisce pienamente la
tutela del consumatore (nonché, principaliter, la concorrenza) senza che per qualche
impresa possa essere più conveniente violare la normativa che rispettarla.