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IL SOPRASOGLIA
Consideriamo le procedure soprasoglia, sotto la vigenza del d.lgs. 36/2023
(art. 14). È tutto quello che rimane, quello che nasce per essere l’ordinario, la
regola, ovvero le procedure di gara, oggi hanno un margine di applicazione
sempre più ridotto a causa dell’erosione alla quale assistiamo con riferimento
agli altri istituti e fenomeni. Vale il divieto di arti cioso frazionamento, che è
usato per rimanere sotto la soglia (ma il legislatore vuole favorire comunque le
piccole-medio imprese). Per valutare se un appalto è sopra o sotto la soglia
occorre prendere in considerazione l’importo a base d’asta al netto dell’IVA.
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importante, perché il dirigente nella teoria dell’organizzazione amministrativa
è quella gura apicale nell’u cio dell’organo che ha una competenza ad
adottare degli atti (provvedimenti) che abbiano e etti all’esterno dell’organo,
nei confronti degli amministrati, cittadini e imprese che siano. Il RUP deve
essere sempre un dirigente? Il codice non lo richiede espressamente.
Tendenzialmente si potrebbe scegliere con atti di autorganizzazione (margine
ristretto in cui anche nel soprasoglia è possibile regolamentare
determinati aspetti) in cui si potrebbe dire che non è il dirigente. Questa
scelta, se è funzionale ad una maggiore elasticità dell’u cio, libera il dirigente
da determinati compiti, ma rimangono alcuni atti, proprio perché hanno
e cacia esterna, destinati ad impattare sulla posizione degli operatori
economici che dovranno essere rmati anche dal dirigente e non solo dal
RUP. Pensiamo alle esclusioni dalle gare, che vanno a toccare le imprese.
Pensiamo che le esclusioni sono direttamente impugnabili davanti al TAR.
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- Fissazione dei criteri di aggiudicazione e delle modalità di attribuzione
del punteggio. Maggiore discrezionalità nell’attribuire i punteggi e i pesi.
- Determinazione delle soglie e dei parametri di anomalia.
L’amministrazione ha più discrezionalità nell’individuare i parametri
dell’o erta anomala. Bisogna rinviare al concetto di anomalia, cosa è? Al
veri carsi di determinate soglie dell’o erta, la stazione appaltante sospetta
che non sia seria, attendibile, attiva il contraddittorio con l’impresa che
dovrà spiegare perché ha potuto prestare quell’o erta, come determini un
utile e se è sottocosto la stazione dovrà escludere l’impresa che ha
presentato quest’o erta anomala. Mentre in precedenza l’individuazione
delle soglie anomale era fatta in maniera molto stringente dal legislatore,
ora c’è più discrezionalità della stazione appaltante.
Anche nel soprasoglia la discrezionalità è corollario, emanazione, del
principio del risultato. Il legislatore ha ducia nell’amministrazione.
PROCEDURE SOPRASOGLIA
Art. 71 PROCEDURA APERTA
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avviso di indizione di gara in cui l’operatore economico, in risposta all’avviso,
fornisce delle indicazioni sulla sua situazione, sull’intenzione di partecipare,
fornendo delle prime importanti indicazioni sulle caratteristiche, sui requisiti
(questa fase di scrematura manca nella procedura aperta). La stazione
appaltante, a seguito delle informazioni ricevute, inviterà a presentare l’o erta
solo agli operatori economici invitati. Nella procedura aperta manca una
prima valutazione. Abbiamo una risposta ad un avviso che non si converte
in una automatica partecipazione alla gara, ma nell’interesse legittimo a
ricevere l’invito a partecipare dalla stazione appaltante.
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successive) possono essere negoziate. Si arriverà ad un momento in cui
l’oggetto dell’appalto è de nito. La negoziazione non può esserci sui
requisiti minimi (non mi posso accordare per eliminare un requisito minimo,
ad esempio il presidente del CdA è condannato per atti di terrorismo) e sui
criteri di aggiudicazione. Si arriva all’o erta nale e qui non ci può
essere negoziazione. Le stazioni possono riservarsi la possibilità di
aggiudicare sulla base delle o erte iniziali, senza dare vita alla negoziazione,
ma se dovesse essere così, di fatto annacqua la valenza innovativa di questa
forma di procedura, dato che ciò che la connota è la possibilità di più fasi, più
o erte (per poi concorrere sull’o erta nale).
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modalità che abbiamo considerato. Il dialogo prosegue nché la stazione
appaltante non individua la soluzione. Dichiarato concluso (potrà portare alla
scrematura progressiva degli imprenditori), la stazione invita ciascuno di loro
a presentare l’o erta nale.
I TEMPI
È necessario guardare i Decreti Sempli cazione del 2021 e 2022 sotto il
Covid. Cosa recepisce il codice del 2023 di quelle tendenze? La tendenza
alla velocizzazione o, ancora meglio, ad una de nizione dei tempi della
gara. La scelta di una procedura piuttosto che un’altra ha delle conseguenze
sulle tempistiche di conclusione della gara (non c’erano nel vecchio codice,
sono state introdotte dalla legislazione più recente e sono state riprese dal
codice e dagli allegati, in particolare l’allegato I.3). L’allegato I.3 ci parla dei
termini delle procedure di appalto.
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Quali sono i fattori che devono essere considerati?
a. Il primo è la procedura seguita;
b. Il secondo è il criterio di aggiudicazione utilizzato;
- O erta economicamente più vantaggiosa (la regola, qualità-prezzo
o qualità-costo), è più complicato, non tiene conto solo dell’o erta
economica;
- Massimo ribasso, tiene conto solo dell’o erta economica.
Aperta 9 mesi 5 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
norma non
dice max)
Ristretta 10 mesi 6 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
norma non
dice max)
Competitiva 7 mesi 4 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
con norma non
negoziazione dice max)
Partenariato 9 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
per norma non
l’innovazione dice max)
Dialogo 7 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
competitivo norma non
dice max)
Negoziata 4 mesi 3 mesi Max 1 mese Max 3 mesi 3 mesi (la Max 7 mesi
senza bando norma non
dice max)
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aggiudicatrice di gara, che solitamente ha il lavoro di giudicare l’o erta dal
punto di vista tecnico. Questo viene sostituito da una mera valutazione sul più
alto ribasso. Questi termini possono essere oggetto di dilatazione ulteriore.
Ci sono delle proroghe possibili, come il procedimento di anomalia
(massimo 1 mese), le circostanze eccezionali motivate dal RUP (massimo
3 mesi) o delle ulteriori situazioni imprevedibili di oggettiva di coltà
certi cate dal RUP con atto motivato (3 mesi, la norma non da massimo).
La di erenza tra queste ultime due non sarà sempre facile da considerare,
dovrebbe essere relativa al fatto che nel primo caso è all’interno della PA e
nel secondo all’esterno. Sono tutte proroghe possibili, non obbligatorie. Si
può arrivare a 7 mesi. La digitalizzazione rende queste circostanze ancora più
di cili, dovrebbe aiutare.
L’art. 17 comma 3 dice che le stazioni appaltanti concludono le procedure di
selezione nei termini indicati nell’allegato I.3.
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- L’o erta economicamente più vantaggiosa intesa come minor prezzo.
Immaginiamo che il prezzo è solo la somma pagata per l’acquisto del
bene. Più basso è il prezzo più il punteggio maggiore. Poi c’è la
componente qualità, ovviamente. Il minor prezzo nell’o erta
economicamente più vantaggiosa è adeguato solo ai prodotti
standardizzati. Perché? Entra in gioco il tema della transizione ecologica.
- L’o erta economicamente più vantaggiosa intesa come minor costo.
Nella fetta relativa al costo non c’è solo il prezzo, ma il ciclo di vita del
bene (prezzo, consumo, consumo elettricità, costi di smontaggio e
riciclaggio). La torta si amplia. I costi del ciclo di vita sono: i costi
sostenuti dall’amministrazione (relativi all’acquisizione, connessi
all’utilizzo, alla manutenzione e relativi al ne vita) ed i costi imputati a
esternalità ambientali.
Quella che era la voce più semplice del prezzo, se la stazione appaltante
decide di ricorrere a questo elemento del costo, diventa impegnativa. Anche
se bisogna dire che ricorre poco, al momento.
L’art. 108 dice che questa non è una scelta totalmente libera. Nella scelta
sul criterio da individuare abbiamo visto che c’è discrezionalità ma continua
ad esserci, in un certo senso, un favore rispetto al criterio dell’o erta
economicamente più vantaggiosa. Ci sono degli ambiti nei quali questo
criterio è obbligatorio, ad esempio:
a. Servizi di natura tecnica e intellettuale di importo pari o superiore a
140.000 euro;
b. Contratti di servizi e forniture di importo pari o superiore a 140.000 euro
caratterizzati da notevole contenuto tecnologico o che hanno un
carattere innovativo;
c. A damenti in caso di dialogo competitivo e di paternariato per
l’innovazione;
d. A damenti di appalto integrato (la progettazione esecutiva viene
appaltata), siccome viene appaltato anche il progetto, non puoi fare una
valutazione solo di massimo ribasso.
In alcuni casi c’è quindi l’obbligatorietà per l’o erta economicamente più
vantaggiosa. In altri casi c’è la possibilità di ricorrere al criterio del prezzo più
basso (non l’obbligo). Ci dice, è vero, puoi farlo, ma sarebbe meglio l’o erta
economicamente più vantaggiosa. Dove puoi farlo? Nelle standardizzate. Ma
con una eccezione, quando si tratta di servizi ad alta intensità di
manodopera. Ad esempio, appalto di pulizie, decespugliazione, ecc. sono
coinvolti personale, operai, bisogna tutelare le norme relative al lavoro e
l’o erta si valuta in base all’o erta economicamente più vantaggiosa. Anche
negli appalti standardizzati che però sono ad alta intensità di
manodopera si usa l’o erta economicamente più vantaggiosa.
La plenaria 8/2019 dice quello che dice il codice.
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L’art. 108 dice che c’è più discrezionalità per modulare l’o erta
economicamente più vantaggiosa. Cosa signi ca? Sempre all’insegna della
discrezionalità signi ca quanto segue: con il codice precedente c’era un
limite, non potevi prevedere una ripartizione maggiore rispetto al 30%
attribuibile al prezzo (con minimo 70%, quindi attribuibile all’o erta
economicamente più vantaggiosa). Questo è caduto, tendenzialmente si
potrebbe fare 60%-40% o 50%-50%. Anche qui, con eccezione dei contratti
ad alta intensità di manodopera (per questi è stato mantenuto massimo il
30% attribuibile al prezzo).
Attenzione al principio del risultato, signi ca che si, è vero, possiamo dare
un punteggio maggiore del 30% al prezzo, ma stiamo attenti che il risultato si
raggiunga, e si raggiunge con una qualità valida. Il prezzo non deve essere un
valore troppo importante. In un certo senso opera come limite alla
discrezionalità, ed il limite è il risultato. Se tu fai 100% prezzo (in alcuni casi
nemmeno puoi) non raggiungi il risultato o di cilmente riesci a farlo.
In realtà, la vera possibilità che c’è non è tanto quella di azzerare il fattore
qualità, ma la vera facoltà che viene data dall’art. 108 è di azzerare del tutto il
rilievo del fatto prezzo, facendo competere le imprese solo sul fattore qualità.
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contenente l’o erta tecnica o quella contenente l’o erta economica? Prima
si valuta quella tecnica. Solo successivamente, per rispetto dei principi
di imparzialità e buon andamento, si valuta l’o erta economica. Se
aprisse prima l’economica sarebbe facile che, con malizia, vuole aggiudicare
l’appalto all’impresa x, modellare i criteri dell’o erta tecnica e i punteggi
dell’o erta tecnica. Per questo l’o erta economica si vede dopo i punteggi
dell’o erta tecnica. La somma viene fatta alla ne. Anche l’idea che
nell’o erta tecnica non devono essere contenuti elementi che possano far
intuire quella che è l’o erta economica che sarà poi vista successivamente.
Vi è, poi, il principio della segretezza delle imprese. Un tempo era più
di cile da garantire (ci sono stati tanti ricorsi al TAR per buste aperte). Oggi è
più semplice, con le protetti con dei codici per i quali è più di cile che
questo venga limitato.
COMMISSIONE DI GARA
Ad e ettuare la valutazione nel caso dell’o erta economicamente più
vantaggiosa è un organo collegiale, la c.d. commissione di gara (o
commissione aggiudicatrice). Anche qui il legislatore prende atto di qualcosa
non perfettamente riuscito nel vecchio codice. Il vecchio codice prevedeva
che fossa istituito un rigido albo di commissari presso l’ANAC e poi si
faceva il sorteggio. Per una serie di ragioni quest’albo non è mai decollato.
Nello stesso tempo, sempre nel vecchio codice, si prevedeva che, nella
commissione di gara, la gura del RUP non potesse far parte nella misura in
cui il RUP quanto meno avesse svolto una funzione tecnico-amministrativa
nella gara stessa. È chiaro che il RUP svolge funzioni istruttorie, quindi in
base a questo, in linea di massima, non poteva mai farne parte.
Cosa è cambiato?
L’art. 93 del nuovo codice porta novità consistenti, nel senso che, ormai, non
essendoci l’albo dei commissari esterni, la commissione è presieduta da
un dipendente della stazione appaltante ed è composta dai suoi
funzionari, in possesso del necessario inquadramento giuridico e di
adeguate competenze professionali. Della commissione può far parte il
RUP. In mancanza di adeguate professionalità in organico, la stazione
appaltante può scegliere il Presidente e i singoli componenti della
commissione anche tra funzionari di altre amministrazioni e, in caso di
documentata indisponibilità, tra professionisti esterni. Quindi, se ci sono
le professionalità stanno dentro l’amministrazione (o in altre amministrazioni);
se non ci sono, devono essere nominati tra professionisti esterni. Ad
esempio, il Comune di Catanzaro ha indetto un bando per l’a damento del
servizio del gas (settore speciale), ha chiesto professionalità all’Università
Mediterranea, in ossequio a questa norma. La novità è anche sul RUP, non
c’è più la limitazione del vecchio codice.
Le nomine sono compiute secondo criteri di trasparenza, competenza e
rotazione.
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Se è annullata una gara da parte del giudice si riconvoca la commissione
precedente, a meno che non sia derivata da un vizio che riguarda la
composizione della commissione (ad esempio, un soggetto che non
poteva esserci). È una regola giurisprudenziale.
L’art. 93 comma 5 ci parla dei casi, venuto meno il RUP, dove per motivi di
imparzialità o buon andamento (naturalmente evitare con itti di interessi) si
impedisce di far parte della commissione a determinati soggetti. Quali sono i
casi?
a. Coloro che, nel biennio precedente all’indizione dell’aggiudicazione, sono
stati membri di organi di indirizzo politico della stazione appaltante;
b. Coloro che, anche con sentenza non passata in giudicato, sono stati
condannati per delitto contro la PA;
c. Coloro che hanno una situazione di con itto di interessi con gli operatori
economici che partecipano alla gara.
SEGGIO DI GARA
Diverso dalla commissione di gara è il seggio di gara. Che di erenza c’è?
Non sono la stessa cosa, nel senso che il seggio di gara ha dei compiti
molto più esecutivi, tecnici, di segreteria, non fa le vere e proprie
valutazioni tecnico-economiche che fa la commissione di gara. Svolge
funzioni tecniche, matematiche, nella procedura di aggiudicazione, non
entrando tanto in gioco nelle valutazioni più discrezionali che fa la
commissione di gara. Anche in questo caso, il seggio può essere formato da
uno o più soggetti (anche il RUP stesso) e viene nominato all’interno della
stazione appaltante.
Un aspetto importante è che il seggio di gara fa le veci della
commissione aggiudicatrice in un caso, quale? In caso di a damento
con il criterio del minor prezzo (in questo caso è il RUP). Tutto torna, la
commissione di gara entra in gioco con l’o erta economicamente più
vantaggiosa; quando c’è massimo ribasso la commissione non c’è e quindi
può farlo il seggio, quindi il RUP.
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OFFERTE ANORMALMENTE BASSE (ART. 110)
Parliamo delle o erte anomale. Le abbiamo vista sulla maggiore
discrezionalità delle stazioni appaltanti, sul tipo di procedura, su come
modulare i pesi all’interno dell’o erta economicamente più vantaggiosa, ora
lo vediamo con le o erte anomale.
Il vecchio codice diceva che, in casi molto ridotti e individuati dalla legge,
un’o erta doveva considerarsi anomala e, quindi, soggetta al controllo di
anomalia. Ad esempio, se l’o erta supera i 4/5 del massimo punteggio è
sospetta di anomalia. Questa norma non c’è più.
C’è un paniere molto ampio (Allegato I.2) di modalità di veri ca della
anomalia dell’o erta. All’interno di questo, la PA ha discrezionalità assoluta
di scegliere quale criterio e ettuare per la veri ca dell’anomalia dell’o erta.
Ricordiamo che se si entra in questi requisiti, non solo per questa
ragione l’o erta è considerata anomala (non seria, non a dabile, fatta solo
per accaparrarsi l’appalto), non è automatica l’esclusione. Principi di livello
comunitario hanno progressivamente imposto la regola del contraddittorio
procedimentale (divieto di esclusione automatica dell’o erta in odore di
anomalia). La stazione appaltante dovrà scrivere una PEC e dirle che è
sospetta per questa serie di motivi, chiedendole entro un tempo
predeterminato di fornire delle giusti cazioni.
Un settore molto delicato sono i costi della manodopera, ci sono tabelle
ministeriali che indicano i costi a seconda del tipo di mansione. Se c’è uno
scostamento, l’impresa dovrà motivare come ha fatto a far quadrare i conti.
L’inadeguatezza delle spiegazioni determinerà l’esclusione dalla gara.
La giurisprudenza in materia è importante dato che molte cause, contenziosi,
si hanno proprio in tema di esclusioni per anomalia dell’o erta.
La veri ca di anomalia riguarda la serietà dell’o erta, sulla base della
necessità di selezionare un aggiudicatario nel suo complesso a dabile. Una
valutazione complessiva, globale e sintetica. Sintetica e globale non vuol
dire super ciale, deve essere attenta (poi il giudizio nale deve essere globale
e sintetico). In genere l’o erta è anomale quando il pro tto è particolarmente
basso.
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di far stipulare un contratto che potrebbe venire meno a causa di
annullamento giurisprudenziale dell’aggiudicazione (si congela, in un certo
senso). È una possibilità costituzionalmente tutelata. Il ricorso al TAR
solitamente è di 60 giorni, in questo caso (in materia di gare) è di 30 giorni. I
35 giorni ricomprendono questi 30.
C’è poi un termine tendenzialmente ultimo entro il quale la stazione dovrà
stipulare il contratto. Anche qui, come per i termini di durata delle procedure,
l’idea è stata quella di una massima accelerazione della procedura, compresa
anche la stipula. Non può essere e ettuata prima di 35 giorni, ma non oltre i
60 giorni. Deve rispettare questo range. Naturalmente, l’art. 18 prevede
questo termine ed inserisce le eccezioni, ad esempio:
- Autotutela;
- Provvedimento cautelare del giudice amministrativo (link con il tema della
tutela processuale, se il ricorso è stato proposto e in sede cautelare la
parte ricorrente ha ottenuto ragione, è evidente che ci sarà una sorta di
prosecuzione dello stand still);
- Termine diverso previsto nel bando o nell’invito ad o rire;
- Accordo tra le parti motivato in base all’interesse della stazione appaltante,
compatibilmente con quello generale alla sollecita esecuzione del
contratto.
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La violazione del termine comporta problemi per l’amministrazione. Abbiamo
parlato di buona fede, ducia, ecc. ed il legislatore ci dice che è una
violazione della buona fede, con tutto ciò che ne consegue (risarcimento,
responsabilità del funzionario dirigente che avrebbe dovuto siglare il
contratto). Si distinguono i rapporti con il privato e i rapporti interni che ci
sono.
Se, invece, il ritardo è addebitabile non alla parte pubblica ma alla parte
privata, cioè all’operatore economico che ha vinto la gara, l’art. 18 comma 6
dice che questo ritardo può essere soggetto a revoca. La stazione
appaltante può fare una revoca, non è automatica la decadenza del vincolo.
La stazione appaltante, nell’esercizio della sua discrezionalità, potrà fare una
duplice valutazione:
a. Cercare, anche a termine superato (non perentorio), di concludere il
contratto;
b. Ritenere di non potere andare avanti con l’aggiudicatario e revocare
l’aggiudicazione ed incamerare quella che è la garanzia provvisoria che è
una cauzione che l’aggiudicatario ha dovuto presentare partecipando alla
gara che è destinata a coprire eventuali responsabilità, come quella di cui
abbiamo appena parlato.
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