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Il WTO e gli Accordi Multilaterali

Corso di Economia Agroalimentare (Sistema e Mercati) Prof. Marco Zuppiroli


Facolt di Economia Universit degli Studi di Parma

Il W.T.O.
Il WTO (Organizzazione Mondiale per il Commercio) nato il 1/1/1995 e la sua costituzione era prevista nellAccordo GATT del 1994. Obiettivo principale del sistema WTO favorire gli scambi commerciali rimuovendo gli ostacoli derivanti dalle regolamentazioni vigenti nei diversi paesi che, nelle materie oggetto di accordo, devono comportarsi in modo trasparente e prevedibile. La maggioranza delle nazioni (146 paesi, il 97% del commercio mondiale) fa parte del sistema commerciale regolato dal WTO; la Cina entrata nel 2002. Sono tuttora esclusi molti paesi produttori di petrolio e dellex-blocco sovietico. Le relazioni commerciali possono portare a conflitti commerciali ed il WTO ha il compito di comporre le dispute fornendo linterpretazione autentica dei contratti e degli accordi sin qui negoziati.

I principi fondamentali
I negoziati nellambito del WTO sono lunghi e complessi e regolamentano unampia gamma di attivit. Si occupano di agricoltura, prodotti tessili e abbigliamento, attivit bancarie, regolamenti di igiene alimentare, propriet intellettuale, etc. Nonostante la pluralit di tematiche, alcuni principi semplici e fondamentali sono ricorrenti. Il sistema commerciale dovrebbe risultare:

non discriminatorio, (pi) libero: tramite i round negoziali tutte le barriere (tariffe, dazi, quote allimportazione, barriere non tariffarie, divieti, etc.) vengono prima tradotte in dazi e, successivamente, assoggettate a riduzione concordata; prevedibile, cercando di rendere stabili e certe nel tempo le regole secondo cui si svolgono le attivit commerciali; concorrenziale, scoraggiando pratiche sleali di competizione; vantaggioso per i paesi meno sviluppati, dando loro pi tempo per adattarsi alle regole, pi flessibilit ed anche prevedendo un accesso preferenziale ai mercati dei PS.

Commercio senza discriminazioni


Il principio del commercio senza discriminazioni, a sua volta, si sostanzia in due regole fondamentali:

Clausola della Nazione Pi Favorita (NPF): se si offre ad un paese un trattamento speciale, es. una aliquota doganale pi bassa, quel privilegio dovr essere esteso a tutti gli altri paesi che aderiscono allaccordo negoziato in ambito WTO (in altre parole, a ciascuno concesso, in modo equanime, lo status di NPF); Regola del Trattamento Nazionale (TN): le merci importate e quelle prodotte localmente devono essere trattate in modo uguale, senza discriminare secondo la provenienza delle merci o dei servizi.

Commercio senza discriminazioni


La sola forma di protezione ammessa sono le tariffe consolidate che:

sono state oggetto di negoziazione tra le parti; e non possono essere variate in aumento se non previa una compensazione concessa agli altri Paesi aderenti.

Tuttavia, un paese membro del WTO pu essere autorizzato a discriminare un altro paese se questultimo commercializza in dumping (vendita sottocosto per aumentare la quota di mercato). Il paese danneggiato pu cos discriminare lesportatore imponendo dazi addizionali ai prodotti.

Il contesto istituzionale: tre livelli di regolazione


Gli Stati nazionali non sono gli attori del commercio internazionale. Tuttavia sono gli Stati che definiscono le regole che possono ostacolare o incentivare i comportamenti degli operatori privati e delle imprese che costituiscono il mercato e realizzano gli scambi. Le regole sono stabilite a tre livelli: multilaterale; regionale; nazionale (o comunitario nel caso dellUE). Lobiettivo per tutti gli Stati accrescere la competitivit delle filiere nazionali per limitare la concorrenza internazionale o stimolare lesportazione.

USA ed UE: le strategie dei due protagonisti


Prima di concentrare lattenzione sul comparto agroalimentare, utile inquadrare le strategie generali dei due principali interlocutori politici ed economici presenti sulla scena internazionale: gli USA, principali fautori della liberalizzazione degli scambi, sono ora impegnati nella creazione di aree di libero scambio in diverse aree geografiche. Fondamentalmente la strategia USA rivolta al resto del continente americano ed allAsia.

USA ed UE: le strategie dei due protagonisti


Oltre 2/3 delle importazioni europee provengono da paesi legati allUE da accordi preferenziali. La politica commerciale dellUE concentrata su:

Integrazione ad est con la progressiva adesione dei PECO allUnione, e, forse, in futuro della Turchia e della penisola balcanica; Area di libero scambio euro-mediterranea con 12 paesi del bacino mediterraneo meridionale ed orientale; Accordi preferenziali con i PVS. In questo ambito una delle principali iniziative stata EBA (Everything But Arms) con la quale lUE, a partire dal marzo 2001, ha previsto per gli scambi con 48 paesi meno sviluppati labolizione dei contingentamenti e dei dazi doganali per 919 categorie commerciali - con la sola eccezione del commercio di armi -. Nellaccordo sono inclusi i prodotti agricoli; per tre importanti prodotti (zucchero, banane e riso) la liberalizzazione stata progressiva e distribuita nellarco di 8 anni.

1 - Gli accordi multilaterali


Gli accordi multilaterali riguardano e impegnano una pluralit di paesi presenti sulla scena internazionale. I pi importanti accordi multilaterali sono quelli maturati nellambito del GATT, un ente nato il 30 ottobre 1947 per regolamentare gli scambi internazionali; nel corso degli anni il GATT si sviluppato gradualmente passando attraverso diversi cicli (round) di negoziazioni multilaterali. Lultimo round che si concluso stato lUruguay Round (1986-1994) che ha sancito la fine del GATT e la costituzione, il 1/1/1995, del WTO. Nellambito dellUruguay Round particolare rilievo stato assegnato ai temi dellagricoltura e del commercio agroalimentare. Gli scambi dei prodotti agroalimentari non sono soggetti solo alla regolamentazione espressa dal WTO. Altrettanto rilevanti, ma di competenza di altre istituzioni internazionali, sono le disposizioni in materia di trasporti, pagamenti e arbitrato nel caso di contenzioso.

Gli accordi multilaterali sullagroalimentare

Oltre al cosiddetto Accordo GATT sullagricoltura firmato nel 1994 esistono altri accordi rilevanti per le produzioni agroalimentari:

Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (=SPS); Accordo sulle barriere tecniche agli scambi (=TBT); Accordo sulla propriet intellettuale (=TRIPS) per la parte che affronta il riconoscimento e la protezione internazionale delle denominazioni di origine.

Gli accordi sulle barriere non tariffarie


Gli Accordi SPS e TBT affrontano il problema delle barriere agli scambi di natura non tariffaria (misure sanitarie, barriere tecniche). In linea generale si consente ai Paesi di fissare regolamentazioni in materia, ma con lobiettivo di raggiungere una loro armonizzazione a livello internazionale. A questo fine, nellapplicazione delle misure sanitarie e fitosanitarie, i Paesi si sono impegnati a riconoscere le norme, le direttive e le raccomandazioni fissate da:

Codex Alimentarius che, su iniziativa della FAO e dellOMS, analizza la legislazione alimentare ed elabora standard alimentari comuni per proteggere la salute dei consumatori; Ufficio internazionale delle epizoozie che definisce le norme sanitarie per il commercio internazionale degli animali e dei prodotti derivati e le misure per il controllo delle malattie animali (=epizoozie); Convenzione internazionale per la protezione delle piante che ha lo scopo di prevenire lintroduzione e la diffusione di malattie che possono derivare da piante o da prodotti vegetali.

Gli accordi sulle barriere non tariffarie


Nellapplicazione delle barriere tecniche lAccordo TBT prevede che le norme tecniche e le procedure di conformit richieste dai singoli Paesi non debbano creare ostacoli non necessari al commercio. A questo riguardo lAccordo specifica che va privilegiata la verifica della performance del prodotto, senza limitare gli scambi delle merci in base alle loro caratteristiche descrittive e/o di progettazione. LAccordo incoraggia i paesi aderenti a fare riferimento, per predisporre le normative nazionali e le procedure di conformit, agli standard internazionali stabiliti dallISO (organismo cui partecipano tutti gli enti nazionali e sovranazionali di standardizzazione che collaborano a determinare le specifiche tecniche per assicurare che materiali, prodotti, processi e servizi siano idonei al loro scopo).

Laccordo TRIPS: le indicazioni geografiche

Nellambito dellAccordo TRIPS una sezione (artt.22-24) riguarda il riconoscimento e la tutela a livello internazionale delle indicazioni geografiche che comprendono quei prodotti identificati come originari di un territorio di un Paese aderente la cui qualit riconducibile alla sua origine geografica. Rientrano in questa ampia definizione i prodotti che lUE riconosce come DOP (=denominazione di origine protetta) e IGP (=indicazione geografica protetta).

2 - Le tipologie di accordo regionale


Il processo di integrazione sovranazionale si sviluppa lungo 4 livelli successivi:


Area di libero scambio: vengono abolite le barriere doganali fra i paesi membri, ma ciascun paese libero di fissare le tariffe doganali nei confronti dei paesi terzi; Unione doganale: prevede ladozione di una tariffa esterna comune; Mercato comune: la liberalizzazione degli scambi estesa dai prodotti ai fattori produttivi; Unione economica: alla liberalizzazione dei flussi intra-area di merci, servizi e fattori si aggiunge un coordinamento / trasferimento di competenze a livello sovranazionale di alcune politiche settoriali.

Gli accordi commerciali regionali


Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicati gli accordi commerciali:

intra-regionali che prevedono la rimozione di barriere tra i paesi che decidono di aderire o ad un accordo di libero scambio (es. NAFTA per Canada, USA e Messico) o ad ununione doganale (es. MERCOSUR per Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay). inter-regionali che contemplano facilitazioni degli scambi tra gruppi di paesi (es. tra lUE ed i PECO).

Ogni accordo prevede, in genere, disposizioni specifiche per gli scambi dei prodotti agroalimentari. Tutti gli accordi, se pure possono indicare alcune limitazioni, hanno lo scopo di incentivare gli scambi interni (alla regione o ai gruppi di paesi contraenti) privilegiandoli rispetto alle transazioni con il resto del mondo.

Le politiche commerciali regionali


La lentezza e le difficolt dei negoziati multilaterali spingono verso il rafforzamento di accordi bilaterali ed aree di libero scambio, potenzialmente alternativi rispetto alla liberalizzazione multilaterale. Lo sviluppo delle politiche regionali potrebbe comportare la nascita di blocchi economici geografici contrapposti. Tuttavia il regionalismo compatibile con gli impegni a livello multilaterale e la WTO non impedisce (art.XXIV del GATT) agli Stati membri di sottoscrivere unioni doganali e aree di libero scambio, purch queste mirino alla completa liberalizzazione degli scambi commerciali intra-regionali in tutti i settori e non influiscano negativamente sulle importazioni da paesi terzi.

Eccezione al principio NPF


Il principio della nazione pi favorita prevede lobbligo per i membri di estendere a tutti gli altri sottoscrittori del GATT le migliori condizioni commerciali offerte ad un singolo paese. Le uniche eccezioni previste al principio sono:

accordi di libero scambio tra paesi adiacenti (che hanno carattere di reciprocit) sistemi di preferenze generalizzate per le importazioni provenienti dai PVS (gli accordi preferenziali non hanno carattere di reciprocit, ma sono concessioni unilaterali).

a giugno 2002 risultavano notificate alla WTO circa 250 zone di libero scambio. il 50% del commercio mondiale rientra in accordi regionali o preferenziali. crescente interesse degli USA per la creazione o il rafforzamento di accordi regionali che li preferiscono piuttosto che operare, come in passato, per un approccio multilaterale.

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