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LO SCIOPERO

Ha un riconoscimento giuridico da parte del nostro ordinamento. E’ riconosciuto come


diritto dall’art 40 COST.
E’ uno strumento che i lavoratori e il sindacato possono usare nelle dinamiche sindacali.
E’ anche uno strumento di conflitto sindacale, ovvero quando il sindacato si contrappone a
quella datoriale. Il conflitto si manifesta con l’adozione da parte del sindacato dello
strumento più efficace:lo sciopero. La finalità dello sciopero è quella di far valere i diritti dei
lavoratori, quindi è la stessa della contrattazione collettiva.
Lo sciopero , nel nostro ordinamento, ha conosciuto varie fasi . Secondo il codice pensale,
alla fine dell’800 fu riconosciuto come libertà e non più come reato . Questo significa che il
lavoratore può aderire ad uno sciopero senza che sia perseguibile penalmente. Lo sciopero,
nel periodo fascista, torna invece ad essere un reato volto a danneggiare l’interesse
economico dello Stato. L’assemblea costituente assume invece una posizione opposta
rispetto a quella fascista, infatti viene proclamato lo sciopero come diritto. La differenza tra
sciopero come libertà e sciopero come diritto sta nel fatto che nel primo caso il lavoratore è
assolto da una responsabilità penale ma di fatto è passibile di una sanzione disciplinare
dato che si astiene dal lavoro (inadempimento). L’assemblea costituente non è intervenuta
per inserire dei requisiti per il diritto allo sciopero, rimettendo al legislatore la facoltà di
intervenire (il quale non è mi intervenuto perché qualsiasi regolamentazione sarebbe in
conflitto con il 1 comma del 39).
Lo sciopero è un diritto a titolarità individuale ma ad esercizio collettivo cioè ha
combinato la dimensione individuale con quella collettiva. Ciascun lavoratore è libero di
esercitare o meno il diritto di sciopero , ma la proclamazione dello sciopero deve
necessariamente avvenire da parte di un soggetto collettivo. La proclamazione dello
sciopero deve avvenire da parte di un soggetto collettivo, l’adesione è individuale. Lo
sciopero può essere proclamato da qualsiasi associazione o coalizione sindacale.
CLAUSOLE DI TREGUA SINDACALE: sono clausole di natura obbligatoria, ovvero vincolano i
soggetti che stipulano il contratto. Queste clausole sono di fonte negoziale e prevedono
l’esclusione del ricorso allo strumento dello sciopero nelle fasi di avvio della trattativa
sindacale (3 mesi precedenti la scadenza del CC e fino ad un mese dopo la scadenza).
Queste clausole vincolano solo le organizzazioni sindacali firmatarie del CC. Quindi le
organizzazioni sindacali che NON hanno firmato il CC potranno comunque indire uno
sciopero e a questo potranno aderire tutti i lavoratori compresi quelli che fanno parte di
associazioni firmatarie.

Si può parlare di sciopero quando vi è un’astensione dal lavoro (astensione decisa dal
soggetto collettivo). Lo sciopero è uno strumento finalizzato a tutelare un interesse
collettivo, se vi è questa finalità si può parlare di sciopero. CI sono vari tipi di sciopero:
-Sciopero delle mansioni: il lavoratore si reca nel luogo di lavoro ma non svolte la sua
attività lavorativa, quindi non vi è collaborazione del lavoratore.
-Sciopero dello straordinario: i lavoratori non svolgeranno lavoro straordinario se richiesto.
Poi si parla di sciopero di solidarietà: sciopero proclamato da lavoratori di una certa
categoria/azienda a sostegno dell’interesse di un’altra categoria di lavoratori. Ovviamente
deve sussistere una comunanza di interessi.
-Sciopero politico-economico: sciopero che viene proclamato per contestare nei confronti
del datore di lavoro, ma nei confronti di un soggetto politico (solitamente il governo). La
giurisprudenza divide sciopero politico puro (interesse della collettiva dei lavoratori non
interessata) per il quale non è previsto il DIRITTO, ma la LIBERTA’ 🡪 inadempimento
contrattuale. Se lo sciopero invece contesta una decisione politica che si riflette sui
lavoratori allora i lavoratori avranno diritto a scioperare.

LO SCIOPERO E’ SEMPRE LEGITTIMO, ma può incontrare dei limiti nel suo esercizio. Negli
anni ‘50/60 si parlava di danno ingiusto, ovvero se il danno provocato alla parte datoriale
era troppo maggiore rispetto a quello subito dal lavoratore allora l’astensione del
lavoratore era illegittima. [Si parla di scioperi anomali: Es: sciopero a scacchiera : per un’ora
sciopera uno, poi l’ora dopo l’altro ecc in modo tale che dopo 5 ore i lavoratori hanno
scioperato ciascuno un’ora sola quindi i lavoratori non saranno pagati per 1 ora, ma il
danno subito dal datore di lavoro è di 5 ore 🡪 danno non proporzionato quindi danno
ingiusto. SCIOPERO A SINGHIOZZO: si alternano le ore di lavoro a quelle di sciopero in
un’unica giornata]
Nel 1980 si è stabilito il termine per poter categorizzare il danno: se il danno è arrecato alla
capacità produttiva si potrà configurare come astensione illecita, se il danno è arrecato alla
produzione allora si parlerà di sciopero.

Gli effetti dello sciopero sono:


-perdita della retribuzione (totale o parziale a seconda se lo sciopero sia parziale/articolato)
-Non sarà legittima la serrata di ritorsione (ovvero lo strumento di autotutela del datore di
lavoro) [è legittima la serrata per tutela i propri interessi]
-Sono vietate le forme di crumiraggio esterno (ovvero il datore di lavoro non può ricorrere a
lavoratori esterni se quelli presenti in organico scioperano]

Le norme che garantiscono ai lavoratori la libertà di sciopero:


-Art 15 STATUTO LAVORATORI
-Art 28 SL

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