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Lo sciopero

L’art. 40 Cost. dispone che “Lo sciopero si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano”.
Sia lo sciopero che la serrata erano considerati reati. In particolare, lo sciopero era prima soggetto a pene
detentive e pecuniarie, poi è stato tollerato come mera libertà, quindi lasciato soltanto alle sanzioni disciplinari
del datore di lavoro e infine protetto, fino ad essere riconosciuto in Costituzione come diritto. Se è diritto,
qualunque attività di sciopero non è passibile né di pene pubbliche né di sanzioni private.
Secondo la dottrina il diritto di sciopero può essere considerato come un diritto potestativo, quindi potestativo
verso il datore di lavoro nel senso che quest’ultimo deve sopportare l’esercizio del diritto stesso, mentre
secondo altri il diritto di sciopero è un diritto di libertà, nel senso che mette in campo una posizione giuridica
soggettiva verso lo Stato, verso i pubblici poteri, rivendicando miglioramenti nella posizione giuridica del
lavoratore.
Con riferimento allo sciopero politico, per fini contrattuali o con la pubblica amministrazione, ci sono state
delle evoluzioni peculiari e oggi si tende ad ammettere le forme di rivendicazione, così come si ammettono le
finalità dello stesso, cioè ci sono delle teorie dottrinale e delle pronunce della Corte Costituzionale che sono
sempre più orientate ad ammettere le forme di lotta, come lo sciopero, come strumenti essenziali per portare
avanti la rivendicazione.
Dal punto di vista della durata lo sciopero si distingue in:
 sciopero ad oltranza: cioè quello che va avanti finchè non si ottiene ciò che si chiede
 sciopero a tempo: cioè quello che nasce con una scadenza precisa. Lo sciopero nei servizi pubblici
essenziali è solo a tempo, non può essere ad oltranza, perchè è obbligatorio indicare la durata dello stesso.
 breve: se è inferiore all’orario giornaliero (es. 2 ore con orario giornaliero di 8)
 simbolico: se è fatto per un periodo ancora più breve (es. mezz’ora). Questo tipo di sciopero non ha la
funzione di recare danno all’organizzazione aziendale ma ha lo scopo di dare simbolicamente l'idea che il
lavoratore sta rivendicando qualcosa.
Dal punto di vista dell’estensione lo sciopero si distingue in:
 generale: se si estende a tutto il territorio nazionale
 categoriale: se riguarda una sola categoria (es.sciopero dei chimici, del trasporto, dei metalmeccanici)
 aziendale: se riguarda una sola azienda
 infraziendale: se sciopera una parte di una azienda
Dal punto di vista della sua articolazione esso si distingue in: articolato e non articolato. Quello articolato si
distingue in:
 sciopero a scacchiera: cioè quello sciopero in cui, in un'azienda dove ci sono diversi settori l’uno dipendente
dall’altro, si sciopera per gruppi es. un giorno sciopera la produzione e un giorno la vendita. In questo modo
si crea il maggior danno possibile al datore di lavoro e il minor danno ai lavoratori perché si alternano e
quando non scioperano avranno la retribuzione.
 sciopero a singhiozzo: cioè quello in cui scioperano tutti ma a singhiozzo, ad intermittenza (si fermano e
riprendono)
 sciopero misto: dove si sciopera contemporaneamente in entrambi i modi.
Il diritto di sciopero è un diritto a titolarità individuale ma ad esercizio collettivo e ne sono titolari i lavoratori
subordinati, senza distinzione tra pubblico e privato, eccetto i militari e le forze di Polizia di Stato. Per i
parasubordinati c’è qualche dubbio e per gli autonomi si afferma che la norma di riferimento sia l’art. 18 Cost
(libertà di associazione) piuttosto che l’art. 40 Cost.
Ci forme alternative allo sciopero ad esempio lo sciopero bianco, in cui si sta all’interno dell’azienda senza fare
nulla, il picchettaggio, dove si picchetta fuori per non fare entrare i crumiri (lavoratori che non hanno aderito
allo sciopero) e il boicottaggio.

Sul fronte dal datore di lavoro, se egli vuole rivendicare qualcosa, si discute se la serrata abbia o meno un
fondamento giuridico come lo ha lo sciopero. Alcuni ritengono che l'unico fondamento giuridico per la serrata,
che consente al datore di lavoro di chiudere o interrompere le attività aziendali, quindi il rifiuto di accettare la
prestazione lavorativa, sia l’art. 39 Cost secondo il quale l'organizzazione sindacale è libera.
La serrata si distingue in varie tipologie e modalità.
Per quanto riguarda la tipologia, può essere:
 difensiva o ritorsiva: cioè messa in campo quando il datore di lavoro vuole difendersi da forme di sciopero
anomale, le quali creerebbero un danno rilevante alla sua produttività.
 sospensiva o risolutiva: cioè messa in campo dal datore di lavoro per periodi brevi cioè fin quando non si
risolve o non si sospende la problematica che egli stesso evidenzia in azienda.
Per quanto riguarda le modalità, essa può essere:
 individuale: se proviene da un solo datore di lavoro
 collettiva: se proviene da più datori di lavoro

I fini della serrata possono essere: contrattuali, politici, per protesta ecc. che nella maggior parte dei casi sono
stati riconosciuti dalla giurisprudenza come delle libertà e solo in casi residuali come dei reati.
In alcuni casi la serrata a differenza dello sciopero può diventare un illecito civile cioè potrebbe essere
classificata come una forma di mora credendi in quanto il datore di lavoro impedisce al lavoratore di adempiere
alla sua prestazione lavorativa.
La serrata non è illecito contrattuale in tutte le ipotesi in cui sia messa in campo per difendere l’azienda da una
prestazione inutile, inesigibile per l’azienda stessa o quando il tipo di sciopero messo in campo non solo crea un
danno alla produzione (danno fisiologico: cioè l’azienda non produce quello che normalmente invece
produceva) ma anche alla produttività (cioè un danno alla capacità di produrre, un disequilibrio all’interno dei
meccanismi organizzativi in azienda).
L’esistenza di un danno anche potenziale alla produttività dimostrabile dal datore di lavoro non rende
illegittima o illecita la serrata, neanche quella ritorsiva.

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