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10) IL RECUPERO DI DEMETRIO DOPO IPSO

Dopo Ipso vi sono anni difficili per Demetrio: ad Atene vi è un graduale


distacco da Demetrio, con cui si lascia cadere l’alleanza a vantaggio dei buoni
rapporti con Lisimaco e con Cassandro. Anche Beozia, Focide, Argo
defezionavano da Demetrio, che ormai controllava solo Corinto e Megara, e
parte dell'Argolide, dell'Acaia e dell'Arcadia.
Negli anni successivi si definiscono nuovi schieramenti, determinati da
alleanze matrimoniali:
- Lisimaco sposa Arsinoe II, figlia di Tolemeo I

- Arsinoe I, figlia di Lisimaco, sposerà nel 285 Tolemeo II Filadelfo, il quale


nel 278 si unisce con la sorellastra Arsinoe
-
Seleuco celebra a Roso, in Siria, le nozze con la figlia di Demetrio, Stratonice
(che successivamente ripudierà, concedendone la mano al figlio, Antioco I).

- dopo un'irruzione di Demetrio nei dominii siriaci di Tolemeo, tra i due si


stabilisce un'intesa: Demetrio si fidanza con Tolemaide, figlia di Tolemeo, e il
cognato Pirro è inviato come ostaggio in Egitto.

L'opera e la figura di Pirro, re d'Epiro, è pienamente inscritta nel contrasto


tra Antigono e Demetrio, da una parte, e Cassandro dall'altra.
Il rapporto di ostilità con Cassandro segna i primi venti anni della vita di
Pirro, ed è addirittura un dato ereditario: il padre Eacide, parente di
Olimpiade, viene nel 317 eliminato da Cassandro, che espande la sua autorità
sull'Epiro, con uomini di fiducia e l'imposizione di Alceta.
Pirro, in tenera età, è messo in salvo presso il re illirico Glaucia, da cui resta
fino al 306, quando, nel clima di successi di Demetrio e di forte ripiegamento
di Cassandro, in Epiro Alceta è abbattuto, e Pirro messo sul trono.
Nel 302 Pirro viene poi cacciato dal trono, e nel 301 ad Ipso combatte a fianco
di Demetrio (che nel frattempo ne sposò la sorella Deidamìa).
Nel 298, una tregua fra Demetrio e i nemici, fra cui anche Tolemeo Sotere,
include la condizione che Pirro resti ostaggio presso il Lagide, del quale sposa
la figlia Antigone.
Poco dopo, gli Epiroti, Tolemeo consenziente, richiamano Pirro sul trono, ed
egli per qualche tempo lo divide con Neottolemo, regnante in Epiro dal 302, e
poi lo elimina, assumendo da solo il potere (basileús dei Molossi e heghemón
dei symmachoi tôn Apeirotân: potere regio e forma federativa si affiancano e
fondono).
Nel 297 muore Cassandro, e Pirro fronteggerà gli aspiranti (da Demetrio -
da cui lo allontana anche un matrimonio con Lanassa, figlia di Agatocle – a
Lisimaco) a un dominio sulla Macedonia, ai danni dei figli di Cassandro.
Il personaggio di Pirro è caratterizzato da un attivismo inquieto,
dispiegantesi su tutti i fronti.
È fra i diadochi ed epigoni di Alessandro, il più attento alle possibilità
d'intervento in Occidente: ve lo indirizzano la posizione geografica
dell'Epiro e la tradizione dei re di quella regione, in particolare l'esperienza
di Alessandro il Molosso.
Se la prima parte della sua vita è condizionata dalle lotte dei Diadochi, le
vicende dei successivi venticinque anni sono tanto brillanti quanto
improduttive.
La morte di Cassandro (298/297) aziona un processo vorticoso di scontri, in
cui tutto ancora una volta sembra rimesso in gioco nel Mediterraneo
orientale, anche se l'area dove si verifica maggior sconvolgimento è quella
greco-macedone.
Ad Atene, un democratico radicale, Lacare, che esercita il potere in forma
tirannica, suscita la reazione di amici di Demetrio, che provocano l'intervento
di questo: dopo uno sfortunato assedio di Messene, Demetrio conquista
Salamina, Eleusi e Ramnunte e assedia Atene, mentre Lacare fugge in Beozia
(294), dopo aver fatto dura resistenza.
Demetrio restaura la democrazia, ma pone guarnigioni sulla collina del
Museo in città e, presso la costa, sulla collina di Munichia; anche altri possessi
(Eleusi, Lemno, Imbro) sono temporaneamente perduti per Atene. La
presenza attiva in Grecia costano a Demetrio perdite nel settore orientale
(Efeso e Mileto, Cilicia, gran parte di Cipro) in favore di Lisimaco, di Seleuco,
di Tolemeo, rispettivamente.
A Cassandro succede, sul trono di Macedonia, il figlio Filippo, ma solo per 4
mesi, data la morte (298/297), e quindi il regno passa ai più giovani fratelli
Antipatro e Alessandro, sotto la tutela della madre Tessolonice: ella favoriva
Alessandro, al quale fu riservato il nucleo della Macedonia (la Macedonia
'storica', ad ovest dell'Axios), comprendente le capitali storiche (Edessa, Ege,
Pella, Berea) e con cui si aveva sotto controllo la Tessaglia.
Ad Antipatro viene riservata la parte orientale ; ma in seguito uccide la
madre, e attacca il fratello, il quale chiede aiuto a Pirro e a Demetrio (parente
dei re di Macedonia tramite la moglie Fila, sorella di Cassandro).
Ma quando Demetrio fu arrivato fino a Dion di Macedonia, Alessandro lo
licenzia, e lo accompagna, nel ritorno, fino a Larissa, dove è ucciso a
tradimento da Demetrio.
Solo a Lisimaco, suocero del giovane Antipatro, è possibile impedire l'accesso
di Demetrio al trono di Macedonia; ma, preso da una guerra contro il re dei
Geti Dromichaite, egli si presta a un compromesso e a uno scambio: -

- a Demetrio vanno Macedonia e Tessaglia

- a Lisimaco i possedimenti d'Asia di recente acquisizione.

La storia politica delle due regioni tende a scindersi di nuovo, poiché il regno
eurasiatico di Lisimaco rivelerà, in meno di un quindicennio, tutta la sua
instabilità e improbabilità.
Nel 294 Demetrio controlla quasi l'intera Grecia, ad esclusione di Sparta e
della libera Etolia e dell'Epiro, nel quale si era consolidato il potere di Pirro.
Demetrio fonda una sua capitale, Demetriade, al centro della Grecia.
Per un paio d'anni si susseguono ribellioni a Demetrio in Beozia, ogni volta
domate; a Tebe, conquistata (291) dopo un difficile assedio, si riserva un
trattamento mite.
Ma sul piano politico, fu fortemente limitata l’autonomia della regione, con
l'insediamento di un funzionario (Ieronimo di Cardia) alle dipendenze del re,
e con la nomina di magistrati cittadini e l'installazione di guarnigioni nelle
singole città da parte del sovrano.
Ad Atene, in seguito all'intervento di Demetrio, vi è il richiamo degli esuli
oligarchici e l'esilio di Democare (291).
11) DEMETRIO CONTRO TUTTI

Fra il 290 e il 289, Demetrio saggia la nascente personalità di Pirro, quando


tenta invano interventi in Etolia e in Epiro, ma poi riesce a bloccare una
controffensiva di Pirro, giunto fino alle porte di Edessa.
La pace tra i due del 289 consente a Demetrio di riprendere i suoi piano verso
est.
Lisimaco era stato finora inerte di fronte al rafforzamento di Demetrio a causa
delle disavventure nella guerra contro il geta Dromochaite, del quale era stato
fatto prigioniero: ciò aveva richiamato in Macedonia Demetrio, che pensava
di conquistare la Tracia, ma il rilascio di Lisimaco e una nuova rivolta in
Beozia ne vanificano il disegno.
Tra il 289 e il 288 nuova coalizione tra Lisimaco, Seleuco e Tolemeo, a cui
presto aderisce Pirro.
Demetrio, è stretto tra i due fuochi : Lisimaco avanza in Macedonia da est,
Pirro che la invade da ovest -, affronta Pirro, che crede meno potente e
popolare: presso Berea, al momento del contatto, l'esercito di Demetrio
defeziona, ed egli deve fuggire, e alla vergogna non resse la moglie Fila, che
si avvelenò.
Fra Pirro e Lisimaco avvenne una spartizione della Macedonia, forse nei
termini della divisione che era stata attuata fra i due figli di Cassandro (288).
Atene, intanto, si ribella a Demetrio, sotto la guida di Olimpiodoro, che
libera il Museo dalla guarnigione macedone (287): il tentativo di rientro di
Demetrio è vanificato da Pirro (287).
A Demetrio resta: Eleusi, il Pireo, Panatto e File, Salamina, e le cleruchie di
Sciro, Lemno e Imbro. Egli tenta l’ultima avventura in Asia, sbarcandovi nel
287: acquisisce Mileto, Sardi e il sostegno della Cappadocia, in vista
dell'invasione dell'Armenia e della Media e una conquista delle satrapie
superiori ai danni di Seleuco.
La difficoltà nell'attraversamento del fiume Lico inducono Demetrio a
rinunciare alla marcia in Armenia e nelle regioni orientali, e a ripiegare su
Tarso, in Cilicia.
Ma Seleuco non ne accetta la presenza in Cilicia, offrendogli in cambio la
vicina e più interna Cataonia: Demetrio rifiuta, e segue la guerra: Demetrio
occupa i passi dell'Amano, conducenti in Siria, ma un fallito assalto alle
posizioni di Seleuco induce l'esercito alla defezione, ed egli deve fuggire,
tentando di raggiungere il mare; Seleuco lo impedisce e, nel 286/285, ne
ottiene la resa, a cui segue un’onorata prigionia, in una residenza reale ad
Apamea dell'Oronte.

12) LISIMACO , SELEUCO E ANTIGONO GONATA

Durante l'assenza di Demetrio dal suolo europeo, ne rappresentava gli


interessi il figlio Antigono Gonata: egli riesce a conservare faticosamente il
Pireo, ma non può impedire che Eleusi fosse recuperata dagli Ateniesi, al
comando di Democare.
Un accordo tra il Gonata e Pirro, in conflitto con Lisimaco, consente
all'epirota di affrontare presso Edessa l’avversario re di Tracia; ma
l'ammutinamento dei Macedoni dall'esercito di Pirro, in favore del vecchio e
prestigioso compagno di Alessandro, induce Pirro a rientrare in Epiro:
Lisimaco, nel 284, è così in possesso dell'intera Macedonia.
Le posizioni di Lisimaco in Grecia si rafforzano rapidamente, e rapidamente
si deteriorano quelle del Gonata, a cui rimasero solo alcuni capisaldi (il Pireo
e Megara a sud, la Beozia e Demetriade al centro).
Lisimaco si rafforza anche in Asia minore, col recupero delle città toltegli da
Demetrio, e, sul piano politico col matrimonio della figlia Arsinoe con l'erede
di Tolemeo I, poi divenuto il Filadelfo, succeduto al padre nel 283.
Fu una tragedia familiare e dinastica ad azionare meccanismo che fece
precipitare la posizione di Lisimaco nel mondo ellenistico: Arsinoe, sua
giovane moglie, mise in cattiva luce il figliastro Agatocle (nato da Nicea, figlia
di Antipatro il reggente), che fu condannato a morte.
La vedova di Agatocle, Lisandra, insieme con i fratelli e un altro figlio di
Lisimaco, cerca scampo presso Seleuco, e alla rivolta si unì Filetero, tesoriere
di Lisimaco, di stanza a Pergamo.
Seleuco supera il monto Tauro e invade la parte dell'Asia minore in possesso
di Lisimaco: ovunque fu accolto trionfalmente, o senza seria resistenza (da
Cotieo in Frigia alla Bitinia e fino a Sardi). A Curupedio, nel 281, si svolge lo
scontro decisivo con Lisimaco, che era sopravvenuto dall'Europa e trovò la
morte sul campo.
Subito passano dalla parte di Seleuco altre città, come Efeso; egli incontra
qualche resistenza fra le città del nord, come Eraclea Pontica, Bisanzio e
Calcedone, decise a difendere la libertà: egli non si curò di regolare i rapporti
con queste.
Seleuco non poté imporre il suo dominio sulla Cappadocia di Mitridate, che
sconfisse un suo esercito.
Seleuco mirava a cogliere tutti i frutti della vittoria, ricostituendo a suo
vantaggio, e con dimensioni maggiori, quello stato eurasiatico, di cui aveva
da poco privato Lisimaco, volendo finire i suoi giorni come re di Macedonia;
anche se l'impossibilità d'una struttura 'unitaria' di un impero esteso su due
continenti gli era chiara, dato che progettò una spartizione con il figlio,
Antioco I, a cui sarebbero toccate le province asiatiche.
Ai disegni di Seleuco pose fine Tolemeo (detto Cerauno, “fulmine”),
fratello della vedova di Agatocle, rimasto deluso nelle sua attese di
restituzione sul trono d'Egitto (saldamente assicurato al Filadelfo), che a
tradimento uccise Seleuco, che da poco era in suolo europeo, presso
Lisimachia, nel Chersone tracico, e si accingeva a conquistare la Tracia e la
Macedonia
Il Cerauno poté rivendicare e acquisire per sé la Macedonia eliminato
Seleuco (280).
Un'alleanza, di prospettiva matrimoniale, con Arsinoe II, la persecutrice di
Agatocle fuggita dinanzi a Seleuco dall'Asia minore e rifugiatasi a
Cassandrea, e gli impegni diversi di Pirro (in procinto di raggiungere
Taranto) e di Antioco (attivo nelle satrapie 'superiori' del suo impero),
facilitarono il compito del Cerauno.
L'unico che provò a sbarrargli la strada fu Antigono Gonata, che per terra e
per mare cerca di recuperare i dominii paterni di Macedonia e Tessaglia:
ma una durissima sconfitta navale, nel 280, assicura al Cerauno il dominio
in Macedonia e apre ad una rivolta generalizzata delle parti di Grecia che
erano sotto il controllo di Antigono.
La pace tra il Cerauno e Antioco I sembra garantire al primo un lungo
regno, ma un anno dopo egli muore combattendo contro i Celti (Galati)
invasori della Grecia (279).
Un elemento di turbamento e crisi, poco dopo Curupedio, fu rappresentato
dall'invasione dei Celti.
La capacità di reazione degli stati ellenistici fu all'altezza della situazione: con
l'eccezione del regno di Tylis, sul territorio tracico, i Celti furono allontanati
dall'Europa e dalle regione costiere, più fortemente grecizzate, dell'Asia
minore.
Il re di Macedonia, Tolemeo Cerauno, cadde combattendo nel 279 contro i
barbari.
Gli invasori, attraverso la Tessaglia, raggiunsero le Termopile, si trovarono
di fronte le popolazioni della Grecia centrale (Beoti, Focesi ed Etoli): non
riuscirono ad impedire lo sfondamento della linea, ma salvarono il
santuario delfico.
A onorare il dio Apollo, salvatore del proprio santuario, furono istituite le
feste Soterie (“della salvezza”), nel 278, celebrate ogni 4 anni.
Gli Etoli, protagonisti principali della vicenda, ottennero la supremazia a
Delfi, con un notevole mutamento del tradizionale assetto dell'Anfizionia e
del governo del santuario.
Le tribù galliche dei Trocmi, Tectosagi e Tolistoagii, passate in Asia nel 278
su sollecitazione di Nicomede di Bitinia e Mitridate del Ponto, sono indotte
ad insediarsi nelle Frigia interna (che prese il nome di Galazia), a seguito
della sconfitta subita contro Antioco I re di Siria nella battaglia «degli
elefanti» (275/274).
Con l'ascesa al trono (277 o 276) di Antigono Gonata vi è l’insediamento di
uno stabile potere monarchico in Macedonia: dalla morte del Cerauno sul
trono macedone si susseguono rapidamente il fratello, Meleagro, e Antipatro
detto Etesia, nipote di Cassandro.
Deposto Antipatro, l'assemblea dell'esercito macedone nomina al suo posto,
ma col rango di supremo stratego, Sostene, morto nel 278 o 277.
Nella battaglia di Lisimachia nel Chersoneso tracico (277), il Gonata
sconfigge le retroguardie dei Celti, e la vittoria sull'Etesia gli consegna il
regno di Macedonia, che conobbe una rinascita e una fioritura: lo sviluppo
culturale assume connotati particolari dall'educazione filosofica del sovrano,
seguace del fondatore della Stoa, Zenone di Cizio, ed è naturale seguito della
rilevante apertura culturale che caratterizzò la Macedonia del V e IV secolo;
ora, tuttavia, l'interlocutore non è la sola Atene, ma tutto il mondo ellenistico.
Con Pirro lo scontro, soprattutto nel Peloponneso, si protrasse fino al 272,
anno della sua morte.
Alla fine degli anni Settanta, Antigono controllava anche la Tessaglia, e ampie
zone della restante Grecia, e aveva uomini di fiducia (tiranni) nel
Peloponneso, e guarnigioni collocate nei 3 punti strategici dell'Ellade
(Demetriade sul golfo di Volo, Calcide euboica sull'Euripo, Corinto
sull'istmo).
13) IL CONSOLIDAMENTO E I SUOI LIMITI NEGLI ANNI CENTRALI
DEL III SECOLO

Un pieno consolidamento del dominio seleucidico in Asia minore (regno di


Siria) fu ostacolato dalle limitazioni della dell'Anatolia, ad ovest del Tauro,
e dalla ribellione di regioni un tempo soggette, come Pergamo, che si
rendono autonome; un altro fattore è la vicinanza dell'Egitto, assillante nella
sua pretesa di controllo dell'area siriaca, quantomeno quella meridionale.
Le diverse guerre di Siria con l’Egitto, tra 280 e 168, seguono quasi sempre
lo stesso copione, con risultati quasi mai tali da stravolgere il rapporto e i
labili confini tra i due regni.
Dopo l'assassinio del padre e di fronte all'attivismo egiziano, Antioco I si
trova di fronte a molti problemi, evidenziati dal confronto tra Seleucidi e
Tolemei (280/279), che provoca il formarsi contro Antioco di una vasta
coalizione (popoli d'Asia in vena d'indipendenza, Egitto e Macedonia).

PRIMA GUERRA SIRIACA ( 274-270 )

I Seleucidi strappano Marato in Fenicia; Antioco I sobilla il genero Maga,


fratellastro di Tolemeo II, che in nome di questo regge la Cirenaica e che ad
esso si ribella.
Nonostante l'esito insoddisfacente, la fine della guerra fu celebrata ad
Alessandria con grande festa.
La politica tolemaica smette di iscriversi in un disegno di coalizione con la
Macedonia: lo scontro con la Siria è diretto, e corrisponde a un tratto
aggressivo, ampiamente dovuto all'influenza esercitata su Tolemeo II da
Arsinoe II, la sorella uterina che egli sposò (278) dopo aver ripudiato
Arsinoe I, figlia di Lisimaco.
Il matrimonio tra fratelli suscita scandalo in Grecia, e il raffreddamento
dell'Egitto con la Macedonia si esaspera nella 'guerra cremonidea':
Cremonide, politico ateniese, propose il decreto di guerra nell'assemblea del
267, che prevedeva una coalizione tra Areo, re di Sparta, Atene e Tolemeo II
contro il Gonata.
Patroclo, ammiraglio egiziano, opera nelle acque dell'Attica, e Tolemeo
fortifica diversi punti nel territorio; ma Sparta, con la sconfitta e morte di
Areo presso Corinto, e poi Atene, dovettero arrendersi.
Ad Atene giunsero guarnigioni macedoni al Pireo e sulla collina del Museo,
un governatore macedone nella città (epistátes), e la nomina di alcuni
magistrati cittadini da parte del re macedone.
Lo scontro tra Egitto, da un lato, e Macedonia e Siria, dall'altro,conobbe il
punto più alto nella SECONDA GUERRA SIRIACA.
La Macedonia sviluppa il suo massimo sforzo per realizzare una politica
navale, volta soprattutto al dominio delle isole dell'Egeo (come necessaria
integrazione del dominio esercitato sulla Grecia); la Siria di Antioco II si
prendeva rivincite nei settori occidentale e meridionale dell'Asia minore,
ove il contatto con le vecchie città greche orientava sempre più la politica
seleucidica verso la valorizzazione dei regimi di libertà e democrazia.
L'oggetto principale del contendere era la Lega dei Nesioti (isolani), cioè
delle isole Cicladi; un duro colpo alla supremazia tolemaica è dato dalla
vittoria di Cos (225) della flotta macedonica, in Asia Tolemeo II registra
notevoli perdite in Ionia, Panfilia e Cilicia.
Alle due paci separate con la Macedonia e con la Siria (255;253), seguì
un'alleanza tra Siria ed Egitto, suggellata dal matrimonio tra Antioco II e
Berenice, figlia di Tolemeo II, che comportava il ripudio della precedente
consorte di Antioco, Laodice.
Da tale matrimonio nasce la guerra di Laodice (246-241): Antioco sceglie il
compromesso, nominando suo successore il figlio di Laodice, Seleuco II,
mentre intende le nozze con Berenice come intesa con i Tolemei.
Alla morte di Antioco (246), scoppia la guerra tra Tolemeo III, che
interveniva nell'interesse della sorella e del figlioletto, e Seleuco II.
L'avanzata travolgente di Tolemeo III nel cuore del regno nemico non
riuscì a raggiungere gli scopi prefissi, dato che Berenice e il figlio furono
trucidati ad Antiochia, ma il dominio tolemaico in Siria era così avanzato in
direzione nord da includere la Seleucia di Pieria, una delle quattro città
fondamentali della Siria Seleucide (con Antiochia, Apamea e Laodicea).
Al tempo della TERZA GUERRA SIRIACA ( 245 circa ) , alcuni datano una
vittoria navale dei Macedoni sui Tolemei, presso Andro.
Il regno di Siria continuerà ad essere scosso da lotte di successione (negli
altri regni si erano imposte successioni ereditarie regolari): tra 240 e 237 vi fu
la 'guerra dei fratelli' tra Seleuco II e Antioco Ierace (l’”avvoltoio”) che fino al
228 amministrò in maniera indipendente i possedimenti seleucidici dell'Asia
minore occidentale, dalla Troade alla Ionia e alla Caria.
Intorno al primo decennio della seconda metà del III (anni ’50-’40 del 200
a.C.), i Seleucidi perdono il controllo della Partia (invasi dagli iranici
Parni), dell'Ircania e della Battriana (si rende autonoma, col satrapo
Diodoto), cioè le regioni a sud-est ed est del Mar Caspio: si colgono gli
elementi di debolezza intrinseca dell'espansione greco-macedone in Asia.
Il ridimensionamento tocca anche il dominio macedone: in Grecia si
rafforzano le posizioni delle popolazioni delle regioni occidentali, che
finora svolsero un ruolo minore: gli Etoli e gli Achei, raccolti in due
rispettive leghe (koiná).
È vero tuttavia che l'elemento dinamico nella storia della Lega Achea fu
rappresentato da una città non achea, Sicione, che nel 251 fu liberata da
Arato dal regime di cronici tirannelli e che si inserì nelle manifestazioni di
irrequietezza che turbavano il dominio macedone a Corinto.
A Corinto, nel 253, al Gonata si era ribellato Alessandro, figlio di Cratero, che
governava la Grecia in nome del re, suo zio; nel 243 Arato libera la rocca
dell'Acrocorinto; intanto gli Achei si rivolgono all'Egitto di Tolemeo III, in
grado di portare il vessillo della libertà e della democrazia, dato che la
Macedonia aveva imboccato la strada del predominio militare, del controllo
politico e dell'insediamento al potere, nelle diverse città, di uomini di fiducia,
che la tradizione greca considera tiranni.
I decenni centrali del III secolo vedono la massima fioritura politica e
culturale dell'ellenismo ('alto ellenismo'), che conosce la sua acme tra il 280
e il 220: nonostante l'assenza di pace, si nota la stabilità interna dell'Egitto e
della Macedonia, e la tenuta del regno seleucidico.
Dopo la morte di Antigono Gonata (239), il confronto fra la Macedonia e le
libere città di Grecia passa attraverso fasi diverse: nella prima (239-229),
corrispondente al regno di Demetrio II (figlio del Gonata), lo scontro della
Macedonia con le nuove realtà federali, che ormai rappresentano la
roccaforti dell'autonomia greca, è frontale e investe entrambe le leghe: quella
Etolica, estesa su gran parte della Grecia centrale di qua e di là dalla
Termopile e forte del controllo del santuario delfico, e quella Achea, che
raggruppa gran parte del Peloponneso e affila le armi contro Sparta.
La guerra demetriaca non è risolutiva per la Macedonia, che dal 229, con
l'avvento di Antigono Dosone, tutore e reggente per il futuro Filippo V
(figlio di Demetrio II), entra in un periodo di raccoglimento (229-224),
durante il quale si verifica un significativo attivismo dei Tolemei in Grecia, e
la restituzione, a pagamento, delle fortezze attiche da parte macedone, che
porta alla restaurazione della democrazia ad Atene.
Sono anche gli anni di risveglio politico di Sparta, dove già nel 243-241 il re
Agide IV avvia un processo di riforma, basato sulla restaurazione dei valori
dell'antica agoghé spartana, e mirante all'ampliamento del corpo civico
(ridotto a 700 membri, di cui solo 100 di pieno diritto).
Il tentativo si conclude tragicamente per Agide IV (condannato a morte), a
cui successe un periodo di reazione, guidata dal re Leonida II, rientrato
dall'esilio con l'appoggio degli efori.
Per l’ironia della sorte, fu proprio Cleomene III, figlio di Leonida II, che
sposa la vedova di Agide IV, Agiatide (decisiva nell'influenzare il sovrano),
ad operare le riforme accennate da Agide IV, con metodi violenti, facendo
uccidere gli efori (227), e portando a 4.000 i membri del corpo civico.
Segue il conflitto con la Lega Achea, che si tinge dei colori del conflitto
ideologico: Arato di Sicione chiama nel Peloponneso Antigono Dosone,
offrendogli la restituzione della base di Corinto (224), che vent'anni prima
liberò , è la svolta decisiva nella politica achea, che legherà decisamente le
propria politica con quelle della Macedonia per un venticinquennio,
attraverso quattro conflitti:

1) la guerra con Cleomene, in svolgimento

2) la guerra sociale tra le due federazioni, l’achea e l’etolica (220-217)

3) la prima guerra romano-macedonica (215-205)

4) i primi due anni della II guerra romano-macedonica (200-198).

La Lega achea si avvicina così verso quella politica collaborazionista che


continuerà per alcuni decenni nei confronti di Roma (di contro alla Lega
etolica capace di viva resistenza nazionale).
Cleomene III viene sconfitto nel 222 a Sellasia; fuggì in Egitto, dove muore
ad Alessandria nel corso di una rivolta (219) contro Tolemeo IV Filopatore,
che gli negava gli aiuti per rientrare nel Peloponneso.
Nel 222/221 il Dosone muore combattendo contro gli Illiri, e gli succede
Filippo V, che continua la politica filoachea (anche se la tradizione gli
attribuisce di aver procurato nel 213 la morte di Arato, avvelenandolo).
Tra il 220-217 Filippo V si impegna in una guerra dura quanto irrisolutiva a
fianco degli Achei contro gli Etoli, i quali estendono i dominii lungo la
fascia centrale del territorio greco.
La pace di Naupatto (217) – ultimo accordo stipulato tra soli Greci - chiude
un conflitto su cui già allungavano la loro ombra le nubi che provenivano da
Occidente.
Sullo scorcio degli anni 20 del III secolo , si segnala l’inizio del regno di
Antico III ‘’il grande’’ , il quale tenta di ridare unità al regno seleucide.7
La sua parabola politica comincia però nel segno della lotta contro le rivoltose
satrapie superiori , 222-220 ; viene successivamente sconfitto a Rafia nel 217
a.C. da Tolemeo IV Filopatore , nella QUARTA GUERRA SIRIACA.
Egli compie poi una grande spedizione ad per riconquistare le satrapie
orientali , una nuova e fortunata anabasi , compiuta tra il 212-205/204.
Egli si accorda poi per spartirsi i domini del decadente regno tolemaico con
Filippo V ( 203/202 ), cosa che però innescherà l’intervento di Roma contro il
macedone.
Antioco III riesce anche a sconfiggere gli Egiziani nella battaglia di Paneion
nel 200 , durante la QUINTA GUERRA SIRIACA , al termine della quale
Antioco III otterrà i possedimenti dei tolemaici in Asia Minore e Tolemeo V
Epifane sarà costretto a sposare la figlia di Antioco III , Cleopatra.
Il conflitto con Roma diverrà inevitabile a seguito della ricostruzione di
Lisimachia sul Chersoneso Tracico , nel 196.

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