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Letteratura Italiana:

percorso nella critica novecentesca cogliere gli aspetti che possono


essere collegati a un analisi dei testi che consideri la dimensione
testuale come una dimensione ideologica da indagare nella rete di
connessioni, e attivare il meccanismo intertestuale che tende a vedere il
testo come una trama articolata sia al suo interno sia nelle sue
proiezioni verso l'esterno. barthes morte dell'autore in un momento
estremo di una capacità del testo di organizzare le sue componenti
interiori e la sua vocazione ideologica indipendentemente dalla volontà
dell'autore, punto di vista di barthes l'esigenza di tirare in campo il
momento dell'interpretazione del lettore, la capacità di inserirsi
all'interno del testo linea che concilia un pò la ricerca portata avanti in
de saussure ricerca della linea ipogrammatica del testo la parola che sta
sotto che nascosta e viene a essere svelata dal procedimento di
dessimenazione del suo senso, con i paragrammi coinciliando la linea di
de saussure con una prospettiva che abbiamo gia visto in barthes e
nella voglia di coinvolgere il lettore nella ricerca di senso nel testo.
abbiamo rifattere critico di cui si parla perchè propone un analisi che ci
può risultare abbastanza utile nel nostro cammino perchè chiama in
campo le possibilità che il lettore ricavi il senso con un procedimento di
lettura di tipo lineare o sintagmatico leggiamo un testo da inizio a fine e
il lettore compie una lettura appagato di quello che capisce man mano
che vede ciò che scorre il testo, natura lineare che ci fa entrare nella
rappresentazione della realtà che l'autore ci pone davanti, rapporto
immediato che si ferma a un primo livello di comprensione non
superficiale ma non con giudizio negativo è un primo livello di lettura
una comprensione immediata del testo che si chiama lineare c'è un
momento in cui ci si accosta al testo lo si scorre e il lettore ha una
percezione definita euristica riconosce ritrova quello che sembra
l'autore comunicare della sua rappresentazione della realtà ma esiste
un altro tipo di lettura non mimetica i momenti di ostacolo ci sono
momenti di non grammaticalità il testo che ha una sua coerenza
narrativa ci sono ostacoli che si chiamano non grammaticali e questi
inciampi questi punti interrogatini interpellano il lettore a un altro
livello, il lettore attivi un secondo piano di lettura, una lettuta
comparativa, riflessina o retroattiva significa che il lettore è costretto a
fermarsi e cercare di capire all'interno del testo che ha letto quello che è
l'ipogramma cioè il senso più profondo del testo che da coerenza
all'intero testo colmando le incongruenze della lettura superficiale.
intercetta il senso profondo, svelata da una sorta di tic segnali che
acquista coerenza se vengono a essere fatti interagire nella rete sottesa
di senso che fa acquisire la significanza del testo stesso, ulteriore senso.
esempio sonetto del canzoniere il sonetto 18 di petrarca, è un analisi
che saremo chiamati a fare più volte non appagarci del significato più
superficiale per conoscere quello profondo. apparetemente quello che
si presenta il piano lineare esterno che noi potremmo attingere con la
parafrasi è che il poeta è dibattuto tra il desiderio di continuare a
guardare la donna amata rimane fissa la luce del volto che crea uno
struggimento un ardore che rende l'autore a brandelli, ha paura che il
cuore si spezzi vicino alla morte se ne va come un cieco privo di luce che
non sa dove andare perchè non vede ma va e si mette in moto, la luce
che emana la donna dai suoi occhi lo stravolge lo destabilizza la forza
del desiderio lo trafigge eppure lui se ne va per paura dalla morte ma
questa fuga è vana perchè il desiderio lo accompagna comunque. lui
desidera che le sue lacrime si spargano sole, il dissidio petrarchesco tra
volere e disvolere volerla guardare e scappare perchè guardarla gli fa
desiderare la morte, le lacrime dell'amore, poi nell'ultimo canto alla
vergine lui si pentirà ci saranno le lacrime del pentimento, ci sono pietre
ostacoli nella lettura superficiale per cogliere i sensi più profondi,
inciampi grammaticali da linee equivoque, io che temo che il cor mi si
parte, e la luce come verbo o aggettivo, sole significa anche suole ma
nell'ultimo verso significa sole, si esce dalla catena paraggramatica e
andiamo in quella ipogrammatica nel senso nascosto più intimo da quei
segnali disseminati, e il sonetto porta alla luce il tema del sole della luce
il sole nascosto e richiamato da alcuni segnali con una precisa funzione
il sole che strugge anche se brilla, non compare nel testo ma in forma
paranomastica appare nel suole e sole solitudine, è la carica allusiva più
forte il sole ma solo con una lettura che non si ferma alla dimensione
superficiale con questa segnaletica disturbante induce a un analisi che
lo porta in superficie il sole è legato alla donna, è una presenza che
diventa ossessiva che viene nascosta in quello che è più forte in laura,
ipogramma più forte recuperato con una seconda lettura dal piano
sintagmatico agli ipogrammi e ci restituisce il senso più pronfondo più
autentico a da un coinvolgimento attivo del lettore coglia la rete
intertestuale del canzoniere il tema del sole c'è nel resto delle opere, il
concetto di intertestualità attivare nella silluge, la rete di connessione
intertestuale. un percorso che non si appaga della dimensione primaria,
ed è un livello di analisi che funziona. inizio del 900 autore che si è
interrogato sull'intertestualità complicandolo e portandolo più avanti,
Genette si pone il problema del testo, manifesta o segreta con altri testi,
genette dice tutto ciò che mette in relazione il testo con altri è la
transtestualità trascendenza testuale definisce il campo delle relazioni
manifeste o segrete che un testo ha con altri testi questo principip è
espresso da genette in un libro chiamato palinsesto 1982, il palinsesto è
un testo che con le techine antiche con la copiatura dei copisti senza
stampa, usavano pergamena anche testi gia scritti ci riscrivevano sopra,
ora riusciamo leggere sotto il testo che è stata trascritto in precedenza,
palin in greco significa di nuovo, c'è una dimensione di testualità
sottostante e soprastante che possono essere moltiplicate ci sono ere
geologiche la rete di connessione che collega un testo e altri. la
dimensione delle relazioni è articolato e si divide in 5 tipologie
fondamentali, all'interno della macro categoria trantestualità abbiamo
intertestualità rientra nel campo generale della trasntestualità e si
identifica la forma delimitata di testi ristretta il rapporto con cui si
instaura una corrispondenza tra un testo e un altro e l'esempio di
questa tipologia è dato dalla citazione il segno più evidente di un testo
in un altro evidenziata dalle virgolette o il corsivo ripresa letterale di un
brano o una sequenza di testo in un altro testo, immette in un etsto un
segmento di un testo precedente è un'intertestualità esplicita, si marca
l'estraneità di quel testo dal testo che stiamo scrivendo, di recupero e
mutuazione ma dichiarata dall'autore, un altro è l'allusione genette dice
che è la dimensione nascosta latente di un altro testo messo in
relazione con il testo che stimao scrivendo viene accennato o illuso ma
non viene dichiarato il segmento testuale e quindi il lettore che legge
l'opera deve coglierla deve avere la capacità per esempio petrarca cita
dante in modo esplicito oppure un verso di dante che ha l'angoscia
dell'influenza viene alluso nel suo orizzonte poetico in un modo non
espplicito, noi possiamo notare questa allusione ma non è dichiarata.
senza virgolette che indicano che c'è un elmento testuale che non ci
appartiene. poi abbiamo tutte le relazioni che il testo letterario
intrattiene con tutto ciò che circonda il testo che si chiama paratesto o
epitetso, titolo sottotitolo, epigrafi illustrazioni sono elementi che fanno
parte di un corredo del testo lo circondano e veicolano dei messaggi
quelli elementi che in un altro libro definite soglie, dediche per esempio
non sono elementi che non concorrano il significato veicolano messaggi
intrinsicamente collegati con il testo. il titolo per esempio trascende il
romanzo ma è intrisamente legato al testo non è un elemento di
contorno che sembra non far parte del tessuto narrativo che trascende
il romanzo ma intrattiene una relazione che il lettore è chiamato a
indagare che rapproto c'è tra la prefazione e il testo considerare l'opera
nel suo insieme come un tutt'uno, testo prodotto finito anche elementi
di contorno connessi al messaggio che il lettore vuole comunicare.
genette parla di epitesto : diari, recenzioni corrispondenze annotazioni
personali, costituiscono un corredo che intrattiene delle relazioni che
concorrono alla comprensione del significato del testo, poi c'è la meta
testualità il etsto diventa oggetto di commento o interpretazione da un
altro testo, quindi parla del testo stesso però trascende il testo perchè
ne è fuori. 4 tipologia di trantestualità la ipertestualità unisce un testo
anteriore ipotesto a un testo posteriore detto ipertesto c'è la
trasformazione diretta e quella indiretta detta imitazione sono le
modalità di dimensione ipertestuale. diretta è una trasposizione
formale di un testo in un altro testo, tipo la relazione tra odissea di
omero e ulisse di joyce, joyce trasporta l'azione dell'odissea nella
contemporanea dublino del 20 secolo, una transmigrazione di un testo
in un altro contesto. l'imitazione o trasformazione indiretta è relazione
che collega l'odissea al eneide un processo di trasformazione indiretta
in quanto l'eneide in fondo riproduce lo stesso modello ma non l'azione
ma solo il genere epico, e che viene ripreso a virgilio. tra virgilio e
omero c'è una trasformazione indiretta modello formale che viene
ripreso, ultimo genere di transtestualità è l'architestualità analizza il
rapporto un testo con i diversi tipi di genere discorsivi, il singollo testo
si inserisce nel sistema più ampio dei generi letterali, la macrostruttura
dei generi come il singoloo testo viene percepito nei diversi contesti
storici e culturali verso il genere letterario e ci da la misura di come
abbia una ramificazione che richiedono al lettore la capacità di collocare
un testo con un altro più immediate con un rapporto biunivoco o altri
elementi paratesto o commento o relazione che ha con il proprio
genere e architestualità. il rapporto che i singoli autori hanno con la
tradizione letteraria, bluum autore di testi importanti angoscia del
influenza del 1973 dall altro canone occidentale 1994. in particolare
questo è interrogare sul concetto di canone e tra l'altro un concetto di
cui ideologici ci si è interrogati concetto ci matrice giuridica, far saltare il
canone tutti legati all'intertestualità, il conetto del canone occidentale
entrato nel dibattito letterario del 900 degli anni 90 con un impatto
polemico bloom elenca 26 autori che sono i fondatori della letteratura
occidentale se consideriamo la cultura occidentale un albero loro sono i
fondanti, iniziamo con shakespear un Dio sia sul piano della capacità di
creare immagini è un Dio è all'origine di tutto sul piano concettuale. poi
abbiamo dante, poi cervantes, moliere, una rassegna un elenco a cui
viene data una funzione di fare da guida modello della letteratura
occidentale, è seguita una polemica in base a questo canone il tema
della polemica è stata la natura del canone, collegata a una sua
ideologia all'interno della cultura angloamericana, patrimonio di cultura
tradizionale avversato successivamente dalla scuola del risantimento,
marxsisti femministi che non si riconoscono in questo modello di maschi
bianchi europei, c'è un autore che ha riflettuto sul concetto di canone
concetto remoto, elenco fisso di grandi autori a cui uniformare il
processo di formazione letteraria, guida e modello del percorso, fase di
maturazione che la letteratura ogni prodotto letterario abbia dei
progenitori autorevoli che ne legittimino la forza e il ruolo nel processo
letterario, bloom portatore di una riflessione, canone risponde a
esigenze della cultura, rispecchia la polemica la necessità di rispondere
a bisogni meno universali più particolari di un gruppo che vuole
acquisire voce. canone aspetto importante perchè la nostra storia è
caratterizzata dal bisogno di trovare un canone dei modelli degli autori
nelle quali la cultura di quel autore che si immette nel nuovo flusso
produttivo si riconosce. altro libro che si chiama angoscia del influenza
ogni autore nel corso della sua attività creativa vive von autori che lo
hanno preceduto gli antenati i progenitori e c'è un rapporto conflittuale
il canone ha una derivazione ideologica, rispetto della lista di
predilezioni che la cultura ha selezionato nel tempo e identificando con
canone gli autori e le opere essenziali a descrivere la cultura gli autori
che si mettono nel processo letterario vivono un rapporto di tipo
agonistico perchè il nuovo autore contende al precursore il suo spazio
lotta per certi aspetti mette in campo due identità identità del
progenitore e la necessità che si innesti in questa lotta il superamento
del progenitore, il nuovo autore prova soggezione da un lato ma cerca
di appropiarsi e riscrivere l'opera di chi lo ha preceduto e vive l'angoscia
dell'influenza vuole distinguersi e quindi cerca di recuperare un proprio
spazio di affermazione lottando contro coloro che ha scelto come
procursori, ha un debito contratto con gli autori precedenti e cerca
superarli e liberarsi da questo peso. questo meccanismo mette in
evidenza un meccanismo formativo di fasi della nostra cultura e lo
traduciamo in tante forme che i nostri autori hanno avuto con altri
autori tipo petrarca con dante che vuole eclissare i segni di
indipendenza da dante enello stesso tempo anche se è svanita appare
anche nella cultura umanistica una imitazione passiva un mosaico di
citazioni ma si innesca una tensione verso il superamento che sarà poi
nella fase nel rinascimento del meccanismo di emulazione tentativo
agonistico di superare i precursori e trovare un proprio posto nella
tradizione e questo filo rosso possiamo declinarlo in termini moderni
con una prospettiva moderna consapevole della problematicità del
concetto dei modelli incombente nella delineazione del canone. altri
elementi importanti per l'analisi sviluppo più moderno
dell'intertestualità è ashon, critica latteraria nata nel 47 autrice proprio
di un saggio interessante sull'ironia e sulla parodia che possono essere
considerate una forma post moderna di intertestualità, una forma di
problematizzazione e rinnovamento delle forme tradizionali. la
tradizione afferma il suo potere modelli forti e validi per tutti invece il
post moderno porta a una crisi uno scetticismo sulla possibilità che
esistano verità e spiegazioni del mondo, complessità di eterogeneità dei
poteri, il dispositivo formale per mettere in crisi il metodo tradizionale e
rappresentare un rapporto ambiguo con il passato è con la parodia e
ironia non sono una forma di ridicolizzazione del modello non vuole
distruggere il modello lo mette in discussione atraverso forme di
citazione o allusione in chiave parodica o ironica che relativizzano il
valore, anche nei progenitori possiamo trovare elementi di parodia
anche in dante, nomi italiani: autore prima metà del 900 teoria
allusività giorgio pasquali è un filologo ha riesumato il discorso delle
fonti e filologia delle fonti cavallo di battaglia della critica del secondo
800, il concetto delle fonti ripreso da giorgio pasquali in un rapporto
dinamico che coinvolge il lettore in questo processo perchè per lui,
chiama in causa la capacità che ha il lettore di cogliere tutta questa
tessitura di reminescenze che diventano tramiti consapevoli e implicano
la necessità che il lettore sia consapevole di questa rete di allusioni, le
reminescenze inconsapevoli le imitazioni l'autore vuole camuffare la
linea dell imitazione, la reminescenza è un ricordo che raffiora invece
l'ultima l'allusione è un contratto tra autore e lettore, l'autore allude a
un altro testo e richiama al lettore la responsabilità di ricordare il testo a
cui fa riferimento, nella dinamica interpretatita coinvolge un altro
protagonista che è il lettore. concetto memoria per connettere autori,
critici lettori per creare il circolo vizioso è importante il concetto della
memoria è il presupposto come concetto utile produttivo in autori
perchè è un collante per l'autore memoria di ciò che ha letto, critico
tenere a memoria stratigrafie che stanno sotto l'opera e nel pubblico
riportare in vita qualcosa che si era perduto, memoria dei poeti e
sistema letterario di un critico gianbiaggio conte che si occupa di
letteratura latina, scrito nel 1974 e fa un passo avanti nel concetto della
publicità di testo la sua visione del testo è messa al servizio della
filologia, il filologo deve ricostruire le mappe intertestuali per conoscere
le origini del testo l'ingrannaggio, non si colgono il senso e struttura
dell'opera senza fare riferimento a altri autori, in rapporto a modelli
ricavati da serie di testi di cui sono l'invariante il testo letterario entra in
rapporto di realizzazione,trasformazione o trasgressione il senso di un
opera si coglie in rapporto a un sistema più ampio di testi fuori da
questa sistema l'opera poetica è impensabile, la sua percezione
presuppone una competenza nella decifrazione del codice letterario che
ha come condizione la pratica di una molteplicità di testi, rivendicare
intertestualità fornisce al filologo la possibilità di cogliere il processo di
produzione del testo letterario. intertestualità da la possibilità di
cogliere il processo di produzione e confrontare la singola realtà
testuale con i modelli che le stanno dietro il critico deve percorrere il
processo creativo all'incontrario diventare autore, rintracciare le fonti
non assestanti non fare l'elenco degli autori che dobbiamo individuare
me reinserire le fonti nel terreno in cui scorrono nelle cavità sotterrane
dove c'è la sorgente, vedere in un testo le sue stratificazioni per cui la
cultura che tende a insediarsi in un contesto poetico viene riorganizzata
in funzione di se stesso e il filologo può scomporlo per trovare questi
reticoli del senso che sono la cultura attuata la cultura diventa atto
quando riconnette i reticoli di senso e occorre che si manifesti come
orientata coerentemente dotata di significato dal sistema letterario in
cui si attua, cioè immesso nella cultura da cui è alimentato e si articola e
ogni operazione filologica consiste nel ricostruire la mappa delle
connessioni di senso in base al contesto la carta orografica la sorgente
che si ramifica delle connotazioni molteplici strette in una solidarità
obbligata verso il contesto. la memoria non è altro che la possibilità che
si esercita in ogni atto creativo di riconnettersi al grande sistema
letterario, con parole italiane di un nostro autore veicoliamo concetti
che hanno attraversato il discorso di eliot, di tutti gli autori che abbiamo
citato fin ora e ci danno una bussolo orientativa per interrogarci su
quello che sarà la domanda fondamentale i nostri autori in che rapporto
si sono posti con la tradizione e che cosa questo rapporto con i modelli
e il canone e quello che è gia un sistema codificato di valori ha prodotto
per avanzamento della nostra cultura letteraria come i nostri autori
hanno giocato il rapporto con la tradizione.

chiave emeneutica interpretativa nei testi che vedremo ma che ha


coinvolto molti critici non solo italiani anzi in rapporto minoritario sono
quasi tutti europei, necessità di inquadrare un testo all'interno di una
rete di collegamenti più o meno escpliciti e ci ha spiegato il concetto di
canone di modello in una lista di modelli di schema di riferimento che le
culture si sono via via date. il problema fondamentale è individurare il
rapporto di ogni autore con la tradizione e ha prodotto un doppio
atteggiamento l'autore può riprendere un bagaglio presistente per
trovare una conferma nelle voci autorevoli di chi lo ha preceduto al
proprio operato o confrontarsi con un intento post moderno di
relativizzarne la portata e mettere in evidenza come questa autorità
ufficiale che guida l'operato di chi si occupa di un processo creativo mira
a togliere questa autorevolezza ufficiale relativizzandone il valore
problematizzandone il valore dell'autorità ufficiale che è la tradizione,
atteggiamento della parodia e ironia atteggiamenti cultura post
moderna. all'interno della letteratura italiana fino ai primi del 900 il
problema si è posto in termini di rapporto dei nostri autori con la
tradizione la tradizione possiamo dire un apparato di cultura che si
forma su una stabilità di testi di riferimento e emccanismi che tendono
a continuare gli atti fondativi di identità il patrimonio culturale, pratico
metodi scientifico etico non solo estetico che passa da una generazione
a un altra e la tradizione è la trasmissione di una eredità. nel processo
letterario la trasmissione che riguarda i testo è la trasmissione di un
corpus letterario di un repertorio di testi la cui conservazione è
importante perchè la società si riconosca nella sua identità. questo
discorso è stato visto come un processo di normale consegna, un
processo di riproduzione ripetizione il mondo naturale animale vegerale
è scandito da un ciclo di continuità ma per quanto riguarda i
meccanismi culturali l'uomo con l'atto creativo può rompere questo
ciclo, con una sorta di rielaborazione un autocrescimento una
innovazione controllata, è un rapporto dinamico. tradizione verbo
tradere che significa in latino tramite tramandare idea di un passaggio
di epoca in epoca ma ha anche una forma media che significa
consgnarsi quasi consegnarsi al nemico quindi tradire una sorta di
mobilità inqueta carattere inqueto della tradizione possibilità che nel
processo di tradizone ci sia un elemento di mobilità che implica la
possibilità di un tradimento. riflettere sul fatto che il concetto di
tradizione non è un processo automatico e passivo ma implica la
possibilità che si innestino variabili che determinano l'accrescimento e
la variazione della trasmissione dei valori ,dell'eredità trasmessa.
definire il contenuto della tradizione: trasmissione di valori letterali, il
contenuto nella società occidentale è il classico, il rapporto che i
rapporti hanno realizzato con la tradizione è un rapporto con il classico,
per risalire al classico dobbiamo andare indietro al significato originale,
classico deriva dalla divisione dei cittadini romani in 6 classi che era
stato introdotto da serbio tullio il 6 re di roma, nel 578 avanti cristo e
539 avanti cristo, appartenere a una delle classi questo significa. nel
latino più tardo classicus diventa autore di prima classe, c'è uno
spostamento grazie a un trasferimento della metrafora della classe
operato da aulio gellio un autore del 2 secolo dopo cristo delle notti
attiche, che si pone un problema linguistico se fosse possibile accogliere
nel vocabolario termini e accoglierli nel dizionario letterario. bagaglio
lessicale della letteratura ed entrano a patto che siano stati usati dalla
corte di autori e poeti classici, non proletari. trasferisce le costituzioni di
serbio tullio secondo cui i ciddadini divisi in classi per censo lo
trasferisce in senso letterario appartiene alla classe più ricca, la prima
classe identifica lo scrittore appartiene alla classe superiore modello di
correttezza linguistica e grammaticale. frutto di processo di distinzione
all'interno delle possibilità offerte alla cultura si distingue chi ha una
distanza cronologica termini usati dalla schiera più antica da chi viene
prima di noi quindi con maggiore autorevolezza oppure da coloro a cui
viene riconosciuta un eccellenza perchè fanno parte di una classe
elevata. esigenza di caratterizzare il termine classico che diventa un
modello, questo concetto eccellenza indica l'identificazione dei modelli
e nelle epoche può diventare necessitante perchè deve essere
riconosciuto il patrimonio letterario e mobile perchè questo albo degli
autori illustri viene identificato e quindi c'è un processo di esclusione
alcuni inclusi altri esclusi. e fin dall'origine arte lagato concetto di
imitazione ricerca continua di un canone modelli che devono presentare
una modalità consiederara eccellente e si rifonda la tradizione concetto
di matrice antichissima ma lo troviamo fino al inizio 900 il filosofo
francese merlo ponti, il mondo affida all artista una tradizione potete di
dimenticare le orgini e dare posto al passato una nuova vita la forma
mobile della memoria concetto del rapporto artista e tradizione, non
recuperare il passato ma dare una nuova vita e torna il concetto della
memoria uno degli elementri su cui dovremmo riflettere. la nostra
tradizione letteraria è erede di una fase della cultura elemento
fondamentale dal umanesimo al romanticismo da petrarca a leopardi
per almeno 4 secoli, si basa su qteso principio dell imitazione processo
produttivo e positivo, insieme di valori da tramandare la tradizione
governata dalle forme antiche della retorica e poetica alla base del
classicismo, non solo italiano tocca la storia europea meccanismo che si
basa su una trasmissione di valori disciplinata dalle arte della retorica e
della poetica quindi si tramandano. noi moderni eredi della parola
d'orine rivoluzione romantica c'è rispetto al classicismo la voglia di
rivendicare il soggetto autonomo e libero anche in campo giuridico il
copyright la tutela della proprietà estetica a partire dal primo ottocento.
noi ci dobbiamo rapportare non alla leva della tradizione moderna ma a
quella poetica imitativa che si absa sul rapporto con il paradigma
classico definito con i termini che abbiamo spiegato, qualcosa prima di
noi a cui viene riconosciuta autorevolezza che si incarna in alcuni autori
autorevoli che sono i modelli per la produzione successiva. capire come
si è strutturato il rapporto significa entrare nel meccanismo letterario e
per farlo dobbiamo partire da dante considerato un classico, dante
rappresenta la tensione verso l'assoluto che poi lui l'ha declinata nelle
forme della sua cultura, ha fatto di dante dante, possibilità di
riconoscerli come autori, non significa che dobbiamo sdradicare dalla
loro matrice il processo che ci fa tenere dante vicino è la tensione verso
l'assoluto, dante è universale per il carico di umanità perduta e della
ricerca dell'assoluto. universalità di dante è la funzione del poeta in
generale avventura divina commedia santificazione della poesia in
generale dante poeta cristiano della società del suo tempo rivendica al
poeta una carica testimoniale ma anche performatica sulla realtà il
poeta può agire sulla realtà connettere i fili della sapienza e della ricerca
e l'impatto che il tipo di poeta che ha una funzione civile e politica, mai
nell'esperienza dantesca questa funzione è stata esaltata. dante nei
confronti della chiesa è stato pungente e critico, nel rapporto con la
tradizione con un gigante come dante possono essere ben incarnati il
rapporto di continuità e tradimento, resta la grande forza della poesia
come forma, al dilà dei temi l'atto artistico è forma, in qualsiasi epoca
riusciamo a leggerlo senza stancarci anche eliot lo leggeva e l'immagine
del ritmo lo ha fatto grande, come moderni è inattengibile la
dimensione ideologica è inattuale resta l'enormità di questo patrimonio
formale e lirico, noi possiamo leggerlo senza riuscire a entrare in tutta la
trama di senso. interrogarci su quello che è stato il rapporto di dante
con la tradizione il problema di dante è ilr apporto tra dante e la
tradizione classica, non possiamo leggere dante fuori dalle cordinate
epistemologiche della cultura medievale, cultura medievale vincolata al
principio di autorità, il termine autorità appartiene al patrimonio
arcaico del linguaggio giuridico e religioso latino, collegato al termine
augere aumentare e quindi è legato all'accrescimento, l'autorità è
l'azione dell'altro colui che accresce l'impersonalità insifficente di un
altro un testimone ha l'autorevolezza di essere garante di un altro che
ha un insifficente personalità giuridica. anche in campo letterario
vediamo che il conetto di autorità legato a canone e modello principio
di autorevolezza dante come cala questo concetto in un contesto
letterario, dante ragiona sul termine autore in questa declinazione che
ci interessa sul piano del principio di autorevolezza ragiona nel convivio,
un saggio dottrinario in volgare 1304 1307 voleva fornire un banchetto
per coloro che dotati di animo gentile non si erano dedicati agli studi
per occupazioni si ferma al 4 trattato dovevano essere 15 lui voleva
comprendere sotto il tema della sapienza dottrine filosofiche
scientifiche che potessero consentire alla mente umana attuare le sue
potenzialità nel 4 libro offre idee che possano aiutare a costruire la pace
e l'armonia e la filosofia si piega a questi fili e lui si ispira da dottrine e
autori che possono saziare questo desiderio di sapere che c'è in ogni
mente nobile. lui presenta come maestro aristotele, individuare le
figure da cui tratte questi insegnamenti e dargli autorevolezza, e si
chiede su chi può essere autore, concetto di autore concepito secondo
categorie della cultura medievale ed è nel libro 4 del convivio in cui
riflette su questa cosa, autorità è atto da autore espressione dell'autore,
può discendere da due principi, legare parole, non si occupa di questo
principio di derivazione di autore dal verbo aieo perchè è proprio dei
poeti che legano le loro parole e sono autori, le 5 vocali che servono a
legare le parole, poi abbiamo autorità è un vocabolo greco che un etimo
che ricava da un dizionario grego, boccione de abisa, ed è il nostro
dizionario a cui ricorriamo noi al dizionario etimologico per i medievali,
buccione dice che è un vocabolo greco autore significa essere degno di
fede e obbedienza, riflette su questo termine e derivazione da questo
viene questo vocabolo al presente autoritade e aristotele è degno, lui
rivendica l'autorità di aristotele e per farlo si interroga su questo valore
e interrogandosi sul concetto di autorità entrare nel cuore della parola
nel medioevo può legittimare la autorevolezza di aristotele qualcuno
degno di fede e obbedienza, l'autore è qualcuno che ha in sè un crisma
di tale eccellenza, somma e altissima autoritade. innesta la necessità di
seguire l'autorevolezza del modello, riflessione di dante sul concetto di
autorità e quindi come dante riesce a collegare autore è qualcuno
degno di imitazione, riflette sul concetto di autorità e autoritas è
sentenza degna di imitazione. l'autorità proviene da più persone sagge
e l'autore saggio è colui a cui bisognoa credere. nel suo etimo la parola
autore è collegata a autenticus... rapporto tra autore e persona a cui
bisogna credere.il concetto di imitazione si inquadra nelle coordinate
del sapere medievale e il supremo magistero morale è autore, virgilio
somma autorità poetica dal quale dante trae il linguaggio tragico,
perchè voleva fare un eneide cristiana. il buccione la bibbia del sapere,
ci si appogi a chi ha l'autorevolezza, riflessione profonda sul termine di
autore e sul senso che acquista in un ambito semantico e idelogico e ci
consente di analizzare gli autori che lui richiam, imitazione è legittima
perchè l'autore a cui è stata riconosciuta questa autorevolezza è degno
di fede e obbedienza. l'acquisizione di ogni verità acquisizione di
autoritade tradizionali, poi 13 secolo autorità con equilibrio tra testi
autorevoli, comprensione del mondo non è in funzione creatrice ma
come accoglimento e ripresentazione di fatti presistenti e la lettura è
espressione simbolica e l'autore deve collegare questi elementi in una
summa, contatenare questi dati, anche universale poema dantesco è
una summa, le funzioni ed epserienze dello studio legate allo studio alla
lettura e apprendimento attraverso libri di una verità presistente, capire
dante nel sistema della conoscenza del suo tempo significa attivare
come ingredienti propri della poetica mediavela applicare una dialettica
un unione di lettura, scrittura e memoria e rientra nel sistema che
riconosce le autoritate tradizionali con un cocnetto di autorità che
dobbiamo leggere sulla scorta del sistema di conoscenza che hanno gli
autori medievali e della loro percezione della funzione della parola. il
sistema di conoscenze che ha dante e la riflessione sulla lingua consente
di passare da autor da autore a imitazione cioè degno di imitazione,
questo passaggio lo analizziamo nel pensiero di dante, de vulgari
eloquienza opera in latino, useremo solo alcuni passi che ci servono a
capire il progetto culturale di dante legato al linguaggio e produzione
letteraria, l'eloquenza volgare parlato in modo elevato in volgare non è
mai stato affrontato perchè i dotti scrivono in latino, dante identifica un
ambito di ricerca delleloquenza volgare, ed è il primo tratato, c'è un
universalità del sapere tutti parlano in volgare e si deve trasformare in
eloquenza forma elevata, ci sono due livelli della capacità espressiva di
un uomo nel primo libro, lingua volgare lingua che i bambini iniziano a
imparare da piccoli, quella che impariamo imitando la natrice, quando
iniziamo ad articolare i suoni, vulgari locuzio è una lingua che
impariamo da bambini l'altra è la grammatica una seconda lingua che
possiedono anche i greci non si riescono a farne nostre le regole se non
con lo studio assiduo, la prima è una lingua naturale e l'apprendimento
avviene imitando la madre, la lingua di secondo grado chiamata
grammatica dai romani, la lingua latina di cui non si può fare uso senza
le regole e la sapienza e si apprende in tempi lunghi con studio assiduo,
uno privo di regole l'altra regolata e dante ha il compito e che realizza è
dare dignità al volgare quella lingua che apprendiamo quando siamo
bambini deve essere usata per poetare e non possiamo limitarci alla
lingua comune e passare all'eloquenza volgare un parlare elevato e
modello di questa forma elevata è la forma radicalizzata che è il latino, il
volgare che ha sotto gli occhi è un volgare deve essere pari dignità al
latino e si acquisisce con studio e sapienza di tempi lunghi la lingua
formalizzata ha bisogno di una grammatica, per essere lingua della
poesia sono necessari modelli per fare in modo che il volgare sia
all'altezza del latino, ecco perchè la lingua latina viene considerata
grammatica, quindi il sistema naturale e universale e la lingua che ha
una sua tradizione formalizzata grammaticalizzata con la quale si
esprimono gli autori della letteratura e che sarà modello per il volgare, è
un progetto complicato, un problema è trovare autori che siano da
guida per innalzamento della lingua volgare al volgare eloquenza, il
progetto di dante giovare alla gente letterata con una lingua può alta, la
possibilità di maturare uno strumento linguistico in volgare utile alla
letteratura, nessuno prima di lui ha fatto questa ricerca e lui per
riempire la grande coppa non può basarsi solo dal suo ingegno ma per
creare un dolcissomo idomele mette insieme ciò che altri scrivono e
mescolando il meglio di questi autori quindi concetto di selezione del
meglio e ci riconduce al canone per nascere un idromele bevanda di
acqua e mele una metafora per dire che la dottrina del eloquenza
volgare è frutto di un processo di trasformazione l'idromele è frutto di
fermentazione molto più dell'unione di vari elementi, come il
catalizzatore... recupero e attualizzazione delle metafore la civiltà va
avanti e c'è un altro ambito metaforico, da la misura di quello che è il
processo mescolare elementi non solo amalgama ma nasca qualcosa di
nuovo, rapporto con gli antenati o con chi è degno di essere preso in
considerazione, recuperare le dottrine ma farle fermentare per creare
qualcosa di adatto nel suo tempo, consensato in questa immagine
rapporto tra imitazione e emulazione, dante si è messo in una strada di
riflessione che riguarda la lingua ha capito l'importanza di un
universalità della lingua ma lingua letteraria adatta e interrogarsi su cioò
che di utile c'è in chi ha lavorato prima di noi, in un grande patrimonio
della tradizione classica che ha una autorevolezza per la lingua latina
formalizzata ha un codice retorico una storia degli autori e quindi sono
modello del percorso letterario, trasferire le abilità del latino nel
volgare, da dante, petrarca, considera meno efficace a quella in volgare
esalta quella in latino, perchè al loro percorso può dare autorevolezza la
tradizione latina il rapporto con la tradizione è dinamico garantire una
trasformazione che possa generare la nuova lingua volgare, a usare la
lingua con dignità di letteratura. processo di conoscenza ci stia fermi in
un basamento quello della tradizione e lui lo ha enunciato nel passo del
de vulgari eloquenza, trattazione teorica del eloquenza vulgare, sulla
dottrina dell'eloquenza volgare, per illuminare le persone che hanno
bisogno di dotarsi di uno strumento adeguato, lui si ispira anche da altri
autori. Dante è su una linea che richiama la metafora tradizionale di
seneca autore delle lettere a lucilio 20 libri 124 lettere filosofiche e
morali in cui fa un dialogo con lucilio la figura tipo del discepole affronta
argomenti filosofici o culturali, il genere di lettura che da giovamento
alla conoscenza e i procedimenti della invenzione e composizione in una
lettera la 84 nel libro 11 mette in evidenza come il processo della
composizione letteraria si realizza, un altra immagine mellificazio il
processo per cui le api prendono il polline da fiore in fiore scegliendo i
fiori idonei a fare il miele e poi tutto ciò che hanno raccolto lo
dispongono nelle celle per produrre il miele, quindi collegato alla
selezione degli autori più idonei per la produzione letteraria e disporlo
nelle celle dobbiamo imitare le api un opera di distinzione con la
capacità del nostro ingegno dobbiamo mescolare in un unico sapore
vari assaggi anche se appare da dove sono stati prelevati si nota che è
diverso dalla fonte, dalla natura anche, la natura produce nello stomaco
e costituiscono un peso ma si trasforma con la digestione diventa forza
e sangue, digerire ciò che abbiamo attinto, digeriamolo e le cose
potranno arrivare alla soglia del nostro ingengo senza questo processo
di digestione non sarà alimento per l'ingegno perchè resterà nella
memoria superficiale, trasformare la nostra conoscenza, processo di
metabolizzazione quindi processo di appropiazione, elementi
fondamentali del imitazione, nella cultura umanistica traformare
nettare in miele ciò che abbiamo letto in materia produttiva
fondamentale per rapporto tra emulazione e imitazione, attualizza con
l'immagine del idromele come appropiarsi dei contenuti della
conoscenza letteraria. dante come intende rapporto con la tradizione
classica, non è la tradizione volgare ma quella latina, fa una diztinzione
tra lingua naturale e grammaticalizzata, c'è una sfera che si acquisisce
con lo studio, un modello nella sua validità il mondo della lingua latina.
concezione dantesca della poesia i punto di ragionamento sono il
problema della lingua, attrezzare la nuova letteratura a una lingua e
trovare modelli nella cultura latina, per autorizzare questo processo è
importante capire che la produzione poetica la poesia non è semplice
frutto dell'ispirazione, che può fare a meno del sistema organizzato di
conoscenze di tipo tecnico, ingredienti della poetica dantesca che
giustificano la teoria dell'imitazione dei classici, esigenza di intellettuale
cristiano del medioevo creare un opera che soddisfi i bisogni del suo
tempo, superamento dei classici perchè rispetto alla proposta dantesca
mostrano dei difetti. considerazione di ciò che è poesia, quali temi degni
del volgare, forma della canzone che molti usano a caso, fin ora assunta
a casa spalanchiamo l'officina della tecnica la forma metrica degna di
tanto onore la canzone, problema tecnico, tematiche alte e la forma più
adatta è la canzone esaminiamola affondo anzichè secondo le regole
tecniche,temi altissimi all'altezza della poesia, e quindi analizzare
aspetti formali, e le regole, coloro che compongono in volgare sono
poeti, a considerare la poesia invenzione espressa secondo musica e
retorica. lui chiama poeti anche chi scrive in volgare, sono poeti se
consideriamo la poesia nella giusta essenza, struttura che ha una dote
di artificio una sua tecnica espressa secondo retorica e musica ( il
ritmo), quindi include nello spettro dei modelli autori che per eccellenza
hanno poetato con una lingua particolare la lingua latina e una tecnica
regolare, formulari che insegnavano al poeta come creare l'opera, quelli
volgari sono diversi da quelli grandi latini che scrivevano von una
tecnica, pià li imiteremo più sapremo poetare, dante fa un passo avanti
indicativo ci sta dicendo che c'è differenza tra i poeti magni e quelli
volgari, la scuola volgare non ha una poesia alta. noi che miriamo a un
opera dottrinale dobbiamo emulare le loro poetiche ricche di dottrina,
concetto imitazione ed emulazione importante. perchè si instaura
imitazione degli antichi ma anche superarli, elementi indicativi sul fatto
che sia passare dall'atto creativo senza una disciplina quindi rozzo in
modo plebeo per non aver trovato una forma adatta a un livello più alto
di poesia per passare a uno stadio più elevato nella forma e strutture
metriche e stilistiche e il mezzo è imitare gli autori che prima di noi
hanno scritto, concetto di poeti magni con regolarità, guardando
all'antico. rapporto di antico e moderno per capire la nostra letteratura,
la consapevolezza che non si può fare grande poesia con una lingua che
segue forme preziose idonee e ci sono gli autori del passato. progetto di
dante implica un progetto di sfida progetto grandioso da zero perchè la
lingua volgare non ha grandezza ne universalità per arrivare a un
rapporto agonistico con i grandi del passato, alla poesia viene
rivendicato un valore tecnico, artificio retorico musicale, il modo
corretto della poesia non è altro che finzione retorica con senso
musicale. non finzione collegato a emulazione ma composizione
poetica, organismo composto con elementi del linguaggio retorica e
metrica. capitolo 6 del 2 libro, parla della costruzione della frase
distingue quelle semplici e quelle elevate, altre che hanno qualcosa
della sapienza retorica e quelle illustri dei grandi poeti, il grado della
costruzione più eccellente di cui andiamo in caccia, per fare
esemplificazione di chi riuscì fa un elenco con autori provenzali francesi
italiani, guido guinnizzelli guido cavalcanti guido delle colonne gino da
pistoia e se stesso, traccia quello che è l'itinerario della poesia volgare,
linera produzione volgare, ha gia ritagliato il suo posto della ricerca
stilnovista, costrutto supremo, tema memoria immagine che rinvia a un
sistema concettuale in cui la memoria ha una funzione di tramite per
recupero della tradizione, costrutto supremo indicato con esempi
quindi modelli, aver preso visione poeti regolati, virgilio, ovidio stazio e
lucano e altri con prosa nonstante parliamo della poesia alta tito livio,
frontino, e molti altri. chiude con una nota poemica quindi non bisogna
esaltare vittio aretino e altri simili che non ha perso l'abitudine di
popolareggiare. nella teoria dell'eloquenza bisogno prendere i modelli
di riferimento del dolce sil novo, aver impostato perfezionamento lingua
volgare, per far diventare una seconda natura attraverso studio e
esercizio aver preso visione dei poesi regolati, non a caso ma secondo
regole tecnica della realizzazione. bisogna apprendere a usare la lingua
secondo regola, uccisione di guittone, che usa un linguaggio popolare.
nel de vulgari eloquenza ci sono autori che presto vedremo, della bella
scuola del limbo, orazio no perchè è satirico, e stazio autore che è nel
purgatorio perchè si converte, rapporto con la classicità, imitazione
necessaria per sviluppare il nuovo sistema della lingua, nella commedia
troviamo canti con riflessioni sulla poesia, canto 4 del inferno,
oltremondo infernale nel limbo, lembo estremo della voragine
infermale, primo cerchio coloro che hanno vissuto in modo virtuoso ma
non sono stati battezzati o sono pagani non sono dannati ma non
potranno mai salvarsi perchè non vedranno mai Dio, Cristo porta fuori
solo i patriarchi, canto importante perchè dante fa i conti con la
tradizione classica e la tradizione pagana è immessa nella sua orbita,
rapporto affrontato dai maggiori intellettuali cristiani, tradizione
culturale pagana, non per il viaggio dantesco ma attenzione alla
tradizione classica, intriso di elementi virgiliani solo l'aspetto meta
letterario vedere la presenza di virgilio non come personaggio ma come
autore ma gia nel canto 3 ci sono elementi virgiliani dante arriva
all'inferno, incontra gli ignavi il viaggio di dante sugli inferi è ispirato dal
viaggio di enea agli inferi di virgilio, tipo il fiume acheronte, il caronte
che c'è anche in virgilio. similitune virgiliana, riconducibile al testo di
eneide, ha un antecedente virgiliana. canto 3 presenza di virgilio è
presenza come autore dell'eneide da a dante implicite possibilità di
essere richiamato con la tecnica di un alllusione, perchè le immagini
virgiliane rielaborate ma riconosciute, dichiara il debito con virgilio a un
lettore attento che possa riconoscerl,e suggestioni e immagini che
dante fa sue e virgilio regala a dante, leonardi commenta le cantiche e
la direzione dantesca verso virgilio consiste nel incontro di dante con i
fusillamini, rientra nel sistema dantesco mancato uso del libero arbitrio,
quindi semina il crisma della sua opera, principio sconosciuto schema
classico, aspetto identitario dantesto sul piano ideologico morale, dante
cade del sonno e si sveglia con un tuono nel 4 canto, comincia con una
citazione virgiliana camuffata rientra in quella disseminazione di segnali
che noi sappiamo del linguaggio per eccellenza, il poeta ricostruisce la
sua opera, lui si sveglia come qualcuno che si sveglia in modo violento,
citazione virgiliana da eneide "ruppe il sonno" chiave intertestuale
forte, ripresa evidente, marcatore testuale riprende in modo citazionale
rupit, con altra direzione la derivazione è voluta si vuole attivare un
processo di riconoscimento di virgilio come ingranagio diegetico
nattarivo ma anche autore, fissa virgilio per capire dove si trovava, e su
trova sul orlo della valle del abisso infernale che accoglie un suono di
lamenti, dimensione descrittiva libera, del ambiente infernale,
caratteristiche oscura profonda ricoperta di nebbia nonostante ficcasse
lo sguardo non vedeva cosa c'era, virgilio comincia pallido a dire
scendiamo nel cieco mondo, dante negli inferi voleva definire virgilio "il
poeta" sembra strano dante richiama a se la visione di virgilio chiamato
il poeta, " io sarò primo e tu sarai secondo" collegato alla visione di
virgilio come poeta, guida che sarà virgilio, però in un contesto
drammatico richiama una sfera affettiva emotiva, è utile in funzione
della lettura meta letteraria vediamo che il poeta di dante è
commentato aldilà dell'immediatezza, elementi della transtestualità di
cui parla genette, linea di lettura dei testi, spiegazione divina commedia
accanto a quella principale come virgilio ragione, virgilio da benvenuto
da imola un commentatore dice che virgilio è il primo che in latino parla
del mondo intertestuale qui dante richiama il fatto che virgilio primo ha
descritto quel mondo e poi lui e poi virgilio è la ragione e quindi
precede, quindi questa traccia ci fa leggere in modo diverso e
rivendicare la presenza di virgilio come autore nel sistema teorico
dantesco, significa qualcuno degno di fede e obbedienza ha una
autorevolezza tale, mi imiterai in questa descrizione non solo inteso
come guida del viaggio la ragione affianca dante ma anche che virgilio
fu primo e dante secondo in questo processo cogliamo cosa dante
consegna e si consegna a virgilio e lo segue e in cosa lo tradisce, modo
biunivoco trasmissione ripresa e tradimento, io che mi accorsi del
pallore di virgilio tu che sei la mia guida conforto come starò io,
rapporto tra virgilio personaggio e dante e come autori. ruppemi
squarcio di sapore virgiliano, rapporto si sta modificando nel canto 4, in
una dimensione di gerarchia, lettura meta letteraria del canto prima
tessera del percoso narrativo di questa discesa infera. Non solo i
bambini non battezzati ma anche i pagani che non hanno potuto
conoscere perchè nati prima di cristo, inclusione dei pagani nel limbo
mostra inventiva dantesca e gli obbiettivi di questa innovazione dante fa
i conti con gli ingredienti della cultura classica e poi quella romantica,
caratteristiche particolari di nobiltà che consentono di identificare la
matrice ideologica questi personaggi hanno la magnanimità
caratteristica di quelle virtù riconosciute nell'epoca di aristotele,
personaggi sono il punto più alto che gli uomini possono raggiungere
personaggi che hanno portato all'estremo la dignità dell'uomo e virgilio
nel 7 canto del purgatorio spiega chi sono questi personaggi e che
caratteristiche hanno da un punto di vista morale, dante nel purgatorio
per conte di virgilio davanti a sorvello che chiede da dove viene, virgilio
dice che ha perduto l'oppurtunità di conoscere Dio ma non per ciò che
ha fatto ma non ha fatto non c'è una colpa specifica e virgilio spiega
qual'è la zona che accoglie lui e ci da informazioni sul limbo, laggiu c'è
un luogo non colpito da pene ma solo avvolto dalle tenebre il primo
impatto che dante ha con l'inferno i lamenti non sono di dolore ma
sono sospori tonalità media della sofferenza, qui lui risiede con i
bambini innocenti che sono morti prima che fossero battezzati, virgilio
da la spigeazione dello stato di queste anime per un limite cioè essere
vissuti prima di cristo e non sono dannati, coloro che non conobbero le
virtuà teologali ma le altre, hanno esercitato le virtù non teologali fede
speranza e carità che servono a raggiungere la salvezza divina che da la
grazia divina ma hanno esercitato al massimo le altre virtu quelle
cardinali e intellettuali la prudenza,la fortezza la giustizia e la
temperanza e quelle intelletuali la sapienza la scienza e l'intelletto, la
possibilità di esprimere al massimo la virtù umana, i principi di tipo
morale e filosofici a cui viene collegato il limbo, lui ha bisogno di
leggittimare i classici latini perchè serve per legittimare la sua opera
perchè sono dei modelli, come dare un palcoscenico da un punto di
vista ideologico e morale al grande patrimonio della cultura classica
rivendicando l'estrema nobiltà di queste virtù e loro attraverso
l'esercizio di queste virtù ed rappresentano la grandezza della loro
dimensione umana, però il loro difetto il limite è che non hanno
sperimentato le virtù necessarie per raggiungere la salvezza,
nell'invenzione di queste figure che è uno scarto della ideologia
cristiana però è importante alcuni autori pensano che lui va contro la
santa chiesa però ha come riferimento padri della chiesa clemente di
alessandria ritenevano che i grandi filosofi potevano salvarsi e poi lui
usa spunti di tipo filosofico, la radice profonda di questo percorso
originale risiede nella sua decisione di legittimare i suoi antenati, dare
un crisma di autorevolezza ai modelli della tradizione classica, il canto si
celebra la cultura classica, dobbiamo leggerlo in chiave metaletteraria e
nel 4 canto ci ha fatto scoprire le carte ha disseminato i segnali, virgilio
viene in un momento drammatico la prima volta che dante entra in
contatto con il mondo infernale, il termine poeta ha una valenza
importante il poeta è colui che sa elaborare secondo retorica e musica
quindi regola e arte padroneggiate dalla tradizione latina, lui vuole
portare la tradizione romanza anche, questo è ciò che vuole fare è un
manifesto di poetica, lui incontra spiriti magni che ha dietro la
magninimità dell'epoca nicomichea filosofica e morale, virgilio dice
l'angoscia delle genti dipinde pietà e timore, voce tematica centrale
atteggiamento di pietà che proverà dante davanti a questa umanità
dannata che incontra nel suo cammino, la prima caratterizzazione di
quello che ha scritto dante, virgilio lo introduce nel primo cerchio della
voragine dell'inferno, secondo ciò che si poteva sentire lui non vedeva
nulla per l'oscurità si sentivano solo sospiri non pianti, unica forma di
sofferenza del limbo, desiderio dell'animo umano di vedere dio ma
inappagato, le altre anime sono sossotposte a tormenti fisici, nella
teologia cristiana solo i bambini qua anche adulti, virgilio rompe il
ghiaccio e fa da guida ma qui è virgilio che anticipa la domanda di dante
perchè è lui stesso che parla, virgilio dice che vuole che dante sappia
che queste anime non hanno peccato ma hanno dei meriti però questo
non basta perchè dal punto di vista teologico non hanno avuto il
battesimo che purifica ed è la porta d'ingresso porta dei sacramenti in
latino, virgilio denuncia la sua posizione non di peccatore ma la
condizione di mancanza della grazia, non adorarono Dio come era
doveroso e anche lui fa parte di questa categoria, per la mancanza della
fede loro sono perduti, collegamento al canto 7 del purgatorio, gente
perduta perchè non vedranno mai Dio vivono senza speranza,
giustificazione del fatto che dante da un ruolo privilegiato a queste
figure, e ci sono richiami al virgilio come autore, dove parlava di infanti
e femmine riprende la ripresa dell'eneide dove nomina donne fanciulle
non sposate, cifra distintiva della presenza di virgilio questo canto
ispirato a virgilio al 6 dell'eneide c'è una ragnatela di collegamenti, la
reazione di dante preumanistica lui prova un grande dolore perchè capì
che nel limbo era sospesa gente di grande valore, questo canto è scritto
per una forma di risarcimento di queste figure sul piano culturale che
sono costitutive, cristo discende nell'inferno e dante chiede conferma
alla fede che vince ogni errore, vuole essere confermato in ciò che
afferma la fede cristiana che è veicolo della verità cioè vuole sapere chi
è portato in paradiso alla beatitudine cristo portò fuori i patriarchi, lui
era morto da poco e vide entrare un possente con segno di vittoria
coronato quindi la venuta di cristo, evocata la rappresentazione di cristo
con l'aureola attrraversata dalla croce i patriarchi dell'antica alleanza
portati con cristo adamo, noe mosè artefice della legge del decalogo,
servo di dio, istrael sarebbe giacobbe e verrà chiamato istraele, isacco
padre di giacobbe, giacobbe andrò al servizio per sposare raquele e altri
che furono condotti con lui e salvati rendendoli beati, dante credente
vuole sapere la conferma di questa verità, si apre la seconda parte del
canto dove rispetto alle tenebre dell'atmosfera del limbo dante delinea
un fuoco una fiamma che riusciva a vincere un cerchio di tenebre,
interpretazione vinceva c'è un altra allusione a virgilio primo libro
dell'eneide virgilio parla di lampade che vincono la notte le tenebre, e
plausibile che ci sia l'allusione al luogo virgiliano, il vincia è la fiamma
che vince le tenebre, la luce acquista luce rispetto le tenebre, ma lui
percepiva quale gente di onore si trova, onorevole che comincia per
varie terzine che dissemina la forza semantica idea che sono personaggi
con onore e fama per le loro virtù che spiegherà poi collegate alla
magnimità, questo termine è un marcatore semantica, idea del senso
profondo che dante vuole suggerire, chiede a virgilio chi sono coloro
che hanno una condizione umana così diversa, dante si rivolge a virgilio
con le caratteristiche di queste anime, virgilio rende onore a sapienza e
arte, scienza e capacità artistica queste anime immerse in questa
condizione distinta chi sono? personaggi connotati con la parola onore
per 4 terzine elemento che le caratterizza in epoca aristotelica onore
premio della virtù il massimo che gli uomini possono raggiungere sulla
terra, onore premio della virtù, contesto descrittivo simbolico concetto
dell'onore le qualifica con l'eccezionalità della loro condizione fuori dal
contesto comune e sono gli stessi che condividono la condizione che ha
virgilio. l'onorata fama che nel mondo terreno risuona sopravvivenza di
questi personaggi nella fama che li fa perdurare nella vita umana la
fama che hanno conquistato fa si che abbiano una grazia particolare e si
distinguono dagli altri spiriti, personaggi distinti per le loro virtù umane,
ha guadagnato loro un privilegio nel cielo nella dimensione infera loro
hanno una zona privilegiata a tal punto che il loro nome non è morto,
concetto umanistico della fama chi ha operato bene non muoia nella
percezione degli uomini, i personaggi distinti per opere di ingegno
vincono la morte, la fama vince la morte, ha dato loro una zona
provilegiata con termini chiavi " verbo dipartire" li differenzia dagli altri,
c'è un crescendo è un climax una prograssione incuriosito come dante
per conoscere quetse figure, la loro carta di identità morale e poi dice
chi sono, udì una voce in questo scambio tra virgilio e dante, questa
voce rende onore a virgilio rionosce l'onore che dante ha riconosciuto a
virgilio e virgilio a questi uomini che affratella in un circuito di identià
morale che riconoscono il poeta virgilio, "onorate l'altissimo poeta"
perchè era stato mandato in soccorso di dante smarrito nella selva,
centro nevralgico del significato, dopoc he la voce si ferma vede 4
grandi ombre verso di loro, ombre non aggettivo materuale grandezza
collegata alla dignità del loro aspetto quindi marca l'onore, non avevano
un aspetto ne lieto ne triste la condizione di queste anime del limbo, ne
triste ne lieta ma si sovrappone immagine del saggio che non si allegra
troppo delle cose prospere ne disperarsi per quelle avverse,
demarcazione numerica 4 grandi ombre, e virgilio dice a dante di
guardare a questo personaggio che avanza il leader del gruppo con la
spada è omero poeta sovrano fonte e origine della poesia, dante
accoglie in questo verso un connotato della fama di omero nell'età
medievale, è cantore delle armi perciò porta la spada, concetto di
autorevolezza a chi per primo attua un genere, che tutta la tradizione
riconosce a questo primo artefice la precedenza di tipo cronologico
costituisce autorevolezza, l'autore con la forza di cil che ha compito da
la possibilità agli altri di riconoscerli ingrediente dell'autore colui che
può fare da modello a chi viene dopo ne aveva parlato cicerone, dante
non conosceva omero direttamente solo attraverso citazione di orazio
aristotele cicerone, da petrarca e boccaccio inizia la lettura di queste
opere e poi per la traduzione di illiade e odissea perchè la conoscenza
del greco era ilimtata e poi entra come modello dell'epica conosciuta
dai poeti della cultura umanistica, l'altro è orazio autore delle satire
molto conosciuto affondo nel medioevo circolano le opere la sua opera
letta in chiave morale che potesse favorire i concetti morali legati alla
tradizione cristiana, e dante lo riconosce come nostro maestro nella de
volgari eloquentia delle regole di come costruire un opera poetica,
aspetto autorevolezza nel piano morale ma anche tecnico, poi ovidio un
poeta famosissimo perchè il suo libro metamorfisi ebbe molto successo
c'è la forza inventiva e il tema della metamorfosi suggestiona il poeta
perchè stimola la capacità inventiva creativa ideare trasformazioni in
piante animali ma non è il tema di questa accezione la metamorfosi,
ovidio è moralizzato letto in chiave allegorica con questi autori pagani
trarre insegnamenti da queste storie di carattere morale e inquadrarli
nella ricezione di un mondo medievale cristiano, c'è una classificazione
e l'altro lucano autore della varsavia costituì un grande modello epico
presente nella commedia, e si occupa al racconto della lotta tra cesare e
pompeo tratto dalla storia e vediamo come si approta dante, virgilio
dice che ognuno di essi ha in comune il nome che sonò la voce sola cioè
nome di poeta e virgilio si associa a questi poeti quindi arriviamo a 5,
viene riformulato con specificazioni di aggettivi e chiude questa
seguenza per bocca di virgilio che si inserisce in questa cerchia, tutti
questi sono poeti. elementi chiave del canone medievale e lui si
riconosce Dante perchè i più letti e intreccia un rapporto di
intertestualità ovidiana di un autore che vedremo passo passo per ogni
verso ci sono i prelievi e fonti che chiamiamo zone sottoposte a una
ripresa che inserisce questi segmenti nel nuovo mondo dantesco che
diventa l'idromele questi elementi non devono sostare in una zona della
memoria ma essere digeriti e diventare altro, tracce come acqua che ha
assunto dal terreno i succhi del terreno si rinnova e li assorbe, capacità
di vedere il peso trasformativo come si rinnovano nel nuovo contesto
nella nuova opera. la zona aurea della tradizione letteraria, uno stati
privilegiato agli altri cerchi dell'inferno, nel sistema letterario hanno una
funzione particolare a cui riconosce il compito di legittimare l'inizio della
sua opera, chiudono il canto in una dimensione meta letteraria, lui ivide
radunarsi la bella scuola di omero dei poeti che egli dice vide adunare
autori che costituiscono una schiera nella quale dopo che ebbero
parlato tra loro si volgono a lui e lo salutano e virgilio sorride di questoa
atto importante e c'è la parola chiave e gli resero un onore più grande e
lo accolsero nella loro schiera e lui entra nella bella scuola e lui arrivò
sesto in questa cerchia loro che rappresentano scienza e arte capacità di
esprimersi in poesia, un andamento gerarchico in cui dante arriva sesto
ma non perchè si sente piccolo ma c'è una rivendicazione del ruolo che
dante può assumere nella tradizione, una dimensione elitaria del sapere
costituita da punti di riferimento che possono per il circuito dell'attività
poetica lui rivendica un ruolo nel momento in cui si inserisce nel flusso
della tradizione classica con una auto investitura si immette nella bella
scuola e assume su di se l'investitura di poeta è reso oggetto di onore
anche lui da parte dei poeti che lo includono nella loro schiera,
ricostruendo la bella scuola che merita memoria, nella zona dell'inferno
che marca il privilegio, li fa mettere in una posizione privilegiata, la
memoria letteraria ielo permette perchè loro escono dall'oblio perchè
fanno parte della tradizione, e dante è sesto perchè impianta una nuova
linea della tradizione in volgare, dello stesso livello di quello dei poeti
della bella scuola, dante crea le condizioni per una autoinvestitura
poetica e diventa successore della tradizione aderisce alla tradizione
poetica e diventa successore e la porta avanti, queste terzine
presentano il tracciato culturale su cui si innesta autolegittimandosi
come poeta e se noi colleghiamo le terzine a altri momenti quelli che
sprime nel de vulgari eloquentia possiamo connetterle a un sistema più
grande, l'immagine dell'aquila è cara al sistema figurativo medievale
uccello che guarda il sole con gli occhi senza essere abbagliato, la
possibilità di innalzarsi ci rimanda a un passo del de vulgari eloquentia e
dimostra il senso letterario in queste terzine in cui si parla di omero
signore della poesia epica, dante parla dello stile tragico si può dire che
si usa quando la amgnificenza dei termini si accordano con la profondità
dei contenuti, contenuto consono e debba avere questo stile la
commedia, il volgare illustre debba avere come contenuto consono
questo stile, tragico sommo degli stili e gli argomenti sommi solo in
questo stile argomenti poesia illustre sono salvezza amore e virtù
paragrafo 9 chi si dispone a fare poesia elevata eccellenza di vocaboli e
profondità di concetti quello che farà delle tre cantiche ognuno deve
considerare con cautela ciò che lui dice chi vuole usare lo stile tragico
deve fare tre rituali : c'è intreccio intertestuale fa riferimento a ovidio,
monte sacro alle muse pegaso fa scatrurire la sorgente, chi vuole fare
poesia deve aver assimilato i poeti antichi abbeverarsi alla fonte della
tradizione poi tendere al massimo le corde dello stumento usare le
strumentazioni tecniche giuste affinare le sue capacità e poi muovere il
plettro, quindi lìispirazione non basta bisgosna con cautela e
discevimento consiste nell'autocoscenza di capire come creare un
opera, ma chi vuole fare questo deve capire che senza costante
applicazione cultura tecnica e forza di ingegno, e sono i diletti di addio
coloro che sono capaci di fare questo ed è virgilio che nel canto
dell'eneide canta diletti d'addio innalzati al cielo dalla virtù e figli degli
dei, scendere agli inferi è facile ma tornare indietro è difficile e solo chi
illuminati dagli dei possono farlo quindi anche in questa parte dante
richiama virgilio, la polemica nel de vulgari eloquentia contro chi
comunque senza tecnica e cultura si buttano su argomenti sommi non
pretendino di imitare l'aquila se sono oche che stanno a terra e
richiama la natura eccelsa dell'aquila p l'omero di cui parla, dante in
questa terzina si immette 6 rivendica se stesso la capacità di imitare
l'aquila che si innalza verso le stelle critica per esempio vittorio d'arezzo
che non è capace di un livello di elevatezza formale e linguistica, questo
passo del de vulgari eloquentia libro 2 capitolo 4 paragrafo dal 7 al 9
processo di autoinvestitura lui sente di poter avviare la tradizione
volgare con basi giuste, volgare che può raggiungere una dignità
elevata, e i classici sono i modelli la tradizione a cui aggrapparsi per
maturare questa possibilità di operare autonomamente, è un sorpasso.
dante mette in relazione il de vulgari eloquentia con la divina commedia
e si può dare arte regola al linguaggio ma devono stare sullo sfondo il
canto che insegue è quello che salva i poeti infatti rimangono li e non
possono seguire il processo di ascesi del poeta cristiano, il progetto
lascia la tradizione nel castello da cui si vede tutto ma che ha una
specula ridotta, il processo di salvezza dell'uomo è affidato non solo alla
sapienza legata alla conoscienza ma anche altro, quindi interazione ma
anche superamento il canto pagano sarà poi soppiantato la tradizione
ha il suo giusto spazio. soffermandoci su voci tematiche sul tema
dell'onore o termine poeta e che si stia definendo una gerarchia, dante
si è immesso alla creazione di un opera avendo la consapevolezza di
quello che è la sua funzione, ha la possibiltià di operare la traslazio cioè
usare la cultura tradizionale classica all'era moderna trapiantarla nella
cultura moderna però innovandola in base alle esigenze, lui arriva
ultimo nelal gerarchia con un linguaggio nuovo linguiaggio volgare e
tema cristiano ma da qui nasce un nuovo corso, trasfierimento ma
anche rinnovazione, affermare il senso della sua missione,imitazione di
autori leggittima la funzione della poesia volgare gia nella vita nova in
un capitolo era stata richiamata e associabile a queste terzine incontro
con poeti della classicità rivendica il linguaggio volgare rispetto quella
latina classica, lui cita nella vita nova gli stessi poeti della bella scola che
sono chiamati, dante si sente svegliare uno spirito d'amore
personificato perchè arriva e disse e giustifica il fatto che personifica
l'amore c'è una apologia si giustifica di questa licenza qualcuno
potrebbe criticare il fatto che lo cita come una sostanza corporale con
caratteristiche dell'uomo per spiegare come ciò può avvenire nel
contesto della poesia lui dice che parlavano d'amore non volgari ma
poeti latini e apparirono da poco poeti volgari hanno parlato d'amore e
parlare d'amore per rima è uguale a parlare in versi in latino basta
parlare in modo adeguato e giustifica la personificazione i poeti hanno
parlato alle cose inanimate tipo virgilio parla nella dea nemica dei
troiani al signore di venti eolo, lucano anche parla alle cose inanimate e
orazio alla musa ovidio parla d'amore quindi dante richiama i poeti della
bella scuola tranne omero che non conosce direttamente, critica vittone
d'arezzo e i poeti volgari che non hanno gli strumenti tecnici i poeti
volgari non hanno consapevolezza di quello che fanno, fa distinzione tra
i poeti in volgare e quelli in latino però sono poeti se hanno
consapevolezza dei loro mezzi, rivendicare a se stesso la possibilità di
essere definito poeta la vera linea di differenziazione è data da far
progredire il volgare da livelli di eccellenza pari al latino, una possibilità
emulativa dei poeti latini, aveva invocato i grandi poeti latini e si
inserisce in un filone autorevole e ha consentito a dante di
autolegittimarsi come poeta dalla vita nova ed esplode nei momenti di
riflessione nel 4 canto dell'inferno, riflessione implicita coerente con il
sistema che abbiamo delineato, dante continua il viaggio con i sei
personaggi, l'idea della schiera da l'idea normativa schiera indica
posizione di uno rispetto all'altro, virgilio porta dante che entra tra i
poeti come poeta verso la lumera la luce che vince sulle tenebre, il
discorso è un discorso che riguarda la poesia cose che è bello tacere
bello parlarne in quel luogo, arrivati davanti a un castello concetto della
nobiltà rappresenta il locus concreto in cui hanno albergo gli spiriti
nobile perchè realizza simbolicamente la nobiltà caratterizzati dalla
nobiltà e dignità, le mura cerchiano 7 volte il castello le virtù che
caratterizzano le virtù quelle morali e intellettuali, le 7 virtù quindi nel
sistema allegorico le virtù che gli permettono un ruolo privilegiato,il
castello difeso dal fiumicello che impedisce l'accesso alle virtù e dante e
i poeti lo passano come fosse asciutto lui ha le peculiarità degli spiriti, le
figure che vivono nel castello passate in rassegna da dante, arriva in un
prado dove c'è la gente con sguardi tranquilli ed esprimono autorità
parlano poco con voce suave, la voce rappresenta il dominio interiore,
concetto magninimità elemento costitutivo del saggio storico, dante
raggiungono un luogo aperto luminoso e alto da cui possono essere visti
tutti, celebrazione capacità della poesia che hanno la possibilità di
osservare e vedere gli altri, nel riferimento intertestuale rappresente il
colle dove anchise conduce enea per guardare i discepoli ed è la poesia
che può dominare il verde del prato e i personaggi che entrano nel
elenco sopra l'erba verde sono gli spiriti magni e si esalta il poeta per
averli visti sono i magnanimi secondo il concetto aristotelico dell'etica
niconima cioè coloro che hanno fatto cose grandi e hanno acquistato
onore e fama, categoria simbolica della possibilità che ha l'uomo per
guadagnare la fama la grandezza, eroi guerrieri che hanno agito in
modo virtuoso nella vita attiva hanno esercitato virtù eroiche invece i
grandi della vita contemplativa filosofi e grandi poeti i due ambiti della
vita umana dove esercitare la virtù anche in petrarca questa rassegna la
utilizzerà nell'elencanzione dei personaggi che hanno operato in
maniera virtuosa o scrivere in maniera virtuosa, non solo poeti anche
filosofi, lui conobbe ettore ed enea, tecniche proprie della cultura
romanza classica, come primo gruppo eroi vita attiva personaggi storia
di roma come artefatto storia di roma nell'ideologia dantesca roma ha
un ruolo provvidenziale da un punto di vista ideologico e politico, vide
elettra con i compagni tra i quali i due eroi più illustri della storia di troia
ettore ed enea e richiama eroi che hanno celebrato ettore virgilio e
omero quindi ha un valore metaletterario, perchè loro hanno la fama
ma grazie agli autori attraverso la sanzione della memorabilità con la
letteratura da il crisma della fama perchè cosnente che i nomi non si
eprdono ed è consentita dalla parola poetica e dire ettore ed enea si
esalta il canto di omero e di virgilio quindi la poesia, poi cecare
fondatore dell'impero e discendente di enea poi camilla, lavigna sposa
di enea quindi la grande storia che porta alla storia di roma, poi bruto
che caccia tarquino il superbio, lucrezia luria marzia cornelia la figlia di
scipione donne della storia repubblicana di roma, lucrezia si è uccisa per
aver subito violenza da parte di sesto tarquino, profili virtuosi anche
femminili di donne virtuose apertura della cultura dantesca unica figura
dalla cultura medievale contemporanea il sultano di egitto che è qui in
cambio esempio di eroismo di vita attiva eroica leggendario celebrato
da boccaccio e nel convicio citato da dante esempio di virtù civile tra i
non cristiani, e si chiama il saladino, poi vede aristotele in mezzo agli
altri filosifi lui il maestro di tutti i sapienti, tutti lo guardano tutti gli
rendono onore, socrato e platone che gli stanno vicini quindi un ordine
gerarchico nell'ambito filosofico, diomocrito diogenes anassagora e
talede, orfeo tullio e galileo, diogene, eraclito zenone empedocle sia
filosofia sia matematica medicina dioscoride trattato medica, raccoglie
le qualità delle erbe mediche, orfeo nilo e tullio poeti mitici dell'antica
grecia ricordati da sant agostino e tommaso come poeti teologi, tullio si
intrappone tra orfeo e nilo, poeti dell'antica grecia e marcio tullio
cicerone citato nel campo della filosofia morale oratore e pensatore
morale, nel convivio lo ricorda, cultura in funzione dell'uomo, scienziati
matematici e medici euclide geomede e tolomeo, ippograte accenna
galieno e apolooe commentatore di aristotele, non può elencarli tutti
perchè la lunghezza del tema mi spinge ad andare avanti a volte il dire è
minore a ciò che accade, il gruppo dei 6 si divide in due e quindi un
gruppo resta li e dante continua il viaggio con virgilio e lo porta fuori da
quqesta atmosfera tranquilla per arrivare in una zona dove non c'è luce
la luce della poesia classica confinata in una dimensione nobile di
eccellenza a cui viene riconosiciuta la possibitlia di salvezza in quel
castello, e aver confinato i poeti in questa zona di luce ha un senso e lo
andremo a verificare il rapporto con la tradizione come si sviluppa, da li
si parte ma la tradizione è una cinghia di tradizione poesia di contenuti
elevati con un poeta che si è dichiarato poeta ma la stessa tradizione
classica viene vista da una prospettiva diversa il rapportdo dinamico con
la tradizione prende un altra linea e acquisti il fondamento che abbiamo
visto dall'altro lato la linea dell'innovazione e originalità poetica.
rapporto con la tradizione classica è più complesso, prima lui li esalta
nel limbo c'è il senso dell'elogio del rispetto della tradizione ma adesso
lui sviluppa l'idea che è giusto emulare andare oltre quindi si realizza il
rapporto agonistico di superamento dei classici in altri canti, verificare il
rapporto degli autori con la tradizione che viene evidenziato nel canto
24 e 15 esimo i canti della guerra con i classici, abbiamo visto dante
evocare i classici dante orgoglioso di far parte della tradizione e
vediamo ora invece che lui vuole superarli, la guerra è svolta a livello
letterario di moduli con cui hanno espresso certi temi i classici,
affrontando la metamorfosi lui pensa che i classici possono essere
superati, lui gli da l'originalità e essere vittorioso, elementi metaletterari
di come dante intende la poesia, impostazione letteraria che a una
lettura superficiale non appare, una lettura quindi si immerge negli
ipotesti, rifattere cogliere la significanza ciò che sta sotto al dilà dello
sviluppo narrativo del racconto del rapporto affettivo con virgilio
dobbiamo cogliere gli elemtni meta letterari dante riflette su di se come
autore non personaggio, elementi che riconducono a dante autore
virgilio autore, autori presenti nel sotto testo, vedere come gli autori
hanno rappresentato con la traduzione precedente questa imitazione e
emulazione, i canti 21 e 22 alla 5 bolgia del 8 cerchio, due canti ai
barattieri, ma non c'è il ricognizione del rapporto di dante con la
tradizione, abbiamo dante che incontra i diavoli non ci sono personaggi
di spicco ma i diavoli che immergono i barattieri nella pecie coloro che
hanno fatto commerci non lieciti, spicca il rapporto di virgilio con questi
diavoli e virgilio va a trattare con loro, dante li descrive con le armi del
comico e virgilio con un linguaggio aulico cerca di convincerli a far
passare dante e viene ingannato da mala coda che da delle informazioni
sbagliate dice che un ponte roccioso è crollato nel giorno della morte di
cristo ma possono trovare un altro ponte e ben 10 diavoli fanno da
scorta lungo l'argine della bolgia, arrivano alla visione della 6 bolgia e ci
sono gli ipocriti e incontrano catalano dei malavolti che svelal'inganno
che ha subito non c'è ponte integro e che deve fare un altra strada
virgilio è in condizione di disagio si rende conto di essere stato
ingannato perchè catalano dice che i diavoli hanno come vizi la
menzogna e virgilio che è la ragione ingannato dalla perfidia dei diavoli
e virgilio la guida se ne andò mostrando la indignazione per essere
caduto nel tranello turbato nel volto, ipocriti portano su di loro casse di
piombo, verso finale dante segue virgilio dietro le orme di virgilio che è
la guida, dante crede in virgilio e si appoggia ma mettersi dietro le poste
delle piante è importante, concetto dell'imitazione collegato alle
impronte le ombre da seguire e quindi allusione al valore metaletterario
il verso letto nel contesto narrativo cioè la fiducia di dante in virgilio e
che vuole consolare virgilio che era rimasto male e fargli capire che la
fiducia non è venuta meno, rapporto con virgilio in modo particolare,
processo di senso che dobbiamo imparare a decodificare rivendica al
dilà del fatto narrativo e allegorico la ragione e come guida qui dante
sottolinea che virgilio è la sua guida da un punto di vista letterario
modello, tracce dell'eneide fa riferimento a virgilio e siamo alle soglie di
due canti in cui la fiducia nel modello pagano saranno sottoposti a
correttivo, attraverso il verso che vede dante muoversi le piante quindi
virgilio siamo nella 7 bolgia dante incontra i ladri, punizione drammatica
queste figure rappresentate in una corsa sottoposti ai morsi di serpenti
e a loro volta tramutati in seprenti quindi i serpenti che mordono erano
uomini che sono stati trasformati, questo quadro pone come sviluppo
descrittivo figurativo la metamorfosi uomini che diventano serpenti
quando vengono morsi, dante assiste alla trasformazione di vanitucci
che ha rubato gli averi sacri di una sacrestia di una chiesa il canto ha un
apertura di tipo politico vanni tucci nemino politico di nero perchè
guelfo nero diventa una torcia umana e diventa cenere e al polve si
raccoglie e si converte in serpente, vanni profetizza la cacciata dei guelfi
bianchi e quindi la cacciata di dante da firenze, quindi metamorfosi e la
profezia dell'esilio di dante una piega politica il contrappasso è che c'è
una analogia tra serpente e ladro il serpente è astuto che abile nel
celare le sue vere intenzioni anche il ladro possiamo indivuare elementi
politici il furto del corpo che soffrono i ladro trasformati in serpenti,
perdono la corporeità che ci caratterizza come individui hanno come
contrappasso quello che hanno fatto hanno sottratto agli altri la
proprietà degli altri e sono contannati a perdere la propria persona
fisica ma non cessano mai di essere loro stessi perdita della coscenza,c'è
un senso etico della metamorfos, diverso dalle metamorfosi dei classici
cogliere gli aspetti significativi sul piano semantico dell'interpretazione,
similitudine ricondotta alla necessità di sottolineare il fatto che dante si
incoraggia dietro l'ombra di virgilio, dopo la disavventura con i diavoli, in
quella stagione dell'anno appena iniziato in cui il sole addolcisce i raggi i
capelli del sole, immagine del sole con i capelli dorati sotto il segno
dell'acquario rende miti perchè arriva la primavera, le notti si
accorciano e poi il 21 marzo dureranno 12 ore come il giorno quindi 12
e 12, quando la brina sulla terra riporta l'immagine riproduce
l'immagine di sua sorella che è la neve, la bianca sorella, somiglia alla
neve però dura poco l'atto del temperare la penna, fa riferimento alla
penna perchè si temperavano le penne non rimane affilata a lungo c'è
bisogno di essere temperata, la brina si dissolve, similitudine brina
assomiglia alla neve ma non è è un inganno, idea della somiglianza di
scmabiare una cosa con un altra cosa, tema della metamorfosi, il
contadino che non ha il foraggio per le pecore si alza e vede la
campagna biancheggiare, nel paesaggio si innesti la brina dal
viancheggiare il contadino si dispera perchè pensava che ha nevigato, e
lui pensa di non provvedere a trovare il foraggio, poi c'è la speranza
perchè vede che il paesaggio è cambiato e la brina si è sciolta dura poco
quindi l'inganno della brina confusa con la neve e il villanello si rende
conto che il paesaggio è cambiato, e torna nella sua solita condizione,
scambio di sostanze il mondo cambia faccia, tema profondo del canto la
metamorfosi anche in una zona del canto laterale, dante riprende
coraggio come il villanello, sembra una similitudine narrativa per
descrivere lo stato d'animo di dante e del villanello in realtà ci sono
elementi con un significato più profondo ci introducono nelle strutture
profonde del testo, il cangiare faccia è la dominante figurativa
ideologica del canto, investimento su questo tema avviene dietro le
orme di virgilio dobbiamo mettere insieme questi segnali per capire che
chiave di lettura dare al testo. dante si fida completamente di virgilio e
c'è un altro tablou, il canto dissemina due elemtni della metamorfosi
indicatore di carattere meta letterario, apre le braccia virgilio dopo aver
considerato la guida, virgilio prende fisicamente dante per aiutarlo ad
attraversare il ponte, virgilio gli spiega come fare a camminare in questo
dissesto del territorio, pensa sempre prima quello che deve fare virgilio
che è la ragione adocchiava un altra scheggia dicendo aggrappati su un
altra scheggia, quindi fa una scalata dante e virgilio gli dice di appigliarsi
prima di procedere quindi virgilio svolge la funzione di guida, quella
strada che abbiamo preso è aspro sul piano letterario, mondo che
cambia faccia, la metamorfosi è un tema arduo in questo cammino
l'impresa letteraria non solo materiale è una sfida è difficile, se non
fosse che da quella parte interna era più corta lui non cel'avrebbe fatta
perchè è arduo il cammino, dante sta perfezionando i suoi segnali meta
linguistici, tema arduo la metamorfosi sottolineato da queste linee
ambigue porte significa porta ma l'altro è verbo porta ma c'è una rima
che porta il lettore fuori strada, prima che ci avviamo al momento in cui
prende sviluppo il tema narrativo, una parete è più alta una più bassa,
dante e virgilio faticosamente riescono ad arrivare a un livello del
viaggio, dante si arrende non aveva più fiato,non poteva andare oltre
anzi si sedette appena arriva a una parte dove la pietra si scoscende, è
opportuno dice virgilio che dante si faccia vincere dalla fatica perchè la
fama non si riesce restando a dormire o seduti, chi non cerca di
ottenere la fama lascia un impronta come il fumo nell'aria e schiuma
nell'acqua impronte restano ben poco, perchè parla virgilio di fama? è
un segnale meta letterario, dante dissemina i segnali dell'operazione
letteraria nei confronti della culturqa classica e il tema della
metamorfosi e quindi virgilio richiama dante a quei procedimenti a cui
mira dante ma l'autore non il lettore aspetto fondamentale della
creatività esercizio massimo delle qualità umane, e creano immortalità
il perdurare nella sua forza di autore a cui virgilio richiama dante, degno
della fama di contendere con i grandi autori che l'hanno raggiunta
questo sistema è una delle virtù aristoteliche virtù morali e anche
intellettuali corollario delle virtù è la fama la chiama degna di onore,
valore etico aver esercitato le virtù, la parola chiave del canto 4 onore
onerovole, lessemi riconducibili allla parola chiave onore, quindi qui
virgilio non vuole nel contesto della narrazione dire a dante di andare
avanti richiama dante come autore cioè farsi cantore del tema della
metamorfosi che lui canterà a modo suo a essere in una linea evolutiva
la tradizione assume nuove fattezze dell'epoca del pubblico a cui parla
quindi agonismo di dante autore, spiriti magni che hanno una posizione
appartata con i quali lui vuole fare battaglia, battaglia diventa termine
chiave che ci da il senso dell'operazione letteraria che qui dante fa,
quella agonistica, il sale dell'imitazione che diventa emulazione, andare
oltre e vincere ogni battaglia come autore con altri autori quindi vinci
l'affanno con l'animo di vincere ogni battaglia se non si abbatte dalla
pesantezza del corpo indica l'inerzia quindi bisogna superarla
l'atteggiamento di passività del processo di imitazione qui bisogna
essere attivi per passare all'emulazione, virgilio dice che bisogna
passare una scala più ampia quindi dante si alza e si mostra fornito di
maggiore forza nelle condizioni di procedere in questo viaggio.

dante fa una scommessa perchè lui pensa di poter competere con gli
esseri umani, il tema della metamorfosi lo affronta cercando di superare
i classici, rispetto alla sfida proposta da virgilio che gli dice di proseguire
e non rimanere seduto, rappresenta il concetto agonistico di imitazione
cioè vedere se è all'altezza dei classici lui si alza considerandosi forte,
vanno sul ponte roccioso la via aspra viene rappresentata con questi
aggettivi, si sente una voce che pronunciava parole sconnesse non
capace a formare un linguaggio articolato e inroduce un personaggio
che emerge come voce indistinza ma inquetante voce che non articola
in modo comprensibile adatta a formare un discorso, dante mantiene
indistinta la figura, nella parte sovrastante del ponte lui dice che chi
parlava sembrava che fosse in atto di muoversi, avire ad andare, dante
dice cerchiamo di raggiungere la fine del ponte e scendiamo sull'argine,
da qui non riesce a sentire e vedere nulla, idea di un contesto
indecifrabile e misterioso a cui dante ci sta conducendo, e virgilio
ribadisce non ti do risposta che l'agire io faccio quello che tu dici quindi
ti rispondo aggendo virgilio è la sfida della tradizione classica a dante
quindi bisogna agire significa creare che entra in confronto con ciò che
gia esiste ma deve ritagliarsi il suo spazio quindi ispirarsi ma essere
diverso, arrivano all'argine dell'ottava bolgia e gli gu chiara la bolgia dei
ladri, la descrizione si anima e la parola suggerisce qualcosa di terribile
e c'è un riferimento a un autore un antecedente che lui richiama, dice
nomi di serpenti ma neanche in libia c'erano animali così pericolosi
neanche nella zona del mar rosso arabia ma non riuscì a mostrarne così
tante come lui ne vide quindi neanche se la libia si unisce con etiopia e
arabia non raggiungerebbe l'orrore provocato dal gruppo di serpenti
che dante vede davanti ai suoi occhi, ma in realtà i veri elementi della
contesa la competizione non è tra la libia e i serpenti dell'inferno ma chi
ha descritto i serpenti della libia e dante e l'autore è uno degli autori
della bella scuola cioè lucano, poema etico contenuto storico che narra
la lotta tra cesare e pompeo, zittire la libia è zittire lucano e quindi la sua
arte, ci sono i versi della varsavia dove lucano incontra questi serpenti
all'esercito di pompeo narra come si producono dal sangue di medusa
colei che inceneriva chiunque la guardasse, lucano racconta come dal
sangue di questa medusa nascono questi animali, lucano li elenca e
dante allude ai nomi c'è la tecnica allusiva, perchè non richiama lucano
ma i nomi dei serpenti solo un italiano colto può cogliere gli ipogrammi
quindi il significato nascosto della carica allusiva, non solo allusione alla
libia e il libro 9 della versavia rena è traduzione di metamorfosi modo in
cui ovidio parla del deserto libico, da un lato a lucano ma l'origine viene
ripresa da lucano e narrata da ovidio nella metamorfosi ovidio racconta
la metamorfosi della sabbia libica, quindi ai lettori accolti lui ci sta
scoprendo le sue carte di un gioco caratteristico contrappasso serpente
si riconduce al mondo cristiano quindi recupera l'idea del diavolo che
tenta adamo questa specie di interferenza tra cultura cristiana e
classica, dante dice che sta gareggiando con questi autori del mondo
antico ma la sua metamorfosi non è una bella favola che mostra la
capacità inventiva qui c'è il valore del poeta cristiano, gusto per
rappresentazione scientifica delle qualità di questi serpenti una prosa
che tende a una descrizione scientifico perchè è come se volesse
qualificare i serpenti e dante riprende questo racconto che fa lucano e
riprende senza nominarlo l'origine fantastica dei serpenti quindi
mitologica conseguente al mito lucano si mantiene sull'asse della bella
favola pagana quindi la mitologia, gusto che mantiene una aderenza alla
dimensione mitologica, lucano induge al raccnto mitologico, omero non
lo conobbe dante il cammino delle tradizioni dei testi greci inizia con
petrarca ma dante conosce lucano perchè era diffuso nel medioevo e
nel convivio 4 dante lo chiama quel grande poeta lucano, nel de
monarchia ammirabilis lucano quindi degno di imitazione e adulazione
ma qui dice non si vanti dante dice che quella sfera dei serpenti di
lucano e ha una sfumatura della metamorfosi di ovidio lui mette a
tacere lucano quindi inizia l'emulazione lo scarto l'originalità gli autori
sono sullo sfondo dietro allusione dei termini, l'avanzamento che fa
dante è importante zittisce lucano ma anche oviidio soprattutto nel
prossimo canto, questa calca di serpenti non c'era possibilità di trovare
un rifugio o una etropia pietra che ha capacità magiche tipo guarire dal
morso dei serpenti o rendere invisibili chi cel'ha, dante immerge queste
anime in un destino dal quale non hanno speranza di fuggire e immette
questi personaggi in una situazione tragica peggio di quella in lucano
dove i serpenti mordono i soldati troiani e morivano invece qui la posta
è più in alto, dante aveva sentito questa voce e quel che parlava
sembrava mosso perchè sono costretti a correre inseguiti dai serpenti
avevano le mani legate da serpenti e infilavano la coda lungo la schiena
e si annodano davanti al ventre da un abbraccio mortale sono legati a
questi serpenti che legano coda e capo è una dimensione che si
caratterizza con una potenza grammatica e non finsce qua perchè la
metamorfosi realizzata da dante, verso di uno si avventa un serpente e
lo morte dove il collo si congiunge nelle spalle nella nuca un punto
molto importante per l'uomo, il dannato morso e la metamorfosi cioè
incenerimento è immediata non si scrissero mai una o o una i e gia quel
dannato è morto, quindi riferimento alla scrittura, la velocità della
metamorfosi fa riferimento alla scrittura, questo riferimento è
metaletterario si sta svolgendo grazie alla capacità della scrittura quindi
il ladro perde la sua identità e diventa cenere e poi a terra la polvere si
unisce da sola questo mulinello che si crea e ritorna se stesso, il
rapporto tra dannato e serpente serve a isolare il dannato che diventerà
verso la fine del canto protagonista, qui si realizza sfida letteraria con i
classici, il dannato diventa polvere e poi riprende le sembianza del
dannato, senza fare nomi dissemina elementi che ci consentono di
interpretare il canto in senso metaletterario perchè qui noi abbiamo
alluso a un altro autore, i grandi sapienti raccontano che la velocità con
cui il dannato diventa polvere e rinasce equivale al racconto che fanno i
savi raccontano come la fernice muore e rinasca nel 50 anno di età e nn
si nutre di erba ma di lacrime di incenzo e l'utimo nido è fatto di foglie,
lui parla di gran savi, orodoto clautiano brunetto latini ma le parole con
cui parla della fenice non sono neutre ma impregnate di letteratura e
richiamano c'è una similitudine alle metamorfosi di ovidio in modo
letterale dal libro 15, gli assiri la chiamano fenice, e la descrive in modo
uguale a dante perchè mangia lacrime e non erba, ricava dal mito della
fenice di ovidio, lucano non nominato però sono parte strutturale di
questa terzina sono le zone dell'intetestualità dantesca dell'imitazione,
lui vuole però andare oltre ed emulare i classici, dante non si libera
della tradizione critica vittone perchè non si è educato alla regola dei
classici perchè i classici hanno permesso a dante di entrare nel
patrimonio della tradizione e lo modifica a modo suo sennò se fosse
mummificata noi non la consideremmo un patrimonio, è necessaria la
negazione i futuristi hanno una visione negativa della tradizione si cerca
di andare oltre e fare da se, il peso del patrimonio ci spinge giu, il
ritorno al classicismo per esempio, è stato necessario negarla a volte
ideologicamente, ogni fenomeno va inteso nel contesto che lo ha
prodotto, nelle poetiche dei singoli autori dobbiamo analizzare il
superamento della tradizione distruggere la tecnica la regola della
forma la struttura sintattica coerente, la tradizione occidentale non può
fare a meno del patrimonio culturale, idea del superamento è data al
riposizionamento degli autori quindi non passiva ripresa ma rapporto
dialettico,miticata quindi l'esaltazione dei poeti con il nuovo canto
cristiano. la fonte diretta di dante è ovidio, la ripresa dei miti, lucano e i
serpenti, racconto mitico da un altra similitudine dopo aver equiparato
al uomo morso dal serpente che poi rinasce, similitudine della fenice
contro bilanciata da un altra similitudine chi cade per l'energia di un
demone o da altra otturazione che chiude l'uomo gli osctruisce gli spirit
vitali si guarda in tondo smarrito e sospira così era il peccatore quando
si rialza, prima paragonato alla fenice che muore e risorge qui si parla
della rappresentazione dell'indemoniato spossessamente dell'uomo,
vangelo di luca che parla del demonio liberato da cristo, e allusione a un
altro male cioè l'epilessia dovuta a una chiusura delle vene da cui
passano le energie vitali, una tratta dalle sacre scritture l'altra
conoscenza medico scientifica, portare in evidenza lo stato di
smarrimento del dannato espropriato della sua coscienza di uomo,
alternativa alla dimensione mitica peccatore perde la coscienza e
ritorna in se con uno svuotamento senza capire cosa è successo,
vendetta, termine biblico antico testamento dio vendicatore, punizione
esercizio giustizia divina davanti al peccato, di dare al racconto mitico
primo tassello di confinare la dimensione della metamorfosi del
racconto di ovidio ma anche il rapporto tra cultura pagana e cristiana,
metamorfosi espressione della giustizia divina quindi si supera la
dimensione pagana e supera la tradizione perchè prevale quella
cristiana, mito della fenice scopriamo che si è prestato a un
interpretazione interessante che dobbiamo richiamare per capire ciò
che dante ci vuole comunicare la fenice era entrata da tempo a far parte
del bestiario allegorico cristiano immagine di cristo di morte e
resurrezione, perchè il mondo cristiano voleva ricavare contenuti morali
del mondo pagano, tipo la fenice, reinterpretati al tema della
resurrezione che fanno della metamorfosi una parodia della
resurrezione di cristo la rinascita del dannato un ladro sacrilego che ha
rubato in una chiesa che è esistito quando vide questa morte e rinascita
paragonata con la fenice di ovidio sottolinea che la continua mrote e
rinascita sono in eterno sottoposti a questa pena si svolge
continuamente, fenice pagana csi ciclica come la morte e resurrezione
di panni fucci hanno inconsistenza se paragonata a quella vera che è
quella della fenice cristiana, corinzio di clemente romano e il fisiologo
redatta ad alessandria d'egitto descrizione simbolica di animali e piante
in chiave allegorica e danno a significati metafisici collegato con la
morte e resurrezione di cristo e viene inserito nella tradizione nei
bestiali mediavali un trattato sulle bestie e altre cose in cui si dimostra
che il paragone della fenice richiama l'allegoria cristologica noi non
riusciamo a cogliere questo investimento allegorico e morale se
solleviamo il velo della cultura culturale medievale e dantesca richiama
l'allegoria della morte e resurrezione e mette in evidenzia che la
metamorfosi è qualcos'altro quindi superamento tradizione classica,
dante riconosce che la sua produzione poetica può mettere a tacere le
qualità degli altri autori classici e mettere in luce la metamorfosi che
sposta la metamorfosi pagana in una trasformatio soprannaturale
quindi il miracolo quindi l'imitazione del mondo pagano viene inserita in
un contesto che le stravolge le corregge in senso cristiano, citazione
letterale di ovidio segnala il rapporto con ovidio che è salvo ma si
interrompe quando la tradizione classica e pagana viene corretta da
quella classica, schema narrativo della visione cristiano che racconta ciò
che ha visto quindi dante è testimone della giustizia divina quindi la
veridicità segna il superamento rispetto ad analoghi temi trattati dalla
cultura pagana che sono favole, metterlo nel catalizzatore che
interpreta la metamorfosi in un modo che mette alla prova la capacità
trasformarlo verso la tradizione cristiana il tema della tradizione viene
smontato e rimontato secondo le categorie del poeta moderno ma in
latenza se non andiamo a leggere sotto gli elementi della sua cultura
non cogliamo il senso dell'operazione poetica lui p poeta perchè
manipola una strumentazione antica che viene metabolizzata grazie al
suo punto di osservazione cristiano, paolini mette in evidenza il
rapporto di dante con i poeti si sviluppa in direzione di un superamento,
terreno della gara su cui dante si mette alla prova, il canto ci rivela i
termini di superamento della tradizione classica, metamorfosi giustizia
divina chiave risolutiva del rapporto con la tradizione, attesa nel lettore,
personaggio prima si ascolta la voce poi si vede ucciso dal serpente ma
non lo vediamo, il lettore è curiosissimo di sapere con chi ha a che fare,
virgilio mediatore, quindi questo personaggio viene da firenze il ladro
banni fucci è morto da poco in questa bolgia con un senso di orgoglio
dichiara la sua attitudine che ho la caratterizzato dalla condizione
umana lui aveva una vita da bestia e non uomo quindi incenerimento
della dimensione umana ha una spiegazione disprezzato i valori umani,
era un bastardo un figlio illeggittimo, uomo che amava la violenza
sanguinario facile alla rissa si è dato al saccheggio il canto dopo aver
sviluppato la tensione meta letteraria prende una piega ideologico
politica diversa entra in relazione con il mondo di dante, guelfo nero fu
condannato per omicidi nel 92 aveva militato nella campagna contro
pisa e fu conosciuto da dante, lo pone qui e non tra i violenti perchè lui
ha rubato il tesoro della cappella di san iacopo di pistoia, spregevole
immoralità lo rende degno di quel contrappasso atroce, banni fucci con
orgoglio esibisce il suo nome, bestia era il soprannome per la vita
bestiale e la sua tana fu pistoia, dante che si sente molto interessato da
questa figura chiede a virgilio che non se ne vada e chiede per che colpa
si trovi qui lui lo conobbe come uomo violento, leonardi dice che c'è
una superbia che non nasce dal pentimento, si chiama trista okay
vergogna che nasce dalla superbia, il peccatore si colora in viso e disse
non posso negare cio che chiedi, banni lancia una profezia dell'esilio di
dante che è una vendetta perchè dante lo ha costretto ad
autodenunciarsi quindi entra in una relazione teatrale con dante, lui si
sente ferito di essere stato colto in questa condizione di miseria più di
quanto non si sia stato ferito dalla sua stessa morte, il furto fu
addebbitato a un altro, la vendetta di banni è che lui è un avversario
politico di dante perchè è un guelfo nero, stai attento a ciò che sto per
dire, linguaggio oscuro che riprende lo stile delle profezie bibbliche non
encunciazione esplicita ma con carica allusiva, verranno esiliati prima da
firenze i guelfi neri e nuove famiglie saliranno al potere i guelfi neri e
quindi i guelfi bianchi isolati e anche l'autore, pistoia è vista come un
corpo prima manda via un po della popolazione i guelfi neri poi sarà
firenze a liberarsi dei bianchi e i neri salgono al potere e si concretizza
nel racconto della battaglia che avviene come una tempesta, marte dio
della guerra usa i fulmini e fa uscire dalla lunigiana un fulmine immerso
in nube oscura con una tempesta impetuosa si combatte nel terreno di
pistoia il fulmine si trova malaspina il capitano dei lucchesi alleato dei
neri fiorentini in guerra di pistoia spazierà la nebia e ogni guelfo bianco
sarà ferito pistoia conquistata e i bianchi sconfitti e questo banni ha
detto questa cosa per ferire dante, quindi completa lo sprezzo con cui si
rivolge nonostante la sua condizione misera si rivolge a dante e vuole
che dante soffra, collegato alla ferita che toccherà tutti i guelfi bianchi, e
chiude con questo tema politico un canto controbilanciato da due forti
tensioni narrative una tensione in cui dante afferma la sua capacità di
autore e poeta che nel racconto dimostra la dimensione della
metamorfosi antica proiettata nel sistema morale cristiana in rapporto
ai modelli e la completa in termini ideologici e politici. non cambia i
perni del racconto gli riprende li completa e li potenzia la tensione
politica chiude il 24 e apre il 25 quindi c'è un chiasmo invece nel 25 al
contrario la metamorfosi lo riprende dopo quindi c'è connessione tra i
due canti dante porta avanti il tema della metamorfosi e cci dirà che è il
tema di confronto della tradizione pagana incontreremo i ladri dante e
virgilio vedranno personaggi fiorentini che subiranno trasformazioni e
lui usa la sua abilità di descrizione delle metamorfosi classiche ma c'è la
raffigurazione del centauro capo collegato al mondo pagano, esalta la
sua superbia la sfida è rivolta a dio il ladre alza le mani pone il pollice tra
il dito e le mani e sottolinea in modo drammatico l'atto di sfida da parte
di banni per la giustizia divina, richiama l'esercizio della vendetta divina
che si esercita con l'intervento delle serpi eprchè si esercita la giustizia
divina e quindi lui le inizia a vedere bene, una serpe arriva e lo legò al
punto che non poteva muoversi, dante esprime l'esigenza che il gesto
spregevole nei confronti da dio sia seguito dalla mainfestazione di dio,
ha una giustificazione narrativa forte, nel 24 e 25 ci aspettiamo che
intervengano i serpenti manifestazione della giustizia divina,
sottolineiamo un altro aspetto abbraccio delle serpi della figura umana
stritolata il laoconte 2 libro eneide episodio cavallo di troia usato dai
greci per assediare trioa arriva il cavallo con una schiera di armati greci
nel ventre insospettissce laoconte si scaglia contro al cavallo pieno di
soldati greci e la dea atena che fa parteggia per i greci e manda due
serpenti a stritolare i figli di laoconte che non si fidava dei greci e anche
lui viene poi stritolato cercando di salvare i suoi figli, braccio armato di
Dio, nel lettore accolto c'è una connessione intertestuale con virgilio ha
un senso dobbiamo leggere dante come autore cercando di cogliere gli
elementi del ingranaggio narrativo, il leoconte serve a ricordarci che
dante opera una connessione da autore a altro autore allusione a
virgilio, richiamo che ha una sua produttività, vedremo le potenzialità
meta letterarie, mette all'angolo prima lucano poi ovidio qui c'è virgilio
e dobbiamo capire se ha senso, virgilio spingeva dante alla gara con i
classici per conseguire la fama, dobbiamo capire se c'è una svolta meta
letteraria quindi le serpi bloccano questo banni cucci e si chiude la linea
ideologica, dante usa un lessico giuridico dicendo che vorrebbe che si
incenerisca pistoia perchè negativa rispetto ai progenitori e include
banni fucci allude alla legenda secondo cui fu fondata dai superstiti
dell'esercito di catina, non ha mai visto uno spirito così superbo come
bannu cucci anche capano è riuscito a superare la sua superba caduto
giu dalle mura di tebe e che dante ha incontrato nel canto 14, così
bannu cucci se ne va fugge e senza dire niente e la stessa rabbia che
aveva caratterizzato quell'atto contro dio di bunni viene a connotare un
centauro un altro personaggio pieno di rabbia, anche lui un ladro arriva
in questo canto e insegue bannu fuggi viene caratterizzato con un
aspetto iperbolicamente costruito da dante non crede che abbia una
groppa piena di pisce dove inizia la forma umana dove si innesta il
corpo umano e sopra di lui stava un drago quindi un immagine
spaventosa perchè investe con il fuoco chiunque incontra,doppia
identità perchè mezzo umano mezzò cavallo legato al tema della
metamorfosi, collegato al mondo virgiliano questo capo potenziata da
elementi della raffigurazione mitologica quindi un drago sopra la testa
di capo invece in virgilio era lo stesso capo che soffia fuoco dalla bocca
figlio di vulcano e nel 8 libro dell'eneide ne parla virgilio. 25 esimo canto
banni fucci compie gesto osceno collegato al tema politico ora di nuovo
contesto mitico con la figura di capo, elemento di novità rispetto al mito
ha un drago sopra al capo virgilio spiega chi è il centauro capo fece
strage di uomini e animali, nel libro ottavo nell'eneide era stato artefice
di stragi il sangue fumana ancora caldo, non sta insieme ai suoi fratelli
centauri per il furto non è solo violento furto fraudolento ruba la grande
mandria vicino a se di ercole, ruba i tori e giovenche che ercole aveva
portato dalla spagna e da informazioni sulla biografia di capo, sembra
un racconto neutro, figure identità indefinite, capo un po uomo un po
bestia una figura mostruosa, dalla dimensione politica a quella dei miti,
a livello di fonti quello che c'è dietro questa lettura, messaggi non si
colgono a una lettura lineare, la fonte sembra virgilio la causa della
morte di questo centauro sono i colpi di mazze di ercole ci sono varianti
nel opera di virgilio, capo muore strangolato dal re in virgilio qui c'è una
variante al mito perchè dante fa vedere che va oltre la fonte, elemento
di inciampo cosa che non torna e ci induce a cercare spiegazione, fa dire
a virgilio che capo è morto secondo il modo che racconta ovidio, livio
ricordano uccisione ci capo da colpi di clava dati dal re questa
operazione neutra è un gusto ludico contaminare le fonti, mette in
discussione tradizione classica dimostrare la loro limitatezza
richiamandoli ma dante non lo ha fatto con virgilio la sua guida, dante
quando virgilio preso in giro dai diavoli da un punto di vista narrativo lui
mette in dubbio il suo ruolo, ma del personaggio, virgilio che è la
ragione dovrà poi battere in ritirata e sarà beatrice ad accompagnarlo
da dio, riguarda virgilio come autore in realtà viene intaccata la sua
autorità piano piano segnali dell'opera di denitizzazione riduzione
autorevolezza di virgilio, lotta che fa con i classici la verità è fallace ci
sono altri autori ovidio e dividio dividio ha usato altissima prosa quindi
merita ammirazione, neutralizza autorità di virgilio mostrando
relativismo di questa verità sulla morte del centauro, discordanza di
fonti lui sceglie quella di ovidio, dante mette in discussione virgilio nel
mito non c'è una verità contrasta virgilio come autore, dante due
dimensione modo con cui lavora fonti classiche le contamina dall'altro
svuota autorità di virgilio lui lo fa per preparare il lettore alla vera sfida
cioè a ovidio, mette in bocca a virgilio la versione di ovidio affermazione
originalità poeta moderno, guardano giu e nessuno si accorse chi
fossero finchè non parlano prima si percepisce la voce dei personaggi si
interrompe la conversazione non li conosceva ma fu necessario che
diventa rivelatoria uno dei dannati nomina ciappa, dnate mise il dito per
dire di fare silenzio dal mento al naso ha sentito il nome di questo
fiorentino e lui che viene da firenze sarà interessato e dice a virgilio di
stare zitto, si coglie allusione sottile a ovidio nascosto dietro al naso,
ovidio nasone essere camuffato sotto al naso, virgilio messo a tacere
dalla scelta che fa dante della versione di ovidio e virgilio richiamato e
nel silenzio evocato ovidio con cui c'è la guerra sul tema della
metamorfosi si rivela la grandezza di dante si rivolge al lettore apre un
colloquio e ci da la chiave anche lui costa a credere a ciò che ha visto e
avvisa il lettore che andrà in scena qualcosa di straordinario la
meraviglia chiave dell'opera dante vuole contendere il suo posto con i
classici e la parola chiave meraviglia richiama il senso profondo della
metamorfosi ci anticipa la strategia del poeta gareggiare sul terreno
della meraviglia, rispetta a quella pagana, è una miraviglia che lui la
vide,cambia quadro autorevolezza, autore racconta ciò che ha visto non
è finzione, finzione estetica medievale comporre anche cose non vere
ma lui parla di ciò che vede testimone quindi autore con autorevolezza
che ha visto degno di essere creduto da inserire nel canone, suspance in
questa scena silenziata un serpente a sei piedi si lancia e si aggrappa a
un anima e si crea un rapporto inesplicabile tra dannato e serpente si
avvince si attacca alla pancia morse le guancie continua questo intreccio
tra serpente e dannato,si realizza la sfida mai l'edere si arbarbica a un
albero come la belva al dannato, identità uomo e serpente un tutt'uno
nell'edera e l'albero c'è riferimento intetestuale alle metamorfosi di
ovidio similitudine accennata per ribadire la guerra con ovidio al 4 libro
delle metamorfosi, il serpente e corpo si incollano e non si possono più
separare quindi perde l'identità il dannato, la materia si fonde e cambia
il colore la natura del serpente e dell'uomo non sembra chi era prima,
metamorfosi avviene con la fusione della materia la fiamma incendia la
carta c'è un trasmutare del colore sotto l'ardore diventa marrone ma ne
nero ne bianco si perde identità ne un individuo ne due mostra
donzione tragica di smarrimento, fa smarrire il fatto che si tratti di due
individui le due teste una sola si sono fusi i due aspetti insieme gli
aspetti iniziali sono spariti rovesciamento identità sembrava due e
nessuno quel essere si allontana, richiamo nascosto dietro questa parte
nel libro 4 di ovidio richiamo di ninfa salmacide e mafrodito si uniscono
in una dimensione di perdita di identità dove dante gareggia nelle
metamorfosi, agnello o agnolo de brunelleschi famiglie fiorentine
ghibellino, non ci sono notizie su questi personaggi solo nomi, tipo
ciampa donati, dante imposta metamorfosi una atmosfera vista
attingibile grazie alla grazia divina che i pagani non potranno attingere,
varca questa soglia è un momento di virtosismo poetico artiicio. quindi
dante voleva che virgilio stesse attento alla nuova finzione che si vuole
fare ma intesa non come invenzione ma costruzione poetica perchè è
una costruzione fatat di retorica e musica la poesia e lui lo spiega nel de
vulgari eloquentia, dice a virgilio di stare attento se lui è mai riuscito a
fare una cosa simile, nuova costruzione poetica che virgilio non ha mai
creato, siamo fuori dal contetso narrativo e dante si rivolge al lettore e
inizia questa sfida altissima e dante la descrive in tutti i suoi passaggi la
trasformazione del uomo e il serpente, virgilio dice al verso 58 non è
mai stata così arbarbicata l'edera all'albero similitudine tratta dal
mondo naturale, come anche la pagina bianca che perde il colore per il
fuoco, dante dopo raccontato la mutazione di banni fucci la fusione
intrinsicabile recupera un altra allusione che si coglie nei versi 70 72 e
c'è un rapporto intertestuale non c'è un autore classico come fonte ma
chi conosce gli autori antichi trova il richiamo a un mito e il poeta che
viene richiamato anticipato nel motivo dell'edera è ovidio il libro 4 dove
si narra il mito della metamorfosi di salmacide e amofrodito che non
sono più ne due ne uno si sono uniti in uno solo, chi si immerge nelle
acque della fonte perde la sua identità virilità e ovidio racconta la genesi
ricordando il mito della ninfa salmadice non si sa da dove viene il
potere, un bambino figlio di afrodite e mercurio ermafrodito il bambino
parte e voleva viaggiare arrivò in vista di uno stagno dove abitava una
ninfa che non sapeva usare l'arco non si dedicava alla caccia ne niente si
bagnava in questo fiume, la ninfa salmacide che ozia tutto il giorno e
pettina i capelli e si ammira nello specchio d'acqua ma quando lo vede
se ne innamora, lei vuole attirare la sua attenzione manifesta la sua
attenzione, salmacide tende una trappola ad amafrodite che pensa di
essere solo e si immerge nell'acqua, a lei pare bellissimo lui nudo, non si
tratteneva si butta nell'acqua e lo afferrò malgrado la resistenza, mentre
lui cercava di resistere lo avvolse come un serpente che richiama il
discorso dantesco, afferra il nemico e lo trattiene paragonata a un polpo
e viene da ovidio paragonato alla stretta dell'edera al polpo, ripresa
allusiva e andare oltre lei chiede agli dei di non separarsi mai da lui e i
due corpi si congiunsero e diventano un unico corpo che non poteva
essere definito ne maschio ne femmina, la metamorfosi della quale
dante vuole dimostrare il restare in una dimensione superata quella
della bella favola antica è una mira vera una meraviglia vera ha
dell'incredibile ma ha la verità di ciò che avviene nell'oltremondo voluto
da Dio, la stessa perdita dell'identità specifica raccontata da ovidio,
l'arte narrativa dantesca lo proietta nella direzione della verità di uno
spettacolo vero indica la prospettiva da cui proviene la creazione e il
gesto del silenzio fatto a virgilio è per tutta la tradizione classica
apparirà poi nel paradiso e il silenzio del canto rimarca l'eccezionalità di
un fenomeno mai stato descritto prima quindi la meraviglia a cui dante
assiste manifestazione della giustizia divina quindi non ha a che afre con
le belle favole antiche ma la possibilità di entrare nella giustizia divina
realizzato da dante a quella che è la tradizione ripresa e superata per il
lettore colto che riesce a leggere sotto la trama allusiva, metamorfosi
verso 79 paragone tratto osservazione naturalistica dante crea un
doppio sfondo sempre cose consuete che coglie dall'esperienza
quotidiana quindi realismo con similitudini e tensione eccezionale di
fronte a uno spettacolo mai visto, come il ramarro cambiando siepe
sotto il calore del sole estivo per scappare sembra un fulmine pechè è
veloce così sembrava che un serpentello acceso, similitudine andando
verso gli altri due serpentello acceso d'ira ci sono altri due personaggi
che dante ha intravisto e trafigge la parte dove prendiamo il nostro
primo alimento quindi l'ombellico, e c'è il paragone a questo
serpentello che per scappare scappa quel serpentello che per sfuggire
sguizza nella strada e trafigge all'ombellico il segno dell'origine della vita
zona simbolica perchè mira al punto vitale perchè l'uomo diventa quello
che è e avviene un processo magico, il serpente morde il dannato e
cade disteso davanti a lui il trafitto non dice nulla lo guarda e continua la
dimensione surreale suggestiva spettacolo inconsueto fuori da ogni
possibile realizzazione nella dimensione del reale, e acutizza la tensione
del lettore e ci dà l'idea della meraviglia, tenendo i piedi fermi quel
dannato non corre, tutto si blocca e lui sbadiglia come se stesse per
addormentarsi sembra un incantesimo ma è frutto della giustizia divina
quindi del miracolo lui sbadiglia come assalito dalla febbre o dal sonno
sono effetti realistici, di cui parla lucano nella farsavia ma ora stiamo
andando oltre la descrizione naturalistica, si guardavano a vicenda il
serpente e il dannato, lo sguardo sottolinea la voce guida, la costruzione
poetica è frutto della visione, il dannato e il serpente emette fumo uno
dalla bocca e uno dalla ferita c si incontra il fumo c'è la prima fusione,
processo emulativo dante dentro il canone che affida al volgare
cantando temi nobili può portare avanti l'alta poesia che i poeti regolati
erano riusciti a creare, il segno del silenzio per virgilio è un segno che
riguarda l'autore al silenzio invita lucano e ovidio, taccia lucano che ha
toccato la metamorfosi nel libro 9 elenco dei serpenti in quel poema
descrive la morte dei soldati morti da un serpente sabello e nacirio
mentre militavano uno si dissolve e il corpo diventa cenere l'altro si
gonfa e il corpo poi scoppia quindi metamorfosi in una dimensione
naturalistica il morso del serpente contamina la natura umana e
determina la dissoluzione, rimanda all'arco che tende quindi una gara,
taccia lucano esercizio della poesia e mostra la capacità di un poeta
moderno investito da una funzione superiore a quella die poeti pagani
non c'è niente di egonistico qui c'è una tragedia della punizione e della
colpa qualcosa mai visto prima la serpe diventa uomo e l'uomo serpe
quindi non fusione ma transito di una natura verso l'altra e viceversa lui
zittisce anche ovidio citato con allusione all'edera, dopo essere stati
allusi qui lui li cita quindi, il mito della metamorfosi di gasmo fondatore
di tebe diventa serpente, sposo si amonia avevano regnato su tebe e
migrano e rievocano l'uccisione del serpente, e gabbo vuole espiare le
sue colpe e diventare serpente e la donna armonia anche per non
separarsi dal marito, trasformazione di cui dnate sottolinea l'identità il
fatto di essere circoscrivibile al campo della bella favola, e aretusa la
ninfa stanca della caccia si bagna nel fiume arfeo lui la insegue e lei
invoca artemine e la volge in una nube e diventa fonte e anche arfeo
riprende la forma di fiume poi però aretusa, dopo aver ridotto al
silenzio gli autori estrinzeca la linea del superamento, lui vuole che
stanno zitti percheè la sua metamorfosi gli consente di non invidiarli lui
sta aldilà quelle sono avvenute poetando finte la sua invece è vera e poi
due nature mai si sono scambiate le forme, quindi il virtuisismo poetico
di dante descrive la trasformazione, entare della natura del uno
nel'altro processo simultaneo, contemporaneamente secondo una
modalità tale che la coda del serpente diventano gambe mentre i piedi
dell'uomo si collegano, meccanismo sottile gioco di rispondenza delle
frasi, l'uomo diventa serpente si ritirano le braccie invece le zampe della
fiera si allungano quindi è una progressiva trasformazione simultanea, il
fumo copre l'uno e l'altro con un nuovo colore, l'uno si copre di pelo e
uno lo perde il pelo, descrive elementi del corpo con precisione
anatomica, tutto questo si svolge mentre si guardano senza smettere di
fissarsi e ognuno cambia la fisionomia e uno assiste allo spettacolo
dell'altro, uno ha espropriato i beni altrui viene espropriato della sua
identità, trasformazione analitica e descrive la trasfusione delle nature
ciò che non ritrasse forma naso e labbra per quanto necessario, la
lingua cambia forma ciò che gia c'era sporge in avanti il muso e ritira gli
occhi nella faccia, similitudine tratte dalla quotidianità la linea pronta a
parlare si divide in due e quella biforcuta si richiude e quindi il fumo
sparisce l'anima diventata serpente va via e l'altro lo segue quindi si
chiude il momento magico, tutte quelle serpi che dante ritiene che non
si possono eguagliare sono uomini sottoposti a metamorfosi, quindi
mutano e trasmutano la nuova metamorfosi da una natura all'altra, una
quella delle favole antiche ma questa è nuova, la sua penna abbozza
quindi la novità, la falsa modestia lui fa finta di aver sbagliato invece
vuole al contrario far sapere che è riuscito nel suo intento, sia la natura
della metamorfosi la natura descrittiva la capacità tecnica precisione del
lessico delle immagini quindi lui ha vinto contro i classici il chiedere
scusa in realtà è solo una tecnica ma è il tema del vanto lui si vanta di
questa impresa, tema ripreso nel canto successivo si scaglia verso
guccio stancato unico dannato non conosce metamorfosi non sappiamo
perchè lo fa emergere da questi dannati lui era confuso però i dannati
non potevano fuggire senza che lui non riconoscesse questo unico che
non è stato trasformato l'altro appartenente ai cavalcanti a causa del
quale piange le sventure gaville città in valdarno piange. dante ha
messo più significati nelle sue opere, come dante ha portato avanti la
linea autonoma della creatività il raccordo del poeta con le istanze
culturali del suo tempo, è andato oltre la tradizione vaneggiando le sue
metamorfosi entrate nel cuore della giustizia divina che vanno oltre a
delle favole antiche, ha ricostruito un proprio canone degni di un
eloquenza elevata ma la poesia si fa rivelazione di un esperienza
metafisica, nel primo canto del purgatorio c'è la presa di coscienza del
lettore, il lettore viene coinvolto in questa autocoscienza invocazione
alle muse perchè risorga la poesia nell'età moderna grazie a lui, lo
proietta in una dimensione elevata ma se le muse non sono quelle della
tradizione pagana solo se le muse sono sante grazie a ispirazione divina,
i poeti antichi escono di scena e solo beatrice potrà accompagnare
dante nel paradiso, virgilio incorona il mitrio quindi incoronazione dei
poeti sanciva la loro grandezza virgilio lo incorona e poi esce di scena,
virgilio viene emarginato non come personaggio ma come autore quindi
realizzazione di ciò che abbiamo visto nel canto 4, autocoscienza di
dante come poeta, e all'inizio del paradiso dante si rivolge ad apollo e
non è altro che la personificazione dell'ispirazione divina, o buon apollo
rendimi vaso per assorbire il tuo valore perchè possa raggiungere
l'alloro poetico, avviene quindi nel momento in cui la poesia diventa
profezia e visione di un esperienza metafisica e la nuova poesia gli farà
guadagnare la gloria, e quindi prima gli era bastata l'invocazione delle
muse una sola parte del monte parnasio ora invece ha bisogno anche di
apollo e chiede di ispirarlo così come quando ha tirato fuori marzia dalle
sue membra la lotta tra apollo e marzia, se ti concedi a me mi vedrai
venire ai piedi del tuo albero di alloro e incoranarmi con le foglie di cui
l'alto argomento del poema e tu mi renderai degno, la poesia ha fatto
uno scarto e produrrà un seguito, dei seguaci quindi lui ha la forza di
diventare modello, grazie a dante risorge anche la poesia moderna
grazie a lui, lui è la favilla che poi porta a un incendio quindi dietro di se
ci sarà chi si immetterà nella stessa strada quindi la poesia depositaria
di un messaggio elevato può continuare, padre della lirica più soggettiva
pensiamo al cansoniere, stil novo viene assorbita in modo non evidente
perchè si conciliano elementi della tradizione classica e la cultura
moderna, nuova consapevolezza umanistica, rapporto con la tradizione
classica e individualità si ingrada in un profilo culturale del quale
abbiamo le linee, canzoniere frammenti di cose volgari, grande romanzo
d'amore oscillazioni di questo sentimento tensione spirituale e tensione
verso l'amore materiale, analisi solleva il velo della letteralità la poesia
del io lirico le tensioni e traumi interiori di quale impasto letterario è
prodotto qui abbiamo l'angoscia dell'influenza petrarca tende a
nascondere gli elementi della mutuazione rispetto al mondo di dante, il
mondo della commedia rifluisce nel canzoniere e vediamo un
intertrstualità fittissima ma produce un altro tipo di poesia data la
complessità dell'universo culturale di petrarca sono ovidio orazio, vive
sotteraneamente in questa lirica e segna il cammino autonomo rispetto
al mondo classico apre il cammino della lirica e bisogna sollevare il velo
di maia testi di effusione dell'io ma sono impregnati di letteratura,
andare a sollevare l'allusività di questi testi ci consente di conoscere la
complessità di questo mondo, petrarca non ha dichiarato le sue fonti
dobbiamo vedere se ci sono zone dove esprime la sua creatività come si
realizza il processo artistico ci sono immagini del rapporto complesso
con la tradizione, situazione di dissimulazione di autorità che viaggiano
nel sotto testo dobbiamo richiamare elemento della cultrua moderna di
dante ma anche la tradizione cristiana un filone robustissimo nelle
opere in latino tipo la vita solitaria dove dimostra il rapporto con i padri
cristiani per esempio sant'agostino nel secretum francesco al prospetto
della verità discute con sant'agostino quindi personaggio di una sua
opera ed evidenzia il legame di petrarca con la tradizione cristiana un
altro bacino è il mondo classico delle letture dei classici di petrarca
sappiamo molto abbiamo manoscritti di autori antichi che ha raccolto e
la fae di autori antichi è una concezione pre umanistica che è il risveglio
della tradizione classica ritorna in vita con una tensione che porta i
grandi umanisti del primo 400 ad adnare a ricercare i testi antichi nelle
biblioteche monastiche, abbiamo il nome della rosa che ci da
l'immagine di questo processo, perchè comunque erano lontani dal
messaggio moderno, di un intelletuale cristiano ma l'umanesimo rompe
questa idea perchè il mondo classico anche con i valori può diventare
un modello e si pensa che possa avere solo del bene la cultura moderna
a confrontarsi con la tradizione greca e latina e petrarca imposta l'idea
che dai classici possano pervenire insegnamenti non solo al mondo
dell'arte e della letteratura petrarca sa che la lingua volgare è imperfetta
ma anche sul piano politoc e civile, quindi ci si può nutrire dei valori
classici tipo l'assetto republicano e non tirannico, esaltazione di roma
republicana oppure periodi dove si scopre il valore dell'impero quindi la
società umanistica del 400 si fonda sui valori classici, mentre dante e
petrarca pensano che è svantagiata la loro età petrarca si trova
proiettato con la testa rivolta al passato e al futuro quindi non si adatta
al mondo medievale, il periodo delle tenebre appunto, nelle lettere
familiari 24 libri di lettere uno è indirizzato agli antichi più illustri e
trattatti alla stregua dei suoi amici c'è la lettere a virgilio a omero anche
se lui non conosceva il greco quindi cicerone livio diventano persone
con cui colloquia, quindi imposta colloquio con il libro come se fosse un
discorso con l'autore che lo ha prodotto, richiamare l'attenzione
sull'importanza che ha per petrarca il mondo classico in una cultura che
continua inferiore rispetto quella classica che ha creato modelli letterari
insuperabili vuole proporsi alla cultura contemporanea e quella che
verrà vuole proporsi come un altro virgilio un altro ovidio lui vuole
rifondare i generi letterari dell'antichicità riproponendo la cultura
classica per inserirsi quindi rapporto di imitazione ed emulazione, un
autore ha una coscienza delle proprie forze ed energia una forza della
propria intimità poetica, ed entrare nel processo della creatività. dante
autore di trattati si pone il problema della lingua dello stile delle
tematiche che si devono usare in volgare, in petrarca non avviene e gli
elementi di tipo speculativo e teorico dobbiamo trovarle nelle lettere, le
lettere familiari sono in latino lui le scopre mentre cerca tra i manoscritti
trova quelle che cicerone aveva mandato ad altri autori e si rende conto
che esiste un genere letterario collegato all'espressione delle relazioni
che uno può avere con amici o con i potenti quindi diventa un modello
e nasconono le lettere familiari dalla necessità di diventare un secondo
cicerone. latino ha assorbito i modelli del mondo classico in maniera
straordinaria. latino di petrarca come un miracolo, petrarca ha sempre
rifiutato la formazione scolastica e imparare il latino a scuola e ha
imparato direttamente leggendo autori classici, partecipazione intima al
mondo classico, intellettuale organico hanno una cultura straordinaria
ma per un intellettuale di quel tempo è comune, si trasferisce a padova
e lascia i suoi libri a ferrara poi a milano poi luigi didicesimo la conquista
arrivano in francia, se lo misuriamo con le nostre piccole forze gli autori
li intendiamo come intellettuali al servizio del potere, mecenatismo li
salva, petrarca scrive lettere per i grandi quindi sono intellettuali
organici la pilitica avverte il vantaggio della funzione di intellettuale,
nelle corti ci sono gli intellettuali organici, rapporto potere e cultura,
individuare zone in cui potrarca dice cos'è la poesia e quali sono le
regole, familiare 1-8 per tommaso da messina si parla dell'ingegno tema
dell'invenzione come si alimenta l'ingegno porre il problema rapporto
tra autore e bagaglio culturale gli autori vivono relazioni culturali quella
dantesca non la conosciamo, non sappiamo niente della vita flaminga
invece petrarca aveva un atteggiamento non collezionista dei libri il libro
è l'autore e lui conversava con i libri, problema dell'invenzione alla base
della lettera con una tecnica argomentativa colloquale anche se è
elevato il latino nonostante sia scritta come fosse scritta a un amico,
petrarca dice a tommaso cosa ti conviene fare perchè sei appagato delle
energie ma non vogliono usare quelle altrui questo senso di mancanza
di mezzi non ti spinge a rinunciare alla scrittura, agostino rimprovera a
francesco le due catene l'amore e la gloria che tengono l'uomo a terra e
non gli consentono di esplorare territori della fede, cammino di tipo
morale quindi il desiderio della fama prevale, questo amico di petrarca
vuole scrivere anche se non si sente adatto, petrarca imposta il senso
cioè argomentazione colloquale ma sono espressi termini fondamentali,
o doveva rivolgersi a un consigliere che potesse dargli dei consigli,
petrarca si pone il problema dell'imitazione e le due possibilità che si
possono presentare cioè o ricorrere a molti e diversi pareri o a uno,
quindi eclettismo seguire vari modelli o modello unico, linee che
penetreranno nella cultura umanistica che si traducono nella polemica
sull'imitazione tra poliziano lui propone un modello eclettico e cortesi
siciliano modello unico cioè cicerone, prima lettera dove si pone il
problema dell'imitazione le due linee fondanti, è una falsa modestia
quando dice potevi chiedere a altri ma ti dirò ciò che gia ho mendicato
da altri lui sta disseminando il suo pensiero, se è efficace ringrazia
seneca lui è il solo autore cioè imitare le api che con le manipulazioni
trasformano in miele, non ha un andamento argomentativo si affida a
immagini, l'immagine che rende bene l'idea non è sua metafora delle
api ceh abbiamo citato per dante la megnificatio quindi produzione del
miele frutto di un processo di selezione di fiore in fiore del nettere che
diventa qualcosa di nuovo da quello originario che è il miele, come
l'idromele di dante dove si mischiavano elementi per creare una cosa
nuova, e petrarca si ispira da seneca nelle lettere a lucirio, di questo
pensiero di seneca concetto imitazione e il modello e procedimento che
deve essere modello per il processo creativo quindi prendere da più
modelli e poi creare una cosa nuova, però bisogna attingere di fiore in
fiore ma manipolando il nettare, cosa che macrobio non fece perchè
interpretò non il senso ma le stesse parole di seneca, imitazione
significa non riprodurre le parole ma il senso con le proprie parole non
tali e quali. può capitare che qualcuno possa riprodurre le parole che ha
letto ma è un procedimento sbagliato perchè bisogna che i fiori colti
siano trasformati in cera e miele, petrarca dice che la lettura degli altri
autori ha un rischio che assorbiamo le parole ma non è imitazione
passiva significa imitare il processo degli altri ed esprimerlo a parole
nostre quindi creare un proprio stile anche se con elementi di altri,
petrarca fa un passo avanti per il concetto dell'invenzione utilizzando il
tema senecano delle api la metafora indirizza verso imitazione eclettica
non rivolta a un singolo autore e richiede che ci sia una soglia superata
quella dell'imitazione passiva ma non è solo dire con parole proprie ma
con uno stile proprio identificativo all'autore, il principio dell'imitazione
spiega che ci sia una esplorazione di tipo quantitativo di molti autori ma
poi metabolizzati e restituiti secondo uno stile una forma che fa dle
nuovo autore un autore con identità che è solo sua, nel processo di
lettura lui come un baco di seta ha metabolizzato e poi dalle viscere
nasce la seta che deve avere impronta dell'autore nuovo, petrarca
propone un idea rivoluzionaria del procedimento di riflessione perchè è
nello stile che si conferma la personalità dell'inventore ed è un idea
moderna opera nuova si identifica nel fatto che lo stile sia proprio e
irriconoscibile passo in avanti rispetto a un modo con cui si faceva
letteratura nell'età medievale, era un modo encliclopedico e centonario
mettere insieme il frutto delle proprie letture costruzione di un opera
nuova attraverso selezione di opere precedenti erano accozzaglia di
fonti organizzavano il racconto mettendo narrazioni fatte da quello e
quello opera di rudizione dove si riconoscevano i pezzi degli altri autori,
e non era negativo anzi questa tecnica del centone nel periodo
medievale era positiva le opere storiche dovevano appoggiarsi sulle
fonti invece ora nelle opere letterarie è importante che ogni autore
anche se si ispira da altri autori, l'opera d'arte è quella in cui si riconosce
l'identità dell'autore, le letture devono produrre in noi qualcosa che
restituiamo in modo autonomo che ci fa riconoscere come autori in
proprio, opera storiografica biografie degli uomini illustri, dell'antica
roma ma anche uomini illustri di tutti i tempi e lui crea un proprio stile
la biografia di romulo si è nutrita dall'opera di tito livio però lui ha letto
livio ma la resa formale è petrarchesca riconosciamo il modo di
esprimersi e la realizzazione formale autonoma, autori della biblioteca
che possono dare un contributo alla ricostruzione dei fatti danno
informazioni ma c'è anche utilizzo fonti letterario cioè prendere
ispirazione per la forma come scrivere ma poi scrivere con uno stile
autonomo e lui tutto ciò non lo dice in un opera trattatistica lui lo fa con
immagini quella delle api e del baco da seta richiama la necessità che ci
sia un impegno nell'invenzione adeguato alle proprie forze seguire
orazio nell'arte poetica, arte poetica opera teorica da informazioni della
letteratura quindi assumere compiti proporzionati alle proprie forze e
ingegno quindi non spropositati ma nello stesso tempo deve essere
nutrito dalla lettura che ha bisogno di tempo e ozio ricerca dei modelli
utili nel percorso in modo creativo sostanza delle nostar intelligenza e
restituiti in maniera originale, non ci dobbiamo vergognare di imitare le
api, è la lezione che petrarca da a grillo afatichiamoci anche noi non
aspettiamo la vecchiaia, riferiamo il costume delle api alle nostr
invenzioni quindi come modello per noi umani, non dobbiamo farci
prendere dalla pigrizia quindi impegno della lettura inverno è senilità
dell'ingegno scarsa attitudine a confrontarsi ai grandi autori, i campi
altrui sono lo scorrazzare nei campi della tradizione lo scopo non deve
essere popolarità ma acquisto della virtù e della verità quindi imitazione
non selezione di un modello unico come diranno alcuni del 400, dalla
teoria di bembo produrrà modelli unici di prosa e poesia: poesia
petrarca e boccaccio prosa, ora siamo fase gioiosa esplorazione di tutta
la tradizione antica il punto di partenza quindi, la selezione è di tipo
qualitativo non si scelgono gli arbusti che poco attirano quindi un idea
di un canone ma aperto cercare di includere pià autori possibili che
abbiano raggiunto uno stadio elevato nella letteratura, finalizzato lo
scopo degli studi non la popolarità coem pascoli poi dirà la vana gloria
andare incontro ai gusti dei più lo scopo degli studi che c'è dietro questa
applicazione del ingegno asquisto verità e virtù manifesto poetica
petrarchesca quindi questo amico è come se ci rappresenta petrarca
parla con se stesso ma anche con il pubblico, invenzione avviene con la
cultura sulla scia dantesca e la tradizione occidentale non è invenzione
privo di strumenti culturali nasce sul fatto di essersi applicati al prato
della conoscenza quindi scegliere i fiori più colorati e la mente deve
operare sui materiali come un catalizzatore e riuscire a produrre
qualcosa di nuovo che renda riconoscibile lo stile dell'autore non gloria
ma verità e virtù petrarca chiude racchiudi il meglio nell'alveare del tuo
cuore ma non tenere per troppo tempo in te ciò che cogli perchè non
avrebbe senso se le api tenessero con se il nettare, niente rimane inerto
ma tarsformato in meglio quindi imitazione ed emulazione come con
dante quindi intertesatualità agonistica, nulla vada perduto ma non
farlo rimanere così come lo ha raccolto, nessun merito avrebbero le api
se non trasformassero in meglio ciò che hanno raccolto così l'autore se
si imbatte in cosa degna deve trasformarla in qualcosa di nuovo e verrà
fuori ciò che i coetani e posteri gli attribuiranno, cogliere i fiori dai
giardini di virgilio da li si trae il miele limpido che sappia del vino aspro
sapore. lettera familiare la 19 del libro 3 incaricato di andare a caccia di
libri e l'idea di biblioteca degli autori come deposito che può alimentare
la creacività alla base del mondo di petrarcra il suo gusto della
riscoperta integrale del mondo andito si manifesta con la ricerca di
attrezzarsi di una biblioeta quanto più ampia possibile di autori classici,
le presenze degli autori non sono oggetti rari e prezioso da collezionista
da esibire ma interlocutori di un dialogo continuo per trarre stimoli utili
scintille che accendono la creatività, mancanza nel meioevo di questi
autori che stanno tornando in vita grazie a petrarca la sua biblioteca è
una delle più importanti lui vuole nutrirsi di più più libri possibili, lui
liberato dalle passioni umane dice all'amico che non è legato ai beni
materiali e o dall'età o divina pietà o da dio, ma lui ha una passione
insaziabile, che non ha voluto ne potuto frenare perchè le cose oneste,
una insaziabile perchè il desiderio di cose oneste non può essere
disonesto è qualcosa di onesto vuoi sapere dice di che malattia si tratti?
non mi sazio mai di libri ma ne ha tanti ma ha bisogno dei libri più di
altro anche chi è ricco vuole sempre più soldi quindi accumula
nell'avarizia nei libri c'è qualcosa di singolare e lui non riesce ad
appagarsi, per chi ama i libri non si apppaga di quelli che ha, il piacere
dai beni materiali è muto e superficiale il concetto del mutismo suscita
un idea, natura intertestuale dialogo dei testi, gli altri beni dannno un
piacere muto invece i libri dilettano nel fondo dell'anima ci consigliano
dialogono con noi, dietro immagine di un piacere muto e superficiale
dice che il rapporto con il libro deve essere dialogico e mette in
evidenzia il fatto che il libro si pone in una catena progressiva cinghia di
trasmissione dei valori che è appunto la tradizione eprchè è il dialgoo
tra i vari prodotti collegati tra loro perchè uno suscita la lettura dell'altro
quindi un sistema dei valori che parla a noi e c'è una reciprocità e lui
dice che un libro suscita il desiderio dell'altro ed è così che si avanza
molte opere di cicerone sono state trovate da petrarca a verona e noi
forse non le avremmo mai conosciute lui fa dilagare la conoscienza di
questi autori classici, discendono i manoscritti ereditari che sono le
lettere di cicerone la conoscenza di alcuni autori che non conosceva gli
veniva indotta da altri libri che li citavano quindi determina la catena di
vari libri collegamento di un libro con l'altro che produce il desdiderio di
un altro testo, accademico di cicerone per esempio gli fece sonoscere
varrone che lo cita e petrarca cerca di ricostruire ciò che resta nella
cultura medievale di questo autore e conosce il nome di ennio e
prende, dal libro della vecchiaia di cicerone conobbe catone e grazie agli
autori latini viene recuperata da quello che gli autori latini tramandano,
la catena dei libri crea il senso di una cultura che non si interrompe e
transita da un libro all'altro e crea la catena la continuità della
tradizione ed è importante che cel'abbia petrarca quindi è il concetto di
eliot, c'è un iter progressivo del quale ci sentiamo parte di quel tutto,
nei libri sono nascosti altri libri e quando entriamo in questa
dimensione entriamo nella rete intertestuale con gli stimoli e le scintille
accendono la passione per gli altri libri, e questi libri che lui legge
diventano la trama intertestuale della sua opera e ribadisce la distanza
tra lui e il collezionista c'è chi li raccoglie non per coltivare la mente ma
per adornare la camera quindi per collezionarli ma il rapporto con un
libro è empatico è come una creatura che parla a un altra cratura non
un piacere muto non appaga il tatto e l'occhio ma la nostra anima la
profondità del nostro sentire, e lui dice al suo amico che se gli vuole
bene fai quello che ti chiedo ti ho fatto una nota dei libri che desidero
setaccia le bibblioteche medievali sopratttuto in toscana delle
pubblioteche religiose monastiche, tipo a montecassino dove c'erano
libri antichi e va boccaccio racconta piangendo e aver visto straordinari
libri anche scartati dai monaci per trascrivere preghiere che serviva per
educazione dei bambini e vangeli per le donne quindi un quadro
classico di un patrimonio sommerso che si deve portare alla luce quindi
i libri sono autori che gli possono insegnare tante cose lui si può
mettere alla pari a livello della lingua ma anche contenuti spirituali, lui
ha chiesto acnhe in francia e spagna la stessa cosa quindi la ricerca dei
testi antichi in tutta la cultura europea riscoprire per intero la tradizione
antica sia latina e greca assillo degli artisti del 400 umanisti che faranno
quello che petrarca sta facendo e chiede ai suoi amici di fare costruirsi
una biblioteca per la rete intertestuale produttiva per la produzione
artistica tipo bacciolini salutati guarino da verona. costruirsi una
biblioteca significa creare il presupposto per quella rete intertestuale di
autori greci e latini ma di quelli greci ancora petrarca non li conosce
realizzare la biblioteca che costiusce gli autori del medioevo perduti e
ricostruiti da petrarca e la sua sentibilità umanistica, raccolta
testimonianze legate a un autore significa dell'edificio di petrarca
mettere importanza della tradizione classica di cui dobbiamo andare a
caccia nel canzoniere perchè non può non essere nato da questo
dialogo con i beni che costituiscono la passione di petrarca cioè i libri,
ovidio orazio catullo questi autori e anche virgilio fa i conti nella sua
produzione petrarca, farsi bagnare da questa acqua della cultura, lui ci
dice come deve essere utilizzata quindi il nettare diviene miele in
qualcosa che non è riconoscibile come materiale originario qualcosa di
nuovo che appartiene all'autore nuovo, la familiare 22 2 dove petrarca
introduce con esempi la sua idea dell'imitazione, la 23 19 indirizzate
entrambe a boccaccio colloquio due grandi autori e discepolato perchè
boccaccio vedeva in petrarca un maestro, discussioni legate alla pratica
creativa alla letteratura non solo della loro amicizia e biografia, quindi
sono importanti per capire la visione che petrarca ha delal poesia,
bocaccio aveva visitato petrarca wuando scriveva il bucolico carmen di
ambientazione pastorale in forma di dialogo tra personaggi allegorici
dietro la finzione pastorale nasconde tematiche importanti politiche
nella 10 egloga il pastore silvano racconta il suo viaggio che ha
compiuto e i contadini che ha incontrato per chidere informazioni su
come coltivare il suo alloro che è sempre petrarca alter ego dell'autore
e racconta che cerca consigli su come coltivare l'alloro ma è la
mtyeafora della poesia e i contadini sono i poeti che gli danno consigli
d'oriente e occidente quindi capiamo il tenore di quest opera che tocca
temi importanti della poesia e tradizione e in queste lettere episodio
biografico quando boccaccio nel 59 lo va a trovare petrarca fa copiare a
boccaccio l'opera e gli dice di non divulgarla ma in realtà inizia a
circolare q uindi opetrarca scrive a boccaccio per dirlgi di fare
attenzione perchè a volte ha ripreso in modo passsivo versi di virgilio e
ovidio e dire di non metterla in giro perchè quel tipo di ripresa passiva
scoperta ed evidente non realizza il sensod ell'imitazione gli autori non
devono essere riconoscibili si deve creare qualcosa di nuovo
irriconoscibile quindi lui vuole rivendicare all'imitazione il processo di
creazione artistico che si nutre di letture ma non spieccicate da renderle
riconoscibili, uno stile autonomo, e un imitazione in cui l'autore è
presente in modo allusivo in maniera che ne fa una presenza latente
metabolizzata e restituita in altro modo e stimola formulazioni
personali, quindi distanza tra imitazione ed emulazione e lui le descrive
con delle immagini, contesti di metafore e immagini il tema della lettera
è che spesso sbaglia in quello che meglio sa, petrarca gioca sul ozio
letterario, quindi lui a boccaccio dice che sta continuando la revisione
delle bucoliche che aveva iniziano con boccaccio a milano petrarca odia
le ripetizioni e le eliminava e poi ci sono altre cose bisognose di lima,
avvisa quindi di non affrettarsi a divulgarla e si rifugia fagazzano d'adda
per risistemare la sua opera si trova li da 8 giorni è autunno e piove
spesso approfitta per rivedere il carme e per correggere è importante
leggere lentamente e trovare gli errori, per rendere piacevole ciò che si
legge bisogna farlo velocemente un lettore spedito, per correggere
lenta, la lettura di chi non capisce ciò che ha visto per trovare gli errori,
sbagliamo nelle cose che padroneggiamo di più se non abbiamo
confidenza con queste cose, mette un gradino per il suo ragionamento
che rappresenta il rapporto con il libro, anche in altre cose il padre di
famiglia ciò che non nasconde non le trova e ciò che nasconde si,
efficace la comunicazione lui nomina autori antichi che ha letto una sola
volta e capire chi sono plauto, apulello autori che petrarca dice li ha letti
in fretta e ha notato con l'occhio delle cose notare quindi anche
annotare forse poche le ha memorizzate e che ha sottratto all'oblio in
quale zona della memoria le ha messe? la memoria importante
l'intertestualità vive nella memoria e ha più ambienti accezioni diverse,
un edificio una casa dove mettiamo le nostre esperienze delle cose
anche dei libri, appena si entra c'è un vestibolo è ha posto autori di cui
ha preso qualcosa e quando lui ude parole che ha imparato lui se le
ricorda e che non erano sue ma di altri autori quindi memoria
superficiale in cui impariamo cose altrui, invece viriglio orazio boezio
cicerone non una volta ma mille li ha divora da giovane per divorarli da
vecchi, anche se non li leggesse resterebbero in se ma sono divenuti
come suoi e non ricorda se sono suoi o di altri, quindi le cose nella
memoria superficiale non le consideriamo noi e questa cosa indica il
canone cioè autori non letti una volta ma divorati la mattina e digeriti la
sera quindi non c'è una dimensione quantitativa ma anche
qualitativa come sono stati letti e quelli letti molte volte sono entrati
quindi la lettura diventa immagine del cibo che ci riprota a categorie di
dante simbologia del convivio il banchetto per trasferire la sapienza a
chi non cel'ha, ci da l'immagine medievale, autore letto mangiato e
assimilato quindi diventa corpo culturale del lettore che lo ha letto, e ci
dice come la trasmissione dei valori avviene quando si fanno propri i
valori diventano sangue nervi mente e attitudine dell'autore che di
questi si è nutrito, rispetto quelli autori ha una sindrome del possesso
continuo quindi immaggine tratta dal mondo giuridico quindi quando
abbiamo qualcosa diventa nostra uso capione, se qualcuno si appropria
di una proprietà altrui e la fa sua a lungo e non viene rivendicata
diventa patrimonio suo, questi autori metabolizzati hanno perso il loro
nome sono diventati corpo e sangue del nuovo autore e non ricorda di
aver preso quelle cose da altri le ha fatte sue sono diventate sostanza
della sua intelligenza, altro passo avanti, petrarca dice
l'immedesimazione con altri autori deve dare qualcosa di nuovo, se
troviamo una citazione sarà un errore, qualcosa che deriva da altri
autori non è quello che lui vuole realizzare vuole creare una cosa nuova
altrimenti preferisce qualcosa di rozzo ma suo ma adatto a lui, quindi lui
dice che non è grande come i grandi ma nel momento in cui loro
devono fatti propri per creare qualcosa di nuovo poi, lo scrittore deve
trovare uno stile adatto a lui perchè se ogni veste si adatta agli stilone
sarebbe l'attore che rappresenta diverse identità, ridicolmente se usa
uno stile che non è suo è come una cornacchia che si fa bella con le
penne del pavone che non sono sue, quindi riferimento al plagio, quindi
resta una cornacchia invece ingegni affini devono creare una propria
personalità, sta presentando alcune immagini prese da altri autori il
poeta il vate non deve mai imitare passivamente orazio anche apre la
strada mai aperta da nessuno di libere orme ha impresso il suolo, o
improntare i carmi con una bassa moneta, lucrezio segue i calchi delle
muse da nessuno calcati, o virglio rivendicano novità stile invece
petrarca che si inserisce nella tradizione dice che vuole seguire i padri
ma servirsi dei loro testi preferisce non avere una guida piuttosto che
seguirlo in tutto, non vuole essere legato imprigionato a una guida una
guida deve precederlo ma non controllarlo, deve avere il diritto di avere
un percorso libero scegliere un percorso nuovo o tentare territori nuovi
nel processo artistico deve splende l'ingegno dell'imitatore, originalità
che si realizza dopo essersi nutrito dei classici, aveva scritto sublime in
un trono di acero quando lo rilegge capisce che erano simili a quelle di
virgilio e quindi fa una correzione e scriverai sede acerna, stesso
aggettivo ma invece che solio il termine sede quindi modifica il
singatma virgiliano e usa sede, il trono dei romani era d'acero secondo
virgilio il cavallo di troia era d'acero e anche il legno che fu causa della
rovina dell'impero ma nasce questa copia dalla familiarità con virgilio,
un altro caso identico, l'aveva nella memoria come cosa sua ma era in
ovidio, citato un autore che non doveva essere utilizzato in forma
passiva perchè questa imitazione presuppone familiarità ma la vera
imitazione deve produrre il proprio quindi deve essere modificato anche
questo e lo dice a boccaccio perchè lo modifichi, ovidio aveva detto
cosa non possono fare i versi e lui dice cosa può eguagliare la forza della
poesia quindi esprime il concetto ma con parole sue deve avere la
stessa elevazione sia per contenuto sia stile, non vuole rubare perchè il
furto e plagio passiva ripresa e dichiare incapacità dell'autore nella
produzione, se la necessità lo costringe può avvalersi di roba altrui per
farsi bello e se non si accorge di aver fatto un esproprio senza volerlo
perchè le ha metabolizzate chiede di essera aiutato a essere corretto,
dopo aver letto il senso dei libri bibblioteca autori che non ci sono più
dialogo della conoscenza l'amico ci regala ciò che è suo e noi dobbiamo
farlo nostro ma essere stimolo vivo scintilla che produca una nuova
opera antica creare un ponte tra antico e moderno rifiutata imitazione
passiva anche inconsapevole e poi immagina con cui vengono
stigmatizzati gli imitatori passivi gli attori o la conrnacchia un sistema in
cui il rapporto tra imitazione ed emulazione, riprese che fa petrarca di
dante ma non c'è mai la passiva mutazione di formule dantesche il
mondo di dante è fermentato in petrarca ma lo stile di petrarca sul
piano stilistico mantiene una sua personalità, questo meccanismo non
deve essere convalidato dalla teoria petrarca lo ha capito subito perchè
la creatività è sinergia su ciò che di grande è stato e ciò che riusciamo a
creare come originalità l'immagine della guida delle orme idea
dell'imitazione la guida anche in dante modello canone il dux non deve
incatenare il passo ma indicare la strada lasciando autonomia e libertà
risolve un idea fondamentale idea che ci sia diversità da recuperare
nell'uguaglianza quindi modernità nell'essere antichi, metafore la
somiglianza non l'identità, la somiglianza deve far risplendere la luce
dell'ingegno di chi si mette sulle tracce di un altro. la 2 a boccaccio
riforma tematiche gia esposte nella prima, il problema della presenza
dei testi antichi che possono ricadere in un tetso ma riformulati in
maniera autonomo, il nuovo processo riguarda la traduzione riguarda la
comunicazione letteraria funziona bene per l'analisi il concetto di
intertestualità un testo originario e uno di arrivo quindi c'è un rapporto
dialogico diventa funzionale utile per interpretate il fenomeno
costruttivo. partiamo dal concetto che la letteratura fa parte del
contesto più ampio di comunicazione e la traduzione è comprendere la
parola di un altro in una lingua che non è la nostra quindi si cerca di
capire di interpretare l'altro, per spiegare la letteratura come parte del
contesto della comunicazione impostata su una modalità tipica c'è un
messaggio verbalizzato espresso a parole e passa da un mittende a un
testinatario che devono condividere un codice altrimenti il
trasferimento del messaggio non avvieve il testo è in rapporto dialettico
con il contesto in cui arriva a volte arriva a contesti diversi che portano
alla riformulazione del testo quindi si chiama intercontestualità nel
mondo antico il messaggio di ovidio nel medioevo non poteva essere
accettato in modo lineare veniva ridefinito e letto in maniera allegorica
quindi dialogo tra testo e contesto culturale in cui arriva che può
trasformarlo, la linea retta tra un mittente e un destinatario può non
essere linerare può essere ricodificato o quando c'è un cambiamento
linguistico può cambiare, si arriva a un cambiamento linguistico quando
viene inserita in un altro contesto quindi la traduzione oppure la
comunicazione letteraria ha mezzo che veicola la comunicazione
letteraria e abbiamo la trasnformazione che è dovuta al mezzo e quindi
si chiama traduzione intermediale o interartistica, quindi il testo non è
un entità rigida quando entra in un sistema comunicativo può subire
una serie di cambiamenti, può essere in sintonia con il contesto oppure
no e quindi può essere riscritto ricodificato il senso, quello che ci
interessa è il discorso della traduzione dei segni linguistici sottoposto a
un cambiamento linguistico, la traduzione dei segni linguistici da
jacopon è iscritto da diverse forme una traduzione endo linguistica
interpretazione dei segni per mezzo di altri segni quindi quando
intepretiamo il discorso di un altro con la stessa lingua e quindi è una
specie di traduzione perchè lo trasferiamo utilizzando le nostre
categorie ma la stessa lingua poi quella interlinguistica quando
interpretiamo per mezzo di un altra lingua i mezzi linguistici e poi
intersemiotica intepretazione segni linguistici con segni non linguistici
tipo il senso di un romanzo attraverso un opera pittorica, intepretazione
attraverso un sistema non linguistico che è la pittura, quella
interlinguistica è la più importante da analizzare e propone
problematiche complesse trasporre in una lingua bisogna prima
interpretarlo e capirlo, calvino nel saggio parla della traduzione tradurre
è il vero modo di leggere un testo, provocazione per entrare nel mondo
della traduzione e coglierlo come atto ermeneutico colui che traduce un
testo e lo trasferisce da un sistema linguistico a un altro mette in atto un
processo di comprensione e interpretazione, calvino e la traduzione lui
ebbe con la pratica e la teoria una continenza non occasionale tradusse
il romanzo le fleur bleu, scrive le flabe italiane del 1956 fiabe in dialetto
tradorre, scrittura in prosa dell'orlando furioso del 1960, poi saggi
teorici, saggio sul tradurre furti ed arte conversazione con tulio veicoli, e
nel 85 c'è il ritorno di calvino a kenot traduce la canzone del polistire,
prima faceva traduzione dalla lirica alla prosa che è endo linguistica
perchè è un passaggio di registro non si può considerare interlinguistica
perchè si tratta di una sola lingua, nella traduzione di kenot chiede aiuto
a primo levi per rappresentare i termini tecnici per indicare le fasi della
fabbricazione degli oggetti in plastica, nel saggio del 63 paragone e
letterature impostato sul tradurre risponde a golier, calvino collabora
per difendere la traduttrice realizzata da adriana motti e lui scrive una
lettera al direttore e qui diventa un occasione per esprimere
impostazioni teoriche sul tradurre la traduzione non si limita alla verifica
della mggiore e minore fedeltà al testo originale è importante andare a
ricercare le ragioni interne gli scarti tra i due testi capire perchè l'autore
si è allontanato indagare sulla rottura per rintracciare le dinamiche
storiche e culturali che hanno influenzato il cambio quindi avere doti
morali tipo l'umiltà, avere un senso etico di responsabilità la traduzione
è un miracolo combinare le doti tecniche e quelle morali, il passaggio di
un testo in un altro richiede un miracolo, il traduttore cerca di tradurre
l'intraducibile, annotazione importante è quando calvino si sofferma
sulla lingua italiana e ci devono essere ragioni di originalità e
universalità perchè il romanzo viaggi per il mondo ci sono romanzi che
viaggiano veloce e quelli lentamente, dipende al contenuto e dalla
forma i romanzi italiani sono quelli dell'ambiente localizzato davvero
interesse turistico, della vitalità italiana ma lui pensa che ci deve essere
universalità letteralità va al dilà del discorso localistico, tradurre è un
arte, la poesia in versi è traducibile ma bisogna poter tradurre anche
quelle parti, qui si innesta la capacità del traduttore immagine del
intraducibile, calvino dice chi scrive in una lingua minoritaria come
l'italiano una lingua che ha un suo tessuto molto fino e sottile la lingua
fatta di ritmo e equilibrio di stile e quando si trasferisce da un sistema
linguistico a un altro può provocare un corto circuito e la comunicazione
fallisce, a volte leggendo il testo tradotto gli sembra che non ha il valore
che ha nella parte in italiano, la traduzione comunica qualcosa di
diverso tradurre è il vero modo di leggere il testo, riflettere sul testo
capire cosa ha scritto e perchè, la traduzione fedelissima entra in crisi la
comprensione di un messaggio non si basa su ingredienti che non
possono essere trasferiti passivamente su un altra lingua perchè
quando l'autore si legge tradotto può sentire un senso di estraneità e
non è un problema di trasferire fedelmente il significato dipende dalle
strutture e poi il fatto che bisogna capire il senso, p un atto intepretativo
dell'autore stesso l'autore solo quando viene alterato il suo testo di
cogliere il senso profondo del testo, lui prende confidenza anche con le
ragioni inconsapevoli di un testo quindi rende consapevole a un autore
stesso, tradurre tra italiano e inglese c'è tanta distanza che significa
ricreare perchè bisogna non fare calco letterale non è possibile un
trasferimento meccanico bisogna entrare in contatto con lo spirito della
lingua non solo conoscerla e capire come i due testi posso trasmettersi
l'essenza, quindi ci sono questioni. il principio in discussione è la fedeltà
al centro del dibattito sulla traduzione che porta grodge ad affermare il
principio della non traducibilità della poesia unione di contenuto e
forma si radicalizza nel concetto del problema della fedeltà,unione di
intuizione e espressione ma non è solo porsi il problema della
corrispondenza delle strutture linguistiche da una lingua all'altra ma
anche come si mantiene l'equilibrio tra il testo originario e il contesto
generale dove viene introdotto, cogliere rapporto tra tetso di partenza e
il sistema culturale dove arriva e il ruolo che avrà nella letteratura
nuova, tipo pavese traduzione tetsi americani quindi portano novità
nella letteratura che ospita quindi quando arriva nella cultura in cui
viene trasferito porta novità di tipo formatico, quindi la traduzione
realizza un processo dinamico perchè i testi hanno modificato il modo di
scrivere e ingluenzano il modo di scrive rapporti stretti tra la letteratura
nordamericana. dimensione dinamica e reciproca trasformazione, negli
anni 70 a livello accademico nasce la nuova disciplina traslation studies
una novità rispetto la scienza della traduzione che non ha un approccio
solo linguistico prima si interrogavano solo sulla tecnica qui invece si
tratta di riscrivere inserendo le pratiche di scrittura anche di altre
discipline che esprimono la convinzione che l'atto traduttivo è
complesso e sfaccettato e la traduzione interlinguistica si considerano
aspetti culturali, mezzo attraverso cui si esprime un insieme di valori
quindi due sistemi valoriali considerati nella complessità della loro
relazione, nel momento in cui si parla di rapporto di due popoli con
sistemi culturali diversi si crea un groviglio di rapporti che legano la
traduzione e intertestualità un primo orientamento considera
intertestualità restituzione di fenomeni che ci sono neltesto di partenza
deve essere considerato in tutta la sua complessità quindi ci sono
elementi dell'autore con la cultura del suo tempo o la sua cultura quindi
rete di relazioni che ha intrecciato l'autore con autori del suo tempo
quindi cogliere gli elementi interteestuali è un compito complesso, il
traduttore deve fare in modo che il lettore deve essere messo nella
condizione di realizzare esperienza che il lettore del testo di partenza
ha colto un lettore legge dante condivide la cultura dantesca e coglie il
mondo dell'intertestualità di dante ma all'estero il lettore deve cogliere
la rete intertestuale così come lo ha ftto il lettore italiano, la
responsabilità è del traduttore, l'atto della lettura questa responsabilità
cel'ha il traduttore quindi il testo non può essere tradito quindi il
traduttore individuare gli intertesti che ci sono nell'opera che traduce e
deve anche capire gli impatti che possono avere quindi la traduzione è
un atto creativo, prendiamo il testo di umberto eco, il problema è che
intendere la traduzione è cogliere complessità del dialogo dei sistemi
non linguistici ma culturali e consiste nella capacità di rendere quella
dimensione del testo di partenza come palinsesto quando un testo
viene riscritto secondo la prospettiva eliotiana ogni testo è il terminare
un punto di raccordo di una serie di esperienze culturali che l'autore ha
fatto bisogna restituire la complessità degli intertesti del testo di
partenza ma è molto delicata ci sono allusioni così sottili che risultano
non colte e a volte il traduttore si pone il problema se il rimando può
essere riconosciuto o se riportato nel cntesto sia intelleggibile e quindi
capire se sostituite, non restituisce l'essenza del testo di partenza, dire
quasi la stessa cosa esperienze di traduzione un opera di umberto eco
rispetto al problema della resa degli intertesti bisogna tradutte
letteralmente il testo senza implicare i contesti di arrivo?, se c'è un
allusione in shakespeare a un autore abbiamo una traduzione corretta
ma non sappiamo se gli italiani riescono a cogliere questa allusione, è
una decisione trastica e spesso si eliminano gli intertesti o usano
elementi paratestuali tradurla ma mettere note che spiegano il peso per
agievolare le comprensione ma la traduzione diventa un apparato
erudito da una spiegazione che interrompe il flusso della lettura rompe
la sintonia tra autore e lettore che si era prodotta nel testo letterario
dimensionedi conoscenza può essere poco efficace e un altra possibilità
è la sostituzione invece di tradurre usato da alcuni traduttori se il
produttore capisce che è necessario non tanto che il testo che viene
alluso sia ricostruito nella letteralità ma cogliere il senso del perchè era
presente quindi possiamo sostituire, per esempio in ego nel pendolo di
fugol mette in bocca ai personaggi l'imcapacità di guardare al mondo se
non attraverso una citazione non è il problema di questa o quella ma
mostrare la funzione generale descrivendo un viaggio in macchina
allusione non citazione, lettore italiano coglie l'allusione,
interprestualità di leopardi, come si deve regolare il traduttore, il
problema dell'intertestualità ha aperto un dibattito quindi non sistemi
linguistici ma culturali, il lettore inglese non capisce sennò, se tradotta
letteralmente si sarebbe perduto qualcosa, esperienza del paesaggio
solo riconducendola al paesaggio della letteratura, mediata dalla
letteratura se tradotto alla lettera si traduce che c'è una siepe ma in
realtà non è importante ne la siepe ne il richiamo a leopardi, è come la
citazione muta tra castigliano e catalano ciascun traduttore ha messo un
richiamo al passo della propria letteratura quindi eco ha autorizzato i
lettori dal castigliano catalano francese a realizzare lo stesso momento
euristico la stessa ricerva un medium letterario un tramide proprio della
lettura, quindi sostituire un richiamo a leopardi un riferimento alle loro
letterature nazionali cosi come noi leggiamo leopardi gli altri trovano il
richiamo alle loro letterature nel capitolo 29 si dice la sera era dolce ma
non spirava vento, ho ricordato che è una citazione manzoniana con la
stessa funzione della siepe leopardiana, qui c'è manzoni se si traduce
alla lettera può diventare fuori atmosfera si perde il senso letterario e
quindi autorizza i traduttori a un processo metaletterario cioè usare gli
strumenti delle letterature nazionali in cui è scritta la stessa ambizione
riconoscimento, sul piano estetico deve avere il francese la stessa
esperienza di riconoscimento letterario, a lui piacciono di tedeschi che
mettono una citazione di ghuette sulla vetta della montagna c'era
silenzio non c'entrano con il testo ma si deve creare una esperienza
intertestuale che riproduce la dimensione estetica del testo di partenza
quindi i traduttori aderenti non a un discorso di fedeltà letterale,
rispettare le intenzioni dell'autore senza però le esigenze dei lettori, il
potenziale interpretativo si moltiplica perchè il testo parla in ogni
contesto il testo parla e innesca la stessa sensazione della lingua
originaria, quindi implica una serie complessa che trascina con se idea
di traduzione come forma di assimilazione e trasformazione di un testo
allusione leopardiana sostituita, trasformazione ma non tradisce le
intenzioni dell'autore quindi leale al tetso concetto di lealtà di cristian
nov che mostra come la lealtà è una dimensione bidirezionale trova
applicazione intertestualità da un lato traduttore leale nei confronti
dell'autore comprende e intepreta il senso non solo le strutture
linguistiche e rispettare il voler dire profondo del testo dall'altro lato
deve il traduttore essere responsabile dei destinatari quindi conforme al
contesto e capire il punto di vista dei lettori se si realizza la sinergia il
testo di partenza entra nel nuovo contesto e si realizza quel atto
comunicativo, e la traduzione porta al massimo atto comunicativo ma si
devono attivare i processi dinamici, tradurre significa dire quasi la stessa
cosa, nascono interrogativi legati al dire e al quasi, prima si interpreta e
poi negoziazione a patti con l'autore e capire a cosa rinunciare venire a
patti per fare in modo che sia riconosciuto nella cultura di arrivo, quindi
deve essere intellegibile porta al massimo grado la dimensione
pronfoda di intertestualità sviluppato in tutte le forme che un testo
comporta dimensione linguistica ma anche quella tematica,
implicazione etica del concetto di lealtà adattato quindi alla cultura
nuova. forziere di tesori che sono la potenza della parola che veicola i
mondi anche nei secoli.

ecco la traduzione dei versi 385-400 del l. V delle Metamorfosi di Ovidio


che raccontano il rapimento di Proserpina e che Poliziano tiene presenti
per la sua Ballata delle rose:

Non lontano dalle mura di Enna c'è un lago dalle acque profonde,

che ha nome Pergo: neppure il Caìstro nel fluire

della sua corrente sente cantare tanti cigni.

Un bosco fa corona alle sue acque, cingendole da ogni lato,

e con le fronde, come un velo, filtra le vampe del sole.

Frescura dona il fogliame, fiori accesi l'umidità del suolo:

una primavera eterna. In questo bosco Proserpina

si divertiva a cogliere viole o candidi gigli,

ne riempiva con fanciullesco zelo dei cestelli e i lembi


della veste, gareggiando con le compagne a chi più ne coglieva,

quando in un lampo Plutone la vide, se ne invaghì e la rapì:

tanto precipitosa fu quella passione. Atterrita la dea

invocava con voce accorata la madre e le compagne,

ma più la madre; e poiché aveva strappato il lembo inferiore

della veste, questa s'allentò e i fiori raccolti caddero a terra:

tanto era il candore di quella giovane, che nel suo cuore

di vergine anche la perdita dei fiori le causò dolore.

quando si parla di romanzi come di vini ci sono quelli che viaggiano


bene e quelli che viaggiano male, una cosa è bere il vino nella località
della produzione un altra berlo a chilometri di distanza, e per i romanzi
dipende da questioni di contenuto e di forma, i romanzi che hanno
successo di quelli italiani sono quelli che descrivono luoghi che si
possono visitare e celebrano la vitalità italiana. forse prima era vero ma
oggi no, un romanzo locale implica conoscenze dettagliate che il lettore
straniero non può sempre capire e secondo perchp un immagine dell
italia come paese esotico è lontana dalla realtà e gli interessi del
pubblico. insomma un libro per passare le frontiere deve essere
originale e universale il contrario dell'immagine del particolarismo
locale, e il linguaggio ha un importanza massima tiene sveglia
l'attenzione del lettore bisogna che abbia una vivacità. l'opinione
corrente è che si esporti meglio uno scrittone neutro che da meno
problemi di traduzione ma p un idea superficiale la scrittura può avere
valore solo se il senso di grigiore è personale altrimenti nessuno lo
legge. la comunicazione si deve stabilire con accento personale o in
modo diverso come il linguaggio del giornalismo più vivace e brillante e
può essere una comunicazione introversa e complessa propria
dell'esperienza letteraria. per il tradurre i problemi da risolvere non
vengono a meno nei testi dove la comunicazione è colloquiale il
traduttore de riesce a cogliere il tono giusto continua su questo slancio
con una disinvoltura che sembra faceile, ma tradurre non è mai facile ci
sono difficiltà si risolvono facilmente mettendosi in sintonia con l'autore
ma per i testi più complessi con deiversi livelli di linguaggio le difficoltà
devono essere risolte secondo il gioro di contrappunto le intenzioni
coscienti o pulsioni inconsce, tradurre è un arte passare da un testo in
un altra lingua richiede ogni volta un miracolo sappiamo tutti che la
poesia è intraducibile per definizione ma la vera letteratura anche in
prosa lavora proprio sul margine dell'indeducibile di ogni lingua il
traduttore letterario mette in gioco tutto se stesso. chi scrive in una
lingua minoritaria come italiano arriva alla constatazione che la lingua si
regge su fili sottili basta cambiare il suono ordine ritmo e fallisce la
comunicazione. quante volte quando leggeva un testo tradotto anche
una traduzione fedelissima nel testo usata con un altra intenzione una
parola magari ironica il significato di un verbo suonava come una
affermazione insomma la traduzione comunicava qualcosa di diverso. e
'autore si scropriva solo quando rileggeva il testo tradurre è il vero
modo di leggere un testo autore riflette sulla traduzione del testo e
capire cosa ha scritto. la traduzione dall inglese per esempio devo
precisaree due cose più le lingue sono vicine più facile è più sono
distanti più difficile è. tipo lo spagnolo che è simile all italiano e lo
spirito è opposto. in inglese ci possono essere troppe differenze. non
basta conoscere la lingua come le lingue trasmettono l'essenza
collaborazione autore e traduttore collaborazione tra editor e
traduttore anche se a volte rovina il lavoro del traduttore. bill weaver
dice un editor helen molto importante in germania o stati uniti e francia
hanno fortuna gli editors. scrivere non è un atto naturale non c'è
rapporto con parlare. gli stranieri notano che noi quando non sappiamo
che dire lasciamo le frasi a metà. bisogna frare attenzione alla parola al
verso. gli scrittori affrontano la depressione del periodo con ironia, una
vitalità a sfonto triste che da un senso di morte. viviamo tutti nella
disperazione universale, unica cosa che possiamo fare è dargli uno stile.

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