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dante fa una scommessa perchè lui pensa di poter competere con gli
esseri umani, il tema della metamorfosi lo affronta cercando di superare
i classici, rispetto alla sfida proposta da virgilio che gli dice di proseguire
e non rimanere seduto, rappresenta il concetto agonistico di imitazione
cioè vedere se è all'altezza dei classici lui si alza considerandosi forte,
vanno sul ponte roccioso la via aspra viene rappresentata con questi
aggettivi, si sente una voce che pronunciava parole sconnesse non
capace a formare un linguaggio articolato e inroduce un personaggio
che emerge come voce indistinza ma inquetante voce che non articola
in modo comprensibile adatta a formare un discorso, dante mantiene
indistinta la figura, nella parte sovrastante del ponte lui dice che chi
parlava sembrava che fosse in atto di muoversi, avire ad andare, dante
dice cerchiamo di raggiungere la fine del ponte e scendiamo sull'argine,
da qui non riesce a sentire e vedere nulla, idea di un contesto
indecifrabile e misterioso a cui dante ci sta conducendo, e virgilio
ribadisce non ti do risposta che l'agire io faccio quello che tu dici quindi
ti rispondo aggendo virgilio è la sfida della tradizione classica a dante
quindi bisogna agire significa creare che entra in confronto con ciò che
gia esiste ma deve ritagliarsi il suo spazio quindi ispirarsi ma essere
diverso, arrivano all'argine dell'ottava bolgia e gli gu chiara la bolgia dei
ladri, la descrizione si anima e la parola suggerisce qualcosa di terribile
e c'è un riferimento a un autore un antecedente che lui richiama, dice
nomi di serpenti ma neanche in libia c'erano animali così pericolosi
neanche nella zona del mar rosso arabia ma non riuscì a mostrarne così
tante come lui ne vide quindi neanche se la libia si unisce con etiopia e
arabia non raggiungerebbe l'orrore provocato dal gruppo di serpenti
che dante vede davanti ai suoi occhi, ma in realtà i veri elementi della
contesa la competizione non è tra la libia e i serpenti dell'inferno ma chi
ha descritto i serpenti della libia e dante e l'autore è uno degli autori
della bella scuola cioè lucano, poema etico contenuto storico che narra
la lotta tra cesare e pompeo, zittire la libia è zittire lucano e quindi la sua
arte, ci sono i versi della varsavia dove lucano incontra questi serpenti
all'esercito di pompeo narra come si producono dal sangue di medusa
colei che inceneriva chiunque la guardasse, lucano racconta come dal
sangue di questa medusa nascono questi animali, lucano li elenca e
dante allude ai nomi c'è la tecnica allusiva, perchè non richiama lucano
ma i nomi dei serpenti solo un italiano colto può cogliere gli ipogrammi
quindi il significato nascosto della carica allusiva, non solo allusione alla
libia e il libro 9 della versavia rena è traduzione di metamorfosi modo in
cui ovidio parla del deserto libico, da un lato a lucano ma l'origine viene
ripresa da lucano e narrata da ovidio nella metamorfosi ovidio racconta
la metamorfosi della sabbia libica, quindi ai lettori accolti lui ci sta
scoprendo le sue carte di un gioco caratteristico contrappasso serpente
si riconduce al mondo cristiano quindi recupera l'idea del diavolo che
tenta adamo questa specie di interferenza tra cultura cristiana e
classica, dante dice che sta gareggiando con questi autori del mondo
antico ma la sua metamorfosi non è una bella favola che mostra la
capacità inventiva qui c'è il valore del poeta cristiano, gusto per
rappresentazione scientifica delle qualità di questi serpenti una prosa
che tende a una descrizione scientifico perchè è come se volesse
qualificare i serpenti e dante riprende questo racconto che fa lucano e
riprende senza nominarlo l'origine fantastica dei serpenti quindi
mitologica conseguente al mito lucano si mantiene sull'asse della bella
favola pagana quindi la mitologia, gusto che mantiene una aderenza alla
dimensione mitologica, lucano induge al raccnto mitologico, omero non
lo conobbe dante il cammino delle tradizioni dei testi greci inizia con
petrarca ma dante conosce lucano perchè era diffuso nel medioevo e
nel convivio 4 dante lo chiama quel grande poeta lucano, nel de
monarchia ammirabilis lucano quindi degno di imitazione e adulazione
ma qui dice non si vanti dante dice che quella sfera dei serpenti di
lucano e ha una sfumatura della metamorfosi di ovidio lui mette a
tacere lucano quindi inizia l'emulazione lo scarto l'originalità gli autori
sono sullo sfondo dietro allusione dei termini, l'avanzamento che fa
dante è importante zittisce lucano ma anche oviidio soprattutto nel
prossimo canto, questa calca di serpenti non c'era possibilità di trovare
un rifugio o una etropia pietra che ha capacità magiche tipo guarire dal
morso dei serpenti o rendere invisibili chi cel'ha, dante immerge queste
anime in un destino dal quale non hanno speranza di fuggire e immette
questi personaggi in una situazione tragica peggio di quella in lucano
dove i serpenti mordono i soldati troiani e morivano invece qui la posta
è più in alto, dante aveva sentito questa voce e quel che parlava
sembrava mosso perchè sono costretti a correre inseguiti dai serpenti
avevano le mani legate da serpenti e infilavano la coda lungo la schiena
e si annodano davanti al ventre da un abbraccio mortale sono legati a
questi serpenti che legano coda e capo è una dimensione che si
caratterizza con una potenza grammatica e non finsce qua perchè la
metamorfosi realizzata da dante, verso di uno si avventa un serpente e
lo morte dove il collo si congiunge nelle spalle nella nuca un punto
molto importante per l'uomo, il dannato morso e la metamorfosi cioè
incenerimento è immediata non si scrissero mai una o o una i e gia quel
dannato è morto, quindi riferimento alla scrittura, la velocità della
metamorfosi fa riferimento alla scrittura, questo riferimento è
metaletterario si sta svolgendo grazie alla capacità della scrittura quindi
il ladro perde la sua identità e diventa cenere e poi a terra la polvere si
unisce da sola questo mulinello che si crea e ritorna se stesso, il
rapporto tra dannato e serpente serve a isolare il dannato che diventerà
verso la fine del canto protagonista, qui si realizza sfida letteraria con i
classici, il dannato diventa polvere e poi riprende le sembianza del
dannato, senza fare nomi dissemina elementi che ci consentono di
interpretare il canto in senso metaletterario perchè qui noi abbiamo
alluso a un altro autore, i grandi sapienti raccontano che la velocità con
cui il dannato diventa polvere e rinasce equivale al racconto che fanno i
savi raccontano come la fernice muore e rinasca nel 50 anno di età e nn
si nutre di erba ma di lacrime di incenzo e l'utimo nido è fatto di foglie,
lui parla di gran savi, orodoto clautiano brunetto latini ma le parole con
cui parla della fenice non sono neutre ma impregnate di letteratura e
richiamano c'è una similitudine alle metamorfosi di ovidio in modo
letterale dal libro 15, gli assiri la chiamano fenice, e la descrive in modo
uguale a dante perchè mangia lacrime e non erba, ricava dal mito della
fenice di ovidio, lucano non nominato però sono parte strutturale di
questa terzina sono le zone dell'intetestualità dantesca dell'imitazione,
lui vuole però andare oltre ed emulare i classici, dante non si libera
della tradizione critica vittone perchè non si è educato alla regola dei
classici perchè i classici hanno permesso a dante di entrare nel
patrimonio della tradizione e lo modifica a modo suo sennò se fosse
mummificata noi non la consideremmo un patrimonio, è necessaria la
negazione i futuristi hanno una visione negativa della tradizione si cerca
di andare oltre e fare da se, il peso del patrimonio ci spinge giu, il
ritorno al classicismo per esempio, è stato necessario negarla a volte
ideologicamente, ogni fenomeno va inteso nel contesto che lo ha
prodotto, nelle poetiche dei singoli autori dobbiamo analizzare il
superamento della tradizione distruggere la tecnica la regola della
forma la struttura sintattica coerente, la tradizione occidentale non può
fare a meno del patrimonio culturale, idea del superamento è data al
riposizionamento degli autori quindi non passiva ripresa ma rapporto
dialettico,miticata quindi l'esaltazione dei poeti con il nuovo canto
cristiano. la fonte diretta di dante è ovidio, la ripresa dei miti, lucano e i
serpenti, racconto mitico da un altra similitudine dopo aver equiparato
al uomo morso dal serpente che poi rinasce, similitudine della fenice
contro bilanciata da un altra similitudine chi cade per l'energia di un
demone o da altra otturazione che chiude l'uomo gli osctruisce gli spirit
vitali si guarda in tondo smarrito e sospira così era il peccatore quando
si rialza, prima paragonato alla fenice che muore e risorge qui si parla
della rappresentazione dell'indemoniato spossessamente dell'uomo,
vangelo di luca che parla del demonio liberato da cristo, e allusione a un
altro male cioè l'epilessia dovuta a una chiusura delle vene da cui
passano le energie vitali, una tratta dalle sacre scritture l'altra
conoscenza medico scientifica, portare in evidenza lo stato di
smarrimento del dannato espropriato della sua coscienza di uomo,
alternativa alla dimensione mitica peccatore perde la coscienza e
ritorna in se con uno svuotamento senza capire cosa è successo,
vendetta, termine biblico antico testamento dio vendicatore, punizione
esercizio giustizia divina davanti al peccato, di dare al racconto mitico
primo tassello di confinare la dimensione della metamorfosi del
racconto di ovidio ma anche il rapporto tra cultura pagana e cristiana,
metamorfosi espressione della giustizia divina quindi si supera la
dimensione pagana e supera la tradizione perchè prevale quella
cristiana, mito della fenice scopriamo che si è prestato a un
interpretazione interessante che dobbiamo richiamare per capire ciò
che dante ci vuole comunicare la fenice era entrata da tempo a far parte
del bestiario allegorico cristiano immagine di cristo di morte e
resurrezione, perchè il mondo cristiano voleva ricavare contenuti morali
del mondo pagano, tipo la fenice, reinterpretati al tema della
resurrezione che fanno della metamorfosi una parodia della
resurrezione di cristo la rinascita del dannato un ladro sacrilego che ha
rubato in una chiesa che è esistito quando vide questa morte e rinascita
paragonata con la fenice di ovidio sottolinea che la continua mrote e
rinascita sono in eterno sottoposti a questa pena si svolge
continuamente, fenice pagana csi ciclica come la morte e resurrezione
di panni fucci hanno inconsistenza se paragonata a quella vera che è
quella della fenice cristiana, corinzio di clemente romano e il fisiologo
redatta ad alessandria d'egitto descrizione simbolica di animali e piante
in chiave allegorica e danno a significati metafisici collegato con la
morte e resurrezione di cristo e viene inserito nella tradizione nei
bestiali mediavali un trattato sulle bestie e altre cose in cui si dimostra
che il paragone della fenice richiama l'allegoria cristologica noi non
riusciamo a cogliere questo investimento allegorico e morale se
solleviamo il velo della cultura culturale medievale e dantesca richiama
l'allegoria della morte e resurrezione e mette in evidenzia che la
metamorfosi è qualcos'altro quindi superamento tradizione classica,
dante riconosce che la sua produzione poetica può mettere a tacere le
qualità degli altri autori classici e mettere in luce la metamorfosi che
sposta la metamorfosi pagana in una trasformatio soprannaturale
quindi il miracolo quindi l'imitazione del mondo pagano viene inserita in
un contesto che le stravolge le corregge in senso cristiano, citazione
letterale di ovidio segnala il rapporto con ovidio che è salvo ma si
interrompe quando la tradizione classica e pagana viene corretta da
quella classica, schema narrativo della visione cristiano che racconta ciò
che ha visto quindi dante è testimone della giustizia divina quindi la
veridicità segna il superamento rispetto ad analoghi temi trattati dalla
cultura pagana che sono favole, metterlo nel catalizzatore che
interpreta la metamorfosi in un modo che mette alla prova la capacità
trasformarlo verso la tradizione cristiana il tema della tradizione viene
smontato e rimontato secondo le categorie del poeta moderno ma in
latenza se non andiamo a leggere sotto gli elementi della sua cultura
non cogliamo il senso dell'operazione poetica lui p poeta perchè
manipola una strumentazione antica che viene metabolizzata grazie al
suo punto di osservazione cristiano, paolini mette in evidenza il
rapporto di dante con i poeti si sviluppa in direzione di un superamento,
terreno della gara su cui dante si mette alla prova, il canto ci rivela i
termini di superamento della tradizione classica, metamorfosi giustizia
divina chiave risolutiva del rapporto con la tradizione, attesa nel lettore,
personaggio prima si ascolta la voce poi si vede ucciso dal serpente ma
non lo vediamo, il lettore è curiosissimo di sapere con chi ha a che fare,
virgilio mediatore, quindi questo personaggio viene da firenze il ladro
banni fucci è morto da poco in questa bolgia con un senso di orgoglio
dichiara la sua attitudine che ho la caratterizzato dalla condizione
umana lui aveva una vita da bestia e non uomo quindi incenerimento
della dimensione umana ha una spiegazione disprezzato i valori umani,
era un bastardo un figlio illeggittimo, uomo che amava la violenza
sanguinario facile alla rissa si è dato al saccheggio il canto dopo aver
sviluppato la tensione meta letteraria prende una piega ideologico
politica diversa entra in relazione con il mondo di dante, guelfo nero fu
condannato per omicidi nel 92 aveva militato nella campagna contro
pisa e fu conosciuto da dante, lo pone qui e non tra i violenti perchè lui
ha rubato il tesoro della cappella di san iacopo di pistoia, spregevole
immoralità lo rende degno di quel contrappasso atroce, banni fucci con
orgoglio esibisce il suo nome, bestia era il soprannome per la vita
bestiale e la sua tana fu pistoia, dante che si sente molto interessato da
questa figura chiede a virgilio che non se ne vada e chiede per che colpa
si trovi qui lui lo conobbe come uomo violento, leonardi dice che c'è
una superbia che non nasce dal pentimento, si chiama trista okay
vergogna che nasce dalla superbia, il peccatore si colora in viso e disse
non posso negare cio che chiedi, banni lancia una profezia dell'esilio di
dante che è una vendetta perchè dante lo ha costretto ad
autodenunciarsi quindi entra in una relazione teatrale con dante, lui si
sente ferito di essere stato colto in questa condizione di miseria più di
quanto non si sia stato ferito dalla sua stessa morte, il furto fu
addebbitato a un altro, la vendetta di banni è che lui è un avversario
politico di dante perchè è un guelfo nero, stai attento a ciò che sto per
dire, linguaggio oscuro che riprende lo stile delle profezie bibbliche non
encunciazione esplicita ma con carica allusiva, verranno esiliati prima da
firenze i guelfi neri e nuove famiglie saliranno al potere i guelfi neri e
quindi i guelfi bianchi isolati e anche l'autore, pistoia è vista come un
corpo prima manda via un po della popolazione i guelfi neri poi sarà
firenze a liberarsi dei bianchi e i neri salgono al potere e si concretizza
nel racconto della battaglia che avviene come una tempesta, marte dio
della guerra usa i fulmini e fa uscire dalla lunigiana un fulmine immerso
in nube oscura con una tempesta impetuosa si combatte nel terreno di
pistoia il fulmine si trova malaspina il capitano dei lucchesi alleato dei
neri fiorentini in guerra di pistoia spazierà la nebia e ogni guelfo bianco
sarà ferito pistoia conquistata e i bianchi sconfitti e questo banni ha
detto questa cosa per ferire dante, quindi completa lo sprezzo con cui si
rivolge nonostante la sua condizione misera si rivolge a dante e vuole
che dante soffra, collegato alla ferita che toccherà tutti i guelfi bianchi, e
chiude con questo tema politico un canto controbilanciato da due forti
tensioni narrative una tensione in cui dante afferma la sua capacità di
autore e poeta che nel racconto dimostra la dimensione della
metamorfosi antica proiettata nel sistema morale cristiana in rapporto
ai modelli e la completa in termini ideologici e politici. non cambia i
perni del racconto gli riprende li completa e li potenzia la tensione
politica chiude il 24 e apre il 25 quindi c'è un chiasmo invece nel 25 al
contrario la metamorfosi lo riprende dopo quindi c'è connessione tra i
due canti dante porta avanti il tema della metamorfosi e cci dirà che è il
tema di confronto della tradizione pagana incontreremo i ladri dante e
virgilio vedranno personaggi fiorentini che subiranno trasformazioni e
lui usa la sua abilità di descrizione delle metamorfosi classiche ma c'è la
raffigurazione del centauro capo collegato al mondo pagano, esalta la
sua superbia la sfida è rivolta a dio il ladre alza le mani pone il pollice tra
il dito e le mani e sottolinea in modo drammatico l'atto di sfida da parte
di banni per la giustizia divina, richiama l'esercizio della vendetta divina
che si esercita con l'intervento delle serpi eprchè si esercita la giustizia
divina e quindi lui le inizia a vedere bene, una serpe arriva e lo legò al
punto che non poteva muoversi, dante esprime l'esigenza che il gesto
spregevole nei confronti da dio sia seguito dalla mainfestazione di dio,
ha una giustificazione narrativa forte, nel 24 e 25 ci aspettiamo che
intervengano i serpenti manifestazione della giustizia divina,
sottolineiamo un altro aspetto abbraccio delle serpi della figura umana
stritolata il laoconte 2 libro eneide episodio cavallo di troia usato dai
greci per assediare trioa arriva il cavallo con una schiera di armati greci
nel ventre insospettissce laoconte si scaglia contro al cavallo pieno di
soldati greci e la dea atena che fa parteggia per i greci e manda due
serpenti a stritolare i figli di laoconte che non si fidava dei greci e anche
lui viene poi stritolato cercando di salvare i suoi figli, braccio armato di
Dio, nel lettore accolto c'è una connessione intertestuale con virgilio ha
un senso dobbiamo leggere dante come autore cercando di cogliere gli
elementi del ingranaggio narrativo, il leoconte serve a ricordarci che
dante opera una connessione da autore a altro autore allusione a
virgilio, richiamo che ha una sua produttività, vedremo le potenzialità
meta letterarie, mette all'angolo prima lucano poi ovidio qui c'è virgilio
e dobbiamo capire se ha senso, virgilio spingeva dante alla gara con i
classici per conseguire la fama, dobbiamo capire se c'è una svolta meta
letteraria quindi le serpi bloccano questo banni cucci e si chiude la linea
ideologica, dante usa un lessico giuridico dicendo che vorrebbe che si
incenerisca pistoia perchè negativa rispetto ai progenitori e include
banni fucci allude alla legenda secondo cui fu fondata dai superstiti
dell'esercito di catina, non ha mai visto uno spirito così superbo come
bannu cucci anche capano è riuscito a superare la sua superba caduto
giu dalle mura di tebe e che dante ha incontrato nel canto 14, così
bannu cucci se ne va fugge e senza dire niente e la stessa rabbia che
aveva caratterizzato quell'atto contro dio di bunni viene a connotare un
centauro un altro personaggio pieno di rabbia, anche lui un ladro arriva
in questo canto e insegue bannu fuggi viene caratterizzato con un
aspetto iperbolicamente costruito da dante non crede che abbia una
groppa piena di pisce dove inizia la forma umana dove si innesta il
corpo umano e sopra di lui stava un drago quindi un immagine
spaventosa perchè investe con il fuoco chiunque incontra,doppia
identità perchè mezzo umano mezzò cavallo legato al tema della
metamorfosi, collegato al mondo virgiliano questo capo potenziata da
elementi della raffigurazione mitologica quindi un drago sopra la testa
di capo invece in virgilio era lo stesso capo che soffia fuoco dalla bocca
figlio di vulcano e nel 8 libro dell'eneide ne parla virgilio. 25 esimo canto
banni fucci compie gesto osceno collegato al tema politico ora di nuovo
contesto mitico con la figura di capo, elemento di novità rispetto al mito
ha un drago sopra al capo virgilio spiega chi è il centauro capo fece
strage di uomini e animali, nel libro ottavo nell'eneide era stato artefice
di stragi il sangue fumana ancora caldo, non sta insieme ai suoi fratelli
centauri per il furto non è solo violento furto fraudolento ruba la grande
mandria vicino a se di ercole, ruba i tori e giovenche che ercole aveva
portato dalla spagna e da informazioni sulla biografia di capo, sembra
un racconto neutro, figure identità indefinite, capo un po uomo un po
bestia una figura mostruosa, dalla dimensione politica a quella dei miti,
a livello di fonti quello che c'è dietro questa lettura, messaggi non si
colgono a una lettura lineare, la fonte sembra virgilio la causa della
morte di questo centauro sono i colpi di mazze di ercole ci sono varianti
nel opera di virgilio, capo muore strangolato dal re in virgilio qui c'è una
variante al mito perchè dante fa vedere che va oltre la fonte, elemento
di inciampo cosa che non torna e ci induce a cercare spiegazione, fa dire
a virgilio che capo è morto secondo il modo che racconta ovidio, livio
ricordano uccisione ci capo da colpi di clava dati dal re questa
operazione neutra è un gusto ludico contaminare le fonti, mette in
discussione tradizione classica dimostrare la loro limitatezza
richiamandoli ma dante non lo ha fatto con virgilio la sua guida, dante
quando virgilio preso in giro dai diavoli da un punto di vista narrativo lui
mette in dubbio il suo ruolo, ma del personaggio, virgilio che è la
ragione dovrà poi battere in ritirata e sarà beatrice ad accompagnarlo
da dio, riguarda virgilio come autore in realtà viene intaccata la sua
autorità piano piano segnali dell'opera di denitizzazione riduzione
autorevolezza di virgilio, lotta che fa con i classici la verità è fallace ci
sono altri autori ovidio e dividio dividio ha usato altissima prosa quindi
merita ammirazione, neutralizza autorità di virgilio mostrando
relativismo di questa verità sulla morte del centauro, discordanza di
fonti lui sceglie quella di ovidio, dante mette in discussione virgilio nel
mito non c'è una verità contrasta virgilio come autore, dante due
dimensione modo con cui lavora fonti classiche le contamina dall'altro
svuota autorità di virgilio lui lo fa per preparare il lettore alla vera sfida
cioè a ovidio, mette in bocca a virgilio la versione di ovidio affermazione
originalità poeta moderno, guardano giu e nessuno si accorse chi
fossero finchè non parlano prima si percepisce la voce dei personaggi si
interrompe la conversazione non li conosceva ma fu necessario che
diventa rivelatoria uno dei dannati nomina ciappa, dnate mise il dito per
dire di fare silenzio dal mento al naso ha sentito il nome di questo
fiorentino e lui che viene da firenze sarà interessato e dice a virgilio di
stare zitto, si coglie allusione sottile a ovidio nascosto dietro al naso,
ovidio nasone essere camuffato sotto al naso, virgilio messo a tacere
dalla scelta che fa dante della versione di ovidio e virgilio richiamato e
nel silenzio evocato ovidio con cui c'è la guerra sul tema della
metamorfosi si rivela la grandezza di dante si rivolge al lettore apre un
colloquio e ci da la chiave anche lui costa a credere a ciò che ha visto e
avvisa il lettore che andrà in scena qualcosa di straordinario la
meraviglia chiave dell'opera dante vuole contendere il suo posto con i
classici e la parola chiave meraviglia richiama il senso profondo della
metamorfosi ci anticipa la strategia del poeta gareggiare sul terreno
della meraviglia, rispetta a quella pagana, è una miraviglia che lui la
vide,cambia quadro autorevolezza, autore racconta ciò che ha visto non
è finzione, finzione estetica medievale comporre anche cose non vere
ma lui parla di ciò che vede testimone quindi autore con autorevolezza
che ha visto degno di essere creduto da inserire nel canone, suspance in
questa scena silenziata un serpente a sei piedi si lancia e si aggrappa a
un anima e si crea un rapporto inesplicabile tra dannato e serpente si
avvince si attacca alla pancia morse le guancie continua questo intreccio
tra serpente e dannato,si realizza la sfida mai l'edere si arbarbica a un
albero come la belva al dannato, identità uomo e serpente un tutt'uno
nell'edera e l'albero c'è riferimento intetestuale alle metamorfosi di
ovidio similitudine accennata per ribadire la guerra con ovidio al 4 libro
delle metamorfosi, il serpente e corpo si incollano e non si possono più
separare quindi perde l'identità il dannato, la materia si fonde e cambia
il colore la natura del serpente e dell'uomo non sembra chi era prima,
metamorfosi avviene con la fusione della materia la fiamma incendia la
carta c'è un trasmutare del colore sotto l'ardore diventa marrone ma ne
nero ne bianco si perde identità ne un individuo ne due mostra
donzione tragica di smarrimento, fa smarrire il fatto che si tratti di due
individui le due teste una sola si sono fusi i due aspetti insieme gli
aspetti iniziali sono spariti rovesciamento identità sembrava due e
nessuno quel essere si allontana, richiamo nascosto dietro questa parte
nel libro 4 di ovidio richiamo di ninfa salmacide e mafrodito si uniscono
in una dimensione di perdita di identità dove dante gareggia nelle
metamorfosi, agnello o agnolo de brunelleschi famiglie fiorentine
ghibellino, non ci sono notizie su questi personaggi solo nomi, tipo
ciampa donati, dante imposta metamorfosi una atmosfera vista
attingibile grazie alla grazia divina che i pagani non potranno attingere,
varca questa soglia è un momento di virtosismo poetico artiicio. quindi
dante voleva che virgilio stesse attento alla nuova finzione che si vuole
fare ma intesa non come invenzione ma costruzione poetica perchè è
una costruzione fatat di retorica e musica la poesia e lui lo spiega nel de
vulgari eloquentia, dice a virgilio di stare attento se lui è mai riuscito a
fare una cosa simile, nuova costruzione poetica che virgilio non ha mai
creato, siamo fuori dal contetso narrativo e dante si rivolge al lettore e
inizia questa sfida altissima e dante la descrive in tutti i suoi passaggi la
trasformazione del uomo e il serpente, virgilio dice al verso 58 non è
mai stata così arbarbicata l'edera all'albero similitudine tratta dal
mondo naturale, come anche la pagina bianca che perde il colore per il
fuoco, dante dopo raccontato la mutazione di banni fucci la fusione
intrinsicabile recupera un altra allusione che si coglie nei versi 70 72 e
c'è un rapporto intertestuale non c'è un autore classico come fonte ma
chi conosce gli autori antichi trova il richiamo a un mito e il poeta che
viene richiamato anticipato nel motivo dell'edera è ovidio il libro 4 dove
si narra il mito della metamorfosi di salmacide e amofrodito che non
sono più ne due ne uno si sono uniti in uno solo, chi si immerge nelle
acque della fonte perde la sua identità virilità e ovidio racconta la genesi
ricordando il mito della ninfa salmadice non si sa da dove viene il
potere, un bambino figlio di afrodite e mercurio ermafrodito il bambino
parte e voleva viaggiare arrivò in vista di uno stagno dove abitava una
ninfa che non sapeva usare l'arco non si dedicava alla caccia ne niente si
bagnava in questo fiume, la ninfa salmacide che ozia tutto il giorno e
pettina i capelli e si ammira nello specchio d'acqua ma quando lo vede
se ne innamora, lei vuole attirare la sua attenzione manifesta la sua
attenzione, salmacide tende una trappola ad amafrodite che pensa di
essere solo e si immerge nell'acqua, a lei pare bellissimo lui nudo, non si
tratteneva si butta nell'acqua e lo afferrò malgrado la resistenza, mentre
lui cercava di resistere lo avvolse come un serpente che richiama il
discorso dantesco, afferra il nemico e lo trattiene paragonata a un polpo
e viene da ovidio paragonato alla stretta dell'edera al polpo, ripresa
allusiva e andare oltre lei chiede agli dei di non separarsi mai da lui e i
due corpi si congiunsero e diventano un unico corpo che non poteva
essere definito ne maschio ne femmina, la metamorfosi della quale
dante vuole dimostrare il restare in una dimensione superata quella
della bella favola antica è una mira vera una meraviglia vera ha
dell'incredibile ma ha la verità di ciò che avviene nell'oltremondo voluto
da Dio, la stessa perdita dell'identità specifica raccontata da ovidio,
l'arte narrativa dantesca lo proietta nella direzione della verità di uno
spettacolo vero indica la prospettiva da cui proviene la creazione e il
gesto del silenzio fatto a virgilio è per tutta la tradizione classica
apparirà poi nel paradiso e il silenzio del canto rimarca l'eccezionalità di
un fenomeno mai stato descritto prima quindi la meraviglia a cui dante
assiste manifestazione della giustizia divina quindi non ha a che afre con
le belle favole antiche ma la possibilità di entrare nella giustizia divina
realizzato da dante a quella che è la tradizione ripresa e superata per il
lettore colto che riesce a leggere sotto la trama allusiva, metamorfosi
verso 79 paragone tratto osservazione naturalistica dante crea un
doppio sfondo sempre cose consuete che coglie dall'esperienza
quotidiana quindi realismo con similitudini e tensione eccezionale di
fronte a uno spettacolo mai visto, come il ramarro cambiando siepe
sotto il calore del sole estivo per scappare sembra un fulmine pechè è
veloce così sembrava che un serpentello acceso, similitudine andando
verso gli altri due serpentello acceso d'ira ci sono altri due personaggi
che dante ha intravisto e trafigge la parte dove prendiamo il nostro
primo alimento quindi l'ombellico, e c'è il paragone a questo
serpentello che per scappare scappa quel serpentello che per sfuggire
sguizza nella strada e trafigge all'ombellico il segno dell'origine della vita
zona simbolica perchè mira al punto vitale perchè l'uomo diventa quello
che è e avviene un processo magico, il serpente morde il dannato e
cade disteso davanti a lui il trafitto non dice nulla lo guarda e continua la
dimensione surreale suggestiva spettacolo inconsueto fuori da ogni
possibile realizzazione nella dimensione del reale, e acutizza la tensione
del lettore e ci dà l'idea della meraviglia, tenendo i piedi fermi quel
dannato non corre, tutto si blocca e lui sbadiglia come se stesse per
addormentarsi sembra un incantesimo ma è frutto della giustizia divina
quindi del miracolo lui sbadiglia come assalito dalla febbre o dal sonno
sono effetti realistici, di cui parla lucano nella farsavia ma ora stiamo
andando oltre la descrizione naturalistica, si guardavano a vicenda il
serpente e il dannato, lo sguardo sottolinea la voce guida, la costruzione
poetica è frutto della visione, il dannato e il serpente emette fumo uno
dalla bocca e uno dalla ferita c si incontra il fumo c'è la prima fusione,
processo emulativo dante dentro il canone che affida al volgare
cantando temi nobili può portare avanti l'alta poesia che i poeti regolati
erano riusciti a creare, il segno del silenzio per virgilio è un segno che
riguarda l'autore al silenzio invita lucano e ovidio, taccia lucano che ha
toccato la metamorfosi nel libro 9 elenco dei serpenti in quel poema
descrive la morte dei soldati morti da un serpente sabello e nacirio
mentre militavano uno si dissolve e il corpo diventa cenere l'altro si
gonfa e il corpo poi scoppia quindi metamorfosi in una dimensione
naturalistica il morso del serpente contamina la natura umana e
determina la dissoluzione, rimanda all'arco che tende quindi una gara,
taccia lucano esercizio della poesia e mostra la capacità di un poeta
moderno investito da una funzione superiore a quella die poeti pagani
non c'è niente di egonistico qui c'è una tragedia della punizione e della
colpa qualcosa mai visto prima la serpe diventa uomo e l'uomo serpe
quindi non fusione ma transito di una natura verso l'altra e viceversa lui
zittisce anche ovidio citato con allusione all'edera, dopo essere stati
allusi qui lui li cita quindi, il mito della metamorfosi di gasmo fondatore
di tebe diventa serpente, sposo si amonia avevano regnato su tebe e
migrano e rievocano l'uccisione del serpente, e gabbo vuole espiare le
sue colpe e diventare serpente e la donna armonia anche per non
separarsi dal marito, trasformazione di cui dnate sottolinea l'identità il
fatto di essere circoscrivibile al campo della bella favola, e aretusa la
ninfa stanca della caccia si bagna nel fiume arfeo lui la insegue e lei
invoca artemine e la volge in una nube e diventa fonte e anche arfeo
riprende la forma di fiume poi però aretusa, dopo aver ridotto al
silenzio gli autori estrinzeca la linea del superamento, lui vuole che
stanno zitti percheè la sua metamorfosi gli consente di non invidiarli lui
sta aldilà quelle sono avvenute poetando finte la sua invece è vera e poi
due nature mai si sono scambiate le forme, quindi il virtuisismo poetico
di dante descrive la trasformazione, entare della natura del uno
nel'altro processo simultaneo, contemporaneamente secondo una
modalità tale che la coda del serpente diventano gambe mentre i piedi
dell'uomo si collegano, meccanismo sottile gioco di rispondenza delle
frasi, l'uomo diventa serpente si ritirano le braccie invece le zampe della
fiera si allungano quindi è una progressiva trasformazione simultanea, il
fumo copre l'uno e l'altro con un nuovo colore, l'uno si copre di pelo e
uno lo perde il pelo, descrive elementi del corpo con precisione
anatomica, tutto questo si svolge mentre si guardano senza smettere di
fissarsi e ognuno cambia la fisionomia e uno assiste allo spettacolo
dell'altro, uno ha espropriato i beni altrui viene espropriato della sua
identità, trasformazione analitica e descrive la trasfusione delle nature
ciò che non ritrasse forma naso e labbra per quanto necessario, la
lingua cambia forma ciò che gia c'era sporge in avanti il muso e ritira gli
occhi nella faccia, similitudine tratte dalla quotidianità la linea pronta a
parlare si divide in due e quella biforcuta si richiude e quindi il fumo
sparisce l'anima diventata serpente va via e l'altro lo segue quindi si
chiude il momento magico, tutte quelle serpi che dante ritiene che non
si possono eguagliare sono uomini sottoposti a metamorfosi, quindi
mutano e trasmutano la nuova metamorfosi da una natura all'altra, una
quella delle favole antiche ma questa è nuova, la sua penna abbozza
quindi la novità, la falsa modestia lui fa finta di aver sbagliato invece
vuole al contrario far sapere che è riuscito nel suo intento, sia la natura
della metamorfosi la natura descrittiva la capacità tecnica precisione del
lessico delle immagini quindi lui ha vinto contro i classici il chiedere
scusa in realtà è solo una tecnica ma è il tema del vanto lui si vanta di
questa impresa, tema ripreso nel canto successivo si scaglia verso
guccio stancato unico dannato non conosce metamorfosi non sappiamo
perchè lo fa emergere da questi dannati lui era confuso però i dannati
non potevano fuggire senza che lui non riconoscesse questo unico che
non è stato trasformato l'altro appartenente ai cavalcanti a causa del
quale piange le sventure gaville città in valdarno piange. dante ha
messo più significati nelle sue opere, come dante ha portato avanti la
linea autonoma della creatività il raccordo del poeta con le istanze
culturali del suo tempo, è andato oltre la tradizione vaneggiando le sue
metamorfosi entrate nel cuore della giustizia divina che vanno oltre a
delle favole antiche, ha ricostruito un proprio canone degni di un
eloquenza elevata ma la poesia si fa rivelazione di un esperienza
metafisica, nel primo canto del purgatorio c'è la presa di coscienza del
lettore, il lettore viene coinvolto in questa autocoscienza invocazione
alle muse perchè risorga la poesia nell'età moderna grazie a lui, lo
proietta in una dimensione elevata ma se le muse non sono quelle della
tradizione pagana solo se le muse sono sante grazie a ispirazione divina,
i poeti antichi escono di scena e solo beatrice potrà accompagnare
dante nel paradiso, virgilio incorona il mitrio quindi incoronazione dei
poeti sanciva la loro grandezza virgilio lo incorona e poi esce di scena,
virgilio viene emarginato non come personaggio ma come autore quindi
realizzazione di ciò che abbiamo visto nel canto 4, autocoscienza di
dante come poeta, e all'inizio del paradiso dante si rivolge ad apollo e
non è altro che la personificazione dell'ispirazione divina, o buon apollo
rendimi vaso per assorbire il tuo valore perchè possa raggiungere
l'alloro poetico, avviene quindi nel momento in cui la poesia diventa
profezia e visione di un esperienza metafisica e la nuova poesia gli farà
guadagnare la gloria, e quindi prima gli era bastata l'invocazione delle
muse una sola parte del monte parnasio ora invece ha bisogno anche di
apollo e chiede di ispirarlo così come quando ha tirato fuori marzia dalle
sue membra la lotta tra apollo e marzia, se ti concedi a me mi vedrai
venire ai piedi del tuo albero di alloro e incoranarmi con le foglie di cui
l'alto argomento del poema e tu mi renderai degno, la poesia ha fatto
uno scarto e produrrà un seguito, dei seguaci quindi lui ha la forza di
diventare modello, grazie a dante risorge anche la poesia moderna
grazie a lui, lui è la favilla che poi porta a un incendio quindi dietro di se
ci sarà chi si immetterà nella stessa strada quindi la poesia depositaria
di un messaggio elevato può continuare, padre della lirica più soggettiva
pensiamo al cansoniere, stil novo viene assorbita in modo non evidente
perchè si conciliano elementi della tradizione classica e la cultura
moderna, nuova consapevolezza umanistica, rapporto con la tradizione
classica e individualità si ingrada in un profilo culturale del quale
abbiamo le linee, canzoniere frammenti di cose volgari, grande romanzo
d'amore oscillazioni di questo sentimento tensione spirituale e tensione
verso l'amore materiale, analisi solleva il velo della letteralità la poesia
del io lirico le tensioni e traumi interiori di quale impasto letterario è
prodotto qui abbiamo l'angoscia dell'influenza petrarca tende a
nascondere gli elementi della mutuazione rispetto al mondo di dante, il
mondo della commedia rifluisce nel canzoniere e vediamo un
intertrstualità fittissima ma produce un altro tipo di poesia data la
complessità dell'universo culturale di petrarca sono ovidio orazio, vive
sotteraneamente in questa lirica e segna il cammino autonomo rispetto
al mondo classico apre il cammino della lirica e bisogna sollevare il velo
di maia testi di effusione dell'io ma sono impregnati di letteratura,
andare a sollevare l'allusività di questi testi ci consente di conoscere la
complessità di questo mondo, petrarca non ha dichiarato le sue fonti
dobbiamo vedere se ci sono zone dove esprime la sua creatività come si
realizza il processo artistico ci sono immagini del rapporto complesso
con la tradizione, situazione di dissimulazione di autorità che viaggiano
nel sotto testo dobbiamo richiamare elemento della cultrua moderna di
dante ma anche la tradizione cristiana un filone robustissimo nelle
opere in latino tipo la vita solitaria dove dimostra il rapporto con i padri
cristiani per esempio sant'agostino nel secretum francesco al prospetto
della verità discute con sant'agostino quindi personaggio di una sua
opera ed evidenzia il legame di petrarca con la tradizione cristiana un
altro bacino è il mondo classico delle letture dei classici di petrarca
sappiamo molto abbiamo manoscritti di autori antichi che ha raccolto e
la fae di autori antichi è una concezione pre umanistica che è il risveglio
della tradizione classica ritorna in vita con una tensione che porta i
grandi umanisti del primo 400 ad adnare a ricercare i testi antichi nelle
biblioteche monastiche, abbiamo il nome della rosa che ci da
l'immagine di questo processo, perchè comunque erano lontani dal
messaggio moderno, di un intelletuale cristiano ma l'umanesimo rompe
questa idea perchè il mondo classico anche con i valori può diventare
un modello e si pensa che possa avere solo del bene la cultura moderna
a confrontarsi con la tradizione greca e latina e petrarca imposta l'idea
che dai classici possano pervenire insegnamenti non solo al mondo
dell'arte e della letteratura petrarca sa che la lingua volgare è imperfetta
ma anche sul piano politoc e civile, quindi ci si può nutrire dei valori
classici tipo l'assetto republicano e non tirannico, esaltazione di roma
republicana oppure periodi dove si scopre il valore dell'impero quindi la
società umanistica del 400 si fonda sui valori classici, mentre dante e
petrarca pensano che è svantagiata la loro età petrarca si trova
proiettato con la testa rivolta al passato e al futuro quindi non si adatta
al mondo medievale, il periodo delle tenebre appunto, nelle lettere
familiari 24 libri di lettere uno è indirizzato agli antichi più illustri e
trattatti alla stregua dei suoi amici c'è la lettere a virgilio a omero anche
se lui non conosceva il greco quindi cicerone livio diventano persone
con cui colloquia, quindi imposta colloquio con il libro come se fosse un
discorso con l'autore che lo ha prodotto, richiamare l'attenzione
sull'importanza che ha per petrarca il mondo classico in una cultura che
continua inferiore rispetto quella classica che ha creato modelli letterari
insuperabili vuole proporsi alla cultura contemporanea e quella che
verrà vuole proporsi come un altro virgilio un altro ovidio lui vuole
rifondare i generi letterari dell'antichicità riproponendo la cultura
classica per inserirsi quindi rapporto di imitazione ed emulazione, un
autore ha una coscienza delle proprie forze ed energia una forza della
propria intimità poetica, ed entrare nel processo della creatività. dante
autore di trattati si pone il problema della lingua dello stile delle
tematiche che si devono usare in volgare, in petrarca non avviene e gli
elementi di tipo speculativo e teorico dobbiamo trovarle nelle lettere, le
lettere familiari sono in latino lui le scopre mentre cerca tra i manoscritti
trova quelle che cicerone aveva mandato ad altri autori e si rende conto
che esiste un genere letterario collegato all'espressione delle relazioni
che uno può avere con amici o con i potenti quindi diventa un modello
e nasconono le lettere familiari dalla necessità di diventare un secondo
cicerone. latino ha assorbito i modelli del mondo classico in maniera
straordinaria. latino di petrarca come un miracolo, petrarca ha sempre
rifiutato la formazione scolastica e imparare il latino a scuola e ha
imparato direttamente leggendo autori classici, partecipazione intima al
mondo classico, intellettuale organico hanno una cultura straordinaria
ma per un intellettuale di quel tempo è comune, si trasferisce a padova
e lascia i suoi libri a ferrara poi a milano poi luigi didicesimo la conquista
arrivano in francia, se lo misuriamo con le nostre piccole forze gli autori
li intendiamo come intellettuali al servizio del potere, mecenatismo li
salva, petrarca scrive lettere per i grandi quindi sono intellettuali
organici la pilitica avverte il vantaggio della funzione di intellettuale,
nelle corti ci sono gli intellettuali organici, rapporto potere e cultura,
individuare zone in cui potrarca dice cos'è la poesia e quali sono le
regole, familiare 1-8 per tommaso da messina si parla dell'ingegno tema
dell'invenzione come si alimenta l'ingegno porre il problema rapporto
tra autore e bagaglio culturale gli autori vivono relazioni culturali quella
dantesca non la conosciamo, non sappiamo niente della vita flaminga
invece petrarca aveva un atteggiamento non collezionista dei libri il libro
è l'autore e lui conversava con i libri, problema dell'invenzione alla base
della lettera con una tecnica argomentativa colloquale anche se è
elevato il latino nonostante sia scritta come fosse scritta a un amico,
petrarca dice a tommaso cosa ti conviene fare perchè sei appagato delle
energie ma non vogliono usare quelle altrui questo senso di mancanza
di mezzi non ti spinge a rinunciare alla scrittura, agostino rimprovera a
francesco le due catene l'amore e la gloria che tengono l'uomo a terra e
non gli consentono di esplorare territori della fede, cammino di tipo
morale quindi il desiderio della fama prevale, questo amico di petrarca
vuole scrivere anche se non si sente adatto, petrarca imposta il senso
cioè argomentazione colloquale ma sono espressi termini fondamentali,
o doveva rivolgersi a un consigliere che potesse dargli dei consigli,
petrarca si pone il problema dell'imitazione e le due possibilità che si
possono presentare cioè o ricorrere a molti e diversi pareri o a uno,
quindi eclettismo seguire vari modelli o modello unico, linee che
penetreranno nella cultura umanistica che si traducono nella polemica
sull'imitazione tra poliziano lui propone un modello eclettico e cortesi
siciliano modello unico cioè cicerone, prima lettera dove si pone il
problema dell'imitazione le due linee fondanti, è una falsa modestia
quando dice potevi chiedere a altri ma ti dirò ciò che gia ho mendicato
da altri lui sta disseminando il suo pensiero, se è efficace ringrazia
seneca lui è il solo autore cioè imitare le api che con le manipulazioni
trasformano in miele, non ha un andamento argomentativo si affida a
immagini, l'immagine che rende bene l'idea non è sua metafora delle
api ceh abbiamo citato per dante la megnificatio quindi produzione del
miele frutto di un processo di selezione di fiore in fiore del nettere che
diventa qualcosa di nuovo da quello originario che è il miele, come
l'idromele di dante dove si mischiavano elementi per creare una cosa
nuova, e petrarca si ispira da seneca nelle lettere a lucirio, di questo
pensiero di seneca concetto imitazione e il modello e procedimento che
deve essere modello per il processo creativo quindi prendere da più
modelli e poi creare una cosa nuova, però bisogna attingere di fiore in
fiore ma manipolando il nettare, cosa che macrobio non fece perchè
interpretò non il senso ma le stesse parole di seneca, imitazione
significa non riprodurre le parole ma il senso con le proprie parole non
tali e quali. può capitare che qualcuno possa riprodurre le parole che ha
letto ma è un procedimento sbagliato perchè bisogna che i fiori colti
siano trasformati in cera e miele, petrarca dice che la lettura degli altri
autori ha un rischio che assorbiamo le parole ma non è imitazione
passiva significa imitare il processo degli altri ed esprimerlo a parole
nostre quindi creare un proprio stile anche se con elementi di altri,
petrarca fa un passo avanti per il concetto dell'invenzione utilizzando il
tema senecano delle api la metafora indirizza verso imitazione eclettica
non rivolta a un singolo autore e richiede che ci sia una soglia superata
quella dell'imitazione passiva ma non è solo dire con parole proprie ma
con uno stile proprio identificativo all'autore, il principio dell'imitazione
spiega che ci sia una esplorazione di tipo quantitativo di molti autori ma
poi metabolizzati e restituiti secondo uno stile una forma che fa dle
nuovo autore un autore con identità che è solo sua, nel processo di
lettura lui come un baco di seta ha metabolizzato e poi dalle viscere
nasce la seta che deve avere impronta dell'autore nuovo, petrarca
propone un idea rivoluzionaria del procedimento di riflessione perchè è
nello stile che si conferma la personalità dell'inventore ed è un idea
moderna opera nuova si identifica nel fatto che lo stile sia proprio e
irriconoscibile passo in avanti rispetto a un modo con cui si faceva
letteratura nell'età medievale, era un modo encliclopedico e centonario
mettere insieme il frutto delle proprie letture costruzione di un opera
nuova attraverso selezione di opere precedenti erano accozzaglia di
fonti organizzavano il racconto mettendo narrazioni fatte da quello e
quello opera di rudizione dove si riconoscevano i pezzi degli altri autori,
e non era negativo anzi questa tecnica del centone nel periodo
medievale era positiva le opere storiche dovevano appoggiarsi sulle
fonti invece ora nelle opere letterarie è importante che ogni autore
anche se si ispira da altri autori, l'opera d'arte è quella in cui si riconosce
l'identità dell'autore, le letture devono produrre in noi qualcosa che
restituiamo in modo autonomo che ci fa riconoscere come autori in
proprio, opera storiografica biografie degli uomini illustri, dell'antica
roma ma anche uomini illustri di tutti i tempi e lui crea un proprio stile
la biografia di romulo si è nutrita dall'opera di tito livio però lui ha letto
livio ma la resa formale è petrarchesca riconosciamo il modo di
esprimersi e la realizzazione formale autonoma, autori della biblioteca
che possono dare un contributo alla ricostruzione dei fatti danno
informazioni ma c'è anche utilizzo fonti letterario cioè prendere
ispirazione per la forma come scrivere ma poi scrivere con uno stile
autonomo e lui tutto ciò non lo dice in un opera trattatistica lui lo fa con
immagini quella delle api e del baco da seta richiama la necessità che ci
sia un impegno nell'invenzione adeguato alle proprie forze seguire
orazio nell'arte poetica, arte poetica opera teorica da informazioni della
letteratura quindi assumere compiti proporzionati alle proprie forze e
ingegno quindi non spropositati ma nello stesso tempo deve essere
nutrito dalla lettura che ha bisogno di tempo e ozio ricerca dei modelli
utili nel percorso in modo creativo sostanza delle nostar intelligenza e
restituiti in maniera originale, non ci dobbiamo vergognare di imitare le
api, è la lezione che petrarca da a grillo afatichiamoci anche noi non
aspettiamo la vecchiaia, riferiamo il costume delle api alle nostr
invenzioni quindi come modello per noi umani, non dobbiamo farci
prendere dalla pigrizia quindi impegno della lettura inverno è senilità
dell'ingegno scarsa attitudine a confrontarsi ai grandi autori, i campi
altrui sono lo scorrazzare nei campi della tradizione lo scopo non deve
essere popolarità ma acquisto della virtù e della verità quindi imitazione
non selezione di un modello unico come diranno alcuni del 400, dalla
teoria di bembo produrrà modelli unici di prosa e poesia: poesia
petrarca e boccaccio prosa, ora siamo fase gioiosa esplorazione di tutta
la tradizione antica il punto di partenza quindi, la selezione è di tipo
qualitativo non si scelgono gli arbusti che poco attirano quindi un idea
di un canone ma aperto cercare di includere pià autori possibili che
abbiano raggiunto uno stadio elevato nella letteratura, finalizzato lo
scopo degli studi non la popolarità coem pascoli poi dirà la vana gloria
andare incontro ai gusti dei più lo scopo degli studi che c'è dietro questa
applicazione del ingegno asquisto verità e virtù manifesto poetica
petrarchesca quindi questo amico è come se ci rappresenta petrarca
parla con se stesso ma anche con il pubblico, invenzione avviene con la
cultura sulla scia dantesca e la tradizione occidentale non è invenzione
privo di strumenti culturali nasce sul fatto di essersi applicati al prato
della conoscenza quindi scegliere i fiori più colorati e la mente deve
operare sui materiali come un catalizzatore e riuscire a produrre
qualcosa di nuovo che renda riconoscibile lo stile dell'autore non gloria
ma verità e virtù petrarca chiude racchiudi il meglio nell'alveare del tuo
cuore ma non tenere per troppo tempo in te ciò che cogli perchè non
avrebbe senso se le api tenessero con se il nettare, niente rimane inerto
ma tarsformato in meglio quindi imitazione ed emulazione come con
dante quindi intertesatualità agonistica, nulla vada perduto ma non
farlo rimanere così come lo ha raccolto, nessun merito avrebbero le api
se non trasformassero in meglio ciò che hanno raccolto così l'autore se
si imbatte in cosa degna deve trasformarla in qualcosa di nuovo e verrà
fuori ciò che i coetani e posteri gli attribuiranno, cogliere i fiori dai
giardini di virgilio da li si trae il miele limpido che sappia del vino aspro
sapore. lettera familiare la 19 del libro 3 incaricato di andare a caccia di
libri e l'idea di biblioteca degli autori come deposito che può alimentare
la creacività alla base del mondo di petrarcra il suo gusto della
riscoperta integrale del mondo andito si manifesta con la ricerca di
attrezzarsi di una biblioeta quanto più ampia possibile di autori classici,
le presenze degli autori non sono oggetti rari e prezioso da collezionista
da esibire ma interlocutori di un dialogo continuo per trarre stimoli utili
scintille che accendono la creatività, mancanza nel meioevo di questi
autori che stanno tornando in vita grazie a petrarca la sua biblioteca è
una delle più importanti lui vuole nutrirsi di più più libri possibili, lui
liberato dalle passioni umane dice all'amico che non è legato ai beni
materiali e o dall'età o divina pietà o da dio, ma lui ha una passione
insaziabile, che non ha voluto ne potuto frenare perchè le cose oneste,
una insaziabile perchè il desiderio di cose oneste non può essere
disonesto è qualcosa di onesto vuoi sapere dice di che malattia si tratti?
non mi sazio mai di libri ma ne ha tanti ma ha bisogno dei libri più di
altro anche chi è ricco vuole sempre più soldi quindi accumula
nell'avarizia nei libri c'è qualcosa di singolare e lui non riesce ad
appagarsi, per chi ama i libri non si apppaga di quelli che ha, il piacere
dai beni materiali è muto e superficiale il concetto del mutismo suscita
un idea, natura intertestuale dialogo dei testi, gli altri beni dannno un
piacere muto invece i libri dilettano nel fondo dell'anima ci consigliano
dialogono con noi, dietro immagine di un piacere muto e superficiale
dice che il rapporto con il libro deve essere dialogico e mette in
evidenzia il fatto che il libro si pone in una catena progressiva cinghia di
trasmissione dei valori che è appunto la tradizione eprchè è il dialgoo
tra i vari prodotti collegati tra loro perchè uno suscita la lettura dell'altro
quindi un sistema dei valori che parla a noi e c'è una reciprocità e lui
dice che un libro suscita il desiderio dell'altro ed è così che si avanza
molte opere di cicerone sono state trovate da petrarca a verona e noi
forse non le avremmo mai conosciute lui fa dilagare la conoscienza di
questi autori classici, discendono i manoscritti ereditari che sono le
lettere di cicerone la conoscenza di alcuni autori che non conosceva gli
veniva indotta da altri libri che li citavano quindi determina la catena di
vari libri collegamento di un libro con l'altro che produce il desdiderio di
un altro testo, accademico di cicerone per esempio gli fece sonoscere
varrone che lo cita e petrarca cerca di ricostruire ciò che resta nella
cultura medievale di questo autore e conosce il nome di ennio e
prende, dal libro della vecchiaia di cicerone conobbe catone e grazie agli
autori latini viene recuperata da quello che gli autori latini tramandano,
la catena dei libri crea il senso di una cultura che non si interrompe e
transita da un libro all'altro e crea la catena la continuità della
tradizione ed è importante che cel'abbia petrarca quindi è il concetto di
eliot, c'è un iter progressivo del quale ci sentiamo parte di quel tutto,
nei libri sono nascosti altri libri e quando entriamo in questa
dimensione entriamo nella rete intertestuale con gli stimoli e le scintille
accendono la passione per gli altri libri, e questi libri che lui legge
diventano la trama intertestuale della sua opera e ribadisce la distanza
tra lui e il collezionista c'è chi li raccoglie non per coltivare la mente ma
per adornare la camera quindi per collezionarli ma il rapporto con un
libro è empatico è come una creatura che parla a un altra cratura non
un piacere muto non appaga il tatto e l'occhio ma la nostra anima la
profondità del nostro sentire, e lui dice al suo amico che se gli vuole
bene fai quello che ti chiedo ti ho fatto una nota dei libri che desidero
setaccia le bibblioteche medievali sopratttuto in toscana delle
pubblioteche religiose monastiche, tipo a montecassino dove c'erano
libri antichi e va boccaccio racconta piangendo e aver visto straordinari
libri anche scartati dai monaci per trascrivere preghiere che serviva per
educazione dei bambini e vangeli per le donne quindi un quadro
classico di un patrimonio sommerso che si deve portare alla luce quindi
i libri sono autori che gli possono insegnare tante cose lui si può
mettere alla pari a livello della lingua ma anche contenuti spirituali, lui
ha chiesto acnhe in francia e spagna la stessa cosa quindi la ricerca dei
testi antichi in tutta la cultura europea riscoprire per intero la tradizione
antica sia latina e greca assillo degli artisti del 400 umanisti che faranno
quello che petrarca sta facendo e chiede ai suoi amici di fare costruirsi
una biblioteca per la rete intertestuale produttiva per la produzione
artistica tipo bacciolini salutati guarino da verona. costruirsi una
biblioteca significa creare il presupposto per quella rete intertestuale di
autori greci e latini ma di quelli greci ancora petrarca non li conosce
realizzare la biblioteca che costiusce gli autori del medioevo perduti e
ricostruiti da petrarca e la sua sentibilità umanistica, raccolta
testimonianze legate a un autore significa dell'edificio di petrarca
mettere importanza della tradizione classica di cui dobbiamo andare a
caccia nel canzoniere perchè non può non essere nato da questo
dialogo con i beni che costituiscono la passione di petrarca cioè i libri,
ovidio orazio catullo questi autori e anche virgilio fa i conti nella sua
produzione petrarca, farsi bagnare da questa acqua della cultura, lui ci
dice come deve essere utilizzata quindi il nettare diviene miele in
qualcosa che non è riconoscibile come materiale originario qualcosa di
nuovo che appartiene all'autore nuovo, la familiare 22 2 dove petrarca
introduce con esempi la sua idea dell'imitazione, la 23 19 indirizzate
entrambe a boccaccio colloquio due grandi autori e discepolato perchè
boccaccio vedeva in petrarca un maestro, discussioni legate alla pratica
creativa alla letteratura non solo della loro amicizia e biografia, quindi
sono importanti per capire la visione che petrarca ha delal poesia,
bocaccio aveva visitato petrarca wuando scriveva il bucolico carmen di
ambientazione pastorale in forma di dialogo tra personaggi allegorici
dietro la finzione pastorale nasconde tematiche importanti politiche
nella 10 egloga il pastore silvano racconta il suo viaggio che ha
compiuto e i contadini che ha incontrato per chidere informazioni su
come coltivare il suo alloro che è sempre petrarca alter ego dell'autore
e racconta che cerca consigli su come coltivare l'alloro ma è la
mtyeafora della poesia e i contadini sono i poeti che gli danno consigli
d'oriente e occidente quindi capiamo il tenore di quest opera che tocca
temi importanti della poesia e tradizione e in queste lettere episodio
biografico quando boccaccio nel 59 lo va a trovare petrarca fa copiare a
boccaccio l'opera e gli dice di non divulgarla ma in realtà inizia a
circolare q uindi opetrarca scrive a boccaccio per dirlgi di fare
attenzione perchè a volte ha ripreso in modo passsivo versi di virgilio e
ovidio e dire di non metterla in giro perchè quel tipo di ripresa passiva
scoperta ed evidente non realizza il sensod ell'imitazione gli autori non
devono essere riconoscibili si deve creare qualcosa di nuovo
irriconoscibile quindi lui vuole rivendicare all'imitazione il processo di
creazione artistico che si nutre di letture ma non spieccicate da renderle
riconoscibili, uno stile autonomo, e un imitazione in cui l'autore è
presente in modo allusivo in maniera che ne fa una presenza latente
metabolizzata e restituita in altro modo e stimola formulazioni
personali, quindi distanza tra imitazione ed emulazione e lui le descrive
con delle immagini, contesti di metafore e immagini il tema della lettera
è che spesso sbaglia in quello che meglio sa, petrarca gioca sul ozio
letterario, quindi lui a boccaccio dice che sta continuando la revisione
delle bucoliche che aveva iniziano con boccaccio a milano petrarca odia
le ripetizioni e le eliminava e poi ci sono altre cose bisognose di lima,
avvisa quindi di non affrettarsi a divulgarla e si rifugia fagazzano d'adda
per risistemare la sua opera si trova li da 8 giorni è autunno e piove
spesso approfitta per rivedere il carme e per correggere è importante
leggere lentamente e trovare gli errori, per rendere piacevole ciò che si
legge bisogna farlo velocemente un lettore spedito, per correggere
lenta, la lettura di chi non capisce ciò che ha visto per trovare gli errori,
sbagliamo nelle cose che padroneggiamo di più se non abbiamo
confidenza con queste cose, mette un gradino per il suo ragionamento
che rappresenta il rapporto con il libro, anche in altre cose il padre di
famiglia ciò che non nasconde non le trova e ciò che nasconde si,
efficace la comunicazione lui nomina autori antichi che ha letto una sola
volta e capire chi sono plauto, apulello autori che petrarca dice li ha letti
in fretta e ha notato con l'occhio delle cose notare quindi anche
annotare forse poche le ha memorizzate e che ha sottratto all'oblio in
quale zona della memoria le ha messe? la memoria importante
l'intertestualità vive nella memoria e ha più ambienti accezioni diverse,
un edificio una casa dove mettiamo le nostre esperienze delle cose
anche dei libri, appena si entra c'è un vestibolo è ha posto autori di cui
ha preso qualcosa e quando lui ude parole che ha imparato lui se le
ricorda e che non erano sue ma di altri autori quindi memoria
superficiale in cui impariamo cose altrui, invece viriglio orazio boezio
cicerone non una volta ma mille li ha divora da giovane per divorarli da
vecchi, anche se non li leggesse resterebbero in se ma sono divenuti
come suoi e non ricorda se sono suoi o di altri, quindi le cose nella
memoria superficiale non le consideriamo noi e questa cosa indica il
canone cioè autori non letti una volta ma divorati la mattina e digeriti la
sera quindi non c'è una dimensione quantitativa ma anche
qualitativa come sono stati letti e quelli letti molte volte sono entrati
quindi la lettura diventa immagine del cibo che ci riprota a categorie di
dante simbologia del convivio il banchetto per trasferire la sapienza a
chi non cel'ha, ci da l'immagine medievale, autore letto mangiato e
assimilato quindi diventa corpo culturale del lettore che lo ha letto, e ci
dice come la trasmissione dei valori avviene quando si fanno propri i
valori diventano sangue nervi mente e attitudine dell'autore che di
questi si è nutrito, rispetto quelli autori ha una sindrome del possesso
continuo quindi immaggine tratta dal mondo giuridico quindi quando
abbiamo qualcosa diventa nostra uso capione, se qualcuno si appropria
di una proprietà altrui e la fa sua a lungo e non viene rivendicata
diventa patrimonio suo, questi autori metabolizzati hanno perso il loro
nome sono diventati corpo e sangue del nuovo autore e non ricorda di
aver preso quelle cose da altri le ha fatte sue sono diventate sostanza
della sua intelligenza, altro passo avanti, petrarca dice
l'immedesimazione con altri autori deve dare qualcosa di nuovo, se
troviamo una citazione sarà un errore, qualcosa che deriva da altri
autori non è quello che lui vuole realizzare vuole creare una cosa nuova
altrimenti preferisce qualcosa di rozzo ma suo ma adatto a lui, quindi lui
dice che non è grande come i grandi ma nel momento in cui loro
devono fatti propri per creare qualcosa di nuovo poi, lo scrittore deve
trovare uno stile adatto a lui perchè se ogni veste si adatta agli stilone
sarebbe l'attore che rappresenta diverse identità, ridicolmente se usa
uno stile che non è suo è come una cornacchia che si fa bella con le
penne del pavone che non sono sue, quindi riferimento al plagio, quindi
resta una cornacchia invece ingegni affini devono creare una propria
personalità, sta presentando alcune immagini prese da altri autori il
poeta il vate non deve mai imitare passivamente orazio anche apre la
strada mai aperta da nessuno di libere orme ha impresso il suolo, o
improntare i carmi con una bassa moneta, lucrezio segue i calchi delle
muse da nessuno calcati, o virglio rivendicano novità stile invece
petrarca che si inserisce nella tradizione dice che vuole seguire i padri
ma servirsi dei loro testi preferisce non avere una guida piuttosto che
seguirlo in tutto, non vuole essere legato imprigionato a una guida una
guida deve precederlo ma non controllarlo, deve avere il diritto di avere
un percorso libero scegliere un percorso nuovo o tentare territori nuovi
nel processo artistico deve splende l'ingegno dell'imitatore, originalità
che si realizza dopo essersi nutrito dei classici, aveva scritto sublime in
un trono di acero quando lo rilegge capisce che erano simili a quelle di
virgilio e quindi fa una correzione e scriverai sede acerna, stesso
aggettivo ma invece che solio il termine sede quindi modifica il
singatma virgiliano e usa sede, il trono dei romani era d'acero secondo
virgilio il cavallo di troia era d'acero e anche il legno che fu causa della
rovina dell'impero ma nasce questa copia dalla familiarità con virgilio,
un altro caso identico, l'aveva nella memoria come cosa sua ma era in
ovidio, citato un autore che non doveva essere utilizzato in forma
passiva perchè questa imitazione presuppone familiarità ma la vera
imitazione deve produrre il proprio quindi deve essere modificato anche
questo e lo dice a boccaccio perchè lo modifichi, ovidio aveva detto
cosa non possono fare i versi e lui dice cosa può eguagliare la forza della
poesia quindi esprime il concetto ma con parole sue deve avere la
stessa elevazione sia per contenuto sia stile, non vuole rubare perchè il
furto e plagio passiva ripresa e dichiare incapacità dell'autore nella
produzione, se la necessità lo costringe può avvalersi di roba altrui per
farsi bello e se non si accorge di aver fatto un esproprio senza volerlo
perchè le ha metabolizzate chiede di essera aiutato a essere corretto,
dopo aver letto il senso dei libri bibblioteca autori che non ci sono più
dialogo della conoscenza l'amico ci regala ciò che è suo e noi dobbiamo
farlo nostro ma essere stimolo vivo scintilla che produca una nuova
opera antica creare un ponte tra antico e moderno rifiutata imitazione
passiva anche inconsapevole e poi immagina con cui vengono
stigmatizzati gli imitatori passivi gli attori o la conrnacchia un sistema in
cui il rapporto tra imitazione ed emulazione, riprese che fa petrarca di
dante ma non c'è mai la passiva mutazione di formule dantesche il
mondo di dante è fermentato in petrarca ma lo stile di petrarca sul
piano stilistico mantiene una sua personalità, questo meccanismo non
deve essere convalidato dalla teoria petrarca lo ha capito subito perchè
la creatività è sinergia su ciò che di grande è stato e ciò che riusciamo a
creare come originalità l'immagine della guida delle orme idea
dell'imitazione la guida anche in dante modello canone il dux non deve
incatenare il passo ma indicare la strada lasciando autonomia e libertà
risolve un idea fondamentale idea che ci sia diversità da recuperare
nell'uguaglianza quindi modernità nell'essere antichi, metafore la
somiglianza non l'identità, la somiglianza deve far risplendere la luce
dell'ingegno di chi si mette sulle tracce di un altro. la 2 a boccaccio
riforma tematiche gia esposte nella prima, il problema della presenza
dei testi antichi che possono ricadere in un tetso ma riformulati in
maniera autonomo, il nuovo processo riguarda la traduzione riguarda la
comunicazione letteraria funziona bene per l'analisi il concetto di
intertestualità un testo originario e uno di arrivo quindi c'è un rapporto
dialogico diventa funzionale utile per interpretate il fenomeno
costruttivo. partiamo dal concetto che la letteratura fa parte del
contesto più ampio di comunicazione e la traduzione è comprendere la
parola di un altro in una lingua che non è la nostra quindi si cerca di
capire di interpretare l'altro, per spiegare la letteratura come parte del
contesto della comunicazione impostata su una modalità tipica c'è un
messaggio verbalizzato espresso a parole e passa da un mittende a un
testinatario che devono condividere un codice altrimenti il
trasferimento del messaggio non avvieve il testo è in rapporto dialettico
con il contesto in cui arriva a volte arriva a contesti diversi che portano
alla riformulazione del testo quindi si chiama intercontestualità nel
mondo antico il messaggio di ovidio nel medioevo non poteva essere
accettato in modo lineare veniva ridefinito e letto in maniera allegorica
quindi dialogo tra testo e contesto culturale in cui arriva che può
trasformarlo, la linea retta tra un mittente e un destinatario può non
essere linerare può essere ricodificato o quando c'è un cambiamento
linguistico può cambiare, si arriva a un cambiamento linguistico quando
viene inserita in un altro contesto quindi la traduzione oppure la
comunicazione letteraria ha mezzo che veicola la comunicazione
letteraria e abbiamo la trasnformazione che è dovuta al mezzo e quindi
si chiama traduzione intermediale o interartistica, quindi il testo non è
un entità rigida quando entra in un sistema comunicativo può subire
una serie di cambiamenti, può essere in sintonia con il contesto oppure
no e quindi può essere riscritto ricodificato il senso, quello che ci
interessa è il discorso della traduzione dei segni linguistici sottoposto a
un cambiamento linguistico, la traduzione dei segni linguistici da
jacopon è iscritto da diverse forme una traduzione endo linguistica
interpretazione dei segni per mezzo di altri segni quindi quando
intepretiamo il discorso di un altro con la stessa lingua e quindi è una
specie di traduzione perchè lo trasferiamo utilizzando le nostre
categorie ma la stessa lingua poi quella interlinguistica quando
interpretiamo per mezzo di un altra lingua i mezzi linguistici e poi
intersemiotica intepretazione segni linguistici con segni non linguistici
tipo il senso di un romanzo attraverso un opera pittorica, intepretazione
attraverso un sistema non linguistico che è la pittura, quella
interlinguistica è la più importante da analizzare e propone
problematiche complesse trasporre in una lingua bisogna prima
interpretarlo e capirlo, calvino nel saggio parla della traduzione tradurre
è il vero modo di leggere un testo, provocazione per entrare nel mondo
della traduzione e coglierlo come atto ermeneutico colui che traduce un
testo e lo trasferisce da un sistema linguistico a un altro mette in atto un
processo di comprensione e interpretazione, calvino e la traduzione lui
ebbe con la pratica e la teoria una continenza non occasionale tradusse
il romanzo le fleur bleu, scrive le flabe italiane del 1956 fiabe in dialetto
tradorre, scrittura in prosa dell'orlando furioso del 1960, poi saggi
teorici, saggio sul tradurre furti ed arte conversazione con tulio veicoli, e
nel 85 c'è il ritorno di calvino a kenot traduce la canzone del polistire,
prima faceva traduzione dalla lirica alla prosa che è endo linguistica
perchè è un passaggio di registro non si può considerare interlinguistica
perchè si tratta di una sola lingua, nella traduzione di kenot chiede aiuto
a primo levi per rappresentare i termini tecnici per indicare le fasi della
fabbricazione degli oggetti in plastica, nel saggio del 63 paragone e
letterature impostato sul tradurre risponde a golier, calvino collabora
per difendere la traduttrice realizzata da adriana motti e lui scrive una
lettera al direttore e qui diventa un occasione per esprimere
impostazioni teoriche sul tradurre la traduzione non si limita alla verifica
della mggiore e minore fedeltà al testo originale è importante andare a
ricercare le ragioni interne gli scarti tra i due testi capire perchè l'autore
si è allontanato indagare sulla rottura per rintracciare le dinamiche
storiche e culturali che hanno influenzato il cambio quindi avere doti
morali tipo l'umiltà, avere un senso etico di responsabilità la traduzione
è un miracolo combinare le doti tecniche e quelle morali, il passaggio di
un testo in un altro richiede un miracolo, il traduttore cerca di tradurre
l'intraducibile, annotazione importante è quando calvino si sofferma
sulla lingua italiana e ci devono essere ragioni di originalità e
universalità perchè il romanzo viaggi per il mondo ci sono romanzi che
viaggiano veloce e quelli lentamente, dipende al contenuto e dalla
forma i romanzi italiani sono quelli dell'ambiente localizzato davvero
interesse turistico, della vitalità italiana ma lui pensa che ci deve essere
universalità letteralità va al dilà del discorso localistico, tradurre è un
arte, la poesia in versi è traducibile ma bisogna poter tradurre anche
quelle parti, qui si innesta la capacità del traduttore immagine del
intraducibile, calvino dice chi scrive in una lingua minoritaria come
l'italiano una lingua che ha un suo tessuto molto fino e sottile la lingua
fatta di ritmo e equilibrio di stile e quando si trasferisce da un sistema
linguistico a un altro può provocare un corto circuito e la comunicazione
fallisce, a volte leggendo il testo tradotto gli sembra che non ha il valore
che ha nella parte in italiano, la traduzione comunica qualcosa di
diverso tradurre è il vero modo di leggere il testo, riflettere sul testo
capire cosa ha scritto e perchè, la traduzione fedelissima entra in crisi la
comprensione di un messaggio non si basa su ingredienti che non
possono essere trasferiti passivamente su un altra lingua perchè
quando l'autore si legge tradotto può sentire un senso di estraneità e
non è un problema di trasferire fedelmente il significato dipende dalle
strutture e poi il fatto che bisogna capire il senso, p un atto intepretativo
dell'autore stesso l'autore solo quando viene alterato il suo testo di
cogliere il senso profondo del testo, lui prende confidenza anche con le
ragioni inconsapevoli di un testo quindi rende consapevole a un autore
stesso, tradurre tra italiano e inglese c'è tanta distanza che significa
ricreare perchè bisogna non fare calco letterale non è possibile un
trasferimento meccanico bisogna entrare in contatto con lo spirito della
lingua non solo conoscerla e capire come i due testi posso trasmettersi
l'essenza, quindi ci sono questioni. il principio in discussione è la fedeltà
al centro del dibattito sulla traduzione che porta grodge ad affermare il
principio della non traducibilità della poesia unione di contenuto e
forma si radicalizza nel concetto del problema della fedeltà,unione di
intuizione e espressione ma non è solo porsi il problema della
corrispondenza delle strutture linguistiche da una lingua all'altra ma
anche come si mantiene l'equilibrio tra il testo originario e il contesto
generale dove viene introdotto, cogliere rapporto tra tetso di partenza e
il sistema culturale dove arriva e il ruolo che avrà nella letteratura
nuova, tipo pavese traduzione tetsi americani quindi portano novità
nella letteratura che ospita quindi quando arriva nella cultura in cui
viene trasferito porta novità di tipo formatico, quindi la traduzione
realizza un processo dinamico perchè i testi hanno modificato il modo di
scrivere e ingluenzano il modo di scrive rapporti stretti tra la letteratura
nordamericana. dimensione dinamica e reciproca trasformazione, negli
anni 70 a livello accademico nasce la nuova disciplina traslation studies
una novità rispetto la scienza della traduzione che non ha un approccio
solo linguistico prima si interrogavano solo sulla tecnica qui invece si
tratta di riscrivere inserendo le pratiche di scrittura anche di altre
discipline che esprimono la convinzione che l'atto traduttivo è
complesso e sfaccettato e la traduzione interlinguistica si considerano
aspetti culturali, mezzo attraverso cui si esprime un insieme di valori
quindi due sistemi valoriali considerati nella complessità della loro
relazione, nel momento in cui si parla di rapporto di due popoli con
sistemi culturali diversi si crea un groviglio di rapporti che legano la
traduzione e intertestualità un primo orientamento considera
intertestualità restituzione di fenomeni che ci sono neltesto di partenza
deve essere considerato in tutta la sua complessità quindi ci sono
elementi dell'autore con la cultura del suo tempo o la sua cultura quindi
rete di relazioni che ha intrecciato l'autore con autori del suo tempo
quindi cogliere gli elementi interteestuali è un compito complesso, il
traduttore deve fare in modo che il lettore deve essere messo nella
condizione di realizzare esperienza che il lettore del testo di partenza
ha colto un lettore legge dante condivide la cultura dantesca e coglie il
mondo dell'intertestualità di dante ma all'estero il lettore deve cogliere
la rete intertestuale così come lo ha ftto il lettore italiano, la
responsabilità è del traduttore, l'atto della lettura questa responsabilità
cel'ha il traduttore quindi il testo non può essere tradito quindi il
traduttore individuare gli intertesti che ci sono nell'opera che traduce e
deve anche capire gli impatti che possono avere quindi la traduzione è
un atto creativo, prendiamo il testo di umberto eco, il problema è che
intendere la traduzione è cogliere complessità del dialogo dei sistemi
non linguistici ma culturali e consiste nella capacità di rendere quella
dimensione del testo di partenza come palinsesto quando un testo
viene riscritto secondo la prospettiva eliotiana ogni testo è il terminare
un punto di raccordo di una serie di esperienze culturali che l'autore ha
fatto bisogna restituire la complessità degli intertesti del testo di
partenza ma è molto delicata ci sono allusioni così sottili che risultano
non colte e a volte il traduttore si pone il problema se il rimando può
essere riconosciuto o se riportato nel cntesto sia intelleggibile e quindi
capire se sostituite, non restituisce l'essenza del testo di partenza, dire
quasi la stessa cosa esperienze di traduzione un opera di umberto eco
rispetto al problema della resa degli intertesti bisogna tradutte
letteralmente il testo senza implicare i contesti di arrivo?, se c'è un
allusione in shakespeare a un autore abbiamo una traduzione corretta
ma non sappiamo se gli italiani riescono a cogliere questa allusione, è
una decisione trastica e spesso si eliminano gli intertesti o usano
elementi paratestuali tradurla ma mettere note che spiegano il peso per
agievolare le comprensione ma la traduzione diventa un apparato
erudito da una spiegazione che interrompe il flusso della lettura rompe
la sintonia tra autore e lettore che si era prodotta nel testo letterario
dimensionedi conoscenza può essere poco efficace e un altra possibilità
è la sostituzione invece di tradurre usato da alcuni traduttori se il
produttore capisce che è necessario non tanto che il testo che viene
alluso sia ricostruito nella letteralità ma cogliere il senso del perchè era
presente quindi possiamo sostituire, per esempio in ego nel pendolo di
fugol mette in bocca ai personaggi l'imcapacità di guardare al mondo se
non attraverso una citazione non è il problema di questa o quella ma
mostrare la funzione generale descrivendo un viaggio in macchina
allusione non citazione, lettore italiano coglie l'allusione,
interprestualità di leopardi, come si deve regolare il traduttore, il
problema dell'intertestualità ha aperto un dibattito quindi non sistemi
linguistici ma culturali, il lettore inglese non capisce sennò, se tradotta
letteralmente si sarebbe perduto qualcosa, esperienza del paesaggio
solo riconducendola al paesaggio della letteratura, mediata dalla
letteratura se tradotto alla lettera si traduce che c'è una siepe ma in
realtà non è importante ne la siepe ne il richiamo a leopardi, è come la
citazione muta tra castigliano e catalano ciascun traduttore ha messo un
richiamo al passo della propria letteratura quindi eco ha autorizzato i
lettori dal castigliano catalano francese a realizzare lo stesso momento
euristico la stessa ricerva un medium letterario un tramide proprio della
lettura, quindi sostituire un richiamo a leopardi un riferimento alle loro
letterature nazionali cosi come noi leggiamo leopardi gli altri trovano il
richiamo alle loro letterature nel capitolo 29 si dice la sera era dolce ma
non spirava vento, ho ricordato che è una citazione manzoniana con la
stessa funzione della siepe leopardiana, qui c'è manzoni se si traduce
alla lettera può diventare fuori atmosfera si perde il senso letterario e
quindi autorizza i traduttori a un processo metaletterario cioè usare gli
strumenti delle letterature nazionali in cui è scritta la stessa ambizione
riconoscimento, sul piano estetico deve avere il francese la stessa
esperienza di riconoscimento letterario, a lui piacciono di tedeschi che
mettono una citazione di ghuette sulla vetta della montagna c'era
silenzio non c'entrano con il testo ma si deve creare una esperienza
intertestuale che riproduce la dimensione estetica del testo di partenza
quindi i traduttori aderenti non a un discorso di fedeltà letterale,
rispettare le intenzioni dell'autore senza però le esigenze dei lettori, il
potenziale interpretativo si moltiplica perchè il testo parla in ogni
contesto il testo parla e innesca la stessa sensazione della lingua
originaria, quindi implica una serie complessa che trascina con se idea
di traduzione come forma di assimilazione e trasformazione di un testo
allusione leopardiana sostituita, trasformazione ma non tradisce le
intenzioni dell'autore quindi leale al tetso concetto di lealtà di cristian
nov che mostra come la lealtà è una dimensione bidirezionale trova
applicazione intertestualità da un lato traduttore leale nei confronti
dell'autore comprende e intepreta il senso non solo le strutture
linguistiche e rispettare il voler dire profondo del testo dall'altro lato
deve il traduttore essere responsabile dei destinatari quindi conforme al
contesto e capire il punto di vista dei lettori se si realizza la sinergia il
testo di partenza entra nel nuovo contesto e si realizza quel atto
comunicativo, e la traduzione porta al massimo atto comunicativo ma si
devono attivare i processi dinamici, tradurre significa dire quasi la stessa
cosa, nascono interrogativi legati al dire e al quasi, prima si interpreta e
poi negoziazione a patti con l'autore e capire a cosa rinunciare venire a
patti per fare in modo che sia riconosciuto nella cultura di arrivo, quindi
deve essere intellegibile porta al massimo grado la dimensione
pronfoda di intertestualità sviluppato in tutte le forme che un testo
comporta dimensione linguistica ma anche quella tematica,
implicazione etica del concetto di lealtà adattato quindi alla cultura
nuova. forziere di tesori che sono la potenza della parola che veicola i
mondi anche nei secoli.
Non lontano dalle mura di Enna c'è un lago dalle acque profonde,