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INTRODUZIONE UN DISCORSO POSSIBILE 1.

.Linguaggio e comunicazione Ogni atto linguistico al tempo stesso un prodotto sociale e una realizzazione individuale nessuno parla una lingua inventata personalmente perch non sarebbe compreso allinterno della comunit in cui vive. LINGUA = un sistema di segni convenzionalmente stabilito , in virt del quale possibile la comunicazione tra soggetti o Non esiste alcun principio A PRIORI che governa il legame tra il segno e ci che tale segno indica: alle lettere che compongono una parola, corrisponde significato, ma tale rapporto arbitrario perch non una legge interna che lo ha stabilito, bens una molteplicit di norme A POSTERIORI. o Per esempio tavolo indica un particolare oggetto, MA non comporta in questa sequenza di suoni sempre leggendo il suo significato perch tale significato avrebbe potuto essere rappresentato da qualsiasi altra sequenza una serie di convenzioni storiche e sociali ha costruito la relazione tra suono e senso, tra parole e significati e ha permesso di tali rapporti siano riconosciuti allinterno di una determinata comunit di parlanti. Poi nella pratica empirica dellatto comunicativo lindividuo che seleziona il ventaglio delle possibilit e scegliere, di volta in volta, di usare un termine piuttosto che un altro, di indicare un oggetto,unidea,un sentimento con una espressione piuttosto che unaltra.

SISTEMA DEL LINGUAGGIO descrivere le tecniche che stanno alla sua base non semplice, sopra delle teorie che si sono sviluppate attorno a questi argomenti o LINGUISTICA .ha coinvolto alcuni processi retorici, identificando in essi i criteri fondamentali per organizzare e ordinari meccanismi della lingua o MA RETORICA non ne uscita a testa alta e la sua stessa struttura stata ridotta infinitamente o 2 MET 900 alcuni studi hanno costituito un luogo privilegiato per lanalisi del linguaggio, MA hanno tracciati confini della retorica come una disciplina isolata, relegandola a forma ornamentale.

Il nucleo teorico che presiede allindagine retorica implica un percorso metodologico che rifiuta lanalisi del meccanismo linguistico fine a se stesso MA intende riflettere sul processo comunicativo che a quel meccanismo attiva RETORICA = sistema organizzato di interrogazione,1 dei sistemi possibili che del testo non restituisce una verit unica e definitiva, bens una DESCRIZIONE DEI SUOI SIGNIFICATI

2. La retorica ristretta

TEORIA DI SAUSSURE (1922) ogni atto linguistico implica due tipologie di rapporti diversi: 1. RAPPORTI PARADIGMATICI che costituiscono il patrimonio della lingua, i gruppi associativi che hanno sede nel cervello e nella memoria di ciascun individuo Su questasse la LINGUA agisce per SELEZIONE 2. RAPPORTI SINTAGMATICI permettono la combinazione delle parole del discorso ed escludono la possibilit di pronunciare due elementi alla volta Su questasse le PAROLE agiscono per COMBINAZIONE

1956 ROMAN JAKOBSON riformula la celebre opposizione di Saussure usando il fuoco dellargomentazione su due figure retoriche: 1. METAFORA ad essa appartengono i processi di SELEZIONE, quelli proiettati sullasse PARADIGMATICO 2. METONIMIA ad esso appartengono i processi di COMBINAZIONE, sullasse SINTAGMATICO Lo sviluppo di un discorso pu avere luogo secondo due differenti direttrici semantiche: un tema conduce ad un altro sia per similarit che per contiguit. o ANALISI DI JAKOBSON conduce ad una schematizzazione e estremamente lucida e sintetica del comportamento verbale: IL PRINCIPIO DELLA POLARIZZAZIONE del LINGUAGGIO attraverso due tipi di connessione: 1. SIMILARIT 2. CONTIGUIT Queste due direttrici assumono un significato di orientamento

COMPLICAZIONE DELLA TESI mostra limiti quando i riferimenti si irrigidiscono e alle due figure retoriche vengono attribuiti valori interpretativi che , oltre a ricondurre i processi linguistici entro una dinamica attiva di selezione e combinazione, sovrappongono allanalisi letteraria un analogo procedimento: o PRINCIPIO DI SIMILARIT sta alla base della poesia parallelismo metrico dei versi + equivalenza fonica delle rime impongono il problema della similarit e del contrasto semantici METAFORA PROSA procede essenzialmente per rapporti di contiguit METONIMA Questo spiega come le ricerche sui tropo poetici siano orientati essenzialmente verso la metafora

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STRUTTURA BIPOLARE DEL LINGUAGGIO = tensione tra due estremi induce a pi di una conseguenza: o Distinzione PROSA/POESIA letta attraverso questa antitesi o Specifica prevalenza delluno sullaltro processo retorico finisce per individuare scuole e correnti letterarie o Solo in funzione delle alternanze la metafora afferma il suo primato o Si tratta gi qui di una grande riduzione e non pi di tendenze orientative: Da un lato il processo porta alla FRAMMENTAZIONE DELLA RETORICA

Dallaltro IDENTIFICA LA RETORICA con uno sterile e incerto repertorio strumentale

I due termini in opposizione finiscono per vincolare univocamente, attraverso una alternativa obbligata, le modalit dialogiche della lingua, e in particolare della lingua letteraria, annullando oltretutto la natura ben pi complessa di prosa e poesia.

1960 SCHEMA PRESENTATO DA JAKOBSON nel saggio Linguistica e poetica viene a costituire il modello fondamentale di ogni atto di comunicazione: o MITTENTE colui che parla o che scrive e invia un messaggio o DESTINATARIO colui che ascolta o che legge o MESSAGGIO oggetto del discorso questo: richiede un riferimento a un CONTESTO esige un CODICE comune a mittente e destinatario necessita di un CONTATTO = canale fisico o connessione psicologica tra i soggetti ciascuno di questi sei fattori d origine ad una FUNZIONE LINGUISTICA diversa: 1. FUNZIONE EMOTIVA si concentra sul MITTENTE, segnalata dalle interiezioni e dalle esclamazioni di vario genere; 2. FUNZIONE CONATIVA orientata verso il DESTINATARIO e trova la sua espressione grammaticale nel vocativo e nellimperativo; 3. FUNZIONE REFERENZIALE pertiene al CONTESTO e denota la persona o loggetto, la situazione a cui fa appunto riferimento 4. FUNZIONE FATICA serve a stabilire il CONTATTO, a verificare se il canale funziona, ad attirare lattenzione dellinterlocutore (mi senti?/capito?) 5. FUNZIONE METALINGUISTICA orientata sul CODICE, ad esprimere latto pi frequente di quanto talora si immagini, di parlare del linguaggio 6. FUNZIONE POETICA consiste nellenfasi posta sul MESSAGGIO in quanto tale o proprio in virt di questa ultima funzione JAKOBSON fornisce una risposta allinterrogativo da cui aveva preso le mosse tale argomentazione che cosa che fa di un messaggio verbale unopera darte? Sostiene che le sei funzioni sono variamente presenti allinterno di ogni atto linguistico MA prevale quella che distingue e connota le caratteristiche proprie di quel particolare messaggio Da una tale prospettiva, la FUNZIONE POETICA e dominante in un testo letterario e costituisce la differenza specifica che contraddistingue la letterariet di un testo.

1970 GRUPPO DI LIEGI o GRUPPO (=MI) (LIEGI = citt francofona del Belgio) presenta una RETORICA GENERALE con lintento di definire e riclassificare le figure del discorso

NOME deriva dalliniziale della parola greca che indica quella che considerata la figura chiave della retorica la METAFORA

TESI GRUPPO DI LIEGI o Partono dalla considerazione dellesistenza di un GRADO ZERO DEL LINGUAGGIO = ossia un livello essenziale rispetto al quale possibile stabilire lo SCARTO dellespressione figurata. o RETORICA dunque intesa come INSIEME DI OPERAZIONI SUL LINGUAGGIO risulta cos costituita da fenomeni di trasformazione e di permutazione che danno origine a ogni tipo di figura Ne deriva la suddivisione in 4 grandi classi di METABOLE descritte dettagliatamente nelle loro funzioni grammaticali, sintattiche e morfologiche i cambiamenti e le alterazioni che esse producono su un codice sono loggetto di analisi di tale percorso retorico 1. METAPLASMI 2. METATASSI 3. METASEMEMI 4. METALOGISMI

NOZIONE DI SCARTO la teoria delle figure pu giungere cos a delineare esplicitamente ci che costituisce la specificit della poesia: o Poich non vi poesia senza figure e le figure sono considerate un fatto puramente formale, strutture di elaborazione stilistica discende che la caratteristica del discorso poetico di non parlare delle cose o LINGUAGGIO DELLA POESIA un linguaggio NON REFERENZIALE e se per ammissione degli autori, la funzione referenziale non pu essere del tutto annullato dal poeta si conclude che IL LINGUAGGIO POETICO referenziale solo nella misura in cui non poetico ESTREMA OPPOSIZIONE separa la poesia dalla NON POESIA una QUALIT INTERNA che ne costituisce il DISCRIMINE LA LETTERARIET o LA POETICIT in quanto tale, definita grado diverso di espressione rispetto a qualsiasi altro atto verbale CORRISPONDENZE MULTIPLE che il poeta mette in gioco chiudono il discorso su se stesso e dalle chiusura e in definitiva lopera VALORE DELLARTE da ricercare in un luogo separato, autonomo la parola poetica si squalifica come atto comunicativo. In effetti essa non comunica nulla, o piuttosto essa comunica solo se stessa

LETTERATURA X GRUPPO LIEGI una trasformazione del linguaggio, la creazione poetica, che pur non deriva dal nulla una elaborazione formale e della materia linguistica

RETORICA secondo tale concezione sarebbe lo studio di questi processi, lanalisi del funzionamento del linguaggio in quanto linguaggio letterario dove la modalit stilistica corrisponde allo scarto del grado zero

Cos la retorica finisce per avere un senso solo se il suo campo dindagine corrisponde a quello della figura, laddove il linguaggio esiste senza la cauzione delle cose e dove la presa di distanza da uno sterile ruolo utilitario costituisce la condizione prima della sua sublimazione per trasformarsi in poesia difficile cos ricondurla allo studio dei rapporti dialogici e relazionarla a un discorso comunicativo Sono passati molti anni dalla pubblicazione della Retorica Generale e oltre a riconoscere che la teoria delle figure di ascendenza formalista e strutturalista ha offerto importanti strumenti di analisi daltra parte ha provocato una riduzione del campo retorico alla sola ELOCUTIO , facendo dimenticare limportanza e la funzionalit delle altre parti mentre lattenzione si concentrava esclusivamente attorno ad una virt, lORNATUS. o Si operata cos una ulteriore riduzione che ha condotto a esiti negativi, poich lantica e ben pi articolata disciplina della persuasione venuta a coincidere con una sterile tassonomia descrittiva e con una meccanica elencazione di tropi

(Il TROPO indica qualsiasi figura retorica in cui un'espressione:


trasferita dal significato che le si riconosce come proprio ad un altro figurato; destinata a rivestire, per estensione, un contenuto diverso da quello originario e letterale)
dopo essere andata incontro ad una profonda svalutazione che lha posta per molto tempo ai margini degli studi letterari, stata riconsiderata proprio da quelle teorie e dei metodi formalisti e strutturalisti essi per volevano riesplorare i medesimi fenomeni alla luce di una pi moderna scientificit

1970 GERARD GENETTE osserva che la storia della retorica coincide con una RESTRIZIONE GENERALIZZATA infatti fin dal primo medioevo comincia a sfaldarsi lequilibrio caratteristico dellantica retorica
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700 trattato Der Tropes di DUMARSAIS del 1730, il nucleo degli studi retorici focalizza sempre di pi una teoria delle figure che ruota attorno allopposizione tra SENSO PROPRIO e SENSO FIGURATO Imputa a JAKOBSON la responsabilit della pi drastica riduzione non solo della retorica in generale ma della sfera figurale La presunta prevalenza della metafora e lungamente discussa e criticata nel saggio che naturalmente chiama in causa anche la retorica del GRUPPO DI LIEGI Le cause dellassoluto predominio di una figura sulle altre secondo GENETTE non sono da ricercare nelle dichiarazioni del valore autonomo del segno, nellautoreferenzialit stilistica del testo e gli rinviene infatti anche ragioni di natura diversa:

Per la nostra mente, nella sua debolezza, opportuno che tutte le cose, si tratti anche di figure, abbiano un centro

Motivazione antropologica: ossia la tendenza radicata ad annullare le differenze e classificazioni desiderio di tutta la moderna poetica quello di sopprimere le divisioni e stabilire al tempo stesso il regno assoluto della metafora

Il suo ammonimento quello di rivisitare la retorica classica, di ipotizzare una semiotica del discorso che, includendo tutti discorsi, implicitamente annulli lesistenza di uno scarto nel linguaggio letterario quale luogo privilegiato e talora unico della figuralit

1970 ROLAND BARTHES pubblica uno studio dal titolo LA RETORICA ANTICA
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Evoca la complessa rete di rapporti entro la quale la tradizione retorica aveva implicato parti categorie Lautore 17 anni prima aveva affermato lesistenza di una realt della forma indipendente dalla lingua dallo stile OBIETTIVO per sua stessa dichiarazione quello di fornire una prospettiva che sia contemporaneamente DIACRONICA e SISTEMATICA , che mostri insomma le potenzialit di un sistema antico, rivisitato in funzione di una moderna applicazione allanalisi del linguaggio letterario. Il libro una testimonianza suggestiva del ruolo storico che la retorica ha svolto allinterno della cultura occidentale RETORICA presentata come un METALINGUAGGIO, cio un discorso sul discorso , essa si articolata nelle varie pratiche che le situazioni diverse hanno di volta in volta richiesto

unantica disciplina che nasce in ambito giudiziario e politico dai processi di propriet e dunque da una esigenza eminentemente utilitaria si sviluppa come teoria generale del discorso inestricabilmente legata al linguaggio, perch il linguaggio elemento fondamentale di socialit Fin dalle origini essa fortemente connessa al concetto di comunicazione, proprio perch i suoi scopi sono il conseguimento della persuasione e lo studio delle tecniche che loratoria pu mettere in atto per provocare leffetto desiderato sullascoltatore e sul pubblico.

SECONDA PARTE DELLO STUDIO descrizione del reticolo classificatorio per interagire con lanalisi del linguaggio letterario affronta una contraddizione interna alla sua stessa impostazione teorica

MODO DI CONCEPIRE la retorica secondo una prospettiva allargata che deriva dalla tradizione classica si scontra con una concezione restrittiva mente semiotica del linguaggio Lidea che esista una base nuda,1 Stato normale della comunicazione certo presentata in modo critico dallautore sembra vacillare qui lipotesi di due linguaggi nettamente distinti, il proprio e il figurato MA la sua polemica si concentra in realt sulla furia tassonomica che da sempre caratterizza la retorica denuncia la mancanza di strumenti ed i libri che consentano di percorrere il tragitto in senso inverso rispetto a quello consueto: non dal nome della figura allesempio, bens dalla frase (trovata nel testo) al nome della figurao

ANALISI DI BARTHES ricade poi nella concezione di una FIGURA ORNAMENTO che deve situarsi necessariamente nel LINGUAGGIO PROPRIO o NEL FIGURATO perch il risultato di un fatto tutto interno e immanente al livello espressivo
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Se il senso proprio confonde i suoi limiti con il naturale, e lelaborazione figurale non esclusiva di nessuno di questi domini in modo assoluto, Barthes preferisce una soluzione di compromesso: larte sceglie le figure(in funzione di una buona valutazione della loro distanza, che deve essere misurata), non le crea FIGURATO = una combinazione artificiale di elementi naturali

BARTHES uno degli esponenti pi significativi della critica francese strutturalista, proprio sul concetto di STRUTTURA si fonda il suo articolato percorso critico interpretativo
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Fedele alle dicotomie di Saussure, considera imprescindibile il principio di non limitare i sistemi di significazione ai loro significanti, ma di includervi lo studio dei significati stessi OPERA LETTERARIA concepita come un SISTEMA DI SIGNIFICAZIONE ed innanzitutto un oggetto linguistico come tale racchiude nella sua struttura il proprio significato e la propria identit funzionale SENSO DELLANALISI STRUTTURALISTA ricondurre la letteratura a un codice, senza per questo dimenticare del tutto la dimensione storica

1964 uno strutturalismo diacronico possibile, per quel che riguarda la letteratura, i significanti di connotazione sono rimasti stabili durante pi di un millennio e hanno formato ci che viene chiamata LA RETORICA FIGURE DELLA RETORICA perfettamente codificate, hanno regolato la significazione letteraria dallantichit al diciannovesimo secolo (almeno in Francia) Verso la fine del XIX secolo si prodotto un notevole mutamento certe figure sono scomparse e ne sono nate altre il codice retorico si trasformato e con esso tutta lideologia della letteratura

RETORICA X BARTHES il luogo entro il quale i meccanismi di significanti regolano il funzionamento e la formazione dei significati e allo stesso tempo un costituisce lambito di trasformazione di codici
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FIGURE = LUOGHI DI AGGREGAZIONE SEMANTICA

Per strutturalismosiintendeinlinguisticalateoriaelametodologiadituttequellescuoleecorrenti, elaboratesullabaseteorizzazionedellinguistasvizzeroFerdinanddeSaussure.Il"Coursdelinguistique gnrale" (1916) di de Saussure si propone lo studio della lingua intesa come sistema autonomo e unitariodisegni,dandorilievoprimarioall'assedellasincroniarispettoaquellodelladiacronia. Lo strutturalismo, di tradizione e prospettiva positivistica storica, si occupato dei valori e delle funzionideterminatedallerelazionireciprochedeisingolielementilinguistici,consideraticomepartidi unordinamentostrutturaleediuninsiemedifenomeniincontinuainterdipendenzaeinterazione. Conilterminesincroniasiindica,inlinguistica,lostudioelavalutazionedeifattilinguisticiconsideratiinun datomomento,astraendodallaloroevoluzioneneltempo,ovveroinundeterminatostatodellalingua.Si contrapponealladiacroniacheinvecestudialelinguesecondoillorodivenireneltempo.

Linguisticadiacronica,difatto,sinonimodilinguisticastoricocomparativa,mentrelalinguisticagenerale tipicamentesincronica.Lanecessitditenerebendistintiiduepuntidivista,sincronicoediacronico, stataperlaprimavoltasottolineatadallinguistaginevrinoFerdinanddeSaussure. Glialtriparametrichedeterminanolavariazionelinguisticasono:


ladiatopia,nellospazio; ladiamesia,inrapportoalmezzo; ladiastratia,inrapportoall'utente; ladiafasia,inrapportoallasituazione.

3.Retorica e argomentazione

1958 PERELMAN (filosofo del diritto polacco) e OLBRECHT TYTECA (accademica belga, collaboratrice di Perelman) TRATTATO DELLARGOMENTAZIONE = un testo fondamentale per la teoria del discorso
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FIGURA intesa in senso argomentativo, non pu essere determinata esclusivamente da elementi formali, bens anche del contesto linguistico entro il quale percepita come figura, dalle circostanze comunicative che si stabiliscono tra oratore e uditorio PRINCIPIO da cui gli autori prendono le mosse e nella critica alla tradizione cartesiana, che identificava il dominio della ragione con quello delle prove dimostrative la conseguenza che ne derivava era di dichiarare falso, o in ogni caso non valido ci che era soltanto verosimile La natura stessa dellargomentazione e della deliberazione si oppone alla necessit e allevidenza, perch non si delibera dove la soluzione necessaria, n si argomenta contro levidenza il campo dellargomentazione quello del verosimile, del probabile, nella misura in cui questultimo sfugge alla certezza del calcolo

NATURA DEL VEROSIMILE nel TRATTATO non vaga e indeterminata come potrebbe sembrare, il suo statuto e anzi fortemente ancorato alle dinamiche della comunicazione e della situazione empirica del discorso o Risale ad Aristotele la distinzione tra VERO e SIMILE AL VERO la medesima facolt umana in grado di discernere dei due ambiti, perch entrambi appartengono modalit diverse di ragionare
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VERO indica tutto ci che inconfutabile e che dunque deve appartenere, almeno virtualmente a un accordo universale il fondamento unico della verit non pu che condurre, nel ragionamento dialettico a un esito incontrovertibile VEROSIMILE il luogo del possibile, dove la credibilit presunta, o comunque non univocamente raggiungibile servono prove, discorsi, argomentazioni a questo pertiene il campo del ragionamento retorico, perch sempre confutabile, perch la sua stessa struttura e caratterizzato da una forma dialogica, relativa, sottoposta alle circostanze

Non si oppone al vero, ma investe esperienze diverse tanto pi forte il valore comunicativo dellargomentazione, quanto pi valida la ricerca del consenso

RETORICA = scelta metodologica che implica un apparato rigoroso di regole e uno spazio dinamico soggettivo e attivo di applicazione

NORBERTO BOBBIO (filosofo, storico e politologo italiano., 19092004) PREFAZIONE TRATTATO ARGOMENTAZIONE- RETORICA: o Questa terra vastissima e occupa ogni forma di discorso persuasivo, o Ovunque la ragione intesa come facolt di escogitare argomenti pro o contro una tesi o adoperata per sostenere una causa, ottenere un consenso, guidare una scelta o Vi compreso tanto il discorso del filosofo che confuta gli errori altrui e difende la propria teoria, quanto il discorso quotidiano di due amici che discutono tra loro sul modo migliore di passare le vacanze Il vasto campo dellargomentazione appunto di pertinenza della retorica, mentre la dimostrazione implica la necessit logica e lelaborazione di un sistema di proposizioni necessarie che si impone a tutti gli esseri ragionevoli sulla quale laccordo inevitabile. La maggior parte dei nostri atti comunicativi si fonda su un procedimento argomentativo, che include la possibilit disaccordo ogni argomentazione mira alladesione delle menti e presuppone perci lesistenza di un contatto intellettuale OGGETTO DI STUDIO PERELMAN OLBRECHTS ANALISI DEI MEZZI DISCORSIVI che ancorano la situazione dialogica dellargomentazione ad un pretenzioso fondamento democratico la ricerca del consenso fa ricorso un altro delle strategie verbali possibili che a tal fine devono essere conosciute, dominate e gestite con consapevolezza nella variet delle situazioni in atto, ma sempre in nome del rifiuto della violenza
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Non si esclude da tale campo di indagine e le analisi formali e le classificazioni includono schemi e categorie in una dimensione PRAGMATICA lo stesso concetto di valore lungi dal potersi identificare una verit indiscutibile, valida universalmente per tutti un OGGETTO DACCORDO necessario allinterno di un gruppo, ma condizionato da determinazioni storiche, sociali, culturali. OPPOSIZIONE OGGETTIVO/SOGGETTIVO viene riconsiderata: largomentazione non un esercizio intellettuale e del tutto indipendente da preoccupazioni di ordine pratico Pertanto lantitesi non pu essere e non deve essere cos netta

OGGETTIVIT rifugge dal distinguere unaffermazione dalla persona che la pronuncia Non possibile stabilire a priori un criterio oggettivo capace di imporsi a tutti

ARGOMENTAZIONE apre unipotesi o una via diversa rispetto alla vincolante alternativa tra verit e falsit, logica assenza di logica senza per questo diventare irrazionale il discorso assume valore dalle circostanze denunciazione, dalle relazioni dialogiche che esso stesso stabilisce, dalle tecniche comunicative che loratore mette in gioco

CONCEZIONE DELLA FIGURA non pu certo delinearsi come un fatto puramente stilistico, stabile e immanente al linguaggio essa non assolutamente riconoscibile allinterno di una distinzione drastica tra un uso proprio e un uso figurato della lingua AUTORI TRATTATO sottolineano limportanza delle consuetudini sociali e culturali e possono parlare di un LINGUAGGIO ABITUALE , definito come quello che PASSA INOSSERVATO, rispetto al quale si percepisce la differenza di un termine o di unespressione particolare

Viene negata lesistenza del ELEMENTO NEUTRO di una base oggettiva e non connotata che costituirebbe il riferimento con cui misurare la figuralit esiste solo una scelta che pu apparire neutra e proprio a partire da questa si possono studiare le modifiche argomentative. la neutralit del termine dipende evidentemente dallambiente

La determinazione della qualit dellespressione ancora una volta funzione nelle situazioni dei soggetti NOZIONE DI NORMALE NEL TRATTATO = luogo, non che premessa per largomentazione, esclusa da ogni considerazione di oggettivit assoluta e interpretata semmai per il suo valore quantitativo o COMPONENTE TEMPORALE immerge il discorso in una rete di rapporti che assumono un significato dinamico latto che individua e riconosce una figura come tale risponde certo a una proposta argomentativa, ma per se stesso responsabile delleffetto che tale artificio retorico produce 1983 MAX BLACK (filosofo anglosassone, 1909-1988) opera unanaloga valorizzazione della modalit comunicativa e dialogica della figura, con prospettive diverse per trattare pi specificatamente il problema della metafora SAGGIO ORDINARIO- 1954
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OBIETTIVO indagare il senso e il funzionamento della metafora MA lautore dichiara immediatamente il suo rifiuto di considerare la figura quale un semplice ornamento sovrapposto al senso evidente TESI ruota attorno allidea che la metafora detenga un ruolo costruttivo allinterno del discorso, e che il suo significato sia tanto pi rilevante, quanto pi lato interpretativo e attivo nella decodifica del testo. Solo una concezione INTERATTIVA pu dunque rendere ragione della complessit e in particolare delle implicazioni che il procedimento metaforico chiama in causa Il suo ragionamento prescinde dalla dimensione retorica classica, ma funzionale al discorso scritto, quindi protagonisti della situazione dialogica sono AUTORE e LETTORE Sostiene che nella METAFORA agiscono due pensieri di cose differenti, contemporaneamente attivi e sorretti da una singola parola o frase il cui significato risulta dalla loro interazione

proprio perch ai due pensieri sono operanti insieme, PAROLA FOCALE acquista un nuovo significato che non corrisponde propriamente n al significato letterale, n a quello figurato CONTESTO impone piuttosto alla parola focale unESTENSIONE DEL SIGNIFICATO il lettore deve trovare le connessioni tra questi due ambiti e costruire un SISTEMA DI IMPLICAZIONI nuove riguardo al soggetto principale:

Da un lato imprescindibile la conoscenza del significato dellespressione letterale e lespressione figurata o assumono rispettivamente allinterno di una determinata cultura Dallaltro la metafora obbliga ogni volta a colui che la riconosce e la decodifica a riorganizzare il proprio sistema di luoghi comuni, che sono prontamente evocati.

CONCEZIONE INTERATTIVA mette in luce fattori dinamici del processo comunicativo: o LESPERIENZA o LA LETTURA o IL CONTESTO o NATURA RELAZIONALE DEL LINGUAGGIO Tutti attribuiscono VALORE alla metafora e permettono che sia riconosciuta come tale. NON C perdita di contenuto cognitivo, perch non si tratta di una mera sostituzione linterazione non fa dimenticare n il letterale, n il figurato

INTERAZIONE coinvolge 3 LIVELLI contemporaneamente e li pone a loro volta in un rapporto dinamico: 1. LIVELLO SINTATTICO perch il procedimento che da luogo alla figura una combinazione di parole e regole verbali 2. LIVELLO SEMANTICO laddove la metafora implica produzione di significati nuovi 3. LIVELLO PRAGMATICO poich i riferimenti e determinazioni estrinseche rispetto al processo linguistico sono le condizioni dellinterpretazione della metafora.
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METAFORA Anche in questo caso non possiede unesistenza oggettiva e indipendente, non metafora per se stessa MA assume connotazione di una metafora per colui che la distingue e che, allinterno di una situazione istituzionalizzata, ne accetta il compromesso.

1975 PAUL RICOEUR (filosofo e antropologo francese, 1913-2005) con lopera LA METAFORA VIVA concentra il nucleo del discorso VALORE CONOSCITIVO del procedimento figurale (si ricollega al saggio di Black)
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OBIETTIVO METODOLOGICO presenta distesamente le teorie pi rilevanti per la retorica delle figure vuole sostenere e sviluppare una CONCEZIONE INTERPRETATIVA della metafora, facendola emergere dialetticamente da un dibattito in atto, sia pur esteso dal punto di vista diacronico IPOTESI INIZIALE si innesta certamente nel solco della polemica con le concezioni formaliste e strutturaliste che identificano le figure con lo scarto di un linguaggio deviato e la retorica con le classificazioni puramente stilistiche:

Non solo appaiono insufficienti a dare conto della produzione di significato che comporta la metafora MA non sono in grado di considerare il contesto linguistico, cio la frase che costituisce la figura

Lautore colloca la metafora allinterno di una prospettiva ermeneutica particolarmente interessante, che finisce per investire anche la dimensione estetica della poesia e della finzione NON RESPINGE affatto limportanza della SEMANTICA DELLA PAROLA poich la parola concentra e focalizza su di se il processo che presiede a ogni metafora, denominato troppo riduttivamente DI SOSTITUZIONE Secondo lui la considerazione della PAROLA ISOLATA NON SOSTENIBILE la dinamica tra parola e frase invece la condizione preliminare affinch lanalisi della figura non sia solamente linguistica

Delimitazione, ha ragione dessere solo in riferimento allenunciazione completa e lAUTONOMIA DENOTATIVA di una parola incontra vari ostacoli se considerata allinterno dellatto linguistico non solo essa entra in collisione con la polisemia, ma modifica il suo significato in relazione a una determinata situazione del discorso

DIPENDENZA DEL SIGNIFICATO DI UN TERMINE DAL SIGNIFICATO DELLA FRASE un concetto IMPRESCINDIBILE

PAROLA SINGOLA ISOLATA che assicura lidentit semantica, ha solo significato potenziale, MA trova il senso del suo effettivo funzionamento unicamente allinterno del discorso AZIONE DEL CONTESTO diventa cos un principio grazie al quale possibile lanalisi e linterpretazione: la molteplicit dei significati di una parole ridotta in virt del suo essere parte di una frase SELEZIONE latto che rende attuale la condizione comunicativa effettuata nel momento stesso in cui la parola stessa posta in relazione con le altre.

Ci che avviene in un enunciato metaforico perfettamente comprensibile alla luce del precedente fenomeno SE metafora incrementa polisemia il FUNZIONAMENTO del DISCORSO che la metafora mette in gioco linverso di quello che abbiamo descritto

PER PRODURRE SENSO occorre eliminare dal potenziale semantico della parola presa in considerazione tutte le accezioni SALVO UNA: QUELLA COMPATIBILE CON IL SENSO delle altre parole della frase CASO METAFORA nessuna delle accezioni gi codificate conveniente bisogna allora tenere tutte le accezioni gi ammesse PIU UNA QUELLA CHE SALVER IL SENSO DELLINTERO ENUNCIATO

METAFORA attua il gioco di scambio tra PAROLA e FRASE proprio perch fondamentale LA FUNZIONE REFERENZIALE
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Poich non mera sostituzione coinvolge e modifica in un certo senso tutti i termini del contesto linguistico la produzione di significati comporta una nuova pertinenza semantica I rapporti di somiglianza insiti nellenunciato metaforico non sono rigidamente impostati MA vengono cos riconsiderati entro una dinamica che include anche le differenze sul piano ermeneutico quindi il fatto che il processo figurale comporti una nuova predicazione significa che la METAFORA VIVA pu spezzare univoche rigidit e precomposizioni note per aprire altri livelli di significanti

RICOEUR con il principio della REFERENZA METAFORICA estende il discorso alla FINZIONE e in particolare al linguaggio poetico
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La possibilit di creare connessioni inedite appartiene infatti allaAZIONE IMMAGINATIVA che interpreta la metafora e RIDESCRIVE LA REALT

FACOLT DI RIDESCRIZIONE fonda tipicamente la poesia: essa svolge una esperienza della realt nella quale inventare e scoprire non si contrappongono pi e dove vi coincidenza tra creare e rivelare VALORIZZAZIONE DELLA PROSPETTIVA ERMENEUTICA mentre esclude non solo la metafora ma anche la poesia da una analisi puramente linguistica della di funzione poetica lascia in ombra il ruolo attivo dellinterprete INTERPRETE forse implicito nellatto stesso della ricreazione, ma vero che, dalle parole dellautore, sembra appartenere solo a linguaggio di la capacit di spogliarsi della sua funzione di iscrizione diretta per portarsi al livello mitico, quello che libera la sua funzione di scoperta FACOLT DELLIMMAGINAZIONE non pu che essere esercitato dal soggetto, perch lui che vive unesperienza nuova

MA RICOEUR scrive che la VERIT METAFORICA corrisponde allintenzione realistica che propria del potere di ridescrizione del linguaggio poetico finisce quindi per essere una RIVELAZIONE OGGETTIVA intesa come rivelazione delloggetto, che rischia di escludere il soggetto (diversamente da Black)

(L'ermeneuticainfilosofialametodologiadell'interpretazione.)o 1968 GIULIO PRETI (filosofo italiano, 1911-1972) SAGGIO RETORICA e LOGICA in questopera il concetto di VERIT non il punto darrivo, bens una condizione del discorso o E in questione la differenza secolare che ha distinto lo statuto del discorso scientifico da quello letterario La dicotomia tra le due culture di cui si parla nel primo capitolo, le HUMANE LITTERAE e LA SCIENZA conducono allaltro posizione parallela, ma non completamente identificabile con essa RETORICA E LOGICA

Egli muove dalla considerazione imprescindibile per cui n la scienza e n la letteratura vogliono di fatto eliminare dalla civilt in loro opposti-presupposti dialettici MA solo subordinarli secondo un proprio criterio di valore NOZIONE DI VERIT intesa con il valore formale supremo di ogni cultura viene connessa e intricata con entrambi i poli della dicotomia (si distingue in via preliminare la scienza dalla tecnica, perch la scienza conoscenza, visione o costruzione del mondo) DISCORSO LOGICO il suo carattere fondamentale LA NECESSIT poi che parte da premesse necessarie e giunge a conclusioni incontrovertibili DISCORSO RETORICO muove invece da premesse probabili o verosimili e termina con conseguenze altrettanto probabili o verosimili CONCETTO DI VERIT diversamente modulato in funzione delle differenti condizioni e dei distinti obiettivi che appartengono alluno allaltra modalit discorsiva MA: VERIT CULTURA SCIENTIFICA corrisponde allidea di un valore assoluto

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VERIT CULTURA UMANISTICA in principio retorico che guida largomentazione la VALIDIT

VERIT + VALIDIT = concetti che trovano un particolare sviluppo nella filosofia analitica ma servono allautore del saggio per distinguere gli ambiti e per individuare lorientamento della comunicazione CULTURA RETORICO- LETTERARIA il riportare validit e verit, o meglio fare della validit il criterio della verit stessa I criteri della autorit (sofismi) + criterio del consensum gentium = criteri della cultura scientifica respinge come sofistici = estranei alla verit, eteronimi rispetto allimmanente autonormativit del sapere stesso GIUDIZIO DI VALORE chiamato in causa e si appella al criterio di validit, non certo al valore assoluto della verit poich un giudizio che non sia una proposizione VALE o VIGE, non vero o falso

NOZIONE DI PARADOSSO = ulteriore luogo di dissociazione tra retorica e logica USO SCIENTIFICO qui sinonimo di contraddizione USO UMANISTICO e RETORICO unopinione paradossale non necessariamente contraddittoria, ma pu essere coerente con il sistema di opinioni di cui fa parte

PARADOSSO = ci che va contro le opinioni o i sentimenti dei pi Anche qui emerge, come nel Trattato, la possibilit del disaccordo la ricerca del consenso,che costituisce lobiettivo di ogni argomentazione non corrisponde sempre ad una intesa unanime DISACCORDO non comporta sempre linsuccesso, bens lintroduzione di un altro o di un diverso punto di vista

4.Il discorso della retorica Dalla teoria dellargomentazione sono derivate ipotesi differenti per raggiungere una definizione di letteratura. 1973 PROSPETTIVA FREUDIANA di FRANCESCO ORLANDO (critico letterario,musicologo, 1934-2010) muove dallipotesi di delimitare il fenomeno artistico e in particolare letterario: secondo lui, esso identificabile come il RITORNO DEL REPRESSO socialmente istituzionalizzato, dove il momento unificante stato individuato in un aspetto formale o RIFERIMENTO PRINCIPALE il noto libro di Freud del 1905 il motto di spirito e la sua relazione con linconscio importante e utile ricorrere a Freud per ricavare dalla sua opera non tanto una corretta psicologia dellautore, del pubblico o del personaggio, quanto piuttosto modelli attinenti alla coerenza interna di un linguaggio che per ipotesi, ha qualcosa da spartire con il linguaggio dellinconscio umano Lautore non ha alcuna intenzione di applicare indigeni della psicanalisi alla dimensione fittizia della letteratura egli muove dalla considerazione freudiana secondo la quale

linconscio umano risulta conoscibile, e dunque dominabile, o almeno interpretabile, in quanto si manifesta come linguaggio o Frame prende in considerazione quattro forme di linguaggio 1. IL SOGNO 2. IL LAPSUS 3. IL SINTOMO NEVROTICO Le prime 3 hanno un carattere non comunicante 4. IL MOTTO DI SPIRITO viene accomunato da ORLANDO alla LETTERATURA = ossia la volont di attribuire un carattere sociale e conscio alla letteratura come linguaggio comunicante (cosa comunicata esplicitamente dallautore nella sostituzione del termine represso con RIMOSSO, che esprimeva contenuti pi individuali e inconsci) NOZIONE FIGURA intesa inizialmente come una alterazione del rapporto di trasparenza tra significante e significato diventa ora il FUOCO DEL DISCORSO

Il destinatario deve attuare un processo di riduzione delle figure per permettere la comunicazione TASSO DI FIGURALIT concetto quantitativo chiamato in causa dallautore per distinguere i linguaggi comunicanti da quelli non comunicanti. Attraverso questo egli pu giungere a circoscrivere lo spazio specificamente letterario, ponendo dei limiti estremi:

Nella letteratura e il tasso di figuralit non pu salire di sopra di un certo massimo, perch si sconfinerebbe nella zona dei linguaggi in comunicanti dellinconscio Non pu per nemmeno scendere al di sotto di un certo minimo,perch si trasformerebbe in LINGUAGGIO ORDINARIO la letteratura di esprimere, se pur nascondendo

Questa teoria nei riferimenti a JAKOBSON e soprattutto alla forma del significante, sembrava fondarsi sulla tradizionale concezione di una FIGURA-SCARTO o FIGURA ORNAMENTO MA nel corso del saggio lautore discute polemicamente dallipotesi, auspicando che:
o

Questa nuova prospettiva FREUDIANA possa aiutare almeno a superare langustia delledonismo di quella concezione tradizionale

FIGURA CONCEPITA DA ORLANDO


o

Non circoscrivibile a concetti sterili e univoci, poich poggia su un incontro tra retorica linguistica strutturale affatto originale RINATA RETORICA pu prendere in considerazione figure di due delle dimensioni e di tutte le specie (significante-significato, del metro o della rima, di sintassi) in certi casi lo spazio di testo in cui la figura ha sede sar un paio di righe, ma in certi altri due migliaia di pagine che formano la totalit di unopera sterminata

ESTENSIONE DEL CONCETTO DI FIGURA comporta conseguenze davvero rilevanti sul piano della teoria della letteratura
o

Poich il tasso di figuralit una nozione quantitativa rischia di includere nello spazio intermedio e destinato alla letteratura, il motto di spirito, il discorso privato Solo la COSCIENZA ESTETICA EMPIRICA (come Orlando la chiama) pu distinguere e nominare la natura di questo genere di scrittura Per la stessa ragione lautore afferma limpossibilit di definire la letteratura su basi qualitative sostiene di non poter trovare un criterio in grado di discriminare tra ci che letterario e ci che non lo Conferma quindi che TASSO DI FIGURALIT non da confondere con il giudizio di valore ed lunico criterio pertinente

ORLANDO avanza poi per unipotesi che intende arginare la libert dellinclusione sul versante in cui la letteratura di grado a via via verso ci che non si pu richiamare letteratura Data per acquisita la precariet del confine, in quanto prescinde da valutazioni estetiche

Sostiene che solo nella letteratura vi omogeneit, simpatia, solidariet a priori fra il ritorno del represso come materia del contenuto e il ritorno del represso formale In questa ipotesi nelle opere letterarie MATERIA + FORMA uniscono il loro ritorno del REPRESSO e attribuisce alla letteratura stessa una valorizzazione ulteriore

1978 DI GIROLAMO scrive che rappresenta finalmente un fatto nuovo nella storia delle teorie letterarie contemporanee, segnando un primo superamento dellopposizione tra: metodo formale Metodo ideologico-contenutistico

POLEMICA DI DI GIROLAMO su ORLANDO


o

Il concetto di LETTERARIET intesa come essenza o propriet della lingua letteraria, specifica e separata, in grado di rivelarsi autonomamente nei testi attraverso una dominante funzione poetica e dunque oggettivamente riconoscibile

SAGGIO ORLANDO o Incredibilmente moderno ancora oggi, rappresentava una posizione eversiva quando negli anni 70, la critica e la teoria si innestavano lungo il percorso della tradizione formalistica, poi strutturale e infine semiologica
o

Vi un capitolo dedicato ai PROLEGOMENA di HJELMSLEV MODELLO GLOSSEMATICO che giunge individuare nella competenza un principio, forse lunico, in grado di discriminare la qualit letteraria di un testo ACCUSA il GRUPPO DI LIEGI di avere totalmente privato la retorica di quello che era allorigine il suo fine principale: incidere con luso della parola, nella realt, modificare e una certa situazione in cui il parlante volo scrivente si trova

Il processo che storicamente ha preso il nome di LETTERARURIZZAZIONE della retorica corrisponde a questa macroscopica restrizione che gli indugi e il campo retorico ad una tassonomia di tropi e di figure e indica lantica arte della persuasione con una disciplina del bello stile, che aiuta di scrivere il testo letterario come messaggio non comunicante.

DI GIROLAMO considera importanti gli strumenti che la critica letteraria degli anni 60 e 70ha messi in gioco MA la sua proposta parte dalla volont di ripensare la distinzione tra:
o o

FIGURE DUSO ossia quelle prodotte dalluomo della stradache implicano un uso retoricamente strumentato del linguaggio FIGURE DINVENZIONE la letteratura non una forma speciale di linguaggio, riconoscibile in base a propriet adesso esclusive in tal senso la rivalutazione della retorica un interesse pi equilibrato per tutte le sue parti, potrebbe davvero offrire di nuovo a questa disciplina una posizione privilegiata La distinzione gi classica tra figure duso e figure di invenzione, va necessariamente rivista perch: le figure duso saranno pur state, a loro tempo, figure di invenzione S tratta in realt di un unico indissociabile fenomeno non si pu affermare che sono dei letterati posseggono al monopolio delle seconde (figure di invenzione) Lo studio della retorica dovrebbe trovare il suo posto prima ancora che accanto alla poetica, nella disciplina linguistica che analizza le semiotiche connotative gi che i tropi esprimono essi stessi dei connotatori Qualsiasi uso del linguaggio insomma e espressione di connotatori da escludere che esista un uso trasparente della lingua, poich ogni discorso corrisponde ad una scelta strategica del parlante o dello scrivente RETORICA strettamente collegata alla linguistica in grado di superare la separazione tra studio dellespressione e studio del contenuto e deve essere concepita con una disciplina sin cronica, descrittiva e non normativa e non pi limitata solo ai testi letterari (ad oggi questa direzione non ha conseguito piena soddisfazione)

I promotori del riscatto della retorica hanno condotto soprattutto un DISCORSO FILOSOFICO 1979 ERNESTO GRASSI (filosofo italiano, 1902-1991) pone al centro del suo studio IL CONCETTO DI IMMAGINE o Partendo dallopposizione storica tra DISCORSO SCIENTIFICO e DISCORSO RETORICO dichiara di voler riscattare il LINGUAGGIO IMMAGINIFICO dal d splendido a cui le discussioni filosofiche da Cartesio in poi lavevano destinato Distingue a sua volta il: LINGUAGGIO RAZIONALE DELLA SCIENZA e della dimostrazione LINGUAGGIO PATETICO delle immagini della retorica al quale attribuisce un carattere A-RAZIONALE lintenzione quello di rinvenire e dunque riportare alla luce una tradizione filosofica che esiga una unitaria attuazione di PATHOS = emozione suscitata allascoltatore e LOGOS = parte razionale

Sviluppa il discorso attraverso lanalisi da opere particolarmente significative che nella storia dellarte, della poesia e della filosofia hanno rappresentato momenti nei quali le IMMAGINI hanno assunto un ruolo una funzione di guida Lefficacia retorica dellarte dimostra non solo di superare la scissione tra pathos e logos ma di costruire i principi della conoscenza umana Ripercorre quindi lantichit classica greca Giunge identificare nellUMANESIMO = radice unitaria di immagine e ratio Sostiene che con VICO (filosofo italiano, 1688- 1744) vengono alla luce i difetti della filosofia critica e razionalista che disconosce lessenza e il ruolo dellimmagine, mentre sono valorizzate due delle pi importanti attivit umane: POLITICA + RETORICA VICO indica quali discipline vengano escluse dallambito della formazione filosofica e tra queste ci sono poesia e retorica Definisce il VEROSIMILE per il quale non sono determinanti in vero e il sapere che ne deriva RETORICA rientra nella sfera del verosimile dato che rivolse sempre lo sguardo al particolare il mutevole stato danimo degli ascoltatori e alla situazione storica

Sono da menzionare due grandi storie della retorica che hanno avuto il merito di analizzare e di scrivere analiticamente lo sviluppo della disciplina antica: 1. 1988 BRIAN VICKERS storia della retorica 2. 1999 MARC FUMAROLI (storico e saggista francese) storia della retorica dellEuropa moderna del 1450-1950

5.I campi della retorica 1949 HEINRICH LAUSBERG (retorico e linguista tedesco, 1912-1992) ELEMENTI DI RETORICA o RETORICA presentata come un sistema pi o meno elaborato di forme linguistiche e i concetti che possono servire allo scopo di ottenere leffetto desiderato da colui che parla, in una data situazione o Se intesa in un senso pi ampio RETORICA = arte del discorso in generale esercitato da ogni persona che partecipi alla vita sociale Si intesa in senso pi stretto RETORICA = un discorso di parte

Condizione primaria che sorregge largomentazione del manuale LA NATURA FUNZIONALE degli strumenti e delle categorie che analiticamente lautore prende in considerazione TERMINI DELLA RETORICA (anche i + specialistici) Da un lato non assumono mai un valore puramente ornamentale Dallaltro sono costantemente e semplificati, proprio perch il loro senso deriva dalle circostanze duso Una volta identificati nel testo questi elementi funzionali si presenta il compito della loro interpretazione rispetto al testo e alla situazione si tratta cio di IDENTIFICARE LA FUNZIONE DI VOLTA IN VOLTA attuale degli elementi funzionali il campo delle possibilit di funzione nello spazio della libert di chi parla, che non mai arbitrio assoluto

Una dinamica intricata di riferimenti testimonia la precisione e lanaliticit della retorica, ma al contempo anche limpossibilit di imporre confini rigidi tra le parti a livello macro strutturale ( INVENTIO-DISPOSITIO-ELOCUTIO)e vincoli univoci nelluso di figure strategie discorsive NOZIONE RETORICA IMPORTANTE separare il DISCORSO di: CONSUMO viene tenuto una sola volta da chi parla ed esaurisce interamente la sua funzione RI-USO viene tenuto in tipiche situazioni (solenni, celebrative) periodicamente o irregolarmente dallo stesso oratore o da oratori che cambiano esso mantiene la sua USABILIT per dominare,1 volta per tutte, queste situazioni tipiche (allinterno di un ordine che si presume costante) Distingue 3 TIPI DI DISCORSO di RI-USO: LE LEGGI TESTI SACRI TESTI LETTERARI i limiti tra discorso di consumo e discorso di ri- uso non sono netti e rigidi, ma questa nuova categoria ha una valenza particolarmente rilevante proprio sul piano della teoria letteraria

o 1. 2. 3.

Il rapporto con la tradizione e con la storia della retorica rimane una questione ineludibile lattualizzazione delle modalit argomentative funzione di tale rapporto, poich il sistema retorico, a partire da una nozione e pragmatica come quella di ri-uso non pu essere inteso in una dimensione astorica Il manuale attribuisce un rilievo particolare ai tre GENERI ARISTOTELICI del discorso di parte: 1. GIUDIZIALE 2. DELIBERATIVO 3. EPIDITTICO(dimostra, espositivo) EDIFICIO DELLA RETORICA CLASSICA viene un ingrato e ripresentato attraverso una trattazione che, passando per lINVENTIO e la classificazione dei loci privilegia DISPOSITIO e ELOCUTIO DISPOSITIO in quanto principio dordine, organizza il discorso e in questo senso essa stessa scelta in giudizio ELOCUTIO la fase di elaborazione del discorso da questo punto di vista sono molto complesse ed articolate PURITAS PERSPICUITAS ORNATUS APTUM Sono le quattro virt che costituiscono in principio di suddivisione allinterno dei quali le categorie figurali sono dinamicamente connesse e puntualmente confrontate con le esigenze comunicative. o TRATTAZIONE DELLELOCUZIO particolarmente ampia e complessa allinterno dellopera il principio organizzatore del discorso costituito appunto dalle virt, allinterno delle quali le classificazioni sono sempre distinte nelle due sfere in cui si forma la lingua: PAROLE SINGOLE (VERBA SINGULA) PAROLE CONNESSE (VERBA CONIUNTA)

ORNATUS = corrisponde al allesigenza delluomo (se che parli o che ascolti) di una bellezza delle espressioni umane della vita e della propria rappresentazione umana tale concezione non deve essere confusa con quella di un inutile suppellettile, esso interviene nella pratica di discorsi, orienta le modalit comunicative importante ricordare anche le quattro CATEGORIE DI MUTAMENTO che ordinano e classificano le figure retoriche: 1. ADIECTIO 2. DETRACTIO 3. TRASMUTATIO 4. IMMUTATIO Quali non sono esclusive dellELOCUTIO, e in particolare del ORNATUS, MA sono gi presenti quando si parla di DISPOSITIO, a conferma del fatto che le parti della retorica sono dinamicamente connesse tra loro e dei fenomeni figurali non sono solo e semplici artifici stilistici

1988 BICE MORTARA GARAVELLI (linguista italiana studiosa di grammatica di retorica) MANUALE DI RETORICA la definizione preliminare dice: RETORICA = dunque vuol dire pratica e teoria; eloquenza e sistema di norme da seguire per essere eloquente o Lautrice dichiara subito lestraneit assoluta dellantica arte del discorso persuasivo alle degenerazioni con le quali, a un certo punto della storia, essere stata identificata (il cancro-il male di tutte le letterature) FUNZIONE SOCIALE DELLA RETORICA = Scoprire e spiegare le regole del gioco comunicativo Dalleredit della retorica classica, deriva il discorso del libro, che si dichiara un manuale di consultazione quasi un dizionario che riporta lunghi elenchi di figure MA la retorica non affatto o ridotta esclusivamente a livello formale, le etichette della terminologia retorica, applicati a procedure argomentative, allorganizzazione del discorso, alle diverse componenti del linguaggio, hanno resistito anche nellepoca di maggior debolezza della retorica ETICHETTE devono essere ancora usate, seppure rivisitate e soprattutto funzionalizzate , per analizzare i fatti che oggi sono oggetto di strumenti diversi il bagaglio concettuale che le denominazioni portano con s, non pu essere rimosso semplicemente utile conoscerlo e portare alla luce gli elementi e le zone di intersezione tra la retorica e le altre discipline (semiotica, linguistica, pragmatica) Entro questo spazio, tra la riproposizione di un sistema antico e le dinamiche ermeneutica e pi attuali, ELOCUTIO occupa la parte pi rilevante

6.Retorica e interpretazione 1991 OLIVIER REBOUL(filosofo francese, 1925 -1992) LINTRODUZIONE ALLA RETORICA un libro a met strada tra il manuale e il saggio che prende le mosse da una PROSPETTIVA STORICA o Egli confronta gli strumenti e gli elementi dellUOMO DEL XX SEC. percorre la retorica tradizionale presenta una teoria e una classificazione delle figure chiama in causa

largomentazione con espliciti riferimenti al Trattato, di cui denuncia lincomprensione che ha accolto luscita di tale opera e le false accuse di cui stato oggetto o UTILIT DEL TRATTATO di PRELMAN OLBRECHTS I suoi schemi argomentativi furono utilizzati pi per demistificare gli autori che per interpretarli ANNI 70 laspetto retorico di un discorso era considerato lindizio di MANIPOLAZIONE IDEOLOGICA la retorica appare come il lato significante dellideologia RETORICA DEL SOSPETTO particolarmente riduttiva e tanto per i testi che essa interpreta quanto per lidea stessa della retorica Andando contro una possibile strumentalizzazione, lautore propone una lettura retorica di testi fondata non sul sospetto ma sul DIALOGO proprio come insegna la tradizione retorica, il metodo parte dallazione incalzante di domande che corrispondono ai LUOGHI TECNICI della disciplina: oratore, uditorio, discorso, ognuno indagato delle molteplici modalit rappresentative che testi empiricamente mostrano TESI DI REBOUL il discorso ricade talvolta nei clamorosi equivoci che proprio un simile incontro dialogico con lopera letteraria avrebbe dovuto annullare alla domanda CHI PARLA? risponde: Simili informazioni sono raramente indispensabili, infatti la lettura retorica presuppone che il testo si e tenga se e si interpreti da se Questa autosufficienza o escluderebbe i soggetti stessi della comunicazione dallatto interpretativo

PIANO DELLANALISI di REBOUL fa emergere: il PROBLEMA DELLENUNCIAZIONE il rapporto tra destinatario virtuale e pubblico reale la questione fondamentale della determinazione del genere lincursione nelle categorie della ELOCUTIO in funzione dei nuclei tematici PRINCIPIO RILEVANTE OPERA ,latto stesso di spiegare implica necessariamente quello di interpretare, perch innanzitutto si compiono scelte che sono gi di per se stesse orientate esporsi al rischio di una contro largomentazione, e daltra parte limpegno della retorica.

1993 GIOVANNI BOTTIROLI (professore di teoria della letteratura e di estetica allUniversit di Bergamo) focalizza nella sua opera lesigenza di riavvicinare la retorica agli studi criticoletterari o Ha preso forma la necessit di un nuovo modello per indagare il linguaggio MODELLO nasce da una intersezione che coinvolge stavolta la RAZIONALIT STRATEGICA (=la METIS) e LINTELLIGENZA FIGURALE obiettivo esplorare questa intersezione e definire unintelligenza figurale di tipo strategico o MODELLO PROPOSTO ha un carattere metafigurale che si articola in quattro macrostrutture: 1. SINEDDOCHE loperazione che la riguarda LINCLUSIONE 2. METAFORA loperazione che la presiede LINTERSEZIONE 3. METONIMIA si fonda su RELAZIONE DI CONTIGUIT 4. NEGAZIONE si fonda sul ROVESCIAMENTO A sua volta ognuna implica dei sottotipi

Respingendo il primato della metafora e della metonimia sostiene che ogni figura pu essere compresa solo se in relazione al regime di senso nel quale opera indaga ognuna delle province figurale come unarea INTERPRETABILE e a ciascuna di esse un socio unoperazione logica IMPOSSIBILIT di stabilire a priori un ruolo univoco per ogni figura il funzionamento figurale dei testi risulta dalla dinamica che, allinterno di ogni regime di senso, e processi simbolici attivano Pertanto TROPI = sede di operazioni cognitive lautore li definisce innanzitutto procedure stilistiche, ma attribuisce loro valore strutturale e non ornamentale essi sono luoghi di produzione e di interpretazione

o o

I rapporti che derivano dalle strategie discorsive, intense e interpretate allinterno delle province figurali, sono essi stessi produttori di significato Allinterno dei quattro dominii non possono che avvenire movimenti fluidi, poich i confini non sono rigidamente limitati e il principio stesso di identificazione della figura pone talora problemi teorici DILEMMA : una figura va identificata in base al meccanismo strutturale o in base alleffetto? nellimpossibilit di operare una scelta radicale, lautore preferisce fare interagire sui modelli con i testi letterari INTELLIGENZA FIGURALE non annulla la possibilit di usare utilmente anche altre metodologie critiche In riferimento alle figure del racconto e allo studio del personaggio di finzione lautore fa riferimento alla ANALISI NARRATOLOGICA Linterpretazione figurale non sopprime tali strumenti, per mette a nudo la povert semantica che deriva da unillusoria autonomia della sintassi il destino della sintassi viene sempre deciso da scelte di significato e non viceversa

In funzione dellanalisi letteraria introduce il concetto inedito di REGIMI FIGURALI il funzionamento di alcuni testi, secondo lautore, pu essere indagato solo attraverso la pluralit dei diversi regimi, distinti tra loro e variamente consistenti, ognuno caratterizzato da meccanismi strategici che fanno interagire le figure nel linguaggio: 1. REGIME SEPARATIVO 2. REGIME CONFUSIVO 3. REGIME DISTINTIVO La tipologia dei regimi di senso, lungi dal rappresentare la sovrapposizione di una serie di schemi vuoti ai testi, da forma di volta in volta la scelta interpretativa In questo senso sembra poter oltrepassare un ostacolo imposto dalle teorie formaliste e strutturaliste RIFIUTA LAUTONOMIA DEL TESTO Dichiara che lerrore della linguistica moderna stato quello di fondare il concetto di scientificit sulla presunta indipendenza nei riguardi del contesto di enunciazione, del riferimento e, dellautore e dellinterprete PRAGMATICA IMPORTANTE

1978 FRANCO BRIOSCHI (critico letterario e docente, 1945-2005) TEORIA E INSEGNAMENTO DELLA LETTERATURA riprendeva la nozione del RI-USO elaborata da LAUSBERG e sottolineava limportanza dellaspetto sociale e istituzionale del fatto letterario

1984 BRIOSCHI ELEMENTI DI TEORIA LETTERARIA elabora analiticamente la nozione del RI-USO, definendone criteri e gli aspetti salienti: o o DOMINIO e corrisponde alla situazione o lesperienza cui il testo fa riferimento il criterio che lo guida di tipo SEMANTICO IDENTIT assicura la conservazione del testo stesso attraverso la memoria o, pi direttamente, la scrittura Il criterio in questo caso riguarda il LIVELLO ESPRESSIVO RAPPORTO DI ASIMMETRIA TRA INTERLOCUTORI assegna la posizione superiore a colui che produce un discorso rispetto al destinatario Il criterio che lo sottende di tipo EZIOLOGICO (investe dunque la relazione tra oratore/autore e uditorio) RI-USO il testo deve essere sostenuto da validi motivi perch una comunit non decida di raccoglierlo e di volta in volta rinnovi tale accettazione lautore ne individua tre: 1. VERIT per la letteratura assume un significato differente e limitato rispetto quello che per un testo scientifico o per un testo sacro 2. STILE deve essere adatto alle circostanze 3. AUTORIT concorda lassunzione di responsabilit dellatto enunciativo OPERA il concetto individuabile proprio nello spazio reticolato di queste determinazioni la definizione della letteratura, o meglio di ci che fa di un testo un testo letterario, trova nella nozione di RI-USO una condizione necessaria, anche se non sufficiente

Con le sue opere ha ampiamente e polemicamente discusso per anni contro il mito della differenza specifica, contro lesistenza e la possibilit di rintracciare una presunta letterariet che accomunerebbe i testi letterari tra loro e contemporaneamente gli distinguerebbe da tutti gli altri

2002 BRIOSCHI CRITICA DELLA RAGION POETICA con questo lavoro raccoglie in un volume una serie di saggi che testimoniano un medesimo atteggiamento militante di fronte a questioni cruciali di filosofia, estetica, letteratura o o Rinviene i presupposti fondamentali che sostengono le sue teorie LEOPARDI il luogo prescelto per un lavoro critico e interpretativo la sua scrittura e letta alla luce della tradizione del 700, che muove da una concezione giuridica di razionalit, non pi ontologica Accusa la rigidit dello strutturalismo linguistico e semiotico, e le deviazioni della semantica intensionale e il principio dellanalisi immanente la natura eterogenea e polimorfa del corpus letterario non pu certo essere ridotta agli stereotipi di una presunta scientificit Introduce la nozione di ESEMPLIFICAZIONE un oggetto possiede tutte le propriet che possiede,ma esemplifica solo quelle a cui noi facciamo riferimento La letteratura, tipicamente, contraddistinta dai cosiddetti CONTESTI OPACHI, linterno dei quali e necessario nato di riferimento preciso affinch avvenga la comunicazione

Quando parliamo o ascoltiamo parole non facciamo riferimento solo a ci che denotano, ma anche talora soprattutto che possiedono, quali manifestazioni di attitudini, sentimenti, emozioni Luso del linguaggio ordinario risulta governato oltre che da una grammatica, da una RETORICA ci che pi rileva i nostri atti linguistici sono di rado puramente descrittivi.

Lautore nega che esista una differenza determinabile a priori tra linguaggio ORDINARIO e LETTERARIO LINGUAGGIO LETTERARIO esibisce quasi sempre differenze salienti rispetto al linguaggio ordinario da respingere secondo lautore la possibilit di trovare un criterio necessario e sufficiente che soddisfi la domanda intorno alla definizione della letteratura, perch non esistono propriet costanti e intrinsecamente caratterizzanti perch la letteratura non pu essere definita esclusivamente del linguaggio di cui fa uso TESTO LETTERARIO d luogo ad una esperienza che, per essere descritta, deve chiamare in causa fattori extratestuali e elementi trascendentali, pragmaticamente identificabili

RAPPORTO DIALOGICO che il RI-USO stabilisce tra i soggetti della comunicazione, si affida al ruolo radicalmente attivo dellatto interpretativo che legge il testo come un testo letterario e fa riferimento alla qualit letteraria che il testo stesso e finisce Dellautore contrappone i fondamenti di una validit dellinterpretazione alloggettivit ostentata dai sostenitori dellimmanenza e dellautoreferenzialit del testo La concezione giuridica del codice, opposta a quella ontologica, esclude limpersonalit disincarnata del calcolo = oggettivit che rende autonoma e autosufficiente della lingua letteraria Il gioco comunicativo si fonda invece, retoricamente, su un mondo di azioni che attiva regole e norme, sulla indeclinabile responsabilit di un uso razionale della ragione Bisogna seguire le regole dellargomentazione per far comprendere i messaggi, non quelle della grammatica

Strumenti e categorie della logica formale diventano una possibile soluzione allesigenza sempre sentita di porre dei vincoli di trasparenza e di precisione sulle nostre argomentazioni perch razionalit, coerenza, chiarezza, sono propriet dei discorsi che teniamo sulle cose, ma non necessariamente delle cose medesime

2004 PROSPETTIVA FILOSOFICA di ELIO FRANZINI (professore di estetica allUniversit degli Studi di Milano) individua una linea metodologica che assume unanaloga valenza democratica e razionale o RETORICA = discorso (organizzato si suppone, le cui regole si esprimono in modo naturale attraverso giochi riconoscibili descrivibili) che porta a determinati

ATTEGGIAMENTI, induce cio ad una PRATICA in cui non ci si interroga sulla verit delloggetto n si intende farne riconoscere la qualit specifiche, bens se ne mostrano i meccanismi utili Non ha quindi altra finalit teorica se non quella di tradursi in una ETICA DEL COMPORTAMENTO o Lopera persegue lobiettivo di discutere e sostenere il senso sia RETORICO sia FONDATIVO della rappresentazione e dunque delle IMMAGINI che danno forma e consistenza alla nostra esperienza mondana Il fatto che sia un principio di verit a fondare larticolazione dei giudizi di e dei significati che deriva da tale esperienza implica la necessit di chiamare in causa il rapporto tra LINGUAGGIO e MONDO, quindi di considerare e giudicare le condizioni gnoseologiche (= della teoria della conoscenza)di tale rapporto

RETORICA = scelta metodologica primaria per presentare le forme della realt e i processi comunicativi tra soggetti e oggetti rappresentati FUNZIONE VERITATIVA non esclude affatto il verosimile diventa luogo privilegiato di indagine e non pu che aprire il campo dellargomentazione Se RETORICA = discorso che induce una pratica modalit ARGOMENTATIVA che investe in primo luogo gli atteggiamenti, le disposizioni,la forma discorsiva dei soggetti implicati nella circostanza conoscitiva VEROSIMILE daltra parte interessa un campo molto ampio della nostra esperienza e il suo statuto e tanto pi forte quanto pi valido e il carattere dellargomentazione

VEROSIMILE allinterno di una situazione istituzionale pu assumere un RUOLO FONDATIVO , affinch il giudizio, la razionalit e le tecniche siano indagati entro la dinamica dellargomentazione, oltre la certezza dellevidenza Da questo terreno di indagine non deve emergere lautoreferenzialit dei nessi intrinseci MA la CONDIZIONE EMPIRICA degli atti sono oggettini e intersoggettivi che realizzano proprio dove il verosimile diventa discorso FUNZIONE DIDASCALICA RETORICA occupa un ruolo particolarmente rilevante per pi motivi: Perch tale arte o disciplina stimola componenti pratiche e affettive Perch costituisce un punto di avvio per piani educativi e conoscitivi Perch proprio sul versante filosofico costitutivamente democratica e rende possibile percorrere una via sempre pi inconsueta e raramente accettata LA CRITICA e LA POSSIBILIT DELLA CONFUTAZIONE

DISTINGUE tra: BUONA RETORICA segna la possibilit per il filosofo di verificare e comunicare le immagini del mondo e descrittivi CATTIVA RETORICA i filosofi che non ritengono possibili problemi che sfuggono agli schemi del pensiero puro (un Dio, anima, mondo, linguaggio) MA anche suppongono che il conoscere una funzione del pensare e non solo il suo scopo primario

TESI FONDAMENTALE sta nellincontro tra la fenomenologia estetica e la scelta di campo largomentazione una tecnica e contemporaneamente una pratica conoscitiva Il valore fondativo del discorso filosofico non pu prescindere da tale attitudine discorsiva, lassenza di orizzonte referenziale appartiene invece ai sostenitori del pensiero puro,1 pensiero privo di rappresentazione, anche astratta, che neppure Dio pu concepire

IMMAGINI devono avere dei nomi, il pensiero deve avere luogo allinterno di unesperienza fenomenica tale vincolo indissolubile e reciprocamente dipendente esibisce allo stesso tempo una forma di mediazione tra la modalit enunciativa e limmagine stessa Sostenendo il carattere REFERENZIALE dellargomentazione possibile valutare la MIMESIS aristotelica nel suo primario fondamentale significato di IMITAZIONE intesa come rappresentazione e non certo come mi era copia un riflesso

o o

DISCORSO non deve essere autoreferenziale e la prima direzione della fenomenologia metodo, inteso quale modalit di DIRE e DESCRIVERE il mondo A fondamento del sistema e dunque della retorica che conduca verso lindagine della rappresentazione e dellimmagine del mondo ci sono: ATTEGGIAMENTI DEI PARLANTI DISPOSITIO IL MODO CON CUI CI SI ESPRIME ELOCUTIO IL COMPORTAMENTO DEI COLORO CHE SI ESPRIMONO ACTIO

opposizione della retorica e logica frequentemente proiettato, con la sua immagine riflessa, la vacuit dei linguaggi emotivi , linafferrabilit della sfera sentimentale da un lato e le certezze della dimostrazione dallaltro (PLATONE vs CARTESIO) a infrangere i confini rigidi di questantitesi un proprio la ZONA DEL VEROSIMILE, quella che pertiene ai discorsi sulle cose e sulle immagini, che instaura rapporti con i mondi possibili STATUTO DEL DISCORSO RETORICO non affatto pi debole rispetto alla rigidit del sillogismo scientifico

RETORICA = esplicazione del mondo attraverso un linguaggio argomentato, secondo regole, ha indubbiamente una funzione ERMENEUTICA MA tale funzioni e non in ogni caso soltanto linguistica le espressioni del linguaggio dipendono dalla natura del materiale interpretato, dal legame che esse instaurano con la variet percettiva di nostri sensi

(ERMENEUTICA = filosofia dellinterpretazione, arte dellinterpretazione traduzione, chiarimento e spiegazione. Essa nasce in ambito religioso con lo scopo di spiegare la corretta interpretazione dei testi sacri.)

CAPITOLO I IL VALORE DELLA RETORICA 1.1 Loggetto della retorica Il dominio della retorica appare oggi incerto e contrastato, tanto pi sfuggente quanto pi vago e approssimativo il valore che si attribuisce a questa disciplina la possibilit di una definizione sembra sottrarsi ad ogni restrittiva messa a fuoco METALINGUAGGIO ha comportato parecchie pratiche secondo le epoche vi necessit di storicizzare la retorica per i processi di riduzione e fraintendimenti a cui stata sottoposta nel corso dei secoli o ORIGINE DELLO SVILUPPO qui che la definizione di retorica trova la risposta pi esauriente, perch proprio nellantica retorica che si rinviene la classificazione pi rigorosa e al tempo stesso il campo di indagine pi vasto

RETORICA = antica disciplina che nasce nel mondo greco come teoria generale del discorso, inestricabilmente legata al linguaggio, perch LINGUAGGIO = elemento fondamentale di socialit SCOPO RETORICA = conseguimento della persuasione e lo studio delle tecniche che loratore pu mettere in atto per provocare leffetto desiderato sullascoltatore sul pubblico CAUSA PRIMA della RETORICA la situazione contingente entro la quale avviene la comunicazione: il soggetto, colui che pronuncia le parole, deve essere eloquente e persuasivo affinch possa raggiungere lobiettivo che lo ha mosso in azione o o Ambito privilegiato del discorso retorico e in origine quello GIUDIZIARIO in particolare il LUOGO DEL PROCESSO Le ingiurie frequentemente a carattere popolare + costituzione delle poleis greche con la loro prevalente forma democratica assicura lo sviluppo della retorica Conseguenza fondamentale sul piano dellorganizzazione sociale e politica il ricorso alla modalit comunicativa per la risoluzione di molti problemi e leventualit della contesa

ARTE DELLA PERSUASIONE implica un evidente FONDAMENTO DEMOCRATICO o Dove i presupposti politici e sociali si annullano, la possibilit e lopportunit di convincere, di persuadere e di discutere non ha ragione di esistere o E se si sviluppa nello spazio della democrazia e, lungi dal favorire unarbitrariet illimitata, affida i soggetti la responsabilit dello scambio comunicativo legittima il ricorso sia tecniche consolidate dalla tradizione, sia ad argomentazioni che le circostanze particolari entro le quali si svolge il discorso reputando pertinenti DIMENSIONE PRATICA costituisce una componente essenziale del discorso stesso : lobiettivo e le motivazioni per cui il soggetto prende la parola La situazione ipotetica o determinata in cui si trova Il contesto e la disposizione delluditorio allascolto Sono tutti elementi che costituiscono largomentazione nei suoi componenti

MORTARA GARAVELLI per focalizzare il ruolo principale di dare disciplina bisogna scoprire spiegare le regole del gioco comunicativo questa la funzione conoscitiva e sociale della retorica o Sicuramente le modalit dinamiche pi significative dellarte retorica sono da rintracciare nella sua STORIA ANTICA BRIAN VICKERS STORIA RETORICA o La regione che esiste da due millenni e mezzo MA le sue sorti sono sempre dipeso da fattori esterni: motivi politici, educativi, estetici, ne determinano lalterna fortuna o ORIGINE viene fatta comunemente risalire al V sec A.C. quando i due tiranni GELONE e GERONE sono espulsi dalla Sicilia e in seguito a tale sollevazione, hanno luogo processi e contese giudiziarie Una necessit pratica, vuole lo studio e lesercizio della ARTE ORATORIA poich i cittadini devono difendere diritti e propriet I primi a sistema di entrare questi disordinati atti di difesa e di accusa sono CORACE (antico retore greco) e il suo discepolo TISIA (Raccolselasuadottrina inunmanuale,andatoperduto) che a Siracusa elaborano un metodo e una tecnica raccogliendo la serie di precetti corredati da esempi DISCORSO viene cos ordinato, regolato da una consapevole e disciplinata modalit enunciativa si introduce gi in questa fase il concetto di verosimile, utilmente sfruttate per sostenere e dimostrare no la verit, bens la verosimiglianza di una tesi

SOFISTI la retorica si trasforma in un oggetto dinsegnamento Nella seconda met V sec ad Atene essi insegnavano larte della parola e dei discorsi,insegnavano a convincere le grandi assemblee popolari e a persuadere luditorio RETORICA diventa disciplina e oratoria politica,e la necessit di difendere la propria opinione, di seguire un ragionamento sviluppa labilit di usare artifici, di riflettere sul linguaggio e dominare lespressione la Sofistica una corrente filosofica sviluppatasi in Grecia, e ad Atene in particolare,apartiredallasecondametdelVsecoloa.C.,isuoiesponenti(detti appunto sofisti), seppur accomunati dalla professione di maestro di virt, si interessaronodivariambitidelsapere

PROTAGORA (486a.C.411a.C.)statounretoreefilosofogrecoantico,consideratoil padre della sofistica) diffonde la tecnica ANTILOGICA basata sul procedimento dellantitesi e della contraddizione VERO il criterio di verit diventa oggetto di discussione, poich una visione dellrelativista esclude che tale verit possa essere unica o assoluta bens muta con il variare delle condizioni e dei soggetti implicati

EFFICACIA DEL DISCORSO deve essere funzionale allobiettivo da raggiungere nella misura in cui non esistono concetti assoluti i veri per tutti lestrema variabilit delle situazioni finisce per attribuire alla retorica un grande potere, poich essa offre alluomo la capacit di gestire la discussione

427 a.C GORGIA un altro famoso SOFISTA che giunge ad Atene in un momento in cui la necessit di saper parlare bene e di convincere e particolarmente sentita perch in questepoca il sistema di governo democratico allarga la base di partecipazione alla vita pubblica Motivazioni politiche e civili inducono i cittadini a prendere lezioni dai Sofisti per imparare a difendere o far valere i propri diritti GORGIA passa la retorica attraverso il filtro di una elaborazione che trasforma la prosa in una forma darte: egli forse per primo distingue diversi tipi di discorso e individua figure e artifici linguistici, attribuendo loro un nome e dunque la riconoscibilit RETORICA assume sia la dimensione pratica che un aspetto formalmente rilevante IL POTERE DELLA PAROLA funzione delluso che di essa si fa ed a questo uso deriva lefficacia o la debolezza del discorso

ARTE DELLA PERSUASIONE affonda le radici nel concetto di NECESSIT o RETORICA nasce e si sviluppa a partire da un preciso presupposto una comunicazione efficace ed efficiente implica sempre latto non scontato di trovare e organizzare gli argomenti o La riflessione sulla lingua il dominio razionale di ogni forma di enunciazione sono strettamente collegate alla VOLONTA DI RAGGIUNGERE LOBIETTIVO della persuasione RETORICA =costitutivamente BIPOLARE poich sono sempre in due e protagonisti del discorso: ORATORE e UDITORIO MITTENTE e DESTINATARIO

POTERE DELLA PAROLA la sua capacit di modificare situazioni, idee o concetti, non sempre assume una valenza positiva o Insieme al rigore metodologico che ha trasformato tale disciplina in una scienza, si diffusa la convinzione che larte delleloquenza sia di per se e indipendentemente dal contesto UNA ABILIT MALSANA UN VUOTO e STERILE ESERCIZIO FORMALE che persegue il proprio scopo a dispetto di ogni verit e di ogni moralit o In passato, come nellepoca pi recente, larte della persuasione venuta a identificarsi con LINGANNO

CONDANNA RETORICA viene da un Platone che in epoca classica, la giudica FORMA VUOTA e PRIVA DI FONDAMENTO o La sua critica nasce proprio dallenfasi che GORGIA attribuisce alla parola, come un potere che possiede chi la esercita

Giunge quindi a far ammettere al suo maggior sostenitore che la retorica pu essere effettivamente portatrice di una malvagia e dannosa azione su coloro che ascoltano e si fanno persuadere BENE sembra essere dunque completamente assoggettato alla discrezione della persona, il che proietta la retorica in una luce assolutamente relativista Il dialogo finisce per sostenere la paradossale possibilit dellincompetenza del retore, poich la conoscenza della retorica colmerebbe lignoranza negli altri campi del sapere lobiettivo del discorso comunque quello di convincere con qualche artificio Si delinea qui lorigine dellequivalenza RETORICA=INGANNO La retorica contraffazione del concetto di giustizia e come la politica pura adulazione deve quindi essere abbandonata perch elle e negato laccesso alla conoscenza egli ne dichiarer e prover lIMPOTENZA Nel FEDRO dichiarer che la dialettica la scienza utile e necessaria di mostrare, non certo la retorica DIALETTICA = nell'interazione di due tesi o princpi contrapposti (simbolicamente rappresentati nei dialoghi platonici da due personaggi reali) usata come strumento di indaginedellaverit.

o o

I detentori della parola sono, SOCRATE- PLATONE- GORGIA POLO o SOCRATE chiede GORGIA e quale sia loggetto della retorica Nelle sue parole e la retorica trova una triste similitudine con il tiranno GORGIA risponde che RETORICA = capacit di persuadere gli altri, larte della parola che ha luogo nei tribunali e nelle adunanze, intorno a ci che giusto o sbagliato Afferma persino la supremazia della disciplina sulle altre Il dialogo prosegue rendendo sempre pi instabile lo statuto della retorica e incerta la sua utilit

1988 VICKERS la retorica si occupa di persuasione che produce CONOSCENZA, dipendendo delle nozioni che iL pubblico possiede delle questioni in gioco o RETORICA essa non ha il compito di istruire a partire da una situazione di tabula rasa, bens di persuadere a partire da presupposti condivisi

La situazione determinata, la circostanza specifica pone LIMITI al potere della retorica, ne definisce il dominio delle zone di pertinenza o Lopposizione tra buona e cattiva retorica, arte estrema dellimbroglio o manipolazione si trascinata a lungo nei secoli e la mistificazione platonica ha influenzato anche KANT e CROCE

RIABILITAZIONE RETORICA deve partire dallidea che essa innanzitutto un percorso conoscitivo e il suo RUOLO FUNZIONALE , non puramente ornamentale 1. Occorre tenere presente la distinzione tra: a. uso scorretto che si pu fare della retorica, cos come di ogni altra forma di conoscenza b. e lo studio delle tecniche del discorso lorganizzazione retorica infatti, non di per se dannosa, n gli artifici linguistici sono portatori inganni mal celati 2. viene esercitata non solo in un comizio politico, in una lezione universitaria o un testo letterario e filosofico MA anche, pi o meno consapevolmente, nella quotidianit dei nostri scambi comunicativi, nel momento stesso in cui la pratica della parola comporta un atto di persuasione,1 dialogo,1 diverbio di opinioni (DIALOCGHI PLATONICI laddove si rivelano pi anti retorici sono esempi mirabili di pratica retorica, trattazioni sapientemente organizzate per convincere della pericolosit di tale disciplina)

RETORICA si deve affrontare non come lesito di una disputa tra la regione e il torto, ma con un sistema pi o meno elaborato di forme linguistiche e di concerti che possono servire allo scopo di ottenere leffetto desiderato da colui che parla in una data situazione = OGGETTO DELLA RETORICA o La disciplina da una parte mantiene il rigore antico nella classificazione capillare dei fenomeni linguistici e delle forme comunicative o Dallaltra arbitro della libert di parola e nello spazio della democrazia, consente la replica AMBITO DELLA RETORICA non specifico di una particolare disciplina ognuna determinata attivit, non pu essere intesa come dogmatica e normativa applicazione di specifiche regole o o o DOMINIO RETORICA investe la comunicazione in generale e riguarda le modalit di nostri ragionamenti RISCHIO quello di estendere il campo della retorica fino a perderne la specificit RETORICA apre possibilit indagini che dal quotidiano giungono fino da riforma allesperienza artistica

1.2 I generi della tradizione RETORICA di Aristotele il principale trattato dellepoca classica, imprescindibile per chi studi larte delleloquenza o Si tratta di una teoria dellargomentazione, analiticamente affrontata nella sua articolazione e posta sempre in rapporto con le discipline pi vicine o Divisa in tre libri che affrontano ognuno una materia specifica

1LIBRO di RETORICA ARISTOTELE costituisce lintroduzione e la spiegazione dei fondamenti delle tecniche del discorso a partire da un importante descrizione storica i generi della retorica, distinti in funzione delluditorio e del tempo verbale a cui si riferiscono Una preliminare osservazione di metodo apre la trattazione:

DISCORSO composto fondamentalmente da tre elementi: 1. Colui che parla 2. Ci di cui si parla 3. Colui al quale si parla o La classificazione dei generi deriva proprio dallimportanza che ARISTOTELE riconosce e attribuisce allascoltatore 3 sono i GENERI perch 3 sono i tipi di ascoltatori (Questa considerazione del versante ricettivo della comunicazione rivela una posizione incredibilmente moderna dal punto di vista teorico infatti non solo largomento da trattare e a un argomento discriminante, ma il tipo di destinatario determina le modalit del discorso, lo stile dellenunciazione e orienta anticipatamente loratore) o 3 GENERI DELLA RETORICA altre tante sono infatti le specie di coloro che ascolta nei discorsi il fine del discorso diretto allascoltatore ASCOLTATORE uno spettatore, o uno che decide, ed uno che decide il rispetto agli avvenimenti passati o a quelli futuri AVVENIMENTI FUTURI in membro dellassemblea a decidere AVVENIMENTI PASSATI e il giudice del tribunale a decidere Riguardo alla abilit delloratore, lo spettatore. 1. GENERE DELIBERATIVO a. riguarda le funzioni del consigliare e del dissuadere b. il tempo specifico di questo discorso il FUTURO poich si esorta o si dissuase a proposito di avvenimenti che non sono ancora avvenuti c. MODELLO di eloquenza il discorso del rappresentante di un partito politico di fronte allassemblea popolare 2. GENERE GIUDIZIARIO a. Implica la funzione dellaccusa e della difesa in un processo le parti in causa devono assolvere uno di questi due ruoli b. Il tempo e il PASSATO tempo che necessariamente riguarda avvenimenti trascorsi c. MODELLO di eloquenza il discorso di un avvocato davanti al tribunale 3. GENERE EPIDITTICO (o DIMOSTRATIVO) a. Riguarda le funzioni della lode o del biasimo b. Latto di che pronunci un simile giudizio si verifica nel PRESENTE ma in questo caso la dimensione temporale non esclusiva, poich il giudizio potrebbe riguardare anche il passato o il futuro c. MODELLO di eloquenza il discorso celebrativo di un oratore in onore di qualcuno Per tutti e tre i casi la situazione e le circostanze comunicative determinano la modalit espressiva OBIETTIVO e MOTIVAZIONI per le quali un oratore prende la parola influenzano profondamente le scelte dellenunciazione

ORATORE DEL 1 TIPO DELIBERATIVO o Si accinge a consigliare riguardo a particolari argomenti cos che si discute su ci che era possibile mutare o variare, laddove e ogni qualvolta si presenti una scelta Inutile o impossibile argomentare riguardo ci che non pu essere in alcun modo mutato o che totalmente indipendente dalla volont umana ARISTOTELE elenca 5 soggetti intorno ai quali tutti gli uomini prendono decisioni entro nei quali i relatori deliberativi tengono i loro discorsi: 1. 2. 3. 4. 5. LE FINANZE LA GUERRA e LA PACE DIFESA DEL PAESE IMPORTAZIONI ed ESPORTAZIONI LEGISLAZIONE

Questi sono gli argomenti + generali che investono gli interessi di tutti o Qui risiede lorigine del DISCORSO POLITICO, che era profondamente mutato nei secoli proprio in funzione della modalit pratica di comunicazione, delle esigenze storiche e sociali, nella tipologia di produzione e ricezione del messaggio MODELLO DISCORSO DELIBERATIVO ruota attorno alla promozione e alla ricerca del consenso, e ha assunto aspetti modi unilateralmente MEDIATICI MASS MEDIA soprattutto la televisione si sono infatti appropriati a dismisura del palcoscenico della politica, amplificando il ruolo dei soggetti, saturando forme e sostanze espressive e condizionando di conseguenza, la percezione della stessa politica da parte dei cittadini e degli elettori DISCORSO POLITICO lesercizio delle diverse tecniche retoriche e trova qui un campo di applicazione privilegiato poich il contatto con luditorio e la conseguente organizzazione dellintero atto enunciativo sono addirittura presupposti e non conseguenze del progetto comunicativo RAGGIUNGIMENTO OBIETTIVI POLITICA fortemente legato alla cosiddetta GRAMMATICA DI RICONOSCIMENTO del destinatario = quellinsieme di norme e regole che appartiene alla competenza sociale e ideologica dei cittadini e fonda la costruzione retorica del discorso persuasivo Naturalmente il successo politico non affidato esclusivamente al potere della parola altri canali vengono attivati per tale motivo e delle risorse umane a cui possibile attingere

AVVICINAMENTO DELLA POLITICA ALLETICA possibile per la sovrapposizione del concetto di bene allo scopo finale questo concetto ha fatto molto discutere in quanto spesso gli eventi della storia delluomo hanno dimostrato che linteresse privato, legoismo, il desiderio di potere hanno determinato molte scelte politiche

In origine la retorica era stata concepita come intimamente legata a molteplici aspetti della vita umana ARISTOTELE dichiara necessaria, per loratore politico, la conoscenza del bene e dellutile in senso assoluto in senso relativo il concetto di felicit era chiuso per lui nella soddisfazione dunque nel raggiungimento dello scopo di ogni discorso deliberativo PERSONAGGIO LEOPARDIANO il discorso personale e intimo impegnato per dissuadere il suo pi caro amico dal proposito del suicidio egli mette in atto tutte le strategie possibili, facendo leva su motivazioni sentimentali, emotive, logiche ESEMPIO DISCORSO PERSUASIVO PAROLE di PLOTINO (filosofo greco antico) evidentemente rivolte al futuro e dirette a modificare concretamente gli eventi, cariche di pathos e di un coinvolgimento in prima persona, interrogano ed esortano ti prego caramente Porfirio (filosofo e teologo greco) di lasciare questo pensiero per non volere esser cagione di questo gran dolore agli amici tuoi Viviamo e confortiamoci insieme s bene attendiamo a tenerci compagnia lun laltro, per compiere nel miglior modo questa fatica della vita) Da , LEOPARDI OPERETTE MORALI(1835) dialogo di PLOTINO e PORFIRIO

ORATORE DEL 2 TIPO GIUDIZIARIO o o o OBIETTIVO del discorso difendere o accusare AMBITO quello che riguarda ci che legale o che non lo ARGOMENTAZIONE DI ARISTOTELE parte dallanalisi delle motivazioni per cui si commette ingiustizia e ne illustra cause e conseguenze tratta poi delle disposizioni danimo con le quali si compiono tali atti e infine nei confronti di quali persone Sono chiamati in causa il bene, lutile, lamore, o la ricordo, vendetta e competizione MA non rappresentano allo scopo di un discorso bens limpulso primario ad agire CLASSIFICAZIONE di AZIONI GIUSTE e INGIUSTE comporta non solo la distinzione tra i vari tipi di reato, MA il livello di gravit dellazione stessa

Un simile procedimento, che rappresenta le premesse del discorso giudiziario ed fondato sullo studio delle numerose motivazioni rappresenta in Aristotele un PROCEDIMENTO DI RILEVANZA che identifica la possibilit di ordinare o organizzare la difesa o laccusa ORATORIA FORENSE riga di strumenti retorici, artifici, sottintesi, variazioni tonali ad effetto, amplificazioni e illusioni Passo tratto dallarringa che lavvocato difensore NINO SORGI ha condotto durante il processo che ha avuto luogo nel marzo del 1956 a Palermo contro DANILO DOLCI, accusato di aver organizzato un digiuno collettivo e uno sciopero alla

rovescia da parte di disoccupati di Partinico in Sicilia = una giornata di lavoro non autorizzata prima di agire la loro azione fu concepita come atto di amore e fraternit per dimostrare che ancora possibile uscire dagli schemi e di usi della lotta il sangue Lavvocato sollecita a capovolgere il punto di vista di guardie fatti avvenuti,non unazione illegittima MA scelta lungamente meditata Non provocazione di massa MA atto di amore e fraternit Non violenza che nasce dalla miseria ma dimostrazione pacifica Lenfasi che sostiene il discorso del difensore si fonda su processi di amplificazione la difesa dellavvocato richiama continuamente la qualit umana dellimputato ricorrendo alla tecnica , frequente nelloratoria forense, della INTERROGAZIONE che da un lato un tende a confutare le tesi dellavversario, dallaltro costruisce limmagine di un uomo attraverso lallusione senza delineare i tratti specifici e dunque suggerendo la risposta perch mai un uomo di cultura abbandona la poesia per interessarsi dei diseredati?

(DANILO DOLCI 1924-1997, sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenzaitaliano.) MORTARA GARAVELLI dedica un capitolo del suo studio proprio alloratoria forense, volta di indagare le regole e dispositivi retorici dei testi giuridici Il presupposto che un discorso debba essere non solo bello, ma soprattutto funzionale retto da tre elementi che sostengono largomentazione delleloquenza forense: 1. LOGOS dello sviluppo razionale e logico, cio la disposizione progettata e ordinata degli argomenti che mirano a dimostrare e a confutare 2. ETHOS il carattere, il comportamento e la credibilit delloratore, talora addirittura presupposti necessari per il buon esito del discorso 3. PATHOS le disposizioni emotive e passionali che intervengono negli ascoltatori, provocate dalloggetto stesso della materia per discutere e sostenere corrispondono alle prove con le quali si deve persuadere luditorio Queste definizioni non sono riducibili ad una traduzione letterale univoca, ma racchiudono tre concerti che caratterizzano la modalit discorsiva e dialogica delloratoria giudiziaria Lo stile del pensiero e lorganizzazione del ragionamento trovano nella tecnica di questo genere di discorso persuasivo un privilegiato contatto con la dimensione pratica essi inducono un reale mutamento,1 scelta e una tu che ne consegue MA tali discorsi non nascono per essere scritti, bens per essere pronunciati oralmente esaminate a posteriori, le arringhe sono spogliate del carattere costitutivo del genere a cui appartengono, cio sono prive delloralit che il mezzo proprio e specifico della loro produzione

ORATORE DEL 3 TIPO EPIDITTICO (o DIMOSTRATIVO) o OBIETTIVO e la lode o del biasimo ARISTOTELE: a questo punto parliamo della virt e del vizio , del bello e del turpe BELLO+ VIRT = OGGETTO LODE TURPE + VIZIO = OGGETTO BIASIMO ARGOMENTAZIONE ARISTOTELICA per quanto riguarda lepidittica, dedicata al ELENCO DELLE PREMESSE: oggetti, persone, qualit e atteggiamenti, caratteri e scelte morali o etiche Anche in tal caso i RAPPORTI CAUSALI costituiscono la struttura portante di ogni ragionamento Lazione persuasiva sullascoltatore o sul lettore e agisce proprio questo livello non tanto loggettivit della bellezza o del merito prevale, quanto la logica connessione tra principi ed effetti ARTISTOTELE (RETORICA) LODE = un discorso che pone in evidenza la grandezza e la virt, si deve dunque dimostrare che le azioni sono virtuose ENCOMIO = riguarda invece le opere, e per questo che pronunciamo lencomio di chi ha compiuto delle opere. Le opere sono segni di una disposizione morale CONTESTO anche questo genere in rapporto con un contesto preciso n la lode, n il biasimo, nascono da un principio assoluto, ma sono funzioni di sistemi di valori determinati, anche se frequentemente appaiono condivisi, incontestabili, soprattutto se pronunciati da una fonte autorevole ESEMPIO LEOPARDI che esalta labilit di eloquenza di PETRARCA la tecnica nellamplificazione si appoggia ad una modalit comparativa e cerca nello stesso lessico Petrarcheschi con, le parole celebrative di una lirica sublime leloquenza, abbagliando meno, persuade di pi, e pi dolcemente massime nel tenero, non si trova in nessun lirico, n antico, n moderno se non nel Petrarca, almeno in quel grado (Leopardi Zibaldone 1817-1832)

DISCORSO CELEBRATIVO NON produce, a differenza degli altri due,1 conseguenza pratica lato persuasivo non implica di per s a una condanna o una assoluzione, n unazione effettiva e decisionale Lattenzione concentrata sul livello stilistico e formale ha per comportato un effetto negativo cio ha prodotto una sovrapposizione tra il GENERE EPIDITTICO e una considerazione puramente ornamentale del linguaggio, privando lelogio o il biasimo della loro componente comunicativa e funzionale. VICKERS gi nella teoria classica loratoria epidittica oscillava tra una concezione funzionale e una puramente ornamentale, a cominciare proprio dalla sua stretta dipendenza dalletica

CONCETTO DI ABBELLIMENTO viene sempre pi a sovrapporsi con il senso del discorso EPIDITTICO , fino a far coincidere latto di lodare o di biasimare con un gesto decorativo e formale non necessario In questa circostanza lo spettatore o lascoltatore deve decidere se loratore stato bravo

DIFFERENZA EPIDITTICA mentre i primi due tipi di discorsi tendono ad un mutamento della situazione e conducono ad un atto pratico e determinano gli eventi successivi DISCORSO EPIDITTICO non si colloca pi nella dimensione immediata della contingenza, ma assume piuttosto un carattere di ESEMPLARIT: il testo viene ascoltato un letto, e giudicato Non per questo tale tipo di discorso e privo di scopi impegni pratici implica LIMPORTANTE CONSEGUENZA DI UN GIUDIZIO ESTETICO viene posta in gioco lesperienza di entrambi i soggetti della comunicazione perch anche questo un genere nel quale rientrano nelle decisioni

1700 GENERE EPIDITTICO ha avuto la particolare FORTUNA affermandosi attraverso una grande variet di modi: ELOGIO non una pura forma stereotipata,un atto encomiastico carico di ornamenti MA dialoga con altri ordinamenti retorici Si apre alla diffusione della nuova scienza, diventa commento, si volge in direzione di un pubblico nuovo Persino il modello canonico e di corsivo del dialogo dei morti non celebrazione fine a se stessa, ma si rinnova per diventare riflessione, satira e commedia ORATORIA EPIDITTICA sottopone gli elogi ad una tecnica e ad una strategia retorica che coinvolgono di necessit il lettore entro lambito di una discussione critica vero giudice del processo alle idee in corso nel 700 e il lettore

CONFINI DELLEPIDITTICO non sono ben definibili per diversi motivi: Da un lato perch esso si interseca e si sovrappone con alcuni aspetti del deliberativo e del giudiziario Dallaltro perch la non si deve dimenticare che, oltre alla lode, appartiene a questo genere il biasimo, che si sviluppa a sua volta in direzione della polemica e della satira

1.3 Le cinque parti La suddivisione classica della retorica prevedeva 5 parti: 1. INVENTIO 2. DISPOSITIO 3. ELOCUTIO 4. MEMORIA 5. ACTIO Questa suddivisione valida dalla retorica latina in poi perch i trattati greci presentano solo una quadripartizione e non contemplano la memoria RETHORICA AD HERENNIUM (= retorica a erennio) databile intorno al 90 a.C. (probabile destinatario lallievo Gaio Erennio) e tre le prime fondamentali opere della retorica latina, inizialmente attribuita a Cicerone(avvocato, politico e scrittore romano), e solo in seguito a CORNIFICIO (retore latino del I secolo avanti Cristo) o FIGURA ORATORE messa in primo piano, nellapparato descrittivo della retorica, MA gli elementi forse pi innovativi e rilevanti rispetto e trattati precedenti sono: Introduzione e la messa a punto della NOMENCLATURA LATINA LINCLUSIONE DELLA MEMORIAtra le parti costitutive della disciplina

OPERA DI CICERONE o DE INVENTIONE o DE ORATORE e lironia di opere retoriche e considerato da molti il capolavoro della retorica romana (55-54 a.C.) o BRUTUS (46 a.C.) ripercorre la storia delloratoria romana in forma di dialogo o ORATOR (46 a.C.) un ampio trattato in forma epistolare rivolto a Bruto che delinea il tipo ideale di oratorie e di eloquenza DE ORATORE CICERONE o Il dialogo dedicato il fratello Quinto o Cicerone entrata attraverso un lungo racconto della forza e del potere delloratoria, presentando analiticamente le varie parti o Ritorna sullutilit della memoria cos come sul modo di intendere la retorica, non come un processo creativo, bens come unarte in grado di elaborare e sviluppare concetti e forme gi in qualche modo organizzati solo coloro che dispongono di una forte memoria sanno che cosa dovranno dire in quale misura e in quale maniera, che cosa dovranno rispondere e che cosa rimanga da ribattere solo essi ricordano ci che hanno fatto in altre cause e ci che hanno udito da altri Pur riconoscendo che la natura e il principale artefice di tale requisito,affermo che tutta questarte del dire, o apparente somiglianza di arte, possieda questo potere: e se non capace di creare ci di cui la nostra mente se del tutto priva, ma capace di sviluppare e rafforzare quelle forze che sono radicati in noi

RETORICA indubbiamente una disciplina CLASSIFICATORIA e RIGOROSA le cinque sezioni ne rappresentano la prima e pi generale partizione allinterno di ognuna di esse, il rigore tassonomico delinea altre categorie, definizioni, generi e sottogeneri si tratta di un sistema complesso di regole che descrivono il funzionamento dellarte della persuasione o MORTARA GARAVELLI la retorica contemporaneamente una tecnica del discorso e una precettistica del parlare bene, dunque vuol dire pratica e teoria, fondamento e strumento essenziale della comunicazione

CLASSIFICAZIONE pu essere in un certo senso considerata loggetto della retorica, assume in realt ha un valore gnoseologico, proprio in funzione della natura dinamica delle sue suddivisioni o RIGORE DELLA DISCIPLINA corrisponde alla possibilit di ordinare il discorso, di conoscere i meccanismi che regolano e di dominare una materia, come quella degli atti comunicativi, che di per s si sottrae alla rigidit di uno schema predeterminato o 5 PARTI RETORICA mostrano dunque il valore di una distribuzione dando pi rigorose e precisa quanto pi fluida e funzionale.

1 PARTE INVENTIO o RICERCA e RITROVAMENTO delle idee o degli argomenti adatti alla materia non un processo creativo, non significa inventare, bens dalletimologia latina significa TROVARE Questa parte si pu concepire appunto come uno spazio dovei cosiddetti LUOGHI o TOPOI costituiscono le caselle entro le quali loratore trova gli argomenti da trattare importante ricordare che esistono diverse classificazioni che ne definiscono le tipologie, ma una prima divisione, che si ritrova nei trattati di retorica distingue: LUOGHI COMUNI comune a tutti i discorsi possibili, hanno validit generale, allinterno di una determinata, per quanto ampia comunit, e loratore vi fa ricorso con la consapevolezza di poter riproporre a un uditorio potenzialmente universale LUOGHI PROPRI o SPECIFICI sono pertinenti alle singole discipline o al particolare genere oratorio: questo significa che largomento non comprensibile da tutti, ma si rivolge ad ascoltatori esperti in una precisa materia

La stessa terminologia comporta conseguenze rilevanti viene a stabilirsi una equivalenza tra LOCUS e ARGUMENTUM il contenitore corrisponde al concetto contenuto, perch il luogo la materia stessa della trattazione TOPICA occupa una parte considerevole della INVENTIO e viene definita da BARTHES = una riserva di stereotipi, di temi consacrati, di pezzi da cui lautore attinge per formulare qualsiasi discorso

(I Topica (Topica o Arte dei luoghi) sono un'opera retorica composta nel luglio del 44 a.C. dallo scrittoreromanoMarcoTullioCicerone.Sitrattadell'ultimaoperaretoricadiCicerone)(TOPICA= un'azioneounafrasefattaodettaasproposito,cheportaaunafiguraccia) o Il processo per non un automatismo: colui che pronuncia il discorso deve porre delle domande innanzitutto a se stesso per avviare la fase di ritrovamento della materia queste domande sono luoghi comuni che attraversano la mente progettuale dellautore, per soddisfare almeno una esigenza primaria, cio la formulazione di una orazione esauriente Chi, che cosa, dove, con quali mezzi, perch, in che modo, quando? 2PARTE DISPOSITIO o Corrisponde allORDINE in cui sono disposti gli argomenti, che deve essere FUNZIONALE rispetto alla totalit del discorso decidere di collocare un argomento,1 questione o perfino una parola prima dopo nella successione del discorso implica differenze spesso sostanziali ed esiti diversi nella situazione relazionale che si stabilisce tra oratore e uditorio, la progressione temporale della materia diventa essa stessa scelta strategica

una prima generale di suddivisione distingue due varianti: 1. ORDO NATURALIS consiste nella successione degli avvenimenti secondo un criterio storico e cronologico 2. ORDO ARTIFICIALIS sovverte questordine secondo diversi e possibili atteggiamenti a. Linizio in MEDIAS RES (inizio nel mezzo delle cose, con un flashback) b. Linversione tra premesse e conclusioni in una argomentazione c. Nellordine crescente (argomenti + deboli a + forti) d. Ordine decrescente (argomenti + forti a + deboli) e. Lordine omerico o nestoriano (al centro gli argomenti pi deboli, agli inizi alla fine gli argomenti pi forti) o Lesposizione dei fatti e dunque guidata da un principio che pu corrispondere alla successione temporale, ma pu anche seguire un criterio logico determinato da altre esigenze la collocazione degli argomenti e la loro correlazione costituisce la progressione del discorso Nella retorica tradizionale appartenevano tipicamente alla DISPOSITIO le 4 parti che costituivano la struttura del discorso: 1. 2. 3. 4. ESORDIO NARRAZIONE ARGOMENTAZIONE EPILOGO

Esse davano luogo ad una articolazione strutturata secondo un criterio logico che rispettava la forma del genere giudiziario e la estendeva poi ad altri tipi di discorso

Nei principali trattati latini le ripartizioni del discorso sono analizzati nellambito del INVENTIO decidere che dalle ripartizioni sia inclusa nella prima nella seconda parte della retorica non certo arbitrario, semmai coincide con una delle possibilit che la retorica stessa lascia aperte Si conferma la DINAMICIT di tale disciplina infatti latto stesso del ritrovamento degli argomenti subordinato al conformarsi della materia nelle diverse sezioni del discorso = INVENTIO o allordine degli elementi = DISPOSITIO

3 PARTE ELOCUTIO o o la cura dellespressione, la forma linguistica, lo stile delle argomentazioni lunica parte che continu a sopravvivere anche quando la retorica ha percorso la parabola del suo declino si ebbe un suo sviluppo o di alcuni aspetti parallelamente al quasi totale annullamento di tutto ci che rappresentava la complessa struttura della retorica Lincontro tra ELOCUTIO e POETICA ha determinato per un lungo periodo la mortificazione delluna o dellaltra soffocando dentro rigide o sterili classificazioni un terreno di analisi ricco e fecondo Per molto tempo la retorica sembrava poter fornire alla poetica solo numero di elenchi di figure, utili a dare un nome pi svariati artifici linguistici e tesi a considerare la riflessione sullo stile uno strumento decorativo,1 ornamento da aggiungere al linguaggio, tanto bello quanto sostanzialmente inutile La riconsiderazione funzionale della ELOCUTIO avvenuta molto tardi Nella forma classica la ELOCUTIO comprende 4 VIRTU FONDAMENTALI: 1. LAPTUM la prima e anche la sola che deve essere rispettata, lunica che pertinenze a tutte le parti della retorica a. Si riferisce alla ADEGUATEZZA delle parole delloratore, alla materia da trattare, alle circostanze e al pubblico b. Questa virt allo stesso tempo la prerogativa e il fine del discorso, il principio che governa la logica di ogni argomentazione 2. PURITAS corrisponde alla purezza della lingua alla correttezza grammaticale e lessicale a. si pu violare con lanacoluto = una costruzione sintattica irregolare di un mostro incongruenza tra soggetto verbo 3. PERSPICUITAS coincide con la chiarezza, necessaria perch il discorso e se comprensibile a. La violazione loscurit, sia a livello linguistico, sia a livello concettuale 4. LORNATUS etimologicamente significa ornamento riguarda propriamente le figure di parola e di pensiero, gli artifici stilistici formali, quellarticolazione ampia

e CLASSIFICATORIA con la quale la retorica ha finito per coincidere, escludendo ogni altra possibilit dindagine Queste virt possono e talvolta devono essere violate dalloratore, per raggiungere lobiettivo che si proposto: la violazione d luogo a VIZI o LICENZE o TEORIA DEGLI STILI Tre stili e definivano classicamente i generi letterari possibili: 1. LUMILE 2. IL MEDIOCRE 3. IL GRAVE In nucleo della tradizione riguardava il rapporto rigido e vincolante tra questi stili e la materia trattata:a ogni livello stilistico veniva costato un preciso contenuto Lesemplificazione pi chiara e fedele delle norme letterarie era offerta dalle opere di Virgilio: Le Bucoliche (pubblicate intorno al 38 a.C., con trattazione e intonazione pastorale) stile basso Le Georgiche (pubblicate tra il 36 e il 29 a.C.,4 libri dedicati rispettivamente al lavoro nei campi, arboricoltura, allevamento del bestiame e apicoltura) stile medio Eneide ( composta tra il 29 e il 19 a.C., leggendaria storia di Enea, eroe troiano, fuggito dopo la caduta della citt di Troia) stile sublime

Nella ELOCUTIO si legano, argomento, personaggi e ambiente a un determinato tipo di espressione la distinzione rispettava il principio A PRIORI della appropriatezza La commistione dei generi e degli stili condurr a risultati descrivibili, ma non definibili a priori, il sovvertimento delle norme aprir lepoca del romanzo

4 PARTE MEMORIA o Si riferisce al sistema di apprendimento il veicolo di idee e concetti in che costruiscono il discorso nella mente delloratore lo strumento in virt del quale egli ritrova nei luoghi il materiale delle proprie argomentazioni Non si deve intendere la memoria come unazione meccanica o involontaria: allinterno del sistema della retorica un aspetto imprescindibile della tecnica oratoria e in quanto tale, non viene dopo le altre, MA contemporanea ad esse e ne permette la strutturazione Latto del RICORDARE implica una SELEZIONE che diventa il criterio determinante della scelta

5 PARTE ACTIO o PRONUNTIATIO o Riguarda pi specificamente lesecuzione orale, il discorso pronunciato realmente e accompagnato da gesti La VOCE + MOVIMENTO possono trasformarsi in abilit particolarmente efficaci sul piano della persuasione e del rapporto tra oratore e ascoltatore

STEVE VICKERS Aristotele sarebbe rimasto scandalizzato dallimportanza dellelettronica romana avrebbe assegnato alla declamazione verbale e ai gesti che laccompagnavano ACTIO diventa preminente nella considerazione delle qualit di un buon oratore

QUINTILIANO (oratore romano e maestro di retorica ) anche lui attribuisce alla ACTIO un potere straordinario INSTITUTIO ORATORIA, 92-94 d.C. unopera di 12 libri tesa a spiegare quale sia il migliore percorso formativo di un oratore, dallinfanzia alla maturit, fino al ritiro di questi nella vita privata OBIETTIVO nel PROEMIO formare un perfetto oratore che non pu darsi se non in un uomo retto perci deve possedere oltre che ad una straordinaria eloquenza anche ogni virt morale Il trattato si svilupp motivando e argomentando lampiezza del campo della retorica e il valore educativo delle arti e della letteratura La forza delloratoria non pu che derivare da una molteplice dimensione della vita delluomo, e cerca di comprendere qualsiasi elemento utile alla formazione di un buon oratore

1.4 Retorica e logica 1958 TRATTATO DELLARGOMENTAZIONE libro di PERELMAN OLBRECHTS TYTECA lobiettivo dellopera quello di restituire alla retorica la dignit e importanza perse nel tempo o I due autori prendono le mosse da unantica dicotomia, quella tra RETORICA e LOGICA RETORICA = arte della persuasione LOGICA = calcolo, metodo che permette di raggiungere la soluzione di un problema attraverso un processo deduttivo I limiti dei due ambiti non sono sempre facilmente determinabili, ma soprattutto storicamente tale distinzione ha subito modificazioni significative EPOCA CLASSICA la dialettica viene a coincidere con la logica e per Aristotele entrambe sono facolt di fornire ragionamenti ne sottolinea i punti di contatto poich afferma che tutti entro un certo limite, si impegnano a esaminare e sostenere un qualche argomento o a difendersi da accuse MA Aristotele separa due ambiti fondamentali: il VERO e il SIMILE AL VERO tale distinzione che Aristotele attribuisce alla medesima attitudine umana di ragionare, costituisce unopposizione sempre pi netta e assoluta in virt della quale Cartesio (filosofo e matematico francese, 1596-1650) determiner il limite tra razionale e irrazionale

CONFINE ASSOLUTO e questo lobiettivo polemico del Trattato e il punto di partenza per giungere ad una rivalutazione della retorica

I due autori contestano uno dei concetti centrali del sistema filosofico di Cartesio, che costruisce un rapporto vincolante a priori rispetto qualsiasi condizione RITIENE FALSO TUTTO Ci CHE VEROSIMILE In si sa niente e profondamente errato, secondo loro, che una tale identit esclude dallambito della ragione la maggior parte dei discorsi di qualunque natura essi siano e si chiude entro il ristretto spazio di un assioma (=proposizione o un principio chevieneassuntocomeveroperchritenutoevidenteoperchfornisceilpuntodi partenzadiunquadroteoricodiriferimento.) ASSIOMA considerando quante diverse opinioni possono essere sostenute relativamente uno stesso argomento da persone dotte, mentre non ve ne possono essere pi di una sola che sia vera, giunsi a reputare quasi come falso tutto ci che era soltanto verosimile

VERIT sarebbe quindi una sola e il tratto distintivo della verit sarebbe LEVIDENZA, che possiede i caratteri della chiarezza e della distinzione o METODO SCIENTIFICO quello che per Cartesio alla base delle dimostrazioni, non pu che condurre a un risultato certo e unico Solo il ragionamento MORE GEOMETRICO (modello proposto a filosofi desiderosi di costruire un sistema di pensiero che potesse avere in dignit di scienza) sarebbe la via di una scienza razionale Per questo il Trattato prende le distanze da una simile posizione e da tutta la filosofia che ne derivata, riflettendo innanzitutto sullo statuto del verosimile

VEROSIMILE = il luogo del possibile o del probabile , dove la credibilit presunta, o comunque non univocamente raggiungibile: servono prove, discorsi, argomentazioni. VERO = tutto ci che inconfutabile e che dunque deve appartenere, almeno virtualmente, a un accordo universale o Il fondamento unico della verit non pu condurre, nel ragionamento dialettico a un esito incontrovertibile CAMPO DEL RAGIONAMENTO RETORICO perch nel VEROSIMILE perch sempre confutabile, perch la sua stessa struttura caratterizzata da una forma dialogica, relativa, e sottoposta alle circostanze o In un mondo in cui tutto fosse scientificamente certo, non sarebbe pi possibile argomentare, n agire. o Questo non significa affatto che il discorso retorico non sia razionale, anzi, proprio il carattere aperto, provvisorio o propositivo dellargomentazione che fa bello in primo luogo alluso della RAZIONALIT ad ogni modo per ogni incisivo possa risultare e per quanto forte possa essere,il discorso retorico lascia sempre una scelta

Con razionalismo in tradizione cartesiana, che identificava il dominio della ragione con quelle delle prove dimostrative, il Trattato mostra lampiezza del campo dellargomentazione includendo una nozione particolarmente rilevante LA POSSIBILIT DI DISACCORDO o se fosse vero che come sosteneva Cartesio, la verit sempre una sola relativa a un certo argomento, si devono imporre a tutti gli esseri ragionevoli una serie di proposizioni sulle quali laccordo inevitabile DISACCORDO = segno di errore

RETORICA apre la via al disaccordo, si verifica un errore di argomentazione quando vengono a prevalere decisamente fatti che rendono impossibile uneventuale contrasto, o che negano assolutamente unipotesi in qualche modo conflittuale, perch il discorso retorico non in positivo o coercitivo o CARATTERE DEMOCRATICO + TENSIONE ALLA PERSUASIONE aprono allo spazio alla VEROSIMIGLIANZA non il valore assoluto della verit il criterio che si impone nel contesto argomentativo MA la VALIDIT sostenuta dei principi di coerenza e della ricerca del consenso

precisamente la natura di tale distinzione che induce a limitare la drasticit dellopzione tra la logica e la retorica i confini possono essere fluidi, la dimostrazione invade talora il campo dellargomentazione e diventa essa stessa un utile strumento di persuasione proprio perch MODALIT ARGOMENTATIVA si spiega allinterno di un atto comunicativo, essa riguarda non solo loggetto, ma in primo luogo gli atteggiamenti, le disposizioni, la pratica discorsiva dei soggetti implicati. non sono le propriet delle cose che devono essere razionali,ma la propriet dei discorsi che si tengono sulle cose medesime RETORICA = scelta metodologica che implica un apparato rigoroso di regole e uno spazio dinamico soggettivo e attivo di applicazione ELIO FRANZINI (professore di estetica UNIMI) o o Una separazione tra retorica e logica si pu ritenere valida solo se non la si pone sul piano oggettuale, bens su quello degli atteggiamenti tematizzanti La pratica a cui tra la retorica induce, nellatto concreto del GIUDICARE,ha come oggetto la verosimiglianza (immagini, forme di vita, regole verosimili) VEROSIMILE investe un campo molto ampio della nostra esperienza e il suo statuto tanto pi forte quando pi valide e il carattere dellargomentazione Allinterno di una situazione istituzionale pu assumere un ruolo FONDATIVO, cos che nellambito dellinverosimile non affatto esclusa una funzione VERITATIVA, affinch linizio, la razionalit, le tecniche aprano spazi argomentativo oltre la certezza dellevidenza

Non vi autoreferenzialit dei nessi intrinseci, il carattere fondamentalmente democratico della retorica coincide dunque con il suo statuto la possibilit, la probabilit di ogni argomentazione valgono la responsabilit di una risposta

1.5 Il ri-uso e lo spazio della letteratura 1949 HEIRICH LAUSBERG fu il primo a fornire una definizione precisa di RI-USO con il suo MANUALE DI RETORICA oppone tra loro due classi di discorso: 1. DISCORSO DI CONSUMO 2. DISCORSO DI RI-USO La situazioni e gli atteggiamenti dei soggetti in causa determinano caratteristiche e differenze DISCORSO DI CONSUMO o Il singolo atto esaurisce immediatamente la sua funzione e con essa lintenzione di chi parla o Viene tenuto UNA SOLA VOLTA e investe una tipologia ampia (dibattiti,articoli di giornale, comunicazioni, messaggi) tutti atti di parola che non vengono ripetuti uguali nel tempo, seppure non sono per questo poco importanti DISCORSO DI RI-USO o un discorso che viene tenuto in tipiche situazioni (solenni, celebrative) periodicamente o irregolarmente, dallo stesso oratore o da oratori che cambiano o MANTIENE sua USABILIT per dominare,1 volta per tutte, queste situazioni tipiche, allinterno di un ordine sociale che si presume in costante o Ogni societ di una certa forza e intensit conosce questi discorsi di ri-uso che sono strumenti sociali per il mantenimento cosciente della pienezza delle continuit dellordine sociale e spesso anche del carattere necessariamente sociale dellumanit LAUSBERG sottolinea la NATURA CERIMONIALE della situazione in cui tenuto un discorso di ri-uso la sua fruizione concepibile solo allinterno di una circostanza celebrativa, di una forma istituzionale che ne assicura il riconoscimento o ATTO DEL RI-USARE non corrisponde semplicemente ad una iterazione, MA colloca alloggetto allinterno di una situazione istituzionale entro la quale circostanze socialmente e storicamente determinate interagiscono con i regimi discorsivi

VARIAZIONE DEI DISCORSI si identifica con il CORPUS della tradizione, certamente mobili e aperto, perch non univocamente stabilito lautore individua e distingue 3 TIPI DI DISCORSO DI RI-USO 1. SCRITTURE SACRE 2. LEGGI 3. TESTI LETTERARI o Attorno a questi tre macro generi fa ruotare la dinamica tra: TRADIZIONE si realizza nel processo di continuit o discontinuit che articola in modo sempre diverso la percezione di un testo e CONVENZIONE laccordo fondamentale tra i soggetti sociali , che rende tipica e riconoscibile una situazione comunicativa

Tradizione e convenzione diventano particolarmente interessanti in AMBITO LETTERARIO BRIOSCHI riprende la classificazione di LAUSBERG per circoscrivere pi specificamente la

COMUNICAZIONE LETTERARIA individua e descrive tre aspetti di costitutivi, che consentono di prospettare 3 ORDINI DI CRITERI: 1. DOMINIO indica la situazione a cui il testo fa riferimento, e pi genericamente il CONTESTO a. ogni volta che un testo apre una comunicazione,attiva anche una abilit creativa nelle lettore che produce e riproduce nella sua mente limmagine non le storie rappresentate b. lESPERIENZA DI LETTURA, e il criterio relativo di tipo semantico perch riguarda il rapporto tra testo e il suo mondo di significati 2. IDENTITA assicura la conservazione dellest attraverso la MEMORIA, o attraverso la scrittura a. Condizione fondamentale del RI-USO LETTERARIO (in particolare il testo scritto) in e che il testo sia identico a se stesso, cio che la fruizione avvenga sempre in virt di una copia filologicamente corretta. b. Da un lettore a un altro, lungo lasse del tempo, lidentit garantisce il carattere insostituibile del testo c. ogni modificazione priverebbe latto del ri-uso del suo stesso un oggetto il criterio in questo caso riguarda il livello espressivo in quanto investe lorganizzazione interna del linguaggio, le strutture stilistiche e formali 3. ASIMMETRIA tra gli interlocutori un rapporto che segna una POSIZIONE SUPERIORE a colui che produce il discorso, rispetto al destinatario SUPERIORIT COMUNICATIVA a. il ruolo dellelettore, per quanto attivo, implica che egli non possa rispondere sullo stesso piano dellautore b. il criterio in questo caso di tipo eziologico, dunque investe lorigine del testo, le imprescindibili nozioni di autore e di paternit di una produzione letteraria CONSIDERAZIONI SULLASPETTO DELLA IDENTIT o La trasmissione dei testi scritti pone problemi a diversi livelli i concetti di FISSO e STABILE relativi e testi letterari non sono cos automatici, neppure nellepoca della circolazione dei libri attraverso la stampa CRITICA TESTUALE e la disciplina che, attraverso apposite tecniche,indaga la genesi e levoluzione di unopera di carattere letterario, individuando le sue varie forme, in particolare la forma originaria (o le forme)e studiando delle trasformazioni nel corso del tempo OBIETTIVO consentire la pubblicazione di un testo affidabile di una determinata opera, che pu assumere connotazioni diverse a seconda dellopera studiata

Bisogna riflettere sulla nozione di EDIZIONE CRITICA = un testo che si avvicina anche possibile alloriginale e che risponde appunto alle esigenze di affidabilit EDIZIONE CRITICA deve dare conto delle scelte operate, delle varianti, delle diverse redazioni a seconda che si tratti di unopera classica, medievale o moderna

Tanto pi valore avr il lavoro di analisi di costruzione del testo alla ricerca di una autorevolezza quanto pi attenta e analitica sar lopera di filologo tanto pi se era possibile avvicinarsi per approssimazioni sempre minori alla costruzione di unedizione affidabile

APPARENTE CONTRADDIZIONE dello STATUTO DI FILOLOGIA Da una parte attraverso operazioni di analisi e di confronto, gli sforzi critici si svolgono alla realizzazione di una identit testuale nella quale proiettiamo il desiderio di trovare limmutabilit di un testo cos com stato pensato il suo autore Dallaltra i problemi della trasmissione delledizione di testi riportano in primo piano la mobilit, nel tempo degli originali Il passaggio dalla fissit testuale alla sua mobilit non toglie valore al concetto di originale, semmai lo arricchisce e fornisce nuovi e pi raffinati strumenti alla sua individuazione, e, quandutile, alla sua ricostruzione

TESTO X FILOLOGIA = non un dato, bens un processo che, seppure al centro di dinamiche che tendono ad assicurarne la conservazione, allo stesso tempo un oggetto da porre in discussione, da interrogare continuamente

RAPPORTO RI-USO e RETORICA DELLA COMUNICAZIONE o o I limiti non sono sempre cos netti RI- USO affonda le radici nella tensione frequentemente contraddittoria che si stabilisce tra lISTITUZIONE e il VALORE la collocazione istituzionale appare una condizione necessaria affinch una societ accolga e sottoponga a ripetibile evocazione un atto di parola Linclusione di un testo in un sistema socialmente riconosciuto apre poi lo spazio a implicazioni complesse, ma anche il nesso con il valore non certo riducibile ad ununica e irrevocabile modalit nessun criterio oggettivo, nessuna certezza normativa ne possono stabilire il fondamento GIUDIZIO DI VALORE nellipotesi che sia attribuito e confermato dallistituzione stessa e che dunque un testo giudicato esteticamente rilevante venga sottoposto a ri-uso, non affatto detto che funzioni allo stesso modo in direzione inversa, ossia che un discorso di riuso sia di per s dotata di valore

BRIOSCHI In questo caso ci si chiede quindi e quali siano le motivazioni per le quali una comunit decide di accogliere un testo e di rinnovare tale accettazione o o o VERITA STILE AUTORITA

Per ognuno di questi motivi, o per pi di uno contemporaneamente un discorso viene riusato, riproposto da unepoca allaltra, trasferito da una collettivit alla fruizione soggettiva e viceversa. la pertinenza di tali principi dipende dal genere di testo in questione e per quanto riguarda la letteratura funzionano in maniera peculiare o VERIT non cos essenziale, perch non per il grado di verit assoluta che si include un testo nel corpus di testi letterari (che per definizione sono testi di finzione) e lo si sottopone a ri-uso Nel testo letterario ci che si cerca UNA VERIT PARZIALE STILE criterio pertinente alla letteratura che eleva a valori fondamentali e tutti gli aspetti formali ed estetici proprio la letteratura che offre la maggiore variet di stili e che si sottrae a qualsiasi predeterminazione TESTI SACRI in particolare lo stile una conseguenza pi che una causa un testo sacro non sacro perch scritto in un certo stile, ma scritto in quello stile perch sacro

AUTORIT investe un particolare significato nei testi letterari una motivazione sufficiente per indurre il lettore al ri-uso allo stesso tempo pu diventare una conseguenza dellatto di ri-usare Leffetto si pu riflettere sullautore dopo che il testo entrato a far parte della repubblica delle lettere

LETTERATURA sembra acquisire una specifica rilevanza nel momento in cui, storicamente, si realizzi un incontro tra GENERE EPIDITTICO (= funzioni della lode o del biasimo) + ASPETTI di RI-USO o Storicamente un oratore teneva un discorso che non presupponeva la conseguenza pratica immediata di fronte a uditori che assumevano il ruolo di spettatori PRESENZA PUBBLICO la condizione necessaria affinch qualcuno, giudichi viene a coincidere con la funzione stessa del DISCORSO EPIDITTICO nella sua modalit dialogica DISCORSO CELEBRATIVO = una situazione che si ripete, che viene riusata, e pu essere sottoposta a GIUDIZIO ESTETICO

Avviene la stessa cosa nella letteratura lincrocio tra RI-USO e AMBITO GIUDIZIO ESTETICO implica allinterno di una specifica situazione istituzionale i comportamenti e le modalit della comunicazione letteraria o CONSEGUENZE lo spazio della letteratura, difficile o impossibile da determinare in maniera stabile e definitiva, risulta dinamicamente connesso a diversi fattori: Pi o meno stretta corrispondenza alle condizioni del ri-uso

Circostanze che variano, in funzione del tempo, del luogo, della modalit di citazione Collocazione istituzionale, che garantisce al testo una riconoscibilit e attribuisce senso e valore ai diversi soggetti della comunicazione letteraria

PARADOSSO ci si chiede perch si riusa un testo e quel tiene criteri che ne determinano la riusabilit MA non concepibile e letteratura senza ri-uso, poich lesperienza estetica e necessariamente unazione e una ricreazione Nessuno dei criteri utilizzati per circoscriverla letteratura davvero esclusivo dellarte e le varie forme del ri-uso , per la molteplicit di parametri a cui occorre fare ricorso delineano un news per loro privo di discontinuit annette e regolari MA costituiscono sicuramente le condizioni per contesto sia letto con un testo letterario, perch un testo incluso in una situazione di ri-uso, sia unopera che si rivolge a un pubblico, entro circostanze e luoghi variabili ma tipici e che si riproponga nella tradizione

1.6 Il rigore classificatorio e la dinamica funzionale del campo retorico CATEGORIE DELLA RETORICA offrono limmagine complessa di un sistema articolato e vincolato da regole stabilite a priori la disciplina ha attraversato periodi floridi e di decadimento, in cui sembrava che fosse ormai definitivamente fenomeno del passato ANTITESI CHE SOSTIENE LA RETORICA il rigore della classificazione e il presupposto teorico che governa il suo ordinamento interno sono allo stesso tempo i principi su cui si fonda la dinamica di questa disciplina Lantica arte delleloquenza aveva dettato regole, ma la pratica comunicativa testimonia da sempre luso, lo sfruttamento, la violazione delle regole medesime la partizione della retorica invitava al rispetto di una precettistica orientata al successo dellorazione latto del discorso mostra che le cinque parti e le rispettive sottocategorie non hanno confini rigidi e talvolta il medesimo argomento appartiene alluna allaltra senza soluzione di continuit ATTO DEL RIUSARE+ ATTUALIZZARE RETORICA CLASSICA nasce dallampiezza di campo che tale disciplina presenta e dalla potenzialit dei suoi strumenti o RETORICA legata al linguaggio e dunque la sua prima utilit e la conoscenza del funzionamento della comunicazione insieme al dominio della parola

SISTEMA RETORICO = possibilit di indagine sar il letterario il terreno privilegiato di tali percorsi, anche se la letteratura abbia intrattenuto una relazione complicata con la retorica o Stridente stato il tentativo di far confluire dentro una zona di presunta scientificit dellincontro tra i 2 ambiti QUALIT DINAMICA della RETORICA si attua in virt della messa in gioco in prospettive diverse ed eterogenee, che al valore della classificazione dellordinamento costano modalit di indagine allargate, che tengano in considerazione il vasto dominio di tutte le parti o NON SOLO ORNATUS non solo a questo si riduce la zona di interesse a cui lanalisi letteraria pu attingere o almeno non allornamento fine a se stesso

INVENTIO Bisogna prendere avvio da questa prima parte perch ribaltata sul piano della comunicazione letteraria include il reperimento degli argomenti, quindi loggetto del discorso, ma anche lo spazio enunciativo stesso, con tutte le implicazioni fondamentali che esso comporta sul piano della rappresentazione. DISPOSITIO non pu essere dimenticata la sua considerazione, che regola lordinamento e la struttura del discorso e che include la NARRATIO la cui espansione ha dato luogo la moderna narratologia ELOCUTIO lungi dal ridursi alle figure, implica la nozione di genere e la complessa connessione con lo sviluppo della stilistica. Lo stesso linguaggio figurale va allora riconsiderato alla luce di uninterpretazione argomentativa dei vari artifici linguistici, che non si limiti alla dimensione stilistica, ma investa li effetti dellespressione letteraria del piano semantico o su quella ancora pi ampio del funzionamento comunicativo MEMORIA e ACTIO sembrano essere escluse dal rapporto con il testo scritto, perch tradizionalmente sono strumenti e mezzi delloralit. proprio la funzione della memoria riconducono inevitabilmente circolarmente al principio della INVENTIO, secondo il quale non si inventa, ma si trova. MEMORIA = attivit che sta alla base del processo mentale della scrittura e del veicolo stesso che costruisce il progetto letterario ACTIO = nella sua dimensione pragmatica chiama in causa la situazione e le circostanze dellatto comunicativo, gli aspetti non grammaticali della lingua i significati esemplificati dal testo ma non riconducibili unicamente a un insieme di regole costitutive

DISTINZIONE REGOLE COSTITUTIVE e REGOLANTI di SEARLE (filosofo del linguaggio statunitense) o REGOLE REGOLANTI regolano le forme di comportamento gi esistenti in precedenza o esistenti indipendentemente (regole di etichetta che regolano le relazioni personali) Invitano ad un certo comportamento o lo impongono in maniera pi o meno imperativa MA tali comportamenti potrebbero anche essere diversi un accordo,1 partecipazione,1 attivit affinch le regole svolgano la loro funzione regolativa RETORICA descrivere regole regolanti in quanto le regole hanno uno statuto di possibilit, poich la comunicazione, potrebbe essere diversa REGOLE COSTITUTIVE non si limitano a regolare , creano o definiscono nuove forme di comportamento (regole del fu gol o degli scacchi che creano la possibilit stessa di giocare a tali giochi ) Sono quasi tautologiche (ripetitivo, ridondante) perch il loro oggetto di entrare la condizione di possibilit cio il gioco esiste perch esistono le regole GRAMMATICA fornisce regole costitutive in quanto essi permettono allarticolazione del linguaggio e sono necessarie

La retorica offre un patrimonio imprescindibile per la lettura e interpretazione dei testi letterari o 1978 DI GIROLAMO la riscoperta della retorica avrebbe potuto significare una svolta reale negli studi di poetica, oltre a offrire un collaudato strumento di analisi e classificazione in una prospettiva descrittiva e non narrativa la NOZIONE DI FIGURA non perde la sua connotazione formale, ma viene a costituire il discorso ideologico contenutistico, dove due ambiti tradizionalmente opposti, non si separano, ma si integrano reciprocamente.

2002 EZIO RAIMONDI (filologo, saggista e critico letterario) investendo la DIMENSIONE ANTROPOLOGICA vuole riscattare il valore della retorica in nome di un fondamentale ruolo nella modalit esistenziale dellessere umano o Liberata dalle condanne di oltre un secolo e rivista in una nuova luce di l dai certi fatti tecnici, la retorica attraverso la parola il mondo delle indagini una interrogazione razionale sul molteplice che luomo Linterazione tra TESTO e SITUAZIONE porter di conseguenza a stilare il rapporto tra retorica e descrizione retorica e interpretazione (poich ci si chiede se sia possibile interpretare un testo senza conoscere le astuzie della sua costruzione) o Se RETORICA = STRUMENTO ERMENEUTICO,(= una metodologia di interpretazione) lindagine delle modalit dialogiche degli corso implica di conseguenza un impegno conoscitivo. RETORICA = o contemporaneamente una pratica e una teoria; o si identifica storicamente con il discorso persuasivo, sebbene al tempo stesso costituisca il sistema di regole e di norme per dominare la comunicazione; o un corpus di domande e in quanto tale un atto descrittivo e interpretativo; PROCESSO DI INTERPRETAZIONE non un movimento lineare e univoco, al contrario porta con s una molteplicit di una variet di significati soprattutto se si definisce attraverso una dimensione a pi livelli e chiama in causa la comprensione del significato in primo luogo La connessione tra la tensione dellinterpretazione e una attiva disposizione dialogica di soggetti della comunicazione RETORICA = sistema di forze che costituisce lorigine e la condizione dello scambio comunicativo INTERAZIONE TRA LE PARTI = LUOGO DAZIONE DEL CAMPO RETORICO

CAPITOLO II INVENTIO 2.1 Il discorso argomentativo NATURA DELLARGOMENTAZIONE Trattato di PERELMAN-OLBRECHTS TYTECA ARGOMENTAZIONE = ambito del ragionamento opposto alle modalit della dimostrazione e della logica formale VEROSIMILE = oggetto della retorica (non il vero) solo attraverso il procedimento argomentativo possibile raggiungere lobiettivo della persuasione Quali sono le strategie discorsive che distinguono la teoria dellargomentazione dellesito inconfutabile della dimostrazione? LOGICA FORMALE si basa sulla costruzione di un SISTEMA ASSIOMATICO allinterno del quale gli ASSIOMI = le espressioni che devono essere considerate i presupposti invalidi e indiscussi o Attraverso alcune regole di trasformazione, dette anche OPERATORI, arbitrariamente o convenzionalmente introdotti, si deducono dalle espressioni o simboli di partenza,altre espressioni ugualmente valide allinterno del sistema. PROCESSO funziona come un calcolo, il cui risultato univoco e assoluto: VERO o FALSO CONDIZIONE la dimostrazione finale, cio lesito delle combinazioni, abbia valore di necessit e non dia luogo ad un gay o ambiguit CORRETTEZZA SISTEMA ASSIOMATICO non include considerazioni riguardo il senso delle espressioni stesse, n, tantomeno, relative allinterpretazione importa che la loro forma logica funzioni

Ira partita e calcoli logici e la lingua naturale sono stati oggetto di studio nellambito della linguistica, della semiotica, della filosofia analitica o Si pu cercare nei calcoli logici limmagine e la promessa di una lingua perfetta contrapposta allimperfezione irredimibile della lingua comune o Il tentativo di eliminare tutto ci che nel linguaggio appare superfluo e soprattutto impreciso comporta che anche gli operatori pi comuni perdano la diversit e la molteplicit delle proprie valenze ESEMPIO la congiunzione E pu assumere valore temporale, ma non certo il sistema assiomatico-deduttivo che lo rende esplicito

Bisogna rivendicarla flessibilit della lingua comune, la sottigliezza di sfumature e il potere di sintesi contro larida analiticit e la rigida regimentazione imposte appunto artificialmente dai calcoli ai nostri strumenti espressivi

Ogni sistema risponde a scopi diversi la modalit comunicativa del linguaggio non mostra affatto di poter essere ricondotta entro il funzionamento di calcoli logici ma evidentemente essa deve essere intesa e descritta allinterno di sistemi diversi ARGOMENTAZIONE pu rendere ragione della maggior parte dei processi comunicativi (non la dimostrazione) perch essi si appellano quasi sempre a un insieme di circostanze e di motivazioni che sfuggono la certezza assoluta dellevidenza dimostrativa o Quando un discorso o un ragionamento non deriva da un calcolo logico, si instaura una situazione diversa, sulla quale non pi possibile esercitare un controllo assoluto attraverso verifiche stringenti o universalmente valide non per questo la teoria dellargomentazione di si sottrae allindagine razionale: anzi maggiore dovr essere, in questo caso, la consapevolezza dei nostri atti di comunicazione

RETORICA = STRUMENTO DELLARGOMENTAZIONE nella sua ampiezza di campo, nellarticolazione delle sue categorie e classificazioni lobiettivo la persuasione dellinterlocutore IL CONTATTO DELLE MENTI (PERELMAN OLBRECHTS) cos stata definita la tensione che sorregge ogni forma di argomentazione e che consiste nella ricerca di unintesa tra i soggetti dello scambio comunicativo o o CONDIZIONE 1 avere un linguaggio comune, comprensibile per entrambi Altre implicazioni appaiono nel momento in cui si entra in merito alla modalit del contatto tra le parti: DIVERSIT SOGGETTIVA, CULTURALE e SOCIALE e interlocutori ha sempre provocato, lo si visto conseguenze importanti sulla costituzione stessa del discorso SCELTA DELLESCLUSIONE anche questa parte stessa del progetto discorsivo, ossia la selezione del proprio ipotetico pubblico esistono esseri con cui ogni contatto pu apparire superfluo o poco desiderabile esistono esseri ai quali non ci si cura di rivolge la parola ne esistono altri con i quali non si vuole discutere ma ai quali ci si accontenta di rivolgergli ordini (PERELMAN)

ESISTENZA DEL GIOCO COMUNICATIVO laspetto importante del contatto delle menti implicito nella natura stessa dellargomentazione o Loratore deve attribuire un valore alladesione del proprio interlocutore, al suo consenso, al suo concorso mentale PRINCIPIO PROFONDAMENTE DEMOCRATICO che costruisce la reciprocit del rapporto comunicativo: Da un lato un il desiderio di convincere con porta ad un atteggiamento di attenzione e di interesse da parte di colui che parla verso chi ascolta Dallaltro ascoltare significa essere disposti eventualmente ad ammettere il punto di vista altrui

DIMENSIONE ARGOMENTATIVA poich non segue il procedimento unilaterale del calcolo, deve fare appello alla forza del percorso razionale e alla collaborazione degli interlocutori o Gi da Aristotele una grande differenza separa le modalit del ragionamento LOGICO- DIMOSTRATIVO cui pertiene il SILLOGISMO RETORICO- ARGOMENTATIVO cui pertiene lENTIMEMA FORMA DEL SILLOGISMO (ragionamento logico-dimostrativo) o FORMA CLASSICA 2 PREMESSE + 1 CONCLUSIONE o Si tratta di un procedimento che vuole stabilire la validit della INFERENZA DEDUTTIVA se le due premesse sono vere = condizione che conferisce senso a un sillogismo si deduce da esse una VERIT INCONFUTABILE P1 = tutti gli uomini sono mortali; P2 = Aristotele un uomo C = Aristotele mortale Poste due affermazioni vere e incontrovertibili, la relazione che si costruisce non solo ovvia, MA EVIDENTE la certezza che ne emerge risulta una logica interna del ragionamento nessunaltra conclusione potrebbe essere dedotta dalle due condizioni di partenza CASO 1 entrambe le premesse,o una delle due sia FALSA, e la relazione data dallinferenza sia valida molto importante distinguere il problema della verit si riguarda le singole affermazioni da quello della VALIDIT , che riguarda il rapporto costruito dal sillogismo, cio dallinferenza P1 = tutti e solo gli uomini sono mortali premessa falsa P2 = Nerone non un uomo pu essere falsa e ci si riferisce allimperatore, vera se Nerone fosse il nome di un cane C = Nerone non mortale il sillogismo comunque VALIDO perch la conclusione deriva logicamente dalle premesse o CASO 2 PREMESSE VERE MA SILLOGISMO FALSO P1 = tutti gli uomini sono mortali la premessa diventa vera eliminando lavverbio solo P2 = Nerone non un uomo Nerone e il nome di un cane, dunque anche essa vera C = Nerone non mortale la conclusione non deriva logicamente dal ragionamento, e linferenza non valida escludendo Nerone dagli esseri umani non possibile automaticamente donati limmortalit o CASO 3 CONTROESEMPIO 2 PREMESSE VERE ARGOMENTAZIONE SCORRETTA perch CONCLUSIONE ALTAMENTE IMPROBABILE o PALESEMENTE FALSA P1 = italiani sono europei P2 = I francesi sono europei

o o

C = gli italiani sono francesi nessuna logica interna autorizza a una simile sovrapposizione tra i termini delle due premesse dunque linferenza non valida o SILLOGISMO = calcolo logico che permette di arrivare un risultato, a partire da determinate premesse se le premesse sono vere e linferenza valida, la conclusione vera, altrimenti falsa

FORMA DELLENTIMEMA (ragionamento retorico-argomentativo) o o Apparentemente analogo il sillogismo, si sviluppa da condizioni e circostanze diverse FORMA P1 = taciuta e sottintesa poich appartiene allambito delle conoscenze comuni e generiche P2 = assume forma assertiva, ma non ha validit assoluta C = la relazione che se ne deriva negra che la conseguenza sia improrogabile Siamo nellambito del POSSIBILE o PROBABILE dove il ragionamento che sorregge la forma costruisce una ARGOMENTAZIONE (non un calcolo) ARISTOTELE lo definiva un sillogismo retorico perch in esso le premesse sono verosimili nellopera Retorica dei sogni e in diverse categorie: CASO 1 1 PREMESSA + 1 CONCLUSIONE (vedi pagina 77) Ci che rimane un rigido e limportanza della volont nelle azioni umane, in funzione dei concerti di bene e male non c colpa in un atto involontario come non c merito nella costrizione CASO 2 RESA PALESE PREMESSA IMPLICITA + SENSO GENERALE RAGIONAMENTO (vedi pagina 77) Posto che gli dei sappiano pi degli esseri umani SPIEGAZIONE = se una cosa non si realizza nel caso in cui pi dovrebbe realizzarsi, evidentemente non si realizzer neppure nel caso in cui meno dovrebbe realizzarsi ENTEMEMI possono essere CONFUTATI questo non significa che il loro statuto si debole o che le affermazioni siano arbitrarie piuttosto che costituito da proposizioni non di per s evidenti, non assolute

PERELMAN OLBRECHTS TYTECA ENTEMEMI = meccanismi razionali,fondamentali e ricorrente allinterno del discorso persuasivo, usati con consapevolezza nelle situazioni pi varie Essi li includono negli argomenti che definiscono QUASI LOGICI volendo dal modo riferirsi a quegli argomenti che hanno una certa forza di convinzione, ma che non sono riducibili a dimostrazioni formali o a ragionamenti matematici

Non sempre facile distinguere tra un sillogismo e un entimema entrambi fanno uso della relazione di conseguenza logica un simile rapporto di implicazione fonda gran parte dei nostri discorsi e la natura di tale relazione determina la qualit e la modalit della comunicazione o Frequente trovare simili argomentazioni nei discorsi dei testi letterari ESEMPIO racconto di Italo Svevo La novella del buon vecchio e della bella fanciulla (1923-28) (vedi pagina 78) SITUAZIONE NARRATIVA: il protagonista avuto una relazione con una giovane bella ragazza ora, vecchio e malato, si scontra con le obiezioni dellinfermiera privata, se vera, gelosa e a suo modo affettuosa, poich le sue opinioni non non vengono accettati dal comune buonsenso infermiera: solo cinque mesi fa lei era giovane vecchio: sono passati solo cinque mesi? cont quel periodo di tempo e dubit di essere vecchio essendo stato tanto giovane e cinque mesi prima IRONIA INFERMIERA si genera dalla sovrapposizione tra la considerazione del tempo cronologico ed esterno, con il tempo interiore, personale o indipendente PARADOSSO deriva dallo scontro tra la progressione consequenziale del pensiero del vecchio e levidenza della realt punto di riferimento oggettivo esterno = ostacolo contro il quale si misura la riflessione del protagonista, fondata su una assoluta coerenza logica P1 = la relazione con la fanciulla sintomo di giovent P2 = la relazione con la fanciulla risale a cinque mesi prima C = cinque mesi prima era dunque giovane il ragionamento deduttivo e valido perch coerente e logico VERITA P1 messa in dubbio dalla donna e condannata il vecchio pone quella premessa alla base della sua concezione della senilit relativa e indipendente da meri fattori cronologici ARGOMENTAZIONE non un calcolo e la molteplicit di punti di vista prodotta proprio da una diversa interpretazione del discorso SILLOGISTICO X VECCHIO FALSO e ASSURDO X INFERMIERA

2.2 I soggetti della comunicazione TRATTATO PREMAN OLBRECHTS TYTECA vuole avviare un processo di rivalutazione della retorica a partire il concetto di VEROSIMIGLIANZA o CAMPO ARGOMENTAZIONE comprende la maggior parte dei nostri ragionamenti ad esclusione della certezza razionale, che veniva dalla dimostrazione SCOPO ORATORIA = ADESIONE ALLE MENTI (si staccano dalla concezione della retorica classica e poneva come obiettivo la persuasione) Non solo il discorso parlato e oggetto del loro studio, ma anche e soprattutto i testi scritti

I concetti di ORATORE e UDITORIO si delineano come fondamentali allinterno di una teoria generale dellargomentazione latto comunicativo funzione tanto di colui da cui origine il discorso, quanto di colore quali egli si rivolge

INTRODUZIONE TRATTATO viene messo in evidenza un principio imprescindibile della comunicazione SCRITTA o RETORICA TRADIZIONALE da questa si conserva lidea di uditorio che si evoca immediatamente quando si pensa ad un discorso o Ogni discorso si rivolge a un uditorio, ma vale anche per qualsiasi testo scritto o DISCORSO concepito in funzione diretta delluditorio lassenza materiale dei lettori pu far credere allo scrittore dessere solo un mondo, sebbene la sua pagina condizionata da coloro i quali intende rivolgersi ARGOMENTAZIONE si sviluppa tra i 2 soggetti che presiedono la comunicazione o Poich argomentare = influire per mezzo del discorso sullintensit delladesione di un UDITORIO a determinante tesi ORATORE deve essere riconosciuto come tale da chi lo ascolta occorre avere qualche qualit per prendere la parola o In alcune situazioni loratore autorizzato della sua funzione stessa in altre una la regolamentazione in ordine alla gestione del discorso o QUALIT di ORATORE appaiono pi chiaramente allorch largomentazione e sviluppata da un oratore che si rivolge verbalmente a un uditorio piuttosto che quando contenuta in un libro messo in vendita

VINCOLO CHE LEGA RECIPROCAMENTE ORATORE e UDITORIO o ORATORE mira ad ottenere ladesione di coloro ai quali si rivolge largomentazione nel suo insieme e relativa alluditorio sul quale si vuoi influire Non si delinea come una figura indipendente, n come un principio primo dal quale tutto deriva Viene a occupare una POSIZIONE RELAZIONALE che non ne sminuisce affatto il valore, perch continua a costituire lorigine del discorso, ma lo colloca in una DIMENSIONE DIALOGICA Loratore deve adattarsi alluditorio, senza il quale non avrebbe senso lui stesso

UDITORIO e insieme di coloro sui quali lautore vuole influire per mezzo della sua argomentazione la circostanza particolare ne determina di volta in volta la fisionomia TRATTATO parla di uditorio inteso come COSTRUZIONE DELLORATORE, fondata non tanto sulle motivazioni soggettive, quanto sullanalisi dei possibili effetti = ci che comporta a chi voglia effettivamente persuadere degli individui concreti che la costruzione delluditorio non sia inadeguata lesperienza CONOSCENZA DELLUDITORIO che ci si propone di convincere = presupposto necessario per il buon esito del discorso

PUBBLICO NON OMOGENEO quello che capita il pi delle volte in questo caso non solo la conoscenza delluditorio da parte delloratore unoperazione complessa MA egli non organizzare la sua argomentazione in funzione di tale variet di ricezione e ci implica: X ORATORE Lo spostamento continuo e la natura del discorso X UDITORIO il compito di decidere del carattere convincente di unargomentazione

TRIPARTIZIONE TIPOLOGIA UDITORI

1. UDITORIO UNIVERSALE o o Non definito spazio-temporalmente Implica un consenso pressoch UNANIME La verit oggettiva e assoluta sarebbe relativa ad una universalit davvero totalizzante MA largomentazione, per sua natura, nega una simile condizione ci che ogni oratore immagina corrisponda a tale concetto, cosicch anche lestensione delluniversale ridotta alle condizioni reali entro le quali pu avvenire la comunicazione CONFINE tra un uditorio universale e un uditorio concreto = non rigido proprio perch il concetto di universalit riferito a un pubblico ha sempre dei LIMITI e delle DETERMINAZIONI

2. INTERLOCUTORE UNICO o o largomentazione davanti a UN SOLO interlocutore e frequentemente si trasforma in un DIALOGO a volte pu diventare lincarnazione del uditorio universale poich questa rimane laspirazione del oratore ma effettivamente non si tratta mai di quelluniversale, bens lincarnazione di un uditorio specifico ed una tecnica che si ritrova in tutto il corso della storia letteraria e politica pi frequentemente nel dialogo abituale gli interlocutori estendono semplicemente a persuadere il loro uditorio con lo scopo di determinare una azione immediata o futura il piano pratico su cui si sviluppa la maggior parte dei nostri dialoghi quotidiani

3. DELIBERAZIONE INTIMA o o una SPECIE PARTICOLARE DI ARGOMENTAZIONE analogo ai precedenti, ma gli ragionamenti e le motivazioni sono rivolti a se stesso, per convincersi di una tesi, per confermare una scelta, o per decidere, valutando argomenti a favore o contrari argomentazioni successive a una decisione intima possono assumere lo stesso valore di un discorso rivolto a un uditorio particolare o determinato queste costituiscono LA CONFERMA A POSTERIORI

legittimo che chi ha acquistato un certo convincimento lo voglia confermare a se stesso e soprattutto di fronte agli attacchi che possono venirgli dallesterno normale che prende in considerazione tutti gli argomenti suscettibili di rafforzarlo le nuove ragioni possono intensificare la convinzione, proteggerla contro alcuni attacchi ai quali da principio non si era pensato

RECIPROCIT DEI RAPPORTI TRA GLI ELEMENTI DELLA COMUNICAZIONE o ARGOMENTAZIONE = funzione delluditorio la quale ci si rivolge o ORATORE = deve adattarsi alluditorio o GENERE DEL DISCORSO seleziona il pubblico o DEFINIZIONE DI UDITORIO strettamente dipendente dal progetto delloratore, ma largomentazione determina a sua volta luditorio la questione si complica quando si tratta delluditorio dello SCRITTORE perch i lettori non possono essere individuati con certezza, pur costituendo sempre lincarnazione di un uditorio particolarmente determinato

SITUAZIONE LETTERARIA implica una articolazione particolare relativamente alle rapporto comunicativo sia per quanto riguarda colui che parla, sia per quanto riguarda colui che legge o REBOUL la prima domanda da porsi in presenza di un testo chi parla? o NATURA TESTO LETTERARIO mostra rispetto al discorso delloratore,1 fondamentale differenza nella dissociazione dellemittente AUTORE detiene il ruolo della CREAZIONE, egli la persona reale che progetta il testo e la realizzata verso la scrittura colui che decide stile e struttura formale offre al pubblico un prodotto VOCE NARRANTE non corrisponde a quella dellautore: nella infinita variet di modulazioni enunciative che il testo letterario pu offrire la voce narrante e sempre distinta dallo scrittore DISTANZA MINIMA = autore e voce narrante che quasi coincidono DISTANZA MASSIMA = autore e voce narrante e separati totalmente OPERAZIONE DI SCRITTURA prevede per sua natura una mediazione che colloca il mondo costruito dalla finzione in un universo di INVENZIONE nel quale compreso anche il soggetto enunciativo che parla nel testo questa DISTANZA INELUDIBILE che permette la comunicazione letteraria

SCRITTURA = OPERAZIONE RIFLESSA che implica latto della creazione di un mondo parallelo e distinto da quello reale o PROPOSTA DELLAUTORE a LETTORE fondata sulla CONDIVISIONE della storia UNIVERSO DIEGETICO progettato e inventato oggetto del discorso o LETTORE accettare tale offerta dellautore, comporta limpegno della lettura

RICEZIONE MODALITA COMUNICATIVA LETTERARIA produce un intreccio di livelli

AUTORE = figura evocata dal testo, non una vera presenza, e in virt del testo letterario stabilisce un RAPPORTO DIALOGICO AUTORE LETTORE interazione che rende ugualmente necessari i soggetti di tale comunicazione LETTORE non semplicemente un termine passivo leggendo,decide di accettare la proposta, decodifica il testo, conferisce significato a un atto enunciativo che rimarrebbe privo di scopo se non ci fosse un interlocutore,1 individuo disposto a collaborare con lautore perch la storia ri-creata diventi la sua esperienza di lettura

1947 SASTRE METAFORA TROTTOLA- CONDIZIONE DI ESISTENZA DELLOPERA o OGGETTO LETTERARIO = TROTTOLA CHE ESISTE QUANDO IN MOVIMENTO Per fare nascere la trottola occorre un atto concreto che si chiama LETTURA e dura quanto la lettura pu durare Non vero che si scrive per s, sarebbe il peggiore smacco proiettando le proprie emozioni sulla carta si riuscirebbe appena prolungarle di poco ATTO CREATORE = un momento incompleto e astratto nella produzione di unopera se lautore fosse solo, potrebbe scrivere finch vuole, ma lopera come oggetto non verrebbe mai alla luce, e lo scrittore doveva abbandonare la penna e di sperare OPERAZIONE DELLO SCRIVERE implica quella di leggere come proprio correlativo dialettico questi due atti distinti comportano due agenti distinti Solo sforzo congiunto dellautore e del lettore far nascere quelloggetto concreto e immaginario che lopera dello spirito larte esiste per gli altri o per mezzo degli altri

SCRITTURA LETTERARIA chiama in causa un interlocutore che attiva il processo comunicativo secondo le forme di una collaborazione dialogica nel momento della ricezione da parte del lettore lopera trova il compimento cui era fin dallinizio destinata o SCRITTURA + LETTURA si integrano e si compensano La polarit che sorregge la dinamica del testo ha origine nel progetto letterario in cui gi iscritta limmagine di un lettore elettivo o PERELMAN parla a questo proposito di UDITORIO PRESUNTO = ossia lattesa dello scrittore nei riguardi del suo pubblico di lettori La natura retorica del testo letterario conduce verso conseguenze importanti di non facile soluzione: La questione della responsabilit Il problema dellinterpretazione

2.3 Latto enunciativo

COME si manifesta lautore nel discorso il problema della ENUNCIAZIONE la modalit dellenunciazione un argomento principe dellanalisi retorica ASIMMETRIA FRA INTERLOCUTORI (se uno dei 3 criteri del ri-uso) stabilisce un rapporto di superiorit dellautore rispetto al destinatario, perch questultimo non pu rispondere sullo stesso piano dellautore. o Proprio tale ASIMMETRIA la condizione affinch si realizzi la comunicazione allinterno di una situazione che, seppur dialogicamente impostata, non pu che prevedere un parlante ricevente

LETTERATURA VERSANTE AUTORIALE la responsabilit della parola comporta certamente come conseguenza importante IL PRINCIPIO DI PATERNIT = un presupposto fondamentale tra ele regole del comportamento letterario perch quando il lettore fruisce il testo ci che legge e sempre il discorso di un altro lindividuo responsabile del discorso pronunciato evocato dal testo e a lui, bisogna fare riferimento o PATERNIT = LEGITTIMAZIONE che GARANTISCI IL GIOCO COMUNICATIVO LETTERATURA - VERSANTE DIEGETICO riguarda le parole pronunciate ATTO ENUNCIATIVO = rappresenta il progetto letterario della mente creativa e immette il lettore nel mondo della finzione, allinterno del quale le strategie discorsive governano retoricamente il dialogo ATTO DELLA LETTURA costituito da o Il discrimine tra realt e finzione o Il discrimine tra il mondo dellautore e del lettore intesi come individui empirici o Luniverso dei soggetti narrativi o poetici LETTORE vive una nuova esperienza, poich la fruizione e ha il potere di renderla non meno vera o non meno autentica della sua propria realt o COLERIDGE SOSPENSIONE DELLINCREDULIT = lio leggente accetta quella proposta e decide di seguire o di credere alle verit finteche le parole scritte gli propongono Una realt VARIA, UN MONDO POSSIBILE, costituito da infinite sfaccettature a cui il linguaggio conferisce appunto forma ed esistenza o BERTONI (docente di critica letteraria e letterature comparate) la differenza tra realt e finzione letteraria sta allora nella natura dei rispettivi atti linguistici FRASI DEI ROMANZI non sono asserzioni su uno stato di cose illusorio MA sono finte asserzioni su uno stato di cose (tenuto per ) reale VERIT cio che assumiamo noi per verit Il mondo finto non si sovrappone a quello vero, MA ne riflette alcuni aspetti, soprattutto se si appropria del suo linguaggio per indicare al suo interno gli statuti del discorso, e per non dimenticare mai la sua inestricabile connessione con i soggetti che lo fanno vivere

ATTO ENUNCIATIVO permette il dialogo extradiegetico tra autore e lettore e al contempo costruisce il mondo verosimile dellinvenzione letteraria

VEROSIMIGLIANZA un concetto vasto che non implica nessuna gerarchia a priori nei diversi livelli di vicinanza o lontananza della rappresentazione rispetto al vero ENUNCIATI FINZIONALI Da un lato sono sempre finti poich nessun fondamento ontologico pu essere dato a un mondo costruito solo dal linguaggio Dallaltro lINVENTIO narrativa e poetica trova il suo fondamento e la sua origine nella realt del suo autore (storica, coscienziale o mentale, poco importa)

MODALIT DELLENUNCIAZIONE trovano ragione in questa separazione MA anche nella zona che collega i due universi: REALE e INVENZIONE o 1978 CALVINO nel saggio I LIVELLI DELLA REALT IN LETTERATURA (ora incluso in Una pietra sopra) questi livelli possono incontrarsi, saldarsi, mescolarsi e numerose sono le opere che riflettono sulla modalit della propria costruzione rendendo espliciti e talora tematizzando proprio gli elementi dialogici dellenunciazione e i materiali di cui sono composte 1971 VITTORIO SERENI poesia NICCOLO (in Stella Variabile , 1981) IO LIRICO si rivolge ad un amico nel giorno della sua morte, per fissarne il ricordo nei versi Lamico appunto Niccol Gallo (vedi pag. 86) Nel momento in cui l io lirico si rivolge a un personaggio identificato dallesperienza di riferimento alla propria realt affettiva, introduce nei versi la forma linguistica delle relazioni dialogiche della struttura poetica. tu falsovero dei poeti si riflette limmagine dellinterlocutore, chiamato in causa dallautore e sottoposto alle modalit di rappresentazione pi diverse RELAZIONE ASIMMETRICA tra il soggetto dellenunciazione + io leggente lautore esplicita i presupposti della struttura argomentativa e individua nella MODULAZIONE DEL TU un elemento costitutivo del discorso poetico RAPPORTO VERITA- FINZIONE nega un limite preciso ed emerge proprio nella qualit dellaggettivo FALSOVERO il contrasto implicito annulla il discrimine tra il luogo della finzione letteraria e il suo contesto extratestuale non certo con lintento di negarne il contatto, MA al fine di ridurne la possibilit di una aprioristica e stabile determinazione NELLATTO CREATIVO lIO LIRICO si rivolge a un Niccol empirico e realmente vissuto, ma il pronome si seconda persona singolare continua a collocarsi nella zona del falsovero perch nel testo non pu essere inclusa nessuna nozione extratestuale Lautore fornisce segnali della relazione, ma nel momento in cui stabilisce il contatto tra il generico tu e un uomo niente affatto inventato, tematizza nei versi lo statuto precario di tale riferimento

SE lesperienza un presupposto della creazione letteraria, i due ambiti rimangono separati perch a scrittura non pu sostituire in alcun modo lesistenza reale

1349-1351 BOCCACCIO DECAMERON ( =10 giorni) esempio di RETORICA DELLENUNCIAZIONE in cui latto del racconto viene riprodotto nei diversi livelli del testo 100 novelle la cui STRUTTURA NARRATIVA prevede: Narratore che racconta una storia entro la quale dieci altri narratori raccontano le novelle; CORNICE introduce e conclude una giornata, generando un racconto a sua volta e dando luogo a un rapporto di DIPENDENZA BIUNIVOCA tra i livelli stessi della narrazione NOVELLE di per s indipendenti, realizzano il loro significato in funzione del piano generale e la CORNICE agisce con esse Coesistono due MODALIT apparentemente contrastanti FORTE UNILATERALIT a livello STRUTTURALE che costituisce un disegno organico e geometricamente rappresentabile NARRAZIONE POLIFONICA che attraversa generi e stili differenti veicolando punti di vista che prescindono assolutamente da una determinazione a priori Allinterno, riflessioni sullarte del racconto, considerazioni meta letterarie, un coacervo di registri espressivi (pag. 87 INTRODUZIONE alla 1 giornata) IMMAGINE di un pubblico PRIVILEGIATO alle donne che amano IO NARRANTE si rivolge per offrire un supremo conforto alle sofferenze e al dolore INTRODUZIONE = luogo nel quale il narratore spiega le ragioni e le circostanze che costringono 10 narratori a condividere un soggiorno fuori Firenze per fuggire al terribile pericolo della peste DIALOGO NARRATORE PUBBLICO si apre sotto il segno di un offerta: ATTO ENUNCIATIVO compie un autoriferimento anticipando leffetto sul lettore (iniziale sconforto per il ricordo della pandemia) MA promettendo un sicuro godimento estetico SIMILITUDINE con il PERCORSO ACCIDENTATO e FATICOSO a cui assicura seguir soddisfazione di un bellissimo e dilettevole piano accentua il piacere dellattesa questa lARGOMENTAZIONE con la quale lIO narrante dialoga direttamente con i suoi interlocutori, affinch limmagine evocata corrisponda a un invito alla lettura Se lazione stessa del racconto riprodotta a vari livelli del testo, lenunciazione costruisce una serie di relazioni tra lordine diegetico e quello extradiegetico, rivolgendosi: ora ai destinatari reali,

ora delegando il suo ruolo di AUCTOR ai 10 narratori interni MICHAIL BACHTIN (filosofo e critico russo, 1895-1975) pone al centro dei suoi saggi la QUESTIONE DELLENUNCIAZIONE e polemizza con HUMBOLDT e VOSSLER (filologi tedeschi XIX sec) il fatto che alcuni studi e posizioni conferivano un ruolo accessorio alla funzione comunicativa o LINGUISTICA BACHTINIANA muove dalla dimensione della PAROLE, della MODALIT PRATICA e non astratta dello scambio verbale o Se il linguaggio corrisponde allesigenza che luomo ha di esprimersi, questo atto di parola non si pu esaurire nellambito del soggetto che parla e delloggetto enunciato o PROCESSO VERBALE da intendere come una fondamentale forma di comunicazione, come un rapporto dinamico che coinvolga in modo attivo entrambi i soggetti ASCOLTANTE percependo e comprendendo il significato linguistico di un discorso, contemporaneamente assume nei riguardi di esso una posizione responsiva attiva EMITTENTE il parlante orientato proprio verso questa comprensione attivamente responsiva: egli aspetta non una comprensione passiva che, per cos dire, faccia una copia del suo pensiero nella testa altrui, ma risposta, consenso, simpatia, obiezione esecuzione

CONCETTO DI ENUNCIAZIONE x BACHTIN costituisce LUNITA REALE della comunicazione verbale ed determinata spazio-temporalmente dai soggetti parlanti Essa da luogo al DISCORSO, che sarebbe inesistente senza latto enunciativo NATURA ENUNCIAZIONE dipende dal RUOLO della RICEZIONE, perch essa priva di compiutezza se si annulla la possibilit di rispondere CONFINI DELLE VARIET DI ENUNCIAZIONE Sono determinati dalla ALTERNANZA DEI SOGGETTI DEL DISCORSO = ALTERNANZA DEI PARLANTI

Ogni enunciazione ha: 1. Un INIZIO ASSOLUTO prima dellinizio ci sono le enunciazioni degli altri 2. Una FINE ASSOLUTA dopo la fine ci sono le enunciazioni responsive degli altri (almeno la tacita comprensione attivamente responsiva dellaltro o, infine, lazione responsiva fondata su questa comprensione) PARLANTE finisce la sua enunciazione per passare la parola ad un altro o dar luogo alla sua comprensione attivamente responsiva ENUNCIAZIONE non costituita esclusivamente di parole, intese quali segni linguistici o oggetti neutri, bens in quanto unit di base della comunicazione si identifica con la possibilit dellattribuzione di senso ed : AMBITO DEL CONTATTO tra: SISTEMA LINGUISTICO REALT

DINAMICA VERBALE grazie alla quale conferiamo un significato a quei simboli che senza lattivit degli interlocutori sarebbero solo forme vuote

RETORICA = disciplina fondata essenzialmente sulla DINAMICA COMUNICATIVA che connette lo studio di atti LOCUTIVI a quello di ATTI RICETTIVI o BACHTIN indice essenziale e costitutivo dellENUNCIAZIONE il suo RIVOLGERSI a qualcuno, il suo AVERE UN DESTINATARIO a differenza delle unit significanti della lingua (parole + preposizioni) che sono impersonali e non appartengono a nessuno, non hanno destinatario ENUNCIAZIONE ha un AUTORE e un DESTINATARIO Soltanto il contatto tra il SIGNIFICATO LINGUISTICO e la REALTA CONCERETA, che avviene nellenunciazione genera la scintilla dellespressione scintilla che non c nel sistema della lingua, n in una realt oggettiva, fuori di noi Emozione, valutazione, espressione sono ESTRANEE ALLA PAROLA DELLA LINGUA nascono nel processo del suo uso vivente nellenunciazione creativa

2.4Gli oggetti dellaccordo. Le presunzioni, i luoghi. Rapporto dialogico tra i soggetti parlanti deriva da qui la necessit di un ACCORDO affinch si realizzi la comunicazione PERELMAN e OLBRECTHS TYTECA la base di partenza dei ragionamenti costituisce le premesse di una argomentazione e presuppone laccordo delluditorio o SCELTA DELLE PREMESSE portatrice di un valore argomentativo e nel momento in cui tali premesse devono servire come fondamento alla costruzione del suo discorso, il mittente (oratore o scrittore) fa assegnamento sulladesione dei suoi uditori alle proposizioni dalle quali partito MA tale adesione gli pu essere rifiutata CONDIZIONE PER LO SCAMBIO COMUNICATIVO principio di partenza, OGGETTO di accordo tra le parti, poich ogni comunicazione nasce da una circostanza determinata, MA da tale principio possibile dissentire OGGETTO = premessa del discorso che sar probabilmente una controversia largomentazione non un discorso sul quale tutti devono essere daccordo, Ma un discorso gestito da norme, regolato da ruoli, una persuasione ragionata, che esclude, in quanto tale, luso della violenza

La posizione degli interlocutori non assicura sempre un dialogo paritario anzi LASIMMETRIA NELLA SITUAZIONE LETTERARIA = impossibilit del lettore di rispondere sullo stesso piano allautore ci che permette la comunicazione o NATURA MONOLOGICA della SCRITTURA apre la possibilit del dialogo

ORATORE si pone frequentemente nella situazione di obbligare il pubblico allascolto, ma la natura del discorso si fonda comunque su ipotesi e presupposti condivisi o condivisibili

CLASSIFICAZIONE di PERELMAN e OLBRECHTS-TYTECA DEGLI OGGETTI DI ACCORDO sono raggruppati innanzi tutti in due grandi categorie: 1. RELATIVA al REALE a. Se largomentazione si fonda sul reale, significa che le premesse possono essere fatti, verit, presunzioni b. Il discorso caratterizzato da una pretesa di validit per luditorio universale 2. RELATIVA al PREFERIBILE a. Le premesse comprendono valori, gerarchie, luoghi b. Il discorso in questo caso non si riferisce ad una realt preesistente, ,ma legato a un punto di vista determinato, identificabile con quello delluditorio particolare

PREMESSE RELATIVE AL REALE o FATTO + VERIT corrispondono alle premesse di unargomentazione, non hanno bisogno di alcuna giustificazione perch il loro statuto forte ladesione delluditorio un presupposto dellargomentazione stessa perch ne il fatto ne la verit possono essere smentiti PRESUNZIONI sotto a fatti e verit nella scala delle certezze, godono di accordo universale MA ladesione dellinterlocutore non massima sul piano argomentativo, la presunzione una premessa interessante: condivisibile ma non assoluta, generalmente accettata ma non vera essa apre lambito alla VEROSIMIGLIANZA Non detto che sia cos ma probabile che tutti ne riconoscano il principio questa lorigine di una presunzione e non a caso, talvolta rappresenta anche la sede dellironia che irride il senso comune CONCETTO DI NORMALE = una presunzione che costituisce un frequentissimo punto di partenza per unargomentazione si suppone che tutti intendano e considerino normali alcuni presupposti o alcuni comportamenti NORMALE= un tipo di accordo che pu essere tanto forte e radicato perch appartiene alla consuetudine, allabitudine, ma non un dato oggettivo Piuttosto relativo al sistema di riferimento, al gruppo di appartenenza, alla situazione sociale e culturale che lo determina Quando la percezione NON percepita come normale o come consueta, DEVE ESSERE SPIEGATA o GIUSTIFICATA

DISCORSO che implica una presunzione necessaria INCIPIT di FRANCESCO ORLANDO de GLI OGGETTI DESUETI NELLE IMMAGINI DELLA LETTERATURA due sono i principali motivi di interesse:

1. Lautore enuncia loggetto della sua ricerca come una dichiarazione di intenti, esplicita le motivazioni e anticipa le possibili obiezioni del lettore laccordo da cui prende avvio la sua argomentazione corrisponde allatto di rendere palesi le basi dei ragionamenti che seguono 2. La necessit stessa di spiegare conduce Orlando a lasciare implicita una presunzione quella di non ritenere normale che possa essere oggetto di attenzione e in particolare di attenzione letteraria una lunga e dettagliatissima analisi delle immagini di rovine, rarit robaccia, cose desuete o o o il rapporto tra uomo-cose occupa in ci che chiamiamo letteratura un posto ben pi imponente di quanto siamo soliti pensare La vera scoperta lovviet inosservata, ci che risaputo e non ancora detto Si trattava di accorgersi della straordinaria fortuna letteraria delle cose inutili o invecchiate o insolite, della rappresentazione di esse rispetto alla rappresentazione di cose utili o nuove o normali in letteratura La volont di trovare il contatto con il lettore, argomentando le proprie ragioni, parte proprio dallatto di mettere in campo gli oggetti di questo accordo PRESUNZIONE che rimane implicita quella della scarsa rilevanza della materia che lautore contrasta affermando assolutamente lesistenza della questione IN RILIEVO la natura materiale delloggetto di ricerca e di conseguenza lo scatto che vuole smentire una consuetudine (=linteresse della critica si sempre rivolto alle dimensioni pi astratte, concettuali del testo, NON ALLE COSE FISICAMENTE dentro limmaginario piano della realt dei testi letterari) PER TANTO NON NORMALE considerare e soprattutto conferire valore agli oggetti desueti, MA lofferta che Orlando propone al lettore quella di RIFORMULARE la propria PRESUNZIONE di lettura per partire almeno dallipotesi che il rapporto tra luomo e le cose occupa in letteratura un posto ben pi importante di quanto pensiamo di solito CHE una scoperta si sovrappone a ci che finora stato considerato formale e dunque una nuova presunzione comporta lacquisizione di un diverso punto di vista se le premesse non sono accettate, come insegna la retorica, non pu avere inizio il rapporto comunicativo

PRESUNZIONE stata materia di analisi in diversi ambiti di studi sul linguaggio stata chiamata pi frequentemente PRESUPPOSIZIONE e costituisce, come nel TRATTATO DELLARGOMENTAZIONE, un implicito la cui verit viene data per scontata da chi accetta come appropriato il proferimento di un certo enunciato o DIFFERENZA INTERESSANTE tra due nozioni collegate, ma appartenenti ad ambiti diversi: PRESUPPOSIZIONE SEMANTICA concetto semantico si spiega esclusivamente allinterno del linguaggio, nella connessione tra proposizioni PRESUPPOSIZIONE PRAGMATICA secondo la concezione pragmatica un atteggiamento proposizionale, cio tra soggetti che, in quanto partecipanti di uno scambio comunicativo agiscono in funzione di un terreno comune

Presupposizione semantica di P = enunciato Q deve essere vero affinch sia P che NON-P possano essere veri o P presuppone semanticamente Q o Q presuppone semanticamente che ci che presupposto vero sia che P sia vero o falso 1892 FREGE (filologo tedesco, 184-1925) introduce il concetto di presupposizione, discutendo la forma logica di un enunciato come KEPLERO MOR IN MISERIA o Sostiene che quando si afferma qualcosa, sempre implicita una presupposizione (il nome KEPLERO designa qualcosa) NEGANDO la presupposizione e ottenendo lenunciato Keplero NON mor in miseria la presupposizione suddetta rimane vera e necessaria Nellenunciato infatti non contenuto il pensiero che il nome designi qualcosa perch la sua negazione dovrebbe portare con s anche la negazione della denotazione Keplero non mor in miseria, oppure Keplero privo di denotazione

1973 ROBERT STALNAKER (filosofo USA) teorico della NOZIONE PRAGMATICA di PRESUPPOSIZIONE o Essa riguarda la condizione perch avvenga la comunicazione, investe linsieme della condivisione tra soggetti che fanno parte della situazione linguistica in questo senso si dice che gli uomini, anzich gli enunciati o le proposizioni abbiano o facciano delle presupposizioni o PRESUPPOSIZIONI = proposizioni che sono SUPPOSTE implicitamente prima che la relativa operazione linguistica sia effettuata

PREMESSE RELATIVE AL PREFERIBILE o VALORE laccordo in questo caso consiste nellammettere che un oggetto concreto o ideale deve esercitare sullazione una determinata influenza della quale si pu fare uso in una argomentazione QUESTIONE FONDAMENTALE il punto di vista veicolato da una simile premessa non si impone a tutti, ne da tutti implicitamente accettato Che siano valori morali o istituzionali, valori tradizionalmente riconosciuti o assoluti (il vero, il bello, il bene) NON POSSONO PRETENDERE UN ACCORDO UNIVERSALE VALORI possono avere uno statuto forte, MA ladesione sempre relativa a gruppi particolari lesistenza di valori come oggetti di accordo che permettano una comunione su particolari modi di agire legata allidea della molteplicit dei gruppi ANTICHI secondo loro gli enunciati concernenti quelli che noi chiamiamo valori,nella misura in cui non erano trattati come verit indiscutibili, erano conglobati insieme ad ogni specie di affermazioni verosimili nel gruppo indifferenziato delle OPINIONI

o o

GERARCHIE sono considerate nel Trattato come organizzazione di alcuni valori LUOGHI caselle virtuali o le rubriche entro le quali loratore pu reperire materiale per il suo discorso Si tratta di una concezione spaziale della retorica che, identificando i luoghi con i contenenti ma allo stesso tempo con i materiali stessi dellargomentazione distingue due grandi classi: I LUOGHI COMUNI generici e proponibili a un pubblico potenzialmente universale I LUOGHI SPECIFICI si rivolgono a un pubblico circoscritto Non un automatismo che sta alla base dellatto di ritrovamento della materia da trattare per il soggetto che enuncia il discorso, necessario porre delle domande che avviano la fase della INVENTIO

LAUSBERG classificazione LOCI come rispettive idee ritrovate per mezzo di queste domande che si chiamano: LOCUS A PRESONA QUIS LOCUS A RE QUID LOCUS A LOCO UBI LOCUS AB INSTRUMENTO QUIBUS AUXILIIS LOCUS A CAUSA CUR LOCUS A MODO QUOMODO LOCUS A TEMPORE QUANDO Non va confuso in retorica il significato corrente che si da oggi a questo termine nel linguaggio ordinario LUOGO COMUNE = si identifica con lopinione resa banale e fastidiosa dal generale abuso ARISOTELE nei TOPICI indicava i luoghi comuni = premesse alle argomentazioni, e in particolare premesse ai sillogismi ed entimemi quindi ragionamenti dialettici e retorici NOZIONE DI LUOGO = PRINCIPIO CARDINE per la retorica perch implica un valore argomentativo fondamentale i luoghi costituiscono un arsenale indispensabile al quale chi vuole persuadere altri dovr per forza attingere Non appartiene esclusivamente allINVENTIO MA interessa anche le altre parti della retorica difficili da circoscrivere e definire

IPOTESI DI PERELMAN raggruppa i luoghi entro 6 CATEGORIE funzionali nella pratica letteraria la valenza di tali argomenti pu essere sfruttata in modo diretto, o violata e capovolta per produrre effetti paradossali

1. LUOGHI DELLA QUANTIT Afferma che una cosa vale pi di unaltra per ragioni quantitative TUTTO vale pi della PARTE tale superiorit applicabile sia ai valori positivi che a quelli negativi

SUPERIORIT di quanto ammesso dalla maggioranza costituisce il fondamento di un principio essenziale nella societ civile LA DEMOCRAZIA ESEMPIO 1881 incipit dei MALAVOGLIA, VERGA il numero dei componimenti della famiglia uno dei motivi tematici da cui si origina lazione o Sassi sulla strada = una misura quantitativamente incalcolabile rispetto allesiguit dei protagonisti (vedi pag. 96)

2. LUOGHI DELLA QUALIT frequentemente il contrario del precedente diventa rilevante quando contesta la maggioranza, il numero, affermando la qualit sulla quantit Conseguenza limite della qualit la valorizzazione dellunico, come incomparabile, originale o irripetibile VITANGELO MOSCARDA RAGIONAMENTI SUL CONCETTO DI UNICO in UNO, NESSUNO, 100.000 (1925) PIRANDELLO o La riflessione sulla modalit della percezione soggettiva e sulle conseguenze inquietanti che essa comporta, induce il protagonista pirandelliano a definire un IO SEPARATO da s e dalle maschere consuete o IO irrelato ed estraneo rispetto a tutto ci che stato finora una dimensione antinomicamente unica perch aliena da ogni sguardo, dunque impossibile (vedi pag 96)

3. LUOGHI DELLORDINE Afferma la superiorit dellanteriore sul posteriore, dei principi rispetto alle applicazioni concrete LEOPARDI operetta STORIA DEL GENERE UMANO , 1827 si fonda sul luogo dellOrdine o SU un principio di disposizione temporale si sviluppa il racconto mitologico calato allinterno della prosa di finzione, che da un lato invoca larmonia imperturbabile di unepoca antica, dallaltro ne decreta inesorabilmente la fine o VOCE NARRANTE dalla prima et delluomo passa in rassegna le epoche del genere umano attraverso tale scansione epocale, ogni et segue il percorso di una parabola, con una fase ascendente e una discendente (vedi pagg. 96-97)

4. LUOGHI DELLESISTENTE Sostiene la superiorit di quanto esiste, di quanto attuale e reale, sul possibile, sulleventuale, sul virtuale, e perfino sullimpossibile BARONE DHOLBACH (illuminista 700esco) conduce una serrata polemica contro ogni forma di spiritualismo e di deismo, in nome delle funzioni fondamentali della materia e della ragione 1772 IL BUON SENSO la sua opera maggiore e la sorregge una morale atea o Presenta una successione di tesi che sviluppa comprovandone i risultati sul piano della dimostrazione empirica, talvolta a partire dalla confutazione del contrario o Il valore di ci che esiste prevale nelle sue argomentazioni in maniera assoluta sulla chimera della spiritualit

(vedi pag. 97) 5. LUOGHI DELLESSENZA non un concetto metafisico, MA riconosce una valore superiore agli individui che possono essere rappresentanti caratterizzati da una determinata ESSENZA il fondamento costitutivo concetto di TIPICO VICTOR HUGO si serve del luogo dellessenza, lo sfrutta lo inverte per introdurre il lettore nella vicenda de Luomo che ride 1869. o I due personaggi che compaiono nella prima pagina appartengono uno alla specie umana e laltro a quella animale MA i rispettivi nomi propri incrociano paradossalmente la natura della lo ro essenza (vedi pag. 97)

6. LUOGHI DELLA PERSONA Valorizza la DIGNIT di un individuo specifico, il suo merito, la sua autonomia PUNTO DI VISTA che in ogni caso determina la prospettiva della narrazione, si impone in maniera particolarmente evidente e DA FORMA A GIUDIZI e SIGNIFICATI 1948 ELSA MORANTE MENZOGNA e SORTILEGIO gli occhi di Elisa esaltano le caratteristiche e riflettono limmagine bellissima della madre, non solo da lei adorata, ma oggetto di ammirazione altrui o Tanto pi il gioco degli sguardi Elisa guarda gli altri che fissano la madre- colloca la donna in una situazione di mitica e reverenziale contemplazione. (vedi pag. 98)

2.5Le possibilit del ri-uso: la citazione, lallusione, la parodia 1968 ANDREA ZANZOTTO POSSIBILI PREFAZI o RIPRESE o CONCLUSIONI e una raccolta nella quale la lingua poetica apre una riflessione se stessa, soprattutto con lintento di mostrare un io che si pone in discussione, che problematizza il proprio percorso creativo e si interroga sul senso di unoperazione in atto LUOGHI METAPOETICI dove il discorso, proprio in ragione di una incerta definizione, di provvisoria formulazione, non si offre mai al lettore nella forma di una verit didascalica o di una dichiarazione auto conclusa o rintracciabile una trama di allusioni al lavoro poetico IN FIERI = alle fasi di una elaborazione che si dichiara POSSIBILE e OSCILLANTE che evoca i fasti di unarte antica, ma che al contempo afferma lestrema difficolt di pronunciarsi VERSI il trascinamento della consonante iniziale indica la titubanza di pronunciare una parola, solo balbettata, causa lincerta definizione del suo statuto CLAUSOLA DI APERTURA REPETITIA JUVANT = le cose ripetute aiutano sembra voler fare riferimento a una modalit peculiare della pratica compositiva di ZANZOTTO che esplora le possibilit della lingua attraverso la sua scomposizione

o o

Si va ben oltre la volont di ribadire unespressione un concetto latto poetico non compio la consueta operazione di selezione,ma scegliere di accumulare termini che realizzano la potenzialit della LANGUE, e la ripropone come una anomalia nei rapporti sintagmatici Una trama fittissima di iterazioni sorregge le poesie, il discorso sembra auto criticarsi, le parole si riflettono specularmente da un verso laltro, costruendo una serie infinita di rimandi, in una struttura per ripetizioni e riprese che pu rappresentare una chiave di interpretazione di un poeta che talvolta sembra solo giocare con le parole, ma mette in scena il tentativo del proprio dominio sulla lingua e sul mondo I riferimenti sono numerosi anche con la TRADIZIONE POETICA con la evocazione di due famosi versi di Leopardi di A Silvia la rappresentazione quella di un mondo degradato, a cui non pu che corrispondere un universo linguistico che alterna una lingua eletta e preziosa a espressioni basse gergali COSE RIPETUTE non producono solo piacere, la ripetizione, pi o meno deformato a rispetto alloriginale, implica una nuova esperienza, perch gli enunciati sono sottoposti a interrogazioni diverse

DIMENSIONE TEMPORALE il veicolo dellorganizzazione mentale, e costituisce un elemento fondativo nel processo della INVENTIO o TEMPO permette la connessione della logica argomentativa, dello svolgersi stesso del discorso attraverso la modalit attiva delle nostre azioni (vedi funzione delle premesse o degli oggetti daccordo) LUOGHI da qui riemergono le immagini di un danno forma, attraverso relazioni causali , a ogni nuova esperienza o MEMORIA apre una possibilit peculiare riguardo al recupero di materiali ed espressioni intersoggettive la principale responsabile della disposizione a riusare un testo, a riproporlo indipendentemente dalle circostanze in cui viene pronunciato, ascoltato o letto o Lenunciato viene estrapolato dal contesto originario e inserito in un contesto diverso linautenticit coincide con la ripetizione in una forma di RI-USO per eccellenza: LA CITAZIONE

CITAZIONE il trasferimento isola la parola o le parole pronunciate , che producono un effetto ambiguo, nella alterna dialettica tra ci che noto e riconoscibile e la costruzione di un nuovo significato: o si tratta infatti di una RIENUNCIAZIONE, poich quando si cita, lato linguistico coincide con una pronuncia in autentica, parola daltri o MORTARA GARAVELLI la citazione ha sempre uninterpretazione DE DICTO poich il fuoco sulle condizioni stesse della sua riproducibilit, se il valore di una ripetizione identica; latto che la rienuncia pu variare RIFERIMENTO DE RE/ DE DICTO sono le due letture possibili del riferimento o Ponendo lenunciato luomo che entra in quella stanza pazzo

RIFERIMENTO DE RE Se luomo si muovesse verso unaltra direzione, cio se non entrasse pi nella stanza, tale giudizio non cambierebbe perch il FUOCO sulla PERSONA il soggetto dellenunciazione dovrebbe semplicemente ricorrere a unaltra espressione che identifichi luomo RIFERIMENTO DE DICTO se a partire dallo stesso enunciato, colui che pronuncia le parole voglia intendere che chiunque entri in quella stanza pazzo risulta che indifferente lidentit delluomo MA il FUOCO sulle CONDIZIONI il motivo del giudizio sulla pazzia riguarda il fatto stesso di entrare nella stanza, non chi entra

CITAZIONE istituisce delle relazioni tra i diversi generi del discorso, da quello letterario alle linguaggio quotidiano, alla prosa filosofica, al proverbio, al messaggio pubblicitario o RI-USO lungi dallo stabilire una gerarchia di valori, ne rende fluide e dinamico il passaggio, ancorando linterpretazione al nuovo dominio, la possibilit comunicativa al consenso delluditorio

CITAZIONE x PERELMAN e OLBRECHTS TYTECA o intesa come FIGURA DI COMUNIONE perch loratore si sforza di far partecipare attivamente luditorio alla sua esposizione prendendolo a parte di essa, sollecitando il suo concorso, assimilandosi a lui o RICONOSCIMENTO importante di fronte ad una citazione, che altrimenti non si individua come tale, e quanto le implicazioni semantiche e pragmatiche delle parole riportate emergano in maniera inestricabile dal livello sintattico AZIONE SIGNIFICANTE consiste: da una parte, nel riferimento a un enunciato gi detto e quindi a un nuovo livello semantico; dallaltra, nella variabilit degli elementi in gioco, a cominciare dal soggetto che parla se nella sua identit un costrutto e ripronunciato, non pu che sottoporre ai criteri e ai modi del ri-uso il senso e la legittimit della sua interpretazione

2009 GIANFELICE PERON (docente di filologia romanza) o RIPETIZIONE + ALLUSIONE sembrano essere le due operazioni fondamentali,attorno alle quali ruota il significato stesso della citazione o CITAZIONE pu essere un modo sottolineare leccellenza con la quale una certa immagine un certo concerto sono stati espressi, si pu rivestire di sfumature parodiche e ironiche, indica un rapporto di intertestualit e allelusivit di inclusione, di MEMORIA in senso lato un richiamo,1 rinvio o unallusione a qualche cosa di riconoscibile

LA PARODIA altra forma di ri-uso o NECESSIT di RICONOSCIMENTO + ALLUSIONE sono i suoi fondamentali

Anchessa attraverso i generi del discorso,e richiede, per esser intesa,1 rapporto di partecipazione tra gli interlocutori Letimologia della parola rimanda al concetto di CONTROCANTO in ambito letterario infatti, la parodia indica un componimento che imita, deformandolo,1 altro testo o un insieme di testi con intento ironico o burlesco MORTARA GARAVELLI spiega che lallusione una delle figure un che ha pi bisogno di contesto (linguistico e culturale) per essere riconosciute perch non ha alcuna particolarit di struttura morfologica,sintattica o semantica autonoma, Pone in rapporto lindagine dellallusione come figura retorica, con il procedimento Parodico pure allusivo il riuso di temi e di modi espressivi della tradizione poetica, specialmente quando essi vengono deformati in una parodia o quando rappresentano un salto intenzionale dalluno allaltro livello di stile

ESEMPIO LETTERARIO IL ROMANZO PARODICO DEL 700 Infatti accanto e parallelamente allaffermazione del genere pi caratteristico della letteratura moderna, cio il romanzo, si sviluppa lantiromanzo parodico di cui TRISTRAM SHANDY (1760-67) di STERNE uno dei capostipiti OBIETTIVO NARRAZIONE generalmente quello di articolare gli eventi in forza di una connessione di cause ed effetti, secondo un criterio non definibile a priori, ma che organizza la successione del discorso e conferisce un ordine allesperienza del mondo di finzione STERNE sembra procedere ostentatamente annullando la trama e la progressione di una storia, includendo digressioni, interferenze di un io narrante che dialoga continuamente con il lettore, ma lo disorienta egli prende la forma appena costituita del romanzo e la capovolge, la sovverte, la sollecita proprio nei punti che dovrebbero garantire la stabilit

Questa sorta di biografia infrange tutte le strutture narrative in cui il lettore pu riconoscere lo statuto di un genere, per quanto in pendolo e costruttivamente misto perfino la scrittura si sottrae talora alle proprie leggi e include disegni, lineette, spazi bianchi, immagini nere, mentre la voce ironica e talora dissacrante dellio irrompe sulla pagina In alcune pagine emerge unistanza a met letteraria dove la scrittura parla di s e delle sue ragioni, rendendo impossibile procedere nellordine temporale ESEMPIO PRIMA PAG TRISTRAM SHANDY non solo si fa dellautoironia, ma si imposta un paradosso,1 capovolgimento e il sovvertimento di ogni stabilit le voci mettono in scena una pluralit di punti di vista, e il conto di unimpossibile spiegazione

2.6 Retorica ed estetica

PROPRIET TRANSITIVA e REFERENZIALE del discorso retorico, si realizzano nella forma della RAPPRESENTAZIONE universo linguistico apre di per se il rapporto tra latto enunciativo e gli oggetti o enti rappresentati Tale vincolo esibisce allo stesso tempo una forma di mediazione tra la modalit enunciativa e limmagine stessa possibile rivalutare la MIMESI ARISTOTELICA nel suo primario fondamentale significato di IMITAZIONE, intesa come rappresentazione, non certo come mera copia o riflesso RAPPRESENTAZIONE apre il luogo e il tempo di una situazione comunicativa, nellambito del verosimile un discorso pronunciato e indirizzato a un pubblico in virt degli interlocutori stessi, esso determinato dal genere, dalle modalit espressive dalle condizioni di possibilit, dalle premesse che ne legittimano la fruizione o RAPPRESENTAZIONE non oggettiva, n vera o falsa, bens la funzione dellesperienza e come tale, attraversa gli atti percettivi e costituisce essa stessa un processo di conoscenza del mondo della realt LINGUAGGIO la sua qualit transitiva e proiettiva mantiene la distinzione tra il soggetto e ci che altro da s MA contemporaneamente testimonia il valore gnoseologico Condizione necessaria per la rappresentazione e precisamente la mediazione tra lindividuo e limmagine del mondo 1996 GIANCARLO MAZZACURATI (accademico e critico letterario, 1936-1995) nelletimo di rappresentazione inscritta unidea di RIPETIZIONE e RIFACIMENTO unazione regolata convenzionalmente entro la quale i TESTIMONI possono essere resi espliciti o rimanere impliciti Quando il racconto comincia qualcosa stato comunque presentato qualcuno Quella cosa viene RI-PRESENTATA da lui stesso o a qualcun altro che imita verbalmente la cosa originaria se che sia giunta a lui: DE VISU = con i propri occhi, per diretta visione DE AUDITO = per sentito dire DE SCRIPTU (+ probabile) = per iscritto

MODALIT RAPPRESENTATIVA si avvicina alla categoria retorica del RI-USO in quanto consiste in una attivit che d forma alle immagini gli elementi costitutivi sono comuni a entrambi gli atteggiamenti: o Responsabilit dei soggetti implicati nella posizione asimmetrica di mittente e destinatario o La situazione istituzionalmente riconosciuta e condivisa o Loggetto di un universo espressivo o WOLFGANG ISER (letterato tedesco,1926-2007) la visione di immagini il tentativo di rappresentarsi proprio ci che non si pu vedere, dobbiamo quindi distinguere percezione e rappresentazioni come due diverse facolt: PERCEZIONE sempre determinante ad un oggetto dato CONDIZIONE COSTITUTIVA RAPPRESENTAZIONE sta proprio nelle riferimento a un oggetto in un dato o assente

ATTO DELLA LETTURA corrisponde alla strutturazione del senso del testo; se lopera non un prodotto realizzato, MA UN PROCESSO DINAMICO , un simile approccio fenomenologico non pu che valorizzare le condizioni che producono determinati effetti nelle risposte estetica. LETTURA implica lattivazione dei sistemi simbolici, identifica cosa questi caratteri denotano ed esemplificano, interpreta il mondo attraverso la rappresentazione delle immagini

2008 ELIO FRANZINI (professore di estetica UNIMI) FUNZIONE DEL SIMBOLO = un intero da costruire a attraverso nessi o Il mondo si presenta al primo sguardo con una serie di discontinuit MA il compito della conoscenza, ed qui la sua radice simbolica RIUNIFICATRICE, quella di costruire, tramite le operazioni dellesperienza: La percezione La rimemorazione La memoria Limmaginazione Una trama stratificata di rimandi associativi fondati nei contenuti stessi, che si RIDESTANO attraverso i nostri ATTI

SIMBOLO = qualcosa non finito o di non compiuto e ci che permette di cogliere gli aspetti INVISIBILI che oltrepassano il livello sensibile o MEDIAZIONE SIMBOLICA = quella che apre la via di accesso allemozione e alla ragione, alla passione e allintelletto al rapporto privilegiato tra larte e il suo fruitore Essa si esplica nella possibilit di DARE FORMA e CONSISTENZA alla fenomenologia dellinvisibile, cio al processo mentale ed emozionale che oltrepassa le apparenze visive Si instaura un dialogo con il MONDO POSSIBILE, che mette in gioco saperi, categorie, competenze FUNZIONE COGNITIVA radicata nella natura dellesperienza la finzione trova le proprie condizioni di possibilit entro la dinamica di continue correlazioni tra il vero e il possibile, fra il falso e il possibile

QUALIT DEL DISCORSO LETTERARIO se non corrisponde semplicemente a una realt fenomenica e soprattutto non univocamente decodificabile perch la stessa realt fenomenica ha uno statuto ibrido o I nostri atti conoscitivi sono la rielaborazione di un percorso che costituisce la trama di relazioni, di decisioni, di scelte, e di valutazioni,1 rapporto possibile tra la finzione, le sue forme figurali e i nostri discorsi SOGGETTI CHE LEGGONO e INTERPRETANO la dimensione comunicativa del testo letterario dipende da un pubblico che cambia nel tempo, dalla trasformazione delle circostanze entro le quali avviene la ricezione, dalla costituzione di saperi e delle interrogazioni con cui gli individui si pongono in relazione con i testi

GIACOMO LEOPARDI OPERETTE MORALI IL Parini ovvero della gloria nel finto discorso di Parini un dove nascondeva il nucleo di una importante nozione teorica Gli scritti pi vicini alla perfezione, ordinariamente alla seconda lettura piacciono pi che alla prima Il contrario avviene in molti l di un qualsiasi gregge estrinseco e apparente i quali anche riletti cadono dallopinione che luomo ne aveva concepito alla prima lettura letti una volta sola ingannano da allora anche i dotti e gli esperti

Leopardi esprime il processo mentale che accompagna latto di leggere e di rileggere non formulato il concetto di RI-USO, ma la riflessione sul testo comporta una fondamentale conseguenza IL MUTAMENTO DEL GIUDIZIO DI GUSTO o RAPPORTO TRA LOPERA e LA SUA VALORIZZAZIONE funzione della situazione pragmatica di riferimento, che la modalit del ri-uso determina volta per volta non significa affatto che un assoluto relativismo si impone nellazione del interpretare,bens che lESPERIENZA ESTETICA continua a dipendere dalla percezione che il soggetto ha del testo stesso,sia pure di un testo gi riconosciuto come letterario

INNOCENZA DEL GIUDIZIO DI GUSTO una questione superata,gi a partire dalla filosofia del 700 o In quanto estetico, il giudizio affidato al soggetto e non alloggetto, con tutte le varianti che tale relazione comporta o EMOZIONI + RIFLESSIONI del lettore, gli orizzonti e nel quale egli si colloca, il percorso conoscitivo che appartiene allesperienza di lettura sono MEDIATI dai livelli di competenza e dalle circostanze determinate storicamente e socialmente o LETTORE si appresta a RI-USARE un testo non con un atteggiamento neutro MA il punto che, allinterno della istituzione letteraria, il RI USO continua interagire con il suo dominio, entrando in rapporto con il giudizio di valore

LETTERATURA si rivela EPIDITTICAMENTE (= dimostrativo, espositivo) INDIFFERENTE rispetto a quanto in genere classici della retorica ci hanno tramandato o NECESSIT DI UN PUBBLICO non sempre conduce a una situazione priva di conseguenze pratiche o POSSIBILIT DEL RI-USO include lopera in una situazione a tal punto dinamica che non solo avvengono passaggi tra generi, categorie e, funzioni, ma essa sottratta a quella sorta di sterilizzazione che a priori la distinguerebbe esteticamente dai discorsi di consumo non RELAZIONE PRIMARIA tra TESTO-ATTO SOGGETTIVO LETTURA ben lungi dal poter essere ridotta al funzionamento delloggetto linguistico in se un in o Sar forse a causa di una prospettiva interessata o pretestuosa del ri-uso letterario, che di nuovo nella prosa di invenzione leopardiana si rinviene lenunciazione di un discorso esemplare o LEOPARDI OPERETTE MORALI il Parini ovvero della gloria Gli scritti eloquenti o poetici, di qualsivoglia sorta, non si giudicano tanto delle loro qualit in s medesime quanto dallEFFETTO che ESSI FANNO NELLANIMO di CHI LEGGE

Il lettore non nel farne giudizio, li considera pi in se proprio che in loro stessi EFFETTI sono il risultato delle nostre elaborazioni, della costruzione di nessi e correlazioni, delle operazioni associative e testimoni che compiamo, per poter descrivere un universo stratificato ed eterogeneo come lopera darte

CAPITOLO III DISPOSITIO 3.1 Ordine naturale e ordine artificiale DISPOSITIO riguarda la distribuzione della materia nel discorso. si tratta della 2 PARTE DELLA RETORICA che non viene dopo la INVENTIO, ma si sviluppa contemporaneamente ed essa o La scelta dellarrangiamento dei materiali costituisce un aspetto fondamentale del progetto argomentativo, perch a disporre le idee e le parole in un ordine piuttosto che in un altro non semplicemente un fattore esterno, o secondaria, ma contribuisce a determinare il senso del discorso stesso 1958 PERELMAN e OLBRECTHS-TYTECA anche in una dimostrazione esiste un ordine, ma la sua importanza limitata, perch si parte dagli assiomi per arrivare ai teoremi o Quando invece in unargomentazione, scegliendo le tappe, ci si preoccupa della maggiore o minore intelligibilit di un dato ordine dimostrativo, le varianti non sono pi equivalenti ne possono essere considerati effetti puramente formali MA interagiscono con la forza di persuasione ORDINE ARGOMENTI una scelta delloratore o dellautore, ma deve sempre essere funzionale rispetto alla totalit del discorso, e relativa alluditorio al quale ci si rivolge

Tradizionalmente, in retorica DISPOSITIO distinta tra: o ORDO NATURALIS la successione degli avvenimenti secondo un criterio storico e cronologico o ORDO ARTIFICIALIS sovverte lordine degli avvenimenti e propone una disposizione diversa, la cui natura non definibile a priori INCREMENTO o CRESCITA = MODELLO DORDINE NATURALE per questo vale la legge della PROGRESSIONE o PERELMAN TYTECA si riferiscono questa modalit di sviluppo progressivo nel tempo definendo una figura dellordine, LA GRADAZIONE o CLIMAX ORDINE ARTIFICIALE il disegno di unaltra organizzazione del discorso e pu corrispondere ad esempio a: o Inizio in MEDIAS RES o Inversione tra premesse e conclusioni o Scelta di un ordinamento tematico o una selezione temporale di qualsiasi altro genere DISPOSITIO non una parte isolata o isolabile, ma costitutiva del discorso e interagisce con le altre parti

CRITERIO utili allanalisi della distribuzione degli argomenti modelli possibili:

una partizione secondo tre

1. ORDINE CRESCENTE o prevede un discorso che inizia con gli argomenti pi deboli,per lasciare per ultimi i pi forti o punta sulla convinzione che le argomentazioni finali sia la pi importante, quella che rimane nella memoria del pubblico

2. ORDINE DESCRESCENTE o Prende avvio da un principio opposto, per cui si presentano per primi gli argomenti pi forti o Lintento quello di richiamare immediatamente lattenzione degli interlocutori e lasciare la fine le tesi pi deboli 3. ORDINE OMERICO o NESTORIANO o Deriva il nome dal racconto Omerico lIliade dove lo schieramento di truppe di Nestore imponeva di collocare al centro quelle pi deboli le prove pi solidi sarebbero al principio e alla fine, le motivazioni pi deboli al centro La scelta di un ordine piuttosto che di un altro comporta limiti e vantaggi in tutti e tre casi la valutazione dipende dalle circostanze pratiche, dalladattamento alle esigenze delluditorio, oltre che dal gusto delloratore APTUM = VIRTU della DISPOSITIO corrisponde a ci che conveniente o adatto o A differenza delle altre virt della retorica relative alla NARRATIO e LA ELOCUTIO lunica virt che non pu essere violata, pena la pertinenza e dunque il senso di ogni argomentazione o Un discorso, di qualsiasi natura sia, deve essere relativo alla situazione e orientato verso luditorio o APTUM = VIRTUS DISPOSITIONIS sorregge trasversalmente tutte le parti della retorica

DISPOSITIO NEI TESTI LETTERARI mette in atto una variabilit infinita di modalit difficile trovare un unico criterio in un testo o Lordine naturale e cronologico coesiste allordine artificiale, producendo effetti diversi, anche allinterno dello stesso testo. o ORDO NATURALIS = riferimento rispetto al quale misurare e confrontare le varianti e ogni forma di mutamento o LAUSBERG ORDO ARTIFICIALIS = FIGURA dove le successioni di avvenimenti non corrispondono allo svolgimento storico di fatti, o si verifica un susseguirsi non consueto e non comune linguisticamente delle parti della frase avviene una permutazione (= modo di ordinare in successione n oggetti distinti, come nell'anagrammareunaparola) ESEMPIO ODISSEA inizia in MEDIAS RES e recupera pi tardi per bocca di Odisseo nel racconto, le prime fasi dello svolgimento storico Egli distingue tra: 1. DISPOSITIO ESTERNA consiste nel piano delloratore, nella sua volont semantica di raggiungere lo scopo del discorso 2. DISPOSITIO INTERNA attivit ordinatrice, scelta delle forme artistiche e delle figure funzionali nellatto comunicativo La connessione dei dellargomentazione due livelli contribuisce alla buona riuscita

PARTIZIONE DEL DISCORSO ha un rapporto fondamentale con luditorio e con lobiettivo di ogni operazione retorica = RAGGIUNGIMENTO DELLO SCOPO o LAUSBERG chiama in causa il concetto di PERSUASIONE quando affronta la DISPOSITIO ESTERNA la realizzazione della persuasione avviene stabilendo 1 grado di massima credibilit, anche se la opinione della parte, prima dellinizio del discorso, possedeva soltanto un minimo di credibilit

VALORE DELLA PERSUASIONE IN LETTERATURA pi complesso, non si tratta di convincere qualcuno di una tesi, n di ridurre laltrui al proprio punto di vista o COMUNICAZIONE LETTERARIA si svolge allinterno di un universo estetico che implica una mediazione, da un lato, e un rapporto dialogico dallaltro o AUTORE + LETTORE sono certamente implicati in una situazione retorica, governata dalle medesime leggi, comuni a qualsiasi forma di argomentazione o OBIETTIVI e RICHIESTE RECIPROCHE del testo letterario sono modulate da una soddisfazione e un godimento di natura ESTETICA FINZIONE LETTERARIA di fronte ai linguaggi artistici la sospensione delle categorie abituali e dei modi consueti di vivere la realt rappresentata devono essere rintracciati nuovi rapporti tra le cose o Al suo interno la sospensione dellincredulit il primo atto dei protagonisti della comunicazione compiono o FINZIONE permette il processo creativo in un senso e lo svolgersi della modalit percettiva nellaltro una ricerca che coinvolge, seppure diversamente, entrambi i poli dello scambio verbale e in questo dialogo era indicato la NECESSIT CONOSCITIVA 2001 VITTORIO SPINAZZOLA (saggista e critico letterario) o LETTURA LETTERARIA = SITUAZIONE DI SCAMBIO che si instaura tra due parti contraenti LETTORE = DOMANDA SCRITTORE = OFFERTA TESTO = OGGETTO CONTRATTAZIONE nella sua materialit di merce libraria LETTORE unesigenza radicata, e che il bisogno antropologico di appagare limmaginazione estetica e permanente inesauribile Nessuna lettura giunge mai a colmarlo per intero e in via definitiva Quante pi opere si leggono, tanto pi lo si rinfocola una sorta di coazione a ripetere ci spinge a leggere un libro dopo laltro, replicando volta a volta la ricerca di quel libro supremo che sopravanza ogni nostra aspettativa, esaudendo ogni facolt di desiderio depositata nel nostro io estetico AUTORE il suo lavoro la funzione di tale ricerca dell io estetico Si chiama in causa la tecnica suasoria della retorica Interesse fondamentale dello scrittore in vista della pubblicazione del suo lavoro, di persuadere gli elettori potenziali che esso ESTETICAMENTE FUNGIBILE

Occorre tenere il consenso ammirativo e quindi porre in essere le condizioni testuali opportune per far linsorgere

PRODOTTO SCRITTO IL TESTO il suo codice genetico assolve la funzione essenziale di orientare le reazioni di lettura, organizzando le procedure ritenute pi adatte per ottenere un riconoscimento di esteticit PROGETTAZIONE LETTERARIA non pu non essere improntata ad un preoccupazioni di efficacia non pu non adottare una strumentazione retorica conseguente Se vero che si scrive per essere letti e che la scrittura finalizzata alla lettura significa che una intenzione retorica inerisce ineliminabilmente a ogni scelta operativa dello scrittore

RETORICA intesa anzitutto nel senso vulgato, come TECNICA DEL DIRE SUASORIO, intrinseca ad ogni strategie discorsiva basata sullintenzione di influenzare gli interlocutori o ACCEZIONE PARTICOLARE la RERORICIZZAZIONE della scrittura o riunisce al proposito di determinare lassenso del destinatario elettivo a una tesi prefissata ricorrendo a: EFFETTI di PATHOS = di coinvolgimento emotivo EFFETTI di LOGOS = di convincimento argomentativo o Nel caso delle scritture dinvenzione espressiva a tenere il campo e il desiderio di ottenere un apprezzamento estetico, ossia di persuadere il riconoscimento della qualit della scrittura stessa come apportatrice di piacere per chi la legga TECNICHE considerati idonee per indurre il lettore a valorizzare esteticamente il testo sono mobilitate dallautore si ricorre sistematicamente ad una somma di espedienti che testimoniano con evidenza lintenzione letteraria RETORICIZZAZIONE DELLA SCRITTURA consiste nellutilizzazione dei mezzi convenzionali pi accreditati per far s che il testo si percepito come ESTETICAMENTE EFFICACE, facendogli esibire dei contrassegni probanti al riguardo

Non si pu ridurre il percorso ad una questione contenutistica se autori e lettore sono implicati in una dimensione esteti che chiama in causa le rispettive responsabilit DISPOSITIO costitutiva del testo non meno di tutte le altre parti la variazione dellordine produrrebbe un altro testo o OPERA instaura un determinato dialogo o produce un particolare effetto, perch la modalit retorica della comunicazione coinvolge tutte le operazioni DICOTOMIA FORMA-CONTENUTO ormai una querelle sorpassata nella storia della teoria letteraria e non ha alcune ragioni di esistenza nella dimensione pi complessa nel campo della retorica essa stata semmai la causa di un discredito e dellimpoverimento subito dalla disciplina

ORDINE delle FORMULAZIONI LINGUISTICHE = atto di elaborazione della materia + SEMANTICIT appartengono a tutti gli aspetti del testo si potrebbero studiare separatamente,ma la descrizione di unopera letteraria che non facesse posto tutti questi elementi insieme, sar sempre lontana dal suo oggetto (PERELMAN)

ESEMPIO LA COSCIENZA DI ZENO SVEVO, 1923 ordine della narrazione non segue una successione cronologica, ma un criterio diverso La strutturazione del romanzo si compone di capitoli nei quali io narrante rievoca le vicende del proprio passato secondo una relazione tematica: PREFAZIONE PREAMBOLO IL FUMO LA MORTE di MIO PADRE LA STORIA MATRIMONIO MOGLIE e AMANTE STORIA di ASSOCIAZIONE COMMERCIALE PSICO ANALISI ROMANZO 900 DISPOSITIO che viola le regole della progressione cronologica e diacronica IO NARRANTE non procede per rievocazioni ordinate, la sua pi immediata necessit quella di inventare pretesti per fare ci che vuole senza colpa Il racconto si svolge nel segno di una dimensione temporale che non procede ma continua tornare su stessa, segue varie direzioni disordinate, circolari, introspettive

3.2 Le parti del discorso INSIEME sempre costituito da PARTI o RAPPORTO SUASORIO tra oratore e uditorio riguarda la DISPOSITIO ESTERNA o La scelta dellordine delle parti di tutto il discorso riguarda la DISPOSITIO INTERNA PROSPETTIVA di DIVISIONE dellINSIEME riporta ancora una volta a unutile classificazione della retorica tradizionale, che distingue linterno di ogni discorso a quattro parti fondamentali o ESORDIO o NARRATIO o ARGOMENTATIO o EPILOGO La maggior parte dei trattati di retorica includono di queste parti nellambito della INVENTIO poich prevale lidea secondo la quale partizione del discorso un atto del ritrovamento, e quindi si rende necessario trovare gli argomenti secondo il conformarsi della materia stessa Se invece vengono considerati fenomeni della DISPOSITIO il criterio che guida la partizione del discorso lORDINE o ARISTOTELE affronta anche lui nella DISPOSITIO le parti del discorso - III libro della RETORICA Le parti necessarie sono: PROPOSIZIONE + ARGOMENTAZIONE che sono appropriati ad ogni discorso Si possono aggiungere a un massimo ESORDIO + PROPOSIZIONE + ARGOMENTAZIONE + EPILOGO La replica allavversario e la comparazione fanno parte dellargomentazione si vuole dimostrare qualcosa, ma non pu farlo lesordio e neppure lepilogo perch a questo serve invece di chiamare la MEMORIA

ARISTOTELE o Individua le due fondamentali PROPOSIZIONE + ARGOMENTAZIONE o Contempla anche esordio e lepilogo o CRITICA Si rivolgeva ai modelli che proponevano ulteriori ed eccessive classificazioni, separando e dunque dando autonomia a parte che invece potevano essere intese pi semplicemente come le quattro categorie fondamentali CONFUTAZIONE = lanticipazione della replica dellavversario e seconda lui costitutiva dellargomentazione, PARAGONARE = una prova o a conferma della propria tesi, quindi anchessa parte dellargomentazione

STRUTTURA QUADRIPARTITA attraversa la tradizione retorica e diventa il modello per lorganizzazione del discorso in generale o PARTI variano, si dilatano o si riassumono, si modificano e si specificano in relazione al genere del discorso o SENSO se un discorso pu essere organizzato e diviso in parti, ogni parte veicola una propria funzione, pensata e progettata dellautore al fine di produrre un determinato effetto o uno specifico significato nella mente del destinatario o Lintenzione dellatto creativo deve essere ricostruita nel rapporto dialogico tra gli interlocutori si propone pertanto unipotesi restrittiva e interpretativa

1. LESORDIO = linizio del discorso o ARISTOTELE gli dedica una trattazione piuttosto ampia individuando innanzitutto: FONTI dei DOSCORSI EPIDITTICI = lode, biasimo,esortazione, in dissuasione, appello allascoltatore Sottolinea poi ORIENTAMENTO dellINCIPIT allUDITORIO chi pone linizio nelle mani dellascoltatore lo mette nelle condizioni, se vi si attiene, di seguire il discorso ESORDIO ha il ruolo di costruire il contratto tra interlocutori e suscitare lattenzione di chi ascolta si legge bisogna rendere un interlocutore benevolo, attento e arrendevole attraverso la prospettiva della CAPTATIO BENEVOLENTIAE MA lo sforzo delloratore non deve essere volte esclusivamente a procurare una disposizione positiva a conoscenza del pubblico, pu conseguire invece lindignazione o il riso OGGETTO PROPOSTO pu provocare piacere ma anche stupore, sorpresa, addirittura in disattenzione o dolore

FUNZIONE FATICA ESORDIO (=parte della comunicazione atta al controllo del canale attraverso cui si stabilisce la comunicazione, con espressioni mirate appunto alla verifica del suofunzionamento)implica diverse modulazioni PROEMIO con PRTASI = lesposizione dellargomento, e linvocazione (alle Muse o al committente dellopera) e un modulo fisso nei poemi epici, eroici, cavallereschi , da Omero ai tempi moderni

INSINUATIO ci in cui si pu trasformare lorigine del discorso, se loratore cerca di introdursi nellanimo degli ascoltatori e mettere in evidenza subito i punti deboli della tesi avversa Il discorso pu iniziare IN MEDIAS RES , per la possibilit dellordine artificiale, e sopprimere volontariamente lESORDIO, per entrare subito nel vivo allargomento Oratore e dautore possono scegliere il TOPOS DELLAFFETTAZIONE DI MODESTIA nellatto preventivo di dichiararsi inabile non allaltezza del compito che si accinge a svolgere 1948 CURTIUS (critico letterario e saggista tedesco, DELLESORDIO distingue quattro tipi: 1886-1956) TOPICA

1. TOPOS offro cose mai dette prima Ruota attorno al concetto di NOVIT il rifiuto dei temi epici gi troppo percorsi (TOPOS = argomento retorico in relazione a discipline diverse) 2. TOPOS DEDICA alla quale i poeti romani e poi gli autori cristiani e quelli medioevali annettevano un SENSO CONSACRANTE 3. TOPOS DI NATURA MORALE chi possiede la sapienza ha il dovere di comunicarla agli altri 4. TOPOS EVITARE LIGNAVIA (= mancanza di volont e di forza morale) esercitazione alla suprema motivazione del poeta contro lozio o ESORDIO FREQUENTE = LAPOSTROFE AL LETTORE pratica narrativa a cui il romanzo moderno ha fatto ricorso non di rado questo il fulcro della relazione dialogica su cui si fonda il genere romanzesco, lappello al lettore attualizza ogni esperienza estetica avviando lo SCAMBIO DIALETTICO di ANDATA e RITORNO Tra i due soggetti della comunicazione letteraria trova espressione esemplare nella modalit con cui ogni autore imposta, nella zona strategica dellINCIPIT , il PATTO NARRATIVO Indipendentemente dalla scelta specifica nel formarsi dellesordio i protagonisti dello scambio comunicativo trovano un contatto,1 spazio e un tempo che permettono lincontro

ESEMPIO ORLANDO FURIOSO ARIOSTO (1516) (pagina 114) La dichiarazione di intenti e la messa in gioco dellargomento costituiscono la scelta strategica di questo esordio 1 ottava proposizione della materia 2-3-4 ottava invocazione e dedica 5 ottava riassunto dellantefatto

ESEMPIO ANNA KARENINA TOLSTOJ (1875-77) Il romanzo si apre con unaffermazione del carattere sentenzioso che immette il lettore nella paradossale situazione di un giudizio morale, che al contempo una generalizzazione e una condanna COMMENTO GNOMICO (= sentenzioso, moraleggiante) posto come esordio e costruito in figura di chiasmo da una distribuzione sintattica speculare, assume una valenza ironica tutte le famiglie felici si somigliano; ogni famiglia infelice disgraziata a modo suo

2. NARRATIO = lesposizione dei fatti o LUOGO DELLA PERSUASIONE RETORICA, che si sviluppa attraverso tre modi caratterizzanti per raggiungere lo scopo: INFORMARE COMMUOVERE PACERE Dello sviluppo di questa parte del discorso derivata la disciplina moderna della NARRATOLOGIA o STAGIONE STRUTTURALISTA (=l'opera presa in esame (testo letterario, creazione pittorica o filmica) come un insieme organico scomponibile in elementi e unit, il cui valore funzionale determinato dall'insieme dei rapporti fra ogni singolo livello dell'opera e tutti gli altri) porta alla RIFLESSIONE TEORICA SUL RACCONTO la NARRATOLOGIA di derivazione strutturalista e prende le mosse dal tentativo di fornire una descrizione sistematica del fatto narrativo e di individuare i tratti costitutivi NARRATOLOGIA lo studio del funzionamento di un discorso letterario segue il criterio specifico di: ordinare attraverso categorie le analisi e le interpretazioni dei testi Non si pu pensare che unopera sia un esempio puro di una categoria formulata, CATEGORIE tracciano solo la rete astratta sulla quale trovano posto le opere singole GRIGLIA NARRATOLOGICA sorretta da una veste sincronica articolata secondo una essenziale divisione: STORIA NARRATA RACCONTO

ANALISI NARRATOLOGICA chiama in causa come prima questione i LIVELLI DELLA NARRAZIONE Fondamentale la distinzione tra AUTORE REALE NARRATORE Voce narrante INTERNA o ESTERNA; AUTORITARIA COMPROMESSA dallinattendibilit; PALESE NASCOSTA nel tessuto di una narrazione impersonale PUNTO di VISTA NARRATIVO pu coincidere con una prospettiva onnisciente, o con una focalizzazione diversa, fino ad essere quasi nulla ISTANZE NARRATIVE tendono a soddisfare precise domande riguardo alla natura dellenunciazione: chi parla o chi vede varia e articolata

3. ARGOMENTAZIONE cuore del discorso persuasivo in essa adducono le prove e si confondono le idee dellavversario o SISTEMAZIONE ARISTOTELICA afferma che le PROVE sono di due tipi: 1. PROVE TECNICHE prodotte mediante lapplicazione dellarte retorica sono le prove di fatto, gli esempi, le prove di ragionamento 2. PROVE NON TECNICHE prese dallesterno, indipendenti dallarte le denunce, le testimonianze, i giuramenti, le voci pubbliche pi o meno circoscritte INVENTIO = oggetto fondamentale delle prove argomentative TECNICHE fatti, presunzioni, esenti, sillogismi, entimemi, luoghi = tutto ci che utile e funzionale affinch il discorso raggiunga gli scopi e gli effetti che limperatore si era prefissato una topica in quanto nei luoghi che i ragionamenti trovano premesse e materiali DISPOSITIO = conferisce un criterio lorganizzazione del discorso argomentativo e nella dinamica fluida delle parti, largomentazione costruisce nessi fondamentali di connessione logica CONFUTAZIONE fa parte dellargomentazione, un argomento nella direzione contraria a quella e un altro argomento, ossia un argomento sulla base del quale si pu sostenere che la conclusione dellaltro argomento non vera o che laltro argomento non un buono quando si argomenta che un argomento non buono, ci che si confuta un argomento Il valore della conclusione deriva dalla forza dellargomento sostenuto ma importante osservare come nelluso letterario la confutazione assuma un ruolo particolare e possa corrispondere,nello svolgersi del pensiero, alla messa in gioco di argomenti favorevoli e contrari ESEMPIOflusso di coscienza della signora Ramsay che si arrovella attorno ai problemi delleducazione dei figli GITA AL FARO 1927 VIRGINA WOOLF (pag. 116)

4.EPILOGO = la conclusione o MORTARA GARAVELLI i retori antichi distinsero due parti principali: RICAPITOLAZIONE + ENUMERAZIONE dei TEMI TRATTATI in cui si riprendono schematicamente gli argomenti in discussione e le eventuali soluzioni proposte MOZIONE DEGLI AFFETTI + PERORAZIONE la parte atta a suscitare commozione impossibile determinare una volta per tutte in ruolo che assume lepilogo nel gioco comunicativo LUOGO STRATEGICAMENTE RILEVANTE allinterno di un discorso retorico che, per sua natura, si dirige verso un destinatario 1949 CURTIUS le formule di conclusione hanno un senso molto evidente nel medioevo perch comunicano al lettore che egli giunto realmente in al termine dellopera nel

processo della copiatura infatti,poteva rimanere in dubbio il motivo per cui lo scrivano avesse abbandonato il lavoro i segnali convenzionali dellepilogo ne indicavano lesito o ESEMPIO ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS (1798) FOSCOLO PATHOS di Luca Alderani la commozione profonda per la morte dellamico, e la memoria del Valenza gli ultimi gesti e delle drammatiche vicende Il destinatario del romanzo epistolare, nonch limmaginario raccoglitore delle lettere di Jacopo, chiude la storia ricollegandosi circolarmente allINCIPIT dove linvito rivolto allio leggente chiedeva di condividere la compassione per il destino del giovane infelice Il monumento alla virt sconosciuta, la pubblicazione delle linee, giunto a compimento, e lemozione del ricordo prevale perfino sul giudizio morale (pagina 117)

3.3 La NARRATIO o esposizione dei fatti NARRATIO = non esattamente una enunciazione neutra dei fatti, dal momento che con un suo uso accorto loratore pu convertire a suo vantaggio ogni particolare allo scopo di vincere la causa NON Pu DUNQUE ESSERE OBIETTIVA o NEUTRA o In funzione del raggiungimento dello scopo essa DETERMINATA e COMPROMESSA dal PROGETTO COMUNICATIVO o LUNGO la DIMENSIONE TEMPORALE organizza i materiali dellesposizione, perch il tempo assume nella narrazione un ruolo privilegiato in particolare

TEMPO un rapporto di reciproca implicazione, il tempo al racconto, poich i fatti narrati non possono che svilupparsi lungo la linea temporale e la SCANSIONE TEMPORALE su livelli diversi determina la natura della narrazione o FLESSIONE VERBALE modula gli elementi costitutivi nella disposizione del discorso I rapporti temporali si impongono nel dominio della DISPOSITIO e contemporaneamente investono la forma e la struttura della NARRAZIONE o ESEMPIO 1947 RAYMOND QUENEAU (scrittore, poeta in drammaturgo francese, 1903-1976) ESERCIZI DI STILE I 99 testi contenuti in esso, presentano tutti il medesimo nucleo tematico modulato su variazioni di generi e di figure, su sostituzioni lessicali e sintattiche, su mutazioni di registro e di ordine egli vuole portare alla luce i meccanismi della scrittura e della produzione di un racconto attraverso le varianti testuali e contemporaneamente intende mostrare come lelaborazione stilistica e il livello semantico siano aspetti inscindibili della narrazione, dalla connessione dei quali deriva il SENSO quattro di questi esercizi sono dedicati ai TEMPI VERBALI (incipit tradotti da Umberto Eco pagina118)

1964 HARALD WEINRICH (filologo e filosofo tedesco allievo di LAUSBERG) un po uno studio sulle funzioni di tempi nel testo, per sottolineare che la categoria tempo verbale rappresenta nella lingua qualcosa di molto importante o NARRAZIONE si fonda sulla DIMENSIONE TEMPORALE perch lesposizione dei fatti, nella variet delle situazioni o di generi da cui si pu originare sempre veicolata da una scansione e da una progressione Ogni forma di racconto si espande innanzitutto in senso temporale, e tale misura determina la forma del racconto stesso ha identificato 2 GRUPPI DI TEMPI VERBALI, attribuibili a 2 DIVERSE FUNZIONI NARRATIVE GRUPPO I vi appartengono in presente, il passato prossimo, il futuro gruppo dei TEMPI COMMENTATIVI GRUPPO II vi appartengono imperfetto, il passato remoto, il trapassato prossimo e i due condizionali gruppo dei TEMPI NARRATIVI

Lanalisi NARRATOLOGICA dei tempi verbali non si esaurisce nella loro funzione grammaticale le forme temporali sono morfemi inseriti ostinatamente nella catena di segni di un testo e di essi il parlante si serve per dare allascoltatore un segnale di tipo particolare si deve risalire alla costruzione del LIVELLO SEMANTICO SENSO non quello di individuare un elemento linguistico e di isolarlo si tratta di capire il funzionamento di alcuni meccanismi fondamentali della NARRATIO per decodificare il processo sul piano dei significati DOMINIO della DISPOSITIO implica che i criteri di ordine e disordine, che le strutture del sistema temporale interagiscano con gli altri livelli del testo per dare luogo alla rappresentazione di un universo possibile

CONCETTO DI TEMPO non qualcosa di scontato n di univoco la parola TEMPUS oltre ai tempi verbali, indichiamo anche la dimensione cronologica e temporale di quegli esistenti che sono i personaggi letterari o PERSONAGGI non possono che essere coincidenti come individui determinati innanzitutto da una SCANSIONE TEMPORALE o Orologi e calendari sono riferimenti essenziali nella finzione della scrittura narrativa, e non un caso che TEMPI, DATE, ORE = COORDINATE di PROGRESSIONE RACCONTO o Il trascorrere del tempo pu essere gestito dallautore nella maniera pi varia ed di pertinenza della DISPOSITIO = lorganizzazione degli elementi narrativi e le loro interrelazioni INDAGINE NARRATOLOGICA sul TEMPO GENETTE -1972 + CHATMAN -1978 ha distinto: o TEMPO DELLA STORIA quello in cui avvengono le vicende raccontate o TEMPO DEL DISCORSO quello in cui la voce narrante riferisce gli eventi

Allinterno di tale rapporto si sono definiti tre fondamentali categorie di analisi: 1. ORDINE la storia + discorso hanno lo stesso ordine MA nelle sequenze anacroniche, a partire dallavvenimento narrato: a. ANALESSI = retrospezione che richiama eventi precedenti b. PROLESSI = anticipazione che racconta eventi successivi 2. DURATA la relazione tra tempo storia tempo discorso e presenta 5 situazioni possibili: a. ELLISSI TR= 0 TS =n b. RIASSUNTO TR < TS c. SCENA TR = TS d. ESTENSIONE TR > TS e. PAUSA TR = n TS = 0 3. FREQUENZA misura il rapporto tra un evento della storia e in corrispondente segmento narrativo, se ne individuano 4 tipi: a. SINGOLATIVO = una singola rappresentazione discorsiva,1 singolo momento della storia b. SINGOLATIVO MULTIPLO = diverse rappresentazioni discorsive, ciascuna corrispondente un diverso momento della storia c. RIPETITIVO = molte rappresentazioni discorsive dello stesso momento della storia d. ITERATIVO = una singola rappresentazione discorsiva di molti momenti della storia RETORICA TRADIZIONALEassocia alla NARRATIO 3 qualit o virt: 1. BREVITAS BREVIT una prescrizione quantitativa, che impone al discorso non tanto una lunghezza determinata, MA la ricerca di una misura equilibrata ed essenziale, che non dica troppo, n troppo poco, che elimini gli eccessi ma non si trasformi in una riduzione 2. CHIAREZZA un principio che si estende a tutte le parti della retorica = la necessit di questa virt consiste nel fatto che il discorso rinvii a modalit di riconoscimento tra autore e pubblico, affinch la comunicazione possa avere luogo a. DINAMICA LETTERARIA implica che la chiarezza, requisito apparentemente ovvio, costituisca una virt sfruttata a o volontariamente violata, in nome di una diversa comunicazione o di unaltra rappresentazione del mondo 3. VEROSIMILE lattendibilit della narrazione ha esigenze e vincoli di volta in volta del tutto differenti sono i diversi generi letterari nei quali il punto del crimine si sposta lungo un ipotetico segmento, i cui estremi corrispondono a REALT e FINZIONE a. Questo ambito oltrepassa tali distinzioni, non si tratta tanto di stabilire il grado di approssimazione dalla storia finta alla realt esterna

b. VEROSIMILE continua a coincidere con il luogo del discorso retorico che include certamente luniverso di finzione, ma che innanzitutto si fonda sullo statuto della possibilit, del rapporto dialogico, della rappresentazione che pu essere vera. ESEMPIO di DISCORSO NARRATIVO nel quale il rapporto realt-finzione capovolto non il giudizio sulla storia che avvicina la finzione del racconto al vero, ma la voce del narratore interno che attesta la verit dei fatti raccontati o VICTOR HUGO I MISERABILI -1862 la storia narra e non denuncia descriveremo cose vere (vedi pagina 121) RESOCONTO FATTI STORICI conserva il fondamento e la stretta relazione con la realt MA il punto il grado di verit delle cose raccontate in un romanzo che sempre parziale e non assoluto interno ad un universo di finzione che in quanto tale, non mai del tutto vero Non si fonda sulla necessit di dimostrare la verit perch la storia narra e non denuncia e il dominio di appartenenza di tale storia sempre quello del verosimile

3.4 La durata ARISTOTELE RETORICA o Viene assurdamente detto che la narrazione deve essere rapida o NARRAZIONE non deve essere lunga,come non deve esserlo lesordio, n lesposizione delle argomentazioni o PROPRIET NARRAZIONE non consiste nella rapidit o nella concisione MA nella MISURA, e ci significa dire tutto ci che rende la chiara la questione o far credere che accaduto a una certa azione, che stato inflitto un certo danno, che stata commessa una certa ingiustizia o che i fatti hanno limportanza che si desidera

DISPOSITIO in RETORICA ARISTOTELE affronta la questione della rapidit della narrazione la norma generale che deve essere rispettata quella della BREVITAS o RAPIDIT della NARRAZIONE si intende il rapporto tra OGGETTO del DISCORSO DISCORSO STESSO la propriet la MISURA, affinch la questione sia chiara ed efficace sullascoltatore TEMPO DEL DISCORSO gi nella retorica aristotelica le idee di rapidit e velocit non sono valori assoluti, ma relativi a un rapporto e a un confronto, sono misure appunto. Velocit e la lentezza della narrazione sembrano dunque coincidere con il tempo che si impiega a raccontare un fatto o una situazione

DURATA un concetto che domina la scrittura letteraria la natura stessa della scrittura implica un rapporto temporale sempre sfasato tra il discorso del racconto e il suo oggetto o SCENA pu coincidere narrativamente con il dialogo, ed lunica situazione in cui virtualmente in due tempi si equivalgono

ALTRI CASI lintervento del narratore, lemersione di un pensiero, un passo descrittivo,1 commento o una sintesi, e modulano la dimensione della durata secondo una dinamica varia che dar forma alla progressione del racconto 2010 STEFANO CALABRESE la nozione di durata assai problematica in particolare nel caso del racconto scritto, dove il tempo della storia pu essere specificato, mentre il tempo del discorso pressoch impossibile da misurare Tale problema ha indotto alcuni studiosi a ritenere che lo studio della velocit sia pi fruttuoso rispetto a quello della durata VELOCIT insieme di relazioni fra la durata del: narrato = la approssimativa quantit di tempo presumibilmente coperta dalle situazioni degli eventi narrati Lunghezza del racconto = le parole e le righe, le pagine

HENRI BERGSON (il filosofo francese, 1859-1941) proprio nel concetto di durata che aveva indicato la connessione tra TEMPO e COSCIENZA INTERIORE, identificandola con lirriducibilit di questa dimensione a uno sviluppo e a un ordine lineare, a una successione di istanti identici

ESTENSIONE TEMPORALE NELLA NARRAZIONE o ARISTOTELE nella narrazione lestensione temporale acquistano un ruolo privilegiato , talora ambiguo, poich i mondi possibili, di universi della finzione di danno luogo ad una pluralit di livelli del discorso molto spesso, attraverso luso di strategie retoriche della narrazione la legge del prima e del dopo viene frequentemente infranta PROBLEMA essere in grado di poter descrivere i significati laddove la forza dellanalisi psicologica dissolve in una indefinita ANTERIORIT ci che sembrava un PRIMUM e invita a rappresentare i fatti come sequenze rette dai principi onirici della simultaneit e della contiguit Considerando la DURATA = rapporto tra tempo del discorso di tempo degli eventi narrati storia italiana e vicende personali e familiari si oppongono alla mancata progressione cronologica di un grande romanzo che narra la storia di ununica giornata di un ebreo irlandese ULYSSE (1922) JOYCE STERNE TRISTRAM SHANDY (1760-1767) in questopera il personaggio narratore che sta scrivendo la propria autobiografia tematizza sul tema della durata, la divaricazione, tutta interna alla vicenda dallestensione temporale del suo racconto e il tempo vissuto i riferimenti temporali pi certi della tradizione letteraria si disgregano e il narratore si rivolge al lettore chiedendomi pazienza di ascoltarlo (vedi pagina 123) ho 364 giorni in pi da narrare e di questo passo la mia vita risulterebbe 364 volte + rapido di quello della sua narrazione

DURATA pu essere s il rapporto tra il tempo il discorso e il tempo dei fatti narrati, MA nella SITUAZIONE DIEGETICA = il rapporto tra il tempo della scrittura (un anno) il tempo vissuto (un giorno) IO NARRANTE introduce una nuova dimensione che deriva sillogisticamente dal suo ragionamento, e finisce per annullare ogni possibile rapporto, ogni possibile misurazione

DIVARIO tra le due COORDINATE TEMPORALI = corrisponde ad una crescita esponenziale di entrambe le operazioni, la scrittura e la lettura da forma a uno spazio che compromette tutti i riferimenti noti e riconoscibili DURATA non sempre riducibile ad una misurazione descrivibile da una linea e un confronto di valori una connotazione variabile, la cui funzione simbolica corrisponde alla rappresentazione di unesperienza

1988 CALVINO LEZIONE SULLA RAPIDIT o Chiama in causa la diminuzione della durata senza definirne il significato una volta per tutte MA spiegando che interazioni e digressioni sono le connessioni invisibili che fanno di un progetto una storia o RAPIDIT non un valore in s il tempo narrativo pu essere anche ritardante, o ciclico, o immobile RACCONTO = sempre unoperazione sulla durata,1 incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo

3.5 Aposiopesi APOSIOPESI o RETICENZA = una figura per detrazione, dunque un fenomeno particolare della BREVITAS linterruzione di un pensiero iniziato o di una catena di pensieri gi iniziata o Si tratta di una SOSPENSIONE o OMISSIONE degli elementi della frase, che comporta, sul piano della DISPOSITIO,1 deviazione sintattica e concettuale rispetto alloggetto del discorso Evoca una idea, ma non la verbalizza, ne lascia implicito lo sviluppo e le conseguenze, producendo effetti diversi dal punto di vista della logica continuit di espressione

COLLABORAZIONE del LETTORE si rende in questi casi particolarmente importante, la comunicazione incompleta e la scrittura lascia spazio a PUNTINI DI SOSPENSIONE, alle PARENTESI, LINEETTE, INCISI, CESURE in un non luogo a pause e fratture o INTERRUZIONI non sempre sono indicate graficamente, il senso della frase, e talora irriducibile al puro segno linguistico, produce un significato che non finisce nella sua decodificazione grammaticale il grado di allusione che comporta sembra pi forte della reticenza

Si potrebbe sostenere che sempre un testo letterario reticente, allusivo, incompleto non pu mai descrivere n mettere in scena TUTTO luniverso rappresentato parziale rispetto alla realt, HOMO FICTUS una sineddoche di qualsiasi HOMO SAPIENS o Linferenza di colui che legge implica di per s un atto di collaborazione e di completamento o MA non ci interessa vedere cosa manca nel mondo inventato, quando capire quale di esperienza pu costruire, in quale tipo di relazioni pu instaurare il lettore con il mondo della finzione FORMA RETORICA = la modalit con cui interroghiamo il testo, che pu restituirci il valore di una deviazione, di una interruzione, per ricostruire, attraverso la consueta sospensione dellincredulit, il significato di una scelta espressiva ESEMPIO IL CAPPOTTO (1843) di GOGOL (scrittore e il drammaturgo ucraino, 1809-1852) nelle sue parole lesitazione, la sorpresa dello sgomento di fronte al sarto si rifiuta di aggiustare il suo vecchio cappotto, egli prova a convincerlo celando la vergogna di non potersi permettere un cappotto nuovo. (vedi pagina 125)

PAUSE + SOSPENSIONI = sono forme prive di contenuto il processo retorico della APOSIOPESI consiste proprio in un atto ermeneutico che risemantizza queste indicazioni e conferisce un significato non solo alle frasi di per s, prive di coesione e di coerenza, ma anche al non detto o SVILUPPO di UN PENSIERO INTERROTTO o deviato + ELLISSI nella sintassi del discorso esemplificano talora con intensit maggiore delle parole, emozioni e le declinazioni sentimentali solo alluse FIGURE DI SILENZIO IN POESIA CASO VITTORIO SERENI o La sua scrittura poetica, costituita da VUOTI, ALLUSIONI, ELIMINAZIONI non chiede tanto al lettore di completare, quanto piuttosto di attendere e di sospendere il filo dellimmaginazione o RETICENZA SERENIANA la sua origine parte da un atteggiamento mentale verso lesercizio dellarte e verso la pratica della poesia: una VENA AVARA, il mito del libro unico e la denuncia della fatica di scrivere Nei suoi versi la reticenza il pudore di verbalizzare sentimenti ed emozioni, nonostante il poeta ricerchi listanza comunicativa anche attraverso i toni della parola parlata SEGNALI LESSICALI + SINTATTICI sono molti: Frequenti i MA segnalano deviazioni e interruzioni del discorso INCIPIT PROPOSIZIONALI sono introdotti dalla congiunzione E, con cui il verso scandisce uninterruzione temporale PERIODO IPOTETICO implica una condizione iniziale, ma non trova sempre una verifica nel proseguimento del discorso

PUNTINI di SOSPENSIONE DISPOSIZIONE PROGRESSIVA FRASI NOMINALI SUSSEGUIRSI di LOCUZIONI PRIVE DI VERBO REGGENTE

1983 PAOLO VALESIO (poeta) ASCOLTO = punto decisivo mentre il monologo e il dialogo sono categorie istituzionalizzate e canonizzate da tutta la tradizione ortodossa della retorica, lascolto una categoria non canonica: persuasiva e operante. o SILENZIO = non assenza di comunicazione, la retorica rifonda lanalisi letteraria come auscultazione di complessi testuali o ASCOLTO = non un modo passivo di guardare, bens unanalisi critica delleffetto sul testo e sulla lettura tale atteggiamento una contemplazione attiva,1 categoria spirituale o RETORICA offre la forza delle sue potenzialit alla prassi di un atteggiamento interpretativo che, mentre attualmente il rigore dellanalisi testuale, concentra il nucleo del consenso e del riconoscimento allinterno di una cornice istituzionale ATTO DI ASCOLTARE una categoria in un qualche modo istituzionalizzata,1 atto individuale che non esclude il ricorso a forme comuni e condivise di attribuzione del senso

3.6 Sguardi e prospettive AZIONE PERCETTIVA si appare una operazione disordinata, casuale: registra le immagini che indistintamente cadono sotto il nostro sguardo o MA se la disposizione della realt davvero disordinata, vedere e distinguere sono ATTI CONCETTUALI che implicano luso di CATEGORIE, ABITUDINI, IPOTESI e INTERROGATIVI ESEMPIO racconto LAVVENTURA di UN FOTOGRAFO (GLI AMORI DIFFICILI 1958) ITALO CALVINO o Il protagonista Antonino guarda il mondo attraverso un MEDIUM particolare, LOBIETTIVO FOTOGRAFICO, il quale riproduce fedelmente limmagine che coglie locchio, ma nello stesso tempo seleziona, sceglie, taglia e circoscrive uno spazio o Dapprima Antonino un non- fotografo, perch si sottrae al dilettantismo della domenica, alla consuetudine di fotografare e fotografarsi per recuperare qualche momento isolato o attratto dal valore e dalla facolt di vedere attraverso un occhio di vetro, MA il problema quello del significato di fermare unimmagine o Elabora quindi un sistema a cui si avvicina attraverso prove e riflessioni, perch il passo tra la realt che viene fotografata in quanto ci appare bella e la realt che ci appare bella in quanto stata fotografata brevissimo o Entro questa distanza spazio-temporale sembra delinearsi la possibilit di vedere e di fare esperienza, di costruire un proprio individuale rapporto con il mondo, vero o finto che sia (vedi pagina 128) o Il protagonista mosso verso la ricerca di un mezzo nuovo, di una seconda prospettiva sulla realt circostante fotografare un modo per ordinare limmagine del mondo, riprodurle per poterle leggere diversamente

La sua potenzialit precisamente quello di sottrarre il campo visivo al flusso delle immagini casuali e frammentarie, concentrate tempo e spazio in una FORMA FINITA PRINCIPIO DORDINE diventa una PROSPETTIVA GNOSEOLOGICA , o infine il modo in cui ci si rappresenta la propria esistenza

Ma il modo di relazionarsi in unavventura sentimentale con una donna assume le forme della schizofrenia, perch la ricerca in atto di un modo di guardare il mondo si identificato totalmente con la sua vita finisce per annullare la distinzione tra realt e rappresentazione, non pu fare altro che usare una maniera totalmente estetica di vedere per trovare il livello simbolico in ogni attimo della sua esistenza, come se tutti indistintamente dovesse produrre molteplici significati (vedi pagina 128 )

PROSPETTIVA = forma simbolica con la quale organizziamo la percezione dello spazio, il riferimento primario della nostra attivit cognitiva, la condizione che permette lorientamento rispetto ai luoghi reali o immaginari che danno forma alle nostre esperienze o SGUARDO deve essere transitivo, deve avere un oggetto distinto dal s (Antonino finisce invece per ragionare solo sulloperazione che compie, tornando circolarmente si propri gesti, finendo per non poter conoscere niente perch, nellatto estremo di fotografare approda a una forma vuota di MISE EN ABYME esaurite tutte le possibilit, fotografa fotografie) ELIO FRANZINI SPAZIO di RAPPRESENTAZIONE pu darsi in molti modi, presentando LUOGHI dellimmaginazione o SPAZIO ciascuno ha la propria rete di rinvii e affettivi, connessi alle singole esperienze e alle loro forme di vita o SINGOLARIT del VISSUTO non pu non fondarsi su delle strutture delle costanti di senso, che siano comuni e condivisibili se le cose e le immagini non hanno un proprio ordine e unintrinseca razionalit, sono le operazioni che ne compiamo per conoscerle che devono essere ordinate e razionali MA tale reazione nel momento in cui porta con s una maniera soggettiva e sempre individuale di guardare, immaginative variabile, allo stesso tempo determinato da una situazione istituzionale rituale e riconoscibile o VARIE GEOMETRIE UGUALMENTE VERE la loro esistenza sembra minare il presupposto di unit e condivisione, condizioni ugualmente necessarie alla conoscenza e alla comunicazione PUNTI di VISTA MOLTEPLICI nello spazio non implicano una distruzione del concetto, ma sono lespressione di differenti modi retorici per esibire una comune esigenza dialogica e simbolica dellimmagine

1934 HENRY JAMES (scrittore e critico letterario statunitense, 1843-1916) METAFORA DELLA CASA DEL ROMANZO prefazione di RITRATTO di SIGNORA o Racconta mirabilmente i modi del rapporto individuale, proiettivo, mediato MA accessibile proprio perch allo strumento di osservazione, per coloro che guardano unico e tutti vedono lo stesso spettacolo

o o o

MOLTEPLICIT DELLE FINESTRE = DIFFERENZA ma la scena umana la medesima SGUARDO OSSERVATORE = la variante della forma ARCHITETTONICA CASA NARRATIVA: A un milione di finestre + un numero quasi incalcolabile di possibili finestre, ognuna delle quali stata aperta o ancora apribile dalla necessit della visione e dalla pressione della volont individuale APERTURE di forma e di misura dissimili danno tutte sulla scena umana Nel migliore dei casi sono finestre, altrimenti sono dei fori nel muro morto, sconnessi e collocati in alto A ognuna di esse c una figura con un paio di occhi, o almeno un binocolo, che costituisce uno strumento unico di osservazione e assicura a chi ne fa uso unimpressione distinta da ogni altra Tutti osservano lo stesso spettacolo, ma uno vede di + laddove un altro vedi di meno, nero-bianco, grande- piccolo- rozzo-delicato

CAPITOLO IV ELOCUTIO 4.1 Lo stile e i generi del discorso ELOCUTIO = la terza parte della retorica che si occupa della CURA DELLESPRESSIONE, FORMA LINGUISTICA, STILE dellARGOMENTAZIONE o CAMPO di INDAGINE comprende i rapporti pi o meno complessi che intercorrono tra gli oggetti e i modi del linguaggio, le scelte verbali che loratore o lautore compie, in funzione di ci che deve dire, del pubblico cui si rivolge, della situazione comunicativa allinterno della quale si colloca

CONCETTO DI GENERE qui diventa possibile individuare il luogo dove avviene il riconoscimento tra i soggetti e quindi ordinare una variet enormi di discorsi o GENERE = categoria testuale che presenta caratteristiche formali ricorrenti, in cui la combinazione dei registri e stili corrisponde ad atti di parola pi o meno identificati dalla tradizione MOLTEPICIT di POSSIBILIT ESPRESSIVE LINGUISTICHE allAPTUM sono state sistematizzate come GENERA ELOCUTIONIS dirette

APTUM tipica virt della DISPOSITIO il principio che sostiene e attraversa tutte le parti della retorica, secondo il quale discorso adatto e pertinente alle esigenze particolari e contingenti della comunicazione SPECIFICIT ENUNCIAZIONE +SFERA DUSO del LINGUAGGIO determinano la tipologia dei GENERI DEL DISCORSO

1952 SAGGIO di BACHITN IL PROBLEMA DEI GENERI DEL DISCORSO o Prende avvio dalla COMUNICAZIONE + USO del LINGUAGGIO, che comporta le elaborazioni di tipi relativamente stabili di enunciazioni i GENERI o CLASSIFICAZIONE riflette lestrema eterogeneit di categorie che veniva proprio le molteplici campi dellattivit umana, ognuno legato variamente alla necessit espressiva del linguaggio (dialogo quotidiano, lettera,1 documento di ufficio, argomentazioni scientifiche o generi letterari)

STILE = ELEMENTO CHIAVE della ELOCUTIO ed il costituente fondamentale di ogni genere o BACHTIN lo stile indissolubilmente legato allenunciazione e alle forme tipiche delle enunciazioni, cio i generi del discorso egli vede in questo concetto una funzionalit che oltrepassa di gran lunga la necessit di classificazione e lo STILE, in questo senso, lungi dallessere un semplice abbellimento parte fondamentale del progetto del parlante o STILISTICA si originata dallo studio delle qualit dellELOCUTIO, dallindagine nel dominio dellAPTUM intesa come VIRTUS ELOCUTIONIS

BACHTIN distingue tra: o PROPOSIZIONE UNIT del LINGUAGGIO quindi meccanismo puramente grammaticale ENUNCIAZIONE UNIT COMUNICAZIONE VERBALE dunque inclusa nella dinamica dellalternanza tra i soggetti, orientata verso la possibilit di una risposta, collegata ad una realt esterna e al contesto comunicativo delle altre enunciazioni o POLEMICA mette in discussione la nota teoria di SAUSSURE e di molti linguisti, i quali sostengono che lenunciazione una combinazione assolutamente libera di forme del linguaggio essa si identificherebbe con un atto individuale,contrapposto al sistema della lingua in quanto fenomeno sociale La maggior parte dei linguisti vede nellenunciazione solo una combinazione individuale di forme puramente linguistiche (lessicali e grammaticali TEORIA di BACHTIN lindividualit dellespressione e delle enunciazioni non si realizza attraverso una libert assoluta, ma si fonda su un progetto di discorso, che corrisponde precisamente alla scelta di un genere TRASCURARE IL GENERE significa valutare solo i meccanismi sintattici grammaticali senza considerare il vero significato di un atto linguistico comunicativo VISIONE MOLTO ACUTA che prende le distanze da: o FORMALISMO formatesi in Russia tra il 1915 e il 1930 ESTREMO STRUTTURALISMO diffuse in Europa nei decenni seguenti

Lautonomia del segmento linguistico in relazione al suo significato uno dei nodi problematici fondamentali una proposizione considerata isolatamente, infatti un elemento significante del linguaggio, ma solo nel momento in cui essa contestualit , c diventa unenunciazione e acquista un significato che non valido una volta per tutte

PROPOSIZIONE proprio perch si rivolge a qualcuno, ha un certo scopo,1 particolare legame con la realt, un senso concreto OGNI ENUNCIAZIONE NASCE DA UN PROGETTO o Progetto determina la scelta dei mezzi linguistici, dello stile, del genere del discorso e attraverso il veicolo espressivo il parlante o lautore, costruiscono il loro RAPPORTO COMUNICATIVO ENUNCIAZIONE connotata sia dalla valutazione individuale, sia dalle riferimento a tv strutture relativamente stabili e dunque RICONOSCIBILI SOCIALMENTE

STILE non un valore separato dalla modulazione grammaticale, ma una scelta che deriva dalle condizioni retoriche e dalla situazione pratica della comunicazione, sulle quali poi esercita il suo influsso, circolarmente determina esso stesso il genere del discorso e seleziona il destinatario o Non si corre in questo modo il rischio di ridurre il campo della ELOCUTIO allesercizio di uno sterile formalismo RETORICA = luogo dove interagiscono e si verificano tutte le dinamiche comunicative che fanno di un testo non un dato fisso e immutabile nella sua oggettivit, ma un processo che coinvolge tutte le componenti della comunicazione

COMPONENTI + RINVII reciprocamente necessari che intercorrono tra lELOCUTIO e le parti della retorica non sono meno importanti delle alte parti ELOCUTIO non legittimo conferire una maggiore autonomia o la pretesa di una posizione di supremazia che le ha dato la storia della retorica e le parti sono ugualmente necessarie e importanti, anche perch da sola la ELOCUTIO non esisterebbe e tantomeno gli artifici stilistici e spiega al suo interno

Storicamente il contatto tra RETORICA e POETICA con luso funzionale degli strumenti del discorso persuasivo per lanalisi del testo letterario ha decretato lo sviluppo ipertrofico della ELOCUTIO a danno delle altre parti CONSEGUENZA : la riduzione della terza sezione della retorica a una classificazione di artifici stilistici fini a se stessi o MA TESTO LETTERARIO non il luogo di un puro virtuosismo stilistico, ma un atto di comunicazione, progettato da un autore e rivolto a un destinatario e come tale deve essere analizzato o La concezione puramente ornamentale di fenomeni stilistici a svilito e snaturato innanzitutto il concetto di stile, che invece una nozione complessa e articolata, non isolabile, e sempre relativa ai sistemi di riferimento storici, culturali e geografici Per definire tale concetto nella storia della letteratura ci si focalizzati su due ambiti diversi: Ha coinciso con una determinazione personale, soggettiva, idisincrasica, che distingue un autore da un altro o unopera da unaltra, oppure si identificata con unaccezione sociale, comune, collettiva, che implica la loro di adeguarsi a modalit riconosciute

1997 GIOVANNI BOTTIROLI (professore di teoria della letteratura ed estetica) sente la necessit di fondare una rigorosa TEORIA dello STILE e muove proprio da una polemica riguardo alla polarit in cui il concetto di stile stato troppo frequentemente coinvolto getta uno sguardo critico sulle posizioni che variamente sono state assunte e riguarda questo problema: o MODERNIT per affermare lindividualit dello stile ha dovuto svincolarlo dalle nozioni di mimesi, ed ogni costruzione di tipo distributivo o gerarchico MA loscillazione tra individuale e collettivo non affatto scomparsa STUDIOSI del LINGUAGGIO dedicano una considerevole attenzione alle variet linguistiche in relazione: sia gli ambienti sociali di appartenenza SOCIOLETTI Sia alle condizioni enunciative REGISTRI AMBITO LETTERARIO vengono delimitate variet linguistiche e il cui carattere istituzionale la rende oggetto di una stilistica della lingua e non di una critica individualizzante INDIVIDUALE /COLLETTIVO in questa coppia bisogna riconoscere il maggiore tra gli ostacoli epistemologici che finora hanno impedito la nascita di una teoria dello stile Nessuna teoria, ma soltanto di iscrizioni empiriche, sono possibili, fino a quando nello stile si vede qualcosa di eminentemente individuale

Finch si tenta di ricondurre lostile alla dialettica LANGUE/ PAROLE, finch si crede che lo stile sia un insieme di STILEMI = forme personali in cui si possono peraltro scorgere i vincoli di una eredit pi o meno antica e le anticipazioni delleredit futura

STILE LINGUAGGIO CONDIVISO bisogna pertanto andare contro di ad ogni idea di individualit espressiva Lopera darte esiste nelle sue divisioni, ma quali siano queste divisioni, e in base a quali meccanismi questa nobile lotta possa generare inaccessibili lontananze o decadere nella chiacchiera, un problema che sembra guardare il suo SPETTATORE con i 1000 occhi necessari per indagarlo DENSIT DELLOPERA DARTE se lopera esiste nelle lontananze, se densa, il compito della teoria fare un esperimento con la sua densit

LIBRO DI BOTTIROLI la vena polemica e la riflessione teorica rifiutano da una parte la coincidenza della nozione di individualit con quella di stile, ma al contempo anche con lidea vaga e indistinta di molteplice ricerca nella densit dellopera darte i modi per analizzare, per tracciare una mappa tra i sentieri dello stile o Il riferimento a HEIDEGGER (filosofo tedesco, 1889-1976)

La questione della tecnica -HEIDEGGER

La riflessione sulla tecnica, condotta pi volte, aveva portato Heidegger gi in Essere e tempo a evidenziare come l'uomo, il cui compito "prendersi-cura" degli utilizzabili, ossia degli enti intramondani, tenda invece a ridurli a semplici mezzi sottoposti alla sua manipolazione. In particolare nella conferenza La questione della tecnica, del 1953, il pensatore tedesco pone la domanda circa l'essenza della tecnica moderna, rintracciando la sua origine nella mentalit metafisica, che riduce tutto al livello dell'oggettivit misurabile e pianificabile, a partire dalla sua impiegabilit concreta. La tecnica divenuta cos il modo prevalente del disvelamento (aletheia), nel senso che l'uomo di oggi esperisce la verit dell'Essere sotto forma di tecnica, la quale si impone all'uomo come pro-vocazione. Essa cio un appello dell'Essere: per definirne l'essenza Heidegger usa il termine Gestell (scaffale, montatura, e appunto imposizione) che spinge l'uomo a dirigere ogni elemento della natura, ogni energia, persino se stesso al fine di immagazzinarli, modificarli e nuovamente impiegarli. Di fronte a questa im-posizione, l'uomo pu recuperare la sua libert soltanto divenendo consapevole del vero carattere della tecnica, che al fondo non qualcosa di meramente strumentale, e la cui montatura non ha nulla di tecnico, ma ancora una volta parte del destino dell'essere. Questo, da un lato, non pu essere dunque contrastato, tuttavia una sorta di amor fati, di assunzione di responsabilit nei confronti di un tale destino, pu consentirci di custodire la possibilit di una salvezza, oggi messa in grave pericolo dalla tecnocrazia. Come aveva scritto Friedrich Hlderlin, proprio nel pericolo che si annida ci che salva;[58] e Heidegger in quest'ottica, a partire dal senso originario della parola techne (arte), ne riscopre l'affinit con la poiesis: entrambe, nell'antica Grecia, stavano a indicare la produzione del vero e del bello. A quel tempo, opere d'arte e opere "tecniche", erano, in un certo senso, lo stesso, e l'estetica non era diventata ancora una branca del tutto separata nel modo di conoscere umano. proprio questa, quindi, la via di salvezza che Heidegger propone all'uomo moderno: essa

passa per un ambito che strettamente affine alla tecnica stessa, e tuttavia ne distinto nel fondamento, ovvero l'ambito dell'arte, poich

DENSIT DELLOPERA o NON intesa come la accumulo o la molteplicit dei significati del tempo aggancio alla forma e neppure nella accezione analitica del termine Essa risiede nelle possibilit rese possibili dalla sua costruzione

STILE allinterno di un universo di densit pu avere uno statuto, poich deriva da una situazione di conflitto tra regimi o LINGUAGGIO DIVISO perch dominato da 3 REGIMI DI SENSO 1. SEPARATIVO governato dagli usi istituzionali e prescritti dalla lingua 2. CONFUSIVO dove limiti o demarcazioni sono eliminate e linstabilit dei significanti domina sui significati LIVELLO DI FIGURALIT MOLTO ALTO , come nel linguaggio dellinconscio o dei sogni 3. DISTINTIVO larticolazione non sopprime la densit o Fondare una teoria dello stile e rintracciare le regole significa esplorare i meccanismi delle relazioni combinatori tra questi regimi di linguaggio che sono portatori non solo di elementi formali, ma anche costruttori dei contenuti di pensiero Primato dello stile SEPARATIVO rischia di distruggere la bellezza perch lopera darte necessita di una parte di implicito, di inespresso ERMETISMO quasi assoluto di un testo annulla ogni possibilit di articolazione, ma esalta i significanti nella loro musicalit e nel tono

DENSIT = CONFLITTO di REGIMI nello spazio ambiguo e polisemico del DISTINTIVO si apre il valore di EQUILIBRIO attribuito allo STILE

4.2 La teoria degli stili ELOCUTIO nella RETORICA ANTICA prevedeva una rigida divisione degli stili,1 ripartizione e distingueva tre livelli della rappresentazione letteraria perch un vincolo di necessit legava lespressione allo scopo e allargomento nella sua totalit o In nome del APTUM = virt retorica suprema, il rapporto STILE CONTENUTO era una norma da rispettare,nella quale la comunit letteraria si riconosceva i 3 generi o stili e i relativi intenti, erano i seguenti: 1. UMILE volto a insegnare (DOCERE) 2. MEDIOCRE utile a procurare piacere (DELECTARE) 3. SUBLIME in cui scopo era commuovere (MOVERE)

Per riguarda la poesia le tre opere di Virgilio hanno esemplarmente costituito i modelli di tale divisione 1. BUCOLICHE UMILE 2. GEORGICHE MEDIOCRE 3. ENEIDE SUBLIME

Gi nella tradizione classica ci che pi interessa sono proprio i rapporti e le connessioni il concetto di stile appunto si sviluppa come strettamente collegato a quello di genere. a stabilirne il legame sono regole normative e rigorose, che prescrivono latto di adeguarsi a paradigmi condivisi. o OPERE DI VIRGILIO rappresentano i modelli tipici perch alla corrispondenza di ogni opera con il grado della rappresentazione non riguarda solo la scelta espressiva, ma la classe sociale dei personaggi, i loro nomi, i luoghi gli spazi della scena ROTA VIRGILII = schema che enfatizza la connessione tra generi, tipi umani, ambientazione e stile mostra in altre parole INSCINDIBILIT della ELOCUTIO DALLASSIEME della tematica, i nessi verticali tra forme e sostanze lesistenza insomma di un POLICODICE dei GENERI SCELTA LINGUISTICA IN RAPPORTO a QUELLA DI GENERE in ogni genere si realizza un sottoinsieme del sistema linguistico dellepoca GERARCHIA degli STILI rigida e normativa, ma allo stesso tempo la sua osmosi con il genere comporta che lELOCUTIO CLASSICA investa nella sua articolazione il livello espressivo e formale, quanto quello tematico, allinterno di una determinazione che sempre storicamente circoscritta, epocale POLICODICE (= sistema di vari codici) = luogo di riconoscimento dei soggetti della comunicazione, nella stabilit dei sistemi di riferimento istituzionalizzati

TEORIA DEGLI STILI si assiste nella storia della letteratura al verificarsi di un rimescolamento, di una commistione di generi e degli stili, che conduce a risultati descrivibili, ma non pi definibili a priori o XVIII sec. la nozione di GENERE perde il suo valore dogmatico, la letteratura moderna accelera infatti il processo di instabilit delle forme e dei rapporti o MODERNIT ora le procedure della retorica, che corrispondevano un tempo fuori dal testo, allimmagine di un cosmo ordinato si inscrivono nel testo sotto il segno della AMBIGUIT, dellincertezza, della deformazione MA non si pu affermare che la modernit viva lesperienza letteraria senza regole estetiche

1995 BRIOSCHI DI GIROLAMO o Anche se alcuni generi si estinguono, NON sono i generi ci che tramonta, e neppure il principio di normativit sotteso al giudizio di merito delle opere o Cio che tramonta la RICONOSCIBILIT DEI GENERI che cessa di dipendere, per sineddoche, dallassunzione di un modello canonico delluno o dellaltro suo esemplare, proposto per il suo prestigio allimitazione-emulazione degli scrittori

GENERI si trovano quasi tutti nella condizione del ROMANZO qui nessun canone era mai stato ufficializzato diventa possibile lIBRIDAZIONE ALLINTERNO DEL GENERE in chiave antiletteraria o meta letteraria di modalit discorsive considerate fino ad ora eterogenee e la SUBLIMAZIONE DEI GENERI in forme pure dellespressione. Quanto prima era respinto nellinestetico ora ammesso nellestetico Quanto prima era ammesso nellestetico ora pu essere espunto come extraestetico

MUTAZIONE DELLA SITUAZIONE SOCIALE e CULTURALE si complessa e le rappresentazioni letterarie instaurano con il proprio tempo un rapporto diverso e pi problematico vengono meno i modelli da emulare perch il concetto di imitazione non costituisce pi, agli occhi di scrittori e intellettuali un valore assoluto o TRIONFO DEL ROMANZO genere moderno per eccellenza si afferma con lavvento della societ borghese e industriale BACHTIN il genere carnevalesco pi tipico non solo perch nasce in epoca storica, a differenza di tutti gli altri, e non ha un vero modello stabile, ma soprattutto perch ROMANZO = luogo del capovolgimento , della possibilit del disordine, del sovvertimento delle gerarchie mescolanza degli stili e dei registri, dei generi domina la dialogicit della retorica del romanzo che si evolve in continuazione PERSONAGGIO NARRATIVO subisce una metamorfosi perch dapprima attraversa LEPICA DELLA REALT che viene poi sostituita con lEPICA DELLESISTENZA (DEBENEDETTI) ci che viene a mancare il rapporto di legalit tra il personaggio e il suo destino, perch la rappresentazione romanzesca posta sotto il segno di una crisi

PUNTO CRUCIALE non solo il romanzo , ma LE CLASSIFICAZIONI NORMATIVE SI INFRANGONO su tutti i fronti e i generi classici perdono il riferimento di una canonizzazione ufficiale linnovazione trasforma aspetti di un genere letterario consolidato dalla tradizione, appare vacillante e incerto lintero sistema di riferimenti che la storia dei generi ha consegnato. PROSPETTIVA DESCRITTIVA di CONCETTO Di GENERE di nuovo una funzione utile necessaria per indagare le dinamiche della tradizione letteraria e i meccanismi del testo nei suoi rapporti di significazione a tutti i livelli 1957 FRYE ( critico letterario canadese, 1912-1991) PRINCIPIO FONDAMENTALE LETTERARIO si identifica con quello che lui denomina RADICALE DI PRESENTAZIONE = modo in cui la parola, recitata, detta o scritta, si pone in relazione con il pubblico o SCOPO TEORIA CRITICA dei GENERI non tanto quello di classificare, quanto quello di portare alla luce una grande quantit di rapporti letterario che non si sarebbero altrimenti notati nellassenza di un contesto riconosciuto in cui inserirli

MODERNIT se in questepoca la situazione letteraria si volta in direzione di una codificazione debole, poich non si tratta pi di giudicare la conformit di unopera a norma o a un insieme di regole, questo non implica che il genere abbia perso valore venuta piuttosto a

mancare una categoria determinata a priori, categoria vuota, a cui non pi possibile fare corrispondere un testo o DESCRIZIONE A POSTERIORI conduce a una considerazione degli elementi del genere letterario quali criteri di analisi, sistemi di riferimento e confronto, unit di misura rispetto ai quali possibile collocare il testo, indagare forma e significato, genesi e rapporti intertestuali A partire dai generi tradizionali (tragedia, commedia, lirica, ) fino ai sottogeneri e alle categorie pi specifiche, la possibilit di classificare un testo certamente un criterio rispetto al quale misuriamo scarti e deviazioni, combinazioni e inversioni parodiche o atti di fedelt ai paradigmi letterari 1971 ANDREA ZANZOTTO (poeta sperimentale, 1921-2011) IL GALATEO IN BOSCO sezione IPERSONETTO o Presenta unorganizzazione architettonica interna che sembra voler circoscrivere la caoticit linguistica o 14 sonetti come se ognuno occupasse il posto di un verso, pi due sonetti che fanno da cornice PREMESSA e una POSTILLA o STRUTTURA METRICA SONETTO riprodotti gli endecasillabi che ristabiliscono le regole ed anche larticolazione delle rime si appella il pi delle volte alle forme canoniche , come la ricorsivit dello schema ABBA nelle quartine o MATERIA DELLA POESIA affianca elementi tra loro antitetici e appartenenti agli ambiti pi diversi, fino a coinvolgere in questa sorta di capovolgimento grottesco ( che enfatizza la dimensione drammatica) la struttura tradizionale o SONETTO XI METAFORA DELLAGO e DEI FILI (vedi pag. 140) Dubbio e tono inquisitorio investono la logica interna della poesia Lunica definizione possibile solo se data in negativo n canto, n eloquio, n ciarla Ritmo solenne del sonetto accumula elementi appartenenti alla fisicit animale e umana, residui aspetti della natura deteriori e sublimi oggetti desueti, cose brutte e rifiutate forme illustri che rievoca dalla tradizione letteraria INCIPIT rinvia senza mediazione a un illustre precedente: un sonetto petrarchesco presenta il medesimo inizio Serie di affermazioni e smentite, di contraddizioni fra la realt e la coerenza interna di un ragionamento relazione della sfera del paradosso REALT appare sottesa da contrasti irriducibili e la POESIA non semplicemente riflesso, bens il risultato dellelaborazione di una percezione soggettiva, investita dalla sofferenza nevrotica EFFETTO SUL LETTORE comporta un assoluto straniamento, non solo perch l io leggente non riconosce nellio poetico un legittimo detentore della parola MA anche e soprattutto perch il suo atto di interpretazione continuamente frustrato da una tale struttura complessa e sfuggente SONETTO = PARODIA di UNA FORMA TRADIZIONALE che si sviluppa in senso ANTIFRASTICO (ANTIFRASI = figura retorica il cui uso consiste nello scambiare con il termine o la proposizione di significato opposto il termine o la proposizione che esprimerebbero letteralmente ci che si intende enunciare, per ottenere un effetto ironico, eufemistico o spiazzante,) rispetto al titolo che

sembrerebbe promettere una serie di dogmatiche indicazioni riguardo al comportamento individuale se non fosse travolto dalla deformazione grottesca del linguaggio. LOGICA PER LA SCELTA di UN GENERE di fonda costitutivamente sulla VOLONTA AUTORIALE di dare forma a una rappresentazione MODO + OGGETTO inscindibilmente = LUOGO DELLA COMUNICAZIONE 1989 JEAN MARIE SHAEFFER (filoso ed esteta della cognizione francese) NOZIONE DI GENERE LETTERARIO o CREAZIONE TESTO comporta delle scelte : non esiste testo completamente piatto n grado zero della scrittura o SCRIVERE UN SONETTO = significa al tempo stesso privilegiare il regime delle convenzioni regolatrici non implica comunque che un testo possa essere considerato solo in base agli aspetti generici privilegiati dallautore 1992 ESPOSITO RIFLESSIONE SUL SONETTO o Insinuazione del dubbio riguardo allo statuto di un modello strofico evidenzia limportanza nellepoca della modernit, dellaffermarsi di un rapporto dinamico ed equivoco tra tradizione e innovazione Fino a che punto un sonetto resta un sonetto? Variazioni e tensioni interne permetto il riconoscimento di una forma che proprio nel suo essere chiusa si stabilizzata e qualificata Si ritenga o meno possibile il collaudatissimo schema esso deve continuare ad essere riconoscibile se vogliamo avvalercene come di una citazione ricca di echi e di storia

4.3 Retorica e stilistica XIX SEC. RIVOLUZIONE TEORIA DIVISIONE deglI STILI o 1946 STUDIO di ERICH AUERBACH( filologo tedesco, 1892-1957) MIMESIS METODO DELLA FENOMENOLOGIA STORICA DEGLI STILI Lo studio riguarda linterpretazione della realt per mezzo della rappresentazione letteraria o IMITAZIONE Larco di tempo interessato attraversa la letteratura occidentale da Omero a Virginia Woolf REGOLA CLASSICA dei livelli stilistici REALT QUOTIDIANA + PRATICA dovevano avere il loro posto nella letteratura soltanto dentro la cornice di uno stile umile o medio vale a dire sottoforma grottesca e comica oppure di divertimento leggero, variopinto ed elegante REALISMO MODERNO (Balzac, Stendhal..) quello che si forma in Francia agli inizi dell800, opera una liberazione da questa norma facendo oggetto di rappresentazione seria, problematica o addirittura tragica,persone comuni alla vita quotidiana, condizionati dal tempo in cui vivevano si infrange la regola della separazione dei livelli stilistici

VINCOLO NORMATIVO STILE CONTENUTO viene sconvolto gi in univoca e un precedente alla modernit con la STORIA DI CRISTO e la sua mescolanza spregiudicata di realt quotidiana e daltissima e sublime tragedia, che sovrasta le antiche leggi stilistiche questa concezione dominano le opere cristiane della tarda antichit e del medioevo: SERMO HUMILIS = linguaggio delle sacre scritture e la commistione tra un e sublime raggiunge in esse il suo grado massimo

1944 AUERBACH saggio SACRAE SCRIPTURAE SERMO HUMILIS afferma che, nei padri della Chiesa la concezione dello stile umile e sublime nello stesso tempo, realizzata nella sacra scrittura, non si forma in maniera puramente teorica ma imposta ad essi, per cos dire, dalle circostanze, dalla situazione in cui si trovavano SCRITTURE di SANTAGOSTINO si realizza la coesistente opposizione dei generi, lirruzione dellumilt realistica nella concezione del sublime SERMO HUMILIS resta umile anche se figurato, intimamente legato alle origini e alla dottrina del cristianesimo, ma per acquistarne coscienza occorreva il grande cuore di SantAgostino Egli ha dato il SERMO HUMILIS allEuropa e ha fondato la cultura medievale gettando le basi di questo realismo tragico, di questa mescolanza degli stili che pure arriva a svilupparsi pienamente solo molto dopo di lui XIII sec. fiorisce il realismo popolare dellarte e della letteratura in questepoca si ritrova la grande antitesi cristiana del sublime e dellumile

SUBLIME DIVINA COMMEDIA un sublime di un genere diverso da quello antico, perch contiene e comprende il BASSO tanto nelle parole, quanto nei fatti, e non solo presso gli abitanti dellinferno, ma anche del Purgatorio e spesso del paradiso DIFFERENZA tra REALISMO MEDIEVALE e MODERNO la NOZIONE di FIGURA (a cui aveva dedicato un saggio nel 1938) questa rappresenta un elemento di distinzione tra i due tipi di realismo Compie un percorso storico delletimologia della parola figura, fondamentale sia per la storia della retorica che per le vicende della stilistica Nel concetto di figura si coniuga lanalisi dello stile con lanalisi dei temi ma, soprattutto, con la determinazioni temporali e causali con le quali la rappresentazione letteraria strettamente connessa

TERMINE FIGURA con il significato originario di FORMAZIONE PLASTICA il termine attraverso le declinazioni dellarea semantica che coincide con la forma della apparenza, allaspetto esteriore o Con VARRONE (letterato e scrittore romano, 1116-76 a.C.) trova unidentificazione con la formazione grammaticale, la derivazione, la forma riflessiva

Con LUCREZIO (poeta e filosofo Romano,98-53 a.C.) diventa immagine, leffige e viene indicare la copia, limitazione Con CICERONE estende il concetto di figura a unespressione tecnica della retorica per designare i tre livelli stilistici, ma non giunge ancora a un significato pi proprio dellORNATUS, dei modi figurati FINE Et REPUBBLICANA FIGURA = era cos stabilmente entrato nel patrimonio della lingua colta e filosofica in primo secolo dellimpero continu ad allargare la possibilit di significato e di impiego della parola QUINTILIANO (oratore romano e maestro di retorica,40-96) gli attribuisce un significato pi stabile e proprio CONCETTO DI FIGURA RETORICA un giungere a una distinzione ordinata di TROPI e FIGURE TROPI riguardo nei concetti pi limitati e si riferiscono solo alluso improprio di parole: Metafora Sineddoche Metonimia FIGURE sono formulazioni del discorso pi complesse che si allontanano dalluso comune come : Domanda retorica Anticipazione delle obiezioni Simulata confidenza Prosopopea o personificazione Apostrofe Ironia Larte delle locuzioni improprie , allusive, insinuanti e dissimulanti con cui loggetto doveva essere adornato oppure trattato con maggiore efficacia e perfidia, aveva acquistato nella retorica della tarda antichit una perfezione di una elasticit per noi quasi incomprensibile e curiosa che spezza poi insulsa quelle locuzioni si chiamavano FIGURAE

FIGURA EPOCA CRISTIANA viene di ad indicare una prefigurazione del futuro, qualcosa di reale e storico, che si pone in rapporto di somiglianza o concordanza con ci che rappresenta o annuncia o REALISMO DELLA RAPPRESENTAZIONE emerge non stretto rapporto tra FIGURA e ADEMPIMENTO, perch luna o laltra possono avere un maggior grado di concretezza storica o INTERPRETAZIONE FIGURALE permette laccesso e la comprensione di testi e di scritti, che altrimenti sarebbero rimasti nellastrazione di significati vaghi o in una dimensione temporale troppo lontana

INTERPRETAZIONE FIGURALE x AUERBACH stabilisce per due o persone un nesso in cui uno di essi non significa soltanto se stesso, ma significa anche laltro, mentre laltro comprende o adempie il primo In due poli della figura sono separati nel tempo, ma si trovano entrambi nel tempo, come fatti o figure reali NESSO pone due fatti su un piano di PARI STORICIT, ma in tale concezione entrambi contengono qualcosa di provvisorio e incompiuto perch luno rimanda allaltro

CONCEZIONE FIGURALE rimanere per tutto il medioevo e domina anche la DIVINA COMMEDIA, dove le forme figurali sono addirittura prevalenti e decisive per la struttura del poema o AUERBACH STUDIANDO DANTE lanalisi dello stile risale ai significati, al contesto, alla storia, fin allinterpretazione della realt rappresentata (come in MIMESIS) Lelaborazione della nozione di figura e il crimine tra realismo medievale e realismo moderno Se il metodo rimane il medesimo lungo tutta lindagine sul realismo occidentale, le opere della modernit si sottraggono alla possibilit di uninterpretazione figurale, perch sono determinate da unevoluzione storica che li colloca su una linea verticale, dove i fatti non sono considerati nel loro nesso ininterrotto, ma sono separati e autonomi, legati forse disordinatamente allesperienza del loro tempo e non inclusi in un disegno unitario

LEO SPITZER (linguista e critico letterario austriaco, massimo esponente critica stilistica, 18871960 RAPPORTO METODO- STILE METODO INDUTTIVO -DEDUTTIVO o il presupposto il rapporto reciproco tra STATO INTERIORE e FATTI DI LINGUAGGI o partendo dallidea di STILE = luogo di ricognizione gli elementi microscopici e non macroscopici tratti di genere la sua indagine mette in luce il dettaglio sintomatico allinterno di minuscole variazioni che consentono di caratterizzare la visione del mondo di un individuo e il segno da lui lasciato nello spirito collettivo STILE si identifica con lespressione di un ETIMO SPIRITUALE, di una radice psicologica, dunque non certo riducibile a una intuizione necessario leggere e rieleggere e costruire un movimento che dal particolare in giunga al generale, per attuare una verifica successiva anche in senso opposto Il mezzo pi sicuro per individuare i centri emotivi di uno scrittore o di un poeta, quello di leggere i loro testi, senza stancarsi,finch una qualche peculiarit linguistica non colpisca la nostra attenzione Sar poi facile tra le peculiarit trovare il comune denominatore di quale sentimento le ha dettate, metterle in relazione con lelemento sintattico e compositivo e perfino col contenuto etico-filosofico dellopera.

AUERBACH + SPITZER fondano le premesse di metodo della critica stilistica

NOZIONE DI STILE viene abbandonata dalla critica letteraria cos come dalla retorica, n incertezze nella mobilit di significati che ha assunto storicamente STILE addirittura non rientra come termine nel campo del vocabolario specialistico il suo ambito di significato talmente ampio, che sembra avere perso ogni possibile specificit oltre a rimandare, continuamente, alla vecchia dicotomia FORMA-CONTENUTO Il dualismo implicito nella dicotomia FORMA-CONTENUTO il vero responsabile dellesilio di un concetto che lungo i decenni del 900 la letteratura continua a evocare

4.4 Denotazione ed esemplificazione 2002 FRANCO BRIOSCHI SPIEGARE lo STILE significa colmare una lacuna e costruire una serie di relazioni tra lordine letterario e quello extra letterario o PRINCIPIO ne deriva che il CONCETTO DI STILE, inteso come un campo di analisi fondamentale, ma mai esclusivo, conduce costantemente verso ipotesi che non possono essere legate univocamente al funzionamento dei dati oggettivi del testo OBIETTIVO POLEMICO = e il concetto di letterariet che emerge dalle teorie formaliste, e poi giornaliste e semiologiche pur riconoscendo i meriti indiscussi sul piano dellanalisi testuale CRITICA fa leva sulla pretesa di esausti vita di tradimento di, a cominciare dalla nozione di JAKOBSON della letterariet (= loggetto della scienza della letteratura non la letteratura, ma la letterariet, cio ci che fa di unopera data,unopera letteraria)

Ci che fa di un testo, un testo letterario, non pu essere solo un elemento interno alluniverso diegetico, inscritto nella struttura formale rinvenibile attraverso criteri esclusivamente intrinseci affermando linsufficienza di quei metodi non nega certo limportanza del linguaggio nella letteratura o la centralit dellopera nellesperienza letteraria PUNTO CENTRALE elabor un concetto di stile che non consiste unicamente nel dato linguistico oggettivo, ma investe anche altri componenti, dando cos forma un sistema interpretativo e corrisponde ad un PROCESSO e non al risultato finale Alla definizione sostituisce la possibilit di DESCRIZIONE il rapporto di un individuo con unopera letteraria apre una situazione comunicativa complessa che significa innanzitutto capire quali sono le caratteristiche delloggetto, atto che deve essere sostenuto da un metodo rigoroso di indagine Sar necessario innanzitutto SPIEGARE proprio il ricorso a strumenti della filosofia analitica forniscono una modalit privilegiata di indagine che conduce ad una elaborazione del concetto di stile quale nozione che comprende due concetti fondamentali: DENOTAZIONE ed ESEMPLIFICAZIONE questi

entrano in gioco per circoscrivere lambito del rapporto tra SOGGETTOSIMBOLO, tra SOGGETTO- TESTO LETTERARIO FILOSOFIA ANALITICA Cichecontraddistinguelafilosofiaanaliticaancoraogginonuninsiemeditesimapiuttostounmetodo, o uno stile, filosofico. In particolare, possiamo individuare quattro elementi caratterizzanti. Il primo il valore dell'argomentazione. Quando si presenta una tesi si deve sostenerla attraverso un argomento, si devonorendereespliciteleragioniafavore(edeventualmentecontro)cichesiafferma.Affinchtesied argomentipossanoesserevalutatifondamentaleusarelamassimachiarezzapossibile,adesempiodando delle definizioni di tutti i termini non di uso comune. Il secondo l'utilizzo di tecniche di logica formale nell'esposizione della teoria. Ad esempio, il linguaggio modale (della possibilit e della necessit), viene analizzatoattraversolasemanticadeimondipossibilisviluppata,fraglialtri,daRuthBarcanMarcuseSaul Kripke.Ilterzoelementoilrispettoperirisultatidellescienzenaturali.Nontuttiifilosofianaliticilavorano su problemi che sono vicini a quelli trattati dalle scienze naturali, bench molti lo facciano. Ma generalmente accettato che non lecito per un filosofo contraddire risultati ampiamente accettati nelle scienzenaturali,amenodinonfornireineffettiunargomentodivalorescientificoasostegnodelproprio rifiuto. Infine, viene spesso messo in rilievo il valore del senso comune. A parit di altre condizioni, una teoria filosofica che preserva le verit del senso comune (ad esempio che esistono oggetti materiali, esistonopersone,etc)migliorediunachelecontraddice. 1968 NELSON GOODMAN ( filosofo analitico USA, 1906 - 1998) uno dei maggiori esponenti della filosofia analitica e da lui derivano le nozioni di DENOTAZIONE e ESEMPLIFICAZIONE come presupposti della costruzione di una tipologia dei sistemi simbolici o DENOTAZIONE il procedimento simbolico per il quale una parola o un predicato e indica gli oggetti e gli Stati del mondo a cui si applica o ESEMPIO TAVOLO la parola rimanda alloggetto che tutti conosciamo

ESEMPLIFICAZIONE sembrerebbe il procedimento simbolico inverso, per il quale loggetto esemplifica il predicato ESEMPIO loggetto rinvia alla parola TAVOLO o anche alle propriet che questo oggetto possiede campione del sarto esemplifica le propriet della stoffa

BRIOSCHI si concentra sulla complessit della modalit dellESEMPLIFICAZIONE o ESEMPLIFICAZIONE = rapporto tra un oggetto e le propriet, categorie o tratti distintivi a cui facciamo riferimento ne deriva che ogni traccia di inchiostro pu esemplificare il colore o la forma o altre propriet o PAROLE non solo denotano gli oggetti e gli stati del mondo a cui si applicano MA possono esemplificare le propriet che possiedono: essere un trisillabo, endecasillabo.. sentimenti di paure, sorpresa, incertezza.. toni di sincerit o affetto

Le due direzioni che guidano la DECODIFICAZIONE di un atto linguistico sono: DENOTAZIONE ESEMPLIFICAZIONE

ESEMPLIFICAZIONE un processo di grande rilevanza perch serve proprio a rendere ragione della complessit dei livelli stilistici ed espressivi, dellarticolazione dei significati nellatto di lettura e di interpretazione. o Riguarda da un lato IL POSSSESSO poich le propriet devono essere possedute dalloggetto o Riguarda anche il RIFERIMENTO che costituisce latto comunicativo pi rilevante Un oggetto ovviamente possiede tutte le propriet che possiede, ma esemplifica solo quella in cui ci stiamo riferendo implica la selezione necessaria affinch entrambi i soggetti dello scambio comunicativo intendono a quale propriet ci si riferisce TESTO LETTERARIO Le propriet possedute dalloggetto sono precisamente i meccanismi interni del linguaggio, ma questi non vivono di vita propria o NON BASTA che loggetto possieda le propriet che possiede, perch valga come questo o quel simbolo occorre che sia stabilita una gerarchia grazie a cui istituire i rapporti di opposizione e di equivalenza richiesti NON SI TROVA ISCRITTA NELLOGGETTO STESSO , COME DATO PREESISTENTE, SIAMO NOI AD ISTITUIRLA nel momento in cui facciamo riferimento alle sue propriet secondo questa o quella regola CRITICA di BRIOSCHI Si scontra ancora una volta con quellidea di autonomia del testo che presuppone iscritti nella lingua i significati e affida al livello stilistico formale una posizione assiologicamente preminente o CENTRALIT NOZIONE DI RIFERIMENTO comporta una conseguenza rilevante sul piano del rapporto comunicativo LINGUAGGIO = attivit e NON un universo statico di oggetti se nessun valore stilistico dato in se stesso, ma tocca a noi trasformare un segno di inchiostro in una parola o una frase, IL RUOLO DELLINTERPRETAZIONE DIVENTA PROCESSO ATTIVO, relazionale, atto di riconoscimento e di attribuzione di senso. METAFORA = costrutto di parole, se non c atto di riferimento che la identifica come tale e costruisce relazioni, confronti tra i livelli di discorso ENDECASILLABO = semplice segmento di teso inerte se non attiva una modalit di lettura che individua le regole che lo governano e ne riconosce ritmoe figure metriche STILE non una cifra definibile a priori che distingue il linguaggio ordinario dal linguaggio della letteratura il risultato di un procedimento esemplificazionale che, in quanto tale, chiama in causa la correlazione POSSESSO RIFERIMENTO = sistema di giudizi che danno forma al testo, tanto quanto prendono forma da esso o PROCESSO CONOSCITIVO giunge a considerare che unopera non mai estetica in s, dotata di una virt intrinsecamente contenuta nellopera stessa, che nessuna operazione metalinguistica pu arrivare alloggettivit del codice. non perch il codice o sia conoscibile, ma perch questa oggettivit sempre mediata dagli a priori negoziati, istituiti, condivisi dialogicamente dalla comunit dei parlanti

PROPOSTA di GENETTE sulla CORRELAZIONE tra STILE ed ESEMPLIFICAZIONE

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Genette = uno dei maggiori protagonisti della tradizione strutturalista e semiologica SCOPO INDAGINE trovare una definizione semiotica dello stile perci necessario illuminare la natura delle relazioni tra lo stile e gli altri aspetti del discorso Egli promuove la ricezione di GOODMAN entro quella tradizione, valorizzando innanzitutto la dialettica di denotazione e di esemplificazione ESEMPLIFICAZIONE qui trova la via per superare gli usi della nozione di stile che venivano a identificarsi variamente con lespressione, levocazione o con la connotazione e che non risultano mai sufficienti perch non riescono a rendere ragione della complessit di tale concetto MODALIT ESEMPLIFICAZIONALE sembra comprenderli tutti, oltre a enfatizzare la valenza funzionale dei segni del linguaggio e non la loro natura statica e autonoma

STILE = funzione esemplificativa del discorso, siccome opposta alla funzione denotativa laspetto del discorso e la sua assenza di aspetto, la nozione palesemente priva di senso DEFINIZIONI STILISTICHE non sono mai meramente immanenti, condividendo il principio secondo cui lo stile non sarebbe assolutamente equivalente a un CONDIMENTO AGGIUNTIVO che presupporrebbe oltretutto una dimensione separata, nella lingua, di denotazione e esemplificazione NON ESISTE DISCORSO + STILE NON C DISCORSO SENZA STILE NON CONCEPIBILE UNA SCRITTURA NEUTRA (identificata nel 1953 da BARTHES critico letterario francese, 1915-1980 - nel saggio IL GRADO ZERO DELLA SCRITTURA)

Quando STILE + ESEMPLIFICAZIONE vengono ad IDENTIFICARSI, viene meno il ruolo fondamentale del RIFERIMENTO

GOODMAN (filosofo USA, 1906-1998) o DENOTAZIONE implica il riferimento tra due elementi in una direzione o ESEMPLIFICAZIONE implica il riferimento tra i due sia in entrambe le direzioni SENZA RIFERIMENTO ogni procedimento di esemplificazione sarebbe ASTRAZIONE e tale modalit comporta una conseguenza essenziale sul piano della pragmatica della comunicazione o STILE + TESSITURA TESTO + ELEMENTI OGGETTIVI in questa prospettiva rientrano nel RI-USO letterario = un sistema relazionale che coinvolge la percezione e la valutazione sono dunque una funzione del nostro modo di fare riferimento o ASPETTI STILISTICI INTRINSECI non sono semplicemente propriet possedute dalloperatore e da essa esemplificate in quanto un soggetto le seleziona attraverso il riferimento ed entrano in gioco i gradi di decodificazione e di interpretazione del testo

1978 GOODMAN QUESTIONE DELLA SINONIMIA in LO STATUTO DELLO STILE

Si rivolge con la sua POLEMICA CONTRO lopinione generalmente accettata secondo la quale STILE DIPENDE DA UNA SCELTA COSCIENTE DELLARTISTA tra diverse alternative ci sarebbero + modi per dire la stessa cosa OBIEZIONE UN MODO DIVERSO PER DIRE UNALTRA COSA, Gi UNALTRA COSA SINONIMIA = nozione sospetta e risolve la questione con una scelta che lascia allo stile un margine ben pi ampio di dinamicit Ci sono maniere molto diverse per dire QUASI le stesse cose Spesso, cose de tutto diverso possono essere dette Pi O MENO allo stesso modonon tramite lo stesso testo , ma tramite testi che hanno in comune certe caratteristiche che vanno a costituire uno STILE

CONSEGUENZA rompere il vincolo che lega lo stile alla sinonimia se molte opere su temi diversi possono avere lo stile in comune, molte opere possono avere stili diversi

4.5 Il linguaggio figurale 1938 AUERBACH nel medioevo molte varianti erano impiegate accanto o in sostituzione della nozione di FIGURA MA nessuna abbracciava cos completamente gli elementi del concetto: elemento creativo-formativo + mutamento nellessere che resta se stesso + gioco tra copia e originale termine + usato rimane FIGURA o FIGURA = formazione complessa, dinamica e articolata che, mentre produce un mutamento, evoca sempre se stessa PROCESSO di RIDUZIONE della FIGURA venuta a coincidere semplicemente con un ORNAMENTO NON NECESSARIO (condimento aggiuntivo x lo STILE GENETTE)

STILE + FIGURA hanno un presupposto comune che li avvicina o OBIETTIVO (perseguito dal FORMALISMO + STRUTTURALISMO) = trovare una SPECIFICIT alla SCIENZA DELLA LETTERATURA rendeva necessaria la distinzione tra LINGUA LETTERARIA e LINGUA PRATICA DISTINZIONE determinerebbe lesistenza di un LINGUAGGIO NEUTRO, di uso normale della lingua rispetto al quale sarebbe possibile misurare ogni deviazione FIGURA = SCARTO DALLA NORMA, VIOLAZIONE del CODICE di BASE X ABBELLIRE IL DISCORSO ELOCUTIO ridotta a STERILE TASSONOMIA di FIGURE in nome di una TOTALE ASSIMILAZIONE TRA RETORICA e POETICA

FIGURA = da interpretare non solo come un fatto di sintassi tutto interno al testo, o come artificio espressivo il cui ruolo pressoch indifferente CONSISTE NEL PROCESSO che si fonda su un USO FUNZIONALE di MECCANISMI FORMALI e chiama in causa i piani del significato o Non si tratta di individuare in un enunciato o in un testo unespressione NEUTRA, sulla quale p sovrapposto un artificio retorico, bens indagare il senso e il valore di un costrutto figurale, in quanto parte costituente di quellenunciato o di quel testo PERELMAN OLBRECHTS TYTECA le figure assumono tutto il loro significato argomentativo quando la distinzione avvertita da principio abolita per effetto del discorso.

DISCORSO produce un determinato effetto in funzione non solo di ci che dice ma anche di come lo dice FIGURA = PRECISA SCELTA ESPRESSIVA affinch essa sia colta nella DINAMICA ARGOMENTATIVA che le propria, non pu essere decontestualizzata, separata dalla situazione comunicativa in cui viene pronunciata o scritta e analizzata per se stessa o FIGURA consiste in una forma stilistica e il suo valore non si esaurisce sul piano del meccanismo formale, ma coinvolge ambiti e domini semantici e dipende, come di consueto, dalle modalit del riferimento per quanto riguarda lattribuzione di significati

IPOTESI DI CLASSIFICAZIONE DELLORNATUS una partizione consueta separa le o FIGURE DI PAROLA riguardano pi propriamente lespressione linguistica Sono figure che dipendono direttamente dallELOCUTIO o FIGURE DI PENSIERO appaiono disomogenee, perch tradizionalmente vennero riconosciute sullincerto fondamento di concetti vaghi, mal o mai definiti, fatti coincidere intuitivamente con procedure discorsive talora comuni a pi figure Sono figure che appartengono originariamente allINVENTIO

QUADRIPARTIZIONE di LAUSBERG Per la CLASSIFICAZIONE DELLE FIGURE RETORICHE Si parte dal concetto di TRASFORMAZIONE e MUTAMENTO 4 CATEGORIE di MUTAMENTO 1. ADIECTIO o AGGIUNTA esempi di questo gruppo sono: a. RIPETIZIONE b. ACCUMULAZIONE c. ENUMERAZIONE d. ANAFORA e. FIGURA ETIMOLOGICA 2. DETRACTIO o OMISSIONE a. ELLISSI b. ASINDETO c. ZEUGMA 3. TRANSMUTATIO o CAMBIAMENTO a. ANASTROFE b. CHIASMO

4. IMMUTATIO o SOSTITUZIONE a. SOSTITUZIONE SINONIMICA b. TROPO ANTONOMASIA c. TROPO SINEDDOCHE d. TROPO LITOTE e. TROPO METONIMIA f. TROPO METAFORA g. IRONIA 2010 MORTARA GARAVELLI STRUTTURAZIONE del DISCORSO FIGURATO seleziona un CRITERIO per ORDINARE LA MATERIA 2 DIREZIONI POSSIBILI: 1. Da NOME a COSA DESIGNATA come i dizionari di lingua 2. Da CONFORMAZIONE OGGETTI a NOME o Deriva da una IPOTESI di INDAGINE PRECISA procedimento del discorso, un particolare modo di espressione conducono al nome del fenomeno o IN EVIDENZA effetti, oggetti, relazioni, ambiti di significati in stretta correlazione con gli elementi formali e stilistici MORTARA GRAVELLA prende la via di una argomentazione di 2 livello di un meta discorso sulle loro cose e i loro nomi che riconduce le figure retoriche non solo alla dimensione funzionale MA anche alla complessit dei significati che esse mettono in gioco, quando sono intese come parti attive e non meri ornamenti delluso di una lingua o ESEMPIO figura della CATACRESI (=impiegata per designare qualcosa per cui la linguanonoffreunterminespecifico.Sitrattasoprattuttodiantichemetaforeemetonimie nonpiavvertitecometali.Nellacontinuaevoluzionedellalinguaedifronteallanecessit di designare oggetti o anche situazioni nuovi, e dunque in caso di cosiddetta "inopia verborum" (assenza di parole), possibile che la catacresi giunga in aiuto della lingua stessa, conferendo ad un nuovo oggetto il nome di uno gi designato che ricorda o che rimandainqualchemodoaquellonuovo.) Bottiglie non sono animali MA hanno il collo Tavoli o montagne non sono animali Ma hanno gambe, creste e fianchi ( vedi esempi pag.152) Si potrebbero enumerare molti oggetti e situazioni che si designano normalmente facendo un uso figurato, ESTENSIVO dei termini che servono a nominarli. Ai retori classici parve un abuso, un uso deviato CATACRESI oggi serve per dire che un senso figurato diventato abituale e quindi proprio di una determinata parola o locuzione TROPO si trasforma in CATACRESI quando interviene dominante LA CONSUETUDINE la sua diffusione e la sua affermazione nelluso del discorso fa dimenticare la primitiva natura di tropo perch tale espressione deve colmare una lacuna del vocabolario

USO DEL LINGUAGGIO pu AGIRE IN SENSO CONTRARIO una CATACRESI pu essere RIVITALIZZATA (vedi pag. 153)

4.6 La metafora METAFORA = la figura che continua a ritenere un ruolo privilegiato tra i fenomeni del ORNATUS considerata IL TROPO dei TROPI o presente ad ogni livello della comunicazione, dai discorsi specialisti alla conversazione quotidiana, e mette in gioco di volta in volta le potenzialit della sua articolazione 1962 TEORIA DI MAX BLACK o TESI FONDAMENTALE la figura, lungi dal coincidere con un puro abbellimento del discorso, un procedimento stilistico che investe e riguarda la DIMENSIONE ESTETICA OBIETTIVO la descrizione della figura non solo come un fatto di sintassi tutto interno al testo, ma come un processo che chiama in causa anche la semantica e la pragmatica METAFORA = PROCEDIMENTO STILISTICO non si esaurisce sul piano dello stile, ma coinvolge ambiti domini di significato e dipende dalla modalit di riferimentoo OSSERVAZIONE PRELIMINARE CASO METAFORA il presidente si apr faticosamente il varco nella discussione Si apr il varco = FOCUS DELLA METAFORA dimostra contrasto con le altre parole della frase in cui compare la CORNICE Uso metaforico del FOCUS + importanza CORNICA al fine del significato dellespressione figurale se si cambiasse cornice, potrebbe variare il significato, o venire a mancare del tutto la metafora, perch fondamentale il tipo di interazione che si stabilisce tra focus e cornice RICONOSCIMENTO METAFORA + INTERPRETAZIONE richiedono di prestare attenzione alle circostanze particolari in cui stata espressa

ARGOMENTAZIONE di BLACK muove dalla critica alla modalit pi frequente in diffusa con la quale spiegato il meccanismo della metafora LA CONCEZIONE SOSTITUTIVA o FOCUS o ESPRESSIONE METAFORICA (M) viene usato allinterno di un contesto letterale per comunicare un significato che avrebbe potuto essere espresso letteralmente, quindi inteso come sostituto di qualche altra ESPRESSIONE LETTERALE (L) LETTORE deve invertire la sostituzione, percorrere la direzione inversa a quella dellautore e capire o risolvere la metafora. RAGIONI di QUESTA SCELTA da PARTE dellAUTORE sono di 2 tipi: 1. Potrebbe non esistere un equivalente letterale nella lingua e dunque si dovrebbe ricorrere alla metafora per colmare i vuoti del vocabolario si ottiene cos una CATACRESI

che da a parole vecchie un significato nuovo ma, assolvendo a una necessit, perde anche buona parte del suo valore figurale 2. Si appella a ragioni stilistiche formali, in nome del piacere procurato al lettore ma in tal caso si ricade inevitabilmente nella considerazione di una metafora equivalente a un ornamento CRITICA di BALCK rivolta allidea che il significato di unespressione metaforica sia frutto di una qualche trasformazione del normale significato letterale CONCEZIONE COMPARATIVA METAFORA o Attraverso lespressione metaforica lautore fornisce non il significato conforme alla sua intenzione = M MA una qualche funzione di esso f(M) o LETTORE il suo compito quello di applicare La funzioni inversa f-1 (alla meno uno)ottenendo f-1(f(M)) = M,e il significato originale ancora una volta invitato a compiere in senso contrario il sentiero percorso dallautore per giungere un significato originale CONCENZIONE COMPARATIVA la funzione di trasformazione sottesa alla metafora LANALOGIA o SIMILITUDINE La concezione vede nella metafora una similitudine condensata o ellittica riducendo, come nel caso del procedimento per sostituzione, il valore stesso dellespressione figurale

OBIEZIONE PRINCIPALE BLACK riguarda Il GRADO di INDETERMINATEZZA e di VACUIT a cui conducono le loro spiegazioni: SOSTITUTIVA e COMPARATIVA o ASSERZIONE METAFORICA non un semplice sostituto, si tratti di analogia o di similarit, con porta procedimenti e dei risultati originali non sempre la somiglianza sottesa alla metafora gi nota METAFORE presuppongono situazioni in cui non ci sono domande prestabilite e dove la funzione da applicare al FOCUS non sia evidente a priori il vero interesse della metafora CREARE LE SOMIGLIANZE, non esprimere solo quelle che gi esistono

PROPOSTA DI BLACK (riferita allo studio di RICHARDS del 1936) CONCEZIONE INTERATTIVA o NUCLEO DISCORSO nella metafora agiscono due pensieri di cose differenti, contemporaneamente attivi e sorretti da una singola parola o frase, il cui significato risulta dalla loro interazione o DUE PENSIERI sono operanti INSIEME e interagiscono nel produrre un significato che la risultante della loro interazione PAROLA FOCALE acquista significato NUOVO e non propriamente il significato letterale, n corrisponde esclusivamente al significato delle parole che operano la sostituzione

CONTESTO CORNICE impone alla parola focale una ESTENSIONE di significato: il LETTORE deve trovare le connessioni tra queste due idee, senza dimenticare n il vecchio, n il nuovo livello semantico INTERAZIONE enfatizza gli aspetti dinamici del processo comunicativo e affida al lettore un ruolo essenziale che non coincide con semplice percorso a ritroso ESEMPIO METAFORICO Luomo un lupo Due soggetti posti in relazione : luomo e il lupo LETTORE quando intende costruire il significato di tale espressione metaforica necessaria la conoscenza non solo del termine lupo, quanto piuttosto del sistema di luoghi comuni associati alla parola in questione, cio del riferimento a un insieme di conoscenze comuni in una data cultura IMPORTANTE non che i luoghi comuni siano veri, ma che siano prontamente evocati LETTORE chiamato costruire un SISTEMA di IMPLICAZIONI riguarda il soggetto principale, ma un sistema di NUOVE IMPLICAZIONI METAFORA obbliga a riorganizzare il nostro sistema di luoghi comuni, e si finisce ad umanizzare il lupo allo stesso modo in cui animalizziamo luomo

DIMENSIONE PRAGMATICA il contesto + lesperienza + latto di lettura + la situazione sociale e culturale DETERMINANO LA NATURA METAFORICA DI UNA ESPRESSIONE INTERAZIONE = ILLUMINAZIONE RECIPROCA si fonda su un rapporto di cooperazione tra gli ambiti semantici che sono posti in causa, il significato della figura retorica non riducibile alle regole interne della lingua METAFORA non in senso assoluto e oggettivo se non ci fosse un atto che la riconosce come tale, essa non sarebbe nulla

CONCEZIONE SOSTITUTIVA + COMPARATIVA conducono una parafrasi letterale, a una perdita di contenuto cognitivo. VALORE FIGURALE funzione di un significato nuovo MERITO TEORIA INTERATTIVA coinvolgere contemporaneamente tre livelli di analisi: 1. SINTASSI vocaboli e regole combinano le parole nel procedimento che d luogo alla figura 2. SEMANTICA la metafora implica la produzione di significati nuovi 3. PRAGMATICA atti e comportamenti danno forma alla cooperazione e alla riorganizzazione del sistema di luoghi comuni REALIZZAZIONE di TEORIA INTERATTIVA TESTI GIOVANNI GIUDICI (poeta italiano, 1924- 2011) o Questautore inventa molte forme metaforiche in mostra una costante stilistica

o o

FOCUS messo in gioco, ma raramente circoscrivibili entro limiti precisi,pur essendo chiaramente individuabile lenfasi che si concentra su di esso non si traduce, in unimmagine isolata DISCORSO non si limita al suo effetto interattivo con il soggetto principale VOCE POETICA sviluppo il polo metaforico prolungando nel verso seguente, nella strofa, talvolta lungo lintera poesia e indugiando per illustrare alcuni aspetti e aggiungere ulteriori particolari ESPRESSIONE FIGURALE si trasforma allora nellargomento dei versi, viene quasi letteralizzato senza perdere comunque quella sua facolt allusiva, causa prima per cui ad esso ricorsa la voce poetica Viene meno il carattere o sintetico che contraddistingue generalmente la metafora, ne indubbiamente esaltata la qualit e il valore della scelta linguistica, prima di abbandonare unespressione si sfrutta ogni effetto possibile ESEMPIO LA CADUTA DEL CICLISTA,1965, da LA VITA IN VERSI (vedi pag 157) CADUTA DEL CICLISTA in TRAFFICO della citt = valore figurale e metaforico di unesistenza pericolosamente sospesa realismo espressivo CORPO UMANO sezionato e assunto nei suoi particolari specifici CADUTA CICLISTA elemento figurale che si dilata e si appropria della scena politica, mentre i versi alludono alla comparazione generalizzante dellesistenza delluomo, grazie alle immagini evocate e al tono ambiguamente sarcastico dellio narrante

ISTANZA METAFORICA ha un valore solo in quanto il lettore ne si costituisce in termini e modalit o Non un dato intrinseco al testo che segnala il dominio metaforico, quanto il sistema di relazioni di riferimenti ch ela poesia instaura e che latto della fruizione attiva TEORIA COMPARATIVA appare insufficiente e lacunosa, giunge a ridurre lo statuto metaforico nei termini di una similitudine, ci che comporta un fraintendimento della funzione stessa della metafora o BLACK limplicazione non significa identit nascosta evidente come la realizzazione metaforica e si appelli a modalit differenti nei testi letterari e come ognuno di essi ponga problemi di interpretazione o CENTRALIT CONCETTO DI RIFERIMENTO un presupposto imprescindibile, che fa della metafora un linguaggio referenziale e non una cellula autonoma essa non dunque risolvibile in virt di propriet immanenti, ma necessita di altre informazioni

STUDI IMPORTANTI SULLA METAFORA o 1975 LA METAFORA VIVA - RICOEUR BLACK attinge dai suoi fondamenti

1960 HANS BLUMENBERG (filosofo tedesco, 1920-1996) PARADIGMI PER UNA METAFOROLOGIA Esamina il campo delle METAFORE ASSOLUTE = traslati che non possono risolversi in concetti, ma sono inclusi allinterno di una dimissione storica METAFORA DELLA POTENZA DELLA VERIT attraversa i secoli dellinterpretazione filosofica e si costituisce in virt di una verit storica e pragmatica offre una rappresentazioni della realt e il suo contenuto determina un comportamento METAFORA DELLA TERRA INCOGNITA + MONDO INCOMPIUTO vengono da esperienze storiche dei culturali, da cui sono derivate elaborazioni ideologiche sviluppate nellet come lidea del metodo e del collettivo PARADIGMA METAFORICO VEROSIMIGLIANZA la metafora ha indubbiamente le sue radici nellambivalenza dellantica retorica attraverso il suo percorso storico,il passaggio dalla figura al concetto conduce fino allelaborazione di una teoria estetica dellopera darte poesia e pittura, apparenza e verit,0 e simili al vero METAFORA ASSOLUTA deriva la sua ragione dessere da una struttura originaria ed evolutiva del pensiero, mai dal semplice meccanismo di un traslato

1980 LAKOFF & JOHNSON (rispettivamente linguista cognitivo e filosofo USA) METAFORA e VITA QUOTIDIANA partendo da unipotesi suggestiva e totalizzante METAFORA = non solo non un puro ornamento, ma una FORMA di PENSIERO,1 strumento che ci permette di categorizzare le nostre esperienze non una questione di linguaggio CONCETTI METAFORICI strutturano i nostri atti e i nostri comportamenti perch lessenza della metafora comprendere e vivere in tipo di cosa in termini di un altro Gli autori non giungono a una spiegazione delle espressioni metaforiche che menzionano e nemmeno allinterpretazione dellespressione figurale MA assegnano a tali espressioni di una POTENZIALIT CONCETTUALE che rende ragione di un meccanismo sul quale si incardina la direzione e il funzionamento del pensiero

CAPITOLO V MEMORIA 5.1 Le funzioni della memoria SIGNIFICATO MEMORIA si identifica con la funzione psichica di riprodurre nella mente lesperienza passata, di riconoscerla come tale e di localizzare una nello spazio e nel tempo o prevale una concezione STATICA della memoria lidea che essa corrisponda a un ponte che collega il presente del passato, in virt dello sforzo della rievocazione

MEMORIA implica una sfera semantica pi ampia,1 zona di significati non riducibili facilmente a ununica determinazione, e soprattutto corrisponda unimmagine dinamica e non fissa, a un movimento che produce effetti complessi o Essa costituisce allora la radice della conoscenza, e in altri casi un meccanico atto di ripetizione o Il suo destino vario: esaltata o umiliata, valorizzata o penalizzata, essa per la retorica una parte essenziale dellargomentazione, vicolo del INVENTIO, dunque delle idee e di concetti che costruiscono il discorso nella mente delloratore 1995 STUDIO di LINA BOLZONI ( docente di scienze della comunicazione) Il mondo classico trasmette al medioevo le tecniche che gli oratori usavano per rafforzare la memoria o Basate sullosservazione del funzionamento naturale della mente, essi utilizzano tre componenti essenziali 1. LUOGHI LOCI 2. LORDINE 3. LE IMMAGINI IMAGINES AGENTES o Si tratta di fissare nella mente un percorso ordinato di luoghi in ciascuno di essi si collocher unimmagine che, attraverso il gioco delle associazioni sia collegata alle cose da ricordare. Chi pratica larte e ripercorrer idealmente i luoghi e in essi ritrover le immagini, le quali metteranno di nuovo in moto il gioco delle associazioni cos da restituire i ricordi che sono stati loro affidati

ARTE DELLA MEMORIA = consiste nella dialettica tra: o lesercizio mentale del ritrovamento dei luoghi o la costruzione delle relazioni e della coesione tra le immagini o lelaborazione dei ricordi alla base di tale procedimento vi un uso tuttaltro che meccanico della memoria si tratta di un atto di consapevole selezione,di una pratica che comporta sviluppo dellargomentazione e produzione di significati

RICORDO = una forma privilegiata del RI-USO , nella dinamica tra imitazione di modelli e iniziative innovatrice, tra il ritrovamento dei LOCI e produzione di immagini nuove, in da forma al paradosso della memoria per procedere e sta di ritornare su se stessa

QUESTIONE della VERIT della MEMORIA ossia il grado di fedelt degli oggetti che, appartenendo a unesperienza passata a o luoghi mentali determinati, si sono rievocati in un tempo in uno spazio diversi o MEMORIA ricrea anche quando fedele, perch la modalit comunicativa del discorso trasforma le immagini in parole,e rende condivisibili sentimenti e pensieri produce relazioni nuove tra eventi riproposti dalla reminiscenza soggettiva o collettiva

1998 RICOEUR(filosofo francese, 1913-2005) distingue due significati attribuibili al passato, pu essere inteso come: 1. CIO CHE NON Pi ha a che fare con la perdita, con il concetto dellassenza, perch appunto non pi la memoria costituito dalla metafora dellimpronta che rinvia al passato ma non pu che riflettersi sul presente con un enigma 2. LESSENTE STATO stabilisce una relazione di somiglianza fra limmagine del ricordo e loggetto rievocato: la distanza stessa che viene posta, daltra parte, implica uno scarto,1 non identit per ci che evocato dal passato e la sua rappresentazione nel presente Le due definizioni comportano relazioni diverse tra passato il presente, dunque modalit differenti di concepire latto di ricordare o La problematica moderna della rappresentazione non fa altro che riproporre lantica APORIA della ICONA

MEMORIA da un lato si pone il problema dello statuto di verit del ricordo, dallaltro e contemporaneamente, la dinamica della memoria, che si fonda sul reperimento di luoghi e che di per s un atto di elaborazione di immagini o RICORDARE non significa semplicemente ritrovare unidea, ma costruirne una nuova e la percezione sposta loggetto nel presente della mente che ricorda e tale operazione compromette la verit assoluta delle ricordo stesso DIMENSIONE TEMPORALE la condizione di esistenza della memoria, pur riconoscendo LINGANNO INEVITABILE, sostiene che essa continua a mirare allesattezza, alla fedelt, e in questo precisamente si differenzia dallimmaginazione. FALSIT DELLA MEMORIA sarebbe provocata, solo dal processo temporale, dallessere accaduto prima IMMAGINAZIONE implica la confusione tra reale e irreale

NARRAZIONE DEL RICORDO prende avvio il pi delle volte da un effettivo atto di ripetizione, che intende di volgere lo sguardo nuovamente a unesperienza passata o 2004 SPINICCI (professore di filosofia UNIMI) RICORDO ci consente di attingere a un tempo chiuso, pu attingerlo solo a patto di riaprire almeno in parte quel tempo, disponendole in una prospettiva che lo unisce di nuovo al presente La connessione tra la scena memorativa che appartiene al passato e lesperienza in atto nel presente modifica la realt o ne costruisce una parallela

ESEMPIO DIALOGO di TORQUATO TASSO e del suo GENIO FAMILIARE , 1827 LEOPARDI MEMORIA assume una valenza particolare poich rappresenta il luogo tipico di incontro delle connessioni tra percezioni e disposizioni sentimentali Questa la prima facolt mentale che TASSO personaggi esercita unire con la e anche la qualit che, caratteristicamente, in grado di attribuirgli un passato DISCORSO assume toni nostalgici di una rievocazione, poich, dal luogo claustrofobico di una prigione, egli rivede limmagine della donna amata il suo RICORDO fa insorgere delle emozioni e conduce a atto autoriflessivo LIO non riconosce se stesso, e rimpiange quellessere diverso che era un tempo precedente MEMORIA = funzione di unintima consapevolezza che riguarda in primo luogo la mutabilit dellio nellelaborazione mentale,non la certezza del ricordo a prevalere, ma in groviglio indistinto di percezioni, reminiscenze, immaginazioni OGGETTO DELLA MEMORIA non pu conservare una sua verit, che dipende dal soggetto emotivamente coinvolto la realt fenomenica ha tuttavia unincontestabile oggettivit ma spesso losmosi tra oblio e ricordo, e la fatica delle rievocazioni di sensazione inquietante e doloroso del presente danno forma alle trasfigurazioni che il mutare dellottica prospettica produce (vedi pagina 162) Particolari dinamica del pensiero la distanza spazio-temporale tra lattivit della mente e il ricordo attribuisce un grande potere limmaginazione il desiderio e elabora loggetto del ricordo fino a trasformarlo nel pensiero limmagine imperfetta della donna reale e passata, dimenticata e sopravviene a sostituirla non tanto lo spettro di unimmagine ideale, piuttosto lesito di una rielaborazione mentale MEMORIA nella sua fase creativa, implica costitutivamente la selezione del ricordo

MEMORIA + TEMPO CHIUSO DEL RICORDO non si esaurisce in ci che stato, non una cellula autonoma,ma si rapporta in presente da cui trae origine, da cui nasce il motivo che porta alla rievocazione e, e a cui dare risposte o In un senso interlocutorio e dinamico delloperazione retorica, la MEMORIA = VEICOLO del soggetto enunciativo, ed anche la sua facolt privilegiata di costruzione del discorso

5.2 La memoria e il processo conoscitivo: comparazione e analogia JOHN LOCKE(filosofo e fisico britannico, 1632-1704) dallempirismo inglese deriva la tesi secondo cui le idee non sono innate nelluomo, ma devono essere acquisite gradualmente attraverso i processi percettivi e proiettivi o SENSI + ESPERIENZA ad essi affidata la responsabilit del processo che conduce alla formazione delle idee, perch nessuna cognizione o idea pu derivare da un principio anteriore allesperienza Le facolt umane non si nutrono di concetti universali o di verit assolute e esistenti a priori o indipendenti NON HANNO STATUTO AUTONOMO sono attivit eminentemente transitive che si costruiscono attraverso le sensazioni, intese come modalit del rapporto tra gli organi di senso delluomo e il mondo esterno e successivamente in virt della riflessione mentale ATTO CONOSCITIVO inteso come un processo di progressiva elaborazione che dalle idee semplici acquisite attraverso la percezione, raggiunge le idee complesse queste sono le sole origini di tutte le nostre idee: o le cose esterne e materiali in quanto oggetto della sensazione le operazioni interiori nella nostra mente in quanto oggetto della riflessione

MEMORIA + RICORDO assumono un ruolo essenziale,poich quando loggetto della sensazione iniziale non pi presente, le idee vengono ritenute nella mente Da un lato MEMORIA = serbatoio di tutte le nostre idee Contemporaneamente MEMORIA = azione attiva che rievoca la percezione del passato e leffetto che tale elaborazione comporta nella riproposizione presente MENTE ha la capacit di FARE RIVIVERE, un processo dinamico, e non pi un solo loggetto del ricordo RICORDARE crea relazioni e percezioni significative Poich le nostre idee altro non sono se non percezioni che si trovano effettivamente nella mente, e che cessano di essere cosa alcuna non appena cessino di essere percepite Dire che vi sono delle idee in una riserva nella memoria, in fondo, non significa altro se non che la mente, in molte occasioni, ha il potere di risvegliare in Le percezioni avute in precedenza, con in pi la percezione di avere avuto in precedenza quelle percezioni in questo senso si pu dire che le nostre idee sono nella memoria anche se in verit esse non si trovano in alcun luogo MENTE ha la capacit di fare rivivere ancora queste idee quando vuole, e per cos dire, ridipingerle a se stessa ( alcuni fanno pi facilmente, altri pi fatica)

TESI LOCKE MEMORIA = VEICOLO DI PERCEZIONI , da forma ad altre percezioni che si attualizzano in funzione delle facolt mentali

ARGOMENTAZIONE MEMORIA di DAVID HUME (filosofo empirista e storico scozzese , 1711-1776) o MEMORIA = facolt mediante la quale facciamo risorgere immagini delle percezioni passate CONCETTO FONDAMENTALE ALLA BASE SISTEMA FILOSOFICO per quanto riguarda la considerazione della mondanit conoscitiva delluomo quello di ABITUDINE determinata da una antecedente ripetizione cos che unimpressione o una credenza trova in essa la sua origine; dallabitudine a vedere due impressioni congiunte, consegue che la percezione delluna porta immediatamente allaltra CONOSCENZA + IDENTIT PERSONALE sono il risultato di un processo che parte dalla sensazione e dallimpressione e costruisce connessioni associazioni di idee, relazioni di somiglianza, di contiguit nel tempo e nello spazio, di causa ed effetto perfino le idee generali o astratte non sarebbero altro che dei particolari, congiunge a una determinata parola che produce lestensione dei significati ESITO = complesso rapporto di nessi entro il quale lindividuo esercita responsabilmente le proprie facolt mentali percepisce, costruisce relazioni, attribuisce agli oggetti qualit provenienti dallelaborazione mentale, dal confronto, dallesperienza pregressa MEMORIA assume un valore fondamentale poich permette e produce quelle relazioni Ci fa conoscere la continuit e lestensione della successione di percezioni e deve essere considerata ORIGINE DELLA IDENTIT PERSONALE Se non lavessimo, non si potrebbe avere nessuna nozione della casualit, e per conseguenza quel concatenamento di cause ed effetti che costituisce il nostro IO, o la nostra persona

MEMORIA ha un ruolo attivo anche nella capacit di fare ragionamenti in quante sede privilegiata dellidentit personale e facolt connessa inevitabilmente con limmaginazione ESPERIENZA =principio che fa conoscere la varia unione degli oggetti nel passato ABITUDINE = altro principio che induce a aspettare lo stesso nel futuro Entrambi, agendo insieme sullimmaginazione, fan si che io formi certe idee in modo pi intenso e vivace di altre, che non hanno questa prerogativa senza questa qualit per cui la mente ravviva certe idee + di altre, qualit cos poco fondata sulla ragione, noi non daremo mai il nostro assenso a nessun argomento, ne andremmo al di l dei pochi oggetti presenti ai nostri sensi e dovremmo comprenderli e soltanto in quella successione di percezioni che costituisce il nostro IO, la nostra persona Anche in quella successione, non potremmo ammettere se no hanno quelle percezioni che sono immediatamente presenti alla nostra coscienza e quelle vive

immagini della memoria presenta non potrebbero essere considerate come veraci percezioni passate MEMORIA + SENSI + INTELLETTO sono SULLIMMAGINAZIONE = sulla vivacit delle nostre idee fondati tutti

Senza ripetizione e senza esperienza pregressa lindividuo non sarebbe in grado di porsi in rapporto con il mondo. lanalisi avvicina alla riflessione di un autore che dallempirismo ha assunto molti dei principi fondamentali LEOPARDI (1798-1837) o LEOPARDI nello ZIBALDONE (1821) affronta il tema della reminiscenza essere quasi una imitazione perch gli organi di senso e rievocano le sensazioni passate, ripetendole, rifacendole e quasi contraffacendole (climax di effetti) La progressione graduale degli effetti si passa dalla modalit di ripetizione, alla elaborazione soggettiva e concettuale, loggetto del ricordo si attualizza secondo una determinazione spazio-temporale inevitabilmente compromessa Questa modalit rappresentativa,questa facolt di imitare e contraffare dipende dallassuefazione, poich le ricordanze non sono richiami di impressioni stabili, ma appunto Connessioni tra la percezione e labitudine ATTO MNEMONICO NON ARBITRARIO e CASUALE, bens la memoria fonda le sue radici nella INVENTIO, nei luoghi della propria esperienza, di riportare la materia del passato nella disposizione del discorso presente

NECESSIT DI COMPARARE = VIRT DELLA MEMORIA il valore delle abitudini e delle assuefazioni consiste nellesperienza che la mente acquisisce e che il ricordo continuamente attiva, attraverso la rievocazione di una percezione trascorsa e il confronto con essa un canto pu per esempio richiamare quello che noi facevamo udendo lo stesso canto CAPACIT DI GIUDICARE = funzione di un ripetuto atto di comparazione,poich ogni elaborazione mentale che porta alla conoscenza non pu che essere relativa a unabitudine, a un sistema di riferimento, a proporzioni con le quali commisurare la nuova percezione o ZIBALDONE (1817-1832) Perch luomo e lanimale niente sapendo per natura tanto sa quanto si ricorda = quante ha imparato mediante le esperienze dei sensi MEMORIA = unica fonte del sapere, che quasi costituisce tutte le nostre cognizioni e abilit materiali o mentali senza di essa luomo non saprebbe nulla e non saprebbe fare nulla Dato che MEMORIA = ASSUEFAZIONE essa contiene tutte le assuefazioni ed il fondamento di tutte, vale a dire di ogni nostra scienza e attitudine

VALORE CONOSCITIVO della MEMORIA LEOPARDI intesa come una attivit dinamica, fondato sulla comparazione, conduce lautore a mettere a punto limportanza di unaltra forma di ragionamento, lANALOGIA = secondo lautore sar sempre forse il pi forte argomento di cognizione concesso alluomo

ANALOGIA = figura retorica che si fonda sulla rappresentazione di un rapporto, costruito per somiglianza o per contrasto. Essa riguarda un processo comparativo che attribuisce il senso e la decodificazione a un modo razionale o STRUTTURA si pu equiparare quella di una proporzione e si pu esprimere come: A sta a B come C sta a D non si tratta di un semplice rapporto di somiglianza, ma una somiglianza di rapporti Insieme TERMINI A e B = TEMA DEL DISCORSO Insieme TERMINI C e D = FORO, POLO FIGURALE ci che serve per ARGOMENTARE

1958 ANALOGIA x PERELMAN-OLBRECHTS TYTECA o Insieme dei TERMINI C e D, che servono ad appoggiare il ragionamento, quello meglio conosciuto o Infatti proprio sul riconoscimento che si fonda la possibilit della comunicazione e dunque dellintesa tra soggetti del gioco verbale o RAGIONAMENTO ANALOGICO si rende evidente quando linterlocutore ricostruisce semanticamente il rapporto tra i due insiemi ed evoca la relazione dei termini non esiste nellanalogia una somiglianza di evidente, o implicita negli elementi a confronto il nesso deve essere cercato, da colui che ascolta o legge, nei luoghi dellargomentazione e contestualizzato ESEMPIO INCIPIT TOM JONES di FIELDING (1749) AUTORE = NO SIGNORE CHE TIENE BANCHETTO PRIVATO in questo caso chi offre il banchetto sceglie lui i cibi e anche se sono poco attraenti o affatto gradevoli al palato i commensali non devono trovar nulla a ridire la buona creanza impone dimostrare approvazione AUTORE = PADRONE di UN RISTORANTE la gente che paga quel che mangia esige di accontentare il proprio palato per quanto delicati e capriccioso esso sia se c qualcosa che non piace e reclama il diritto di criticare, insultare OSTE ONESTO presenta il men che tutte le persone possono consultare appena entrano nel ristorante e vedendo ci che possono chiedere si fermano o se ne vanno altrove

VALORE ARGOMENTATIVO ANALOGIA distingue tale figura dalla nozione semplice di somiglianza in quanto si tratta di due rapporti a confronto nei quali la sfera semantica del primo appartiene un campo diverso rispetto a quello del secondo o FIELDING allude alle condizioni della nuova civilt borghese cera governata dai meccanismi di scambio che rendono il lettore non pi lospite beneficiario, ma interlocutore interessato, libero di scegliere e criticare IMMAGINE AUTORE MUTATA riflette la nuova ideologia della borghesia settecentesca e le modalit del nuovo patto narrativo

ANALOGIA costruisce un rapporto a 4 termini: AUTORE CLASSICO sta a AUTORE MODERNO come SIGNORE che offre un banchetto sta a PADRONE RISTORANTEun

TRASFERIMENTO DI VALORE PERLM-OLBR lazione reciproca fra tema e foro che avviene in virt delle relazioni di scambio fra i termini della rapporto analogico La connessione tra questi ambiti, tra cui non c originariamente somiglianza, da forma a concetti nuovi o ANALOGIE hanno funzione importante nellinvenzione e nellargomentazione soprattutto per gli sviluppi e i prolungamenti che esse favoriscono: 1. partendo dal foro esse permettono di strutturare il tema, che essi situano in un inquadramento concettuale; 2. lo sviluppo del foro pu condurre a un prolungamento dellimmagine figurale, ma anche allapprofondimento dellargomentazione e la valenza conoscitiva appunto funzione della possibilit di rintracciare i nuovi rapporti tra le cose

PROCESSO del PENSIERO segue da un lato la costruzione del discorso dallaltro ricerca progressivamente la relazione tra le immagini comparate o ESEMPIO MEN del FESTINO FIELDING, 1749 LETTORE sar ben lieto di trovare che nellopera si rimasti ligi a uno dei pi alti principi del miglior cuoco o dellet presente abbia prodotto il grande uomo, com noto agli amanti della cucina squisita, comincia col mettere cose semplici davanti agli ospiti affamati e gradualmente la raffina fino alla quintessenza degli intingoli e delle spezie allo stesso modo il grande uomo si presenter alla natura umana da principio per appagare lintenso appetito del lettore nella maniera semplice e piana Poi se ne far uno stufato con rag con i pi fini condimenti francesi e italiani dellaffettazione e del vizio che offrono corti e citt con questo metodo si certi che il lettore desiderer continuare indefinitamente a leggere, cos come quel granduomo faceva che la gente seguitasse a mangiare si inizia col servire la prima portata della storia

RACCONTO VICENDA NATURA UMANA (in graduale complessit ) sta a LETTORE DESIDEROSO DI LEGGERE come CIBO SEMPLCE dapprima che si trasforma in STUFATO sta a AMANTE CUCINA SQUISITA AUTORE sta al PRIVILEGIATO LETTORE come MIGLIOR CUOCO sta a OSPITE AFFAMATO CIBO sta al GUSTO DEL PALATO come LIBRO sta a GUSTO ESTETICOe PEREL OLBRE non vi nulla nel meccanismo dellanalogia di che si opponga a queste analogie successive, se si bandissero queste, ci si stupirebbe di vedere quanti dei nostri enunciati sarebbero da sopprimere

o o

STATUTO ANALOGIA INSTABILE, precario, un anello di una catena del ragionamento induttivo MA la comparazione assume una valenza GNOSEOLOGICA proprio l dove la vocazione o la ripetizione di ci che noto conduce a unesperienza nuova

5.3 Lappello alla memoria APPELLO AL LETTORE situazione retorica privilegiata dai testi letterari che chiama spesso in causa la dinamica della memoria o 1954 AUERBACH analizza mirabilmente gli appelli di Dante al lettore, identificando in essi una variet di funzioni e stili, e richiamando lattenzione sulla novit delle espressioni dantesche 20 passi della divina commedia in cui Dante interrompe il racconto per rivolgersi al lettore e chiedergli: di partecipare alle esperienze ed ai sentimenti del poeta di rilevare alcune particolarit di contenuto di stile Di aguzzare la sua attenzione ai fini della comprensione esatta di un avvenimento Di non proseguire nella lettura qualora non si senta debitamente preparato a farlo

RELAZIONE SOGGETTO dellENUNCIAZIONE- INTERLOCUTORE resa esplicita nella forma del APOSTROFE = il valore intrinseco della retorica, latto di rivolgersi a qualcuno o o USO APOSTROFE era raccomandato dei retori per suscitare il pathos, per provocare la partecipazione emotiva delluditorio o del lettore Emozioni e sentimenti attingono alla MEMORIA come luogo per eccellenza, dove lattivit mentale ed emotiva rielabora la propria esperienza (vedi pagina 169 esempi Dante e Leopardi)

MODALIT ALLOCUTIVA DISCORSO LETTERARIO lattitudine di rivolgersi a un destinatario, e di aprire un dialogo, veicolato dalla memoria, da quel legame tra passato e presente che riconosciamo nellatto enunciativo o ESEMPIO NARRAZIONE RIMEMORATIVA SAGGIO PROUST GIORNATE di LETTURA 1905 (vedi pagina 170) Non si tratta di un appello allinterlocutore quanto di un noi soggettivo che accomuna IO e TU, addirittura il VOI nellesperienza unica e continuamente ripetibile dellappropriazione del lettore rispetto alloggetto della sua lettura LETTURA = progetto consapevole, ma anche forza di immedesimazione, fonte di unemozione goduta a lungo EFFETTO IMMEDESIMAZIONE la sospensione della realt, a essere raccontata con una modalit di RI-USO peculiare ladulto che riguarda i libri letti da fanciullo, e vorrebbe ma non riesce a ritrovare le medesime sensazioni

MEMORIA = rievocazione di un fatto, di un gesto e di una storia passati, soprattutto per un processo di ricerca verso la possibilit di riattivare le percezioni identiche a se stesse o MA se memoria = azione meccanica, DETERMINAZIONI TEMPORALI e SPAZIALI intervengono, modificando i parametri delle percezioni, anche dove loggetto mantiene limmutabilit della sua natura materiale NOSTALGIA = consapevolezza che il ritorno non possibile e assume una precisa valenza simbolica nel momento in cui diventa incrocio tra PRESENZA e ASSENZA

PROUST ci son ore della nostra vita che mai non risusciteranno asserzione assoluta che appare definitiva, MA rimanda a quella dinamica pi complessa che base e fonte al tempo stesso della memoria, alterna limpossibilit di rivivere un passato sentimentale ed emozionale alla ricerca di una sensazione che nasce da un oggetto e la oltrepassa o INTERMITTENZE DEL CUORE producono eventi che mettono in atto una MEMORIA INVOLONTARIA

MONTALE la dimensione temporale della sua rappresentazione poetica fa prevalere una delimitazione dellistante, del tempo inteso come dimensione irreversibile e la memoria che si oscura, la memoria in perdita che dilata la prospettiva e immette tempi lunghi, privi di una vera determinazione, quando la voce poetica fa spazio al TU. (vedi pagina 171)

5.4 La narrazione della memoria LE CITT INVISIBILI CALVINO (vedi pagina 171) o Enumerazione degli elementi architettonici dar forma alla rievocazione di Marco Polo e il suo interlocutore KUBLAI KAN, lo ascolta con unattenzione particolare rispetto agli altri messi o Le descrizioni delle citt visitate da Marco Polo si trasformano in esplorazioni dellimmaginazione, nellarte affabulatrice del racconto, quale privilegiata forma di dialogo e di condivisione tra gli interlocutori Il modello che domina la struttura del libro unesplicita evocazione della ricerca di un principio ordinatore che apparteneva alla metodologia della critica strutturalista Lautore aveva partecipato attivamente alle sperimentazioni del OULIPO (OuLiPo (acronimo dal francese Ouvroir de Littrature Potentielle, ovvero "officina di letteratura potenziale")ungruppo(nonristretto)discrittoriematematicidilinguafrancesechemira a creare opere usando, tra le altre, le tecniche della scrittura vincolata detta anche a restrizione. Venne fondato nel 1960 da Raymond Queneau e Franois Le Lionnais. Altri membri di spicco sono il romanziere Georges Perec ed il poeta e matematico Jacques Roubaud.) da luogo nella scrittura narrativa a un sistema complesso, in cui le parti si sostengono secondo un rigido criterio matematico STRUTTURA si tratta di nove capitoli, preceduti e seguiti da 18 corsivi, sede dei dialoghi fra i due interlocutori

Ogni capitolo ha cinque paragrafi, tranne il primo e ultimo che ne hanno 10 I paragrafi sono catalogati sotto 11 titoli o rubriche e il loro ordine che corrisponde alle descrizioni delle citt, segue un criterio distributivo e ricorsivo, una successione di operazioni regolate, in cui la serie si alternano e si intrecciano

RACCONTI di MARCO POLO si svolgono sotto il segno del ricordo dei viaggi, lintento proprio quello di scandagliare le immagini che la narrazione della memoria produce Il veneziano e limperatore sanno bene che il confine tra la memoria di immaginazione labile, come quello tra la memoria del desiderio,ed dentro questo spazio che avviene la comunicazione dei due soggetti Il racconto occupa per sua natura il dominio del verosimile e proietta le immagini della percezione soggettiva (vedi pagina 172) Le cornici in corsivo, nelle quali i due interlocutori esplorano i mondi possibili delle citt invisibili sono luoghi dove la dimensione temporale diventa loggetto dei colloqui, la dinamica di scambi e tre piani del discorso si trasforma nellindagine conoscitiva, lesperienza che nasce dallimmagine, vera o finta che sia, diventa racconto e descrizione Le molteplici rappresentazioni della realt a cui questi cornici fanno da contrappunto dialogico, sono le risposte alle interrogazioni incalzanti di Kublai Kan sono il riflesso dellattitudine creativa che si origina dal ritrovamento, nella propria memoria, di una sensazione gi vissuta MA sono al contempo le domande che entrambi i soggetti dellenunciazione pongono alla realt e allesperienza La narrazione della memoria assume un significato sia in senso soggettivo che in senso oggettivo i ragionamenti di Marco Polo sono le immagini che gli rievoca dei propri ricordi e che offre alla condivisione con limperatore la memoria dellimmagine tematizzata nelle descrizioni stesse

1 RUBRICA LE CITT e LA MEMORIA Si apre con il viaggiatore Diomira, di riconoscere ci che noto per averlo gi ammirato in precedenza, invidia coloro che nei ricordi conservano e possono rievocare nel presente il sentimento di felicit per averlo gi conosciuto e vissuto in passato RACCONTO DI MARCO POLO Isidora identificano un solo desiderio delluomo e cavalca, ma lo scorrere dei ricordi della propria mente (vedi pagina 173) Da invenzione di un desiderio, la citt diventa proiezione di unimmagine temporale si tratta di una proiezione soggettiva, perch quella, in realt la sede del ricordo

3 RAPPRESENTAZIONE ci riporta in una dimensione diversa,dove la materialit dellimmagine lasci il posto a un reticolo di relazioni e di misure (vedi pagina 174) SPAZIO inerte e statico Le immagini del ricordo sono dinamiche, perch la dimensione temporale le anima, conferisce loro quella qualit bifronte che solo la memoria in grado di trasferire sugli oggetti essi si mostrano allo sguardo del viaggiatore come sono

sempre stati, ma anche diversi, poich conservano i segni del tempo la citt non dice il suo passato, lo contiene o La propriet transitiva dellazione mnemonica costruisce riferimenti e confronti, comparazioni e misure e cerca il contatto con le cose e con la realt 4 CITT (vedi pagina 174) La memoria scomposta nelle sue parti per poter selezionare analiticamente la citt rievocarla corrisponde a rivivere di nuovo le sue vie, attraversare le sue strade, i cortili e gli edifici GUARDARE = imporre un ordine allatto mentale di rivedere ogni luogo, o punto geografico preciso porta con s una nozione questo il potere della memoria e dellimmaginazione, la forza dellassociazione e della elaborazione concettuale PARADOSSO si scontra con il mito dellidentit perfetta soggiogata dalla sua stessa natura questa citt non pu esistere come oggetto di una memoria capace di riprodurre lidentico IL VIAGGIO si ESAURISCE nellOBLIO degli UOMINI

ULTIMA della SERIE MAURILIA = una citt che vive del proprio ricordo, o meglio del racconto nostalgico del proprio ricordo laffermazione di unestrema divaricazione tra limmagine del passato e loggetto del presente SUCCESSIONE TEMPORALE non implica sempre una continuit logica o consequenziale essa pu porre invece dei limiti, innalzare confini, esser infine veicolo dellincomunicabilit, quando, tra ci che inizia e la sua evoluzione, le determinazioni storiche impongono una scissione Il valore conoscitivo della memoria giunge un punto di esaurimento e neppure il desiderio sembra pi poter essere alimentato dal ricordo limmagine della memoria,1 volta fissate con le parole si cancellano

5.5 Memoria e riconoscimento ELABORAZIONE CONCETTUALE CALVINO alla base della memoria e del ricordo viene il rapporto tra ogni nozione e ogni punto dellitinerario, che in grado di stabilire un nesso di affinit o contrasto e che serve da connessione istantanea o dilatata tra un presente in atto e la percezione del passato 1942 BORGES FUNES, o DELLA MEMORIA in questo racconto e infrange il ragionamento di Calvino o Lio narrante identifica nel protagonista della vicenda un precursore dei superuomini, ma avverte il lettore di certe sue incurabili limitazioni o STORIA DI IRINEO FUENTES un ragazzo che mostra alcune stranezze, tra le quali quella di sapere sempre lora, come un orologio, e quella di non frequentare nessuno

Un evento segna la sua vita in maniera irreversibile e conduce allestremo le anomalie della sua personalit viene travolto da un cavallo rimane paralizzato lui non ne sembra particolarmente turbato I suoi atti percettivi da questo momento in poi, reagiscono diversamente al contatto sensibile con le cose e con il mondo essi producono unadesione immediata e indiscriminata nei confronti degli oggetti su cui transitivamente riflettono, cos che lo sviluppo ipertrofico dellatto mnemonico si trasforma in una appropriazione totale IRINEO vuole studiare il latino con un libro e un dizionario (vedi pagina 176) io narrante si reca a casa del ragazzo e lo sente parlare in latino e recitare passi della NATURALIS HISTORIA di Plinio la sua memoria prodigiosa costruisce relazioni inintelligibili alla comprensione comune, difficili perfino da raccontare e il soggetto dellenunciazione si rivolge al lettore, in un moto di identificazione simpatetica La posizione fisica del protagonista lo immobilizza entro uno spazio chiuso e semi buio, ma il luogo dellelaborazione percettiva la mente, che d forma a un processo conoscitivo diverso, a una mappa che sembra riflettere limmagine di un mondo irreale e ipostatizzato entro categorie proprie IRENEO spiega lorigine della trasformazione dei meccanismi mentali, prima dellincidente era sordo, cieco, stordito e smemorato solo dopo aver perso e successivamente riacquistati i sensi, le sue facolt sono diventate davvero infallibili lo sguardo trasognato di Funes afferma ora la capacit di percepire la complessit del reale , il molteplice in maniera totalizzante e di fissarli nella memoria.(vedi pagina 177) I numeri e la possibilit combinatori dei calcoli sono un altro campo privilegiato dellelaborazione per lesercizio mnemonico del ragazzo che compie operazioni di sostituzione e di trasferimento dal linguaggio verbale a quello numerico, a quello delle immagini MA i progetti di classificazione di ordinamento che ipotizza IRINEO sono impraticabili, ma soprattutto inutili la sua percezione ossessivamente analitica,e di conseguenza privi di significato sono gli esiti delle relazioni e delle comparazioni che gli stabilisce solo con se stesso INVASIONE DEI RICORDI produce un effetto allucinante e paradossale, perch quelle facolt mentali non giungono infine alla conoscenza incapaci di produrre idee generali la sua abilit percettiva proiettata sul singolo dettaglio, che rielabora in maniera isolata totalmente privo di connessioni, relazioni tra le cose del mondo esterno il suo ragionamento finisce per autoannullarsi (vedi pagina 177) Lindagine minuziosa delle cose in s, irrelate, non permette che il processo gnoseologico si sviluppi attraverso una serie di rapporti, di opposizioni e di uguaglianze ne che vengano attivate le norme e le convenzioni condivise che sono alla base della comunicazione e di ogni atto di riconoscimento

nel mondo sovraccarico di Funes non cerano che dettagli il suo percorso mentale costituito da una serie di indicazioni fitte e numerosissime,1 accumulo di dati che li calcolano se stessi egli non in grado di costruire n di usare alcuna classificazione e si perde in una moltitudine amorfo ai indifferenziata di percezioni egli non pu accedere alla conoscenza perch non c soluzione di continuit tra lo sguardo il suo oggetto

se la memoria non selettiva, essa non procede, si chiude in se stessa, non parla di nientaltro se non di s e MOLTIPLICA INUTILI GESTI un o il personaggio di BORGES, Irineo Funes incarna il senso alienante e schizofrenico dello sviluppo un ipertrofico della memoria egli non giunge mai a conoscere neppure riconosce se stesso o La procedura retorica che sorregge la dinamica del passaggio dal generale al particolare e viceversa annullata dalla memoria pervasiva e dalla percezione totalizzante mentre la possibilit del riconoscimento implica anche la necessit di dimenticare

5.6 Loblio: ricordare e dimenticare OPERAZIONE DELLA MEMORIA + complessa e articolata di un semplice meccanismo di trasferimento dal passato al presente nel processo mentale che la costituisce viene ad annullarsi anche la comune considerazione che la intende come un percorso opposto rispetto alloblio MEMORIA non una forza dattrito, in lotta contro il pericolo di dimenticare essa implica invece la dimenticanza, proprio perch la rievocazione dei ricordi sempre una azione selettiva WEINRICH (scrittore e saggista tedesco) nellanalisi etimologica del termine OBLIO osserva che: o nella psicologia antica il CUORE = considerato la sede della memoria o SCORDARE pu quindi essere parafrasato come PERDERE dal CUORE si oppone prevalentemente al ricordo pi che alla memoria o alla mente o DIMENTICARE si tratta di una derivazione, designato negativamente tramite il prefisso DI-, da MENTE, che in tempi antichi, soprattutto in Dante aveva il significato di MEMORIA, come si vede nelle espressioni rammentare e tenere a mente pu essere parafrasato come PERDERE DALLA MENTE Le connessioni di queste sfere semantiche trovano significativo riscontro nel fatto che le immagini metaforiche pi comuni delloblio sono legate sotto vari aspetti a quelle della memoria o Se la memoria viene rappresentata come paesaggio (TOPICO), allora la metafora delloblio occupa prevalentemente in questo paesaggio i deserti, le verande sabbiose in cui le cose da dimenticare vengono soffiate via dal vento in questo paesaggio si pongono a sotterrare qualcosa cos che lerba cresca sulla cosa sar allora fuori dal mondo

Se con laiuto degli antichi filosofi che si immaginano a memoria come un magazzino o un deposito tanto pi ci si avviciner alla memoria quanto pi si scender nelle sue cantine. laggi la memoria profonda si trasforma lentamente nelloblio o emerge nuovamente da esso MA questa profondit pu anche essere quella di un pozzo o un abisso, presentarsi come il profondo deposito dellio o come il pozzo del passato forse loblio anche soltanto detto volgarmente UN BUCO NELLA MEMORIA nel quale qualcosa cade o sfugge

CONCEZIONE SPAZIALE della MEMORIA il soggetto che ricorda depone nei luoghi di contenuti mnemonici e da l li rievoca per riproporli come immagine attive al presente o in tal senso, loblio sembrerebbe non avere posto n collocazione alcuna, cos come LARS OBLIVIONIS sembra sancire e lo statuto di una disciplina scientifica che, secondo ECO, non solo non esiste, ma non pu esistere o WEINRICH nella sua opera mostra limportanza e linfluenza di questo fenomeno sulla nostra vita, in funzione degli incontri quotidiani con loblio, lungo le rappresentazioni che hanno restituito le immagini dei testi letterari

WEINRICH racconta episodi, riassumendo eventi e situazioni, per tematizzare poi lesemplarit del nesso memoria-oblio, presentato ogni volta sotto diverse varianti: o OMERO concede un posto donore nella letteratura alla memoria di Ulisse che racconta, ma anche alloblio e alla beata ebbrezza che provocano i frutti del loto, al potere della maga Circe, alle arti della ninfa Calipso o DANTE fonda la Commedia sulla base della MNEMOTECNICA , condizione stessa dellincontro con le anime dei morti attraverso questo panorama della memoria scorre il fiume Lete o AUTOBIOGRAFIA CASANOVA lunga confessione nella quale lio narrante rievoca racconta la sua vita, ma ricorda anche, paradossalmente, e con la massima precisione, delle circostanze del suo oblio o VALERY (scrittore dandy e giramondo, filologo francese, 1881-1957) attorno al tema delloblio costruisce una particolare dinamica tra la conoscenza, la memoria e loblio la memoria non servirebbe a nulla se fosse rigorosamente fedele, senza oblio si solo pappagalli

CONCEZIONE DELLA MEMORIA intesa come un percorso gnoseologico, tematico, emozionale, ma solo se concepito come unazione dinamica e unopera di selezione, pi o meno volontaria o OBLIO = momento costitutivo della ragione e della mente ci che d la possibilit alla memoria di realizzarsi, perch lato di ricordare porta con s necessariamente quella di dimenticare Non una componente esclusiva del testo letterario, ma pu diventare un elemento tematica essenziale, in un autore che fa delle due dimensioni mentali, RICORDARE e DIMENTICARE un motivo della propria creativit poetica

UMBERTO SABA (1883-1957) STORIA e CRONISTORIA del CANZONIERE (1944-1947) e pubblicato con lo pseudonimo di GIUSEPPE CARIMANDREI in questo libro egli si fa critico dei propri versi e conduce un discorso sulla poesia, che tenta di e ripagare il conto aperto con i giudizi non lusinghieri dei contemporanei MEMORIA + SELEZIONE = VEICOLO DELLA SCRITTURA MA anche analisi del rapporto tra IO e POESIA, MALATTIA e CURA PSICOANALITICA, tematizzando nelle sue parole il ruolo della memoria e delle amnesie, in relazione al valore stesso dei versi (vedi pagina 180) La guarigione parziale ha modifica certamente la produzione poetica di Saba MA lamnesia ha fatto la sua parte, lo sguardo del poeta in et avanzata pu ancora motivare i processi mentali delloblio Le ragioni estetiche o i motivi psicologici intercorrono nella mente dellio narrante, cos come nellesperienza riflessa della sua scrittura loperazione riporta nel tempo presente e il significato della percezione passata: dimenticare non evidentemente un atto di sottrazione, bens unattribuzione di valore

CAPITOLO VI ACTIO 6.1 La situazione dellatto comunicativo Limpossibilit di prescindere dalle circostanze determinate e contingenti di ogni comunicazione implica la pertinenza di fattori pragmatici nella dimensione retorica dellatto comunicativo per dominare il rapporto dello scambio verbale sembra proprio che non potremo rinunciare a includere nella nostra analisi descrittiva elementi e funzioni del discorso quali contesto, atto di riferimento, comportamenti e atteggiamenti di individui coinvolti DIMENSIONE PRAGMATICA ATTO COMUNICATIVO Il messaggio e il testo letterario, non introiettano il proprio contesto i soggetti dellenunciazione si riferiscono invece ad esso come a un imprescindibile elemento di decodificazione del significato 1952 BACHTIN evidenziando la modalit dialogica e ai responsiva di ogni enunciazione osservava che: o Se la proposizione circondata da un contesto, essa acquista la sua pienezza solo allinterno di quel contesto, cio soltanto nel tutto dellenunciazione 1914 SPITZER argomentazione LINGUA ITALIANA DEL DIALOGO (tradotta in italiano solo nel 1007) e gli dichiara di adottare un metodo PSICOLOGICO-DESCRITTIVO o OGGETTO di INDAGINE condotto attraverso numerosissime esemplificazioni su testi letterari non molto noti, per scelta deliberata dellautore, si analizza litaliano parlato, considerato nella variet dei fenomeni e dellinterazione quotidiana degli elementi costitutivi del dialogo tra due o pi interlocutori o STRUTTURA la trattazione divisa in quattro capitoli che affrontano la descrizione della lingua usata nel dialogo quotidiano, dunque lambito della situazione comunicativa: Parte 1 sono prese in considerazione le forme di apertura del discorso Interiezioni + allocuzioni+pronomi allocutivi+forme di cortesia + annunci Parte 2 sono chiamati in causa i rapporti tra parlante e ascoltatore = tutte le soluzioni che trovano spiegazione nellintesa tra due interlocutori Declinazioni varie della forma di cortesia + forme di economia sintattica e semantica aposiopesi o sospensione ) + ellissi del sostantivo + omissione di proposizioni o parte di essere Parte 3 viene trattata la specificit di relazione tra parlante e situazione Determinazioni spaziali e temporali di ogni atto enunciativo acquistano tanto pi rilievo quanto pi funzionale la relazione tra elemento formale ed effetto sullascoltatore Parte 4 si trattano le forme di chiusura del discorso Cortesia nei confronti dellascoltatore + focalizzazione sulla bipolarit del discorso in tutto il suo sviluppo

LINGUA = sempre intesa come una attivit: determinata da convenzioni sociali e linguistiche, orientata verso la ricerca dellaccordo, fondata su presupposti condivisi che ne rappresentano la condizione di esistenza si riportano la luce le inferenze che sottostanno la lingua duso e vengono analizzati per spiegare ci che le parole non dicono esplicitamente ma implicano, ed evidenziano i significati che la grammatica non pu spiegare al di fuori di un contesto, di una situazione, di tali elementi non sono indagabili, il meccanismo del dialogo e funzione di circostanze precise questopera (molto spesso citata dallo stesso BACHTIN nei suoi saggi) sembra avere precorso i tempi in una direzione precisa = quella della PRAGMATICA della COMUNICAZIONE, che considera la MULTIDIMENSIONALIT dei fatti linguistici nei loro contesti duso ATTUALI STUDI DI PRAGMATICA lesercizio della lingua si fonda sui meccanismi della conversazione, in virt di una considerazione funzionale degli elementi e dei sistemi linguistici non solo la situazione comunicativa, dunque, oggetto di tale analisi,ma la situazione comunicativa, indagata in relazione ai rapporti soggettivi e interpersonali

ELEMENTI EXTRATESTUALI la loro pertinenza nellindagine sullo scambio comunicativo assume una rilevanza particolare per quanto riguarda i comportamenti dei soggetti enunciativi linfluenza del contesto culturale e sociale entro il quale avviene la comunicazione cos come la modalit di interazione tra ci che espresso e ci che implicito ATTI COMUNICATIVI la maggior parte di questi ELLITTICA e DEFICITARIA un determinato contesto duso che permette lintesa fra gli interlocutori, poich il valore semantico di molti indicatori verbali e relativo e non assoluto o PUNTO QUESTIONE se ci limitassimo a decifrare il livello grammaticale degli denunciati troppo spesso non riusciremo a comprendere il senso dellenunciato stesso i meccanismi interni al messaggio non sono sufficienti per permettere la comprensione fra gli interlocutori perch escludono tutto ci che appartiene alla situazione specifica dellatto comunicativo e che permette di decodificare, di intendere e esplicitare i significati differenziali, non introiettati dal testo

CONSIDERAZIONE DELLA LINGUA = AZIONE MESSAGGIO non consiste solo in un atto locutivo, ma in qualifica anche come ATTO ILLOCUTIVO per questo la comprensione del suo significato non riducibile esclusivamente al senso verbale (pu includere un implicito che solo un atto di riferimento rende palese) o DISCORSO si attualizza solo quando la situazione ne determina le circostanze o PAROLE non portano dentro di s da sempre, il loro significato anche il livello denotativo tutto sommato arbitrario un rapporto convenzionale collega il nome alle cose,1 accordo comune o reciproco permette di stabilire regole uguali per tutti

1969 DAVID LEWIS (filosofo statunitense, 1941-2001) LINGUAGGIO = soltanto una delle attivit regolate da convenzioni perch esso appartiene a un tipo di situazioni che hanno un importante caratteristica comune = i problemi di coordinazione o Se ci vogliamo incontrare per me il posto migliore in cui andare e qualunque andrai tu e per questo cerco di immaginare dove andrai tu per andarci anchio tu fai lo stesso Ciascuno sceglie in base a quella che si aspetta se la scelta dellaltro, se uno ha successo ce lha anche laltro lesito da noi desiderato lo stesso EQUILIBRIO = combinazione in cui nessuno avrebbe conseguito esiti migliori se egli soltanto si fosse comportato diversamente Egli formula la definizione DI ASPETTATIVE RECIPROCHE Una REGOLARIT (R) del comportamento dei MEMBRI DI UNA POPOLAZIONE (P), quando essi sono agenti in una SITUAZIONE RICORRENTE (S) una CONVENZIONE se e solo se vero che, in Popolazione conoscenza comune che, in qualunque esempio di Situazione ricorrente, tra i membri della Popolazione: 1. Tutti si conformano alla REGOLARIT = R 2. Tutti si aspettano che tutti gli altri si conformino alla REGOLARIT = R 3. Tutti preferiscono conformarsi a R a condizione che lo facciano gli altri

SISTEMA DI ASPETTATIVE RECIPROCHE comporta un gioco di cooperazione, cio una regolarit di comportamento, nel quale tutti conoscono e condividono la convenienza di un atteggiamento comune o Non si ricostruisce ogni volta questo percorso proprio perch la convinzione pu essere pi o meno esplicita, ma essa regola la modalit delle nostre azioni e i nostri atti di riconoscimento nel momento in cui ci conformiamo a un determinato comportamento o CONVENZIONE deve essere arbitraria e deve essere ipotizzabile una regolarit diversa, nella quale tutti si conformano ad essa

PERELMAN OLBRE la condivisione di presupposti comuni e la condizione per la comunicazione, senza un accordo preliminarmente stabilito, non avviene la comprensione o LINGUA COMUNE = requisito essenziali affinch si svolta una argomentazione, e in minimo indispensabile o PRATICHE COMUNICATIVE necessitano anche di altri tipi di accordi, di atti di riferimento, di circostanze pi o meno favorevoli o TRATTATO DELLARGOMENTAZIONE chiama in causa il rapporto oratoreuditorio + gli oggetti dellaccordo preliminare + scopi e effetti dellargomentazione + disposizioni e motivi che spingono allazione lindagine sulle condizioni generali del discorso non possono prescindere dalla situazione Nel nostro mondo gerarchicamente ordinato, esistono delle regole che stabiliscono come si svolge la conversazione MA tali regole non sono riconosciute n rispettate nel mondo fantastico, e cos lo scambio comunicativo non avviene o privo di senso

ESEMPIO ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE LEWIS CARROL (pseudonimo di CHARLES DODGSON) vedi pagina 186 Interrogazione stupita del BRUCO, il quale non conosce la consuetudine dellordine delle parti del discorso quando entrano nel discorso con lui si arriva subito un punto morto perch dovrei essere io a dire che x primo chi sono Gli abitanti di quel paese comprendono presso a poco il linguaggio di Alice nel paese delle meraviglie non esiste ragione alcuna per cui la discussioni abbiano inizio Non si sa mai perch qualcuno dovr rivolgersi a qualcun altro

ESEMPIO DIALOGO DELLA TERRA CON LA LUNA LEOPARDI in OPERETTE (1827) Lautore mette in scena la rappresentazione della INCOMUNICABILIT Lopposizione delle due voci si delinea subito netta e intransigente, e che esse non trovano un punto dincontro Alle domande della terra riguardo allessere o meno popolata, la luna risponde affermativamente ma da questo punto in poi i motivi di incomprensione si accumulano, e le repliche aprono ogni volta unalternativa di fronte a una ottusa fede geocentrica (vedi pagina 187) La possibilit di condivisione non rinvenibile n nelle parole, n in una presunta analogia della struttura psichica dei soggetti DIALOGO portatore di una componente fantastica, ma Leopardi demolisce lidea che a un nome corrisponda univocamente un oggetto, che le nozioni prime necessarie della conoscenza siano stabili e incontrovertibili, quindi universalmente intese che concetti universali di bene e di male, di pace o di guerra abbiano riferimento rigido ,1 senso di per s gi dato che le cose naturali e artificiali posseggano qualit indelebili e inalterabili Le due voci, che pur provengono da fonti COMPATIBILI, rovesciano lordine stesso della possibilit, e proprio la tecnica retorica del discorso opera latto sovversivo + estremo Del punto di vista formale lasserzione non mostra incongruenze MA lincomprensione si origina dalla non coincidenza di significati a cui si riferiscono le parole pronunciate dalla terra con quelli che recepisce la luna CONSEQUENZIALIT NEGATA DAL CONTESTO di DIALOGO , dallo scontro con le premesse

A livello linguistico il discorso della terra si trasforma in un paradosso, perch il suo vano argomentare non pu prescindere dallequivalenza denotativa tra i termini usati e il significato umano a cui essa continua invariabilmente riferirsi, dimenticando che il ferimento di un dominio non coincide necessariamente con quello di un dominio diverso.

6.2 Atti linguistici e riferimento 1962 AUSTIN (filosofo e saggista inglese, 1911-1960) TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI o Pende avvio dal presupposto secondo il quale le basi per la comprensione di alcuni enunciati non sono le condizioni di verit ci sono frasi che non sono affatto usate per affermare cose vere o false il loro senso non dire qualcosa ma FARE QUALCOSA (vedi esempi pagina 188) Le frasi pronunciate in una cerimonia nuziale Frasi per il battesimo di una persona o di un oggetto Un testamento Una scommessa Queste non sono frasi che descrivono un oggetto,1azione o uno stato pronunciare la frase e in tali casi fare qualcosa non sono enunciati n veri, n falsi perch predicati come battezzare, divorziare, nominare,bocciare, promuovere, oppure locuzioni come ti avverto, prometto, lascia in eredit SONO AZIONI. egli chiama questi enunciati PERFORMATIVI, in opposizione alle asserzioni che sono detti enunciati CONSTATIVI

se pure la questione della verit o della falsit non si pone, PERFORMATIVI POSSONO ESSERE SBAGLIATI esistono condizioni istituzionali per la buona riuscita di tali enunciati,senza le quali lazione vuota o sempre necessario che le circostanze in cui vengono pronunciate le parole siano in un certo modo appropriate o generalmente necessario che il parlante stesso altre persone eseguano anche certe altre azioni FISICHE o MENTALI o anche atti consistenti nel pronunciare le parole o bisogna essere persone adatte o legittimati e a battezzare o sposare perch a queste azioni siano valide, cos come devono esserci le circostanze per scommettere, promuovere o ATTI PERFOMATIVI a differenza dei CONSTATIVI possono essere giudicati come riusciti o non riusciti, le condizioni di felicit sono legate a procedure convenzionali

PROBLEMA a volte non chiaro se una proposizione sia intesa come invito, la asserzione, comando, avvertimento relativamente al modo il medesimo utilizzo dellimperativo pu comportare esiti diversi a seconda dei contesti (vedi pagina 189)

AUSTIN PROBLEMA DELLA FORZA DELLENUNCIATO = modo in cui deve essere inteso lenunciato, poich strettamente collegato al concetto che pronunciare una frase significa anche compiere unazione individuati 3 tipi di atti che vengono eseguiti simultaneamente e quando si dice qualcosa 1. ATTO LOCUTORIO enunciazione della frase dotata di senso, che sia unasserzione,1 domanda, o altro 2. ATTO ILLOCUTORIO lazione che comporta la frase, in virt della sua forza, cio lesecuzione dellatto (fare domande, emettere un ordine, pronunciare una condanna) 3. ATTO PERLOCUTORIO produzione di determinati effetti consequenziale sullascoltatore Tale suddivisione finisce per investire tutti tipi di enunciati diventa TEORIA GENERALE che supera e per certi aspetti corregge la distinzione iniziale che lautore stesso avanza tra atti performativi e constativi

RELAZIONE del DISCORSO con UTENTI del DISCORSO STESSO tramite il linguaggio non solo si descrive, ma si agisce; non c nel mondo un oggetto con appese il cartellino del suo nome al di l dellarbitrariet di segni (SAUSSURE) bisogna tener presente che un parlante in una data situazione comunicativa che compie un atto di riferimento o FORZA che si attribuisce allenunciato = FUNZIONE COMUNICATIVA dellenunciato stesso, valore che, oltre significato grammaticale delle parole, determinato dalle circostanze dellenunciazione ATTENZIONE posta sullASPETTO RELAZIONALE e INTERAZIONALE ATTO ILLOCUTIVO = ossia sulle necessarie e inevitabili conseguenze PERLOCUTORIE della comunicazione, su ci che i destinatari sono indotti a FARE o DIRE

1969-1975 SEARLE (filosofo statunitense) ATTI LINGUISTICI INDIRETTI o Negli atti linguistici INDIRETTI il parlante comunica allascoltatore pi di quel che egli effettivamente non dica fa assegnamento sul bagaglio di cognizioni sia linguistiche siano un linguistiche, da entrambi condiviso e sulle facolt di ragionare e di trasferire inferenze di cui dispone lascoltatore o o CONVENZIONE copre un ruolo particolare, perch permette LACCORDO tra le parti Sottolinea la necessit in ogni rapporto comunicativo della COLLABORAZIONE tre parlanti, affinch gli atti linguistici in diretti abbiano successo FRASE possiede sia la FORZA LETTERALE + FORZA INDIRETTA che deve essere infinita perch la comunicazione ELLITTICA la forma puramente linguistica incompleta ESEMPIO (vedi pagina 190) Proferimento I = proposta per il significato di DAI Proferimento II = rifiuto per quanto riguarda il significato letterale, non altro che una asserzione a proposito dello studente Y

In quanto richiesta, X = opera un atto illocutorio Segue la risposta il cui significato letterale lesecuzione dellatto illocutorio si analizza il processo in 10 passaggi Nella conversazione la comunicazione avviene perch i soggetti collaborano sul piano di ci che non esclusivamente linguistico Analoga modalit richieste, ordini, direttive che veicolano una forma indiretta, alle quali non avrebbe alcun senso rispondere secondo una conseguenza puramente linguistica o grammaticale PERTINENZA riguarda il contesto e la logica condivisa della comunicazione (vedi esempi pagina 191).

1958 PERELM OLBRE non possiamo dimenticare limportanza dellINTESA tra oratore e uditorio che viene posta a fondamento del discorso 1999 FRANCO BRIOSCHI (critico letterario e docente italiano, 1945-2005) confronta due contesti diversi in cui viene pronunciata la stessa domanda sai che ore sono? o o o La stessa frase pu assumere il significato diverso, in un contesto diverso lintonazione della voce, i cui segni sono impossibili da rilevare nella scrittura era accentuando la reggente nel primo caso e la dipendente nel secondo FUOCO RICHIESTA SAI in frase 3 lironia concentra lattenzione sulla consapevolezza dellinterlocutore Riguarda a linformazione relativa allora in frase 4 sai = forma di cortesia (vedi pagina 191) Non rilevante chiedere a qualcuno si conosce la risposta a un certo interrogativo si chiede anche implicitamente allinterlocutore di interagire per rispondere alla domanda stessa ARGOMENTAZIONE ruota ancora attorno allimportanza delle circostanze e dei comportamenti di ogni processo di scambio: trovare le relazioni non esplicite costruire i nessi attivare la forza ILLOCUTIVA + PERLOCUTIVA degli enunciati sono tutte azioni che spettano ai soggetti empirici che prendono parte al gioco comunicativo

non tutto dato nel linguaggio ci che non dato, pi che riposare in qualche imperscrutabile abisso, e semplicemente ci che tocca a noi di fare per conferirgli a nostra volta FORMA + SIGNIFICATO

6.3 La logica della conversazione. Il principio di conversazione 1989 PAUL GRICE (filosofo inglese, 1913-1988) NOZIONE di IMPLICATURA CONVERSAZIONALE collegata concerto di presupposizione che fa parte della INVENTIO o Esempio pagina 192 dal punto di vista semantico la risposta di B apparentemente cambia argomento MA lintesa avviene e la risposta stabilisce uninterazione fra gli interlocutori si tratta di forme INTERSOGGETTIVE di comunicazione che si rendono possibili se si attinge a significati verbali impliciti necessario trovare relazioni non rese esplicite dalla frase IMPLICATURE CONVERSAZIONALI IMPLICATURA = il fare intendere e con IMPLICATUM = ci che si fa intendere esse sono essenzialmente collegate a certe caratteristiche generali del discorso, quindi al fatto che i nostri scambi verbali sono tipici esempi di comportamento, almeno in una certa misura, cooperativo Egli formula un PRINCIPIO GENERALE che i parlanti devono osservare per la buona riuscita in un conversazione PRINCIPIO DI COOPERAZIONE = conforma il tuo contributo conversazionale a quanto richiesto, nel momento in cui avviene, dallintento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato distingue 4 categorie sotto cui raggruppa massime e corollari, che determinano la conformit di un comportamento al principio di cooperazione 1. MASSIMA DELLA QUANTIT a. Da un contributo tanto informativo quanto richiesto (dagli intenti dello scambio verbale in corso) b. NON dare un contributo pi informativo di quanto sia richiesto 2. MASSIMA DELLA QUALIT a. Cerca di dare un contributo che sia VERO b. Non dire ci che ritieni falso c. Non dire ci per cui non hai prove adeguate 3. MASSIMA DELLA RELAZIONE a. Sii PERTINENTE 4. MASSIMA DELLA MODALIT a. Sii PERSPICUO (= chiaro, facile da capire) b. Evita oscurit despressione c. Evita ambiguit d. Sii conciso (evita inutili prolissit) e. Sii ordinato o Queste massime non vogliono essere una sorta di galateo linguistico, ma cercano di descrivere i requisiti (ideali) di un uso efficace della lingua negli scambi comunicativi in insieme esprimono un PRINCIPIO di COOPERAZIONE generale

In queste massime si ritrovano le nozioni proposte dalla retorica classica come VIRTU = a requisiti di unesposizione efficace lobiettivo della retorica e del discorso persuasivo comprende il principio comunicativo perseguito da GRICE alla conversazione appartengono TRANSAZIONI CHE NON SONO SCAMBI VERBALI, cos come la modalit dellargomentazione in generale fa appello alle circostanze dellenunciazione, che non sono riducibili alloggettivit dei segni linguistici NORME CONVERSAZIONALI non sono semplicemente qualcosa che di fatto tutti seguono, bens qualcosa che RAGIONEVOLE SEGUIRE, da cui non dovremo discostarci NATURA di tale cooperazione non assoluta, n a priori rispetto alla pratica conversazionale, MA regolata da uno statuto precario, perch la condizione per lintesa in uno scambio verbale si fonda su un accordo tra i soggetti dellenunciazione MASSIME (come le virt della retorica) possono essere sfruttate o violate, talvolta devono essere violate, affinch abbia luogo la comunicazione, oppure esse entrano in conflitto le urne con le altre

o o

I procedimenti, sfruttando le massime GENERANO FIGURE RETOTICHE si conferma il fatto che lespressione figurale non circoscrivibile in modo esclusivo a un meccanismo formale o CAMPO DELLA PRAGMATICA qui ritroviamo lorigine e lo scopo di fenomeni appartenenti tipicamente al ORNATUS o ESEMPIO SFRUTTAMENTO MASSIMA di QUANTIT = TAUTOLOGIA (= predicato ripete quanto gi espresso dal soggetto le donne sono donne, la guerra e guerra) GRICE le informazioni sono prive di contenuto informativo,diventano informative solo a livello di ci che viene implicato, e dunque comprese da un ascoltatore o da un lettore unicamente in virt della sua capacit di porsi in relazione con il contesto CASO TATUTOLOGIA PROMESSI SPOSI Don Rodrigo si svegli Don Rodrigo non si tratta di una banale ovviet, perch le due occorrenze identiche della stessa espressione hanno luna un valore diverso dallaltra TAUTOLOGIA IDEOLOGICA - CONCETTUALE in PROGRAMMA che apre il numero di CIRCOLI = una ministra di poesia riesce a Genova nel 1931(vedi pagina 194) Lintento la ricerca di un criterio di scelta e di selezione dei testi poetici e troveranno spazio sulle pagine della rivista. I redattori prendono le mosse da un concetto preciso: ISPIRAZIONE appare il motivo conduttore del discorso, lidea preliminare e allo stesso tempo assiologicamente rilevante, che legittima la tendenza verso la ricerca di una nuova poesia Il tentativo di definire il valore della poesia si annulla nella tatutologica espressione di una essenza poetica che si intuisce, si legge, ma rimane nella zona ambigua dellevocazione e della commozione

POESIA POESIA questo padre, oltre le implicazioni pi complesse in principio fondativo del fare poetico per i redattori della rivista

SFRUTTAMENTO MASSIMA QUALIT = METAFORA sei un fulmine! parte dal presupposto che una frase come questa un tipico caso di falsit categoriale per lefficacia della metafora non necessario che il sistema di luoghi comuni associati allespressione figurale sia vero, perch pu includere anche me severit o errori veri e propri, ma che sia prontamente e liberamente evocato

MASSIMA DELLA QUALIT NON VERA = IPERBOLE (= rappresentazione amplificata, esagerazione delle caratteristiche e dei connotati di ci che si comunica) SIGNIFICATO IPERBOLE non pu coincidere con il suo senso letterale, ma lintesa se parlanti avviene in virt del suo valore allusivo, del rapporto con limmagine prodotta dalle parole LAUSBERG liperbole e unamplificazione crescente applicata ai VERBA SINGULA, e cio con evidente intenzione di provocarlo straniamento al di l della credibilit secondo lui inoltre liperbole e specialmente applicata alla categoria dello spazio ESEMPI di IPERBOLE PIACERE DANNUNZIO 1889 (vedi pagina 195) Si tratta di una IPERBOLE METAFORICA lamplificazione sintattica e quella emozionale procedono parallelamente Il vincolo espressivo e retorico che sottende latto enunciativo implica certo la distanza della rappresentazione la condizione che la situazione stranianta, esagerata, assurda, corrisponda alla possibile credibilit

VIOLAZIONE MASSIMA DELLA MODALIT = OSCURIT ESEMPIO una conversazione tra due soggetti, in presenza di un terzo ascoltatore bambino il discorso pu essere modulato in maniera che linterlocutore capisca,ma il bambino no Questa categoria relativa al modo di ordinare la materia, oltre che al modo di esprimersi NARRATIO comprende la PERSPICUITAS e il suo controcanto dialettico LOBSCURITAS

6.4 La figura retorica dellironia IRONIA sempre vago e sfuggente viene paragonato a ci che MONTAIGNE (filosofo e scrittore francese,1533-1592) scrisse sulla MENZOGNA se al modo stesso della verit, la menzogna non avesse pi un solo volto, ci troveremmo in termini migliori con lei. Infatti potremmo prendere per certo lopposto di quello che direbbe il mentitore. Ma il contrario della verit a 100.000 volti e un campo indefinito. ancheIRONIA ha un campo non delimitabile e difficilmente definibile 1949 LAUSBERG o IRONIA = TROPO DI PAROLA luso del vocabolario partigiano della parte avversa, utilizzato nella ferma convinzione che il pubblico riconosca lincredibilit di questo vocabolario

CREDIBILIT risulter quindi rafforzata, tanto che, come risultato finale, le parole ironiche verranno intese in un senso che sar completamente opposto al loro senso proprio CONTESTO = segnale generale dellironia

IRONIA = TROPO di PENSIERO ironia di parole continuata come ironia di pensiero, consiste nella sostituzione nel pensiero che si vuole intendere con un altro pensiero che sia in un rapporto di senso contrario al primo e che corrisponde quindi al pensiero dellavversario

IRONIA non tanto una figura ambigua, quanto piuttosto una figura non univocamente determinabile o OBIETTIVO POLMICO IRONIA univocit, dogmatismo, autoconclusione, nel momento in cui si delinea la possibilit di fare emergere un altro punto di vista o NATURA DIALOGICA DELLA FORMA lassunzione del vocabolario dalla parte avversa si attua a condizione che linterlocutore capisca e decodifichi, cio a condizione del verificarsi di unintesa basata sul reciproco riconoscimento

IDENTIFICAZIONE DELLIRONIA con LANTIFRASI (=figuraretoricapercuiilsignificato diunaparola,diunsintagmaodiunafraserisultaoppostoaquellocheassumenormalmente)e ironia si configurano come una netta inversione semantica , leffetto ironico pu anche derivare da una attenuazione del significato, danni esagerazione, dallinversione dei presupposti o Bisogna allargare il concetto di ANTIFRASI per giungere a non considerare il ribaltamento di senso una condizione sufficiente per lironia, per caratterizzare la quale almeno altrettanto necessario laspetto pragmatico

IRONIA = componente del messaggio, dunque innanzitutto una questione di stile e di espressione MA larea semantica che investe non riducibile ai soli elementi linguistici o DOMINIO IRONIA implica fattori di trasformazione, amplificazione, citazione e decodificazione, che trovano la loro ragione dessere allinterno di una situazione comunicativa nella quale sono coinvolti 3 SOGGETTI: 1. Colui che parla responsabile dellinvenzione ironica 2. Colui che riceve il messaggio che lo interpreta 3. Vittima della derisione I tre ruoli stabiliscono un gioco verbale e in cui le regole sono inventate volta per volta, ma che proprio per questo chiamano in causa la situazione e le circostanze = DIMENSIONE PRAGMATICA questione messa gi in luce da LAUSBERG quando stabilisce un rapporto dialogico tra distanza-riconoscimento-incredulit mettendo in evidenza e che il segnale generale dellironia il contesto

SENSO di per se non evidente nellespressione ironica, e si rende necessaria una grande forza illocutiva la forma figurale e tanto pi efficace quanto e me ne segnalata, esplicita, e quindi quanto pi si rischia lincomprensibilit

LETTORE se si tratta di scrittura ironica deve accettare la sfida allinterno di un patto di corresponsabilit, poich senza la sua intelligenza interpretativa, la messa in scena della storia tornerebbe alla staticit di un unico punto di vista, e il principio di cooperazione si ridurrebbe a un falso problema

ESEMPIO LA COSCIENZA DI ZENO SVEVO 1923 o Lautore da forma alla rappresentazione di un mondo osservato da diverse e antitetiche prospettive : Dottor S pubblica per vendetta le memorie del suo paziente,avvertendo il lettore che ci che legger sar un cumulo di bugie Zeno narrante, testimone principale delle proprie menzogne,ma anche depositario del discorso; anche narrato, artefice della propria storia Lettore coinvolto in un universo di confessioni, di contraddizioni di smentite, di attestazioni di verit o FINZIONE si sviluppa su pi livelli, perch latto enunciativo continuamente compromesso tutto questo legittima la libert del personaggio IRONIA = ARMA Pi POTENTE perch egli pu ostentare linettitudine e malattia, innocenza ed errori involontari, capovolgendo ogni volta al punto di vista sul mondo e sugli altri, affermando il disvalore delle conoscenze acquisite le menzogne di Zeno sono abilmente mimetizzate, ma a incrinarla superficie ci sono lapsus e atti mancati MENZOGNA non precisamente localizzabile, il protagonista mostra di accettare tutte le regole,mai la pone in dubbio screditando le sue parole stesse IRONIA = chiave di lettura del romanzo Zeno un mentitore,che non vuole smettere di fumare, non crede nella psicoanalisi e non prova sentimenti profondi per la moglie, scelta casualmente da qualche i rifiuti e a seguito di un calcolo combinatorio tra le lettere dellalfabeto non intende rinunciare allamante e prova lostilit verso il cognato INCREDULIT il narratore e la deve procurare al lettore ed la vera strategia retorica del romanzo, che scritto in forma diaristica da diverse illusioni di verit al lettore, che per Zeno cercher sempre di disorientare per stabilire una nuova distanza e la vide e non a leggere, ma a rileggere

6.5 Retorica e pragmatica 1983 LEVINSON (psicolinguista inglese) da definizioni di PRAGMATICA in negativo, dicendo che questa tutto ci che non sono la sintassi la semantica e inoltre afferma: o PRAGMATICA = studio delle relazioni tra la lingua il contesto che sono fondamentali per spiegare la comprensione della lingua stessa Pregi definizione comprende gli aspetti relativi alluso della lingua, nella sua modalit relazionali e, in una determinazione storico-sociale Limiti definizione lincertezza e lindicazione un po approssimativa di una simile affermazione che rischiano di includere vagamente la totalit delle conoscenze.

SCOPO RICERCA rimane la delimitazione di una disciplina particolare e del suo oggetto di indagine

Temi che riguardano da vicino lambito della PRAGMATICA rievocano alcuni dei concetti fondamentali per il sistema della retorica che interrogano il testo letterario investendolo di un valore comunicativo e relazionale o o RI USO attraverso i suoi aspetti costitutivi, colloca la dimensione dellopera il rapporto con un atteggiamento estetico ENUNCIAZIONE la modulazione dellintesa tra gli interlocutori, non solo parla, ma anche chi si rivolge a un testo di ri-uso e come il ri-uso letterario si definisca allinterno di una situazione istituzionale RIFERIMENTO nozione centrale che rispecchia la concezione del linguaggio come attivit e la relazione con la dimensione pragmatica risulta pi che mai evidente, al fine dellinterpretazione figurale dei nostri atti comunicativi, ma con particolare evidenza per il testo letterario CONVENZIONE importante e riconduce lo scambio verbale allinterno di un sistema di regole, nel quale riconoscimento per metterlo svolgersi di comportamenti comuni, ma anche la ricostruzione dei nessi simbolici rispetto e quali la competenza e i saperi aprono i processi conoscitivi CIRCOSTANZE formate dagli indicatori spaziali, temporali, personali, le categorie della deissi questi elementi determinano anche le relazioni intersoggettive si entro il rapporto dialettico con il testo

difficile quindi tracciare un confine netto tra retorica e pragmatica ci che interessa considerare se la funzione conoscitiva e sociale della retorica e scoprire e spiegare le regole del gioco comunicativo, o lalleanza con alcuni aspetti della pragmatica appare imprescindibile o LAUSBERG orientava la retorica letteraria sugli elementi funzionali linguistici ed intellettuali per poi procedere al compito della loro interpretazione rispetto al testo e alla situazione COMPITO RETORICA rispetto al testo letterario e a posteriori, e descrittivo e non normativo il rapporto scrittura retorica addirittura consequenziale ESEMPIO GIUDICI (poeta, 1924-2011) ANDARE IN CINA A PIEDI, 1992 RETORICA = non un sistema di regole astratte, ma codificazione di procedimenti nati dallesperienza e riconosciuti di volta in volta come i pi efficaci e forse connaturati ai modi del nostro intelletto, spontanei e naturali nel pi nemmeno quanto certi esercizi come il nuoto e la danza Se il filologo dichiara che in una poesia questo o quel fenomeno appartiene alla retorica, non ed pi che il poeta, componendola, abbia realmente pensato quel fenomeno retorico Molto spesso un verso scritto da un poeta non viene steso pensando agli effetti retorici, magari solo suona bene e corrispondere alle sue intenzioni pertanto la RETORICA non precede, ma segue la scrittura

GIUDICI affida alla INVENTIO quella dose di improvvisazione e sensibilit istintiva che vuole continuare a riservare alla creazione poetica la retorica sicuramente sottratta allerronea identificazione con una griglia vuota

PROBLEMA SPECIFICIT +DOMINIO di PERTINENZA allungarne in raggio dazione significa entrare dialogicamente in contatto con ambiti diversi,poich la funzione ermeneutica della retorica non soltanto linguistica le espressioni del linguaggio dipendono dalla natura del materiale interpretato, nel legame che essi instaurano con la variet percettiva dei nostri sensi RETORICA non sufficiente a spiegare le immagini del mondo, a raggiungere una verit complessa e simbolicamente compromessa offre un apparato descrittivo del testo letterario dellatto comunicativo, che allinterpretazione conferisce un fondamentale valore conoscitivo

6.6 Il processo di valorizzazione MODALIT DESCRITTIVA lipotesi fondante del sistema retorico e costituisce contemporaneamente un presupposto e un punto darrivo 2002 BRIOSCHI una descrizione sempre una somma di giudizi che a loro volta discendono da attitudini, predisposizioni, attese preesistenti e danno forma il testo almeno tanto quanto prendono forma da esso o POTERE ESPLICATIVO DESCRIZIONE consiste nella sua capacit di suggerire una sorta di IPOTESI GENERATIVA promuove certi elementi presenti nel testo a fattori costruttivi, che creano le linee di forza intorno a cui si disporranno gli altri elementi SPAZIO del TESTO qui come se si schiudesse la dimensione virtuale di un racconto del modo in cui fatto, che lo riattraversa conferendogli una direzione e un senso

Non si legge un testo letterario con unattitudine neutra, ma lo si legge COME un testo letterario DESCRIZIONE = operazione metacomunicativa che, comportando un atteggiamento estetico, conduce anche una serie di giudizi o DIALOGO con il TESTO = diventa una rete di strade a doppio senso dove ogni volta le direzioni di andata e ritorno sono percorse ripetutamente il rapporto che si stabilisce apre il dialogo tra i sistemi categoriali, le attese, le elaborazioni e il testo stesso, ma si tratta di una reciprocit di azione, poich il testo, a sua volta, costruisce nuove categorie, nuovi apparati interpretativi utili per tornare a interrogare il testo IPOTESI GENERATIVA implica una sorta di biunivocit della descrizione

ANALISI di COME FATTO un TESTO a partire dalle sue forme immanenti rinvia a una dimensione retorica e comunicativa, nella quale la competenza e il potere esplicativo si sviluppino all'interno dellistituzione RI-USO LETTERARIO il processo di valorizzazione della sua identit e dei meccanismi in, delle strategie per cui si offre alla letteratura e allanalisi critica lattribuzione di valore e dunque riconoscimento del fatto che il ri-uso letterario colloca loggetto nella dimensione estetica, che condiziona a sua volta latto di lettura

RETORICA = strategie enunciativa e comunicativa del testo e contemporaneamente un sistema di interrogazione del testo stesso

2000 LORETTA INNOCENTI (professoressa universitaria di letteratura) afferma che il 900 ha negato la legittimit della valutazione estetica o Si accantonato il problema del valore entro lambito angusto della analisi STRUTTURALISTA e SEMIOTICA , disperdendolo nei percorsi ideologici sociali ed extra testuali che hanno variamente condotto verso le derive del testo stesso PROBLEMA se si parla di LEGITTIMAZIONE e non di valore assoluto, possibile ricollocare la QUESTIONE DEL VALORE entro una dimensione relazionale che dal testo prende avvio e al testo inevitabilmente ritorna, senza dimenticare che il processo attraverso atteggiamenti, scelte, comportamenti e azioni, condivise allinterno di una situazione istituzionale, soggettivamente compromesse con la fenomenologia dei sentimenti e delle emozioni 1989 GEROGE STEINER (scrittore e saggista francese) VERE PRESENZE opera ferocemente polemica con lesorbitante mole di discorsi secondari condotti sulla letteratura o o Ipotizza la MORTE DELLA CRITICA, considerata quasi sempre parassitaria, padrona di ogni prospettiva ermeneutica RESPONSABILIT DELLA LETTURA deve essere una risposta diretta ai testi letterari, i soli che avrebbero diritto di cittadinanza

2005 MARIO LAVAGNETTO (critico letterario e insegnante) replica la posizione di STEINER elaborando una splendida DIFESA DELLA CRITICA o Attraverso uno sguardo al passato compie un atto daccusa verso la PRETESA SCIENTIFICIT della critica letteraria, che mirava alla fondazione di un modello forte e assoluto, stabilito dalla epistemologia strutturalista anche verso quei metodi consequenziali o opposti che mettevano in dubbio la nozione stessa di testo, a vantaggio di una libert indiscriminata; OBIETTIVO IMPRESCINDIBILE rimane il testo considerato un dato primario, e allo stesso tempo le operazioni che su di esso si compiono, il lavoro di verifica che chiama in causa, di nuovo un principio di legittimazione Lossessione del critico e la sua ricerca: CRITICA non pu a essere una semplice constatazione, non pu limitarsi a di scrivere e a catalogare, deve cercare qualcosa che c, che ha nel testo o che ne determina INVISIBILE, il funzionamento

Non possibile ogni spiegazione, n tantomeno ogni atto interpretativo MA la morte della critica sancirebbe anche la morte della letteratura poich i testi non parlano da soli e se vero che non si tratta di fissare una volta per tutte una verit unica, lESPERIENZA INTERPRETATIVA restituisce il potere conoscitivo di un atto critico LAVORO di INTERROGAZIONE ma anche quello di analisi di descrizione e di spiegazione in, da forma alle condizioni di possibilit di un processo di valorizzazione

Non si pu accettare un infinito rinvio de costruttivo, cos come non detto che si arrivi a un significato stabile e unico che la letteratura non sia riducibile a un calcolo logico, a un risultato incontrovertibile, lapparato della retorica allora certamente dimostrato PLURALIT di LIVELLI + STRATIFICAZIONE di SIGNIFICATI deve corrispondere alla modalit di una lettura critica che: o o da una parte rende ragione della complessit dellopera letteraria, esaltando la responsabilit dei soggetti, ma dallaltra respinga lidea che a una rappresentazione funzionale corrisponda allo svelamento univoco di un senso

INTERVISTA VITTORIO SERENI su VALENZA SIMBOLICA poesia LA MALATTIA DELLOLMO considerata una delle sue poesie pi enigmatiche e pi discusse dalla critica che sembra voler eludere ogni soluzione gi calcolata

LA MALATTIA DELLOLMO Se ti importa che ancora sia estate eccoti in riva al fiume lalbero squamarsi delle foglie pi deboli: roseogialli petali di fiori sconosciuti - e a futura memoria i sempreverdi immobili. Ma pi importa che la gente cammini in allegria che corra al fiume la citt e un gabbiano avventuratosi sin qua si sfogli in un lampo di candore. Guidami tu, stella variabile, finch puoi... - e il giorno fonde le rive in miele e oro le rifonde in un buio oleoso fino al pullulare delle luci. Scocca da quel formicolio un atomo ronzante, a colpo sicuro mi centra dove pi punge e brucia. Vienmi vicino, parlami, tenerezza, - dico voltandomi a una vita fino a ieri a me prossima oggi cos lontana scaccia da me questo spino molesto,

la memoria: non si sfama mai. E fatto mormora in risposta nellultimo chiaro quellombra adesso dormi, riposa. Mi hai tolto laculeo, non il suo fuoco sospiro abbandonandomi a lei in sogno con lei precipitando gi. da Stella variabile, 1981 OLMO = albero qualsiasi viste in riva al fiume e comincia a perdere le foglie che invece di diventare gialle sono rosee e sembrano petali di fiori o Laspetto esteticamente affascinante, ma in realt lalbero sta morendo

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